Ho capito ora ma si poteva pure scriverlo al primo post, è che era troppo facile
ci siamo noi che viviamo -tutti muoriamo inteso come morte fisica -alcuni muoiono completamente -altri invece non muoiono -quelli che non muoiono è perchè oltre al fiammifero accendono anche il fuoco -quelli che muoiono invece è perchè non hanno voluto o potuto intravvedere la strada per accendere il fuoco ma sono rimasti abbagliati dalla luce sprigionata la bambina della fiaba è tra questi ultimi Edit: grazie Kael del suggerimento |
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Fra l'altro il fatto che lavorava, anche se viene chiamata bimba, mi fa pensare a una ragazzina sugli undici-dodici anni... non mi pare troppo severo pensare che poteva accendersi un fuoco (soprattutto visto il periodo in cui nelle case era normale avere le stufe a legna e quindi saperle accendere fin da piccoli, oltre al fatto che essendo morta la mamma era sicuramente più grande della sua età, era lei che probabilmente faceva le faccende di casa, che preparava il pranzo (quando c'era di che mangiare), etc..) |
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Mi rendo conto che non accetti la mia visione della fiaba, ma non dirmi che non aveva di che bruciare, visto che stiamo parlando di un inverno del nord dove quasi tutte le case avevano la legna accatastata per le strade. Inoltre ripeto, la storia non riporta che cerca qualcosa da bruciare ma non trova niente, è un particolare importante... Per il resto... Accuse? Rimproveri? Scusa qual è la tua interpretazione della fiaba allora? Sono curioso di sentire... |
Se si vuole proseguire è anche da ricordare che la piccola fiammiferaia doveva vendere qualcosa, i fiammiferi. Si dovrebbe ricominciare da qui, dalla neve, dalle pantofole persone ....
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Lasciamo stare le parti del mondo povere dove dovremo chiederci perchè la vita è congegnata così, per non dire che anche oggi è così, bla bla bla...Ma andiamo OT. Andersen è uno scrittore raffinato sensibile figlio della sua epoca e non lo so se aveva intenzione o era in grado di dare tutto il significato psicologico, che ne danno oggi autori come quelli che hanno scritto il pezzo che avevo pubblicato. Capisco che i geni letterari, e per me lui lo è, anticipano le cose e riescono a dare messaggi che vanno molto al di la della loro stesa consapevolezza(quì mi tirerò addosso non so quali disappunti, ma se non altro ci si confronta), ma io se leggo una favola per intanto guardo dentro di me cosa suscita la storia così come è descritta. La bambina è povera, vittima della impietosa ignoranza e insensibilità del padre verso i bambini che un tempo contavao forse meno di oggi. Mi rattrista e non vedo altro. A me pace quella di biancaneve e i sette nani, dal pezzo che va a quando lei abita felice nel bosco al momento prima che venga la strega. Il resto non me lo ricordo mai....ahaha Per ayn, sviscerando i particolari rinnoviamo freddamente il gelo ai piedini e la fame dell piccola fiammiferaia. Mi dissocio. |
Se l'autore fosse ancora vivo bisognerebbe mandargli una formale protesta: "perchè non hai fatto finire la fiaba con un vissero tutti felici e contenti?"
Quindi aggrappiamoci al morì contenta..... il che è pure vero: "beati coloro che non sanno". Questa fiaba come tutte le fiabe, le metafore, parabole etc... ha diversi sensi a seconda di come la si guarda. Quindi se la si guarda dal comune punto di vista: che bello, la bambina finalmente ha trovato la pace dalla nonna in paradiso. Se la si guarda da un punto di vista più profondo: la bambina aveva altre possibilità. Per esempio. La sua condizione era misera, era povera e sfruttata da un padre insensibile, condizione che è metafora di tutte le nostre miserie. Poteva darsi da fare di più, poteva bussare alle porte per cercare comunque di vendere i fiammiferi, poteva cercare di accendere un fuoco come è stato detto e poteva fare molte altre cose. Non ha avuto la forza, il che non è un giudizio-condanna, è una constatazione neutra. Anche senza andar nell'esoterico e quindi osservare lo zolfo demoniaco dei fiammiferi, un fiammifero è qualcosa che si accende velocemente ed altrettanto velocemente si spegne. Come i desideri se non alimentano qualcosa di più grande.... Spesso si parla in negativo dei desideri in ambienti di crescita spirituale o solo interiore, in realtà i desideri non sono negativi in se, senza desiderio di vivere neanche saremmo qui, i desideri sono negativi quando li accendiamo velocemente in continuazione senza seguirne veramente il senso. Non c'è comunque nessuna colpa nella persona che brucia subito tutto il potenziale e poi si lascia riassorbire dal tutto senza aver mai cercato una propria individualità, però non parliamo di consapevolezza. |
Che dire sta tutto qua:
Al mattino del primo giorno dell'anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto! ____________________ Una cosa è quello che gli altri si immaginano di noi o di quello che è restato, una cosa è quello che è realmente accaduto e li si parla (più sopra) di un'anima che è salita al cielo. Morale ricavata è che si fanno tante e belle parole ma senza conoscere veramente il punto in questione, e non è difficile neppure da identificare in quello che normalmente la gente tutti i giorni fa, da giudizi sugli altri non essendone degna. La favole è a lieto fine, sono i passanti che interpretano male |
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Se parlaimo del senso letterale della fiaba. A me non va giù solo quello. |
Premetto che ho sempre interpretato questa fiaba in modo ottimistico, con la bambina che muore felice e contenta per essere tornata dalla nonna. La chiave di lettura che sta venendo fuori non l'avevo mai considerata ma, riflettendo, credo sia la più corretta o comunque quella che può dare spunti più utili.
