Il più grande nel Regno dei Cieli
"In Verità vi dico, se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel Regno dei Cieli"
(Matteo 18, 1-4) Ho nerettato piccolo perchè nella seconda frase Gesù ci dà un aiutino a qualificare quel "come bambini", che altrimenti può voler dire qualsiasi cosa, come ad esempio capriccioso, ingenuo, insicuro, umile, curioso, dolce, e chi più ne ha più ne metta... Gesù invece dice "piccolo come questo bambino", segno che nella piccolezza va ricercato il segreto. Ma piccolezza di cosa? Ad una prima lettura si potrebbe pensare che la piccolezza sia da riferirsi alla propria umiltà, ad un piccolo ego, ma sappiamo che ogni parabola può esser letta e dimostrarsi comunque vera a tutti i livelli... Io perciò ne propongo una diversa, a carattere alchemico più che altro. Gli autori dicono che il bambino, il "piccolo re", è una sostanza di dimensioni ridottissime rispetto alla massa da cui si estrae. Una lenta e costante raffinazione della materia prima che porta a fare venire alla luce il "nocciolo" del composto, la parte più essenziale. Del resto si sa, quando si parla di essenze, di olii essenziali, ciò che si ricava sono poche gocce rispetto alle sostanze da cui è estratto. Poche gocce ma che proprio come i bambini hanno in sè tutte le potenzialità per crescere e moltiplicarsi... C'è altro? Sicuramente sì... |
Interessante la cosa del piccolo re...non l'avevo mai sentita.
Una volta lessi che, mi sa che l'ho già scritto da qualche parte, che che gli aggregati egoici girano intorno ai bambini, sino a che non succede, ciò che era già previsto sin dalla nascita, delle spaccature, dei traumi, che creino la spelonca affinche essi entrino in noi e ci abitino. (a questo punto mi sa che parlavano di demoni si riferivano ad essi da quando è emerso nei post recentemente) Prima di ciò, quello che muove i bambini è la propria Essenza, diversa per ognuno, come il fiore che ha un suo profumo... Il Lavoro dovrebbe rendere inerte a piacere l'ego, i demoni, in modo da poter realizzare questo ritorno alla bambino e alla sua innata Essenza. Da qualche parte mi pare che si diceva che l'Essenza ad un certo punto smette di Crescere, ma non sono sicura di ricordare bene. Avendo coltivato e sviluppato la Volontà si potrebbe pensare di poter un giorno andare a far a far rivivere quell'Essenza, nel senso di liberarla dall' "orco" che la tiene prigioniera. Che dici c'entra qualcosa quello che ho scritto? |
c'entra c'entra ed è l'unico discorso inerente.
in sostanza andare a ritroso nel passato (vedasi ricapitolazione ad esempio) ha lo scopo di scorgere queste deviazioni dal percorso "essenza", per permettere recuperando le energie di "rimettersi in carreggiata". chiaro che prima di tutto ciò occorre conoscere quale fosse il cammino da compiere. almeno secondo me sia chiaro |
concludo dicendo che se hai un occhio attento all'osservazione, osservando un bambino puoi comprendere quale sia la sua essenza e il suo archetipo di riferimento.
