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Tu me lo sai spiegare? Cosa avrei dovuto fare invece di quel che ho fatto? fiori.gif |
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nel momento in cui percepisci la tensione salire prova ad osservare la reazione della tua mente, fatti magari forza con frasi ripetute che ti permettono di rimanere ferma nel tuo proposito |
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I nostri pensieri non possiamo pulirli, quando partono partono... chi ha avuto ha avuto, chi ha dato etc.... Pensare di pulire un pensiero già partito sarebbe come tentare di deviare una freccia che abbiamo già fatto scoccare dal nostro arco. Dovremmo essere più veloci della freccia, o lanciarla pianissimo, ma a quel punto perchè mai l'avremmo lanciata? Essendo bravi e/o veloci invece si potrebbe deviare ciò che parte da altri. Qualcosa parte da qualcuno (che sia roba sua o no) risuona verso di noi e invece che riemetterla facendogli continuare la curva la raddrizziamo. (definendo la cosa esotericamente ma anche secondo la fisica moderna, anche se può sembrare newage, è aumentando l'intensità della luce che si raddrizza il vettore) In realtà pochi sono quelli che fanno, in piena coscienza, partire pensieri cattivi (come anche quelli buoni) continuiamo a passarci e a rigirare sempre gli stessi pensieri, quindi il principale lavoro allo stato medio dell'umanità è praticamente solo imparare a far cambiare rotta ai pensieri che facciamo risuonare. Odio o amore il discorso non cambia, alle fonti esce acqua pura sebbene in base alla fonte ci saranno più minerali di un tipo o di un'altro e altre cose non visibili. Quindi esiste odio o amore più pulito e più sporco. Ricapitoliamo un pò... possiamo deviare la curva di questi pensieri, ma per attirare questi pensieri dobbiamo risuonare con essi. Quindi non c'è scampo, la sofferenza, la provocazione intelligente, anche infliggere piccoli dolori sono strumenti utili per attirare pensieri non buoni e lavorarli. Vorrei che su questo ci si riflettesse parecchio, perchè è facile fraintendere quello che sto scrivendo, basta un niente. Quando dico infliggere piccoli dolori non sto parlando di sadismo, quando parlo di provocazione intelligente non sto parlando di saccenza, di supponenza etc... in realtà l'unico strumento accessibile a tutti indistintamente (anche se non viene usata bene spesso) è la sofferenza. Gli altri due diventano strumenti reali solo con una certa esperienza. Un genitore che da una sberla, al momento giusto, con la giusta forza, se un rimprovero non basta, se comunque è in quel momento quella sberla fa fermare il/la figlio/a, attira su di se del male del figlio e potrebbe (se riesce) cambiarne la rotta (del male e del figlio). Se un violento picchia una persona per sadismo si fa uscire del male dal malcapitato ma questo continuerà a girare, tornerà anche da dove esce e per strada prenderà altri. Lo so che non è chiaro ma per ora non riesco ad aggiungere altro, provate ad elaborare se vi riesce. |
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Quando è successo quella discussione sul dito puntato, salsicce a merenda ecc... ecc... sono entrata in una situazione la chiamo di autoincaprettamento. Dal fondo del secchio salivano solo pensieri negativi da cui non sapevo più uscire. Ero come una lucertola dentro il un barattolo di vetro, scivolavo da tutte le parti. Così ho deciso di parlare apertamente del mio disagio, anzi della mia sofferenza profonda. Tu mi hai dato una risposta che equivaleva buttarmi in mezzo al mare senza saper nuotare, ma... mi hai buttato pure un salvagente "tutte paranoie" che io stessa avevo suggerito. Quella risposta fredda, in neretto, che non mi tratteneva nessuno mi ha inizialmente fermato la mente, si è bloccato il fluire dei pensieri, poi ho letto la salvezza nelle paranoie e come un clic dentro è cambiata l'energia, mi son messa a ridere di gusto per la situazione paradossale che si era venuta a creare. Adesso ti chiedo se è questo un esempio di provocazione intelligente attraverso la sofferenza. E se la risposta è affermativa, vale per tutti i soggetti o va scelta in base alla reale possibilità del soggetto di capire, di recepire e risolvere oppure se è un rischio, se va bene, se non va pazienza. Magari in quella situazione potevi liberarti di me invece mi sono inchiodata meglio!!!icon_mrgr: |
Purtroppo continuo a non trovare il come si fa.
