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Astral 31-08-2011 09.46.40

Non-Giudizio e non lamento
 
Vorrei riflettere su queste tecniche o stili di vita più che altro.

1) Il primo si tratta di non giudicare il prossimo e lo ritroviamo nei vangeli. Significa per esempio che se io quando qualcuno passa e critico il suo modo di vestire, a mia volta mi sentirò criticato, quindi subisco il giudizio che ho creato all'esterno.
Certo ma come si fa a non giudicare? Allora la mente a che serve? Lo spirito non è giudicante.
E che differenza c'è tra giudizio e discernimento per esempio. Se non ho un minimo di giudizio come faccio a valutare se un amico è fidato o meno. Però a sto punto poi si vanno a creare dei giudizi sempre maggiori e a quel punto mi sentirò in grado di dire che uno è un adultero che quell'altro sbaglia, ragionando secondo i miei criteri.
Quindi se giudico sbaglio, ma se non giudico...

2) Il secondo punto è il non lamentarsi: lamentarsi non serve è inutile e magari non esternandolo (come si dovrebbe fare in alchimia) dovrei tenerlo dentro di me, ma poi non mi pesa sto non lamentarsi mai? Significa vedere bellezza ovunque, che è come essere bambini, ma significa pure tornare nell'ingenuità.

Direi che ci sono tantissimi spunti di riflessione, e per i più esperti, magari mi si potrebbe dire come affronta l'esoterismo questi due temi (non giudizio e non lamentarsi).

abbraccio: fiori.gif :C:

Ray 05-09-2011 22.28.27

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103067)
2) Il secondo punto è il non lamentarsi: lamentarsi non serve è inutile e magari non esternandolo (come si dovrebbe fare in alchimia) dovrei tenerlo dentro di me, ma poi non mi pesa sto non lamentarsi mai? Significa vedere bellezza ovunque, che è come essere bambini, ma significa pure tornare nell'ingenuità.

Prendo questo... non mi ricordo se ne abbiamo parlato altrove specificatamente del lamentarsi, mentre sul giudizio ci sono molti tread (se ne può parlare anche qui per carità).

Dici che lamentarsi è inutile, partiamo da qui, poi però ti chiedi se può pesare il non lamentarsi. Beh, ma allora è utile...

Immagino tu intenda che lamentarsi di una cosa non serve a cambiarla... anche qui non è detto, potrebbe pure servire. Il punto è se serve a noi. E qui torniamo alla faccenda del pesare... alla fin fine, perchè ci lamentiamo? Come stiamo dopo esserci lamentati? Cosa otteniamo col lamento.
Va ovviamente distinto cosa otteniamo dagli altri... perchè ci sono anche i lamenti interiori, quelli che magari non esterniamo ma che facciamo con noi stessi.

Astral 05-09-2011 22.58.40

Prendere consapevolezza di una propria insoddisfazione lo trovo evolutivo, capisco che c'è qualcosa che non va. Il lamentarsi lo trovo però uno spreco d'energia, mi sembra l'opposto del ringraziamento. Poi in genere mi sembra l'atteggiamento di chi non cambia le cose, e può solo lamentarsi come dimostrare impotenza. Abbiamo visto che le emozioni non si dovrebbero esternare ma tenere dentro per lavorare sui nervi e per essere materiale di trasformazione.

La lamentela potrebbe essere questa insoddisfazione in surplus che non si riesce a trasformare e che esce fuori con: che pizza, il lavoro va male, questo non va etc.
Ma non è tanto quello che dico, quanto lo stato emotivo e quindi poi il circuito di pensieri che mi fa fare.

Per questo domandavo se nei principi dell'esoterismo classico era citato qualcosa.

Sul forum si parla di giudizio, ma io parlavo di non giudizio, che sembra molto "orientale" come termine, ma che è correlato appunto a sospendere la parte critica della mente.

Astral 05-09-2011 23.11.26

Riprendo un intervento che riassume sia la lamentela e il giudizio manco a fallo a posta l'ho trovato proprio ora nella discussione: chiedete e vi sarà dato.
Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 74721)
Il problema del merito è direttamente collegato al non saper chiedere cui accenna Kael.

