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diamantea 11-12-2010 21.08.32

Genio ed evoluzione di un'idea geniale
 
Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 93893)
I geni di nascita sono costretti a focalizzarsi su una cosa sola, il risultato è per gli altri, mai per loro stessi che di solito fanno una vita magra.
Il genio per evoluzione è sempre poliedrico e gode in sinergia con gli altri rendendo di più in entrambi i settori (godimento altrui e proprio).

Posto qui ma se non va bene lo sposti in una sezione più adeguata.
Cito questa tua frase perchè mi sembra che tu distingua due tipologie di geni, uno per nascita ed uno per evoluzione.

Mi sembra da quanto dici che il primo abbia delle doti particolari, costretto a dare fondo alla sua genialità, come una missione o una forza irrefrenabile, ma non rappresenterebbe una ricchezza per se stesso ma quasi un limite, un non poter fare altro oltre il suo genio, ha una pulsione forte ma non ne può nemmeno godere.
E' un servizio per l'umanità ma non per se stesso che conduce spesso vita magra.
Gli viene naturale in quanto una dote di nascita, quindi non proviene da una ricerca, una preparazione, una conquista.
Lui sembra non goderne perchè è qualcosa che quasi non proviene da lui, dalla sua ricerca, è solo un esecutore di ciò che è stato programmato per fare.
Egli crea indipendentemente della partecipazione di altri.

Il secondo invece sviluppa il suo genio nel tempo, man mano che si sperimenta attraverso gli altri, ha delle doti che sviluppa con la ricerca, lo studio; la sua è una conquista che da frutti per se e per gli altri, egli ne gode sul momento in sinergia con gli altri, forse perchè si evolve con la partecipazione di altri?

Il genio creativo mi ha sempre destato curiosità, mi sono sempre chiesta da dove pescano le idee, il contenuto delle loro opere.

Alla luce di quanto tu abbia messo in rilievo mi chiedo a livello di consapevolezza se ci sia una differenza tra le due tipologie di geni, se esiste un contatto diverso con la coscienza di ciò che si sta facendo, realizzando, se cambia qualcosa di sostanziale a livello di interiorità o di spiritualità fra i due tipi.
Mi piacerebbe anche fare un esempio dei due tipi che li distingue.

Ho letto una cosa interessante di Schopenhauer sui geni. Egli afferma che il genio è colui che si è elevato al di sopra della volontà e della individualità, diventando puro soggetto della conoscenza. Solo il genio è in grado di raggiungere l'idea, la quale può essere comunicata indirettamente solo attraverso le opere, le quali comunicano il suo contenuto a ognuno in base alla propria capacità intellettiva.

Uno 12-12-2010 14.56.01

Un genio che nasce tale in un determinato campo ha l'essere fortemente orientato e focalizzato in quel settore, in sostanza vive in un mondo a se.
In quel campo può dare dei risultati incredibili e godibili da tutti anche se non sempre completamente fruibili da tutti al 100%.
Sono risultati talmente sofisticati che spesso occorre una qualche tipo di preparazione per il godimento che si avvicini ai massimi livelli.

Poi c'è chi nasce con una buona struttura che lo rende potenzialmente genio in tutto, in pratica fa ai massimi livelli quello che chiunque può fare, cioè concentrarsi su una cosa per farla bene. Anche se ci sono sfumature creative che sono al di là del "fare".
Questo tipo di genio, che ho definito poliedrico, probabilmente non raggiunge i risultati di quell'altro tipo di genio (che chiameremo monotematico) perchè comunque non dedica la sua intera esistenza ad un campo solo, ma i risultati possono essere più fruibili per gli altri oltre che per se stesso.
In pratica il primo tipo di genio ha una pulsione nel creare fine a se stessa, non può fare altro, se ne frega di quello che pensano gli altri e per questo può trarre un godimento minimo (se c'è) dall'apprezzamento altrui.
Il genio del secondo tipo in un certo senso risolve problemi anche se si occupa di cose astratte e/o artistiche, è di conseguenza più vicino alle persone ed entra più in empatia con loro.
Nel genio poliedrico è presente anche il genio monotematico anche se non manifesto... possiamo dire che il poliedrico è una evoluzione del monotematico anche se a prima vista potrebbe non sembrare.

Non ho finito, ma vi lascio intanto pensare a personaggi conosciuti più o meno famosi.

diamantea 13-12-2010 17.25.50

Un genio poliedrico mi sembra Bill Gates, con la sua idea geniale gode e insieme ad altri e non si occupa solo di questa idea.

Dei geni monotematici c'è ne sono tanti, a partire dagli inventori, scienziati, ai pittori, scultori, musicisti...

Ci sono geni che hanno un'idea che poi avrà una sua continua evoluzione nel tempo, portata avanti da altri, altre idee o scoperte che invece trovano una sua completezza con il suo inventore e per molti anni resta insuperabile.

Ad esempio Bach fu un genio nella composizione delle Fughe, egli completò l'opera al punto a distanza di più di due secoli dalla sua morte non è stato possibile aggiungere nulla alla struttura della Fuga ma solo le variazione sul tema.
La struttura complessa denota simboli esoterici, una conoscenza di qualcosa che va oltre la composizione melodica; è una completezza, come un'opera compiuta.
Ma egli era pure un uomo che curava i suoi affari, vendeva al miglior offerente. Sembra un uomo molto consapevole della sua Opera, egli Sa cosa andrà a fare.

