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luke 27-10-2010 20.11.34

Raffronti
 
Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.
Razionalmente penso che ognuno dovrebbe fare la corsa esclusivamente su se stesso, troppe cose sono diverse tra gli individui,( educazione , costituzione psicofisica, contesto in cui si nasce e cresce ecc), che senso avrebbe una gara in cui qualcuno va piedi , qualcun'altro in aereo, chi si trova una discesa, chi una salita peggio dell'Everest?
Purtroppo nonostante i buoni propositi poi il raffronto continua più o meno sommerso e crea rabbie e amarezze molto più intense delle eventuali gioie e soddisfazioni.

Perchè ciò che siamo o che facciamo non basta a farci concentrare solo su noi stessi, al limite prendendo spunto , laddove è il caso dagli altri, senza esserne incastrati?

Dove e come si può riuscire a non commettere questi errori quando la vita che fai ancora non ti offre motivi sufficientemente forti ed attraenti per amarla?

Dietro questo ci deve essere un miscuglio di invidia, superbia, scarsa autostima, orgoglio ferito o anche altro più profondo che non vedo?

Grey Owl 27-10-2010 21.02.39

Mi scuso luke se quello che dirò ti sembrerà banale, di scarso contributo alle tue domande. In ogni modo posto lo stesso in quanto mi hai fatto pensare a quei momenti in cui tutto pare nero e senza soluzioni.
Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91611)
Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.
Il confronto con quello che proiettiamo nell'altro è inevitabile. Personalmente non credo di raffrontarmi oggettivamente con l'altro. E' inevitabile che molte cose vengono poiettate nell'altro e quindi un reale confornto non c'è.
Quote:

Razionalmente penso che ognuno dovrebbe fare la corsa esclusivamente su se stesso, troppe cose sono diverse tra gli individui,( educazione , costituzione psicofisica, contesto in cui si nasce e cresce ecc), che senso avrebbe una gara in cui qualcuno va piedi , qualcun'altro in aereo, chi si trova una discesa, chi una salita peggio dell'Everest?

Ognuno fa la corsa per se stesso però può cercare di farla in compagnia di altri. Questo è il senso della condivisione in cui ognuno da quello che ha e lo condivide. Ci si fa compagnia ed allo stesso tempo si può aiutare o essere aiutato in alcuni momenti della corsa (preferisco pensare ad un camminare).
Quote:

Purtroppo nonostante i buoni propositi poi il raffronto continua più o meno sommerso e crea rabbie e amarezze molto più intense delle eventuali gioie e soddisfazioni.
Comprendo cosa intendi, ci si scopre ad avere pensieri "sbagliati" e questo crea tensioni interiori. Si hanno rabbie ed amarezze e pare che queste permeino tutto il nostro essere.
Quote:

Perchè ciò che siamo o che facciamo non basta a farci concentrare solo su noi stessi, al limite prendendo spunto , laddove è il caso dagli altri, senza esserne incastrati?
Forse perchè siamo troppo esigenti con noi stessi, pensiamo di essere quella cosa o desideriamo arrivare ad essere in un certo modo e così perdiamo contatto con noi stessi e con la realtà. Rimanere concentrati su noi stessi richiede molta energia, rimanere concentrati su noi stessi vuol dire accettare anche quelle parti di noi che non ci piacciono. Questo ci porta ad allontanarci inseguendo quei modelli a cui aneliamo.
Quote:

Dove e come si può riuscire a non commettere questi errori quando la vita che fai ancora non ti offre motivi sufficientemente forti ed attraenti per amarla?
Mi ha colpito molto quando dici "dove e come", mi ha fatto pensare al qui e ora. La vita offre tutte le possibilità, magari dipende da noi riuscire a cogliere le occasioni che la vita stessa ci offre. Motivi forti ed attraenti per amarla ce ne sono, bisogna mettersi in strada ed in gioco per coglierli.
Quote:

Dietro questo ci deve essere un miscuglio di invidia, superbia, scarsa autostima, orgoglio ferito o anche altro più profondo che non vedo?
Quello che spesso viene definito il nostro nero, questo elenco di sentimenti sembrano tutti venire dal nero che abbiamo dentro. Ci sono momenti in cui il nero ci copre e pare di annegare in esso. E' quella fase che potrebbe essere paragonata al solve dell'alchimista. Solve et coagula che nell'alchimica è il mezzo usato per evolvere e rigenerare se stessi.

luke 27-10-2010 22.56.02

Senz'altro hai ragione quando parli di proiezioni, comunque tutto nasce da noi, da parti di noi che sono rimaste irrisolte e trovano negli altri il battente giusto e credo che sistemate n qualche modo le cose nel nostro interno, poi il problema degli altri scompaia, anche perchè come, ho detto prima le rabbie provate supereranno quasi sempre le soddisfazioni, hanno più forza, almeno nella fase iniziale di un percorso, quando si è ancora inesperti nel gestirle.

Essere centrati sul qui e ora può servire sicuramente anche perchè comunque le cause di molte proiezioni si trovano spalmate sull'asse temporale e vivere sparsi nel passato e nel futuro,so che fa perdere energie utili, lo so ma per adesso altro non riesco a fare.
Sulle occasioni che la vita offre ci spero, sicuramente hai ragione, ma sarei bugiardo se dicessi che ci credo, a tutt'oggi penso che per alcuni le occasioni stiano in cima ad una montagna e per altri stiano ad ogni angolo di strada, anche senza che questi le vadano a cercare o abbiano fatto chissà quali fatiche per averle.

Concordo sulla fase del nero, ultimamente sto cercando di stuzzicarlo , o almeno credo di farlo, mettendomi in situazioni che lo attizzino parecchio, tanto la sensazione era che se non facevo così non si sarebbe smosso niente; se proprio era una fase da attraversare avrei preferito farlo una decina d'anni fa, visto che l'impegno già allora ed anche prima lo mettevo, magari in modo sconclusionato però c'era, comunque meglio ora che fra dieci anni.

