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Astral 22-07-2008 00.04.20

Migliorare se stessi significa migliorare il mondo?
 
In questi giorni pensavo che il mondo avrebbe bisogno di migliorare molto: le cose che non vanno in politica, nell'ambiente, nel cuore umano guidato sempre di più dall'egoismo e dall'opportunismo da far perdere fiducia nel prossimo etc.
Allo stesso tempo io mi sentivo anche un po' dire dentro di me: si è vero che invece di guardare all'esterno dovrei guardarmi un po' dentro. Poi iniziano i paragoni: si ma io sono meglio, non uccido, non rubo, cerco sempre di comportarmi bene etc. etc. ma che c'è da migliorare? Non mi manca nulla, ho tutto etc..

Stasera ho provato a creare uno schema su word suddividendo tutti gli argomenti della mia vita, partendo dai più bassi ( lavoro, economia, casa, sessualità, corpo fisico) fino via via ai più elevati ( preghiera, rapporti col divino, virtù etc. etc.).
Morale della favola ad ogni voce mi fermava ad analizzare con onestà se veramente questi aspetti andavano bene o c'era qualcosa da migliorare, e nel caso invece erano aspetti che si trovavano in situazioni infelici, mi domandavo su cosa influivano negativamente, su quali vizi e debolezze.

Morale della favola: ho trovato indubbiamente dei punti forti da cui traggo energia ( pochi se devo essere sincero), ma c'ho messo ben 2 ore e mezza facendo mezzanotte, a stilare lo schema. Mi sono meravigliato di QUANTE cose che ci sono da migliorare e che non vanno affatto bene, e che molte sono collegate le une con l'altre.
Da qui la conclusione: pensa quanto sarebbe migliore il mondo, se migliorassi in tutte queste cose e pensare che guardo sempre quello che non va fuori...

Basterà migliora se stessi, per migliorare ciò che ci circonda? Nel dubbio forse è meglio intanto pensare a migliorarci un po'....

:C:

Kael 22-07-2008 00.16.24

Totalmente d'accordo con te. La storia della pagliuzza nell'occhio dell'altro esprime perfettamente questo concetto, spesso guardiamo gli altri solo per pigrizia e mancanza di volontà per fare qualcosa di veramente concreto su noi stessi. Che poi la cosa è proporzionale: se miglioro veramente me stesso, la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi... tutti quelli che mi circondano non potranno non avere un beneficio dal trovarsi vicino una persona migliore.
Ma se tutti guardano sempre e solo gli altri, il mondo quando migliorerà? Anche ammesso che qualcuno ci riuscisse, starebbe facendo una violenza. Non posso costringere a cambiare chi non vuole cambiare, e chi già ha intenzione di cambiare non ha certo bisogno di me (almeno se nel frattempo non sono cambiato anch'io) per spiegargli come fare. Quindi molto meglio che umilmente inizi a pensare a me stesso.

PS: Il discorso si ricollega a quello sulla Più alta forma d'amore, che è proprio quella verso se stessi...

RedWitch 22-07-2008 17.01.53

Anche io sono d'accordo con quanto dici Astral, e' piu' semplice vedere cosa non va nell'altro piuttosto che essere onesti e vedere cosa c'e' da fare su se' stessi... oltre al discorso che faceva Kael sulla pigrizia, io penso che si faccia prima a vedere nell'altro, e' piu' immediato, siamo spettatori del comportamento altrui, mentre osservare noi stessi (soprattutto farlo onestamente) e' un lavoro che bisogna imparare , al quale non siamo abituati. Una volta, un amico mi ha detto una cosa che non ho piu' dimenticato e che cerco di tenere a mente quando mi scappa di guardare (e magari criticare) gli altri: mi disse che guardare fuori puo' andare bene, ma , senza dimenticare che noi siamo uguali.

