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Sole 13-05-2010 16.15.25

Colpa e pentimento
 
"Finchè dura il pentimento, dura la colpa."
Jorge Luis Borges


E dire che l'ho inserito io ma non lo capisco fino in fondo.

Forse Borges vede il pentimento come un senso profondo di disagio in cui non ci si riconcilia con se stessi e questo fa si che ci sia ancora la colpa a tener desti su un certo argomento.

Potrebbe essere anche una assurdità.

Non so.... voi che ci leggete?

luke 13-05-2010 16.33.43

Secondo me la frase indica che quando arriviamo al pentimento attraversiamo una fase in cui è ancora presente dentro di noi la parte che ci ha fatto commettere un determinato atto dal quale è scaturita la colpa, e questa parte "copevole" coesiste ancora con le altre ;
una volta elaborato fino in fondo il pentimento, con le modifiche che porta in noi, anche la parte "colpevole" dovrebbe essere stata lavorata e quindi il conflitto interno che alimentava il pentimento, ovviamente se questo era sincero, si è concluso.

griselda 13-05-2010 17.17.51

Concordo con il pensiero di Luke.
Ad esempio quando a vado a confessarmi lo faccio perchè sono pentita il pentimento mi fa sentire in colpa. Se riconosco il valore della Confessione ecco che una volta confessato mi sono liberata e con la colpa se ne va anche il pentimento che ha concluso la sua funzione. A quel punto vi è la penitenza o meglio il cercare di rimediare.

Kael 13-05-2010 22.04.52

Beh ma Borges non dice che pentimento o colpa non debbano durare o che sia sbagliato che durino, dice solo che finchè dura uno dura anche l'altra.

Una colpa può essere cancellata?

stella 13-05-2010 22.18.22

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 85754)
"Finchè dura il pentimento, dura la colpa."
Jorge Luis Borges


E dire che l'ho inserito io ma non lo capisco fino in fondo.

Forse Borges vede il pentimento come un senso profondo di disagio in cui non ci si riconcilia con se stessi e questo fa si che ci sia ancora la colpa a tener desti su un certo argomento.

Potrebbe essere anche una assurdità.

Non so.... voi che ci leggete?

Il pentimento si prova quando ci si accorge di aver commesso un errore. Può provocare diverse emozioni a partire da quella di sentirsi colpevoli, per cui si prova rimorso e in qualche caso anche vergogna.
Il pentimento è strettamente connesso alla colpa, e si può uscire da questo circolo vizioso, secondo me, solo con il perdono.
Se io sono pentita di uno sbaglio che ho fatto, e mi sento in colpa per questo, l'unica cosa è chiedere perdono a chi ho danneggiato.
Una volta buttato fuori il rospo e ricevuto il perdono, allora il pentimento non avrà più il potere di farci sentire in colpa.
Secondo me, la frase è vera fino a che teniamo il pentimento per noi stessi senza esternarlo con la richiesta di perdono.

filoumenanike 14-05-2010 00.14.22

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 85754)
"Finchè dura il pentimento, dura la colpa."
Jorge Luis Borges


E dire che l'ho inserito io ma non lo capisco fino in fondo.

Forse Borges vede il pentimento come un senso profondo di disagio in cui non ci si riconcilia con se stessi e questo fa si che ci sia ancora la colpa a tener desti su un certo argomento.

Potrebbe essere anche una assurdità.

Non so.... voi che ci leggete?

Provo...la colpa è proporzionata all'azione e dunque alla durata del pentimento. Vediamo, se mi rivolgo male a mia madre, mi sento in colpa perchè non avrei dovuto, lei è anziana, fragile etc. poi le chiedo perdono, lei mi perdona e il pentimento scompare.

Ma se uccido mia madre la colpa è talmente grave che nessun perdono potrà mai cancellarla e il pentimento sarà il sentimento che accompagnerà per sempre la mia vita!

Ray 14-05-2010 10.08.35

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 85786)

Una colpa può essere cancellata?

Dipende cosa intendi per cancellare. Una colpa può essere espiata, ossia esaurita. Ciò avviene quando abbiamo pagato il corrispondentel prezo insomma. Che può variare anche a seconda di quanto tempo impieghamo a pagare.

