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dafne 23-06-2009 23.32.36

furtarelli...dentro e fuori
 
Oggi ho assistito a un furto.
Ero in un negozio di abbigliamento per bambini e la commessa, che oramai conosco, mi avicina e mi chiede di non andarmene.

In negozio erano entrate due signore con tre bambini, sembravano zingare ma per essere sinceri erano vestite abbastanza bene, la signora bionda soprattutto, quella che ha iniziato a chiedere mille cose alla commessa.

Per farla breve, ho tenuto d'occhio l'altra donna e il ragazzino di dieci anni (sigh) che ad un certo punto con calma (dopo aver chiesto in italiano strascicato "che devo fare?" alla mora, che continuava a spostare capi di qua e di la) è uscito dal negozio con un paio di pantaloncini presi da uno scaffale (messi giù e presi su almeno una decina di volte..)

Non ho resistito e gli ho detto "dove vai?" ma il ragazzino mi ha risposto in modo molto sgarbato "perchè?"
Ho cercato di trattenerlo dicendogli che la mamma era dentro e indicando i pantaloncini ma il ragazzino e la signora bionda (che si era avvicinata) mi hanno detto che lo scontrino lo aveva la mamma.
Ho glissato dicendo che mi pareva se ne stesse andando da solo e sono tornata dentro ma sapevo che qualcosa non tornava.

Ho avuto paura, paura che lo scontrino ci fosse davvero e che mi avrebbero insultata e, lo ammetto ma lo vedo ora, paura che lo scontrino davvero non ci fosse e che scoppiasse il finimondo.

Alla fine le signore escono e la commessa (ma dove cavolo era?) riappare e le chiedo dei pantaloncini. Anche se la tentazione fortissima era di andarmene e basta.
Appurato il furto ho preso al volo la guardia che passeggiava e che ci ha messo dieci minuti per capire il mio italiano, povero, alla fine quando si è mosso l'intera famiglia si era eclissata.

E' da oggi che rimugino su sta cosa, sulla vigliaccheria profonda che mi ha impedito di chiedere alla commessa ad alta voce se lo scontrino c'era. Anche se qualche mese fà me ne sarei andata senza dire proprio nulla...piccola consolazione.

Rimugino anche sul pensiero infame che m'è venuto poi, e cioè che una commessa qualsiasi può imbucare dei vestiti e poi dichiarare il furto, o che non c'è alcun allarme sui cartellini quindi chiunque potrebbe servirsi.

Questo mi ha fatto malissimo, com'è che m'è venuto in mente? dov'è la mia onestà? Certe cose neanche dovrebbero venirmi in mente.
E qui ho cominciato a pensare a quella frase letta, sul fatto che sia più facile essere disonesti che onesti.
Ho sempre pensato che non fosse così, che una persona nasce onesta o disonesta (mi picchierei da sola) e che se è onesta deve faticare per forzarsi a commettere un reato.

Oggi comincio a pensare che delinquere, in genere, comporta ottenere cose con minor sforzo.
Sono ancora confusa su questo che sto per scrivere ma è come se occorresse,si, in taluni casi, uno sforzo necessario per infrangere un proprio tabù interiore sul "legale, onesto ecc" per, ad esempio, rubare. Frizione che se superata poi scompare, a beneficio di un certo minor sforzo nel raggiungimento dell'obbidettivo.
A quel punto lo sforzo per rimanere nella "retta via" è maggiore rispetto allo sforzo per cacciar giù gli eventuali sensi di colpa..finchè restano.

Quindi, penso, alla fine delinquere rappresenta la strada di minor sforzo. E in questo senso occorre una gran forza per essere "retti". Non una grazia dovuta alla nascita quindi ma uno sforzo consapevole.

Ci stà? C'è dell'altro che non riesco ancora a vedere ma ci penso stosvegli: si accettano eventuali indicazioni icon_mrgr:

Magari deraglio ma mi accorgo pensandoci che è come se nel tempo stessi decidendio di essere onesta invece di doverlo fare...non so se si capisce...

luke 23-06-2009 23.57.37

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 70381)
Oggi ho assistito a un furto.
Ero in un negozio di abbigliamento per bambini e la commessa, che oramai conosco, mi avicina e mi chiede di non andarmene.

In negozio erano entrate due signore con tre bambini, sembravano zingare ma per essere sinceri erano vestite abbastanza bene, la signora bionda soprattutto, quella che ha iniziato a chiedere mille cose alla commessa.