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Se io ho una serie di schifezze nel secchio che convibrano con un pensiero che parte e mi arriva, già rendendomi conto che l'ho preso perchè ho alla base il magnete è qualcosa.. ma poi per pulirlo, raddrizzarlo dovrei renderlo cosciente? Cioè prenderlo rigirarlo, vedere cosa mi muove dentro, farlo vivere e poi "oggettivizzarlo" il meglio che riesco? Cioè cambiargli per come posso il vettore o l'effetto? |
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Capisco, o forse mi pare di capire, un po' meglio l'esempio dello schiaffo al bambino, che ha l'effetto di attirare su di se il suo male. Anche qui però, come avevo chiesto in precedenza, ammettendo di riuscire a deviare, dove va lo sporco? |
lo sporco lo lavori tu e lo "raddrizzi" nel senso che lo trasformi in altro.
se parte un pensiero negativo penso si intenda che lo capto e caricandomelo su di me (attirandolo) non gli faccio continuare la curva poichè lo tramuto in un pensiero più pulito. non so spiegarlo meglio ma penso sia questo il significato. provo a fare un esempio. da ray parte un pensiero negativo, stefano lo capta, lo lavora e lo trasforma tramutandolo in uno più luminoso. in sostanza lo sporco lo lavora chi è capace di lavorarlo altrimenti continua a correre nell'etere colpendo a destra e a manca. |
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Mi sono fatta l'idea che proprio questo ultimo tipo di pensieri, anche se non è bello dirlo, sono proprio quello che vorremmo accadesse anche se ci spaventa. E' come quando sognamo, in fondo anche i sogni sono pensieri ma senza filtro, solo nei sogni le cose accadono realmente mentre nei pensieri quasi mai, a meno che non entri in gioco la volontà che accadano o di evitare che quella cosa accada. Per la direzione direi che spesso viaggiano nella nostra direzione, cioè ci pensiamo da soli, altre volte verso gli altri ma sempre riferito a noi e in base a come vibriamo in quel momento. Citazione:
In generale i pensieri sporchi (rivolti al male) lo sono per il nostro giudizio che ci dice che certe cose non si devono fare e nemmeno pensare, ma tant'è certi pensieri vengono lo stesso... Questi pensieri possono avere anche abbastanza forza e forse non basta immettere nel secchio pensieri puliti, anche perchè una cosa sono i pensieri spontanei, altra è farci una specie di autocensura e cercare di pensare a cose belle illudendoci di farli sparire mentre ristagnano sul fondo.... Io penso che l'unica cosa per liberarci dai pensieri sporchi sia cambiare le nostre vibrazioni, oppure chiederci perchè in quel momento vibriamo in quel modo... se ce l'abbiamo con noi stessi o con qualcuno, se abbiamo dei bisogni che reprimiamo, e in un certo senso accettare di avere questi pensieri, digerirli, alborarli, come fanno certi detersivi a base di enzimi che in un certo senso si mangiano lo sporco... In teoria penso che sia così ma in pratica non so come si fa, una volta accettato un pensiero forse questo perderà forza se solo proveremmo a immaginare che succederebbe se questo pensiero si realizzasse. Magari si ripresenterà in qualche sogno e lì lo smaltiremo senza danneggiare veramente nessuno.... |
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Non è è detto che tu sia perfettamente al centro delle due cose, però già non essere proprio negli estremi consente di lavorare. Citazione:
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Su di noi non possiamo pulire direttamente i pensieri. Possiamo utilizzando fonti pulite cercare di riempire il secchio di sempre maggiore acqua pulita. Per capirci, se con il secchio da una parte spandiamo acqua sporca e poi per riempirlo usiamo melma che troviamo in terra sarà un circolo vizioso. Se osserviamo l'acqua sporca che esce (senza tentare di fermarla, tanto è impossibile e se ci riusciamo ci facciamo solo del male) e ne prendiamo coscienza pienamente, da li abbiamo idea di cosa contiene il nostro secchio. Attraverso una fonte pulita non è che cambiamo per magia tutto ciò che contiene il secchio, si potrebbe anche fare ma è cosa per pochissimi e comunque con secchi che già non contengono proprio melma ma solo acqua non proprio cristallina. Provate a figurarvi la cosa in pratica, un secchio pieno di melma anche se lo svuoti quante volte devi riempirlo di acqua pulita per pulirlo per bene? Poter intervenire direttamente sui pensieri significa avere già in noi una fonte pulita, significa già riuscire a pensare realmente. Se ho un secchio di acqua pulita, una fonte che versa acqua pulita in esso costantemente (la "mia" fonte) a quel punto versare nel mio secchio (volontariamente) un pò di acqua sporca non è un problema. Certo questo discorso farà pensare che mentre per sporcare 10 litri di acqua ne basta un bicchiere di sporca, per ripulire un secchio di acqua sporca occorrono non dico centinaia di litri ma insomma.... Lo sporco dove va finire? Si risolve... torna ad essere elemento primordiale tutto e niente in potenza. Se su un secchio di melma togliamo l'acqua cosa rimane? Terra ed elementi minerali. L'acqua è vita, ma in percentuali troppo alte la impedisce, perfino gli abitanti del mare nella loro costituzione non superano una certa percentuale. Mi rifermo perchè ho scritto un altro papirone... |
Stanotte alle 3 sono stata svegliata dal mio cell. Non faccio in tempo ad alzarmi per rispondere che aveva già smesso di suonare. ll numero era a me sconosciuto. Ho provato a richiamarlo ma non mi ha risposto nessuno.
