Strategie sociali
Volevo soltanto dire 2 parole in merito al sociale o in genere alle relazioni tra i membri di un gruppo.
Come ben si sa in ogni gruppo ci deve essere sempre un capo o forse anche due sempre che i caratteri possano essere bilanciati tra loro. Ma per creare veramente un gruppo che funzioni c'è bisogno di altri elementi. |
So benissimo di mettermi in una situazione scomoda ma vorrei, per iniziare, fare qualche esempio: un sistema planetario, un sistema musicale, un sistema discepolare. Noteremo che in ogni realtà è presente armonia pur avendo al proprio interno elementi diciamo "destabilizzanti".
Quello che intendevo dimostrare è che ogni elemento costitutivo dell'insieme è contenuto in esso dato che risuona o è attirato da una forza. |
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L'influsso arimanico di cui si parlava è evidente che sia presente in misura maggiore in certe persone che proprio per questo devono essere, per vantaggio di tutti e per loro vantaggio, alleggeriti di troppa energia che gli deriva dal quello stato o insomma in quel dato modo. Cioè tutti potrebbero beneficiarne con conseguente avanzamento di tutti, compreso tale persona. Certo la realizzazione non l'ho ancora verificata a pieno ma ho prospettive di farlo in futuro. Sto parlando di situazioni reali di vita e non di questo forum specifico, però magari è applicabile ad altri ambiti. |
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Oppure situazione opposta per spontaneità, i gruppi di terapia psicologica, lì il gruppo ha una potenza notevole sul singolo, come deduplicare il terapeuta, esperienze bellissime, ma vi sono ben precise motivazioni ,precise modalità . In altri ambiti e non so che progetti hai, credo il problema più grosso sia la motivazione, la finalità. Personalmente ho difficoltà a restare sempre serena in un gruppo, va finire poi che privileggio la conoscenza dei singoli. Ho provato con i sanniasin di Osho e prima ancora da ragazza facevo parte di un gruppo di azione cattolica, per molto tempo, ma poi mi stavano strette le ideologie, le aspettative. altri sono rmasti tutta la vita. Mi piace molto il gruppo, ripeto è potente perchè le risorse sono sempre nuove e varie, sia umane che specificamente per lo scopo, intellettivo e,/o spirituale che ti ha attratto, mi aspetto sempre che una maggiore capacità di scambio accada, ma non lo do mai per scontato, il gruppo per me è sempre difficile, lo amo e lo temo. |
Eccomi, avevo già capito cosa intendevi nell'altro 3d, ma avevo bisogno che tu lo mettessi più in chiaro. In parte lo hai fatto, ma mi serve ancora una cosa
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Ma se ne sei solo attirato e non entri per paura o altro non risuonerai mai alla stessa vibrazione, tenterai sempre di imporre la tua vibrazione ed il gruppo non potrà adattarsi a te. Citazione:
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E' un discorso di sconti, se tu fai uno sconto a qualcuno, questo potrebbe sentirsi contento in apparenza, magari una coscienza un pò addormentata (che nel bambino spesso non è) ne potrà gioire, ma dentro la sofferenza si accumula. Fare uno sconto implicitamente significa sancire che tal persona non può e non potrà in nessun modo arrivare a pagare il biglietto intero. La umili anche se pensi di essere buona Donare è diverso, si può e si dovrebbe donare senza problemi, ma parafrasando la pubblicità della carta di credito ci sono cose che non si possono donare. Se solo ci provi (non ci riuscirai perchè non è possibile) stai facendo un grande torto a quella persona, la vuoi incatenare al destino che tu credi inderogabile per lei. Citazione:
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La prospettiva del gruppo, sociale o altro può partire da differenti presupposti. Per esempio si forma un gruppo per fare o aiutare il prossimo che ha problemi e qui ci sono mille ambiti per agire oppure un gruppo del tipo spirituale che possa condividere tappe di vita o altro. In entrambi i casi si parte sempre (o quasi) dal presupposto che chi forma il gruppo debba crescere e che si fa l'esperienza strada facendo, cosa che non è poi male anzi tutt'altro. Quello a cui mi riferisco però è un po differente, si forma un gruppo la dove il cammino personale è ormai quasi giunto a destinazione e non da costruire tutto dall'inizio. In questo ambito si aprono prospettive nuove e secondo me tutte da indagare. E' anche vero che allora il discorso dell'elemento "destabilizzante" in questo contesto cambia e sarebbe da indagare come possa entrarci a far parte in un gruppo dove come dicevo qui, ognuno abbia fatto già un discorso. Sono ambiti diversi. |