Altri geni musicali si pensa soffrissero di alcune forme di autismo come Mozarth, mentre altri facevano uso di droghe per mettersi in contatto con le entità ispiratrici come Scriabin.

Ma anche ora si fa uso di riti magici per accellerare il processo di elevazione per raggiungere quella dimensione di genialità che a torto o a ragione si pensa di non poter raggiungere altrimenti.

Chi può avvicinarsi a loro? Persone preparate come loro ma non credo che basti solo questo, credo sia anche una questione di vibrazioni emanate da ciò che sta alla base dell'idea stessa, chiunque si avvicini a quell'idea attraverso il suo inventore sente quelle vibrazioni e le sostiene solo se è predisposto a farlo.

diamantea 13-12-2010 23.28.26

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 94115)
Nel genio poliedrico è presente anche il genio monotematico anche se non manifesto... possiamo dire che il poliedrico è una evoluzione del monotematico anche se a prima vista potrebbe non sembrare.


Ecco, questo è proprio ciò che in automatico io penserei.

Provando a rifletterci, direi che il poliedrico utilizza forze in campo per snellirgli il lavoro e poter allargare il proprio campo di genio verso altri obiettivi e creare di più e in altri ambiti.
In una vita fruttare più idee geniali che una sola potendo usare altre energie che servono da preparazione alla creazione.

Senza contare che chi vi si accosta per realizzare un'idea geniale usufruisce di quella vibrazione, di quella luce che illumina il loro essere dando la possibilità di elevarsi anch'essi, di produrre a loro volta altre idee se non geniali ma quasi, aumentando la vibrazione energetica di un numero di persone più ampio nel pianeta.

Almeno questo è quello che immagino...

Ray 14-12-2010 01.34.19

Un genio monotematico potrebbe essere Einstein, che appunto non considero un genio a tutti gli effetti, le sue incapacità relazionali lo hanno portato a godere poco con gli altri, mentre uno poliedrico potrebbe essere Leonardo.
Anche Dante lo considero un genio poliedrico... è vero che ci ha lasciato una somma opera di poesia, ma era geniale in tutti i campi e la Divina Commedia richiede un grado di conoscenza omnicomprensivo.

diamantea 15-12-2010 15.59.08

Riflettevo su Pavarotti, non era un genio eppure ha avuto un'idea geniale, quella di cantare con cantanti di musica leggera, rock.
Il suo è stato un modo per far conoscere ai giovani e comunque ad un pubblico più vasto il genere lirico che non a tutti piace e non tutti riescono ad apprezzare.
Sul finire della sua vita è stato poliedrico.

Ho visto anche mio figlio maggiore ascoltare questi mix volentieri, mentre solo la voce lirica non la regge, per lui è solo urlante.

Edera 15-12-2010 16.44.42

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94246)
Ho visto anche mio figlio maggiore ascoltare questi mix volentieri, mentre solo la voce lirica non la regge, per lui è solo urlante.

Anch'io anni fa della lirica non riuscivo ad apprezzare nulla, mi sembrava obsoleta poi quando Pavarotti cantò 'Miss Sarajevo' con gli U2 iniziai ad ascoltare questi mix volentieri, ultimamente invece ci sono dei pezzi solo lirici che mi commuovono ma è un' Ederanovità del 2010.

Come genio monotematico il primo che mi viene in mente è Van Gogh, le sue tele secondo me sono frutto di una visione oltre le capacità di vista comuni per quello i soggetti sembrano sempre nel punto di sfarsi, forse percepiva uno stato di pre-materia o una cosa simile. Uno contemporaneo invece anche se i classicisti non sono d'accordo potrebbe essere Giovanni Allevi, ho letto la sua biografia e vive una sua dimensione, è sempre per aria tanto che non viaggia mai in auto ma in treno e spesso sbaglia ad aprire la porta perchè tira nel senso contrario... Dice che la 'musica' lo viene a trovare come una strega capricciosa, una sorta di invasamento, di possessione che arriva da fuori. Non si droga o altro, tutti punti a suo favoreicon_mrgr: Ha avuto l'idea di rendere 'commerciale' il pianoforte conquistando pubblico di tutte le età, alcuni dicono che in questo modo sia stato declassato io invece credo che una qualsiasi cosa quando inizia ad essere fruibile a un campione di persone molto vasto è perchè dietro c'è un'intuizione ' geniale'.

Tra i poliedrici come dice Ray in assoluto Leonardo..

diamantea 17-12-2010 21.13.48

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 94248)
quando Pavarotti cantò 'Miss Sarajevo' con gli U2 iniziai ad ascoltare questi mix volentieri,

Mi sembra che in casi come questo è la presenza del Maestro o genio che da valore, risonanza più ampia rispetto il monotematico. E' la sua presenza ad attirare l'attenzione, a far rivalutare qualcosa che altrimenti sarebbe passata inosservata da molti, come avviene con il genio monotematico, capito solo dai suoi simili, studiato a lungo prima di poter mettere a frutto i suoi insegnamenti.

In un certo senso il poliedrico è più fruibile e contribuisce a far divulgare la conoscenza più rapidamente ad una massa che altrimenti avrebbe bisogno anche di molte vite.