Siamo abituati a pensare in termini di merito... quel tizio non si merita una moglie così bella, o così fedele dato che lui è infedele o i soldi che ha, il lavoro eccetera... qui lavora l'invidia, la quale ci porta a giudicare ciò che non sappiamo e ad ergerci a livelli che non possiamo.

Oppure quello si meriterebbe di più dalla vita ecc ecc.. ancora peggio: oltre a giudicare, ergendoci sopra di quel che siamo (super-bia), pur mantendo la nostra limitata visione, anche giudichiamo l'universo che, a nostro avviso, non fa ciò che dovrebbe.



Non possiamo giudicare proprio perchè la nostra visione è limitata... non solo non sappiamo tutto quello che dovremmo sapere su tizio e la sua situazione, ma addirittura spesso valutiamo male le cose, al contrario ad esempio, e così una sofferenza trasformante la vediamo come una cosa negativa, che la persone non merita, mentre magari è un premio perchè lui saprà usarla come tale.



Se poi sostituaimo la parola lui con la parola io ci avviciniamo di più al problema. Continuamente noi giudichiamo noi stessi senza avere la capacità di farlo e continuamente confrontamo questo giudizio (che è il segno del nostro errore) con la percezione (limitata) della nostra situazione. Quando le cose non collimano, ossia sempre, ecco che ci meriteremmo o non ci meriteremmo.



Mentre dovremmo imparare a smettere di giudicare, partendo dal presupposto che tutti hanno sempre quello che meritano, e in base a quello che c'è, per come possiamo vedere, capire come sono le cose in realtà, sbarazzandoci dei nostri errori di valutazione. Ossia dovremmo fare esattamente l'opposto di quel che facciamo: dovremmo dedurre il merito da ciò che è. E a quel punto il concetto di merito perderebbe il senso che gli diamo, forse acquistandone un altro.



Se imparassimo a non giudicare il mondo, ecco che potremmo imparare a chiedere, smettendo di protestare travestito da lagna finta umile. Ci renderemmo conto della limitatezza della nostra visione e chiederemmo sinceramente, ossia senza minimamente ritenere di avere diritto a quanto stiamo chiedendo, senza sotto sotto pensare che ci spetti.



Quando riusciamo a chiedere così, o anche solo ad avvicinarcisi, ci viene dato. In altri modi non chiediamo, facciamo altro, non abbiamo l'umiltà di chiedere. Saper chiedere è anche saper ottenere. E così è per il bussare... noi abbiamo sempre un'intenzione altra, un'aspettativa/pretesa quando bussiamo. Non bussiamo, cerchiamo di sfondare la porta. Se bussassimo, l'unica conseguenza possibile sarebbe vedere una porta che si apre.



La connessione aspettativa pretesa andrebbe esplorata ben bene per capire la reale portata nefasta delle aspettative...


Kael 06-09-2011 23.27.35

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103067)
Se non ho un minimo di giudizio come faccio a valutare se un amico è fidato o meno

Un bravo scienziato che vuole studiare un qualunque fenomeno passa per varie e varie osservazioni, le cataloga tutte una per una, le annota con diligenza. Dopo un tempo relativamente lungo, se vede che queste osservazioni danno grossomodo sempre lo stesso risultato, può allora fermare il suo lavoro, e tirare le conclusioni. Dare insomma un giudizio.

Nella vita le cose non dovrebbero essere tanto diverse. Dovremmo osservare tutto con spirito sincero, avere pazienza e non voler giudicare subito tutto. Il giudizio ci sarà, ma solo a tempo debito, quello che è anche chiamato il giudizio universale. Giudicare un altro (ma anche un'azione, una cosa, un luogo ecc..) prima del tempo significa impedirgli di redimersi, ma soprattutto significa impedire a noi stessi di vedere tutto ciò che può ancora accadere, significa cristallizzarsi, significa smettere di ricercare e di porre la giusta attenzione alle cose..

Astral 06-09-2011 23.35.50

Sono daccordo con te Kael, però questo mi sembra più tipico del pregiudizio (ovvero del giudicare prima). Mi viene in mente invece quel non giudicare per non essere giudicato e quella trave che abbiamo. Quest'ultima si ricollega al tuo discorso, noi vediamo la pagliuzza perchè in realtà c'abbiamo una trave in un occhio (proiezione). Deduco quindi che qualsiasi comportamento giudichiamo è perchè rispecchia parti di me non risolte.