Lo spreco dei fiammiferi lo vedo allora come un bruciare le proprie energie o potenzialità in modo effimero, magari per inseguire desideri copiati da altri, senza permettere la nascita di un fuoco duraturo. Il fatto di inseguire la nonna e temere il padre, analizzandolo sotto un altro aspetto, mi fa pensare a chi rimpiange il passato nei suoi aspetti più piacevoli ma teme il confronto con le parti più dolorose del passato stesso, cosa che invece non si può evitare nell'ottica di una vera Individuazione o comunque evoluzione. |
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E' bene? E' male? Ne uno ne l'altro, è quello che è, punto. Le fiabe, le parabole, le metafore, fanno una cronaca di qualcosa che succede nel vivere cambiando la forma e dandogliene una che sia aderente a qualsiasi situazione. Se fai prevalere il lato romantico ci vedi solo il finale splendido, se fai prevalere il lato cupo ci vedi solo la tristezza etc... (che c'è in qualsiasi fiaba) se osservi oggettivamente vedi questo, quello e altro. |
Il finale è splendido basta leggerlo, se non si legge tutto e si continua a commentare (come anche io ho fatto fino ad un certo punto) si scala la torre (di babele) ma non si arriva a quello che l'autore voleva dire, quindi leggerla e rileggerla, spesso si discute non del tema ma di quello che si ha nella testa.
Che potrebbe essere anche giusto in un certo discorso, non in questo. C'è da guardare la realtà dei fatti e il finale, tutto qui.:) |
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Tu vedi quello che vuoi, io non ho detto nulla su quello che vedi. Ho scritto che c'è chi vede questo, chi vede quello etc............ Se la fai cadere sempre sul personale (in entrata ed in uscita) non ne saltiamo fuori e mi costringi a non citare più nulla di quello che scrivi per evitare incomprensioni.. |
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Una volta di spiritualità non si parlava. La massa era ritenuta indegna nel senso di ego, identificazione all'ego. Solo agli adepti era consentito parlarne. Le parabole o i simbolismi erano usati per far capire a chi sapesse intentere, i degni, coloro che intraprendevano la via spirituale, si distaccavano dalla sola comprensione della mente. Citazione:
Vi pare ipotizzabile questa versione? |
scusate ma per quanto mi riguarda l'intenzione dell'autore era di dare un significato simile a quanto scritto da Diamantea più che il resto.