In termini personali la colpa è un buco, un avvallamento. Non l'abbiamo più quando abbiamo riempito... c'è un però: col pentimento in realtà grattiamo ben bene il buco, in modo da lisciarlo per poterlo meglio riempire. se lavoriamo bene il buco permette di costruire solide fondamenta, che permetteranno quindi, se vorremo, di costruire qualcosa di solido e grosso su quel punto... magari a differenza di altre "zone" di noi dove questo non accade, anche perchè non ce n'è bisogno.
Come dire che nei punti in cui abbiamo bisogno di lavorare ci sono le migliori possibilità.

In questo senso la colpa non viene mai cancellata, come se non ci fosse mai stata, ma può essere trasformata in qualcosa di utile.

diamantea 14-05-2010 15.33.59

Ma cos'è la colpa veramente? perchè si commette la colpa? e perchè dopo averla commessa ci pentiamo? Vogliamo essere perdonati, cioè scaricati della responsabilità di ciò che abbiamo fatto.
Il pentimento è una cosa ma il voler essere perdonati mi sembra un'altra cosa.
Posso pentirmi di aver fatto una scelta senza questa per forza aver recato danno a qualcuno se non a me stessa, in questo caso la colpa è verso me stessa, la responsabilità è mia e devo gestirmela da sola.
Quando la colpa è verso qualcun altro c'è da chiedersi in cosa consiste questa colpa. Ho fatto del male deliberatamente a qualcuno? Allora perchè pentirmi? Se ero consapevole ho agito con coscienza, dovevo sapere che avrei causato danno, ora chiedo perdono, perchè? Sono incoerente con me stessa? Voglio fare la furba riabilitandomi socialmente attraverso un atto cristiano per poter perpetrare ancora?
Oppure non avevo calcolato che fare del male, quindi macchiarmi di una colpa poteva fare soffrire ingiustamente altri? Allora sono inconsapevole in balia degli impulsi dell'ego. Mi pento e ottengo il perdono ma se non ho portato consapevolezza su ciò che mi ha fatto commettere la colpa non ho risolto nulla. Il comportamento tornerà di nuovo magari in situazioni diverse. Magari più facilmente di prima visto che ho scoperto che poi mi pento e vengo perdonata.
E' giusto pagare un pegno in relazione alla nostra colpa, quello che forse non sempre mi sembra giusto è chiedere di essere perdonati, cioè scaricare sull'altro ora la responsabilità della nostra riabilitazione morale. Se per la circostanza l'altro non ha voglia di perdonarmi ecco che si è macchiato di una colpa, quello di non perdonare.

"Io ti perdono ciò che hai fatto a me; ma come potrei perdonarti di fatto ciò - a te stesso!"
Così parlò Zarathustra

stefano 14-05-2010 16.09.50

riflettevo sul termine "colpa" che somiglia tanto a "colpo".
colpo dato a se stessi o agli altri (causando danno) per difetto di prudenza, diligenza o altro.
allargando il discorso ai vari corpi potrebbe essere un dare un "colpo" a qualsiasi livello (fisico, mentale, eterico)

mi risuona abbastanza bene

Ray 14-05-2010 17.07.56

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 85817)
Posso pentirmi di aver fatto una scelta senza questa per forza aver recato danno a qualcuno se non a me stessa, in questo caso la colpa è verso me stessa, la responsabilità è mia e devo gestirmela da sola.

Come si fa a fare del male a se stessi senza farne anche agli altri?

diamantea 14-05-2010 18.06.09

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 85820)
Come si fa a fare del male a se stessi senza farne anche agli altri?

Nel senso che se faccio male a me stessa poi sono scontenta e il mio malumore lo faccio pesare agli altri?
Allora siamo tutti colpevoli ogni momento, non ci sono scuse che possano bastare.

Il principio è lo stesso, perchè mi sono fatta del male? perchè mi sono pentita? Posso chiedere perdono a me stessa e a tutto il mondo, espiare la giusta colpa e poi?

Ray 14-05-2010 19.52.09

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 85823)
Il principio è lo stesso, perchè mi sono fatta del male?

Perchè siamo imperfetti.

Citazione:

perchè mi sono pentita?
Perchè non siamo poi così male.