Se per esempio giudico sbagliato un furto, dicendo che è male in realtà significa che il ladro che è in me non è perfettamente integrato.
Ovviamente non giustifico il furto o la pedofilia, o quello che sia, ma bisogna vedere come lo si fa, se c'è indignazione, rabbia o vergogna, probabilmente stiamo giudicando parti di noi, altrimenti avremmo preso i nostri provvidimenti, impedendo queste cose, senza doverci accanire col giudizio.

Ed è per questo che secondo me, tutti in un modo o nell'altro ne siamo vittime.

Uno 07-09-2011 09.11.11

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103245)
Se per esempio giudico sbagliato un furto, dicendo che è male in realtà significa che il ladro che è in me non è perfettamente integrato.

Questa non l'ho capita. Che intendi?

Astral 07-09-2011 11.28.01

Intendo proprio dire che non bisogna giudicare il ladro, ma non davanti alla legge, nel senso non bisogna "sporcarsi" con giudizi del tipo: tu sei un ladro, meriti questo, meriti quest'altro etc. etc. Un po' come chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Cioè posso fermare un furto per esempio, senza giudicare come "male" il ladro.
Ma l'esempio potrebbe essere anche in positivo, tipo dire che è giusto che abbia rubato o appoggiarlo.

Se io giudico male un ladro, è perchè su certi aspetti della mia vita mi sento un ladro. Se io giudico male un pedofilo, è perchè non sopporto quelle parti di me che violentano i bambini (esempio i genitori che costringono i bambini a fare quello che loro vogliono.)
Alla fine sono sempre proiezioni seppur molto sottili. E' ovvio che la pedofilia è un reato e va fermata, ma io posso fermare un pedofilo, arrestarlo e processarlo, con animo imparziale.

La stessa cosa vale coi politici. Li giudichiamo corrotti, perchè magari siamo un po' corrotti noi, per esempio a lavoro, quando preferiamo abbozzare per arrivare a fine mese, piuttosto che non aver risposto alla risposta esagerata del nostro capo.
Infatti la ben pensante parla male della ragazza di facili costumi, dicendo che è immorale, e la prostituta dice che una donna per bene è una repressa. Entrambe rifiutano due parti, la prima quella più libera, e la seconda quella che gli permetterebbe di avere una dignità.

Secondo me quando c'è qualcosa che non va e ci accaniamo (anche se è la più deplorevole) c'è sempre qualcosa di noi, qualche aspetto di noi che abbiamo un po' rifiutato.
Potrei fare un 'altro esempio: noi dovremmo vivere nell'attimo presente giusto? Quindi se io vedo una persona camminare, sto vedendo una persona che cammina, e cosi sto facendo esperienza, ma se comincio a vedere come è vestito, quanto è abbinato male il cappotto con le scarpe, gia sto emettendo dei piccoli giudizi, o se secondo me quella coppia non sta bene insieme, sto dando opinioni ma mi allontano dalla verità.


E' un po' più chiaro, ti torna? Ovviamente questo è un punto di visto, sappiamo tutti che è quasi impossibile non avere qualcosa che certe volte ci fa saltare nervi, o che non tolleriamo. Io ho preso gli esempi più sottili.

griselda 07-09-2011 12.01.13

Vediamo che pure io cerco di tirar fuori quanto ho recepito:
Il non giudizio va per l'essere che sta commettendo un reato o si sta comportando contro la morale comune...
Pur sapendo che rubare o quant'altro è male dovremmo guardare l'altro come un essere che sta per vivere quell'esperienza e che nella sua vita deve fare quell'esperienza.
Giudicare male sempre il reato mai chi lo commette perchè non sappiamo niente di lui/lei.
Questo non vuol dire che domani mi metto a rubare ocn la scusa che nella mia vita devo provare tutto icon_mrgr:
Se non vi è in me quell'esigenza, quel qualcosa he mi spinge è diverso devo aver già fatto quell'esperienza non ho più bisogno di questo. (non sono più bravo/a)
L'atto però rimane un errore un peccato.
Poi ok nel caso se sono un ladro ho da lavorare su di me....

