Citazione:
se invece commetti un crimen, un atto delittuoso, sei colpevole di un crimine e dunque sei un criminale!!! Citazione:
|
Citazione:
Chi uccide, inoltre, non è detto che sia un criminale sempre e dovunque, in alcune nazioni è considerata cosa buona e giusta essere il carnefice di chi magari ti ha ucciso un parente, in altri stati questa è una cosa inconcepibile. |
Citazione:
|
Citazione:
|
Citazione:
Si diventa criminali,o qualunque altra cosa,quando non solo si pensa e manifesta un comportameto criminale,ma lo si ripete ed in un certo senso coltiva,giustifica,finchè non diventa automatico per la persona fare/essere quello.. Non ha alternative,non può/vuole vederle..in alcuni casi gli piace esserlo,altri magari ci si abituano non facendo alcuna resistenza per correggere certe tendenze..inconsciamente si accetta quella parte di sè e si lascia agire,prevalere su altre.(identificazione?) Posso dire che si è cristallizzata in lui quella possibilità,che è di tutti..ma non in tutti può svilupparsi? |
Citazione:
|
Citazione:
L'azione criminosa atta a difenderci non ha certo, nei confronti della legge, la stessa pena di un atto volontario commesso per rubare, eppure anche il delitto commesso per difesa personale sconvolge e trasforma la nostra persona, i conti li dobbiamo fare sempre con l'io più profondo, quello che sa che cosa è giusto fare, perchè appartiene al nostro codice genetico e non a quello legislativo dei tribunali umani. |
Citazione:
Comunque concordo con Ray, dire che una persona è una qualsiasi cosa è diverso da dire che una persona commette (agisce) azioni relative a quella qualsiasi cosa. Essere criminale ed aver agito una volta (anche più volte) da criminale è diverso. Poi se riprendiamo il discorso del fumare, uno abituato a commettere crimini, cioè che ha ormai l'indole, quindi che è un criminale, anche se sta per 2 anni o 10 anni senza commettere azioni criminali, ma ne ha il desiderio, ritiene che sia la giusta scelta o l'unica scelta sempre etc.. ed in sostanza è come una pentola a pressione che sta per scoppiare, beh quello è un criminale anche se al momento non sta commettendo azioni criminose. Se io mi trovo davanti un bandito che minaccia una bambina e nel momento non riesco ad avere abbastanza forza e lucidità per salvare questa senza fare del male all'aggressore non sono un criminale. Non è una questione di legge umana, il fatto che comunque nell'economia sottile dell'universo io pagherò in qualche modo questa mia momentanea mancanza di alternative non vuol dire nulla. Del resto l'aggressore stesso ha mosso delle dinamiche che prima o poi (nel caso della difesa, prima) porteranno delle conseguenze, io comunque in parte sono un attore del destino. Se invece assassino una vecchietta per rubarle la pensione..... Poi è vero che potenzialmente siamo tutti criminali come qualsiasi altra cosa, ma per qualcuno uccidere (per esempio) è praticamente la regola, per altri l'eccezione e per altri ancora l'impossibile. |
Citazione:
Uso il termine criminale nella sua accezione originaria di colui che commette un misfatto, un'azione delittuosa, non nel senso comune di criminale incallito. Come definiresti una persona che uccide per difesa? |
Provo a rispiegare il mio pensiero aggiungendo un punto di partenza diverso, magari risulta più chiaro.