Citazione:

Posso chiedere perdono a me stessa e a tutto il mondo, espiare la giusta colpa e poi?
Cerchiamo, per quello che possiamo, di sbagliare di meno, ossia di migliorarci.

diamantea 14-05-2010 19.56.57

fiori.gif

Falketta 15-05-2010 01.18.08

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 85817)
Mi pento e ottengo il perdono ma se non ho portato consapevolezza su ciò che mi ha fatto commettere la colpa non ho risolto nulla. Il comportamento tornerà di nuovo magari in situazioni diverse. Magari più facilmente di prima visto che ho scoperto che poi mi pento e vengo perdonata.
E' giusto pagare un pegno in relazione alla nostra colpa, quello che forse non sempre mi sembra giusto è chiedere di essere perdonati, cioè scaricare sull'altro ora la responsabilità della nostra riabilitazione morale. Se per la circostanza l'altro non ha voglia di perdonarmi ecco che si è macchiato di una colpa, quello di non perdonare.

Soprattutto laddove il pentimento sia più che altro indotto dalle conseguenze della colpa, cioè dal fatto che gli altri possano essersi "ritirati". Essere proiettati verso l'esterno per ottenere il perdono a me sa più di paura.
Non riuscire a (o meglio, volere?) perdonare credo sia, in un certo senso, l'altra faccia della stessa medaglia.

Edera 20-07-2010 14.41.41

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 85817)
Quando la colpa è verso qualcun altro c'è da chiedersi in cosa consiste questa colpa. Ho fatto del male deliberatamente a qualcuno? Allora perchè pentirmi? Se ero consapevole ho agito con coscienza, dovevo sapere che avrei causato danno, ora chiedo perdono, perchè? Sono incoerente con me stessa?


Quando ho commesso le mie colpe che nel momento in cui le ho commesse non riuscivo a vederle come le vedo ora. Forse quando le commettiamo non ne siamo consapevoli e ci si accorge solo a distanza di tempo di quanto si è sbagliato. Il problema che mi si presenta è cosa farne ora con questa colpa, a volte sento un bisogno enorme di vuotare il sacco e confessarle alla persona interessata. Ma poi ci ragiono razionalmente e capisco che il mio è solo bisogno di sentirmi perdonata e che confessarle farebbe soffrire inutilmente la persona coinvolta. Quindi me la trascino appresso come un sasso, spesso mi si presenta alla mente per avvertirmi che ancora in sospeso e che ha bisogno di essere ricapitolata. Ma per il momento non ci riesco... Ho provato pure con la normale confessione cristiana ma niente:)
Se la guardo bene poi scopro che non è nemmeno così grave e che in quel momento dalla mia parte avevo più di qualche attenuante. Ma anche questo si rivela una pensiero poco efficace quel nodo rimane lì e non si scioglie.
Così continuo a portarmela dentro nei giorni, nei mesi, se non altro come monito a non infilare nella coscienza esperienze a casaccio.

diamantea 20-07-2010 15.16.03

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 88010)
Il problema che mi si presenta è cosa farne ora con questa colpa, a volte sento un bisogno enorme di vuotare il sacco e confessarle alla persona interessata.

Ti dico la mia che di colpe ne ho commesse tante, quasi tutte confessate.
Se la tua confessione rende giustizia o verità su fatti o persone ha un senso confessare. Se la tua colpa alla fine ha reso un torto solo a te che lo hai commesso e l'altro non ne ha avuto a soffrire è inutile rivangare il passato dopo tanto tempo. Più che altro sei tu con te stessa che devi elaborare, capire il motivo della colpa e come questo possa esserti d'aiuto per crescere e diventare più consapevole. E' una responsabilità tua di essere coerente con te stessa.

Il senso della giustizia lo nutriamo dentro di noi. A volte non si confessa per non rinunciare al beneficio della stima che l'altro ignaro nutre nei nostri confronti. E' sempre l'ego che soffre se dovesse perdere questo valore apparente di sè costruito su una menzogna o colpa.
Le attenuanti riducono le motivazioni per ammettere di essere andati contro la nostra coscienza.
Bisogna capire quanto siamo disposti a ricunciare all'opinione positiva che le persone coinvolte hanno di noi.
Almeno per me è così. Quando commetto una colpa la cosa più dura è vedere negli occhi dell'altro la delusione, il dolore nel vedersi traditi nella fiducia e stima che di me avevano.
E' dura per il mio ego ammettere di essere stata scoperta indegna. Per la mia coscienza è mortale aver recato sofferenza.
La confessione a volte ti appesantisce del peso delle conseguenze, del cambiamento che essa inevitabilmente comporta nei rapporti con l'altro ma anche con te stessa.
Cambiamenti che a volte sono positivi se c'è perdono e crescita, ma più spesso distruttivi, l'ego dell'altro mal tollera i torti subiti.
Poi dipende dall'entità della colpa è chiaro.