Astral 07-09-2011 12.26.21

Ma anche giudicare un comportamento e non la persona, fa sempre parte del giudizio. Dire che ha fatto una cosa giusta, o una cosa sbagliata, è sempre giudicare. Sbagliata e giusta per chi?

Per esempio il fatto che io trovo e giudico scorretto che il mio vicino annaffia le piante alle 15 invece che di sera, significa che poi sia veramente scorretto?

griselda 07-09-2011 12.42.54

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103252)
Ma anche giudicare un comportamento e non la persona, fa sempre parte del giudizio. Dire che ha fatto una cosa giusta, o una cosa sbagliata, è sempre giudicare. Sbagliata e giusta per chi?

Ti rispondo così:
Hai presente quando sbagli porta ed invece di uscire da una casa che non conosci finisci nello sgabuzzino?
Ecco quello è un errore che va rettificato nel senso che se no non esci da quella casa, e rimani chiuso con le scope e gli strofinacci icon_mrgr: ( e magari se il padrone di casa è disordinato ti cade pure qulacosa addosso icon_mrgr:) se invece trovi l'uscita quella è la cosa corretta.
Quote:


Per esempio il fatto che io trovo e giudico scorretto che il mio vicino annaffia le piante alle 15 invece che di sera, significa che poi sia veramente scorretto?
Credo che dipenda dalle conseguenze che uno deve pagare o deve andare incontro le conseguenze sono lo scotto che si paga per essere andati contro alla cosa corretta o la cosa non corretta secondo gli usi costumi o le leggi dell'uomo o divine.

Ci sarà una legge condominiale? Ecco quelal fa testo!

Faltea 07-09-2011 13.19.09

Siamo in esoterismo e parlare di ciò che è corretto o meno mi suona molto filosofico....

Concordo con te Astral quando dici che giudichiamo ciò che ci urta in noi, anche perché vediamo solo ciò che conosciamo e conosciamo perché ce l'abbiamo.
Se non conosciamo una cosa come potremmo vederla negli altri?
Poi il nostro percorso ci permette di conoscere e vedere senza giudicare, come uno scienziato, il famoso discernimento che nello stesso tempo ti permette di auto-osservarti e giudicarti...
Suona un po' un controsenso, se mi auto-analizzo (mi giudico) va bene, se giudico gli altri no...

Forse bisognerebbe dire che è corretto il giudizio costruttivo (vedere ciò che ci urta negli altri per lavorare su di noi) ed è scorretto il giudizio distruttivo che in sostanza è la critica, le maldicenze..

Forse, perché poi il giudizio costruttivo esiste?

Astral 07-09-2011 13.42.39

Certo, però anche il giudizio verso noi stessi, a volte può essere molto distruttivo. L'osservazione invece, priva di giudizio mi dovrebbe permettere comunque di accettare quella parte, e che poi dovrebbe cambiare da sola, perchè si reintegra.

Molto spesso invece, faccio l'esempio del sovrappeso, ci si dice che siamo brutti, che bisogna dimagrire, e spesso poi si ottiene l'effetto contrario. Mentre l'accorgersi che effettivamente siamo ingrassati senza critica e senza giustificazione, dovrebbe portarci a mangiare corretto.

In ogni caso non giudicare è veramente difficile, perchè la menta comunque valuta, fa paragoni, però se ci pensiamo è la radice dell'infelicità, perchè per esempio invidia e superbia non esisterebbero se i non mi paragono meglio di te, o se non trovo giusto che tu stai sopra a me.

diamantea 07-09-2011 15.07.23

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103252)
Ma anche giudicare un comportamento e non la persona, fa sempre parte del giudizio. Dire che ha fatto una cosa giusta, o una cosa sbagliata, è sempre giudicare. Sbagliata e giusta per chi?

Per esempio il fatto che io trovo e giudico scorretto che il mio vicino annaffia le piante alle 15 invece che di sera, significa che poi sia veramente scorretto?

Si giudica il comportamento è vero ma è la persona che lo ha commesso, la persona sarà condannata a giudizio e scontare la pena o pagare eventuale danno causato.
Come si fa a separare le due cose? Se tu rubi io giudico l'atto del rubare ma sarai tu nella tua persona a pagarne le conseguenze. Chi commette l'atto del rubare è ladro, così chi opera in sala operatoria è un medico chirurgo.

