Distacco
Accenno una introduzione, per ora, con alcune definizioni, per cercare di portare un pò di luce a questo concetto tanto usato in spiritualità ma tanto travisato.
Il distacco da un oggetto è necessario per vederlo come realmente è. Se mi metto un vestito, senza specchio non posso vederlo, non interamente ed oggettivamente almeno. Togliendolo posso vederlo, anche se non posso vedere come mi sta, ma questo è un altro punto. Se è vero che Dio (o quel che ideologicamente si preferisce) ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, Lui si è distaccato da se stesso per vivere, quindi sperimentare e conoscersi. Allo stesso modo, anche seguendo la famosa legge ermetica (come in alto così in basso etc...) anche noi abbiamo dei distacchi necessari per conoscere delle cose, di noi e dell'ambiente in cui viviamo, che visto da un certo punto di vista si potrebbe definire anche Dio. Anche gli altri sensi, non solo la vista, seguono lo stesso iter anche se potrebbe non sembrare. Quando usiamo il tatto inizialmente le nostre dita, le nostre mani sono staccate dall'oggetto che desideriamo conoscere sentire attraverso questo senso. Poi lo tocchiamo ed aumentiamo o diminuiamo la pressione arrivando anche ristaccare completamente le dita o le mani, ma pure quando manteniamo il contatto un distacco c'è fosse pure di un micron. Un polpastrello non può conoscere se stesso, come un occhio non può vedersi (senza specchio). Ho mantenuto il discorso sul pratico/materiale fin qui, ma volendo ci vuole poco a trasportarlo su piani più alti, i concetti di contatto e distacco potrebbero risultare molto utili, generalmente il primo si tralascia lasciando intendere che per evolvere spiritualmente sia necessario uscire dal mondo cosa che non è vero e spaventa chi non approfondisce questi concetti o fuorvia chi ne accetta l'interpretazione sempre senza approfondire. |
Secondo me l'errore di tante tradizioni spirituali (anzi mi correggo, l'errore attribuito ad interpretazioni errate) è stato proprio quello di considerare il distacco come una mortificazione, o come un voto di povertà (che in alcuni casi magari ci sta) ovvero distaccarsi dalle cose terrene, significa rinunciare a tutto.
Nella meditazione il distacco dai pensieri è proprio quello che ci riesce a far vedere una mente chiara. Il distacco emotivo in certe occassioni aiuta. Bisogno però non confondere il distacco dall'indifferenza: vedo una vecchietta scippata, e io con distacco passo facendo finta che non sia successo nulla. Secondo me l'eccesso di distacco porta proprio a questo ad avere un cuore freddo e duro, ad essere una macchina che magari non prova dolori, ma non prova niente, neanche sensazioni belle. |
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Quindi il distacco serve per vedere non ha niente a che fare con la privazione. Mi serve per vedere anche se il vedere veramente può portare alla decisione di privarsi del vestito, ma non è una regola.. Forse si può anche staccare, vedere e decidere comunque di provarselo oppure ci si può ' accorgere' di particolari che prima non riuscivamo a vedere e che ci fanno cambiare idea. |
Esatto (rispondo sia ad Astral che ad Edera insieme) distacco e privazione (ivi compresa la mortificazione, utile a volte) sono cose diverse, la seconda è a volte un mezzo per arrivare al primo.
Distacco non significa senza contatto, distacco significa non invischiarsi in qualcosa, non lasciarsi condizionare e agire nel migliore dei modi. Un super partes che non avesse a cuore la sorte delle parti non sarebbe un super partes ma sarebbe un estraneo. Saltando di palo in frasca, prendiamo la massima espressione umana: l'amore. Può esserci vero amore senza distacco? Provate a rispondervi e se vi venisse una risposta affermativa provate ad argomentarla, io tenterò di mostrarvi che senza distacco ((il giusto distacco, non l'idea errata) non c'è amore, c'è possesso, c'è desiderio di potere, c'è desiderio di piacere etc... ma non c'è vero amore. |
Parliamo dell'Amore e non dell'amore giusto?