Edera 28-10-2010 09.32.11

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91611)
Dove e come si può riuscire a non commettere questi errori quando la vita che fai ancora non ti offre motivi sufficientemente forti ed attraenti per amarla?

Non so Luke se sia la vita ad offrire i motivi sufficienti per amarla o se siamo noi a dover imparare ad amare la nostra vita. Il tuo post mi offre uno spunto di riflessione personale anche sui pensieri che vedo nascermi in testa e cioè la sensazione che nella vita che vivo non c'entro proprio nulla, a volte penso abbiano sbagliato a 'incastrarmi', penso ci sia stato un errore. In pratica a sono disposta a pensare che Dio abbia sbagliato pur di non accettare il dato fatto che se sono qui, in questo momento significa che non potrei essere in nessun'altro posto.
Questi pensieri mi nascono sempre quando come te mi confronto con gli altri e mi dico: sai se fossi figlia di qualcuno che abita in centro, colto, in grado di fornirmi il giusto supporto affettivo... Sarei diversa, non avrei questi problemi ecc..ecc..
Ma in realtà lo so benissimo che questo è il mio posto per quanto a volte mi possa sembrare inopportuno, penso che Dio in quanto Dio non possa sbagliare affatto. O forse chissà anche questo è solo un modo per farmi andare bene la mia vita, per accettarla.
Purtroppo non ho soluzioni efficaci per questi sentimenti che ti nascono nel raffronto con gli altri, spesso li ho come te e quando vedo le vite degli altri e le occasioni a cui hanno facilmente accesso, mi sembra di tornare bambina e guardare i dolci della pasticceria col naso spiaccicato in vetrina, senza poter entrare.
Non sempre però, altre volte riesco a vedere le mie salite come opportunità che altri non hanno. E quelli sono i momenti in cui riesco ad accendere il motorefiori.gif

Edera 28-10-2010 10.07.46

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91611)
Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.

Che nasca dal desiderio di essere diversi da ciò che si è? Dalla capacità di guardare, dall'occhio che innesca il desiderio? booh.gif Che ne so vedo una donna apparentemente ricchissima, proietto su di lei ciò che vorrei essere anch'io ( ma infondo chi lo dice che è veramente ricchissima?), mi rendo conto che non lo sono e quindi inizio a nutrire invidia ecc
Il problema è che secondo me sono tutte proiezioni sballate nel senso che in realtà nessuno può avere esatta cognizione della vita di qualcun'altro, tendiamo a vedere tutto bello e fortunato ciò che riguarda gli altri e sfortunato o scadente ciò che riguarda noi stessi.

luke 28-10-2010 10.37.12

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91623)
Non so Luke se sia la vita ad offrire i motivi sufficienti per amarla o se siamo noi a dover imparare ad amare la nostra vita. Il tuo post mi offre uno spunto di riflessione personale anche sui pensieri che vedo nascermi in testa e cioè la sensazione che nella vita che vivo non c'entro proprio nulla, a volte penso abbiano sbagliato a 'incastrarmi', penso ci sia stato un errore. In pratica a sono disposta a pensare che Dio abbia sbagliato pur di non accettare il dato fatto che se sono qui, in questo momento significa che non potrei essere in nessun'altro posto.
Questi pensieri mi nascono sempre quando come te mi confronto con gli altri e mi dico: sai se fossi figlia di qualcuno che abita in centro, colto, in grado di fornirmi il giusto supporto affettivo... Sarei diversa, non avrei questi problemi ecc..ecc..
Ma in realtà lo so benissimo che questo è il mio posto per quanto a volte mi possa sembrare inopportuno, penso che Dio in quanto Dio non possa sbagliare affatto. O forse chissà anche questo è solo un modo per farmi andare bene la mia vita, per accettarla.
Purtroppo non ho soluzioni efficaci per questi sentimenti che ti nascono nel raffronto con gli altri, spesso li ho come te e quando vedo le vite degli altri e le occasioni a cui hanno facilmente accesso, mi sembra di tornare bambina e guardare i dolci della pasticceria col naso spiaccicato in vetrina, senza poter entrare.
Non sempre però, altre volte riesco a vedere le mie salite come opportunità che altri non hanno. E quelli sono i momenti in cui riesco ad accendere il motorefiori.gif

SI anche io spesso ho pensato di essere la prova vivente che anche Dio può sbagliare icon_mrgr: , mi rendo conto che sono paranoie però ogni tanto ci casco.
La sensazione di essere qualcosa d'altro rispetto alla media delle persone mi accompagna da sempre, com equella di non poter aver accesso a determinate situazioni , come se fossi stato preso a forza spostato su una montagna al freddo ed al gelo e da lì obbligato vedere la festa giù in paese.:(
Per anni provavo a consolarmi dicendomi " non guardare alla festa giù in paese, non è per te, ma continua a salire sulla montagna magari alla fine troverai qualcosa di bello, ma fino ad ora mi sembra di trovar esolo altro freddo e gelo, magari un pò mi sta temprando e fortificando, ma desidererei anche altro.

luke 28-10-2010 10.41.17

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91624)
Che nasca dal desiderio di essere diversi da ciò che si è? Dalla capacità di guardare, dall'occhio che innesca il desiderio? booh.gif Che ne so vedo una donna apparentemente ricchissima, proietto su di lei ciò che vorrei essere anch'io ( ma infondo chi lo dice che è veramente ricchissima?), mi rendo conto che non lo sono e quindi inizio a nutrire invidia ecc
Il problema è che secondo me sono tutte proiezioni sballate nel senso che in realtà nessuno può avere esatta cognizione della vita di qualcun'altro, tendiamo a vedere tutto bello e fortunato ciò che riguarda gli altri e sfortunato o scadente ciò che riguarda noi stessi.

Si questo è vero, guardiamo negli altri solo la parte che per qualche motivo ci solletica, trascurando le altre che non interessano o sulle quali non abbiamo problemi.

