La pistola (o il pistola) più veloce
Citazione:
Quando si entra in un ambiente nuovo ci sono diversi approcci, c'è chi infila un piede per volta, si guarda intorno, saluta, cerca di farsi amici etc... e c'è chi prende tutto come un territorio da conquistare, un atavico marcare il territorio. Visto che il territorio è già occupato l'unico modo per af-fermarsi è sfidare chi si ritiene importante, autorevole, o che altro.... anche se spesso non è questa la considerazione che si da agli sfidati. La sfida può essere positiva, mettersi alla prova, ci sta anche l'agonismo, si gioca per partecipare ma anche per vincere, vincere se stessi. Questo punto lo lascio incompleto Aggiungo solo un altro versante da esplorare, "la pistola più veloce" è più veloce perchè ha sparato su qualcuno? Quello che voglio dire è che spesso l'errore è di scambiare l'autorevolezza con autorità e cercare di combattere quell'autorità che si vede con altra autorità... |
Aggiungo che non intendo parlare di forum, non solo almeno.
Qualsiasi ambiente va bene, può essere una compagnia di amici, un posto di lavoro nuovo, una scuola etc |
Inizio dicendo che questa della "sfida alla pistola piu' veloce del forum " e' una cosa che mi piacerebbe capire e che mi incuriosisce un bel po' perche' la vedo a volte in forum, ma che non ho in me come esperienza, perche' la sento abbastanza lontana dal modo che ho di pormi di solito .. provo a vederla per teorie senza pratica..
Citazione:
Perche' a me la domanda che sorge spontanea e'.. ma se io entro in un territorio non mio, dove ci sono gia' delle case, dove gia' da tempo vivono altre persone, il posto mi piace, lo trovo stimolante e vorrei fermarmi , non sarebbe meglio che cercassi di farmi accogliere invece che sparare? Anche perche' sparare presupporrebbe che chi perde "muore", cioe' se perdo me ne vado.. o no? Mi pare quindi una cosa (sia sparare che farsi accogliere) abbastanza istintiva.. comunque insita di persona in persona... Citazione:
Se non e' "l'importanza" la considerazione che si ha dello sfidato puo' essere un modo per dimostrare al resto della popolazione che si sta sbagliando? che il "capo-tribu' ' non e' poi cosi' speciale come crede il resto del villaggio? Si gioca per vincere se' stessi attraverso l'altro? ma allora non stiamo sfidando davvero l'altro.. Citazione:
|
Citazione:
Ho bisogno di misurarmi sugli altri per sapere cosa valgo perché da me non lo so. Perché invece se uno è consapevole della sua forza ci sta attento in ogni momento e la dosa a seconda di chi ha davanti. Non schiaccia un moscerino con un ferro da stiro. Fanno leva sulla paura degli altri se incutono paura o interesse si sentono fichissimi. Devono in continuazione dimostrare a se stessi quanto valgono altrimenti non lo sentono. Almeno credo 8-) |
Citazione:
Chi invade (uso queste parole per l'immediatezza, però non le consideriamo per forza in negativo) va a cercare nuove risorse... in senso pacifico può essere anche l'emigrante che va a cercare lavoro. Il discorso diventa assurdo, ma naturale se l'istinto vince, se nel paese dove vai ti accoglierebbero pacificamente e con amore e tu invece cerchi lo stesso di strappare con le unghie. Di fondo c'è una fame (che può essere di vari tipi, non solo alimentare), però non siamo capaci, non sempre almeno, di avvicinarci a chi ha cibo chiedendolo con rispetto visto che comunque questi avranno lavorato per avere questo benessere. |
Penso che spesso il risultato è che ognuno vuole convincere l'altro, sia utilizzando la violenza, l'imposizione, ma anche la cultura o la diplomazia, perchè ,molto spesso siamo talmente convinti che sradicare le nostre convinzioni significa dover riniziare da capo ed ammettere che abbiamo sbagliato.