Sole 18-12-2010 00.27.13

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94370)
Mi sembra che in casi come questo è la presenza del Maestro o genio che da valore, risonanza più ampia rispetto il monotematico. E' la sua presenza ad attirare l'attenzione, a far rivalutare qualcosa che altrimenti sarebbe passata inosservata da molti, come avviene con il genio monotematico, capito solo dai suoi simili, studiato a lungo prima di poter mettere a frutto i suoi insegnamenti.

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Scusa non riesco a capire il riferimento al quote che citi di Edera. Perchè in quel caso, nel caso del quote, non era Pavarotti ad attirare l'attenzione. Ma siccome lo dici anche tu più sopra non mi torna con quello che leggo adesso. Riferendoti al quote che vuoi dire?

Sole 18-12-2010 00.38.00

Tra i monotematici metterei senza esitare Mozart. Di lui mi ha sempre colpito la grandezza del suo genio, le sue doti erano magnifiche. capace di comporre più opere di quanto un uomo potrebbe in 100 anni morendo giovanissimo. Tutte senza mai correggere un errore, senza mai copiare una bella copia.
Lui si è limitato a sviluppare pienamente la sua dote musicale grazie anche al padre ma se avesse avuto l'occasione avrebbe potuto secondo me diventare anche un matematico, essendo la musica e la matematica non così lontane, ampiando così il suo campo ed evolvendo il suo genio.

Un poliedrico fù Pitagora.

diamantea 18-12-2010 10.47.40

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 94373)
Scusa non riesco a capire il riferimento al quote che citi di Edera. Perchè in quel caso, nel caso del quote, non era Pavarotti ad attirare l'attenzione. Ma siccome lo dici anche tu più sopra non mi torna con quello che leggo adesso. Riferendoti al quote che vuoi dire?

Mi riferisco all'idea geniale di Pavarotti che volendo raggiungere la massa per divulgare un genere musicale non molto apprezzato soprattutto dai giovani ha pensato di mescolare due generi diversi.
Lo scopo lo ha di fatto ottenuto perchè i giovani hanno imparato ad apprezzare la lirica a piccole dosi come è successo ad Edera ad esempio.

Se Bono improvvisamente avesse cantato da solo l'Ave Maria non avrebbe certo sortito interesse verso Schubert, ma la presenza e la voce del Maestro attira la curiosità a sentire magari per intero in altro momento la versione originale.

In questo caso il cantante attira la massa ma è la vibrazione di Pavarotti che oltre ad essere un cantante è pure un Maestro nel suo campo a dare bellezza e valore all'evento a far rivalutare qualcosa che altrimenti sarebbe passata inosservata da molti.

Ray 18-12-2010 10.51.31

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94387)
Mi riferisco all'idea geniale di Pavarotti che volendo raggiungere la massa per divulgare un genere musicale non molto apprezzato soprattutto dai giovani ha pensato di mescolare due generi diversi.

Non è un'idea geniale, è solo una buona idea commerciale. Migliaia di persone ne hanno mille al giorno di queste. Per idea geniale ci vuole qualcosina in più.

diamantea 18-12-2010 11.08.07

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94389)
Non è un'idea geniale, è solo una buona idea commerciale. Migliaia di persone ne hanno mille al giorno di queste. Per idea geniale ci vuole qualcosina in più.

Non sono d'accordo sul commerciale, magari sul geniale non insisto.
Che poi dall'idea arrivano pure soldi è una conseguenza anche positiva.

Quello che passa dalle vibrazioni delle corde vocali di un cantante Maestro è molto di più di un semplice businness...

Dentro il nostro apparato fonico e respiratorio "come è in basso così è in alto", a quel livello è espresso al massimo e senza sforzo, se si è pronti a ricevere le vibrazioni arrivano anche se non lo sappiamo.

Questo può spiegare la commozione di Ederanovità 2010.

Ray 18-12-2010 13.13.33

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94392)
Non sono d'accordo sul commerciale, magari sul geniale non insisto.
Che poi dall'idea arrivano pure soldi è una conseguenza anche positiva.

Quello che passa dalle vibrazioni delle corde vocali di un cantante Maestro è molto di più di un semplice businness...

Dentro il nostro apparato fonico e respiratorio "come è in basso così è in alto", a quel livello è espresso al massimo e senza sforzo, se si è pronti a ricevere le vibrazioni arrivano anche se non lo sappiamo.

Questo può spiegare la commozione di Ederanovità 2010.

Commerciale non vuol mica dire negativa. Ho detto commerciale perchè mi sembra che il maggior risvolto della cosa sia quello e ritengo che il fattore commerciale sia stato uno dei principali motori dell'idea. Che poi questo abbia portato cultura alle masse e che ci fosse anche questa intenzione non dubito... d'altra parte una buona idea è anche un'idea realizzabile e non serve solo averla ma si deve appunto anche fare (allora si che si materializza).

Tornando al concetto di idea geniale, io penso che per poter connotare un'idea in questo modo ci debbano essere i caratteri della novità, tra le altre cose. Cioè, per quanto tutte le idee prendano da idee e cose che già esistono, perchè sia geniale ci vuole qualcosa di veramente nuovo.

Secondo voi per un'idea geniale ci vuole per forza un genio?

diamantea 18-12-2010 15.20.12

Pensando a Mozarth e a tutti i geni musicisti, mi chiedevo se lui i compositori sono solo geni mototematici o sono anche poliedrici. Mi piacerebbe capire meglio questa differenza, dove sta il confine.