Sono tornata a letto razionalizzando sul fatto che avevano sbagliato numero. Ma l'ansia ha iniziato ad impadronirsi di me. Stavolta con molta consapevolezza ho potuto osservare come dal fondo del secchio risalivano i pensieri più cupi e angoscianti, cercavo di razionalizzare, di padroneggiare l'ansia ripetendomi che di notte tutto è amplificato ma niente da fare, il pensiero costante era che a mio figlio fosse successo qualcosa e voleva avvisarmi con un cell non suo o qualcuno per lui. Mio figlio finisce molto tardi di lavorare poi fa un giro con gli amici prima di tornare a casa, tutto regolare ma io alla fine ho dovuto chiamarlo per sentire che stava bene e non gli era successo nulla di grave. Lui è abituato alle mie ansiose telefonate, anche se ormai non succede più tanto spesso, e devo dire che questo è un raro caso in cui mostra sempre molta pazienza nel rassicurami senza fretta fino a quando sento l'ansia placarsi. Poi sono stata di sicuro un'altra ora sveglia a rimettere a posto tutti i pensieri che erano saliti e mi davano angoscia. Ho potuto vedere che la mia serenità di questo periodo che mi fa sentire tanto forte e sicura potrebbe sgretolarsi in un attimo se succedesse qualcosa ai miei figli. Sono emotivamente provata dalle tante vicissitudini con i miei figli e mi rendo conto che non sono più in grado di sopportare forti stress emotivi che riguardano loro. E' il mio tallone d'Achille. Mi sono chiesta se la mia forza è tutta apparente visto che è bastata una telefonata per mandarmi in tilt. Se mio figlio fosse stato a letto me ne sarei fregata. O forse è una normale ansia di madre sola che ha paura di perdere i figli? Ma una volta appurato che lui stava bene perchè il continuo turbinio di pensieri? Di certo nelle ore notturne si amplifica tutto soprattutto quando appena svegli si è ancora con la guardia abbassata, i pensieri prendono subito il sopravvento senza riuscire nell'immediato a dominarli. Vorrei sapere in questo caso se sono pensieri miei, o se anche questi sono attirati dall'esterno, o forse è una causa esterna che attira i miei pensieri o le mie paure di cose che potrebbero accadere veramente per poterle elaborare. |
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Mentre sull'ambiente e sugli altri si puo' intervenire in qualche odo, sempre che si sia in grado di farlo, senza andare a fare male gratuitamente agli altri, con il discorso che facevi sopra sulla sofferenza... Citazione:
O ancora se ho dei pensieri sporchi, se mi viene da vuotare il mio secchio parlando male di qualcuno con un interlocutore, e non lo faccio (sebbene il pensero sia partito), in qualche modo evito almeno un minimo di contaminare l'ambiente? |
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Mi rendo conto che l'argomento "pensiero" è talmente ampio da non poter essere inquadrato da un'unica metafora e che qui stiamo parlando di una parte specifica di questo argomento, però purtroppo ci sono cose che non mi battono. So per esperienza che possiamo fare dei pensieri, per quanto deboli e di breve durata siano. L'interpretazione che io do della mia esperienza mi dice che quando facciamo dei pensieri utilizziamo una specie di materia prima, grezza, molto accogliente le forme. Noi con la volontà in-formiamo questa materia e ne esce un prodotto... per altro molto difficile da trattenere, spesso se ne va subito. A me sembra che quando lo molliamo esso si risolve nella sua materia di base, ossia la forma si dissolve e la materia torna nella matrice. Quello che non so è se questa matrice che utilizziamo è personale oppure no, ma forse per adesso questo non c'entra. Se invece siamo in grado di trattenere il pensiero formato a lungo e lo intensifichiamo allora la forma si stabilizza e possiamo "lanciarlo", mollarlo in giro. Il tutto richiede molta concentrazione, ma chiunque può verificare quanto dico con uno di quei semplici giochetti che accennavo, come fare delle forme