Il senso di colpa cmq è sano quando ci porta a capire di dover essere più presenti nelle nostre azioni. fiori.gif

webetina 20-07-2010 15.35.56

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 88010)
Il problema che mi si presenta è cosa farne ora con questa colpa, a volte sento un bisogno enorme di vuotare il sacco e confessarle alla persona interessata. Ma poi ci ragiono razionalmente e capisco che il mio è solo bisogno di sentirmi perdonata e che confessarle farebbe soffrire inutilmente la persona coinvolta. Quindi me la trascino appresso come un sasso, spesso mi si presenta alla mente per avvertirmi che ancora in sospeso e che ha bisogno di essere ricapitolata. .............
....Se la guardo bene poi scopro che non è nemmeno così grave e che in quel momento dalla mia parte avevo più di qualche attenuante. Ma anche questo si rivela una pensiero poco efficace quel nodo rimane lì e non si scioglie.
.

Potresti semplicemente tollerarla come una imperfezione, una piccola macchia?
Riguardo al bisogno tuo di rivelarlo rischiando di ferire, io mi chiederei quanto ci tengo a non fare soffrire inutilmente quella persona; sembra banale, ma alla fine per me è un buon metro efficace.
Oppure mi chiederei se i vantaggi che offrirebbe il parlarne sarebbero superiori rispetto alla sofferenza ipotizzata. Perchè se continui a pensarci vuol dire che potresti volere rischiare di compromettere le cose pensando però di riportare il legame, o rapporto, ad un livello più soddisfacente per te e per l'altro. Secondo me le cose non passano finchè c'è una pulsione che spinge, c'è ovviamente da valutare che parlare è sempre un rischiare e che d'altro canto a tacere ci vuole anche una grande tempra caratteriale, che se non c'è bisogna aspettare alla prossima.

Edera 20-07-2010 15.59.24

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 88012)

Oppure mi chiederei se i vantaggi che offrirebbe il parlarne sarebbero superiori rispetto alla sofferenza ipotizzata. Perchè se continui a pensarci vuol dire che potresti volere rischiare di compromettere le cose pensando però di riportare il legame, o rapporto, ad un livello più soddisfacente per te e per l'altro. .

Scusate non sono stata precisa.
La persona non fa più parte praticamente della mia vita e sinceramente più distanza c'è tra noi, meglio è per me, quindi non c'è nessun rapporto da conservare. Vuotare il sacco equivarrebbe a tagliare completamente i fili(cosa che io vorrei), così almeno proverebbe qualcosa di negativo, finché non sa nulla sarà molto difficile troncare perché in mente ha una certa idea di me. Però ho paura delle conseguenze, al di là dell'opinione di cui mi importa davvero poco, mi preoccupano le reazioni che nel suo caso, sono sempre abbastanza alterate, reazioni nei miei confronti e anche nei suoi.
Per questo sto zitta, temo che sputare il rospo causerebbe più guai di quanti ne causi tenerlo dentro, senza contare che lo farei unicamente per me stessa.
Forse convivere col senso di colpa rappresenta già una pena adeguata... Ma devo trovare il modo di portarlo dentro in modo più sano, non credo abbia senso passare l'esistenza ad auto-fustigarsi per qualcosa fatto in piena incoscienza. Ovviamente parliamo di una colpa morale media, comune e non di reato.:)

griselda 20-07-2010 16.02.52

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 88010)
Quando ho commesso le mie colpe che nel momento in cui le ho commesse non riuscivo a vederle come le vedo ora. Forse quando le commettiamo non ne siamo consapevoli e ci si accorge solo a distanza di tempo di quanto si è sbagliato. Il problema che mi si presenta è cosa farne ora con questa colpa, a volte sento un bisogno enorme di vuotare il sacco e confessarle alla persona interessata. Ma poi ci ragiono razionalmente e capisco che il mio è solo bisogno di sentirmi perdonata e che confessarle farebbe soffrire inutilmente la persona coinvolta. Quindi me la trascino appresso come un sasso, spesso mi si presenta alla mente per avvertirmi che ancora in sospeso e che ha bisogno di essere ricapitolata. Ma per il momento non ci riesco... Ho provato pure con la normale confessione cristiana ma niente:)
Se la guardo bene poi scopro che non è nemmeno così grave e che in quel momento dalla mia parte avevo più di qualche attenuante. Ma anche questo si rivela una pensiero poco efficace quel nodo rimane lì e non si scioglie.
Così continuo a portarmela dentro nei giorni, nei mesi, se non altro come monito a non infilare nella coscienza esperienze a casaccio.