Ad esempio è vero che Mozarth era monotematico in quanto si occupava solo di musica, ma egli componeva non solo per uno strumento ma anche per orchestra e poi voci e teatro. Aveva nella mente diversi strumenti, diverse voci, diversi personaggi che poi realizzava in sinergia con altri, li scriveva su misura dei talentuosi che potevano realizzare la sua idea musicale.
Si potrebbe dire per questo che fosse anche poliedrico?
Oppure per poliedrico si intende campi diversi fra loro?

I pittori, o gli inventori ad esempio mi sembrano più monotematici.

Ray 18-12-2010 15.50.22

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94402)
Pensando a Mozarth e a tutti i geni musicisti, mi chiedevo se lui i compositori sono solo geni mototematici o sono anche poliedrici. Mi piacerebbe capire meglio questa differenza, dove sta il confine.

Ad esempio è vero che Mozarth era monotematico in quanto si occupava solo di musica, ma egli componeva non solo per uno strumento ma anche per orchestra e poi voci e teatro. Aveva nella mente diversi strumenti, diverse voci, diversi personaggi che poi realizzava in sinergia con altri, li scriveva su misura dei talentuosi che potevano realizzare la sua idea musicale.
Si potrebbe dire per questo che fosse anche poliedrico?
Oppure per poliedrico si intende campi diversi fra loro?

I pittori, o gli inventori ad esempio mi sembrano più monotematici.

Mozart penso anch'io fosse davvero un genio, ma lo ritengo monotematico. Come dici tu si occupava di musica e basta... non che sia un campo ristretto, ma è un campo solo, indipendentemente da quanto poi lo si voglia restringere ulteriorimente (solo violino ecc.).
Un genio poliedrico è un Genio... non è limitato dai campi di applicazione. Potenzialmente sa tutto e può occuparsi di tutto genialmente. Uno di essi era Bernardo di Chiaravalle per come la vedo io.

In ogni caso possiamo riflettere meglio su sta cosa dei campi di genialità. Come dicevamo la musica è un campo che può venir ristretto a piacere, ma se lo allarghiamo che succede? Se uno volesse davvero approfondire al massimo tutto ciò che riguarda la musica che accadrebbe?
Come avete già parzialmente visto si finirebbe in altri campi... la matematica ad esempio, ma anche l'arte del liutaio e da questa a quella dell'intarsio e così via... insomma si finirebbe nella poliedricità.
Per questo il genio monotematico è il passo precedente a quello poliedrico e quest ultimo comprende il primo.

Sole 18-12-2010 16.03.04

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94387)

In questo caso il cantante attira la massa ma è la vibrazione di Pavarotti che oltre ad essere un cantante è pure un Maestro nel suo campo a dare bellezza e valore all'evento a far rivalutare qualcosa che altrimenti sarebbe passata inosservata da molti.

A dire il vero io penso il contrario. Se non ci fossero stati nomi come U2, Zucchero, Bob Dylan, Cranberries, Sting, un redivivo Lou Reed tra i più comercialmente noti il successo non ci sarebbe stato. Se si unissero anche oggi solo questi cantanti senza di lui sarebbe un concerto dove si farebbero file di giorni per poter avere un biglietto.
"Miss Sarajevo"per me è una canzone disarmante sia per la storia che racconta che il come è nata e non l'ha scritta Pavarotti, l'ha solo interpretata ma anche senza di lui ha la stessa potenza affermativa.
Non sto dicendo che Pavarotti non era niente, sto dicendo che ha avuto una buona idea ma non era lui ad attirare ma il contrario.
________

per rispondere a Ray, no per un'idea geniale non ci vuole un genio, ci vuole un colpo di genio.

webetina 18-12-2010 16.15.40

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 94408)
.... Se non ci fossero stati nomi come U2, Zucchero, Bob Dylan, Cranberries, Sting, un redivivo Lou Reed tra i più comercialmente noti il successo non ci sarebbe stato.

Certo Pavarotti ha infatti sfruttato la notorietà dei cantanti per far conoscere alla massa una parte della musica che è apprezzata da pochi oggi.

diamantea 18-12-2010 16.21.04

Sole, Pavarotti non ha scritto nulla di importante, non è un autore è un cantante interprete fra i più grandi nel mondo.

Ripeto se oggi questi grandi gruppi cantassero pezzi d'opera avrebbero successo sul momento perchè i fans ascoltano qualsiasi cosa solo perchè l'ha cantata tizio ma poi non credo che si andrebbero ad ascoltare gli originali.
Lo scopo secondo me poteva essere quello di riportare all'ascolto della musica classica attraverso la magia della sua voce, educare all'ascolto.

A me è successo di scoprire un pezzo d'autore attraverso la musica rifatta per una pubblicità o altro e poi vado a ricercarmela in originale che è tutto un altro pianeta salvo poi non ascoltarla più se diventata ormai commerciale che toglie il valore artistico del pezzo.

Anche Luzzati ha disegnato i fumetti su pezzi d'opera invitanto all'ascolto dell'originale, magari non era quello il suo intento principale ma l'effetto potrebbe essere quello.

E' un modo per non far morire la Cultura nel Paese.

Io la vedo così.
Nel video di Bono e Pavarotti, Bono mi è sembrato alquanto emozionato di stare accanto al Maestro, così come tutti gli altri cantanti e gruppi.