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Intanto la scala musicale è anche definibile come la successione ordinata di determinati suoni che stanno in rapporto tra loro (intendo a distanza, un po come è l'orbita per i pianeti). Si notano due anzi tre particolari quali, la Fondamentale, la Dominante e la Tonica, per quanto riguarda un tipo di attrazione diciamo magnetica (facendo un parallelo al sistema planetario). Poi ci sono note che prese insieme e suonate in simultanea formano accordi o Armonie tipo 1-3-5 / 5-7-2 (9) oppure 2-4-6 / 3-5-7. A seconda di come sono combinate danno un tono caratteristico all'accordo stesso, chiamato Maggiore (o anche Giusto) o Minore e in certi casi Diminuito. Il Diminuito si determina nel momento in cui metto insieme o sovrappongo costruendo due note sul settimo grado (detto appunto sensibile), che formano così due intervalli di terza minore quindi dissonati. La bravura nostra è quella id usare tutti i gradi della scale e costruirci anche armoniche a seconda dell'occasione facendo in modo che la costruzione nel 7° possa risultare il più possibile contenuta, come ad es. raddoppiando in quel caso la fondamentale oppure aumentando la quinta di un semitono. Ultima cosa è che nella scala, questa volta melodica la Tonica è un secondo livello che fa presagire il primo e va bene questo si sapeva e soprattutto è il risultato immediato della sensibile (o 7° grado) il quale grado pur essendo classificato come instabile è un gradino necessario ad arrivare all' 8°. Senza sensibile non avremmo mai l'accesso all' 8°. Tutto questo discorso è per dire che ogni possibile combinazione è sfruttata o da sfruttare non esistono note che come impazzite distruggono una scale, semmai è l'esecutore materiale che servendosi di esse tira fuori il peggio. Le note stanno li potenzialmente tutte uguali. |
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Per quanto riguarda il progetto, appena un anno fa feci un lavoro con un indiano , cresciuto in Francia che abita in Italia, ora anziano. Parlò nei due giorni di un presupposto importante perchè il nostro progetto si realizzi: averlo chiaro in mente, e in tutti i particolari. Più è chiaro dentro di noi, dalla prima mossa fino alla realizzazione pratica, più si ha probabilità di realizzarlo. Se ti riferisci a idee solamente non è facile che accada nel concreto, mi permetto di dire ciò perchè di situazioni ne ho conosciute, e l'idea che mi sono fatta è che il periodo fervente di tali iniziative lo vidi in posti da me raggiungibili venti anni fà. Non mi sembra che ci sia un grande interesse oggi. In strutture fisiche con alloggiamenti, sale riunioni, servizi, bisogna fare investimenti grossi. Spese enormi.Ecco perchè tutto costa tanto. Scusa per una volta che qualcosa costava solo cinque euro, e non credevo ai miei occhi, era un pesce di aprile.:) . Piacerebbe anche a me un luogo di incontro tra persone che desiderano aiutarsi ed aiutare,dove non ci sia business, proprio quelli da cinque euro, ben venga se hai idee. Uno scherzava , ma era bello quel progetto.:C: |
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Cmq il mio era un discorso che esula dal reale infatti sottintedeva altro che immagino tu abbia afferrato, poi però hai passato il testimone parlando di musica classica e concerti. Posso anche risponderti dicendo che intanto parliamo di professionisti, quindi dovremmo essere tutti professionisti, e poi si parla di recitare o interpretare una parte scritta da altri e diretta da un direttore. Solo con queste variabili il discorso prende tutt'altra piega e non volevo andare su questo discorso. Qui oltre che strategie sociali ci sono elementi di aggregazione armonica, melodica, timbrica o molto altro ancora. Per fare un concerto non si improvvisa e si prova e riprova e prima di arrivare a provare ci sono anni e anni di studio. Non capisco cosa intendi dire o l'indirizzo da dare. |
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Non ho ruoli da subire o in cui mi immedesimi ma posso all'occasione stare bene in qualsiasi ambiente o lavoro o al limite parte da recitare, ormai sono fuori dai ruoli proprio da tutti, se trovo il modo di fare qualcosa insieme agli altri di produttivo bene altrimenti non ho aspettative. Quell'indiano ti aveva detto una grande verità, il progetto ogni progetto va ben specificato e a prescindere che si realizzi o meno all'istante quando il seme è pronto nascerà. L'anima progetta e il corpo esegue ma non è detto che sia immediato e poi l'anima non è composta soltanto da un individuo. Il pratica si potrebbe realizzare e io lo sto facendo di mio, vediamo se prende forma, cmq ci vogliono minimo 10 m2 abitativi o insomma un monolocale dove si inizi un qualcosa, non è detto che l'impronta per l'esterno debba essere prettamente esoterica ma potrebbe essere un'associazione culturale, musicale (come avevo pensato) letteraria o anche un insieme di tutto. Non ci dovrebbero essere necessariamente tutti adulti e il resto verrà una volta iniziato, bastano poche persone e il seme può essere gettato. Poi invece a livello in cui siamo ora ci sarebbero altre situazioni per cui potersi coordinare ma questo sarebbe già un qualcosa in più, non che non si possa fare ma mi sembra che tutti bene o male si sia sulla strada. Potrebbe essere una soddisfazione personale ma al di la di questo non ci vedo al momento un obiettivo in più di quello che già si fa qui dentro. Invece sopra parlavo di persone che individualmente possano dare un inizio a un piccolo seme, ma vorrei sentire anche Uno cosa pensa. |