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 88011)
Se la tua confessione rende giustizia o verità su fatti o persone ha un senso confessare. Se la tua colpa alla fine ha reso un torto solo a te che lo hai commesso e l'altro non ne ha avuto a soffrire è inutile rivangare il passato dopo tanto tempo. Più che altro sei tu con te stessa che devi elaborare, capire il motivo della colpa e come questo possa esserti d'aiuto per crescere e diventare più consapevole. E' una responsabilità tua di essere coerente con te stessa.

Concordo molto con quanto detto da Tea.
A me è capitato di voler confessare perchè non reggevo il peso della responsabililtà di quello che avevo fatto.
Però quando avevo "fatto" ovvero avevo agito in quel modo, mi era sembrata la cosa più giusta o la meno grave, poi chiaro gli occhi cambiano dopo il fatto e non ero più chi fece quella scelta, un altro io all'orizzonte che non aveva vissuto quello che aveva vissuto l'altro che non aveva scelto ed ecco che subentra il giudizio. Cambiato il punto di vista cambia anche la considerazione del tutto ed ecco i sensi di colpa e il desiderio di libermene con la confessione....
In un caso non potevo fare diversamente in un altro avrei potuto farlo se avessi visto l'altra opportunità oppure se fossi stata in grado di confidare nella Provvidenza in entrambi però ho fatto una scelta che poi ho rinnegato quando ho cercato di liberarmene non assumendomi le responsabilità di quelle scelte.
Una di queste due volte ho confessato a chi pensavo di dover dire e se potessi non lo rifarei per tutto quello che ne è sortito e il dolore che l'altro ha vissuto e io di conseguenza, per cui credendo di rimediare volevo scappare dalle mie resposabilità e dividendole con l'altro ma scaricandogliele addosso ho fatto il suo male e pure il mio di conseguenza.
Non accettavo di aver fatto quello che avevo fatto e volevo essere perdonata da qualcun altro mentre dovevo farlo io ed imparare che non devo mai scappare dalle mie responsabilità che io sono quel che sono in quel momento anche se vorrei poi essere di più e meglio e questo è poi quello che crea il conflitto che genera tutto il resto.
Purtroppo nella vita si deve scegliere e a volte si fanno scelte di cui a posteriori ci si pente, bene ok a quel punto abbiamo imparato che quella cosa era sbagliata che abbiamo agito così perchè.....cercarne i motivi e fare in modo di non dover più passare per quella strada.
:)

webetina 20-07-2010 16.19.46

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 88013)
Vuotare il sacco equivarrebbe a tagliare completamente i fili(cosa che io vorrei), così almeno proverebbe qualcosa di negativo, finché non sa nulla sarà molto difficile troncare perché in mente ha una certa idea di me.

Capisco la situazione, ma temo che nessuno ti potrà assicurare che equivarrebbe a tagliare i fili. Forse quelli della benevolenza residua da parte sua nei tuoi confronti, ma non sappiamo se altri fili, questa volta di malvolenza, ne scaturirebbero. Se è una persona tranquilla e non devi temere nulla e pensi che ti risolverebbe il problema di non voler essere ancora nei suoi pensieri come non ti piace , allora agisci. Non ho capito però se lo faresti per non essere più oggetto delle sue attenzioni, o solo per una questione di giustizia, di moralità nei suoi riguardi, perchè in tal caso io ti direi di non esporti, tanto più che da questa persona vuoi stare lontana. Ripeto in tal caso attingi alla tua forza che può tollerare di avere anche sbagliato, sei un essere umano e chissà quante ragioni hai avuto magari!

diamantea 20-07-2010 16.27.18

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 88013)
mi preoccupano le reazioni che nel suo caso, sono sempre abbastanza alterate, reazioni nei miei confronti e anche nei suoi.

Innanzitutto pensa alla tua incolumità. A volte la verità bisogna pure dirla in modo accettabile per non incorrere in reazioni distruttive soprattutto se già sai che l'altro è di carattere diciamo suscettibile.
A quanto ho capito la tua confessione potrebbe essere il desiderio di creargli la sofferenza per indurlo a lasciarti in pace.
Tu conosci il soggetto e devi valutare la sua reazione.