Sole 18-12-2010 16.29.12

Dai non volevo e non voglio entrare in polemica con questa cosa saremmo fuori tema anche perchè il "Pavarotti & Friends" non nasceva per avvicinare la gente, o massa come volete, alla lirica, ma per raccogliere fondi per i bambini di non so quale paese, per cui l'idea era diversa.
Semmai ne parliamo altrove, qui continuiamo con il genio.

diamantea 18-12-2010 20.59.21

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94404)
Uno di essi era Bernardo di Chiaravalle per come la vedo io.

Ho letto la sua storia, è diventato un santo.
Mi sembra che avesse qualità di incorruttibilità e purezza.
Penso che personaggi come lui e Sant'Agostino, San Francesco, ma pure Leonardo da Vinci, Galileo ed altri fossero anche illuminati.

Mi chiedevo se il genio possiede qualità di incorruttibilità e purezza di cui parlava Uno.

nikelise 18-12-2010 21.11.41

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94423)
Mi chiedevo se il genio possiede qualità di incorruttibilità e purezza di cui parlava Uno.

No , perche' pensa Picasso , Tolstoy ed altri :100 donne e 100 figli .
Il genio ha un tocco divino ed un tocco diabolico .
Sicuramente quello monotematico ma anche il poliedrico non deve passare per l'incorruttibilita'.
Quella e' la caratteristica dei mistici piuttosto ...altri matti .

Ray 18-12-2010 21.36.08

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94423)
Ho letto la sua storia, è diventato un santo.
Mi sembra che avesse qualità di incorruttibilità e purezza.
Penso che personaggi come lui e Sant'Agostino, San Francesco, ma pure Leonardo da Vinci, Galileo ed altri fossero anche illuminati.

Mi chiedevo se il genio possiede qualità di incorruttibilità e purezza di cui parlava Uno.

Si, santo è più di genio.

Se ci rifacciamo alla nomenclatura classica dell'esoterismo occidentale Genio corrisponde all'uomo5 di Gurdy (Santo - uomo6). In questo caso, di quelli che hai citato, ho dubbi su Galileo. Illuminati, tra quelli che hai detto, punterei su Bernardo ma non su nessuno degli altri... poi magari perdo la scommessa.
Il Genio-uomo5 è tutt'uno... penso sia corruttibile, ma nel caso perde lo status.

diamantea 23-12-2010 22.20.05

Mi piacerebbe riprendere la discussione e collegarla con il discorso sulll'inerzia, cioè dall'idea geniale all'energia che occorre per svilupparla.

Penso anche che per un'idea geniale ci vuole un colpo di genio senza essere necessariamente un genio.
Una persona qualsiasi può essere colpita dall'energia dell'idea geniale come da un colpo di fulmine, essere investiti da un'energia che arriva da dove?

Il genio in se dovrebbe avere anche l'intuizione di dove trovare l'energia per sviluppare l'idea.
Se non è un genio? Come fa a capire che la sua idea è geniale?
Oppure il fatto stesso di aver avuto l'idea geniale già contiene anche il kit per poterla sviluppare? Oppure ci sono tante idee che potrebbero essere geniali ma non trovando l'energia per essere sviluppate restano in embrione, solo idee che forse un giorno pescherà un altro con il kit necessario?

Io immagino l'Universo contenga tutto ciò che l'uomo deve sviluppare. Esso potrebbe presentarsi all'uomo come un contenitore di idee, che può pescare, ma pesca solo quello che è in grado di contenere o sviluppare; a volte può capitare una pallina più grande, avere la possibilità di allargare il campo oppure ributtarla nel contenitore e qualcun altro la pescherà prima o poi.

Ho avuto la sensazione di una buona idea, originale, eppure averla lasciata, perchè non ci ho creduto o non avevo le risorse per portarla avanti, poi vederla realizzare da altri.

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Leonardo da Vinci mi sembra un genio poliedrico.

Kael 23-12-2010 23.06.24

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94682)
Mi piacerebbe riprendere la discussione e collegarla con il discorso sulll'inerzia, cioè dall'idea geniale all'energia che occorre per svilupparla.

Il genio di nascita "semplicemente" non ha obiettivi, è talmente preso da quello che ha dentro, un vulcano in continua eruzione, che appena sfornata una cosa sublime la dà via al primo che passa perchè è già concentrato sulla prossima e quella gli è solo d'impiccio. E' il creare che lo stimola, non il risultato compiuto. Per questo spesso fanno una vita magra, svendono o regalano le loro invenzioni perchè il vero successo è stato realizzarle, e non possono goderne perchè sono già proiettati su altro.

Per il genio poliedrico invece è diverso, è nato come un qualsiasi altro uomo ma ha compiuto un profondo lavoro interiore, che lo rende capace di Fare e di Volere quello che fa.

Ma attenzione, essere un genio è diverso dall'avere idee geniali. Quelle possono averle tutti, chi più chi meno, quello che cambia è la frequenza con cui arrivano e la capacità di "trattenerle" e di esprimerle al massimo.

Ray 24-12-2010 01.49.57

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94682)
avere la possibilità di allargare il campo oppure ributtarla nel contenitore e qualcun altro la pescherà prima o poi.

Non è che la ributti nel contenitore, non puoi toglierla di là. Geniale o stupida l'idea non la prendi... ne peschi una copia. Ma chiunque altro può fare altrettanto, se si connette con quella frequenza. Per altro ho idea che se qualcuno si connette su una certa frequenza e pesca una certa idea questo fatto faciliti che lo facciano anche altri.
Poi quello che ci fai con l'idea pescata è altro dal pescare.