Il fatto che io giudichi riprovevole l'atto del rubare e la persona che commette il furto non vuol dire che dentro di me ci sia un ladro non integrato. Se io subisco un furto e ti giudico ladro non vuole dire che proietto su di te la mia parte ladra non integrata, se tu rubi sei un ladro, punto. La motivazione può darti delle attenuanti, delle giustificazioni che riducono la pena ma l'atto in se non cambia natura.
La questione semmai si pone nel momento in cui vuoi redimerti ma io continuo a giudicarti ladro per un'azione commessa prima, per la quale sei stato giudicato ed hai scontato il tuo debito, allora il discorso cambia, dietro il mio giudizio ci sta la il negarti la possibilità di cambiare anche se questo non ti impedisce di cambiare se proprio lo vuoi veramente.

Riguardo il dare l'acqua alle piante alle ore 15, se siamo d'estate sotto il sole cocente sarà la pianta a giudicare il tizio uno stolto più che il vicino di casa, l'esperienza insegna che la pianta vuole essere innaffiata di sera o di mattina presto.
Se il tipo persevera il suo vicino fa bene a giudicare il suo atto sbagliato, la povera pianta non può ribellarsi.

griselda 07-09-2011 15.32.07

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103259)
Certo, però anche il giudizio verso noi stessi, a volte può essere molto distruttivo. L'osservazione invece, priva di giudizio mi dovrebbe permettere comunque di accettare quella parte, e che poi dovrebbe cambiare da sola, perchè si reintegra.
Concordo può capitare di giudicarsi e poi l'osservazione ne fa le spese
Quote:

Molto spesso invece, faccio l'esempio del sovrappeso, ci si dice che siamo brutti, che bisogna dimagrire, e spesso poi si ottiene l'effetto contrario. Mentre l'accorgersi che effettivamente siamo ingrassati senza critica e senza giustificazione, dovrebbe portarci a mangiare corretto.
Lo penso anche io infatti se facciamo diverso poi iniziamo anche a lamentarci peggiorando la situazione.
Quote:

In ogni caso non giudicare è veramente difficile, perchè la menta comunque valuta, fa paragoni, però se ci pensiamo è la radice dell'infelicità, perchè per esempio invidia e superbia non esisterebbero se i non mi paragono meglio di te, o se non trovo giusto che tu stai sopra a me.
Hai proprio ragione la mente è sempre lì come una bilancia a pesare a dare giudizi e poi da li nascono l'invidia e la superbia proprio come dici e l'IP o ne gode o ne soffre....succhiandoci energia
Accettare la diversità senza giudizio senza confronto con se stessi, perchè ogni anima è diversa da un altra ed ha un proprio cammino e grado di evoluzione per cui ciò che di solito facciamo è valutare da non vedenti.

Astral 07-09-2011 16.39.52

Aspetto qualche altro intervento poi rispondo, forse è un argomento un po' pesante appena tornati dalle vacanze.

luke 07-09-2011 16.44.35

Ci stai giudicando pigri? :(

icon_mrgr:

Astral 07-09-2011 16.54.25

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 103269)
Ci stai giudicando pigri? :(

icon_mrgr:

No leggeri :), visto che l'argomento è pesante

gibbi 07-09-2011 17.30.20

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103250)
.....Potrei fare un 'altro esempio: noi dovremmo vivere nell'attimo presente giusto? Quindi se io vedo una persona camminare, sto vedendo una persona che cammina, e cosi sto facendo esperienza, ma se comincio a vedere come è vestito, quanto è abbinato male il cappotto con le scarpe, gia sto emettendo dei piccoli giudizi, o se secondo me quella coppia non sta bene insieme, sto dando opinioni ma mi allontano dalla verità.

Se davanti a me cammina un tizio con la giacca giallo canarino e il pantalone rosso fuoco, constato che l'uomo che cammina innanzi a me sta indossando degli indumenti che così combinati, disturbano il mio personale gusto estetico per un disarmonico accostamento di colori . Questa per me è osservazione.
Se dall'abbigliamento dovessi dedurre che l'uomo è antipatico, incivile eccc.....emetto un giudizio .


Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103252)
....Per esempio il fatto che io trovo e giudico scorretto che il mio vicino annaffia le piante alle 15 invece che di sera, significa che poi sia veramente scorretto?

