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C'è anche stato un bel remake abbastanza recente. Temo però di doverti correggere dicendoti che la macchina stava ferma, non andava in verticale. In effetti muoveva solo il vettore tempo, lasciando lo spazio (quindi le 3 dimensioni) assolutamente ferme. |
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Se il tempo e' legato allo spazio meglio al muoversi dei corpi nello spazio che succede al tempo quando non mi muovo fisicamente ( e per movimento si intende anche una immobilita' relativa come quella del militare costretto in caserma o del ristretto in cella.......chi ha fatto il militare si ricordera' quell'urlo dei nonni '' non ti passa piu' '' che cosa ? il tempo ovvio ). Se sto chiuso nel mio ufficio avro' una percezione diversa del tempo che se sto sciando o facendo qualcosa di gradevole o altro. Se parlo con la mia innamorata entro in una dimensione atemporale dove ne' lo spazio ne' il tempo sono percepiti . Ed allora si entra in un altro campo che e' quello psicologico dove la nozione di tempo varia da psiche psiche da movimento o meno della psiche . E si apre un altro mondo. C'entra mi pare la teoria della relativita' che ho provato ad approcciare ma c'e' stato subito il rigetto. |
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Si si conosco il remake ma il primo amore è sempre il migliore. :H icon_mrgr: fiori.gif |
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.. il punto resta punto, la linea resta linea, si ha solo una visione più globale di tutto ciò che compone la realtà. E' così?
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Comunque ci penso su. |
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Gli scienziati pensano di essere arrivati a pochi milionesimi di secondo dopo la grande esplosione. Nessuno però sa cosa ci sia prima. Dalle evidenze odierne l'universo dovrebbe espandersi indefinitamente, senza ricollassare su se stesso, quindi l'idea di una serie infinita di big bang si sta allontanando. Rimane comunque una ipotesi possibile. |
Ma il fatto di allargare il numero di dimensioni con cui possiamo avere a che fare, presuppone anche un aumento degli strumenti o delle interfacce a nostra disposizione?
Per fare un esempio banale, in uno spazio a due dimensioni, basterebbe, credo, avere un solo occhio, visto che la visione in profondità non ci serve; porbabilmente potremmo far a meno anche degli organi che regolano l'equilibrio e così via. Io sono costruito, di base, per vivere in un'ambiente tridimensionale e percepire in un determinato modo i fenomeni che in esso si svolgono, primo fra tutti il tempo.Naturalmente questo non vuol dire che io riesca a cogliere detti fenomeni nella loro interezza, emblematico in tal senso è l'esempio di Ray sul cilindro ed i cerchi. Se trovassi il modo di avere esperienza di altre dimensioni, oltre a percepire i fenomeni in maniera diversa (anche se non ho minimamente idea di come ciò potrebbe avvenire praticamente),avrei bisogno di dotarmi anche di nuovi strumenti di senso, utilizzabili nelle nuove dimensioni o ,secondo voi, bastano quelli che abbiamo già a nostra disposizione? E con questi ipotetici nuovi mezzi potrei percepire solo la dimensione per cui "servono" o li potrei usare per percepire, magari in modo differente, le dimensioni in cui sono abituato fino ad oggi ad avere a che fare?nonso.gif p.s. scusate se ho ripetuto troppe volte il termine dimensioni ma non mi venivano in mente molti sinonimi |
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Secondo quanto ho elaborato nel corso degli anni il tempo potrebbe essere una costruzione mentale dell'uomo per poter catalogare gli avvenimenti in un ordine a sua dimensione, stabilendo rapporti tra passato, presente e futuro. A ben guardare quanto codifichiamo come "passato" non ha spesso niente di attinente con la realtà, ognuno memorizza fatti e situazioni in base alle proprie esigenze personali, a seconda del metro di giudizio o di valori che ciascuno ha e così anche la storia diventa il risultato di tanti eventi e fatti manipolati e interpretati. Ho l'idea che debba esistere una dimensione a noi imperscrutabile, nella quale coesistano, in un unicum, passato presente e futuro. In tale dimensione l'uomo vive sempre un solo ed unico presente, in armonia con il divenire dei fatti accidentali, forse mi viene da pensare ad un cerchio, esempio da sempre di perfezione. Pur nel movimento, nascita e morte si alternano come aspetti di una stessa medaglia, in un'alternanza perfetta. |