Edera 28-10-2010 14.14.13

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91625)
continua a salire sulla montagna magari alla fine troverai qualcosa di bello, ma fino ad ora mi sembra di trovar e solo altro freddo e gelo, magari un pò mi sta temprando e fortificando, ma desidererei anche altro.

Ormai sto abbandonando l'idea che esista la pianuraicon_mrgr: infatti per reazione e senza rendermene bene conto credo di essermi in qualche modo pietrificata. Una volta quando guardavo in basso la festa del paese e la desideravo molto almeno vibravo, adesso sì sono più forte ma mi sembra di essere un guscio vuoto che contiene qualcosa molto più razionale, imparziale, crudele...
E proprio a causa di questo se andassi alla festa nel giro di poco, oltre al calore, troverei subito qualcosa che non va al punto di volermene scappare, tanto vale continuare la salita al freddo. La mia vita è sempre stata come dici tu, accompagnata dalla sensazione che dalla montagna non posso scendere ma non perchè qualcuno me lo vieta piuttosto perchè non c'è altro posto dove trovo un senso rimanere. Guardo gli altri, li vedo stesi a solazzarsi, li invidio ma se mi siedo con loro è come se mi scottassi il sedere e dovessi rialzarmi subito. Eppure continuo nonostante questo a fare i confronti, a covare nell'ombra...
Bisognerà trovare il modo di farseli amici sia la montagna, sia il freddo, chiederò ad Haidi.:)

Ray 28-10-2010 14.18.45

Ma voi che raffrontate e invidiate e quant'altro, scambiereste davvero, in toto, la vostra vita con quella di chiunque altro?

luke 28-10-2010 14.53.21

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 91635)
Ma voi che raffrontate e invidiate e quant'altro, scambiereste davvero, in toto, la vostra vita con quella di chiunque altro?


Personalmente non scambierei la mia vita ed alcune mie caratteristiche con quelle di nessun altro, almeno di nessuno di quelli che ho conosciuto finora.
Non so come spiegarlo, non sono i singoli atti specifici altrui che invidio quanto il fatto di non aver avuto possibilità di costruirmeli a modo mio , almeno per come la vedo sinora.

Per rifare l'esempio della gara non sono tanto le prestazioni dei singoli atleti che vorrei imitare, quanto la possibilità di aver potuto svolgere lo stesso tipo di gara, con le stesse regole, poi la prestazione la mettevo io, invece la sensazione è di aver dovuto svolgere una gara in solitaria o comunque diversa dalla media delle persone, con altre regole e situazioni affrontate e finchè la mia gara non dà risultati soddisfacenti c'è sempre presente l'impulso di guardare nell'altro campo di gara.

Edera 28-10-2010 15.09.57

Vale la stessa cosa per me, non vorrei la vita di qualcun'altro, sono arrabbiata perchè ho l'impressione che se mi avessero messo in un altro contesto, riuscirei a gareggiare molto meglio...
Vorrei aver avuto le stesse possibilità di qualcun'altro, non la personalità di qualcun'altro.
Non baretteri il mio spirito per nulla al mondo, semmai baratterei la terra dove è stato piantato. (E qui si aprono i discorsi: ma se è stato piantato lì ci sono i suoi motivi, non poteva essere piantato da altre parti, pensa a quelli che stanno molto peggio ecc ecc, tutti motivi che posso comprendere ma ciò non evita all'occhio di guardare altrove)

Ray 28-10-2010 15.30.25

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91636)
Personalmente non scambierei la mia vita ed alcune mie caratteristiche con quelle di nessun altro, almeno di nessuno di quelli che ho conosciuto finora.
Non so come spiegarlo, non sono i singoli atti specifici altrui che invidio quanto il fatto di non aver avuto possibilità di costruirmeli a modo mio , almeno per come la vedo sinora.

Per rifare l'esempio della gara non sono tanto le prestazioni dei singoli atleti che vorrei imitare, quanto la possibilità di aver potuto svolgere lo stesso tipo di gara, con le stesse regole, poi la prestazione la mettevo io, invece la sensazione è di aver dovuto svolgere una gara in solitaria o comunque diversa dalla media delle persone, con altre regole e situazioni affrontate e finchè la mia gara non dà risultati soddisfacenti c'è sempre presente l'impulso di guardare nell'altro campo di gara.


Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91638)
Vale la stessa cosa per me, non vorrei la vita di qualcun'altro, sono arrabbiata perchè ho l'impressione che se mi avessero messo in un altro contesto, riuscirei a gareggiare molto meglio...
Vorrei aver avuto le stesse possibilità di qualcun'altro, non la personalità di qualcun'altro.
Non baretteri il mio spirito per nulla al mondo, semmai baratterei la terra dove è stato piantato. (E qui si aprono i discorsi: ma se è stato piantato lì ci sono i suoi motivi, non poteva essere piantato da altre parti, pensa a quelli che stanno molto peggio ecc ecc, tutti motivi che posso comprendere ma ciò non evita all'occhio di guardare altrove)


Ma lo vedete?

Non scambiereste la vostra vita con quella di nessun altro... e certamente aggiungo, significherebbe rinunciare a ciò che siete, però vorreste fosse un po' diversa la cosa, vorreste aver avuto opportunità che immaginate come migliori.
Cioè da una parte vi rendete conto che scambiare significherebbe scambiare tutto, dall'altra non ve ne rendete più conto... che voi siete quello che siete perchè tutte e proprio tutti, anche le più insignificanti, dettagli della vostra vita sono e sono stati quello che sono.
Insomma non siete voi quelli che vorreste essere ma d'altronde non vorreste essere altro che voi.

Ma il senso?

Edera 28-10-2010 15.53.40

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 91639)
che voi siete quello che siete perchè tutte e proprio tutti, anche le più insignificanti, dettagli della vostra vita sono e sono stati quello che sono.