geometriche, colorarle eccetera. Ora, quando opero in questo modo in che relazione sto col secchio di cui stiamo parlando e che contiene la roba varia che pigliamo attorno? Mi trovo in un'alta zona della mente? Interagisco in qualche modo col contenuto del secchio? A me pare di si... l'impressione è che per via dellla spinta su quello che stiamo facendo molta roba che non c'entra esca. Però non sono sicuro... inoltre mi viene da ritenere plausibile che concentrandomi per in-formare, per conseguenza mi metto ad attirare roba simile, anche se forse lavoro su una zona molto piccola (per via della concentrazione) e abbastanza chiusa. |
Oggi pomeriggio mentre ero in acqua intenta a nuotare disperatamente contro corrente mi è arrivato all'improvviso un pensiero: potevo essere di lì a poco urticata dalla medusa.
Non c'era alcun motivo perchè potessi pensarlo visto che non c'era stato alcun allarme in merito, nè potevo vederla perchè il mare agitato assume un colore denso che impossibilita di vedere il fondale, eppure qualche bracciata dopo ecco che urto la medusa con il piede. Classico gridolino femminile e subito donne e bambini escono dall'acqua. Ho generato l'allarme. Forse sono OT ma mi chiedo come mai questo pensiero premonitore, da dove è venuto. Ero in collegamento radar con la medusa che si trovava sulla traiettoria del mio piede? Ho avuto episodi simili ma con persone e posso pensare che persone pensanti come me mi contattano con la mente, ma episodi con cose inanimate o animali che proprio non mi pensano? |
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Se si riesce a portare la porcheria in superficie si può cercare con una paletta di togliere il grosso. La porcheria grossolana si può togliere anche con una retina... Ma questi metodi non ci porteranno mai ad avere il secchio con sola acqua pura. Possono comunque aiutare a sgrezzare per poi finire il lavoro con acqua pulita da fonte pura. Se non altro occorrerà molta meno acqua pura Citazione:
Comunque, anche se quello che dirò ora può sembrare cinico e/o crudele, non sempre dobbiamo tentare di aiutare chi ci sta di fronte, vuoi perchè a volte non ne siamo capaci e facciamo più danni che altro, vuoi perchè la cosa potrebbe non essere il nostro bene. A volte si imparano delle lezioni anche non facendo qualcosa che ci pare di voler fare con tutta la nostra forza, in sostanza quando ci ostiniamo. Citazione:
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Sono i metodi che impariamo ad usare, la cultura, il nostro sapere e conoscere, l'esperienza... tanto per accennare. Il secchio stesso è uno strumento, la mente è uno strumento, anche se da un certo punto di vista non c'è nulla fuori della mente e da un'altro c'è l'universo. Comunque anche chi non ha strumenti extra (solo il secchio dotazione di nascita) può riuscire a pulire e/o a tenere pulita l'acqua del medesimo. E' chiaro che le cose potrebbero essere più ricche ed interessanti per chi avendo più strumenti può permettersi anche di sporcarsi l'acqua e di ripulirla velocemente. Può interagire con altre realtà (che siano altre persone/secchi, ambienti, filosofie etc) senza il timore di dover rimanere in quarantena spesso e a lungo, quindi maggiori esperienze etc... Se non ti batte ancora continuiamo.... e se no prima o poi continuiamo lo stesso |
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Pomeriggio riflettendoci bene ho capito che il bombardamento continuo di notizie lo ricevo da anni da mia madre. E' una donna nefasta, tutte le disgrazie del mondo le pensa lei, le ascolta in tv ogni mattina e poi mi telefona alle 7,00 per raccontarmele, nel momento in cui mi sono svegliata da poco, ho la guardia abbassata, mi racconta di incidenti raccapriccianti, mariti che hanno ucciso mogli, gente che si schianta dopo voli pindarici da grattacieli, interventi chirurgici andati male, bambini nati malformati, seviziati ecc... il tutto poi ribaltato su di me come possibilità