Poche volte si cerca il confronto ed il dialogo. |
Citazione:
Se pretenderò cercherò di mostrarmi sopra, se ammetterò mi avvicinerò più umile... |
Quoto in pieno.
Citazione:
Questo è un argomento importante. Lo riporto su. Credo che a seconda di come la nostra sovrastruttura si sia formata e di come poi l'abbiamo costruita successivamente dipenda la presentazione che facciamo di noi. In tutti i casi per chi spara si tratta di paura del confronto e all'apertura. Perchè uno che vuole cercare e che desidera imparare dovrebbe averne paura? ci sarebbere tanti perchè, ma intanto perchè aprirsi significa abbandonare certezze e convinzioni che implicano una immagine di se che proiettiamo nell'altro. Poi perchè quelle stesse convinzioni e certezze sono le colonne portanti di ciò che proiettiamo e vogliamo vedere negli altri, va da se che se non lo vediamo facciamo di tutto per averlo anche costringere l'altro a singolar tenzone. Se in un particolare caso le aspettative (proiezioni) non vengono adeguatamente rispettate in ogni caso l'immagine residua non è compromettibile e discutibile. Il costo è troppo alto, è rimettersi in gioco. Automaticamente scatta poi un meccanismo di difesa nell'altro il quale accetta la tenzone... si ma anche questo a che costo? Si, credo anche io che dietro ci sia la fame, la voglia di crescere nascosta, tanto nascosta, dalla paura di perdersi.. ma per perdersi bisogna essersi trovati. |
...anche solo un modo di dire"eccomi sono qui e sono forte",una forma leggera di razzismo figlia del sudore e di sacrifici e di rinunce,che deplora i non pari di grado e impedisce di sfidarli a singolar tenzone perchè sarebbe come sparare sulla croce rossa e non da neanche gusto nel ferirli.Solo ad un degno avversario nella lotta puoi riuscire a rubargli il segreto delle sue mosse.Sì credo sia la fame e non alimentare a far scattare la molla.
|
Citazione:
Io credo che questo pistolero di cui parla il 3d abbia il più grande limite nel pregiudizio, e nella verbalizzazione della conoscenza, lo scopo è quello di affermarsi all'esterno, di farsi riconoscere, è uno dei suoi bisogni primari pena la sensazione di non esistere , il riconoscimento di quella forza che citi è un falso potere che proietta fuori di se e quindi non lo possiede realmente, ma se anche fosse una ricerca del dignitario di turno non lo troverebbe così... ma troverebbe sempre qualcosa di molto simile energeticamente se non inferiore, mentre "l'alto" (lo virgoletto perchè proprio non trovo altro per inderci meglio che si possa) lo osserva in silenzio (questa in parte è esperienza personale). Son convinta che l'antagonismo e la competezione sia una cosa buona finchè è sana finchè ha il fine di farsi tirare e spingere, ma quando diventa una sfida di potere decade ogni senso di conoscenza e subentra il gioco del potere. |
No,io non ci vedrei nessuna paura,forse solo quella di perdere del tempo,ma quel "pistolero" lì di tacche sul calcio della sua pistola potrebbe averne tante da saper distinguere un aquila da un coniglio;non importa la strada,il percorso che hanno fatto i candidati al torneo,importante e che volino ad ali spiegate e non zompettino come conigli.Neanche di chiusure potremmo parlare,chiusure alla conoscenza dell'animo umano(quella storia che tutti gli esseri sono uguali non potremmo darla a bere al pistolero...)troppo rapace dentro per credere che anche i roditori hanno una ragione d'essere,perchè sa che è così ma non lo interessa.Nemmeno il potere è ciò che cerca,non cerca di affermarsi come un tiranno sul trono altrui.La conoscenza e non solo esteriore.Ciò che alberga nel cuore e nella mente di un'altra aquila.E' nella lotta che l'assapora,attraverso il sangue che sgorga...:)
|
Parli di grande limite nel pregiudizio e nella verbalizzazione della conoscenza e di uno scopo di affermazione esteriore pena la sensazione di non esistere.