Dunque senza distacco, secondo me oltre che possesso c'è dipendenza emotiva. La persona potrebbe essere nostra schiava e vivere in funzione di noi, reprimendo le sue aspirazioni e sublimandosi completamente. Ovviamente ciò accade anche a noi. Però occorre sapere quanto deve essere questo distacco e quando invece dobbiamo essere profondamete a contatto. L'amore può essere di coppia, ma ovviamente può essere anche l'amore per il lavoro o per l'arte, in questo caso è necessario a volte esserci completamente "dentro" altrimenti rischio di vedere qualcosa soltanto troppo dall'esterno ed in modo freddo e lucido. Sopratutto in quei frangenti in cui devo saper trasmettere e comunicare emozioni, devo esserci assolutamente dentro. Almeno nel caso dIl problema è trovare il giusto appoggio, per essere a contatto senza essere trascinati dalla corrente, ma senza essere troppo esterni per godere anche della corrente del fiume, senza prenderla solo di striscio. |
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Magari più staccato sono e più riesco a creare un'arte oggettiva che si avvicina al Bello e all'Ordine o a livelli inferiori a una visione della realtà meno illusoria. Ti faccio un esempio, a me piace scrivere, non ne sono ancora in grado perchè mi manca la forma ma la imparerò. Quello che scrivo è una specie di esternazione molto soggettiva di una realtà fatta di immagini che vivono solo all'interno di me. Potrò colpire qualcuno? Sì certo le persone che vibrano nelle mie stesse frequenze che in qualche modo pescano dallo stesso serbatoio in cui pesco io. Ma sarà comunque una parte, un gruppo non riuscirò a colpire oggettivamente tutte le persone, alcune troveranno le mie parole pesanti, insensate, incomprensibili. Prendi invece il Giudizio Universale, la Gioconda ecc.. Certo forse la loro visione non ti invischierà, non è come una canzone che ascolti in repeat perchè ti fai i film mentali della tua storia privata (ho scritto ti ma non è rivolto specificatamente a te, in generale). Eppure manifestano una realtà, un contenuto che è ben sopra la soggettività del singolo e che in qualche modo riguarda tutti. Probabilmente con l'Amore è uguale. Spero di essere riuscita a far passare qualcosa e non aver confuso ulteriormente |
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Sono però daccordo che l'artista non deve esprimere solo i suoi sentimenti, ma deve farsi portavoce di varie situazioni, anche se non le ha vissute personalmente (in questo caso c'è un entrare dentro una situazione altrui, ma esserne distaccati perchè non è tua). Citazione:
In amore di coppia, ma anche in amicizia, o nel lavoro noi scegliamo delle qualità e facciamo combaciare i difetti. Magari mi piace più una persona perchè è affine a certi canoni estetici, scelgo un amico perchè è sincero rispetto ad un altro, scelgo un collega di lavoro perchè è onesto. Se tutto fosse uguale ed universale, non ci sarebbero più differenze, ma sarebbe anche un mondo un po' piatto, forse proprio come era l'inizio dell'Universo. Se Dio si sarà voluto diversificare nelle sue forme con creatività, un motivo ci sarà (la rima non era intenzionale). C'ho l'impressione che siamo andati un po' OT comunque...fiori.gif |
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Io amo tizio, ho bisogno che tizio sia vicino a me, stia con me, ne sento la necessità. E già qui il distacco va su per il camino. Anche se questa necessità non è ossessiva, l'amore penso sia comunque staccato dal concetto di distacco. |
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se riuscissi a praticare il distacco quello vero , che farmene di un amore per un compagno/a ? Se riuscissi a essere distaccato veramente , lo sarei da tutto ed allora non potrei avere un rapporto affettivo e probabilmente neppure lo cercherei . Amerei il mondo dirai tu , ma allora non sarebbe Amore a due ma uno stato di benessere personale , di armonia col tutto dove la persona che sta con me sarebbe intercambiabile con chiunque , paradossalmente . |
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Sì sì e va bene secondo me Astral ma noi ci innamoriamo senza distacco, cioè senza vedere veramente l'altro. Non sto dicendo che non si debba fare eh, io stessa vivo così.fiori.gif |
