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Uno 10-07-2010 11.35.23

Imprinting assertivi errati
 
Parto con un esempio subito (non fate come sempre che vi focalizzate sull'esempio, è solo un esempio, l'argomento è più vasto).

"Non parlare con gli sconosciuti","Non prendere caramelle da chi non conosci..." etc... si dice di solito ai bambini.

Poi, purtroppo tristemente la cronaca ci da delle statistiche in cui molte vole i molestatori di bambini sono amici di famiglia se non gli stessi parenti.
Quello che voglio dire è che fin da bambini ci dicono (e noi tramandiamo) che ciò che è familiare non va osservato con attenzione, mentre bisogna fare attenzione a ciò che non conosciamo.
Poi, cambiando metafora, gli incidenti domestici sono più frequenti di quelli in posti potenzialmente più rischiosi, l'operaio specializzato è più facile che si faccia male del novellino etc...

Usando un gergo informatico è come se avessimo (e ci programmano e programmiamo fin dalla più tenera età) un firewall che chiude molte porte a prescindere anche se non danno nessun problema, e allo stesso tempo lascia molte porte aperte che invece possono essere pericolose.
Immaginate una rete di computer locale con una sola uscita su internet. Su ogni pc della rete viene configurato un firewall che protegge quel pc da ogni cosa che arriva da internet, invece considera amici tutti i pc dentro la rete e quindi non verifica ciò che arriva da essi.
Ebbene, spesso accade che una volta che uno dei pc della rete cade in mani nemiche, tutti i pc della rete locale sono a rischio.

Come avrete capito questa modalità ci impedisce spesso di apprezzare belle cose della vita e ci fa correre pericoli a cui non prestiamo per nulla attenzione.

luke 10-07-2010 12.46.09

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 87823)
Parto con un esempio subito (non fate come sempre che vi focalizzate sull'esempio, è solo un esempio, l'argomento è più vasto).

"Non parlare con gli sconosciuti","Non prendere caramelle da chi non conosci..." etc... si dice di solito ai bambini.

Poi, purtroppo tristemente la cronaca ci da delle statistiche in cui molte vole i molestatori di bambini sono amici di famiglia se non gli stessi parenti.
Quello che voglio dire è che fin da bambini ci dicono (e noi tramandiamo) che ciò che è familiare non va osservato con attenzione, mentre bisogna fare attenzione a ciò che non conosciamo.
Poi, cambiando metafora, gli incidenti domestici sono più frequenti di quelli in posti potenzialmente più rischiosi, l'operaio specializzato è più facile che si faccia male del novellino etc...

Usando un gergo informatico è come se avessimo (e ci programmano e programmiamo fin dalla più tenera età) un firewall che chiude molte porte a prescindere anche se non danno nessun problema, e allo stesso tempo lascia molte porte aperte che invece possono essere pericolose.
Immaginate una rete di computer locale con una sola uscita su internet. Su ogni pc della rete viene configurato un firewall che protegge quel pc da ogni cosa che arriva da internet, invece considera amici tutti i pc dentro la rete e quindi non verifica ciò che arriva da essi.
Ebbene, spesso accade che una volta che uno dei pc della rete cade in mani nemiche, tutti i pc della rete locale sono a rischio.

Come avrete capito questa modalità ci impedisce spesso di apprezzare belle cose della vita e ci fa correre pericoli a cui non prestiamo per nulla attenzione.

Questi concetti mi toccano abbastanza da vicino, in quanto l'educazione ricevuta mi ha portato, tra le altre cose, sempre a guardare con molto sospetto tutto ciò che proveniva da un ambito esterno alla famiglia, quindi sono stato molto sospettoso e diffidente nei confronti dei "terzi" e spesso penso di aver buttato il bambino con l'acqua sporca, cioè le cose positive o gli insegnamenti che potevano arrivarmi dall'esterno.
In più l'importanza data al discorso familiare mi comporta adesso molte difficolta nello sganciarmi da molte dinamiche, cosa che sarebbe invece indispensabile per proseguire.

diamantea 10-07-2010 14.28.57

I miei genitori ci hanno inculcato a guardarci sia dagli estranei che dai parenti. I pericoli? ovunque, soprattutto fuori, ma anche in casa...

