per me a re-agire cmq si perde.
sempre e comunque. se poi lo si fa per "ripicca" ancora peggio |
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Hai ragione Red, forse mi sono spiegato male: intendevo dire che se prima ce la mettevo tutta per non sbagliare, arrabbiandomi anche quando sbagliavo, adesso me la prendo più comoda, mettendoci calma ma se sbaglio pazienza e se sbagliare mi serve per capire una cosa, tanto meglio sbagliare.fiori.gif |
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In fondo se ci arrabbiamo, se reagiamo (finchè non sappiamo fare di meglio), vuole dire che siamo vivi.. un albero non si arrabbia ma non ha la nostra stessa possibilità di esperire.. e di migliorarsi, una pietra non si arrabbia.. l'uomo si arrabbia anche se fa finta di non farlo.. meglio un uomo arrabbiato che si guarda piuttosto che un uomo-zombie.. :C: Citazione:
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in effetti non ho aggiunto "re-agire senza osservarsi"
grazie red |
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Sono arrivata a capire l'origine della mia rabbia. E' ciò che percepisco come imposizione di ciò che non voglio, che non mi piace, che non desidero che mi fa montare la rabbia. E' la prepotenza, l'imposizione contro il mio volere, può essere una parola, un cibo, una carezza, una qualsiasi cosa imposta che mi fa salire la rabbia e la reazione immediata. E' da un pò che ci sto lavorando sulla rabbia, da quando mi è chiaro questo meccanismo del cucchiaio cerco di prevenire nel non assorbire, ingoiare quello che non mi piace, cerco di scegliere, rifiutare, ma quando l'imboccamento è veloce scatto nella reazione, oppure rinuncio alla lotta ma metto distanza. Allora, non individuo la paura di fondo, paura di cosa esattamente? e da cosa il mio istinto vorrebbe farmi fuggire? La personalità si sente minacciata e vorrebbe fuggire, non potendo fuggire si difende reattivamente, oppure se non può fuggire e reagire si adatta assorbendo il colpo, si desensibilizza aumentando la tolleranza. E' così? Questo lo vorrei capire bene, perchè è vero che ho ricevuto molte imposizioni, poi mi sono adattata con la tolleranza ma alla fine il conto è venuto fuori, con la manifestazione di rabbia a ogni pelo che vola, quindi come fossero arrivati quei tempi migliori. Rabbia che va scemando di intensità man mano che mi sento più vicina ai miei bisogni, però ancora non ne sono fuori, qualche scatto arriva... |
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La tolleranza non è la conseguenza di qualcosa su cui togliamo sensibilità, quello è una specie di callo che facciamo per difenderci (infatti nell'esempio parli di "non poter fuggire"). La tolleranza è anzi la capacità di sopportare un peso, un colpo, una emozione. Per poterlo sopportare è indispensabile sentirlo tutto così come arriva e nonostante il pieno sentire ciò non ci turba. Aumentando la tolleranza aumenta anche la distanza nello spazio e nel tempo tra noi è la rabbia inconsapevole. |
Io cerco di limitare la rabbia, mi offusca.
Invece se ho a che fare con gente "passionale" (e non ci sono affetti in mezzo) mi trovo bene. Quando si arrabbiano è tutto piu' semplice. Sono piu' facili da convincere, da manipolare. Perdono logica, perdono acutezza. La rabbia è una cessione di controllo: che poi tu lo ceda a uno che hai di fronte, o a qualcosa che hai dentro, poco cambia. |
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proprio per questo quando ci si trova ad osservarsi nel mentre, quel poco che si riesce, si nota come non c'è l'oggetto della rabbia, c'è solo la rabbia e la perdita della coscienza di se. |
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(sono pistino, lo hai scritto "quel poco che ci si riesce...", è solo che per me è nulla) |
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Un minimo di controllo per mec'è sempre, altrimenti verrebbero meno i freni inibitori e perderemmo anche il senso estremo del bene e del male. Perfortuna quello è per casi estremi. |
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io parlavo pensando alla furia cieca, la rabbia inizia prima ed è come dici. |
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Esistono anche degli estremi, che a volte qualcuno esperisce, per i quali è proprio l'intensità dell'emozione a provocare l'osservazione... si può anche vedersi andare fuori di testa in questi casi. Sono però esperienze limite non determinate dalla capaictà di osservazione già sviluppata, ma che però lasciano un indizio sulla possibilità di svilupparla. |
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Se si è troppo sensibili verso questa cosa negativa non si può tollerare a lungo, invece se ci si riduce la sensibilità si aumenta la tolleranza. Ritengo di non aver mai fatto il callo a certe tolleranze altrimenti non sarei ora intollerante verso ciò per cui ho tollerato a lungo. Sopra un callo ci puoi battere anche tutta la vita. Non so, possiamo disquisire sulla terminologia, il succo è che avendo tollerato a lungo mi sono ora sensibilizzata e non tollero più. Questo è buono perchè non do il tempo alla rabbia di accumularsi. |
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Ne deduco che la rabbia fa calare l'attenzione al dentro spostandola fuori e il fuori la travolge e se non si trattiene un po di quella rabbia essa può diventare furia e lì la cecità diventa totale forse un po' come quelli che subiscono i raptus nonso.gif |
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Sto parlando di atteggiamenti, comportamenti nei miei riguardi. |
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Se non è così ,meglio per te :) |
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In ogni caso non son d'accordo con la definizione che ne dai e non per i termini. Soprattutto non ha valenza solo negativa. Si tollare ciò che possiamo tollerare. Se si fa fatica a tollerare allora stiamo allenandoci a tollerare ma non tolleriamo, stiamo facendo uno sforzo per farlo. Una volta che tollero, tollero senza fatica perchè rientra nella mia capacità, la portata della mia capacità è quella. Posso fare entrare quella determinata cosa senza che mi turbi o che mi crei alcun problema di sorta, invece nel tuo esempio l'eccesso porta a chiudersi, pertanto la portata non è abbastanza ampia da contenere il tutto. Ad esempio se la mia capacità di alzare 50 kg è tale, resta tale e mi sto allenando per sollevarne 60. Sarà il 60 che mi farà fatica, ma il 50 no, ormai è nelle mie braccia. Se un bicchiere contiene 125 ml di acqua e ne voglio mettere 200 straborda, ma se ne metto 125 resterà nel suo senza problemi. Quello che voglio dire è che è necessario imparare a scoprire la nostra reale capacità di tolleranza. Quando conosciamo quella è possibile con un pò (tanta) di attenzione fermarsi in tempo ed evitarci danni e ogni tanto allenarsi ad andare un passo più in là, anche se ho l'impressione che in realtà il limite si sposta da solo man mano che consolidiamo il precedente. . Quindi se sfociamo nell'intolleranza e la situazione è la stessa, non è cambiata, vuol dire che non tolleravamo neppure prima. |
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Mi sembra un punto importante intanto riconoscere cosa mi fa salire la rabbia, è l'imposizione. Con mia madre è molto forte perchè con lei il vissuto è lungo e lei è assertiva, le tira da sotto le unghie. Mi disturba al lavoro. |
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