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Ma questo può valere anche nelle amicizie: se trascendo simpatie e antipatie personali, allora devo amare tutti amici e nemici. Credo che il distacco serva a dipendere meno dall'affetto dei nemici e ad essere meno vittime del disprezzo dei nemici. Potremmo magari riconoscere i lati positivi dei nemici, e quelli negativi degli amici. La ricerca di un compagno o una compagna, non deve sopperire alle nostre mancanze, ma è un percorso di crescita insieme, che in due si può fare meglio e più velocemente, e che non è previsto per tutti. Citazione:
Guarda tante coppie appena si innamorano, e guarda tante altre nella vita quotidiana di tutti i giorni, e nota la differenza, nel secondo caso di distacco ce n'è pure troppo, fino a trasformarsi poi in un indifferenza che c'hai fatto il callo. |
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Amore senza distacco...emozionalmente direi che se non c'è distacco non c'è amore...ma chi è stà daf che parla? :wow: non avrei mai detto una cosa del genere...ma da quando ho percepito gli altri come esseri distinti mi sono resa conto che normalmente vivo in una sorta di minestrone dove quel che mio è tuo e quel che è tuo è mio lo stesso :U e non posso certo dire di amare in questo modo, è solo desiderio di fagocitare, fondere tutto in una cosa sola... In un altro 3D portavi l'esempio del frutto e dell'amore come il sole che matura. Avevi detto se non sbaglio che ci piace prendere cotte, paragonabili al maturare al sole, ma che invece come frutta matura da esser mangiata dal sole (dall'Amore quindi)ci tiriamo indietro...non sò se ho capito benissimo e non so neanche se c'entra icon_mrgr: ma raccolgo le idee così. Razionalmente se per conoscersi persino Dio ha dovuto distaccarsi da se stesso e se Dio rappresenta l'Amore direi che per pura logica per conoscersi ed amare bisogna distaccarsi, allontanarsi un pò, da noi e da ciò che vogliamo conoscere/amare. Uhm, vien da dire che conoscere è una forma d'amore così...in effetti quando cerco di conoscere qualcuno gli dò lo spazio,sia mentale che fisico di esprimersi, raccontarsi, farsi vedere... In riferimento alla coppia credo che un compagno/a non sia una persona che si ama di più (mi devo esorcizzare? è la seconda cosa folle che scrivo..uhum diavolo.g:) ma piuttosto quella persona con cui si condividono maggiori intenti comuni ..maròò no non la reggo stà daf ($) torno a pensare in silenzio blink.gif |
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Se ci entri tu al massimo tiri fuori qualche guazzabuglio tipo quelli che oggi definiscono arte: visioni stupefatte (da stupefacenti) filtrate dalle miserie umane che ognuno di noi ha. La vera arte quella di cui ti ha fatto esempio Edera e che non a caso resiste per sempre è diversa. Citazione:
Se amo qualcuno non ho bisogno che mi sia vicino, certo ne sarò contento, ne godrò la vicinanza, ne sentirò la mancanza quando non c'è ed è tutto normale e giusto, ma non ha nulla a che vedere con l'amore. Citazione:
Chi ti vieta di amare tutti allo stesso modo ed avere affinità elettive più forti con una una sola persona e quindi un'intensità più forte? Perfino i Santi hanno i figli prediletti... anzi secondo il vangelo perfino Dio ne ha uno. Un compagno o una compagna poi sono qualcosa in più dell'amore, c'è un'altro significato nella coppia. Lo avevo già scritto, ma ripetere forse giova in questo nuovo contesto. Se non ami tutti non ami nessuno, neanche te stesso. Poi non è tutto bianco o nero (o meglio è molto difficile trovarcisi di fronte) ed in mezzo ci sono infinite sfumature, ma più ami tutti e più puoi amare qualcuno in particolare e/o te stesso. Ricorda anche che se io fossi in grado di amare tutti in maniera assoluta non significherebbe che dovrei andare a passare del tempo con gli hooligans che spaccano tutto, non ho affinità con loro, potrei perfino arrivare a mettermi contro se servisse per difendere un innocente. Lo so che pare solo un bel filosofeggiare senza sostanza, ma non è così, c'è un fondamento molto concreto sotto. Non sto parlando dell'amore buonista, new age o simili, ma le mie parole possono arrivare solo fino ad un certo punto. |
Una delle cose che mi vengono in mente è che se riesci ad amare tutti vuol dire anche che conosci molto di te stesso.