Per farla breve, ho tenuto d'occhio l'altra donna e il ragazzino di dieci anni (sigh) che ad un certo punto con calma (dopo aver chiesto in italiano strascicato "che devo fare?" alla mora, che continuava a spostare capi di qua e di la) è uscito dal negozio con un paio di pantaloncini presi da uno scaffale (messi giù e presi su almeno una decina di volte..)

Non ho resistito e gli ho detto "dove vai?" ma il ragazzino mi ha risposto in modo molto sgarbato "perchè?"
Ho cercato di trattenerlo dicendogli che la mamma era dentro e indicando i pantaloncini ma il ragazzino e la signora bionda (che si era avvicinata) mi hanno detto che lo scontrino lo aveva la mamma.
Ho glissato dicendo che mi pareva se ne stesse andando da solo e sono tornata dentro ma sapevo che qualcosa non tornava.

Ho avuto paura, paura che lo scontrino ci fosse davvero e che mi avrebbero insultata e, lo ammetto ma lo vedo ora, paura che lo scontrino davvero non ci fosse e che scoppiasse il finimondo.

Alla fine le signore escono e la commessa (ma dove cavolo era?) riappare e le chiedo dei pantaloncini. Anche se la tentazione fortissima era di andarmene e basta.
Appurato il furto ho preso al volo la guardia che passeggiava e che ci ha messo dieci minuti per capire il mio italiano, povero, alla fine quando si è mosso l'intera famiglia si era eclissata.

E' da oggi che rimugino su sta cosa, sulla vigliaccheria profonda che mi ha impedito di chiedere alla commessa ad alta voce se lo scontrino c'era. Anche se qualche mese fà me ne sarei andata senza dire proprio nulla...piccola consolazione.

Rimugino anche sul pensiero infame che m'è venuto poi, e cioè che una commessa qualsiasi può imbucare dei vestiti e poi dichiarare il furto, o che non c'è alcun allarme sui cartellini quindi chiunque potrebbe servirsi.

Questo mi ha fatto malissimo, com'è che m'è venuto in mente? dov'è la mia onestà? Certe cose neanche dovrebbero venirmi in mente.
E qui ho cominciato a pensare a quella frase letta, sul fatto che sia più facile essere disonesti che onesti.
Ho sempre pensato che non fosse così, che una persona nasce onesta o disonesta (mi picchierei da sola) e che se è onesta deve faticare per forzarsi a commettere un reato.

Oggi comincio a pensare che delinquere, in genere, comporta ottenere cose con minor sforzo.
Sono ancora confusa su questo che sto per scrivere ma è come se occorresse,si, in taluni casi, uno sforzo necessario per infrangere un proprio tabù interiore sul "legale, onesto ecc" per, ad esempio, rubare. Frizione che se superata poi scompare, a beneficio di un certo minor sforzo nel raggiungimento dell'obbidettivo.
A quel punto lo sforzo per rimanere nella "retta via" è maggiore rispetto allo sforzo per cacciar giù gli eventuali sensi di colpa..finchè restano.

Quindi, penso, alla fine delinquere rappresenta la strada di minor sforzo. E in questo senso occorre una gran forza per essere "retti". Non una grazia dovuta alla nascita quindi ma uno sforzo consapevole.

Ci stà? C'è dell'altro che non riesco ancora a vedere ma ci penso stosvegli: si accettano eventuali indicazioni icon_mrgr:

Magari deraglio ma mi accorgo pensandoci che è come se nel tempo stessi decidendio di essere onesta invece di doverlo fare...non so se si capisce...


Parto dalla tua ultima frase che, se l'ho capita bene, rappresenta una cosa positiva, che io non sono ancora riuscito a compiere completamente; decidere ed essere autonomamente convinti del seguire un comportamento onesto penso sia senz'altro meglio che farlo perchè così deve essere o perchè così ci hanno insegnato da piccoli: probabilmente nei primissimi decenni di vita è necessario essere instradati a forza su questa strada ma poi deve arrivare il momento in cui decidiamo per conto nostro, perchè altrimenti continuando ad essere onesti per imposizione c'è, a mio avviso, il rischio che ad un certo punto salti tutto per aria o che ci sfoghiamo in chissà quale altra maniera.