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"se non vi convertirete e non diventerete come i bambini", Tornare indietro dopo il percorso dell'ego, diventare come i bambini in assenza di ego. Dall'inconsapevole innocenza alla consapevole saggezza. Più o meno questo il senso di una predica su questa frase che mi è rimasta impressa. Sul piccolo potrei ipotizzare "piccolo come l'innocenza di un bambino ancora senza identificazione di ego". Chi si sente grande è l'ego, e più è radicato più si sente grande. |
in sostanza "vivi costantemente sostando nella tua pura essenza"
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Convertire vuol dire trasformare, cambiare qualcosa, come ad esempio il vino che si converte in aceto (se si invertisse tornerebbe ad essere uva, il chè è impossibile). Lo stesso Gesù parla di diventare, non di tornare indietro. Quindi la conversione (che ad un livello più semplice si può vedere come una conversione religiosa, nel suo insegnamento, e può essere comunque vero) parla di un divenire, di una trasformazione che deve farci diventare piccoli come bambini, ma non bambini. In Alchimia si parla di rincrudimento, ma come per i bambini non si tratta di riportare un metallo a quello che era in origine, sarebbe impossibile, così come un fiore non tornerà più il seme che era un tempo, ma semmai di riacquistare la vitalità e la forza di un tempo. Insomma da morto farlo tornare vivo. Del resto la vitalità dei bambini va scemando col tempo e in vecchiaia ne resta ben poca... Inoltre, la saggezza popolare ci insegna che "il vino buono stà nella botte piccola", e nondimeno che un "testone" (testa grande) è una persona limitata e che non può sperare di arrivare alla stessa comprensione di chi invece ha una mente sottile.... Insomma, come dicevo la piccolezza può anche essere vista ad un primo livello come umiltà o piccolezza dell'ego, ma si potrebbe andar oltre e chiedersi veramente perchè il vino buono sta nella botte piccola... --------------------------- Interessante anche il fatto, restando sempre nella metafora, che le botti vengono costruite in modo particolare, praticamente assemblando tutti i pezzi insieme simultaneamente.... questo rende praticamente impossibile ripararle o sostituire qualche asse una volta che si siano rotte o bucate, e solitamente vengono distrutte definitivamente. Se noi siamo la botte.... |
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martello.: Convertirete, convertire, vertice vorticare mi da l'idea di girare insieme ma anche salire sulla cima insieme, in pratica andare con tutti noi stessi verso il nostro Sè verso un punto. Se guardiamo come è un vertice ha due linee che si incontrano in un punto. |
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--------------------------- Riguardo il vino buono nella botte piccola, l'analogia è estensibile pure alle essenze dei profumi, o estratti di tante altre cose. La più piccola parte che ne esalta massimamente la sostanza. mi riferisco a Kael, si capisce, ho combinato un casino con tag scusate |
cmq secondo me gira e rigira si finisce per battere sempre sullo stesso tasto.
che ha a che fare con l'ego e con l'umiltà. |
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Se me ne vengono altre te le farò sapere. Questo è il mio Ego, e finchè ci sarà anche una sola di queste sue proprietà sarò sempre frammentata nella totalità del mio essere. |
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più che l'ego se mi si passa il termine parlerei delle "distorsioni" (rispetto all'essenza) che esso può provocare e che anzi normalmente provoca
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Mi chiedo come hai fatto a contenere tutto questo nella piccola fiammiferaia che eri.... e se pensi di cercare ancora l'essere come un bambino, trovare quel nucleo piccolo ricco di essenze senza che venga ora sopraffatto da tanta roba su elencata. Era una domanda pacifica :@@ |
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a) Per te non si può esistere senza l’ego ciò vuol dire che l’ego è una parte essenziale per la nostra sopravvivenza, quindi è utile, ma allora perché vi attribuiamo un valore negativo? Perché dovremo ridurlo piccolo e sottile se è utile? Se è utile meglio grande. b) Ammesso che Gesù ci vorrebbe nel regno dei cieli con un ego piccolo, ma piccolo quanto? Esiste una metrica che stabilisce quante e quali proprietà deve avere per un minimo e un massimo? c) Ho contato 28 proprietà nel mio ego, è un ego grande, medio o piccolo? d) Nel caso volessi ridurre a piccolo il mio ego, cosa devo eliminare? Esiste una scala in ordine di importanza o di gravità? Con quale criterio scelgo cosa eliminare? E quale metodo utilizzare? e dove lo elimino? e) Ultima domanda, nel caso in cui togli togli non mi rimangono identificazioni con il mio ego, di lui cosa ne faccio? O muoio prima di aver eliminato l’ultimo? O mentre lo elimino? Ho sentito persone vantarsi della loro umiltà con una superbia tale che dubito ne abbiano fatto virtù. Forse sono OT ma avendo deciso di volerci entrare nel regno dei cieli voglio chiarirmi meglio le idee. |
