Per uscire dalla debolezza bisogna guardare dentro di sè, e trovare una ragione per reagire....volere è potere!!
Uscire dal dover essere forti?...non c'è motivo per non essere forti....forse tu ti riferisci all'apparire forti senza esserlo? |
No, mi limitavo a rilevare una contraddizione in quanto avevi scritto...
secondo me non si tratta di essere forti o deboli... c'è solo una certa forza (energia) di cui disponiamo... dipende da come la usiamo, da quanta ne buttiamo via (per esempio a star li a pensare di essere deboli) e di quanto siamo realmente capaci di manovrarla... in linea di massima molto poco... ma all'inizio quel poco può anche bastare per iniziare a muoversi... |
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E aggiungo a quello che ho scritto di la... che poi se mi comporto in un modo con tutto me stesso, ci divento... mentre invece se lo faccio imitando o seguendo modelli esterni sarà un'altra maschera.... Importante poi è anche scegliere come comportarsi in questo senso (con tutti se stessi) |
Esaminando il mio comportamento trovo proprio che io stessa mi pongo agli altri a secondo da chi ho davanti..alle volte vincente e alle volte perdente.
A volte è una tattica..forse di difesa, a volte è uno studio su quella data persona, a volte sono io che forse in situazione di piena energia positiva trasmetto il mio lato forte e vincente agli altri. E talune volte invece ho un calo di energie che mi porta davvero a essere perdente...probabilmente questo avvicendarsi di comportamenti incoerenti fa parte del mio carattere cameleontico. |
In relazione all'argomento di questa discussione, unito a quello della discussione linkata da Uno, secondo voi rispondere a qualcuno nel modo in cui crediamo/speriamo sia il modo più giusto per lui, fa parte delle maschere?
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Come dire che se si E' non ci sarebbe necessità di credere/sperare?
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Se credi/speri significa che non Sai, no? :C: |
Mi sembra che piu' che i concetti ci si soffermi sugli aggettivi ed i sinonimi usati, certo sono importanti, ma è importante anche il "sentire" cosa sta' dietro un affermazione.
Forse sarebbe utile a tutti sforzarci ad andare incontro al prossimo nella comprensione invece di stare fermi ad aspettare che il concetto sia espresso in maniera perfettamente compiuta per il nostro gusto estetico o formale.....sempre sovrastrutture sono.. |
Condivido il tuo pensiero milsan, ma credo anche che saper vedere le cose da più punti di vista possa essere un buon modo per favorire una comprensione più ampia, non solo di chi partecipa al thread ma anche di chi leggerà in futuro...
Del resto il dialogo è confronto, dove appunto ognuno cerca di arricchire l'altro offrendo il suo punto di vista. Non vedo in tutto questo sovrastruttura... vedo partecipazione. :C: |
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Di una bella persona posso fregarmene fino ad un certo punto, invece una bella anima è interessante, la prima si può fingere la seconda no, quindi l'estetica dell'essenza è importante, nella comunicazione se non siamo telepatici a doppio senso le parole sono l'essenza :C: |
Citazione:
:C: |
Stiamo andando un pò (non completamente però) fuori tema.... comunque....
Se consderiamo esperimenti tipo quello che ho descritto nella prima parte di questo post come fai a stabilire dov'è il confine tra la forma e l'essenza? In soldoni... tutto quello che è nel ceato ha una forma... è necessaria per vivere e sperimentare, questa può essere conforme all'insieme del creato cioè oggettiva, oppure solo aderente ad un mondo interno autocostruito, cioè soggettiva... questa seconda situazione è quella in cui versa la maggior parte dell'umanità per la maggior parte del tempo a propria disposizione, la Ricerca in soldoni come primo passo dovrebbe far prima vedere l'esistenza di queste condizioni, poi dare un input per passare dalla prima alla seconda.... In quest'ottica è estremamente importante essere precisi nel linguaggio, già così ci si fraintende fin quando i due o più che stanno comunicando non "dimorano" nella seconda oggettiva condizione.... in quel caso le parole non conterebbero più nulla... ci si capisce al volo. La precisione del linguaggio è anche un esercizio utile a sviluppare questa oggettività, ovviamente purchè non sia fatto a scopo narcisistico con impotanza personale, non intendo ovviamente la ricercatezza delle parole... si possono usare parole semplici in base alla propria cultura (intesa come acquisizione di dati) basta usarle correttamente. Capisci cosa intendo con essenza? Non è qualcosa che sta chissà dove.... è quello che c'è dietro/dentro tutto anche dentro le parole.... Potremmo andare avanti a lungo... ma andrei si fuori tema completamente (magari in una prossima discussione), potremmo parlare sul fatto che una parola vibrata in un certo modo crea... in quel caso quella parola è connessa all'essenza più di tanti concetti astratti che ci frullano nel mondo interno, anche se collegati a mondi interni altrui... :C: |
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Poniamo che questa fase sia già stata superata....pensi che in tal caso varrebbe anche il contrario? Io non ne sarei tanto sicura....hai presente la canzone....'qualunque cosa fai, sempre pietre in faccia prenderai'.... E' difficile, molto di più di quanto si possa tentare di spiegare, capire... ma non per questo bisogna arrendersi. abbraccio: |
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Non necessariamente parlare di comunicazione e comportamento ci porta fuori tema. In realtà alla base dei rapporti tra gli uomini vi è la parola, prima verbale, poi scritta. Ma la parola sta pure alla base del nostro comportamento, in base a come ci si esprime, si può o meno suscitare interesse, simpatia/antipatia nel nostro interlocutore, un pò come dire, dimmi come parli, e ti dirò chi sei...Inoltre se il messaggio verbale non viene convogliato in maniera 'diretta', ossia in presenza dei soggetti della locuzione, in cui è possibile comunicare anche e soprattutto attraverso lo sguardo, la mimica e la gestualità, ma viene 'passato' per es. in questo caso tamite un monitor, freddo e distaccato, diventerà molto più difficile riuscire a esprimere al meglio quella che era l'essenza del pensiero. E quindi diventerà 'essenziale' trovare esattamente le parole giuste, la forma, tutto ciò che ci permetterà che il nostro pensiero giunga al 'destinatario', il più vicino possibile a quello che era in origine, tentando di eliminare il più possibile tutte le 'interferenze' che si creeranno dal momento in cui parte il messaggio, al momento in cui arriverà a destianzione. Quando per es. ci relazioniamo a qualcuno che non conosciamo ancora, per prima cosa tentiamo di farci capire tentando di essere chiari il più possibile, cercando sempre le parole giuste, ponendo tutta la nostra capacità comunicativa al servizio del nostro 'essere'. L'instaurarsi o meno di un rapporto tra individui non potrà che avvenire attraverso l'uso della parola, quella che viene definita 'magia della parola'. fiori.gif |
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