Non tutto si riesce a trasferire con le parole e spesso ciò che esce e già trito e ritrito dalle "sue" fauci. L'istinto e l'intuito guidano il pistolero e il pregiudizio è un immediato postgiudizio. Sì hai ragione sarà un bisogno anche se non primario ma pur sempre un bisogno di sentirsi vivo. |
Citazione:
ed al centro ci metterebbe altro . Che senso ha dire per dire cose gia' dette o provare cose che non danno piu' senso al proporio vivere . Nessuno, il senso quello vero sta dunque atrove . Quell'altro da mettere al centro pero' lui ,il pistolero, non lo conosce cosi' come non lo conosce l'aquila che per natura deve bere il sangue delle sue vittime , altrimenti non esprimerebbe il suo essere in quel modo . Ha ancora molta strada da fare dunque nonostante e soprattutto a causa delle tacche che fa vedere con spocchia sul calcio della pistola. E sai come va a finire, sempre , che il pistolero SOLO MA PROPRIO SOLO , se ne va molto presto , riprende quella strada che deve ancora fare per capire qualcosa di quell'altro. Ed e' in questo andarsene SOLO che sta il suo fallimento .....anche se lui non se ne accorge , per lui anzi all'opposto e' la vittoria , un'altra inutile tacca..... ma cosi' invece e'. |
Citazione:
Personalmente non riesco proprio a capire perchè si parla del pistolero al singolare, secondo me è fuorviante, potrebbe essere anche il gruppo aggressivo che si inserisce in un nuovo ambiente, in ogni caso chi spara ha sempre il potere di farlo, e dipende anche da chi accoglie l'altro. Non dimenticiamo che in molte trame west, è il forestiero che salva la situazione, spezzando il clima di omertà e remissione che la gente ha nei confronti di chi ha sempre detenuto il potere. Concordo anche sull'affermazione di Ray, l'umile preferisce bussare, ma cosa succede se tutti poi ti sbattono la porta faccia (senza motivo)? Se qualcosa ci viene negata, allora siamo autorizzati poi a prendercela? :C: |
Citazione:
A quel punto per chi prende non è più questione di autorizzazione, almeno in prima battuta, ma solo questione di avere o restare senza. Poi dopo si fa i conti sul come abbiamo avuto. |
E da ieri sera ch efrulla in testa un film di Jodorowsky che si chiama El Topo e che mi ha sempre colpito tantissimo e che in qualche modo torna utile sulle domande di Ray e Astral.
Racconto in brevissimo per chi non lo ha visto e non lo conosce. El Topo è il soprannome del protagonista che è un pistolero del lontano west alla ricerca dell'illuminazione ma per trovarla all'inizio gli viene fatto capire che deve uccidere i più grandi tre maestri esistenti, ma lui non essendo pronto, non potendo fronteggiarli con lealtà escogita trucchi e li uccide con l'inganno perchè vuole il loro sapere e la loro grandezza. Ma alla fine quando li uccide tutti non avendo ottenuta la pienezza, si dispera. Il film poi prosegue con un cambio completo del protagonista e con la sua reale morte iniziatica ma non c'entra più con 3d. Nel film El Topo cerca ma ha nel cuore la ricerca del potere ed è accecato. Il 3D voleva forse orientarsi altrove ma secondo me ci stava con le domande che sono venute fuori. |
Citazione:
|
il titolo dice : la pistola (o il pistola) più veloce..dalle mie parti il pistola è il sempliciotto...allora fatemi capire il famoso coniglio (che in questo caso se non ho capito male è il pistola) non ha possibilità e utilità alcuna? sicuro non volerà...sicuro non andrà a cena con l' aquila...semmai sarà la sua cena..inoltre se si espone sarà vittima e dell' aquila e del cacciatore ma cosa più importante non troverà il cibo adatto a se...tuttavia nonostante le tacche e nonostante la regalità anche lui ha fame anche lui cerca anche lui trova il suo cibo...e non si può negare (come dice Ray) che anche il pistola ha una sua ragione d' essere...