Per quanto riguarda la paura di chiamare subito la commessa con tutte le possibili conseguenze, ti capisco perchè anche io, che mi ritengo una persona piutosto onesta e perbene, non sono molto solerte nel richiamare gli altri all'ordine, soprattutto con persone estranee o quasi estranee: apprezzo e stimo chi segue un certo tipo di comportamento, ma fino ad ora non sono mai stato il tipo che si mette a fare rimproveri a destra e a manca verso chi non si comporta in un determinato modo, specie se la cosa non mi tocca personalmente.

Il seguire una strada disonesta mi comporterebbe invece uno sforzo troppo forte, forse perchè i tabù in tal senso o i sensi di colpa che avrei sono troppo più forti dei benefici eventuali derivanti dall'atto disonesto.

stefano 24-06-2009 10.32.14

a mio parere sino a che non diventa un modus vivendi è uno sforzo consapevole "l'essere retti".
specie in situazioni come questa ove ci si trova di fronte all'"improvviso" a una situazione di prova.

Uno 24-06-2009 21.52.32

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 70381)
Oggi comincio a pensare che delinquere, in genere, comporta ottenere cose con minor sforzo.
Sono ancora confusa su questo che sto per scrivere ma è come se occorresse,si, in taluni casi, uno sforzo necessario per infrangere un proprio tabù interiore sul "legale, onesto ecc" per, ad esempio, rubare. Frizione che se superata poi scompare, a beneficio di un certo minor sforzo nel raggiungimento dell'obbidettivo.
A quel punto lo sforzo per rimanere nella "retta via" è maggiore rispetto allo sforzo per cacciar giù gli eventuali sensi di colpa..finchè restano.

Quindi, penso, alla fine delinquere rappresenta la strada di minor sforzo. E in questo senso occorre una gran forza per essere "retti". Non una grazia dovuta alla nascita quindi ma uno sforzo consapevole.

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70391)
a mio parere sino a che non diventa un modus vivendi è uno sforzo consapevole "l'essere retti".
specie in situazioni come questa ove ci si trova di fronte all'"improvviso" a una situazione di prova.

Che occorra forza (tanta) per essere onesti è vero, ma finchè questa forza viene esercitata per mezzo di uno sforzo non è consapevole, solo in piccolissima e sporadica parte.

Paradossalmente ci vuole più forza ancora per delinquere, non pare perchè lo sforzo è minore, visto che in quella determinata condizione di partenza si è orientati verso il male.

Per capirci meglio: ad un alcolizzato viene facile ubriacarsi, ad un astemio no, dovrebbe sforzarsi. Un Santo vive in onestà senza nessuna fatica, quello è... dovrebbe sforzarsi per far del male a qualcuno.

Chi sta in mezzo, l'ignavo, anche se crede di essere equilibrato in realtà si trova più vicino (meno sforzo) al male di chi è già orientato verso il bene.
Prima che qualcuno lo chieda vediamo perchè ho scritto che ci vuole più forza per fare del male a prescindere.
Perchè (nel punto in ci ci troviamo ora) dal caos la forza tende naturalmente ad andare verso l'ordine. Lo sforzo invece è diverso e dipende dall'orientamento che ognuno ha.
Lo so che non sarà chiaro, ma provate a rifletterci voi intanto.


Sposto il 3d perchè sta bene da sviluppare in esoterismo

Ray 24-06-2009 22.13.40

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70405)
Che occorra forza (tanta) per essere onesti è vero, ma finchè questa forza viene esercitata per mezzo di uno sforzo non è consapevole, solo in piccolissima e sporadica parte.

Paradossalmente ci vuole più forza ancora per delinquere, non pare perchè lo sforzo è minore, visto che in quella determinata condizione di partenza si è orientati verso il male.

Per capirci meglio: ad un alcolizzato viene facile ubriacarsi, ad un astemio no, dovrebbe sforzarsi. Un Santo vive in onestà senza nessuna fatica, quello è... dovrebbe sforzarsi per far del male a qualcuno.

Chi sta in mezzo, l'ignavo, anche se crede di essere equilibrato in realtà si trova più vicino (meno sforzo) al male di chi è già orientato verso il bene.
Prima che qualcuno lo chieda vediamo perchè ho scritto che ci vuole più forza per fare del male a prescindere.
Perchè (nel punto in ci ci troviamo ora) dal caos la forza tende naturalmente ad andare verso l'ordine. Lo sforzo invece è diverso e dipende dall'orientamento che ognuno ha.
Lo so che non sarà chiaro, ma provate a rifletterci voi intanto.