Sì lo so che la risposta è questa ma il problema è che non ne ho la consapevolezza, non riesco a crederci veramente, non sto dicendo che non sia vero, dico che è una verità a cui posso giungere solo con la fede, perchè me lo dici tu o altre persone di cui ho stima e che reputo più grandi di me.
Se devo essere sincera al cento per cento ci sono stati dei momenti in cui avrei preferito pure non essere io, cioè scambiare proprio la mia esistenza con quella di altri, vanificarla. Credo sia una delle cose più terribili che ho pensato ma sono pensieri fatti in contesti emotivi piuttosto alterati, quindi senza validità.

Ray 28-10-2010 16.07.35

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91640)
Sì lo so che la risposta è questa ma il problema è che non ne ho la consapevolezza, non riesco a crederci veramente, non sto dicendo che non sia vero, dico che è una verità a cui posso giungere solo con la fede, perchè me lo dici tu o altre persone di cui ho stima e che reputo più grandi di me.

No invece, non è questione di fede. Prova a considerare come una qualsiasi situazione o contesto sia caratterizzato da ogni signola caratteristica che lo forma e che, anche cambiando una di queste vari il risultato totale. Prendi un vestito... modificalo anche solo di una cucitura e avrai un altro vestito, seppur simile. Ora immagine che quel vestito abbia un io... con la cucitura diversa è un altro io e quello di prima non c'è più.

luke 28-10-2010 16.23.26

Forse Ray è che abbiamo ancora tante parti svolazzanti, slegate e quindi ci consideriamo tipo delle costruzioni lego che si possono smontare e rimontare, sostituire con altri pezzi ecc
E' giusto dire "tu sei tu, se cambi qualcosa di ciò che ti ha portato ad essere così non sei più tu", però lo stimolo resta, anche se fa soffrire , tormenta , brucia tempo ed energie a non finire.

Edera 28-10-2010 16.36.40

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 91641)
No invece, non è questione di fede. Prova a considerare come una qualsiasi situazione o contesto sia caratterizzato da ogni signola caratteristica che lo forma e che, anche cambiando una di queste vari il risultato totale. Prendi un vestito... modificalo anche solo di una cucitura e avrai un altro vestito, seppur simile. Ora immagine che quel vestito abbia un io... con la cucitura diversa è un altro io e quello di prima non c'è più.

D'accordo ma in termini spirituali funziona allo stesso modo che con un vestito? A me sembra che ci sia una traccia da seguire più che un incastro perfetto, un canovaccio con dei punti salienti e una parte soggetta a casualità, da improvvisare. Faccio fatica a comprendere che ogni minima virgola della mia esistenza abbia un significato, mi chiedo se cambiando qualcosa qua e là sarrei arrivata comunque dove dovevo arrivare con meno rogne. Tanto poi di Edera non resterà nulla tranne quello che è riuscita a registrare nel nastro profondo della cassetta no?
In teoria anche le esistenze più becere e sofferenti hanno un motivo, ma se le guardo da vicino vedo solo un mare di sofferenza (magari su individui di 4 o 5 anni) senza comprenderne l'utilità, qui in genere salta fuori la reincarnazione, il karma ecc, tutti aspetti che posso comprende ma anche qui devo fare un atto di fede e non è il topic giusto per parlarne. Mi rendo conto che è pura retorica questo mio discorso eppure è uno degli scogli più grandi che trovo nell'accettare tutte le parti della mia esistenza... non riesco a smettere di pensare che in condizioni diverse avrei reso di più per me stessa e per gli altri

luke 28-10-2010 16.46.13

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91644)
Mi rendo conto che è pura retorica questo mio discorso eppure è uno degli scogli più grandi che trovo nell'accettare tutte le parti della mia esistenza... non riesco a smettere di pensare che in condizioni diverse avrei reso di più per me stessa e per gli altri

Lo stesso per me, e se non risolvo 'sta cosa non credo di riuscire a muovermi più da dove sono adesso, oltretutto una serie di eventi e situazioni degli ultimi anni hanno portato questi aspetti, quelli su cui recrimino più o meno da sempre, totalmente a galla, sono come nervi scoperti ed ultrasensibili, evidentemente era un passaggio critico, forse IL passaggio critico su cui era scritto dovesse snodarsi la mia esistenza, forse adesso che ci sto nel mezzo come mai prima d'ora potrebbe essere un momento di svolta.

Edera 28-10-2010 17.19.50

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91645)
oltretutto una serie di eventi e situazioni degli ultimi anni hanno portato questi aspetti, quelli su cui recrimino più o meno da sempre, totalmente a galla, sono come nervi scoperti ed ultrasensibili, .

Anche per me è così e credo che la 'colpa' di questa scopertura sia di quel minimo di ricerca di me che sono riuscita a fare, durante le discussioni in casa mi escono delle cose che ferirebbero a morte qualsiasi essere umano, mi scappano proprio fuori perchè le avverto come profonde e deleterie verità, a volte riesco a trattenerle, altre volte me le tolgono dai denti. Per fare un esempio concreto, riprendendo il topic sulla vergogna se dentro Edera fosse stato colato amore in giusta dose e qualità non si sarebbe sentita in credito per aver ricevuto un'attenzione non richiesta, questo cambierebbe qualcosa, Edera non sarebbe più Edera? No per quello che riesco a vedere sarebbe solo un'Edera migliore e avrebbe continuato ad entrare al supermercato fischiettando, non mi sembra molto, non è che vorrei essere nata in una famiglia più ricca, più bella a New York..
L'unica cosa da pensare è che dovevo passare di qui, dovevo sentirmi in credito per un'attenzione non ricevuta, dovevo capire perchè mi sentivo erroneamente in credito, dovevo avere le falle. Il perchè lo sa solo Dio, devo pensare che in qualche modo, in qualche tempo, in qualche vita me lo sia meritato oppure ricadare sul circolo vizioso di guardare quelli in cui l'amore è stato introdotto non dico in modo eccelso ma decente e fare raffronti.

dafne 28-10-2010 17.36.06

Non sò se è IL passaggio critico ma di sicuro è UN passaggio.