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scusate l'O.T. |
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In attesa della risposta anticipo che perlomeno significa che non sei del tutto identificata con l'ego, se lo puoi osservare e criticare... e comunque alla fine il problema non sta neanche qui. Cosa è l'ego e a cosa serve? Serve a permettere che ciò che siamo si manifesti. Il problema non è l'ego, ma l'esserne schiavi... anzi l'essere schiavi di determinate istanze, che hanno spesso la capacità di invadere l'ego e che si possono riassumere nel concetto di "importanza personale". Ma se questa scende mica l'ego sparisce. Ci sono delle caratteristiche che reputi disidcevoli, o non utili, o dannose per TE? Ok, però fanno parte di te. Quello che puoi fare è fare in modo che queste caratteristiche non ti determinino, non stabiliscano come ti manifesti. Ma non puoi eliminarle, e se potessi, con esse elimineresti anche il loro opposto. Sta cosa è importante... non posso essere buono se non sono anche, in potenza, cattivo. Posso però scegliere quale dei due voglio si manifesti e quale resti immanifesto... cosa trattenere e cosa no. Ma l'impulso non sparirà mai. Io però potrò dominarlo. Hai identificato alcune caratteristiche "negative"? Bene, ottimo. Il riuscire a dominarle è a io avviso un obiettivo, non l'eliminarle. Perchè il dominio mi permetterà di manifestare le altre. |
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la tua risposta penso ne eviterà parecchi muro di gomma: ciascuno si chiude nella propria visione delle cose "rimbalzando" le opinioni altrui. |
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Se si, in base a cosa? Che pertinenza avrebbe? Ma soprattutto quale era il tuo scopo nel dirlo? |
mica per forza da parte tua o di Diam.
é un argomento "spinoso" tutto qua. Lo dico in base alla mia osservazione di fronte a argomenti spinosi e dell'atteggiamento "normale" di fronte a situazioni spinose. Scopo nel dirlo? osservazione di una dinamica che si viene a creare. ho scritto pure che era O.T. |
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8-) boccaccia: abbraccio: |
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Maggiore è l'apertura maggiore sarà il controllo? Citazione:
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Io ho detto che si può vedere (e molti lo fanno) anche così, ma è dall'inizio che propongo di andare più a fondo.. ------------------------ Fra l'altro, non so è etimologicamente giusto, ma piccolo ha parecchia assonanza con picco.. il picco della montagna, il punto più alto che poi scendendo si allarga "piramidalmente".. |
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Se non l'ho condiviso? Si, non l'ho condiviso Citazione:
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E' giusto lavorare sul come e sul piccolo ma ancora io brancolo nel buio. |
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Se poi vuoi dirmi qualche altra cosa ti ascolto volentieri |
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Insisto sul non volere neanche l'ombra dell'ego al cospetto di Dio, come a volere solo le virtù nascondendo le origini di un ego gonfio, carico di difetti. Voglio solo il fratello sano. E' il peccato della superbia che striscia sinuoso come una serpe? Non lo so chi ci deve entrare, per stasera chiudo qui, ho bisogno di dormirci sopra. Notte a tutti sonno.gif |
Io penso che questa parabola ci possa in qualche modo aiutare:
« Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato » (Luca 18,10-14) Penso che farsi piccoli non consista nell'eliminare certi aspetti di noi che non ci piacciono, ma di affidarsi alla misericordia di Dio nella nostra intierezza ben sapendo di non essere come vorremmo. La conversione si manifesta quando ribaltiamo la scala dei valori, a cui si abbarbica il nostro ego con tutte le sue forze. Se ci rendiamo conto che non possiamo e non dobbiamo eliminare l'ego, riconoscendo i nostri limiti e soprattutto lasciandoci prendere per mano, diventiamo come un bambino che si fida in tutto e per tutto di chi è più grande di noi, consapevoli di essere amati, avremo già fatto una conversione perchè non mettiamo più al primo posto noi stessi, ma Dio che sempre e in modi a noi misteriosi ci viene incontro, se abbiamo il cuore sincero. Se ci sentiamo amati non abbiamo paura di mostrarci così come siamo. |
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Veramente bellissima la tua interpretazione, io ci pensavo da giorni sul significato di conversione, sicuramente diverso da inversione e leggendo il tuo post credo che hai proprio centrato il significato.