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Quindi ovvio che per l'amore vero ci vuole distacco, senza di esso non distinguerò mai. Ad esempio l'altro dai miei bisogni. E se l'amore è la percezione diretta della sostanziale non differenza tra me e l'altro da me, è chiaro che il distacco è la conditio sina qua non. |
E il distacco dalle emozioni?
Stasera tornavo da lavoro in bici e ho avuto i miei soliti picchi di gioia intensa. Ho pensato a cosa fosse dovuta e non era dovuta a un bel niente, è stata una giornata normalissima, ho lavorato coi suoi normali intoppi, sono riuscita anche a studiare, stasera nessun programma. Ero insensatamente felice, respiravo l'aria, la sentivo dolce e avvolgente e all'aumentare dell'energia pedalavo più velocemente.. [Quanti me ne capitano di questi momenti in cui adoro la vita.. in realtà l'amo molto anche quando sono triste o sto male, è una cosa bellissima esserci] Nel mezzo di questa gioia, ho pensato ai momenti opposti, di buio, anche loro non legati a motivi particolari... Queste cavolo di onde che vanno e vengono... Sembrano non dipendere da niente. Quindi ho pensato se non dipendono da niente, il distacco dalle emozioni è quello che permette di rimanere in equilibrio senza su e giù. Ma cosa avrei dovuto fare oggi mentre mi sentivo felice senza causa.. cercare di staccarmi per riportare il mio stato a un livello medio così mi alleno a farlo per i momenti down? |
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Quindi anche non identificarsi... per fare un bene maggiore di quello che potrebbe essere il proprio tornaconto personale... Citazione:
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ps: Che bella esperienza hai vissuto :D |
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Se io vivo bene la mancanza, è un sentimento che gioverà al mio rapporto quando sarò con lui, non genera un bisogno...... Vivere con distacco ma coinvolti. Citazione:
Non possiamo pensare di far del bene partendo da un malessere interiore, il rinunciare a qualcosa per amore già crea una forma negativa.. la parola rinuncia presuppone che io soffro nel dare, che privo me per te. Il distacco dovrebbe permetterti di vedere le cose con più obbiettività, da li comprendi se il tuo agire fa del bene a te ed agli altri, se fa del bene solo agli altri o solo a te non è un giusto agire. Nel primo caso svilisci te stessa e puoi creare anche una forma di sottomissione, nel secondo cadi nell'egoismo (il tu è generico Red, non è diretto a te:) ) Il distacco è innalzarsi oltre le nuvole e vedere l'orizzonte.. firulì firulà (sviolinata) |
Più mi distacco da una situazione per guardarla nella sua completezza e più mi distacco da quella parte di me che viene catturata e coinvolta da quella situazione. Più questo accade, il distacco da quella me e dalla situazione e più vicina sono al mio Io che ha la possibilità di esprimersi ma sempre all'interno della situazione ma con una visione maggiormente allargata. Per cui non c'è separazione ma il punto di vista converge in un solo punto verso l'alto come fosse quello da cui partono le linee di una prospettiva, per chi conosce il disegno tecnico. Così almeno è l'idea che mi son fatta.
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Provo un esempio, se per ipotesi tu ed io avessimo una discussione in cui credo di aver ragione, personalmente la volta successiva che ti incontro non sarei molto ben disposta nei tuoi confronti. Se tu in quell'occasione avessi bisogno di un sorriso, o di qualsiasi altra cosa, per riconoscere il tuo bisogno e aiutarti dovrei lasciare da parte l'offesa che ritengo di aver ricevuto.. il mio personale. :C: |
Ho una sensazione a riguardo del distacco.
