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Non esiste il polo opposto di importanza personale in una persona Nike, per esserci una persona deve esserci un minimo di importanza personale, è il solo modo con cui questa persona può vivere, altrimenti morirebbe se non si desse importanza da sola. Diverso invece il discorso di un polo opposto che però non è nella persona, questo potrebbe essere (non è preciso ma rende l'idea) l'integrazione dell'importanza personale e della sottostima di se stessi. Questa è caratteristica dell'individuo formato, che sa chi è, che non ha bisogno di conferme neanche da se stesso. I poli sono eliminabili (IP e sottostima) altrochè... non ci servono mica per vivere come individui, come esseri, ci servono solo finchè siamo identificati nella persona. Io posso fare le stesse identiche cose senza pensare ogni 2 secondi che la mia persona è la cosa più importante dell'universo, anzi, sicuramente le farò meglio. La persona invece non si elimina, quella serve per comunicare con gli altri, ma puoi dargli importanza oppure no. Non è un discorso nichilista eh Nike.... Prova a portare il concetto fuori. Invece che rivolgerlo all'interno a se stessi spostalo suglle altre persone. Se dai importanza alle persone (invece che agli esseri) ami i belli, i ricchi i potenti etc... ma questo è già un discorso difficile quindi lo metto in parte per tempi migliori, parliamo di onestà per esempio. Puoi essere onesto solo con i potenti? Solo con quelli che abitano nel tuo paese? O prendi il gruppo/la categoria che preferisci. No... o sei onesto o non lo sei, se lo sei lo sei con tutti, quindi non contano le persone intese come maschera, ma contano le persone intese come esseri, perciò per essere onesto non devi dare importanza alle persone ed è possibile farlo. Rigira da capo tutto all'interno e forse puoi intravedere quello che intendo. |
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Non ti pare meglio cosi' ? Come per il nero o l'ombra , e' la stessa cosa : non li elimini mai ma li superi , forse meglio , li controlli attraverso un salto di qualita' , di comprensione che e' uno stato opposto cioe' l'integrazione dei due poli contrari . I poli restano contrari ma sono superati in qualcosa che e' il loro opposto . l'io integrato , il SE . Loro , i due contrari devono lavorare sempre e tu li devi superare sempre . Insomma voglio dire che la corsa continua e' tra contrari che stanno sullo stesso piano ( piu' correttamente che non tra opposti ) : IP e sottostima , non tra opposti , l'opposto come dici tu e' Uno , e' l'arrivo , lo stop , un momento in cui tutto si ferma . Altra questione e' se possa durare questo stop o se e' una rincorsa continua di superamento dei contrari , un top , l'apice e poi giu' di nuovo . Che ne dici ? |
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Adesso devo chiudere, vedo se riesco a continuare stasera. |
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Quello che capisco dal post di Uno è che basta l'osservazione, puntononso.gif |
Humm..si, mi sa che ho fatto confusione nell'identificare l'IP con i piccoli io. Era molto, molto più semplice di come la mettevo io. La parola eliminare ancora non mi convince, ignorare nemmeno, perchè se devo ignorararla c'è per cui non vedo come eliminarla... ma effettivamente non si può far diversamente che ignorarla per riuscire a non identificarsi con l'emozione. E' molto, molto più semplice: non dare importanza alla persona.
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Gri ha tirato su quella "vecchia" discussione sul sarcasmo & co.
Pensavo... io mi infervero in maniera tosta, anche troppo questo vuol dire che la mia IP è ancora a paletta? Ma... se io non fossi così facile all'infervoramento non sarei rispettata (vedi ambito lavorativo) se non tenessi duro nel farmi rispettare verrei schiacciata e per farmi rispettare devo tenere alta l'importanza personale.. C'è qualcosa nel ragionamento che fa acqua ma mica lo trovo... Aiuti? |
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Presumo che una volta ridotta in modo definitivo l'IP, il rispetto lo si vorrà avere solo e davvero da/per se stesso, senza che ci vengano i brividi ogni volta che non lo otteniamo, cosa sulla quale non possiamo agire anche se ci comportiamo bene non tutti hanno l'umiltà di darti rispetto vero. Se poi la mancanza di rispetto ricevuto si ripercuote in ambito lavorativo, tipo dipendenti svogliati, come ho detto prima va risolto, anche in modo spietato laddove serve, in funzione di questo e non della questione personale. |
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Per quel che riguarda il lavoro tu dovresti aver il ruolo di qualcuno che fa rispettare la legge quindi usi l'autorità per far rispettare la legge. Questo non muove necessariamente la rabbia, anzi a dirla tutta come la penso, non dovrebbe proprio uscire rabbia. Se ti arrabbi la metti sul personale e da qui la parola secondo me la dice tutta. Tu devi far rispettare la legge del tuo posto di lavoro con l'esempio, buon senso, analizzando l'impegno profuso, e nel caso di necessità continuare ad insegnare anche facendo notare gli errori e chiedendo impegno e nel caso di inadempienza con sanzioni,(date dalla tua posizione di autorità preposta al rispetto) con qualcosa che sia parimenti al castigo per i bambini che ora nonho idea oltre a pensare che non sia contemplato nel codice del lavoro.icon_mrgr: Se invece ne patisci in qualche modo secondo me dietro c'è IP. In ogni caso penso non sia facile perchè immagino che tu abbia un capo al quale devi dare ragione del tuo agire e del buon andamento/profitto di chi hai sotto di te e con i tempi che corrono....si salvi chi può. |
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A parte le battute credo sia entrambe le cose, se non ti temono ti rispettano? Parlo sempre in ambito lavorativo in quanto è il campo dove mi sembra di non avere scelta. Anche con il capo stesso, se mollo un po' mi accorgo che poi percepisce questo mio atteggiamento come debolezza e comincia a colpire... Con i colleghi sono riuscita (mi sembra) ad instaurare un rapporto nel quale non vi sono ordini e leggi ma collaborazione e compiti questo mi permette di fare battute, scherzare e non prendermi troppo sul serio nel mio compito.. Questo dovrebbe far perdere potere all'IP.. no? |
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