Per moltissimo tempo anch'io ho costruito su questo scoglio chiedendomi come sarebbe stata se...se non mi fosse capitato questo o quest'altro,e ancora delle volte oggi nei momenti di sconforto quando penso che non cambierà mai davvero nulla che non risolverò mai davvero nulla torno su quel disco.
E' una buona cuccia :@@

Arriva un momento però in cui si scopre, perlomeno per me è stato così anche se non l'ho ancora metabolizzato del tutto, il significato della parola passato.

Per me è stata illuminante la questione punizioni, il chiudere con gli avvenimenti accaduti mi ha dato un'ottica sul passato completamente diversa.
Non sò se questo può applicarsi anche a voi, io sò che questo è quanto è capitato a me, ma da quando ho scoperto che un'azione entra nel passato e pur non scomparendo si chiude ho un modo diverso di rapportarmi alla montagna.

Io sono adesso un qualcosa che semplicemente si, deriva da un passato, ma da quel passato ne è anche in parte slegato, forse non è neanche giusto parlare di inizio e fine ma di inizio e trasformazione, se trasformi quel che eri pur avendo in te gli ingredienti del passato non sei più quello che lo ha generato.

Vabbeh, dafniano icon_mrgr: , comunque per grandi ragionamenti la testa ci arrivava anche (il non desiderare di essere diversa) ma lo stomaco manco morto. Ho dovuto mettere in pratica nel quotidiano e nelle piccole cose per poi riuscire a rapportare al resto. Il collegamento è venuto da solo.

Ora sicuramente sò che certe cose mi sono capitate e che se non fossero capitate ecc ecc ecc ma è poco funzionale perderci del tempo perchè il pensare alla possibilità di avere differenti opportunità è solo tempo perso, è solo un perdersi in qualcosa che non esiste e che mi dissangua e poi in fondo, in fondo in fondo diavolo.g: , con tutto il mio monte di difetti sono qui e ho sicuramente qualcosa di buono da fare. Sul dare per ora non sò ma anche pensare a quello è tempo e preziosa energia buttati a mucchio, no?

E' una cosa su cui mi state facendo riflettere voi ora (per cui grazie fiori.gif ) ma finchè mi sono sentita in credito col mondo mi sono incredibilmente riempita di debiti blink.gif aspettandomi che mi si dovesse chissà che cosa per fatti che semplicemente hanno disegnato la mia cartina personale. Dovrò ritornare sul discorso dell'orientamento ma bon, quella è un'altra storia icon_mrgr: e un altro mio difetto..puff puff che fatica :C:

RedWitch 28-10-2010 18.04.40

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91611)
............
Perchè ciò che siamo o che facciamo non basta a farci concentrare solo su noi stessi, al limite prendendo spunto , laddove è il caso dagli altri, senza esserne incastrati?
..........

Senza nulla togliere a tutti gli interventi che avete già fatto, vorrei tornare un attimo qui all'inizio. Il confronto secondo me è invitabile dato che viviamo in una società, e, cosa non da poco, noi non possiamo "vedere" noi stessi, intendo vederci completamente.. abbiamo per forza bisogno dell'altro che ci fa da specchio, dell'altro su cui proiettare cose, e tutto questo non è per forza negativo, perchè serve per conoscere noi stessi.

Il sentirsi in credito .. è una bella trappola, credo che ne abbiamo sofferto o ne soffriamo tutti in qualche modo, ed è un po' la stessa del sentirsi "speciali" (sensibili, sfortunati etc) ed è quella che non permette di muoversi perchè ci fa sentire un po'.. "calimero", mischiato e condito con la rabbia.

Poi c'è anche un'altra cosa.. siamo sicuri che la vita (o anche solo un aspetto della vita) delle persone con cui ci raffrontiamo sia migliore delle nostre?

Ray 28-10-2010 22.26.36

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91646)
Per fare un esempio concreto, riprendendo il topic sulla vergogna se dentro Edera fosse stato colato amore in giusta dose e qualità non si sarebbe sentita in credito per aver ricevuto un'attenzione non richiesta, questo cambierebbe qualcosa, Edera non sarebbe più Edera? No per quello che riesco a vedere sarebbe solo un'Edera migliore e avrebbe continuato ad entrare al supermercato fischiettando, non mi sembra molto,

Non ti sembra molto? strabuzza:


Certo, se dentro Edera fosse stato versato amore in giusta dose probabilmente l'episodio del supermercato non si sarebbe verificato, ma quella è un'altra Edera, non sei tu.
L'episodio si è verificato proprio perchè l'amore non è stato versato eccetera ed è un'enorme fortuna per TE, quella Edera che sei, perchè ti da l'opportunità di muoverti.
L'altra Edera, quella che immagini, non avrebbe avuto questa opportnuità... magari ne avrebbe avute altre.


Ragazzi, se fossimo perfetti non saremmo incarnati... il punto di vista dello spirito è che viene per qualche motivo, noi ci siamo perchè abbiamo qualcosa da fare, perchè abbiamo difetti, e questo esserci da la possibilità a NOI di fare qualcosa... una possibilità che non serve d altri che a noi, che altrimenti non avremmo.
Dovremmo gratitudine ai nostri difetti, ai nostri guai.
L'io è qualcosa la cui sorte interessa solo all'io in questione e a nessun altro. E c'è, si manifesta, perchè serve.

Vogliamo imparare ad amare la vita? Iniziamo ad amare i motivi per cui ce l'abbiamo a disposizione: i nostri difetti, le nostre sfighe... quelle che consideriamo tali ma tali non sono.

luke 28-10-2010 23.09.25

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 91649)
Poi c'è anche un'altra cosa.. siamo sicuri che la vita (o anche solo un aspetto della vita) delle persone con cui ci raffrontiamo sia migliore delle nostre?