Io non lo sò fare, in genere tutto mi coinvolge moltissimo, o perlomeno questo è quello che voglio credere. Ossservando, ma sono all'inizio quindi potrebbe essere fallace, ho notato che quando provo distacco tutto il "calore" che ho rimane all'interno di me,in effetti chi è distaccato si dice che è freddo... Quando mi faccio coinvolgere invece il calore vortica, ma non verso una direzione precisa ma un pò dappertutto verso fuori e verso più direzioni, qualche volta è direzionato in modo specifico verso la cosa o persona per cui provo attaccamento ma se rimane direzionato questo calore ho notato che dopo un pò tende a rientrare (in me) e in quel momento mi percepisco e quindi, di fatto, torno a provare distacco.. Quando non sono distaccata tutto questo turbinio di, boh, vorrei dire energia ma ci sono in mezzo anche pensieri non saprei, tutto stò caos comunque è un movimento di dispersione pazzesco in cui alla fine ho visto che l'unico scopo è non percepire l'altro e non percepire neanche me. Nell'esempio della discussione di Red se sono distaccata ok, quello che sento lo percepisco, cerco di percepire quello che arriva dall'altro, distaccandolo dal mio sentire e riconoscendolo come differente e lo scambio è pulito. Se non c'è distacco si mescola tutto, ma ho l'impressione che non sia solo un mescolìo del mio dire e di quello dell'altro ma che ci si infili in mezzo di tutto, anche pensieri o reazioni che non c'entrano..ma stò osservando per cui...con chi litigo di voi così vedo meglio? icon_mrgr: icon_mrgr: icon_mrgr: C'è un discorso sul pensiero, su cos'è o cosa non è che devo approfondire ma qui è OT, cercherò una discussione in merito perchè ho la sensazione che tutto stò "pensare" che in me la fa da padrone sia una colossale bufala nonchè uno dei principali ostacoli proprio per questo sano senso del distacco che dovremmo avere... Ci stà anche quella differenza tra emotivo ed emozionale vero? Uhm...leggo.gif |
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se sono in mezzo al gruppo non vedo come viene la foto, però se vado dove è la macchina fotografica vedo il gruppo senza di me , e qusto mi dal'idea di un'analisi incompleta, visto che quando tornerò nel gruppo in qualche modo andrò a modificarlo. Cioè io posso anche pensare di distaccarmi da un determinato contesto ed analizzarlo inmodo obiettivo, però la domanda che mi faccio è se in quel conesto comunque ci dovrò tornare, poi evidentemente la situazione la modificherò in qualche modo, ed allora la visione obiettiva che ho avuto senza di me, quanto potrà valere? Certamente l'aver avuto una visione d'insieme mi darà modo comunque di "muovermi" in modo più consapevole e preciso ,a grandi linee potrò sapere meglio quando, cosa e dove il mio agire andrà a toccare., mentre se resto invischiato nell'insieme avrò sempre un angolo di ivsuale ristretto e parziale, senza lo stacco. A proposito, c'è differenza tra staccarmi da una cosa e distaccarmi? blink.gif Staccarmi mi suona più come un troncare , una cosa più netta, distaccarsi più come una cosa momentanea che comunque non impedisce una qualche forma di integrazione, tipo un distaccamento militare, che a volte è fatto per un periodo parziale e comunque non impedisce il contniuare a far parte di un determinato corpo. |
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Cosa si infiamma è evidentemente la parte che si lasica coinvolgere.. combustibile evidentemente. Sono tutte considerazioni su cui voglio tornare, sto facendo dei collegamenti e non ho ancora chiaro tutto ma probabilmente il Fuoco c'entra parecchio. |
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Perchè abbiamo la sensazione che se la visione è obiettiva sia avvenuta senza di noi? Se stiamo osservando mettiamo un certo distacco ma siamo sempre noi, anzi, dovrebbe essere un "noi" più vero, più concentrato...mmm leggo.gif Citazione:
Comunque ho trovato che distaccare come attaccare sono formate da una particella (at- e dis.) e taccare, verbo non usato che ha il significato di agganciare :U quindi staccare significherebbe sganciare? e distaccare sganciare da? leggo.gif Bella storia Lukk...leggo.gif |
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