Sposto il 3d perchè sta bene da sviluppare in esoterismo

Inizio con le domande: dici che ci vuole forza per essere onesti e ancora più forza per delinquere. E per cosa non serve la forza?

Sarebbe anche utile credo, una distinzione chiara tra forza e sforzo. Sforzo non è usare la forza?

stella 24-06-2009 22.47.30

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70406)
Inizio con le domande: dici che ci vuole forza per essere onesti e ancora più forza per delinquere. E per cosa non serve la forza?

Sarebbe anche utile credo, una distinzione chiara tra forza e sforzo. Sforzo non è usare la forza?

Uno sforzo può essere fatto senza consapevolmente voler usare la forza, viene in qualche modo spontaneo verso la cosa cui si tende in quel momento.
Usare la forza invece vuol dire imporsi di farlo anche se non viene proprio spontaneo.
La forza non serve quando una cosa viene facile, usare la forza invece bisogna impegnarsi a volerlo fare.
Per esempio se devo fare una cosa che non mi viene spontanea devo forzarmi a farla, invece mi devo sforzare quando sono già tesa verso una cosa e mi manca un piccolo sforzo per ottenerla, perchè ce l'ho a portata di mano....

dafne 24-06-2009 23.48.55

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70405)
Che occorra forza (tanta) per essere onesti è vero, ma finchè questa forza viene esercitata per mezzo di uno sforzo non è consapevole, solo in piccolissima e sporadica parte.

Paradossalmente ci vuole più forza ancora per delinquere, non pare perchè lo sforzo è minore, visto che in quella determinata condizione di partenza si è orientati verso il male.

Per capirci meglio: ad un alcolizzato viene facile ubriacarsi, ad un astemio no, dovrebbe sforzarsi. Un Santo vive in onestà senza nessuna fatica, quello è... dovrebbe sforzarsi per far del male a qualcuno.

Chi sta in mezzo, l'ignavo, anche se crede di essere equilibrato in realtà si trova più vicino (meno sforzo) al male di chi è già orientato verso il bene.
Prima che qualcuno lo chieda vediamo perchè ho scritto che ci vuole più forza per fare del male a prescindere.
Perchè (nel punto in ci ci troviamo ora) dal caos la forza tende naturalmente ad andare verso l'ordine. Lo sforzo invece è diverso e dipende dall'orientamento che ognuno ha.
Lo so che non sarà chiaro, ma provate a rifletterci voi intanto.



Sono andata in confusione nella fase ubriacatura.
Scrivi che per un astemio costa grandissimo sforzo ubriacarsi, questo lo capisco, non bevo quasi mai e mi sono ubriacata due volte e sono stata talmente male che non rifarei l'esperienza se non facendomi grande violenza.

Questa grossomodo è la posizione del Santo, grossomodo perchè in realtà restando in metafora non berrebbe neanche cercando di obbligarsi, non ci riuscirebbe proprio.

Il Cattivo invece si ubriacherebbe senza neanche pensarci su, giusto?

Quindi in sintesi è la posizione degli ignavi ad essere sotto esame e a crearmi qualche problemino.

La forza si dirige naturalmente verso l'ordine, lo sforzo invece si dirige verso dove siamo orientati,,mmm..questa cosa dell'orientamento è già uscita altrove e non mi è chiarissima.

Però se resto in metafora se sono una che non beve (orientata verso il "bene") tenderò naturalmente a non farlo. Ma se opererò uno sforzo per bere...ehh..mi sa che se riesco ad operare uno sforzo (mi suona come un andare contro la forza..un controcorrente che però non so spiegare meglio) allora non sono orientata ancora davvero.

Ma si può essere "non orientati"? O per forza di cose o si sta verso una parte o verso l'altra?

..per forza...diavolo.g:

La forza è quell'energia, quell'inclinazione naturale, istintiva mentre lo sforzo è il direzioanare in modo volontario quella forza magari costringendola?
stosvegli:

RedWitch 25-06-2009 11.06.47

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70405)
Che occorra forza (tanta) per essere onesti è vero, ma finchè questa forza viene esercitata per mezzo di uno sforzo non è consapevole, solo in piccolissima e sporadica parte.