Se intuisco bene allora il senso di colpa è nei confronti di te stessa che non sapendo troncare un rapporto che sapevi non adatto a te ti sei macchiata della colpa. Insomma se lo avessi lasciato prima forse non avresti commesso qualcosa di cui ora pentirti. Quindi il malessere deriverebbe dalla presa di coscienza verso la debolezza di aver acconsentito a te stessa di andare contro la tua morale per continuare un rapporto non costruttivo.

Edera 20-07-2010 16.57.38

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 88014)
Però quando avevo "fatto" ovvero avevo agito in quel modo, mi era sembrata la cosa più giusta o la meno grave, poi chiaro gli occhi cambiano dopo il fatto e non ero più chi fece quella scelta, un altro io all'orizzonte che non aveva vissuto quello che aveva vissuto l'altro che non aveva scelto ed ecco che subentra il giudizio. Cambiato il punto di vista cambia anche la considerazione del tutto ed ecco i sensi di colpa e il desiderio di libermene con la confessione....

:)

Questo lo trovo illuminante. :)
E' proprio come se chi ha commesso la colpa fosse un'altra Edera, e l'Edera castigatrice che si è instaurata dopo non tolleri la convivenza con la precedente. Riflettendoci con l'analista anche lei è dell'opinione che il difficile sta nell'integrare le sue Edere... forse il punto è perdonarsi. Ma non riesco a farlo da sola e voglio lo faccia qualcun'altro. Le possibilità sono o la persona interessata o Dio ? La persona interessata è tutto tranne che una persona capace di vivere un dolore senza conseguenze eclatanti, rimane Dio ma per la via tradizionale sono uscita dal confessionale tale e quale com'ero prima di entrarvi, o meglio in verità al momento ero sollevata ma più per la mia tendenza a fantasticare che altro... Infatti a distanza di un po' di tempo ho visto dentro di me che non era cambiato nulla. Senza contare che con Dio ci faccio a pugni ogni giorno, ultimamente poi quando prego di sera non so bene a chi a cosa e come rivolgere il pensiero.
Ascoltando la tua esperienza Griselda, mi viene da pensare che l'unica sia continuare su questa strada e tenermi tutto 'dentro casa'. Mi chiedo anche come sia possibile che in me abbiano trovato posto due personalità così diverse e da dove venga quell'Edera inquisitoria che detiene il primato da un anno e mezzo a questa parte, capace di instillarmi sensi di colpa profondi per quello è stato fatto in passato e per quello che faccio nel presente, altro che tribunale il peggiore ce l'ho dentro io. Al di là di questa colpa di cui sto parlando ora, ho eliminato anche tutte le cosette che magari prima facevo senza pensare e a cui invece ora faccio molta attenzione. Esempio pratico: pochi giorni fa pagando in pizzeria mi è stato dato il resto in più rispetto a quello che mi si doveva. La prima cosa che ho fatto è stata quella di tornare e farlo presente al ragazzo alla cassa, cosa che pochi anni fa non mi sarebbe nemmeno sfiorata. Se mi cade una cartina per terra, mi sento in dovere di ritirarla su e buttarla via.
C'è anche un'altra questione. Questo 'senso di giustizia' oltre a fare nascere senso di colpa nei confronti del mio passato, ha peggiorato la visione del mondo esterno, nel senso che lo vedo più marcio rispetto al periodo in cui mi concedevo di essere più scorretta. Quindi penso che forse sto proiettando fuori quella parte 'marcia' che non riesco ad integrare. Capita anche a te?

Edera 20-07-2010 17.00.21

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 88015)
. Se è una persona tranquilla e non devi temere nulla e pensi che ti risolverebbe il problema di non voler essere ancora nei suoi pensieri come non ti piace , allora agisci.

No, non lo è. Però mi vede con occhi 'puri' è questo mi crea disagio.

Edera 20-07-2010 17.02.13

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 88016)
Se intuisco bene allora il senso di colpa è nei confronti di te stessa che non sapendo troncare un rapporto che sapevi non adatto a te ti sei macchiata della colpa. Insomma se lo avessi lasciato prima forse non avresti commesso qualcosa di cui ora pentirti. Quindi il malessere deriverebbe dalla presa di coscienza verso la debolezza di aver acconsentito a te stessa di andare contro la tua morale per continuare un rapporto non costruttivo.