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In 3 dimensioni 2 occhi.... poi se continui che ti viene in mente? Comunque l'equazione è sempre che basta una porta percettiva in meno delle dimensioni prese in esame e che realmente ne possiamo controllare a pieno sempre una in meno di quelle che riusciamo ad assaggiare (nel nostro caso, comunemente, il tempo o quarta dimensione) |
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Battute a parte, con questo intendi dire che il "terzo occhio" dovrebbe permettere di vedere (e quindi semmai aiutare a "gestire") la quarta dimensione? |
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A questa temperatura le molecole e gli atomi sono tutti allo stato fondamentale, quasi non si muovono più essendo prive di energia cinetica. Questa quantità di energia è piccolissima, ma sempre diversa da zero. Si ricollega al concetto che senza mobilità non vi è coscienza del tempo, vi è una esatta correlazione tra movimento e tempo? Nel caso potessimo "vivere" in un mondo a 0 gradi Kelvin il tempo esisterebbe? |
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Per carità se ti trovi meglio nella tua metafora va bene, ma la "mia" (in effetti il libro della vita è roba vecchia/eonica icon_mrgr:) era costruita così per motivi precisi. Se tu cancelli un segno, questo scompare dall'esistente e se questo fosse possibile non potesti neanche averne memoria. Il libro è uno... le pagine sono tante 8-) Quote:
Si parla di organi che sono dotati delle caratteristiche proprie della dimensione. Occhi tridimensionali per le tre dimensioni etc.. Citazione:
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Nella visione kantiana il tempo, come anche lo spazio, sono le due forme pure della sensibilità. Faccio un doveroso passo indietro per amore di chiarezza e questo mi porta a parlare della "Critica della ragion pura", dove, in un'apposita sezione (l'Estetica trascendentale), Kant pone tempo e spazio come intuizioni pure, cioè intuizioni che non si mescolano all'esperienza, ma la precedono,in quanto assolutamente a priori. "Ogni nostra conoscenza comincia con l'esperienza. Gli oggetti colpiscono i nostri sensi e per un verso danno origine da sè a rappresentazioni, per un altro muovono l'attività dell' Intelletto che va a paragonare queste rappresentazioni,a riunirle, a separarle, e ad elaborare in tal modo la materia greggia delle impressioni sensibili. L'esperienza ci dice che cosa è, ma non che debba necessariamente essere così e non altrimenti. Per ciò non ci dà neanche una vera universalità; e la ragione così avida di questa specie di conoscenze è dall'esperienza più eccitata che soddisfatta. Tali conoscenze universali, che abbiano un tempo il carattere della necessità intrinseca, debbono essere indipendenti dalla esperienza, chiare e certe per se stesse; quindi prendono il nome di "conoscenze a priori", laddove al contrario ciò che scaturisce dall'esperienza, è conosciuta soltanto a posteriori, o empiricamente."..... Ad esempio, prendiamo un corpo, spogliamolo di tutte le proprietà sensibili. Esso ha un determinato colore, peso, forma, etc. Sottraiamo da questo corpo, tutte queste determinazioni sensibili (togliamo da esso peso, colore, forma e tutto ciò che di esso percepiamo attraverso i sensi,ciò che intuiamo direbbe K.), cosa rimane? Cosa potremmo conoscere a priori di questo corpo, (cioè quale conoscenza che precede l'esperienza ed è valida universalmente) possiamo realizzare di quest'ultimo? Che esso vive nello spazio ad esempio. Che esso vive nel tempo. Dunque Kant si chiede: "Che cosa sono dunque tempo e spazio"? Sono entità reali? O sono soltanto determinazioni, o anche rapporti delle cose, ma tali che apparterrebbero ad esse anche in sè, anche se non intuite, oppure sono tali che appartengono soltanto alla forma dell'intuizione, e perciò alla costituzione soggettiva del nostro spirito, senza la quale cotesti predicati non potrebbero essere riferiti a nessuna cosa?" Cerco di semplificare. Tempo e spazio