A me già questa parte risulta ostica, già da qualche altra parte avevi accennato allo sforzo ma non mi è chiaro per niente, forzare e sforzare son due cose diverse? se io faccio forza su di me per fare qualcosa che altrimenti non farei per pigrizia non è uno sforzo? sforzarsi di essere onesti o mettere tutta la forza che si ha a disposizione per lo stesso motivo, è diverso?

Citazione:

Paradossalmente ci vuole più forza ancora per delinquere, non pare perchè lo sforzo è minore, visto che in quella determinata condizione di partenza si è orientati verso il male.

Per capirci meglio: ad un alcolizzato viene facile ubriacarsi, ad un astemio no, dovrebbe sforzarsi. Un Santo vive in onestà senza nessuna fatica, quello è... dovrebbe sforzarsi per far del male a qualcuno.
L'orientamento è qualcosa che abbiamo alla nascita diciamo per "eredità"?

Citazione:

Chi sta in mezzo, l'ignavo, anche se crede di essere equilibrato in realtà si trova più vicino (meno sforzo) al male di chi è già orientato verso il bene.
Prima che qualcuno lo chieda vediamo perchè ho scritto che ci vuole più forza per fare del male a prescindere.
Perchè (nel punto in ci ci troviamo ora) dal caos la forza tende naturalmente ad andare verso l'ordine. Lo sforzo invece è diverso e dipende dall'orientamento che ognuno ha.
Lo so che non sarà chiaro, ma provate a rifletterci voi intanto.
La forza quindi è qualcosa di esterno a noi mentre lo sforzo interno? Messa così la forza mi sembra qualcosa di collettivo, hai detto che nel punto in cui ci troviamo ora (anche se non capisco rispetto a cosa..) dal caos la forza tende verso l'ordine, mentre lo sforzo dipende da noi, dall'orientamento del singolo.. come se ci fosse una corrente generale per tutti e che poi ognuno potesse seguire la corrente o sforzarsi per andare controcorrente?

stefano 25-06-2009 11.35.15

vediamo.
la parola "sforzo" mi fa pensare a qualcosa di "combattuto" cmq diviso non "pieno e unificato"
come se facessi qualcosa ma cmq avessi anche l'altra (bene e male)
mi sforzo verso il bene ma così facendo sono diviso cmq.
La parola "forza" invece mi da l'idea di qualcosa di "pieno, unificato".
Se in me sono unificato ciò che avviene è diretta conseguenza di questo stato dell'essere.
Mi viene in mente la frase "se solo aveste Fede quanto un granello... spostereste le montagne"
Questa parola "Fede" sta a rappresentare un discorso Totale, unificato, pieno a livello di se stessi.
non c'è sforzo è uno stato.
Non so se per natura o altro la "normalità" è verso l'ordine.
Per forzare l'ordine quindi occorre più forza rispetto al forzare il caos.
Avrò più elementi che "combatteranno" contro il proposito.

Uno 25-06-2009 11.49.08

La definizione più semplice che potrebbe venirmi è che la forza è ciò che mantiene per un periodo più o meno lungo ma sempre transitoriamente (anche se potrebbe essere talmente lungo che da un certo punto di vista potrebbe sembrare stabile, immutabile, immortale o come preferite) una qualsiasi situazione, oggetto, entità, stato d'animo, forma fisica e non etc...
Lo sforzo invece è l'assorbimento di forza dall'esterno di questa, che ora genericamente definiremo entità, per ottenere una nuova posizione stabile a prescindere da quando duri.

Lo so che non è ancora semplicissimo... provo degli esempi

Su un bicipite ho la forza per alzare una penna senza problemi, se voglio alzare 100kg (sempre se ci riesco con un braccio solo icon_mrgr:) devo sforzarmi, cioè richiamare forza dall'esterno del bicipite che in questo caso è comunque all'interno del corpo.

Una comunità ha una sua intrinseca forza che le permette di essere ascoltata e di agire, ma se questa comunità decide di iniziare un grande progetto non alla sua attuale portata deve sforzarsi quindi acquisire nuove risorse che possono essere altri partecipanti alla comunità, beni materiali, persone che appoggiano il progetto pur rimanendo fuori.

Qui ho usato esempi molto concreti, ma il raccoglimento, quella che viene chiamata meditazione (e non lo è, è una forma) etc.. servono per raccogliere (appunto) forza che serve per nuovi sforzi.