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Se parliamo di gruppi di persone, di qualsiasi tipo, parliamo di reale. Se parliamo di pianeti, di note etc, parliamo di reale. Se mi dici che volevi fare un discorso concettuale è un'altro discorso. Allora possiamo dire che nell'economia universale generale non esiste scarto, non esiste cosa, persona etc, inutile, tutto ha un senso. Ma se parliamo di qualcosa in particolare ci sono delle scelta da fare. Se per fare un certo lavoro serve la/le persona/ne "destabilizzante/i" (non mi piace tanto questa definizione, non destabilizzano, fanno perdere tempo) ben venga/no, se non serve è solo un fastidio. Per quelle persone stesse è un seme ben seminato non permettergli determinate azioni. Può essere che uno stop le aiuti, come può essere che non serva a nulla neanche quello e che il seme non dia frutto, questo non ci è dato di saperlo oltre un certo limite per via del libero arbitrio... |
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Del resto se si ha la pretesa di insegnare qualcosa a chi è totalmente ignorante o naviga nel buio o dorme, si dovrebbe proprio con quelle persone perdere tempo, come a scuola i casi difficili vanno seguiti più da vicino degli altri, sarbbe troppo bello per un insegnante avere una classe di 20 alunni tutti bravi! Molti insegnanti proprio per questo tagliavano quelli in difficoltà ai primi del secondo quadrimestre abbandonandoli a se stessi, per me l'ho sempre visto come un fallimento. |
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Se ti è piaciuto posso andare avanti ancora diavolo.g: abbraccio: |
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Pretesa di insegnare? Che intendi e con chi ce l'hai? |
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Uno, pensavo avessi capito...ti avevo citato e sottolineato...usi sempre dire che non hai tempo da perdere. Chiunque dica,poi, che l'altro si comporta male, sbaglia o è destabilizzante, emette un giudizio e dunque sa di più e dunque spera che l'altro impari la lezione, decide di stopparlo, insomma in soldoni cerca di insegnarli qualcosa...tutto qui, benvengano teorie propositive per tutti. |
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Adesso posso tranquillizzarti, non ho nessuna ansia con il tempo ma so quello che voglio/devo (in me è la stessa cosa) fare in questa vita ed il tempo che grosso modo ho per farlo. Se dicessi a quasi tutti: "in questo momento hai a disposizione 41 anni". Probabilmente questi sopravvivendo penserebbero che qualsiasi sia lo scopo della loro vita hanno tempo in abbondanza solo per cercarlo. E si ritroverebbero in vecchiaia senza neanche averlo trovato. Io conosco già lo scopo della mia vita ed intendo tentare di svolgerlo. Adesso pensa pure che sono un esaltato, non sto precisando queste cose per te. Generalmente tutti sono talmente convinti di aver qualcosa da insegnare a tutti che si ha una concezione distorta dell'insegnare. Si può imparare con tutti (non da tutti come si dice, ma con tutti) ma pochi possono insegnare a qualcuno ed è necessario un certo tipo di rapporto. Un esempio dovrebbe essere l'insegnante di scuola, in realtà benchè sia una figura socialmente precostituita, il vero rapporto di insegnamento si instaura tra pochi professori/maestri scolastici con gli alunni. Gli altri ragazzi si limitano a memorizzare quello che serve per passare gli esami. Quindi tornando a noi, non ho nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno, se lo faccio non lo posso certo fare con tutti, ma solo con chi ho un certo rapporto. Se dico che Citazione:
Altri non ci pensano per nulla.... Intanto si arriva alla morte con un pugno di mosche in mano. Quindi ricapitolando, sei un peso (ripeto sto parlando con te ma....)? Io faccio quello che devo fare per me, poi può essere che tu ne tragga un vantaggio, ma io non lo faccio per questo, tra te e me non c'è nessun rapporto di insegnamento. Tu potresti imparare, ma io allo stato attuale del nostro rapporto non posso insegnarti nulla. Approfitto del fatto che cerchi sempre di analizzarmi. questo mi da il diritto di fare la stessa cosa con te. Mi permetto di dire una cosa che apparentemente non c'entra nulla con il tema. Credi di lottare con me, con i tizi sul lavoro, con la politica, con quelli del paese che non comprendono le tue idee, credevi di lottare con tuo papà etc... in realtà lotti contro te stessa. Se non fai tua questa cosa puoi raccontarti tutte le storie che vuoi sull'amore verso gli altri che ti fa vivere. In realtà stai sopravvivendo non amandoti. Io non sono disponibile a prendere il tuo posto, non ti permetto di lottare con me al posto tuo :) Buona Pasqua |
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