Dio in senso filosofico
Sappiamo che ognuno può dare il suo senso a questa parola, ma la parola in se, in senso filosofico o anche semplicemente nel senso del significato da dizionario, ha delle valenze indipendenti da religioni, credi etc.
Un Dio in un certo senso deve essere irraggiungibile anche se ci circonda, permea etc.. Se mi è possibile raggiungere (intendo come condizione, comprensione o che altro) Dio le possibilità sono due: o non stiamo parlando di un Dio o sono Dio anche io. Potremmo portare il discorso sugli dei senza parlare di un Dio assoluto, per poter usare metafore più semplici, metafore che poi potrebbero essere applicate anche ad un Dio assoluto. Prendiamo anche il comune e volgare modo di dire " essere un dio in..." mettiamo che di uno si possa dire che quando ha in mano una penna e scrive romanzi è un dio nella (o della, come preferite) narrazione. L'esempio metaforico credo che sia semplice, per chi è un dio quello scrittore? Per tutti i lettori che lo amano anche se tra essi alcuni diranno che non adorano nessuno. La condizione di "irraggiungibilità" è rispettata, quei romanzi li scrive quel dio della scrittura. I lettori possono leggere, comprendere, amare, commentare o che altro quei romanzi, ma non possono scriverli ed avere a loro volta un parterre di lettori con quegli stessi romanzi. Potranno in caso scrivere altri romanzi etc... ma questo ai fini del discorso non ci interessa. Addirittura, continuando la metafora, questi lettori non possono incontrare lo scrittore come gli gira, possono desiderare il farlo, informarsi su dove questo scrittore sarà presente in persona, ma sarà questo scrittore che deciderà di essere presente ad una presentazione, ad un evento etc... altro senso di "irraggiungibilità". Il discorso non è finito ma penso di averlo introdotto abbastanza. |
Citazione:
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In linea generale meno una cosa la possiamo avere più aumenta il desiderio di averla.
Così come il mistero solletica la nostra curiosità, assieme forse all'incredibile sensazione di tendere verso un qualcosa di irraggiungibile ma che nonostante questo riusciamo a percepire. leggo.gif eppure ci sono cose lontane che non ci attraggono quindi dio, come lo scrittore, deve avere su di noi una certa forza attrattiva, non so ben se perchè ci ritroviamo in ciò che scrive o se perchè ha qualcosa che potenzialmente avremmo ma ci manca...bon questa mi sà che l'ho capita solo io diavolo.g: ci rifletto. |
Un Dio si trova al vertice di una piramide, sotto di lui la sua emanazione, come in una caduta a pioggia tutto gli appartiene in quanto parte della sua manifestazione.
Un Dio è irraggiungibile essendo al vertice, esso vede tutto dall'alto della sua posizione. Per raggiungerlo bisogna salire la piramide e sono sempre meno gli elementi che compongono la piramide verso il vertice. Non è possibile essere a fianco del Dio in quanto esso è assoluto, è al vertice. Se accadesse di trovarsi a fianco di un Dio ciò vorrebbe dire che saremmo due Dei e sopra ci sarebbe il Dio assoluto (al vertice). |
Dio è Dio proprio perchè è irraggiungibile e invisibile anche se vediamo dappertutto le sue manifestazioni e quindi una testimonianza della sua presenza.
Se di uno scrittore diciamo che scrive come un dio già in questa definizione mettiamo un'enorme distanza tra noi e lui, anche se sappiamo che si manifesta e ci permea con i suoi scritti sappiamo che potremmo seguirne l'esempio per imitazione ma non saremo mai come lui e neanche lo vorremmo perchè altrimenti non ci piacerebbe più. Quindi Dio per essere Dio deve mantenere le distanze ma anche entrare nella vita delle singole persone, non saprei al momento definirlo altrimenti. |
Mi colpisce il fatto che Dio pur essendo dappertutto sia però irragiungibile, può dare segni della sua presenza (poi magari noi non li cogliamo), potremmo arrivare a svelarne in parte l'agire ma raggiungerlo non è possibile, quindi abbiamo davanti una possibilità di evolvere infinita, al limite anche questo può essere un segno di amore verso di noi.
Teoricamente dovremmo poi essere in grado di ricambiare questo amore, per come possiamo, ma non è una cosa facile, io almeno non ci riesco, non posso dire "Dio quanto ti amo", cerco intanto di conoscerlo, poi per l'amore si vedrà anche se riuscire a farlo vorrebbe dire ricevere una"botta" evolutiva enorme, che magari non sono ancora in grado di reggere. |
Citazione:
E in fondo lo ami molto perchè nessuno ama un altro più di sè stesso e se ciascuno fa parte di Dio dunque ama molto anche Dio..sembra un pò cinica l'espressione eppure molti psicologi la affermano, se ci pensi siamo molto attaccati alla vita e vorremmo viverla felici, con desideri spesso irrealizzabili. |
Citazione:
Il discorso sulla piramide come simbolo lo affronterei altrove, qui rimarrei al discorso filosofico fuori da ogni Tradizione. ----------- In altro 3d sta uscendo il discorso infinito, in effetti, sempre filosoficamente parlando, senza dare connotati di una religione o un'altra, il dio è infinito (fosse pure un dio non assoluto come quello dell'esempio) mentre ciò che è che rende questo un dio è finito. Lo scrittore dell'esempio sopra può scrivere qualsiasi tipo di romanzo. Nella sua mente chissà quante idee, manifestate solo quando messe nere su bianco e pubblicate. I lettori leggono un libro per volta ed a volte (spesso) neanche tutti i libri di quell'autore. Certo, filosoficamente parlando questo apre un'altra prospettiva che io tentai di esternare tempo fa ma è rimasta un pò oscura. Quel dio scrittore se non pubblica o se riesce a pubblicare ma nessuno legge i suoi libri, rimane un dio potenziale ma non manifesto. Il discorso si allarga sul tipo di argomento che tratta in determinati libri, la lingua usata etc.. ----------------------- Accenno solo brevemente (poi lo riprenderei più a fondo, ma intanto ci si può iniziare a pensare) al concetto espresso sopra da Filo Citazione:
(questa parte io la riprendo dopo, ma se volete potete pure espanderla) |
Provo ad esplorare qualcosa.
Citazione:
Questa manifestazione è quindi finita ed è contenuta dal Dio che manifesta. Quote:
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Citazione:
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