Sul livello di vita altrui non mi pronuncio, posso avere qualche idea vaga, ma quel che penso è che con determinate situazioni di base diverse da quelle che ho avuto e più simili a quelle medie degli altri, la mia vita sarebbe stata migliore di come è stata finora, almeno a naso la vedo così, poi magari sarebbe andata in tutt'altro modo.

luke 28-10-2010 23.18.52

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 91652)
Non ti sembra molto? strabuzza:


Certo, se dentro Edera fosse stato versato amore in giusta dose probabilmente l'episodio del supermercato non si sarebbe verificato, ma quella è un'altra Edera, non sei tu.
L'episodio si è verificato proprio perchè l'amore non è stato versato eccetera ed è un'enorme fortuna per TE, quella Edera che sei, perchè ti da l'opportunità di muoverti.
L'altra Edera, quella che immagini, non avrebbe avuto questa opportnuità... magari ne avrebbe avute altre.


Ragazzi, se fossimo perfetti non saremmo incarnati... il punto di vista dello spirito è che viene per qualche motivo, noi ci siamo perchè abbiamo qualcosa da fare, perchè abbiamo difetti, e questo esserci da la possibilità a NOI di fare qualcosa... una possibilità che non serve d altri che a noi, che altrimenti non avremmo.
Dovremmo gratitudine ai nostri difetti, ai nostri guai.
L'io è qualcosa la cui sorte interessa solo all'io in questione e a nessun altro. E c'è, si manifesta, perchè serve.

Vogliamo imparare ad amare la vita? Iniziamo ad amare i motivi per cui ce l'abbiamo a disposizione: i nostri difetti, le nostre sfighe... quelle che consideriamo tali ma tali non sono.


Nei momenti in cui l'amarezza non ottenebra il mio cervelletto penso che la rabbia per certe mancanze che ritengo di aver avuto mi sia servita per migliorare in altri ambiti dove non sentivo le mani legate e quindi lì "gli ho dato sotto", come probabilmente non avrei fatto senza i difetti principali.

Poso anche arrivare a dire che , tolte le dolenti note, nel complesso sono una persona migliore di come probabilmente sarei stato senza le reazioni, lo spreco di tempo ed energie, causate dai motivi per cui faccio raffronti, magari non avrei mai scoperto Ermopoli e sarebbe stato un peccato icon_mrgr:.

Magari tra un pò sarò il primo a benedire e ringraziare per il fatto che le cose siano andate in un certo modo sinora, però qualcosa ancora mi manca troppo per riuscire ad accettarlo in modo definitivo.

Edera 29-10-2010 09.19.02

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 91652)
Vogliamo imparare ad amare la vita? Iniziamo ad amare i motivi per cui ce l'abbiamo a disposizione: i nostri difetti, le nostre sfighe... quelle che consideriamo tali ma tali non sono.

Tento di farlo, l'ho fatto ma a volte continuo ad arrabbiarmi come una biscia, magari un giorno accetterò tutta la mia esistenza senza riserve, lo spero.

dafne 29-10-2010 10.35.39

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91657)
magari un giorno accetterò tutta la mia esistenza senza riserve, lo spero.

Inizia con meno abbraccio: con una sf..ortuna alla volta, viene meglio.
Come assaggiare un piatto nuovo, prima lo annusi (forse icon_mrgr: ) poi lo osservi poi lo assaggi un pezzetto ecc...per i nostri difetti credo sia lo stesso, con la differenza che invece di un piatto di lasagne ci ritroviamo qualche miscuglio strano di erbe amare e frattaglie che non ci piacciono ma, aimè, ci servono. (tipo da bambini lo schifosissimo sciroppo per la tosse che non era mai del sapore giusto, presente? :H )

Il guaio è che il beneficio lo percepiamo sempre dopo.

Però ti assicuro che nel momento in cui riesci ad accettare parte di quello che ora ti fà soffrire è molto liberatorio. Non si tratta tanto di farselo piacere secondo me quanto di lasciare, banalmente, che esista e guardare altrove. Non sò se mi sono capita :@@ adesso che ho fatto la saputella con te vediamo se me lo ricordo per più di qualche giorno. diavolo.g:

Kael 29-10-2010 11.46.01

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91611)
Mi chiedevo il senso del raffrontarsi o confrontarsi con gli altri da cosa possa scaturire.

Vivendo in un mondo duale possiamo conoscere il meglio solo paragonandolo al peggio, la luce solo confrontandola col buio etc... Tutto ciò che conosciamo avviene tramite confronto, anche a livello inconscio senza che ce ne rendiamo conto, così sappiamo che il divano è morbido perchè paragonato al duro.

Fare confronti e paragoni è normale, del resto conosciamo la nostra immagine perchè ci siamo confrontati con lo specchio o con qualche altra superficie riflettente, oppure come fanno i ciechi confrontando quello che tocchiamo sul nostro volto con tutto quello che abbiamo toccato finora.

Questo però non dovrebbe diventare invidia o essere un motivo per commiserarsi, siamo tutti simili seppur diversi, tutti con le nostre forze e le nostre debolezze, chi più chi meno. Spesso, ciò che invidiamo sono cose superficiali e non cose profonde, questo dovrebbe far riflettere... Per non dire che quasi sempre ci confrontiamo con delle immagini mentali troppo perfette o comunque troppo distanti da quello che siamo, da qui la sofferenza per qualcosa che non esiste.

Edera 29-10-2010 12.09.25

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 91663)
Spesso, ciò che invidiamo sono cose superficiali e non cose profonde, questo dovrebbe far riflettere... Per non dire che quasi sempre ci confrontiamo con delle immagini mentali troppo perfette o comunque troppo distanti da quello che siamo, da qui la sofferenza per qualcosa che non esiste.