Il male ce lo si aspetta soprattutto dagli estranei, in quanto si pensa che la famiglia o gli amici non tradiscano mai. Spesso è il contrario.
E' vero che dagli estranei fa meno male che dai familiari, però mi sa che dietro questa esigenza di proteggere e proteggersi ci stia una forma di controllo.
Tutto ciò che non esce fuori rimane dentro, a portata di mano, di vista cioè sotto il proprio dominio, controllo. Rimanere dentro vuol dire privarsi di esperienze che potrebbero arricchirci, ma anche allontanarci dal nucleo a cui apparteniamo, non essere più una fonte, di affetto, di guadagno per chi ci vuole controllare.
Generare la paura verso l'esterno, l'estraneo è il deterrente per far rimanere dentro certi confini di sicurezza di controllo oltre i quali la situazione sfuggirebbe di mano.
Un genitore con un bambino piccolo lo tiene vicino a se per proteggerlo meglio, ma se il bambino è più grande diventa offuscare l'orizzonte, davanti ad un adulto è proprio limitarne la libertà per paura a volte del confronto.
Un partner ignorante non vorrà che l'altro frequenti persone istruite per paura del confronto fra se stesso e gli altri, sapendo di non voler fare lo sforzo di crescere impedisce di far crescere l'altro.

diamantea 12-07-2010 08.13.47

L'imperativo assertivo peggiore che ho ereditato da mia madre, ma non solo, è stato "l'uomo è cattivo".
Pensavo dopo anni di terapia di aver risolto, invece si era nascosto meglio. Mentre io scappavo fuori in cerca di spazio lui si annidava più in profondità dove non potessi scovarlo. Dove ergeva una sofisticata barriera invisibile anche agli infrarossi.
Ho imparato a rilassare il mio corpo fuori, così mascheravo meglio la barriera che c'è dentro, il veto, la negazione.

Si dice che non è mai troppo tardi ma sarà vero? Ci si può liberare veramente dagli imperativi assertivi?

Ho visto un film Hero, l'imperatore alla fine aveva svuotato il palazzo così da non creare nascondigli per i nemici che volevano ucciderlo, fra lui e l'interlocutore una barriera di tanti passi quanta era la fiducia.

nikelise 12-07-2010 09.44.38

Il mio e' :
sveglia non si poltrisce a letto in piedi !!!
Alle 0700 del mattino , sempre !!! cosi' faceva mio padre .
Morale: io non mi alzo mai , neanche il 1 gennaio ad un'ora diversa dalle 0700 max 0730 semmai molto prima .
Un bel trauma , anche se devo dire che il mio bioritmo e' quello .
Ogni tanto il dubbio che sia un bioritmo indotto c'e' .

webetina 12-07-2010 10.02.52

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 87858)
Il mio e' :
sveglia non si poltrisce a letto in piedi !!!
Alle 0700 del mattino , sempre !!! cosi' faceva mio padre .
Morale: io non mi alzo mai , neanche il 1 gennaio ad un'ora diversa dalle 0700 max 0730 semmai molto prima .
Un bel trauma , anche se devo dire che il mio bioritmo e' quello .
Ogni tanto il dubbio che sia un bioritmo indotto c'e' .

Che fortuna! se vuoi ti passo il mio bioritmo, è senza ritmo...

Edera 13-07-2010 19.42.57

Il mio è (neanche a dirlo ) ' Non devi mai innamorarti di qualcuno completamente senno gli darai il potere di distruggerti'...'Devi sempre tenere una porta chiusa per te'
Si badi però... Non bisogna mai innamorarsi del tutto ma bisogna trovarsi un uomo alto ed esteticamente bello... haahahahahicon_mrgr:
Oltre al fatto che bisogna essere magri e perfetti in generale perchè Lei ha dato il massimo e quindi non è tollerabile avere falle da qui il totale rifiuto di prendere in considerazione i disagi veri dei figli. Amo mia madre, è la fonte di ogni mia nevrosi e sono così varie e articolate che sembrano fatte apposta.:)
Questa dinamica di guardare male allo sconosciuto e non mettere in discussione ciò che è familiare credo impedisca psicologicamente di cercare veramente le cause delle proprie magagne .
Non è semplice mettere in discussione, separare, iniziare a considerare che i luoghi e le persone da cui abbiamo ricavato certamente del bene, dell'affetto sono gli stessi da cui abbiamo assorbito una qualche forma di male. Metterli in discussione all'inizio fa emergere un forte senso di colpa.


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