Capirete (anche se ora è un pò fuorviante) come si possa facilmente confondere lo sforzo reale, naturale e sano con il vampirismo, operazione più semplice e meno faticosa perchè l'energia è già elaborata

Mi fermo un momento perchè l'argomento non è per nulla semplice (o meglio lo è una volta afferrato però)

nikelise 25-06-2009 12.09.06

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70405)
Che occorra forza (tanta) per essere onesti è vero, ma finchè questa forza viene esercitata per mezzo di uno sforzo non è consapevole, solo in piccolissima e sporadica parte.

Paradossalmente ci vuole più forza ancora per delinquere, non pare perchè lo sforzo è minore, visto che in quella determinata condizione di partenza si è orientati verso il male.

Per capirci meglio: ad un alcolizzato viene facile ubriacarsi, ad un astemio no, dovrebbe sforzarsi. Un Santo vive in onestà senza nessuna fatica, quello è... dovrebbe sforzarsi per far del male a qualcuno.

Chi sta in mezzo, l'ignavo, anche se crede di essere equilibrato in realtà si trova più vicino (meno sforzo) al male di chi è già orientato verso il bene.
Prima che qualcuno lo chieda vediamo perchè ho scritto che ci vuole più forza per fare del male a prescindere.
Perchè (nel punto in ci ci troviamo ora) dal caos la forza tende naturalmente ad andare verso l'ordine. Lo sforzo invece è diverso e dipende dall'orientamento che ognuno ha.
Lo so che non sarà chiaro, ma provate a rifletterci voi intanto.


Sposto il 3d perchè sta bene da sviluppare in esoterismo

E' per questo che se ci fermassimo a comprendere le cose e le situazioni basterebbe muoversi , fare , molto poco per risolvere i problemi ?
Invece spesso ci muoviamo nella migliore delle ipotesi, a vuoto , di solito peggioriamo.
Poiche' dobbiamo comunque muoverci altrimenti si muore possiamo : agevolare la forza od ostacolarla mettendoci di traverso ...facendoci male .

Ray 25-06-2009 12.13.25

Quindi lo sforzo è usare una forza che ancora non ho in modo da averla stabilmente?

stefano 25-06-2009 12.28.46

mi vengono in mente gli allenamenti atletici.
se sono abituato a 10 minuti di corsa per farne 30 devo "sforzare" me stesso per un periodo di tempo.
arrivato a farlo per un pò di tempo avrò una muscolatura (forza) tale da poterlo fare senza sforzo.

ci sta?

Kael 25-06-2009 18.56.34

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70421)
La definizione più semplice che potrebbe venirmi è che la forza è ciò che mantiene per un periodo più o meno lungo ma sempre transitoriamente (anche se potrebbe essere talmente lungo che da un certo punto di vista potrebbe sembrare stabile, immutabile, immortale o come preferite) una qualsiasi situazione, oggetto, entità, stato d'animo, forma fisica e non etc...
Lo sforzo invece è l'assorbimento di forza dall'esterno di questa, che ora genericamente definiremo entità, per ottenere una nuova posizione stabile a prescindere da quando duri.

Lo sforzo quindi serve ad aumentare la forza, ossia porto "dentro" nuova forza per un breve istante e poi non riuscirò più a "trattenerla" e se ne andrà, ma lascerà una piccola parte, un residuo, che sommato a tutti i residui che ogni sforzo mi darà alla lunga aumenterà la forza..

Citazione:

Su un bicipite ho la forza per alzare una penna senza problemi, se voglio alzare 100kg (sempre se ci riesco con un braccio solo icon_mrgr:) devo sforzarmi, cioè richiamare forza dall'esterno del bicipite che in questo caso è comunque all'interno del corpo.
Dire quindi "ho la forza per sollevare 100 kg" non è esatto a meno che non riesco a sostenere quel peso per un certo periodo di tempo senza eccessivo sforzo.

Insomma, ci si sforza proprio perchè non si ha la forza necessaria...
Uno sforzare che è un po' come uno "sforare", cioè andare oltre...

stefano 25-06-2009 19.18.47

quindi sino a che sforzi è come se ti "allenassi" ma ancora non sei.. stabile.
in sostanza sei diviso, combattuto ma tendi a...(in questo caso il bene)
quando lo sforzo ha preso un pò di energia per un pò di tempo la tua energia si è stabilizzata e allora hai forza per reggere.