Sì, è così Diamantea.

griselda 20-07-2010 17.29.53

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 88017)
Questo lo trovo illuminante. :)
E' proprio come se chi ha commesso la colpa fosse un'altra Edera, e l'Edera castigatrice che si è instaurata dopo non tolleri la convivenza con la precedente. Riflettendoci con l'analista anche lei è dell'opinione che il difficile sta nell'integrare le sue Edere... forse il punto è perdonarsi. Ma non riesco a farlo da sola e voglio lo faccia qualcun'altro. Le possibilità sono o la persona interessata o Dio ? La persona interessata è tutto tranne che una persona capace di vivere un dolore senza conseguenze eclatanti, rimane Dio ma per la via tradizionale sono uscita dal confessionale tale e quale com'ero prima di entrarvi, o meglio in verità al momento ero sollevata ma più per la mia tendenza a fantasticare che altro... Infatti a distanza di un po' di tempo ho visto dentro di me che non era cambiato nulla. Senza contare che con Dio ci faccio a pugni ogni giorno, ultimamente poi quando prego di sera non so bene a chi a cosa e come rivolgere il pensiero.
Ascoltando la tua esperienza Griselda, mi viene da pensare che l'unica sia continuare su questa strada e tenermi tutto 'dentro casa'. Mi chiedo anche come sia possibile che in me abbiano trovato posto due personalità così diverse e da dove venga quell'Edera inquisitoria che detiene il primato da un anno e mezzo a questa parte, capace di instillarmi sensi di colpa profondi per quello è stato fatto in passato e per quello che faccio nel presente, altro che tribunale il peggiore ce l'ho dentro io. Al di là di questa colpa di cui sto parlando ora, ho eliminato anche tutte le cosette che magari prima facevo senza pensare e a cui invece ora faccio molta attenzione. Esempio pratico: pochi giorni fa pagando in pizzeria mi è stato dato il resto in più rispetto a quello che mi si doveva. La prima cosa che ho fatto è stata quella di tornare e farlo presente al ragazzo alla cassa, cosa che pochi anni fa non mi sarebbe nemmeno sfiorata. Se mi cade una cartina per terra, mi sento in dovere di ritirarla su e buttarla via.
C'è anche un'altra questione. Questo 'senso di giustizia' oltre a fare nascere senso di colpa nei confronti del mio passato, ha peggiorato la visione del mondo esterno, nel senso che lo vedo più marcio rispetto al periodo in cui mi concedevo di essere più scorretta. Quindi penso che forse sto proiettando fuori quella parte 'marcia' che non riesco ad integrare. Capita anche a te?

Più sbagli ho fatto e più mi sono come rannicchiata in me stessa, eliminando tutte le parti di me "fastidiose" le ho segregate il termine giusto è questo. Non volendole riconoscere come mie. Enno la Contessa Griselda icon_mrgr: non poteva averle, le erano scappate ma non sono sue. Eggià peccato che non è così e la rigidità dentro cui mi sono rinchiusa, e tutto per scappare da me stessa, e da quello che sono stata e sono, mi ha mandata quasi a ramengo icon_mrgr:
Ora cerco di fare mio il messaggio racchiuso nella firma di Era.* Non sempre ci riesco ci sono tanti difetti che lottano contro di me e uno di questi è l'esser e esser stata molto superba e questo spesso mi limita. Credo che l'umiltà può avere un lato negativo ma ne ha un'altro positivo anche ed è quello di farci accettare con i nostri limiti, dura da seguire sta strada ma credo sia quella che mi renderà di più di qualunque altra.
Buona lotta abbraccio:


p.s. Dio per come l'intendiamo noi ci ha già perdonate, anzi lui sa meglio di noi come siamo, ci ha create e sa come ci saremmo comportate e cosa avremmo fatto siamo noi che non riusciamo a crederlo
La lotta credo negli ultimi tempi di aver capito che stia nella resistenza....non possiamo essere qualcun altro ma possiamo allungare il limite, resistere per poi magari un giorno....chissà affacciarci dal balcone più su...ma se non accettiamo di essere sotto di vederci per come siamo, (magari quando belline proprio non siamo ehicon_mrgr:) e abbracciarci, baciarci e perdonarci che facciamo? eh?
*
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre


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