:C: |
La sensazione di perdere tempo è gran cosa, l'urgenza di conoscere è buona cosa. La paura cè, è nostra compagna fosse anche la paura di girare intorno senza andare da nessuna parte. La paura di aver inciso molte tacche sul calcio della pistola e non aver guadagnato nulla.
Non importa quanta strada si è fatto o il luogo che si è trovato, importa avere quel senso di urgenza che spesso si perde. E' in quel senso di urgenza che gli orpelli cadono e le strutture si alleggeriscono, il senso del pistolero/guerriero errante alla ricerca di un'avversario che lo stupisca, che lo uccida perchè questo cerca infine, ricerca la morte data da un'avversario degno di lui. Nessun trono altrui quindi ma sangue che sgorga perchè il proprio tiranno venga sconfitto. Sentirsi vivo per un attimo e ritornare schiavo del tiranno, non poter tornare indietro pena l'oblio impone al pistolero la ricerca del campione che possa dagli la giusta morte. Tutti vogliamo qualcosa, chiediamo senza dare nulla in cambio, nei casi migliori diamo meno di quello preso. Col tempo ci illudiamo di aver costruito qualcosa che ci appartiene ma non è così. Il senso del possesso è un demone che logora e ci annebbia la vista. Quando si presenta un pistolero in città lo si addita a conquistatore, i cittadini magari non cedono manco un pezzetto dello sconfinato territorio occupato e quindi al pistolero, per af-fermarsi sfida chi ritiene importante. Ma sfidare è mettersi alla prova, non è affare per conigli, e la posta in gioco è vincere se stessi. Il pistolero sfida un'avversario che conosce le stesse regole. Ci si affronta con le pistole nella fondina e ci si guarda negli occhi, le gente corre a ripararsi e trema. Un lampo negli occhi e l'istinto muove rapidamente il braccio verso la pistola... bang!!! |
Citazione:
Il pregiudizio che si discuteva sopra lo avvolge tanto fuori che dentro. |
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Però anche chi si trova in posizione di vantaggio, sa più di tutti, che alla base non vi può essere alcuna forma di razzismo. Questa, come dici, può generarsi da un certo tipo di percorso e a sto punto mi chiederei cosa è che la genera, la produce e perchè. Non parlo di considerare tutti allo stesso livello ma di partire da un presupposto comune per tutti ossia il rispetto. Per chi sta sopra, per chi sta sotto, insomma a prescindere dalla posizione che occupa. Non capisco poi perché "rubare" le mosse, al degno avversario, quando glie le si può chiedere. Allora, mi viene da pensare, considerando che l'istinto svolge continuamente la sua azione, incide comunque sul comportamento, non sia poi del tutto, come dire, sotto controllo. Pensavo per questo discorso ad una storia thai che riguarda un guerriero, il quale era talmente forte che andava in giro per il Paese a sfidare quelli che lui considerava di " pari grado" o che quanto meno avessero una buona fama di "combattente". Ovviamente vinceva sempre e uno ad uno li eliminava tutti. Quando poi un nobile del tempo, avendone sentito parlare sia per le sue gesta e sia per la sua abilità di usare qualsiasi arma, lo cercò e trovò gli chiese se voleva seguirlo per la difesa del paese minacciato dagli invasori che di li a poco avrebbero controllato la Nazione. Li per li non gli interessava poi tanto, anzi pensava che quel nobile poteva essere un'altra " vittima" del suo modo di combattere. Ma quel Conte gli disse che poteva scegliere: mettere la sua Arte a disposizione e per la difesa dell'Impero minacciato - quindi a disposizione di tutti - e per questo evitare di eliminare validi guerrieri ma anzi consentire a questi di definire le proprie potenzialità o continuare a fare quel che stava facendo, cercando di misurare le sua capacità. Ma in questo modo cosa avrebbe potuto ottenere alla fine se non " tacche"? Riuscì, allora, a mettere da parte quel che stava cercando, nella presunzione forse che quello era il modo di misurare se stesso, anche perchè forse si rese conto che attraverso quel mezzo, quel comportamento, non sarebbe poi andato tanto lontano, e seguì il nobile. Questi anche grazie al suo aiuto, divenne il successivo Imperatore. Il guerriero, oltre a divenire capo delle sue guardie personali " passò " quel che sapeva a chi, nel rispetto, voleva avvicinarsi alla sua Arte della guerra. Le sue gesta, ancora oggi, sono festeggiate in Thailandia, poichè seppe mettere l'Arte al servizio, soprattutto di quello che seguì come suo Imperatore. Si suicidò quando l'Imperatore che ormai seguiva da anni morì, dicendo, prima di togliersi la vita che sicuramente il suo Re aveva bisogno di lui e non poteva abbandonarlo. Trovo che sia adattabile al discorso, anche se forse con qualche forzatura ma in buona sostanza c'è qualche analogia col pistolero. fiori.gif |
Non possiamo aggiungere anche che oggi, in linea di massima, chi più s'impone e alza la voce o anche solo risulta più insistente ottiene di più?