Kael 26-06-2009 00.30.16

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70405)
Prima che qualcuno lo chieda vediamo perchè ho scritto che ci vuole più forza per fare del male a prescindere.
Perchè (nel punto in ci ci troviamo ora) dal caos la forza tende naturalmente ad andare verso l'ordine. Lo sforzo invece è diverso e dipende dall'orientamento che ognuno ha.

Un Santo quindi fa del bene senza il minimo sforzo, ma vivendo egli nel bene la forza tende all'equilibrio e a portarlo verso il male (tentazioni) con la conseguenza che più sei nel bene più saranno maggiori le tentazioni. Ho capito bene? E a queste sì però che anche un Santo dovrà resistervi compiendo uno sforzo, o no?

dafne 26-06-2009 09.56.53

Uhm, non sono sicura di aver capito.

La forza quindi è un qualcosa che abbiamo, la nostra dote, la nostra carica.
Quando devo fare una cosa faticosa, diciamo così, non mi basta usare la forza che ho ma devo fare uno sforzo, cioè recuperare energia da altre parti al di fuori di me.
Anche per fare resistenza a una certa abitudine o dipendenza devo fare uno sforzo, giusto?, perchè nelle condizioni abituali non avrei sufficiente forza.

Nel caso del Santo egli ha sufficiente forza per fare ciò che fà mentre dovrebbe fsre uno sforzo per cambiare il suo modo di essere?
Viceversa per il Delinquente.

Non riesco ancora a comprendere però perchè sia più facile orientarsi verso l'ordine e nonostante questo ci si orienti, in linea generale, tutti molto più facilmente alla disonestà (posto che anche rubare una caramella, di per sè, è delinquere)

Un'altra cosa
Lo sforzo è quindi ciò che ci fa contrarre un debito con il resto del mondo? E cedere energia a chi è in difficoltà, aiutandolo nel suo di sforzo, è quello che invece ci pone in posizione di credito?

leggo.gif

stefano 26-06-2009 10.08.52

beh dafne evidentemente perchè la maggior parte delle persona fa parte della categoria "ignavo" che anche se pensa di essere equilibrato in realtà è più vicino al male piuttosto che al bene.
perchè occorre maggiore forza per fare "male"?
secondo me perchè nel punto in cui siamo l'universo tende verso l'ordine.
quindi se una persona volesse danneggiare l'ordine si troverebbe contro un universo che viaggia in senso contrario.
Viceversa per fare il bene avrebbe oltre alla propria forza un aiuto aggiuntivo dalle forze universali.

Sole 26-06-2009 12.41.25

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 70464)
Non riesco ancora a comprendere però perchè sia più facile orientarsi verso l'ordine e nonostante questo ci si orienti, in linea generale, tutti molto più facilmente alla disonestà (posto che anche rubare una caramella, di per sè, è delinquere)

Un'altra cosa
Lo sforzo è quindi ciò che ci fa contrarre un debito con il resto del mondo? E cedere energia a chi è in difficoltà, aiutandolo nel suo di sforzo, è quello che invece ci pone in posizione di credito?

leggo.gif

Io ho capito che nascendo in questo ordine di cose siamo orientati/tendiamo ad esso e quindi siamo già forti delle leggi che lo regolano. Siamo di conseguenza deboli, meno forti, delle leggi che regolano una materia più sottile e raffinata. Per cui usiamo inconsciamente ed innatamente tanta forza che già abbiamo di default per mantenere le leggi qui e ci vuole tanto sforzo per riuscire a modificare il default di sistema. La forza la intendo come qualcosa di innato che tende a... Il Santo tende al bene e la Forza che regola il suo operato è già tendente al bene per cui gli occorrerà uno sforzo per cambiare il suo default.

Se non è chiaro ci riprovo, ammesso e non concesso che sia giusta l'interpretazione.

stefano 26-06-2009 12.56.08

se così è perchè siamo così attaccati al sistema?
la stessa cosa la si può spostare a questo forum volendo o a qualsiasi struttura.
magari perchè pensiamo che sia il top.
e magari pensando che sia il top non vediamo più in là del nostro naso.

Kael 26-06-2009 13.28.13

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70473)
se così è perchè siamo così attaccati al sistema?
la stessa cosa la si può spostare a questo forum volendo o a qualsiasi struttura.
magari perchè pensiamo che sia il top.
e magari pensando che sia il top non vediamo più in là del nostro naso.