A me verrebbe da dire che chi uccide non e' uguale a me, o chi ruba , ma in fondo.. oggi vedo bene che potenzialmente e' vero che abbiamo tutto dentro, e che sebbene io senta certe cose lontane da me, mi potrei un giorno trovare a farle, per contingenza o chissa' che altro... (mi auguro proprio di no.. pero' non posso escluderle a priori).

Quel "..... noi siamo uguali" mi permette di non dimenticare che se vedo il mondo che va al rovescio, non ho nessun potere per poterlo cambiare, ne' e' giusto pretendere che siano gli altri a cambiare, ma qualcosa posso fare.. partendo da me.

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Astral 22-07-2008 20.14.39

Quello che mi stupisce di più poi è che alcuni aspetti "negativi" influiscono su altri aspetti e sembra quasi una catena, e uno dovrebbe essere bravo a sciogliere questi blocchi o nodi.
A me ha colpito l'umilmente di Kael: infatti la maggior parte delle volte che cerchiamo di migliorare noi stessi, non lo facciamo con l'intento giusto. Migliorare non vuol dire essere perfetti, anche se dobbiamo essere perfetti come il Padre, ma significa migliorare i difetti, e ringraziare per i pregi. L'umiltà nasce dal fatto che si migliora per avvicinarsi sempre di più ad esprimere la parte più vera e pura di noi, non perchè poi siamo migliori degli altri.

Red, io sono daccordo che in un certo senso posso sentirmi leggermente al di sopra o meglio di altri, senza falsa modestia. Però mi accorgo che ognuno ha il suo percorso e che difetti piccoli o grandi che siano, creano comunque problemi.
Il semplice fatto che magari per un problema di autoaccettazione tratto le persone con indifferenza e freddezza, non è un omicidio, ma comunque ha le sue conseguenze...

Lo spirito si manifesta anche nelle cose piccole: ad esempio il fatto di non saper fare una dieta ci può dimostrare la nostra scarsa volontà o l'impazienza, e tanti tanti aspetti di noi, che ci fanno vedere che alla fine cosi perfetti non siamo, siamo pieni di pecche.
Il peccato non è solo fare del male agli altri, ma anche cose che fanno male a noi e può essere anche di tipo passivo ( tipo non saper dire di no al momento opportuno, farsi schiacciare, scegliere qualcosa di sbagliato noi, per farci approvare da altri.

:C:

stella 22-07-2008 21.41.50

Migliorare se stessi non cambierà tutto il mondo, ma il nostro mondo sì.
Se stiamo bene con noi stessi stiamo meglio anche con gli altri, di conseguenza altre persone vedendo il nostro miglioramento si sentiranno invogliate a cambiare in meglio anche loro, e così via...
Questo in teoria. Ma in pratica abbiamo visto che è molto difficile cambiare proprio su quelle piccole pecche che però fanno la differenza nel nostro modo di essere e di porsi verso gli altri.
E' vero che visto qualche difetto in un'altra persona ci è facile dirle di migliorare ma se è così difficile per noi possiamo immaginare che è difficile anche per l'altra persona.
Ho notato che ci è facile cambiare nelle cose in cui non siamo tanto radicati, ma cambiare un vizio o un modo di essere che sappiamo essere un difetto ma a cui siamo attaccati è cosa ardua.
Da qui si può vedere quando è difficile che il mondo cambi...
Se ci impegnassimo ad avere qualche piccola vittoria su di noi sarebbe molto bello poter dire e dimostrare che cambiare in meglio si può e sarebbe un modo per cercare di migliorare anche su altre cose.
E' anche vero che migliorando una parte di noi, essendo tutto collegato, cambiano anche altri lati di noi, e forse per questo è tanto difficile iniziare, ogni cambiamento fa un po' di paura e comporta un nuovo assestamento.
Ma cambiare si può, e qualsiasi cosa facciamo in pratica per cambiare sarebbe una grande forma di amore verso noi stessi, prima di tutto, e di riflesso anche verso gli altri.


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