Scorretto nel senso di "non corretto"? Ebbene si , bagnare le piante alle 3 del pomeriggio in estate è comportamento che va contro le normali regole del giardinaggio , ma questa è per me una constatazione , non un giudizio ....

Sole 07-09-2011 17.34.17

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103250)

Se io giudico male un ladro, è perchè su certi aspetti della mia vita mi sento un ladro. Se io giudico male un pedofilo, è perchè non sopporto quelle parti di me che violentano i bambini (esempio i genitori che costringono i bambini a fare quello che loro vogliono.)
Alla fine sono sempre proiezioni seppur molto sottili. E' ovvio che la pedofilia è un reato e va fermata, ma io posso fermare un pedofilo, arrestarlo e processarlo, con animo imparziale.
...

Secondo me quando c'è qualcosa che non va e ci accaniamo (anche se è la più deplorevole) c'è sempre qualcosa di noi, qualche aspetto di noi che abbiamo un po' rifiutato.
Potrei fare un 'altro esempio: noi dovremmo vivere nell'attimo presente giusto? Quindi se io vedo una persona camminare, sto vedendo una persona che cammina, e cosi sto facendo esperienza, ma se comincio a vedere come è vestito, quanto è abbinato male il cappotto con le scarpe, gia sto emettendo dei piccoli giudizi, o se secondo me quella coppia non sta bene insieme, sto dando opinioni ma mi allontano dalla verità.


E' un po' più chiaro, ti torna? Ovviamente questo è un punto di visto, sappiamo tutti che è quasi impossibile non avere qualcosa che certe volte ci fa saltare nervi, o che non tolleriamo. Io ho preso gli esempi più sottili.



E' un pò difficle fare un pochino di ordine perchè hai messo molte cose insieme.
Giudicare vuol dire indicare ciò che è sotto. Per sotto si vuole intendere ciò che siamo in grado di vedere a 360 gradi. Cioè dare una valutazione completa e globale dell'argomento e tirarne le somme. Quando questa cosa viene fatta senza cognizione di causa la si chiama comunque giudicare ma in realtà è un chiacchierare tanto per sentito dire, senza alcuna informazione... "chiacchiere da paese" insomma.
Quando dici che ciò che ci da noia la giudichiamo è vero, ma la giudichiamo male, nel senso che la critichiamo e tale critica ci porta via anche molte energie mentali ed emotive e pure fisiche. Il giudicare banale e comune delle scarpe della tipa, se non diventa sarcasmo, ironia, cattiveria e spettegolezzo potrebbe benissimo anche essere una osservazione di armonia nel complesso della cosa osservata.
Ad esempio io trovo brutto e disarmonico l'agglomerato urbano. Sento proprio una emozione di disarmonia nascere.
Ma andiamo per ordine.
L'assassinio va contro l'etica umana, è un male.. non si scappa perchè impedisce ad un altro essere umano di compiere il suo percorso. Però, però... ha il suo aspetto di bene perchè allo stesso tempo consente all'assassino e all'assassinato di percorrere il proprio destino. Quindi, va bene anche quel che dici che non bisogna giudicare male ne l'atto ne l'artefice, tenendo però strettamente presente che l'assassinio è un atto contro l'evoluzione. Questo è un giudizio che posso dare senza provare nessuna contrazione emotiva. E' un libero giudizio che non è vincolato ad una emozione personale (da personalità).
Invece quando ho un moto inconsapevole di rabbia davanti ad un evento malvagio, oggettivamente malvagio,e cioè che va contro l'uomo e la sua evoluzione, è evidente che dentro di me c'è qualcosa da risolvere ma ciò non toglie che l'atto è giudicabile.
Indignarsi davanti un evento vilento o contro l'Umanità io arrivo a dire che un dovere che va insegnato alla nostra Coscienza attraverso la ricerca dell'Etica. QUando però diventa qualcosa di personale allora si bisogna guardare noi stessi. Insomma un occhio al particolare e uno al generale.

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103252)
Ma anche giudicare un comportamento e non la persona, fa sempre parte del giudizio. Dire che ha fatto una cosa giusta, o una cosa sbagliata, è sempre giudicare. Sbagliata e giusta per chi?