Non stò parlando di un posto in particolare ma ultimamente ho proprio notato che a maggior disponibilità e "mitezza" in genere si accomuna un minor risultato Forse anche questo può spingere qualcuno a fare il pistolero, anche se sicuramente c'è, come si suol dire, chi ci fà e chi ci è. leggo.gif |
Citazione:
Sull'ultima parte sono d'accordo, e la capisco...forse più di quanto vorrei ammettere. Quello che mi lascia un pò perlessa però è il passaggio sopra, quando dici che il pistolero se si rendesse conto che tutto è già stato detto e fatto metterebbe al centro del suo vivere "altro". In un certo senso lo so che è giusto ma è un puro brivido d'intuizione non comprensione vera e propria per cui..icon_mrgr: ti tocca, se ti và, di rispiegarmela questa cosa perchè se io mi soffermo sul fatto che tutto ciò che dico/chiedo e quello che rispondo o come reagisco è già stato fatto e detto (e lo inizio a vedere anche in altre persone) mi perdo. Nel senso che..che senso avrebbe parlare e chiedere se non per tediare? O forse intendi dire che è proprio rendendosi conto che siamo la miliardesima persona che percorre la medesima strada e chiede per la miliardesima volta la stessa cosa a chi risponde và riconosciuta perlomeno la gloria di una pazienza infinita nonchè l'assoluta assenza di obbligo nel dare la miliardesima risposta? Quel qualcosaltro sarebbe cosa? (eddai ci provo, sia mai che me lo dici icon_mrgr: icon_mrgr: ) :C: |
Citazione:
Citazione:
( anche in questo caso sembra una protagonista del film l'esorcista ) diventano giochi puerili privi di senso sicche' , se vuoi veramente cio' che conta e che ti fa sentire vivo , devi volgere l'attenzione e lo sguardo ad altro . Cos'e' questo altro' ? Lo sai anche tu ne parliamo sempre qui, lo puoi chiamare in 10.000 modi : svegliarsi ,amare ed amarsi , diventare uno ,vincere le proprie identificazioni , Gesu' , Buddha , l'amore di Maria , di Padre Pio , meditare per comprendere ecc , Con questo non voglio dire che porre, porsi domande sia sbagliato ma quello che conta e' perche' lo fai , qual'e' il fine che ti poni . Il fatto che le domande siano sempre le stesse dimostra proprio che non basta porre domande e ascoltare risposte per COMPRENDERE . Pensa allora che misera figura fa il pistolero di Loriland e quale solitudine e sentimento di inutilita' lo avra' preso dopo essersene andata via sola ....come ha fatto . Quindi conoscere non puo' mai essere un fine ma e' sempre solo un misero mezzo per sperimentare altre cose non fosse altro che parlare con il prossimo sempre che voglia ascoltare e dialogare.....e qui si apre un'altro capitolo . |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 04.32.56. |
Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271