In genere la sofferenza mi arriva nel confronto con persone che ai miei occhi sono state emotivamente accudite in modo sano, che hanno ricevuto amore nella giusta dose (nè troppo, nè troppo poco)mai per qualcosa di superficiale che troverei più semplice da gestire.
Ho imparato a distinguerle, non ce ne sono molte... da quello che sono riuscita a osservare molte o sono come me cioè gli è mancato il calore oppure sono state sommerse da un calore fittizio, materiale che comunque ha provocato i suoi danni. Ma i pochi che hanno ricevuto amore di qualità sono equilibrati, sicuri di sè, sanno chiedere scusa ma anche rimanere fermi quando sono nel giusto, non sono troppo rigidi con gli altri, nè con se stessi, non sono finti-umili o prepotenti, sono insomma vicini a quella via di mezzo che mi sembra saggia e sana per condurre un'esistenza degna e affrontare le prove della vita in modo positivo, si accettano senza bisogno dell'approvazione altrui. E' così che vorrei essere, è lì che mi nasce il rancore e mi dico: se anch'io all'epoca..ecc ecc, insomma è una vera e propria buca che mi porta via l'energia , nel confronto mi sento cadere, sento il famoso freddo che mi invade, come se andasse ogni volta a stimolare le zone buie.
E' vero però che spesso ci facciamo delle idee sugli altri completamente frutto della nostra mente e ci creiamo un sacco di dolore inutile, inesistente.

luke 29-10-2010 12.33.29

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91664)
In genere la sofferenza mi arriva nel confronto con persone che ai miei occhi sono state emotivamente accudite in modo sano, che hanno ricevuto amore nella giusta dose (nè troppo, nè troppo poco)mai per qualcosa di superficiale che troverei più semplice da gestire.
Ho imparato a distinguerle, non ce ne sono molte... da quello che sono riuscita a osservare molte o sono come me cioè gli è mancato il calore oppure sono state sommerse da un calore fittizio, materiale che comunque ha provocato i suoi danni. Ma i pochi che hanno ricevuto amore di qualità sono equilibrati, sicuri di sè, sanno chiedere scusa ma anche rimanere fermi quando sono nel giusto, non sono troppo rigidi con gli altri, nè con se stessi, non sono finti-umili o prepotenti, sono insomma vicini a quella via di mezzo che mi sembra saggia e sana per condurre un'esistenza degna e affrontare le prove della vita in modo positivo, si accettano senza bisogno dell'approvazione altrui. E' così che vorrei essere, è lì che mi nasce il rancore e mi dico: se anch'io all'epoca..ecc ecc, insomma è una vera e propria buca che mi porta via l'energia , nel confronto mi sento cadere, sento il famoso freddo che mi invade, come se andasse ogni volta a stimolare le zone buie.
E' vero però che spesso ci facciamo delle idee sugli altri completamente frutto della nostra mente e ci creiamo un sacco di dolore inutile, inesistente.

Sostanzalmente le mie "lagnanze" ricalcano gli stessi aspetti, uniti ad una educazione a mio avviso troppo rigida e soffocante, tesa di più a lasciare tranquilli i genitori col figlio a catena piuttosto che a permettere al figlio stesso di avere le sue libertà e anche su quest ultimo aspetto le differenze di base con la maggior parte delle persone che ho visto sono evidenti.

E' l'unico aspetto su cui da sempre faccio raffronti con le situazioni altrui, che probabilmente mi servono da parametro, da punto di riferimento per quello che presumo sia il vero raffronto che è con il me stesso che sarei voluto essere.

Poi è ovvio che egli aspetti positivi portati da questa situazione ci sono, alcuni ne ho accennati prima, ci può essere anche l'energia rabbiosa che ti spinge a tenere aperta una fase esistenziale, ma alla lunga se non si trovano le situazioni per costruire si rischia di avere una rabbia distruttiva, e comunque gli eventuali aspetti positivi avuti sinora sono, a mio avviso, troppo pochi rispetto ai negativi, c'è troppo squilibrio tra dare e avere e non c'è molto tempo prima di dover chiudere il bilancio, se non arriva qualche "contributo ambientale" sostanzioso per pareggiare il tutto, i conti non mi tornano.

Kael 29-10-2010 13.00.46

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91664)
E' vero però che spesso ci facciamo delle idee sugli altri completamente frutto della nostra mente e ci creiamo un sacco di dolore inutile, inesistente.

A dire il vero io mi riferivo soprattutto a immagini mentali su noi stessi, tipo a come saremmo ora se avessimo avuto un'infanzia diversa o se quella o quell'altra volta avessimo agito diversamente, etc.. Quella non è la realtà, magari è la realtà di altri ma non è la nostra. Nella nostra realtà noi siamo esattamente quello che siamo.
Ci credo che è un buco che risucchia energie, "basterebbe" (virgoletto perchè tra il dire e il fare...) abbandonare quell'immagine perchè con questa nostra realtà non c'entra niente, non potremmo mai avere un'infanzia diversa da quella che abbiamo avuto, e quindi ogni sforzo o pensiero in questo senso si perde nel nulla...

Edera 29-10-2010 14.01.36

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 91668)
A dire il vero io mi riferivo soprattutto a immagini mentali su noi stessi, .

Scusa avevo inteso male, pensavo ti riferissi alle immagini fuorvianti che ci facciamo degli altri.
Dovrei sì, a riuscire ad uccidere dentro di me l'immagine di un' Edera vissuta in un contesto ambientale diverso, cambierebbe tutto. Per quanto ci provi, continua a tornare a galla.. L'impedimento più grosso è la sensazione che variando il contesto di nascita rimarrei sempre la stessa ma razionalmente capisco che non è possibile.

Sole 29-10-2010 15.22.15

Sono pienamente d'accordo con Ray, se il piatto fosse stato pronto, non ci sarebbe la possibilità di evolvere, non ci sarebbe nessuna volontà e nessun discorso da fare. L'avere avuto certe esperienze fa si che ci si rafforzi per poter camminare soli. Se ci si vuole sconfortare peggio basta pensare che si ripete all'infinito finchè non si risolve, tanto vale smettere di recriminare e muoversi :H

Comunque senza voler banalizzare ma riportare il discorso ad una quotidianità sarebbe da considerare un paio di aspetti:
l'isolamento in cui ci si sente rispetto al sociale
il bisogno di riconoscersi nella società da ci si isola.