Per esempio il fatto che io trovo e giudico scorretto che il mio vicino annaffia le piante alle 15 invece che di sera, significa che poi sia veramente scorretto?

Sulla base, spero chiara altriemnti la chiariamo ancora e ancora, di quello che dicevo sopra, è sbaglaita o giusta in base all'esperienza e ai risultati, come anche diceva Diam.
Certo se qualcuno mi dice che è sbagliato perchè lo sa ma non sa perchè... io la mia esperienza la vorrò fare, se non sa perchè non può e non deve giudicare, cosa giudica? Non lo sa... ma se sa diventa un consiglio.. e poi però va valutato se il consiglio è stato richiesto o meno... se era opportuno darlo o meno. Se dovevo fare quell'esperienza o meno. Ma dentro di me posso certamtne dire: povera pianta!
E' sbagliato annaffiare alle tre perchè le radici si bruciano e la pianta potrebbe morire... e a meno che non sei Mortisia Addams...


Boh... non so se sia stato fatto ordine tra le tante questioni, ma magari piano esploriamo sempre meglio, soprattutto quella del trattenere le emozioni meglio chairirla.

Sole 07-09-2011 17.39.59

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 103259)

In ogni caso non giudicare è veramente difficile, perchè la menta comunque valuta, fa paragoni, però se ci pensiamo è la radice dell'infelicità, perchè per esempio invidia e superbia non esisterebbero se i non mi paragono meglio di te, o se non trovo giusto che tu stai sopra a me.

Ma se così non fosse non avresti modo di superarle... e poi, se ti sei accorto, questo che hai dato è un giudizio..

Astral 07-09-2011 18.01.44

Si era questa la differenza, e mi domandavo anche a cosa andavano a parare quel non giudicare della Bibbia, il cosidetto non giudizio mentale.
Forse c'è un giudizio della mente, ed un discernimento invece che proviene più dallo spirito e ci permette di valutare con una visione più completa.

Si comunque ho messo troppo carne al fuoco (ecco n'altro giudizio).

Ray 07-09-2011 21.45.50

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 103262)
se tu rubi sei un ladro, punto.

E se io ti rubo una cosa e poi il giorno dopo mi pento e te la restituisco con gli interessi, cosa sono? Ladro o onesto?

diamantea 08-09-2011 00.16.17

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 103276)
E se io ti rubo una cosa e poi il giorno dopo mi pento e te la restituisco con gli interessi, cosa sono? Ladro o onesto?

Poniamo il caso che io sia tua moglie e ti tradisco ma l'indomani mi pento... cosa sono? fedele o infedele? mi perdoni visto che mi sono pentita e mi immolo a te con gli interessi?

Non credo sia così facile risolvere la questione. Il pentimento non cambia la natura dell'azione già commessa, cambia la direzione che voglio dare al mio futuro, se restare ladra o se riguadagnare la mia onestà che ho perso nel momento in cui ho rubato ma poi ho ritrovato nel momento in cui ho restituito.
Io dico sempre che vale per la prossima volta.
Io posso pentirmi e decidere di redimermi e questa è la mia storia, tu puoi decidere di perdonarmi e concedermi ancora fiducia o allontanarmi, anche rifiutare gli interessi e prenderti solo quel che è tuo o nemmeno quello, e questa è la tua storia.

Se io ho rubato sono ladra, poi se cambio vita torno a essere onesta ma di fatto ladra lo sono stata. Se ho tradito una volta e non tradisco più torno a essere fedele, ma di fatto infedele lo sono stata.
Se ho perso la mia verginità non sono più vergine anche se non ho avrò mai più rapporti per tutta la vita.
Il pentimento non cancella l'azione, può cancellare la colpa se si restituisce o si paga il debito.

Poi se volevi dire un'altra cosa me la chiarisci meglio.

Ray 08-09-2011 00.29.35

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 103284)

Se io ho rubato sono ladra, poi se cambio vita torno a essere onesta

Non capisco. Se ho rubato (passato) sono (presente) ladro? Poi se cambio vita (me che vuol dire? come si estrinseca l'essere onesti? Io ho parlato di restituzione con interessi... un'azione precisa) allora sono onesto? E non sono più ladro? Insomma, cosa sono se compio le due azioni che ho descritto?


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