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Volevo aggiungere che ribaltando la scala dei valori, cambiano anche tanti atteggiamenti, e si vedrà il mondo con occhi nuovi, non avrà più importanza essere i più grandi ma soltanto capire che ognuno di noi è amato dello stesso identico amore.
Questo non significa che si è arrivati ma è solo un punto di partenza, perchè è sempre un bene cercare di migliorarsi in questa nuova esperienza. Vorrei insistere sul fatto del sentirsi amati così come siamo, non si dovrebbe mai dimenticare che Dio ci ha amati per primo e anche se si è i peggiori individui di questa terra, non è mai troppo tardi per accorgersi di questo e arrendersi al suo amore e alla sua misericordia, e questo cambia la vita e le prospettive. I genitori amano i loro figli, e ancora di più se sono in pericolo o se sono malati... Il farsi piccoli è accettare questo amore e lasciarsi guidare da esso con fiducia, con semplicità come solo i bambini sanno fare. |
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Cara Stella, ciò che dici è molto bello e lo concordo pienamente, e credo anche gli altri. Ma essere informati sulla verità non è come aver fatto l'esperienza della verità. Sapere che il fuoco brucia è un'informazione che può tenermi lontana da esso ma non è lo stesso che io vi stia lontano perchè mi sono bruciata facendo l'esperienza del fuoco. Pongo una domanda a tutti: chi di noi è pronto a farsi piccolo e accettare se stesso nel volto del bene e in quello dell'ego sulla soglia del regno dei cieli? Io non sono pronta malgrado sono informata che è questo il modo giusto per entrarci. Non ho ancora completato l'esperienza del sentirmi amata e amare totalmente senza rifiuto e abbandono. La paura di andare diretta,di cui mi ha resa consapevole Uno, nasce dal rifiuto verso una me diversa dalle aspettative e il successivo abbandono per non voler essere secondo la spettative esterne. (E se ho capito male Uno correggimi per favore). Giro intorno, temporeggio in attesa di trovare una modalità che mi permetta di entrare dalla finestra se trovo la porta chiusa. E' un modello di comportamento condizionato dall'esperienza. Lo subisco e lo perpetro. Solo attraverso la comprensione mentale prima, e l'esperienza dopo riuscirò a sostituire un modello viziato con una consapevolezza che mi rende "pronta" in ogni istante. Io mi vergogno del mio ego perchè mi hanno insegnato a vergognarmene e a nasconderlo. Oggi lo osservo, ci rido sopra, ci gioco, mi ferisco. Sono più disidentificata perchè ho fatto momenti di esperienza di Amore. Quello che mi manca è la continuità. Nella tecnica del canto si dice "legare il suono". Il mio suono ancora si spezza, si interrompe, poi riprende, passo passo imparo a legare di più e più a lungo. Se Dio dovesse chiamarmi ora lo so che mi amerebbe comunque, ma non voglio cullarmi del suo amore continuando a dormire. |
Mi è piaciuta molto la tua risposta, e credo onestamente che pochi possano dire di essere pronti ad entrare nel Regno dei Cieli, quello che ho cercato di spiegare è che comunque siamo, siamo amati anche se non ce ne accorgiamo o non siamo pronti per corrispondere a questo amore.
Ognuno lo sperimenta come può e come sa, ognuno nel suo piano di volo.... |
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