Se ci si sente diversi non ci si riconosce negli interessi e nelle cose che normalmente fanno gli altri ma allo stesso tempo ne vorremmo far parte e vorremmo essere accettati senza dovere scendere a compromessi. Da qui penso che provenga il conflitto tra ciò che siamo e come vorremmo essere rispetto a ciò che vediamo essere gli altri.
Contorto?

luke 29-10-2010 16.43.12

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 91681)
Comunque senza voler banalizzare ma riportare il discorso ad una quotidianità sarebbe da considerare un paio di aspetti:
l'isolamento in cui ci si sente rispetto al sociale
il bisogno di riconoscersi nella società da ci si isola.

Se ci si sente diversi non ci si riconosce negli interessi e nelle cose che normalmente fanno gli altri ma allo stesso tempo ne vorremmo far parte e vorremmo essere accettati senza dovere scendere a compromessi. Da qui penso che provenga il conflitto tra ciò che siamo e come vorremmo essere rispetto a ciò che vediamo essere gli altri.
Contorto?

Sicuramente il desiderio, più o meno evidente, di riconoscersi e sentirsi integrato nella società una parte di me l'ha avuto, e credo che sia una cosa normal e per un ragazzo.
C'era però anche una parte che non apprezzava molto ci che vedeva nella società e aveva voglia di essere altro, il problema è che quest'ultima parte soprattutto non ha avuto campo libero e quindi la sensazione è di essere rimasti in una terra di mezzo nella quale integrazione con gli altri vera non c'è mai stata, c'è stata molta interiorità che però adesso vorrebbe essere portata su un piano più concreto e pratico, cosa che a mio avviso sarebbe stato possibile senza le mancanze avute.

Invece così reclama la parte "estroversa"che avrebbe voluto il semplice inserimento nella società, reclama ancora più forte la parte mistico/introversa" che avrebbe voluto altro, e messe insieme fanno un bel baccano ($)

Edera 01-12-2010 16.29.29

Ieri sera sono andata a cena a casa del mio ragazzo. Per la prima volta facendo degli inevitabili raffronti credo di essermi sentita davvero contenta per essere nata nell'ambiente dove sono nata per quanto abbastanza 'selvaggio', per quanti problemi alla fine mi abbia dato.
Non che prima vedessi solo nero a riguardo ma avevo tanta rabbia verso gli eventi, le persone della mia vita, rabbia che nasceva dalla consapevolezza che tante difficoltà del mio presente dipendevano o dipendono da loro.
Non dico che la mia famiglia sia meglio o peggio, dico solo che essere nata dove sono nata mi ha dato la possibilità di essere quello che sono nel male e nel bene, sopprattutto mi ha dato la possibilità di poter trovare e cercare me stessa. Sono arrivata alla conclusione che tra non avere troppa attenzione e accudimento emotivo ed averne troppa e soffocante è meglio la prima, almeno ti da la possibilità di imparare a nuotare, o meglio due sono le cose nei casi come il mio: o impari a nuotare o affoghi.
Dentro di me ho già deciso che non voglio avere niente a che fare con questa famiglia, nè con le loro proprietà, per me sarebbero solo prigioni, dorate ma prigioni, in cui morirei lentamente nel tentativo di indossare un abito che non può andarmi bene.
Rimane lui ed è un bel problema perchè mi sono resa conto di non poter aiutarlo in nessun modo tanti e tali sono i legacci interiori che lo tengono amalgamato ai suoi genitori.

luke 01-12-2010 16.59.58

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 93614)
Non dico che la mia famiglia sia meglio o peggio, dico solo che essere nata dove sono nata mi ha dato la possibilità di essere quello che sono nel male e nel bene, sopprattutto mi ha dato la possibilità di poter trovare e cercare me stessa. Sono arrivata alla conclusione che tra non avere troppa attenzione e accudimento emotivo ed averne troppa e soffocante è meglio la prima, almeno ti da la possibilità di imparare a nuotare, o meglio due sono le cose nei casi come il mio: o impari a nuotare o affoghi.

Per quel che mi ha mostrato la vita sinora devo darti ragione.
Io mi trovo in una situazione opposta alla tua, in cui ho avuto troppe attenzioni (o i miei hanno preteso troppe attenzioni e troppo controllo) e so a cosa si va in contro man mano che cresci.

Ti direi di dare un minimo di credito al tuo ragazzo, visto che le situazioni di esclusione a prescindere non sono mai simpatiche da subire, ma mi sembra che tu lo abbia già fatto, visto che state insieme.
Poi dovrebbe essere lui a dimostrare di sfruttare l'occasione avuta, o almeno provarci, io perlomeno farei così.

Edera 01-12-2010 17.16.39

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 93618)
Ti direi di dare un minimo di credito al tuo ragazzo, visto che le situazioni di esclusione a prescindere non sono mai simpatiche da subire, ma mi sembra che tu lo abbia già fatto, visto che state insieme.
Poi dovrebbe essere lui a dimostrare di sfruttare l'occasione avuta, o almeno provarci, io perlomeno farei così.

Purtroppo Luke non credo sia questione di dargli credito, sapessi quante volte ho chiuso gli occhi fin'ora perchè mi faceva male prendere consapevolezza della cosa (anche se in realtà me ne sono accorta ancora parecchi mesi fa)... Li ho chiusi in tutti i modi... Contando che poi sono del tutto incapace di gestire le separazioni e di prendermi la responsabilità di far soffrire qualcuno (atroce questa cosa si cerca sempre di dare la colpa a qualcos'altro), ti lascio immaginare quante volte mi sono autoconvinta che la cosa cambierà.
Magari tu sei in una situazione simile ma hai consapevolezza del problema, sei qui, stai cercando e questa è una grossa differenza per me.


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