Se è vero che in ognuno di noi c'è potenzialità di crminale e anche di persona onesta, e su questo mi pare che tutti concordiamo, allora dobbiamo dire che il totalmente criminale e il totalmente onesto sono due estremi, due polarità attrattive, che però sono fuori dalla funzione, sono limiti. In mezzo ad essi, nelle infinite possibilità di mescolanza tra le due cose, negli infiniti punti di questa retta (ai cui estremi c'è Crimine e Onestà assolti) si muovono sei miliardi di essere umani. La disposizione è la direzione in cui si muovono, se verso l'uno o l'altro degli estremi. Quello che sono invece è dato dal punto in cui si trovano in quel momento, più o meno vicino ai punti estremi. La serie di movimenti che hanno fatto, magari su e giù, è la loro storia, la somma delle loro esperienze e scelte in merito, che non possono essere cancellate e che danno come risultato il punto in cui si trovano, ma anche la direzione e la velocità con cui si muovono. Vogliamo chiamare criminale chi sta più vicino,di poco o molto, all'estremo crimine? O chi, indipendentemente dal punto in cui è, si muove verso quell'estremo? O meglio: Se sono oltre metà, cioè più verso l'estremo "crimine" sono criminale, ma la direzione verso cui mi muovo mi dice come sto cambiando. Se vado in direzione opposta prima o poi passo la barriera e sarò più vicino all'altro estremo. In quel momento sono un ex-criminale, ma il criminale esiste ancora in me, in parte come effettivo (non sono al 100%) onesto, in parte come potenziale (quello che mi manca per il 100%). E ovviamente viceversa. Non è proprio proprio come la intendevo, ma forse è più facile da comprendere per qualcuno. |
Citazione:
:C: |
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Love :) |
Citazione:
|
Citazione:
Io non risco a vedere criminale chi agisce "per il bene" in quanto non fa un atto delittuoso (da delinquere) ma hai ragione quando dici che muta qualcosa nella persona che lo commette (come diceva Stella nel suo post). Potrebbe essere che lo ripeta ed allora la volontà di farlo lo rende consapevole pertanto criminale. Citazione:
Citazione:
:C: |
Citazione:
La legge morale cui mi riferisco è quella naturale insita nel codice genetico dell'uomo e che risponde al comandamento di tutte le religione "non uccidere"! Il fatto che l'uomo ha sempre ucciso da Caino ai giorni nostri significa che nell'uomo c'è insito il male, pertanto quando sceglie tra le due possibilità, sceglie il male e uccide! certo questo non nega il forte e indiscusso comandamento genetico di "non uccidere", tutte le società si sono sempre basate su questo importante riferimento, la vita è sacra e nessuno può toglierla, e se qualcuno lo fa commette un delitto, un crimine appunto! |
Citazione:
Nei nostri geni, o nell'istinto se vuoi, c'è ben altro. C'è ad esempio sopravvivenza, anche a scapito di quella altrui se occorre... c'è possesso, c'è potere... entrambe cose che rendono più agevole la mera sopravvivenza. La legge che citi ci spinge a costruire il dominio sugli istinti, liberandoci dal dominio che loro invece hanno su di noi. Tu puoi anche chiamare assassino chiunque abbia ucciso qualcun altro, senza andare a vedere chi, come o perchè. Ma ti perdi un pezzo enorme del discorso. Ho provato in mille modi a fartelo vedere, più di così per adesso non so fare. C'è un'altra cosa però: la tua convinzione di sapere cosa è il male. E di conseguenza cosa è il bene. E di poterli definire tramite azioni, ossia stabilire che un'azione è bene o male a prescindere. Forse il problema concettuale è lì. |
Citazione:
Per il secondo punto ho solo detto che si diventa assassini, anche contro la nostra volontà, semplicemente difendendoci dall'aggressione altrui, certo non ho mai messo in dubbio la diversa importanza di chi commette un crimine per difesa da chi lo fa per pura malvagità. Non ho affatto la presunzione di sapere cosa sia bene o cosa sia male, so che uccidere è male, ma non so se sia giusto uccidere per difesa, sebbene istintivamente direi di sì, ma proprio per le mie incertezze e dubbi ho chiesto cosa farebbe Gesù di fronte all'esempio estremo di difendere la vita di un nostro figlio. ci siamo fossilizzati sulla parola criminale ma ho cercato anch'io di farti capire il modo con cui la uso, nella sua accezione originale, tu hai usato la parola assassino...in fondo non vedo la differenza, alla base chi uccide, a torto o a ragione, ha superato il Rubicone, ha dato una svolta alla propria vita, non sarà mai più la stessa persona di prima, potrebbe perdersi nel male come potrebbe tentare di redimersi, nell'ansia di trovare la giusta motivazione al suo gesto! Chi ha ucciso il ragazzo che tentava di rubargli le merendine, spero che avrà sempre il dubbio, dentro di sè, di essersi lasciato prendere da un impeto d'ira eccessivo, di aver commesso un'azione sproporzionata alla offesa, con tutte le attenuanti che vuoi...ma dentro il rimorso di aver ucciso dovrebbe logorarlo per sempre. Ho conosciuto persone che, accidentalmente, hanno ucciso dei pedoni, e ti posso garantire che la loro vita è cambiata, sebbene nell'atto non ci sia stata la volontà di fare del male. |
Citazione:
Sebbene noi dovremmo cercare di imitarlo, non abbiamo tutti e sempre tale forza. E' vero che chi compie una qualsiasi azione potrebbe ripeterla come invece mai più. Ma che differenza c'è con chi non l'ha mai compiuta? C'è la differenza, prova a pensarci... |
Citazione:
|
Citazione:
Certe situazioni non catturano la sua attenzione? fiori.gif |
Citazione:
La differenza è che dopo che l'ho fatta la conosco, prima solo la immagino. Può bastarmi anche immaginare per decidere di non fare, ma se conosco ne so di più. E' anche vero però, anzi per lo stesso motivo, che una volta compiuta è presente nel mio essere, prima era solo una possibilità. In ogni caso mi ha modificato... nel bene e nel male, poi quello che faccio con la modifica dipende da me. |
Citazione:
|
Citazione:
|
Citazione:
|
Citazione:
|
Citazione:
|
Citazione:
Mi viene da aggiungere, in base a ciò che dici, che quindi non esistono esperienze negative in toto,ma dipende da che uso ne facciamo.. Quando compiamo un' azione,è un'opportunità.. perchè possiamo conoscerla e osservarci, possiamo usarla per capire noi stessi e la prossima volta,se dovesse ricapitare scegliere chi vogliamo essere e come agire.. |
Citazione:
Dopo che ho commesso un crimine, la criminalità non è più solo potenziale in me, si è manifestata una volta, io l'ho conosciuta e si è creato il canale di cui parla Kael. Torna ad essere potenziale, ma è una strada che conosco, mi basta imboccarla, non devo più anche tracciare il sentiero. Se permetto che questa strada diventi parte delle mie corde, sia una strada da me scelta a ragion veduta, allora sono un criminale. Ma è una strada malata. Quando la percorro, nel momento in cui la percorro, sono malato. |
Citazione:
Questo significa che chi è uno della massa e non ha una certa dose di coscienza - o un'indole molto pacifica -(e quindi ha il gene criminale attivo) non farebbe altro che lasciarsi trascinare dall'impeto. Per una società davvero civile ci vorrebbe l'assoluta non violenza a cominciare dal trattare piante, animali e umani. Ma quanti lo fanno? Love :) |
Citazione:
|
Citazione:
Come giustamente ti chiede anche Nike, che cosa è per te extraterrestre, la coscienza? Per me la coscienza è la consapevolezza di scegliere tra il bene e il male, e se non avessi più questa capacità di discernimento, mi sentirei una scimmietta ammaestratadiavolo.g: Mi potresti dire inoltre cosa c'entri la capacità del popolino di non avere la coscienza? E dimmi tu non fai parte del popolino, non sei uno della massa? Ti distingui per qualche tuo merito personale, sei un illuminato, sei arrivato alla conoscenza di te stesso? sempre se vuoi rispondere...è sottinteso! icon_mrgr: |
Citazione:
Comunque. la denifizione fatta è quella di base e non è definita. Al di la dei significati filosofici e psichici facilmente reperibile, per me è coscienza il vivere attimo per attimo, qui e adesso. Emozionarsi ogni istante, sentirsi vivi immersi in una vita pià grande. Si capisce cosa voglio dire? Il fatto di sentirsi una scimmietta ammaestrata è già coscienza. Faccio un esempio banale ma forse può essere adatto a far comprendere ciò che non si può definire come coscienza e consapevolezza. Se io mangio solo pane pper me esiste solo questa coscienza. Se io per, vari motivi, assaggio un dolce, ho un'altra coscienza. Citazione:
Citazione:
Love :) |
Citazione:
Non hai detto molto pero' . Sai quanti non si preoccupano del domani ne' di ieri e vivono solo l'oggi . Sai quanti vanno in cerca di emozioni continue attimo dopo attimo . E poi , perche' questo tipo di coscienza che solo pochi hanno , dici tu , dovrebbe migliorare l'esistenza dell'uomo . Puoi chiarire ancora oggi chi ce l'ha dove l'ha trovata come l'ha avuta questa coscienza capace di cambiare le cose? |
Citazione:
Indi passi a dire che per te la coscienza è vivere attimo per attimo! bene, per me questa non è coscienza ma esperienza, il vivere quotidiano, l'accomunare episodi giorno dopo giorno sì che, alla fine, a novantanni, potresti aver accomulato un bel pò di coscienza!manata.gif Secondo me, invece, la coscienza è qualcosa di più speciale, rientra nella sfera più intima, fa parte dell'interiorizzazione della vita, è la consapevolezza dei principi guida che portano l'uomo ad essere diverso dall'animale. Diversamente da te, mi ritengo una della massa, una del popolino, perchè il popolino ha le mie stesse radici, ha un animus come il mio, vive e soffre quanto me, il dolore non risparmia nessuno, nemmeno i grandi pensatori, nè, penso, gli extraterrestri che vivono qui in mezzo alla povera gente comune!8-) |
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Love :) |
Citazione:
Il dolore qualsivoglia sia, è qualcosa di così intenso e ferino da sconvolgere chiunque, Saba in una sua poesia diceva che "il dolore ha un solo volto e non cambia" riferendosi appunto all'osservazione del dolore di una vecchia capra camusa! Ungaretti, Leopardi, Munch, e potrei aggiungere molti altri, hanno solo dato, prestato, le parole al sentimento del dolore, mi dispiace ma il dolore ha un volto e non cambia in base alla cultura individuale. Le loro poesie, le loro espressioni artistiche sono valide ancora oggi e lo saranno finchè l'uomo avrà rispetto della vita, perchè in esse qualsiasi uomo del volgo ci si potrà ritrovare, sebbene non abbia la capacità di esprimersi a quei livelli! Non illuderti Elo, siamo fatti tutti di carne e di animo, tutti...anche tu! |
Citazione:
Non te la puoi cavare dicendo che non bastano 2 parole , qui abbiamo tempo e pazienza e puoi dier anche ben piu' delle due parole che non ti bastano . Ripeto sei Tu che ogni discorso lo chiudi con l'avvento di una coscienza nuova e determinante . Devi riuscire a spiegare cos'e' altrimenti parli di cio' che non conosci cosa che non credo . Sforzati sono sicuro che giovera' anche a te . Attendo che mi spieghi . |
Citazione:
Love :) |
Citazione:
Quindi e' profondamente errato dire non posso parlare delle mie esperienze..... di cosa ci parli allora di continuo .....di aria fritta' Non credo . Io non credo che tu non ne sia capace, ti stai arroccando mentre e' l'occasione per dimostrare quello che sai. Spero che tu capisca cio' che intendo. |
Citazione:
Le vibrazioni sono energia che ci circonda. Ne percepiamo entro certe lunghezze come suoni o colori. Però oltre queste non avvertiamo più nulla eppure ci sono ultrasuoni, ultravioletti ecc. Onde radiotelevisive: Varie emmittenti trasmettono su certe frequenze. Per vederle occorre un apparecchio che riesca a captare certe frequenze. Se non ci si collega con quelle frequenze non si vedrà nulla. Love :) |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 09.28.49. |
Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271