il fatto che la bambina secondo l'opinione di tanti abbia "mancato" non era a mio avviso l'opinione di Andersen. o quantomeno quel mancare era cmq il modo trovato dalla bambina per elevarsi |
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Che posso dirti? Scusa tanto se questa fiaba mi insegna a non perdermi nel freddo della notte e a non ricercare le illusioni di un bagliore inconsistente e non duraturo, ma di avere sempre la forza di lottare per arrivare al caldo e alla luce del sole del mattino. Se per te questo è essere severi... (con una bambina metaforica poi, che non è reale...) per me è solamente cercare di estrapolare la morale più profonda che la fiaba vuole veicolare. |
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E poi quale sarebbe il messaggio della fiaba? Che l'elevazione spirituale si ottiene sognando letteralmente ad occhi aperti? (e su questo non a caso Andersen insiste tanto, tanto che descrive minuziosamente tutti i suoi voli pindarici, l'oca arrosta che le strizza l'occhio, l'albero di Natale, la visione della nonna, etc.. sottolineando bene insomma la natura onirica nella quale la piccola si rifugia) L'elevazione di coscienza non si ottiene sognando, anche se a qualcuno piace pensarlo... |
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Tranquillo Kael, la fiaba l'ho risolta alcuni post fa, ma forse non li hai letti tutti. Adesso al di la della fiaba in sè è interessante vedere come un uomo e una donna guardano lo stesso tema da due punti di vista opposti. La donne sono più inclini alla fantasia, alle illusioni anche senza fiammiferi, romantiche, protettive e materne si compenetrano nel dramma emotivo, giustificano e consolano, i figli li trattengono a casa a lungo. Gli uomini sono più distaccati dall'emotività, vanno al sodo, difficilmente si lasciano incantare dalle immagini illusorie, spesso rigidi e poco inclini a consolare. Sono più chirurgici. I figli tendono a buttarli fuori dal nido presto. Vedo il conflitto che si crea tra uomo e donna, i bisogni opposti. Uomini e donne spesso non si capiscono per questo modo opposto di vedere le stesse cose, e guardati con obiettività spesso hanno entrambi ragione. Tutte le strade portano a Dio. L'uomo non capisce la donna nel suo bisogno di divagare nella creatività con la sua interiorità, le toglie tutti i fiammiferi, la accusa di superficialità o ingenuità (per non dire stupidità). La donna non capisce l'uomo nella sua concretezza e razionalità che costruisce e risolve, lo accusa di egoismo e insensibilità. L'equilibrio sta sempre nel mezzo. Scusatemi l'OT, è solo la mia opinione, forse non c'era altra occasione per dirla. |
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E' interessante come conclusione.
Stefano è completamente effeminato, Luke lo era ma si sta rimascolinizzando adesso, Grii è un pò maschiaccio... Che ci siano delle differenze tra uomo e donna nessuno lo nega, ma di fronte ad uno studio simbolico o esoterico le differenze interpretative sono altre. Edit: non c'era il post di Tina quando ho scritto |
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Capiamoci, sono daccordo anch'io che esistano differenze fra uomini e donne, ma qui non si tratta del punto di vista di nessuno dei due sessi, qui si parla di risalire al significato che esprime il simbolo e questo per fortuna è unisex icon_mrgr: Purtroppo, sembra che questo thread abbia urtato la sensibilità di alcune persone ed ero sincero quando dicevo che mi dispiaceva causare altre disillusioni. PS: Mi spiace solo che hai risposto solo alla parte iniziale del mio post, e non all'altra. Volevo capire cosa ne pensavi. |
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Avete ragione nel dire che il significato è unisex, la verità non ha sesso, ma l’approccio per arrivarci può essere diverso. Un uomo userà un metodo diretto con poca implicazione emotiva, la donna lo farà all’opposto. L’importante è fare scacco al re! Quando proposi la fiaba avevo lo scopo di liberarmi di un condizionamento forte. Ho capito che mi crogiolavo nelle illusioni o fantasie quando non volevo vedere una realtà che mi faceva male, senza veramente agire per risolvere il conflitto. Paura di andare diretta è il messaggio di Uno. Cosa c’è dietro questa paura? Ho deciso di non chiederlo ma di scoprirlo da sola andando diretta e vedere cos’è l’ostacolo. Cammin facendo è arrivata anche qualche intuizione esoterica sul percorso iniziatico che porta all’illuminazione. Nel Vangelo c’è un frase che dice più o meno: “a meno che non ritorniate bambini non entrerete nel regno dei cieli.” A me ha evocato delle intuizioni che potrebbero non corrispondere all’interpretazione della fiaba ma essere ugualmente valide. A me non interessa sentirmi dire “brava l’hai risolta”, questa fiaba mi ha fatta tanto soffrire , ma anche mi ha aiutata ad osservare cosa c’era dentro di me, e non solo illusioni ma bisogni, aspirazioni, talenti e tutto il resto. Mi ha aiutata a sopravvivere in un momento in cui non riuscivo a vivere, proprio come la fiammiferaia. Ora l’ho salutata con serenità, dentro di me non c’è più l’identificazione. Mi piace il confronto con l’uomo, quell’energia diretta e concreta, solida e rassicurante, ma quando la sento rigida o dura mi ferisce, mi spaventa e mi rintano. Tu non vuoi salvare nessuno, e nemmeno io voglio salvare qualcuno, e nemmeno voglio essere salvata (da un orco, ma non siete voi). |
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