Scusa ma che significa questo post? Così cosa? A chi ti riferisci? Perchè non quoti?
Io mi sforzo a leggerti, ma ho l'impressione che tu lo faccia apposta a non essere mai chiaro...

stefano 26-06-2009 13.31.20

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 70472)
Io ho capito che nascendo in questo ordine di cose siamo orientati/tendiamo ad esso e quindi siamo già forti delle leggi che lo regolano. Siamo di conseguenza deboli, meno forti, delle leggi che regolano una materia più sottile e raffinata. Per cui usiamo inconsciamente ed innatamente tanta forza che già abbiamo di default per mantenere le leggi qui e ci vuole tanto sforzo per riuscire a modificare il default di sistema. .

se così è perchè siamo così attaccati al sistema?
la stessa cosa la si può spostare a questo forum volendo o a qualsiasi struttura.
magari perchè pensiamo che sia il top.
e magari pensando che sia il top non vediamo più in là del nostro naso.

p.s. sperando sia più chiaro ora

Kael 26-06-2009 13.43.37

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70475)
p.s. sperando sia più chiaro ora

No, non lo è.

Avevo intuito comunque che rispondevi a Sole (visto che si vede che ti costa troppo usare i quote come tutti), ma continuo a non capire il significato del tuo post.
Se vuoi farmi il favore di essere più chiaro, altrimenti amen...

Da quello che ho capito io dici che siamo attaccati al sistema (quindi anche all'Universo?) perchè pensiamo sia il top e non vediamo più in la del nostro naso? Che significa questo?

stefano 26-06-2009 14.10.07

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 70476)
No, non lo è.

Avevo intuito comunque che rispondevi a Sole (visto che si vede che ti costa troppo usare i quote come tutti), ma continuo a non capire il significato del tuo post.
Se vuoi farmi il favore di essere più chiaro, altrimenti amen...

Da quello che ho capito io dici che siamo attaccati al sistema (quindi anche all'Universo?) perchè pensiamo sia il top e non vediamo più in la del nostro naso? Che significa questo?

sul "solito" discorso che farei apposta a non essere chiaro perchè non uso il quote.
Chiarisco che se lo faccio non è per non essere chiaro ma per disabitudine a farlo.
sul resto:
se il default del sistema è l'ordine non è cmq detto che quell'ordine sia per forza di cose il massimo della positività ottenibile (ipoteticamente)
se tale ordine lo consideriamo il top e ne siamo "attaccati quasi morbosamente" può darsi non ci si renda conto (ecco il non vedere più in la del proprio naso) di come potrebbe migliorare lavorando inconsapevolmente per mantenerlo così come è.

dafne 26-06-2009 14.37.44

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 70472)
Io ho capito che nascendo in questo ordine di cose siamo orientati/tendiamo ad esso e quindi siamo già forti delle leggi che lo regolano. Siamo di conseguenza deboli, meno forti, delle leggi che regolano una materia più sottile e raffinata. Per cui usiamo inconsciamente ed innatamente tanta forza che già abbiamo di default per mantenere le leggi qui e ci vuole tanto sforzo per riuscire a modificare il default di sistema. La forza la intendo come qualcosa di innato che tende a... Il Santo tende al bene e la Forza che regola il suo operato è già tendente al bene per cui gli occorrerà uno sforzo per cambiare il suo default.

Se non è chiaro ci riprovo, ammesso e non concesso che sia giusta l'interpretazione.

Scusami Sole non riesco a capire scusa.gif

Siamo forti delle leggi che lo regolano (ordine?) ma deboli di una forza che regola una materia più sottile...non riesco a seguirti, uffi.

Forse sono convinta che sia più facile stare nel male perchè sono orientata in quel senso piango.gif il che, purtroppo, avrebbe una sua logica.

Con buona pace del mio buonismo dovrei ora operare uno sforzo per correggere il mio orientamento e ritornare in una posizione in cui fare bene non mi costi fatica.
puah
anche questo..era meglio non saperlo diavolo.g:

Posso quindi capire, se ho scritto giusto, perchè sia più faticoso fare del male ma mi resta ancora oscuro perchè per l'ignavo sia più facile il male..se naturalmente tendiamo all'ordine...pare un controsenso...o forse qui entra in gioco il discorso "minor resistenza"?

leggo.gif


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