che possono accadermi. Anche durante i rari pranzi insieme, sembra una forma di sadismo il suo con dovizia di particolari. C'è stato un periodo che si era accanita sui miei figli, mi angustiava con la sua ansia per il grande che usciva con il motorino, che andava a lavorare, pensava si facesse male con i coltelli, che si stancasse e gli venisse l'ernia e poi gli scoppiava e dovevo operarlo d'urgenza (ci ha sofferto da bambino), e la notte me lo ammazzavano con la macchina e poi io non avrei vissuto più senza di lui con i sensi di colpa per averlo mandato in giro... e il piccolo con la sua malattia con tutte le notizie su casi simili... Da anni ho smesso di lamentarmi con lei anche di un semplice mal di testa, se devo viaggiare dico che sono sempre a 10 km da casa altrimenti mi racconta di tutti gli aerei che cadono o i treni che deragliano o le macchine accartocciate con intere famiglie dentro... AIUTO! :o Una donna che si lascia prendere dal panico in situazioni di emergenza, non sa reagire, sa solo urlare e fare stare male chi le sta accanto. Ho dovuto "maltrattarla" martello.: un bel pò prima che la smettesse di torturarmi così. Il suo mi sembra pure un tentativo di controllo per farmi stare a casa nel suo raggio visivo... newbie.gif Mi rendo conto che in situazioni di incertezza le sue paure mi vengono a galla nella mente prepotenti malgrado io sia una persona coraggiosa e difficilmente si lascia prendere dal panico. Io in situazioni di emergenza reagisco bene, con i nervi saldi e la mente lucida, mi attivo per risolvere, dopo magari sto male, mi cedono le forze ma sul momento reagisco adeguatamente alla situazione che si presenta. Il problema è fintanto che non so cosa succede, tutte le sue nefaste fantasie si impadroniscono di me. Ci dovrò fare caso la prossima volta che si ripresenta una simile occasione e pensare che non sono pensieri miei... |
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O meglio, il tuo discorso iniziale lo vedo: il secchio, l'acqua, la roba che arriva e si mescola e sporca ok, sta nella mia esperienza. Ma la mia impressione è che ci sta anche altro che non so infilare nella metafora. Ok, la materia prima dei pensieri non è così differenziata dalla materia prima in genere e fin qui mi pare di esserci. Quando muovo la mente per fare una forma attiro materia... questa la mia impressione, anche se si può vederla che io mi muovo verso di lei. Forse avvengono entrambe le cose. Tuttavia a me sembra che mi avvicino alla matrice e tiro su un po' di materia dall'indifferenziato e le impongo (per quel che mi riesce) di conformarsi. Ora, da dove viene la forma? Io la posso tirar fuori dalla memoria, ma è solo un passaggio di comodo, probabilmente indiretto. Direi che la forma, dietro dietro, è un archetipo o comunque qualcosa che è da qualche parte, forse un'idea. Se giocassi con la sabbia direi che è una di quelle formine di plastica che compri... nella tua metafora è uno dei filtri? Passo materia attraverso di esso e il filtro ferma solo quella che riempie quella forma? Avrei altre domande... tipo perchè è più facile muovere le forme che tenerle ferme, ma credo sia per via del fatto che attirandola ho eccitato la materia e quindi ha una sua (mia) energia. Ma bon, intanto vediamo se mi riesce di capire questo. |
Esco un attimo dalle domande di ray perchè vorrei capire la differenza tra un pensiero reale e un'idea.
Da etimo idea è affine a vedere, conoscere e sapere. Mi piace la derivazione di vedere perchè da proprio l'impressione che un'idea sia velocissima e fulminea come un lampo.. di genio. Ma per poter far spazio ad un'idea bisogna concentrarsi, cercarla... e attirare materia affinchè arrivi. Per cui non capisco la differenza tra attirare un pensiero reale e un'idea. Edit: nell'altro thread Uno parla di idee spontanee, ma non bisogna comunque avere un buon terreno affinchè arrivino? |
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