Sole 26-12-2010 23.13.24

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94691)
Per altro ho idea che se qualcuno si connette su una certa frequenza e pesca una certa idea questo fatto faciliti che lo facciano anche altri.
Poi quello che ci fai con l'idea pescata è altro dal pescare.

Questa era una cosa che era venuta in mente anche a me. Spesso le "nuove" idee nascono in posti diversi ma nello stesso momento storico, per cui è come se o chi la pesca in qualche modo la rimette anche in circolazione, oppure c'è qualcuno che periodicamente le fa circolare per chi è pronto a prenderle.

Ray 27-12-2010 10.51.57

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 94744)
oppure c'è qualcuno che periodicamente le fa circolare per chi è pronto a prenderle.

di questo sono convinto (ne paralvamo altrove...), ma perchè oppure? Le due cose possono coesistere.

diamantea 28-12-2010 20.57.40

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94691)
Non è che la ributti nel contenitore, non puoi toglierla di là. Geniale o stupida l'idea non la prendi... ne peschi una copia.

L'Universo è come una matrice che emette copie di ogni suo tassello con cui è formato?
Una ripetizione infinita anche della stessa idea stupida o geniale che sia per capire come è fatto.

Si può dire che anche l'uomo è una copia dell'idea di Dio?

Ray 29-12-2010 00.44.13

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94825)
L'Universo è come una matrice che emette copie di ogni suo tassello con cui è formato?
Una ripetizione infinita anche della stessa idea stupida o geniale che sia per capire come è fatto.

Si è una matrice, ma per le idee la cosa funziona ad impressione. C'è l'idea, diciamo che è ferma lì e che siamo noi a muoverci (in realtà io credo che si muova anche lei in un determinato ambito) e quando ne veniamo a contatto la mente resta impressionata, in modo simile ad una pellicola fotografica (quindi anche al negativo, ma bon) e l'originale resta lì, come un panorama, pronto ad impressonare qualunque pellicola venga a contatto... chiaramente a seconda della pellicola e del tempo di esposizione produrrà risultati diversi, seppur simili.
Ma non è che puoi portatri via il panorama (e menomale).

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94825)
Si può dire che anche l'uomo è una copia dell'idea di Dio?

Non lo so, ma credo di no.

Uno 29-12-2010 01.51.56

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94833)
Si è una matrice, ma per le idee la cosa funziona ad impressione. C'è l'idea, diciamo che è ferma lì e che siamo noi a muoverci (in realtà io credo che si muova anche lei in un determinato ambito)

L'idea è ferma, come un panorama, l'impressione di essa si muove per irraggiamento in ogni direzione e la nostra possibile mossa è limitata "solo" a poter puntare l'obiettivo nella direzione giusta o girarlo da tutt'altra parte (che geometricamente parlando in due dimensioni significa 359 gradi su 360 quindi più probabile)

Sole 29-12-2010 12.23.04

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94765)
di questo sono convinto (ne paralvamo altrove...), ma perchè oppure? Le due cose possono coesistere.

Si, le due cose certamente coesistono, non potrebbe valere l'una e l'altra se così non fosse.

Sole 29-12-2010 12.48.36

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94833)
Ma non è che puoi portatri via il panorama (e menomale).

A questo punto nasce la domanda sul come mai allora ci sono epoche di grande crescita ed epoca di grande decadimento?

Anche se il CICAP non sarebbe tanto d'accordo, io sono certa che le epoche umane ritornino e si avvicendino seguendo un sistema e l'affermazione che l'Idea è ferma ed irradia trova un senso anche nella storia umana in cui ci sono epoche di grande splendore e di decadenza.

Un collegamento immediato che mi viene per darmi una risposta e nell'astrologia/astronomia orientale. Da Essa si conoscono diverse Ere in cui l'uomo evolve od involve. Questo dipende dalla distanza del sistema solare dal punto centrale intorno a cui gira a spirale l'intero sistema universo e multiverso (magari lo approfondiamo altrove adesso accenno in larga misura). Più ci si avvicina al punto centrale, al Sole centrale, più l'uomo evolve in tutti i campi perchè ci si avvicina all'Idea che irradia.

Questo però non rende impossibile acchippare l'idea perchè appunto vengono rimesse in circolazione.

Citazione:

Originalmente inviato da UNO
L'idea è ferma, come un panorama, l'impressione di essa si muove per irraggiamento in ogni direzione e la nostra possibile mossa è limitata "solo" a poter puntare l'obiettivo nella direzione giusta o girarlo da tutt'altra parte (che geometricamente parlando in due dimensioni significa 359 gradi su 360 quindi più probabile)

Per direzionare il puntatore verso un'idea può bastare l'impegno costante verso quella direzione? Uno studioso ad esempio che impegna tantissima energia e risorse verso la ricerca di un obiettivo alla fine arriverà oppure serve ancora qualcosa di altro per poter raggiungere l'Idea?

Uno 29-12-2010 13.56.25

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 94849)
A questo punto nasce la domanda sul come mai allora ci sono epoche di grande crescita ed epoca di grande decadimento?

Prima di tutto dobbiamo dire che anche nel decadimento esteriore c'è un qualche tipo di crescita, non è percepibile ma c'è.