esisterebbero in se stessi, al di là cioè della nostra sensibilità, o meglio, potrebbero essere, diciamo entità reali se uscissimo dal nostro modo soggettivo di intuire? Del Tempo. Esposizione metafisica del concetto di tempo. Il tempo non è un concetto empirico, ma un'intuizione pura. Infatti solo se presupponiamo il tempo, è possibile rappresentarci che qualcosa sia nello stesso tempo (simultaneamente), o in tempi diversi (successivamente). Il tempo è una rappresentazione necessaria, che sta alla base di tutte le intuizioni. Non si può rispetto ai fenomeni in generale sopprimere il tempo. I fenomeni possono sparire tutti, ma il tempo stesso (come condizione universale della loro possibilità) non può essere soppresso. ..... Il tempo non è un concetto discorsivo. I diversi tempi non sono se non parti dello stesso tempo. .... Dopo avervi tanto tediato, posso chiedervi che cosa pensate della visione kantiana del tempo? P.S. E' importante dire che per Kant l'intuizione è ciò che si riferisce immediatamente agli oggetti(mentre il pensiero vi si riferisce mediatamente, attraverso intuizioni). "Gli oggetti ci sono dati dalla sensibilità, ed essa sola ci fornisce intuizioni" |
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No, veramente se non riusciamo a percepire un corpo (neanche strumentalmente) per noi quel corpo non esiste. D'altro canto potremmo essere a conoscenza della sua esistenza fidandoci dell'esperienza altrui anche se noi non abbiamo mai potuto, ne possiamo ora percepirlo, in questo caso comunque ne avremmo una rappresentazione mentale che è ciò che percepiamo del racconto dell'esperienza di questa persona di cui ci fidiamo. Quindi in ogni caso perchè in noi ci sia l'idea di un corpo in qualche modo dobbiamo percepirlo, direttamente o indirettamente, anche qualora questa percezione sia completa fantasia/immaginazione. Quote:
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Sei d'accordo con me che decadimento della materia, rientra nel concetto più ampio di mutamento?" Se è così, allora si può dire che il concetto del cangiamento, e con esso anche il concetto del movimento (come cangiamento di luogo), avviene soltanto attraverso la rappresentazione del tempo e se questa rappresentazione non fosse una una forma pura della sensibilità, nessun concetto, quale che sia, potrebbe rendere intelligibile la possibilità di un cangiamento." Inoltre neanche Kant sosteneva che tempo e spazio fossero entità a se stanti, ma egli li lega alla costituzone soggettiva dello spirito umano. Il che a mio modestissimo parere appare quantomeno logico. Infatti, che cosa posso dire del tempo se uscissi dal mio modo soggettivo di intuire? La realtà è che non posso pormi al di là del mio modo di percepire e non è possibile rendere assoluto qualcosa che è relativo a certe peculiarità della sensibilità umana. :C: |
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No è il mutamento che rientra nel concetto di decadimento, non c'è mutamento senza decadimento. In ogni caso la parte sotto è un pò intorcolata. La sequenza volendo ridurre all'osso è : materia > decadimento > tempo materia > posizione (movimento o meno) > spazio materia > spazio/tempo > percesione-sensibilità Quote:
Perchè le due cose sono si in parte collegate ma sono due cose diverse, con l'intuizione posso arrivare ad un oggetto anche che non percepisco, solo che ovviamente, come ho scritto nel post di prima, nel momento che a questa intuizione do una forma, fosse pure solo mentale, di quest'oggetto ne ho una percezione. Comunque no, il tempo non è un'entità a se stante, ma allo stesso tempo non è legato allo spirito umano se non nella misurazione. Basta semplice materia perchè esso esista anche se non c'è nessuno a misurarlo, conteggiarlo. Pensa ad un qualsiasi oggetto, invecchia a prescindere che ci sia qualcuno (intendo umano) ad osservarlo. --------------- Mica penserai di essere Cesare, stasera, che fai pollice verso se qualcosa ti contraria, vero? |
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Inoltre, il decadimento ha comunque a che fare con il mutamento. Quanto a Cesare, mi sono accorta che c'è un simbolo accanto al mio nickname che non ho inserito io, o almeno non volutamente. |
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