Citazione:

Anche se il CICAP non sarebbe tanto d'accordo, io sono certa che le epoche umane ritornino e si avvicendino seguendo un sistema e l'affermazione che l'Idea è ferma ed irradia trova un senso anche nella storia umana in cui ci sono epoche di grande splendore e di decadenza.
Per essere più chiari, usando terminologia informatica, ci sono epoche in cui le idee viaggiano per così dire in chiaro ed epoche in cui viaggiano criptate, in maniera occulta e pertanto ricevibili, usabili e lavorabili solo da chi ha i mezzi per raccoglierle anche così.
Intendo che l'idea in per se è sempre uguale nelle epoche, ma chi ha la capacità di riceverle nella maniera più forte e pura deve adattarsi all'epoca. Se è un'epoca in cui si da valore alla spiritualità, alla cultura, all'intelligenza etc... allora chi riceve cerca di rendere più pubblico possibile ciò che riceve ed è un fiorire di bellezza. Se invece è un'epoca buia chi riceve esteriormente deve mantenere una facciata adatta all'epoca, per capirci un uomo delle caverne geniale se non usasse anche la clava e si limitasse a dipingere ovunque morirebbe in 2 giorni.
Per andar oltre non esiste l'epoca buia o luminosa in assoluto, ma comunque esistono epoche più o meno buie.
Anche in un'epoca abbastanza luminosa non è detto che certe idee possano circolare liberamente, potrebbero essere troppo innovative (non nel senso che cambiano le cose, quella è una maniera errata di vedere e cercare l'innovazione) ed è per questo che chi cerca di "pubblicare" le idee oltre al giusto o fa più o meno una brutta fine (non che per forza muoia) o comunque la "pubblicazione" avviene dopo la sua morte.
Citazione:

Per direzionare il puntatore verso un'idea può bastare l'impegno costante verso quella direzione? Uno studioso ad esempio che impegna tantissima energia e risorse verso la ricerca di un obiettivo alla fine arriverà oppure serve ancora qualcosa di altro per poter raggiungere l'Idea?
L'uomo è il puntatore, dove volge la sua attenzione vede e vede lontano quanto la sua attenzione è potente. Ci sono due fasi (che si alternano in continuo) "nell'acchiappare" l'idea.
Devi puntarla ed osservarla nello specifico, ma se non l'osservi anche nel contesto non ci fai nulla. Avete presente i telescopi, i fucili etc... ?
C'è un mirino che ci permette di selezionare un punto senza perderci "nell'infinito" ma se potessimo vedere solo il mirino..... non saremmo in grado di puntare, dovremmo solo prendere quello che capita davanti.

Un genio monotematico ha un mirino potentissimo che è impostato così naturalmente ed egli non può muoverlo. Un genio poliedrico ha potente sia il mirino che la visione di insieme ed ha una buona mobilità.

Ray 30-12-2010 01.06.27

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 94837)
L'idea è ferma, come un panorama, l'impressione di essa si muove per irraggiamento in ogni direzione e la nostra possibile mossa è limitata "solo" a poter puntare l'obiettivo nella direzione giusta o girarlo da tutt'altra parte (che geometricamente parlando in due dimensioni significa 359 gradi su 360 quindi più probabile)

Spetta. L'idea è ferma e ok (ma è fluida, ha un movimento suo, no?). Dici che l'impressione invece si muove... quindi i movimenti sono due: io che muovo l'attenzione e l'impressione che si proietta attraverso "l'etere" e più colgo queste proiezioni invece dell'idea pura più la colgo spuria?
Poi, ok io muovo, diciamo ruoto, l'attenzione e, come dici poi, più è potente più lontano vedo (anche per più tempo però, no?), ma questo più lontano implica solo l'avvicinamento all'idea pura, l'originale, o si tratta anche di attraversare altro?

Sole 30-12-2010 14.19.24

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 94852)
Se è un'epoca in cui si da valore alla spiritualità, alla cultura, all'intelligenza etc... allora chi riceve cerca di rendere più pubblico possibile ciò che riceve ed è un fiorire di bellezza. Se invece è un'epoca buia chi riceve esteriormente deve mantenere una facciata adatta all'epoca, per capirci un uomo delle caverne geniale se non usasse anche la clava e si limitasse a dipingere ovunque morirebbe in 2 giorni.
Perchè? Nel senso che potrebbe impazzire? Nel senso che non troverebbe più motivo di vivere nella sua comunità e quindi ricercare il proprio sostentamento? Cioè stiamo parlando di mantenere un equilibrio? Scusa tutti i punti interrogativi ma non capisco se intendi proprio morte fisica o morte sociale o altro ancora, anche se qui sotto espandi.
Quote:

Per andar oltre non esiste l'epoca buia o luminosa in assoluto, ma comunque esistono epoche più o meno buie.
Anche in un'epoca abbastanza luminosa non è detto che certe idee possano circolare liberamente, potrebbero essere troppo innovative (non nel senso che cambiano le cose, quella è una maniera errata di vedere e cercare l'innovazione) ed è per questo che chi cerca di "pubblicare" le idee oltre al giusto o fa più o meno una brutta fine (non che per forza muoia) o comunque la "pubblicazione" avviene dopo la sua morte.
Ma allora il senso di arrivare a cogliere l'idea qual'è se non trasmetterla all'umanità tutta per farla progredire?
Pensandoci il senso è profondo. Fanno una brutta fine quelli che vogliono costringere l'umanità al progresso senza che essa lo voglia o sia pronta. In questo caso sarebbe una violenza, un andare contro l'evoluzione nei fatti, contro la libertà dell'uomo.
Ma allo stesso tempo si tratta di un barlume che aiuta ad accogliere, ad accettare nel senso di fare a fette, il cambiamento ad un'umanità ancora piccola. O ancora anche per quel principio per cui c'è tanto per pochi e poco per tanti. E le due cose forse collimano.
In questo modo l'idea inizia a muoversi tra alcune menti che preparano la strada ad un futuro che potrebbe arrivare. Iniando a far muovere una nuova forma pensiero nell'etere.
Quote:


L'uomo è il puntatore, dove volge la sua attenzione vede e vede lontano quanto la sua attenzione è potente. Ci sono due fasi (che si alternano in continuo) "nell'acchiappare" l'idea.
Devi puntarla ed osservarla nello specifico, ma se non l'osservi anche nel contesto non ci fai nulla. Avete presente i telescopi, i fucili etc... ?
C'è un mirino che ci permette di selezionare un punto senza perderci "nell'infinito" ma se potessimo vedere solo il mirino..... non saremmo in grado di puntare, dovremmo solo prendere quello che capita davanti.
Quindi bisogna concentrare la propria attenzione verso un punto, mirare con il desiderio di conoscere una certa cosa, di afferrare l'idea che evidentemente non si conosce prima di puntare il mirino. Ma di non perdere di vista mai tutto il contorno perchè avremmo perso la contestualizzazione dell'idea. Diventeremmo dei teorici ma non ci faremmo nulla.
Per fare un esempio banale, un eremita punta e prende un'idea ma non ci fa nulla perchè non la contestualizza nel mondo per cui si limita al suo eremo e non da all'idea l'amplificazione totale entro la quale la stessa esprime tutto il suo potenziale.
Quote:


Un genio monotematico ha un mirino potentissimo che è impostato così naturalmente ed egli non può muoverlo. Un genio poliedrico ha potente sia il mirino che la visione di insieme ed ha una buona mobilità.
E quindi alla fin fine cogliere un'idea e renderla operativa al massimo del potenziale che possiamo accogliere in noi è un lavoro di concentrazione ed espansione insieme... una meditazione.
Un genio poliedrico è in costante meditazione.

diamantea 01-01-2011 19.02.29

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 94852)
Se invece è un'epoca buia chi riceve esteriormente deve mantenere una facciata adatta all'epoca, per capirci un uomo delle caverne geniale se non usasse anche la clava e si limitasse a dipingere ovunque morirebbe in 2 giorni.

A questo dovrebbero servire le maschere? Quelle che si indossano coscientemente in varie situazioni per non risaltare negativamente in un ambiente ostile in cui le forze esterne sono in numero maggiore rispetto la capacità di opposizione e resistenza del singolo?

La sofferenza di uomini diversi, geniali, mescolati in ambienti mediocri sono costretti ad usare maschere per sopravvivere, per nascondersi o mimetizzarsi. Lottare contro le forze oppositive che rallentano il corso dell'espansione dell'idea geniale.
Chi non ha questa capacità potrebbe vivere male, o non sopravvivere a lungo o come dici più sotto morire prima di veder pubblicare la sua opera.

dafne 01-01-2011 20.51.01

Io sarò semplicistica ma forse morirebbe se si limitasse solo a dipingere perchè nessuno si preoccupebbe di procurargli del cibo, all'età delle clave si era ognuno per sè, no? Addirittura tutti contro tutti per sopravvivere. Comprendere il farsi carico di qualcuno era improponibile, per degli scarabocchi sulla pietra poi.. (nel senso che quel dipingere era assolutamente fuori da qualsiasi funzionalità pratica)

Sole 01-01-2011 21.03.52

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 94969)
Io sarò semplicistica ma forse morirebbe se si limitasse solo a dipingere perchè nessuno si preoccupebbe di procurargli del cibo, all'età delle clave si era ognuno per sè, no?

Mi sa che hai ragione.

diamantea 20-04-2011 08.03.40

Prendo spunto dal mio sogno sulla scimmia per fare una considerazione da sempre fonte di dubbio.

A proposito di saltare da un pensiero all'altro pensavo spesso al dubbio che mi viene quando penso di dover dedicarmi ad un tema con tutta la mia energia oppure arrivare al punto frazionando la mia energia su diversi punti.
Cioè per me che non sono un genio ma voglio arrivare ad un obiettivo è meglio avere come riferimento il genio monotematico o il genio poliedrico?
Forse se mi dedicassi totalmente all'interpretazione dei sogni arriverei a concludere qualcosa, capire meglio suby, tirarmi fuori da ciò che salta fuori, oppure potrei arrivarci meglio o lo stesso dedicandomi anche ad altri temi. Insomma le due soluzioni implicano nel primo il rischio di fossilizzarmi solo in un tema chiudendomi le vedute, aumentando la dipendenza, e nel secondo di non arrivare mai ad un punto passando la vita a saltellare da un pensiero all'altro, frammentandomi, creando caos.
Un genio ha delle marce in più per essere tale, sa in che direzione andare, ma un comune mortale volendo realizzarsi in qualcosa come dovrebbe fare?


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