Il tarlo torna e il cliente non vuole saldare.
Un mio cliente a cui presento una restauratrice prende accordi a voce sul prezzo e sui tempi di consegna per dei mobili vecchi. Va tutto bene tranne per una vetrina liberty. Era piena piena di tarlo al punto da richiedere la sostituzione di pezzi, così passa al marito della restauratrice che è ebanista.
Prevedendo io però che quel tarlo non sarebbe stato debellato senza il trattamento negli appositi forni, mi premuro di dire al falegname di rifiutare il lavoro se non può garantire la riuscita, poichè tengo molto al cliente, e chiamo anche la moglie dello stesso per dirle che per me non vale la pena spendere due mila euro per un tale restauro, perchè è alta la probabilità che il tarlo riaffacci. Fatto questo, sento invece che la cliente viene convinta a farlo. In pratica l'ebanista assicura che farà un buon trattamento con un nuovo prodotto, che caso mai ripeterà una volta l'anno. Dopo due mesi, mentre è già stata consegnata, e ancora imballata, la vetrina tarla. Son cavoli, il cliente si sente fregato, non ha nulla di scritto in mano, ha pagato tre quarti della cifra e non ha intenzione di pagare il resto, il falegname invece vuole i restanti soldi e dice che interverà ancora sul tarlo. Mi tocca litigare, il cliente sta già pensando che non gli ho presentato le persone giuste. L'artigiano vuole che io lo difenda, cosa che non farò. Preciso che in questi casi non ho interessi economici diretti, non avendo preso ne consegnato il lavoro nei miei locali, ma lo stesso è conveniente per me salvare la situazione. Chederei cosa dice la legge in merito in assenza di cose scritte, e se ha ragione l'artigiano che interverà tutte le volte che è necessario ma vuole il resto dei soldi prima. Per me ha torto, due mesi sono pochi per accettare che già si ripresenti il tarlo, era prevedibilissimo e doveva essere più chiaro col cliente come lo ero stata io, ma il cliente giustamente si è fidato di chi eseguiva il lavoro, solo che l'artigiano è stato avido in questo caso, e a scapito del mio cliente. |
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Fuori dalle carte mi viene da dire che se l'artigiano prevedeva di trattare ogni anno e invece dopo solo due mesi deve metterci mano ha sbagliato lui qualcosa, che sia la valutazione o il trattamento. Quindi dovrebbe rimediare. Aggingo anche che la tua posizione è parecchio scomoda... non hai interessi economici ma hai interessi che tutti siano soddisfatti.. ahi ahi. |
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pero' è follia, nessuno incardina un processo su una cosa del genere. la salsa vale troppo piu' del pesce. su questa base il cliente non pagherà la parte mancante finche' l'artigiano non porrà rimedio al suo errore, se all'artigiano non starà bene l'onere della denuncia spetterà a lui, e alla fine o si mettono d'accordo o il cliente si terrà il mobile tarlato e l'artigiano il suo credito inesigibile, non si parleranno, ed entrambi se la prenderanno con te che li hai messi in contatto con una persona disonesta Citazione:
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Tina coscienziosamente aveva previsto e messo in chiaro prima, il fatto che sia stata la tramite di conoscenza non vuol dire nulla. Se poi entrambi vogliono sfogare su di lei la rabbia per i propri errori... sinceramente meglio perderli che trovarli. |
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Oppure semplicemente chiuderei la porta e metterei il famoso cartello di bottega: "Chiuso" appena li vedrei arrivare :D |
Io credo che ognuno è responsabile anche dei consigli: io se qualcuno lavora male per esempio non lo consiglierei a nessuno.
Dare un consiglio non costa nulla, ma l'applicazione di esso può costare caro. In ogni caso la colpa può essere sia del cliente che dell'avvocato. A me tempo fa un'amica consigliò un agenzia immobiliare, non hanno combinato molto, ma non me la sono andato a prendere con lei, magari con lei hanno risolto bene. Se se la prendono con Tina, mi sa che non è solo il mobile ad essere tarlato, ma questi tarli esteriori, rappresentano il comportamento interiore. |
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Penso che Tina non consiglierà più quell'artigiano e penso anche che era la prima volta che faceva uno scherzo simile. |
Ho letto e vi ringrazio. Stamattina ho discusso la cosa con l'artigiano e la restauratrice.
Premetto che da anni è con lei che dura una buona collaborazione, ma di solito sono cornici e mi prendo tutta la responsabilità, faccio regolare copia commissione con descrizione del lavoro, tempi di consegna e costo. Ma quando sono cifre più grandi e lavori complessi, risulta poi probabile la necessità di dialogo tra le parti, mi conviene allora mettere in contatto cliente e restauratrice e se la vedono loro, perchè il restauro è materia assai delicata. Dunque, stamattina sono andata a sentire l'artigiano e nel frattempo sopraggiunge la moglie restauratrice. Lui dice che era daccordo a non farlo così come avevamo stabilito, lei dice che la moglie del mio cliente le detto invece di fare lo stesso il lavoro e di farlo ad oc; accettava in fatto che in fututo potesse essere richiesto altro trattamento antitarlo. Ma da ciò che ho capito di sicuro non lo ha detto al marito come stavano le cose. Siccome il mobile era negli arredi da buttare di una loro casa antica, sicuramente lei è stata attratta dall'idea di vederlo rinascere. Con soli duemila euro si godeva la graziosa vetrina, e ha deciso da sola. Ma tutto questo non è scritto da nessuna parte!!! Tra l'altro lei è fuori, non posso disturbarla, so solo che il marito è molto contrariato pur non avendocela con me, non abbiamo parlato direttamente perchè ho cercato prima di capire i discorsi fatti, ma come dice Ray, vallo a spiegare a me che a certe cose ci tengo. L'artigiano non sente ragioni, io gli ho risposto che col cliente mi sento a posto, ma indirettamente non lo sono. Ho aggiunto che se qualcuno mi avesse detto di fare lo stesso un intervento costoso con un problema di tarlo non risolvibile con i mezzi a mia disposizione, io gli avrei risposto di farselo fare da un altro, perchè poi i problemi sono assicurati se non altro di cattiva nomea, e questo cliente sempre su di me farà ricadere una parte della colpa. Stiamo a vedere se la moglie è in grado di assumersi la responsabilità della scelta fatta. Ci volevano carte scritte, il cliente si assumeva la responsabilità di parte, non ci sono santi. |
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comunque, come sempre, il momento migliore di discutere quanto vale un gol e a quanto si vince è prima della partita, quando ancora non ha segnato nessuno. dopo è tardi. |
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Mi sono sentita un pò in difetto se ho dato dell'avido all'artigiano, lu il lavoro di consolidamento del mobile lo ha fatto bene, nulla da dire, ma non mi potranno convincere che non c'è colpa se hanno fatto ciò che la cliente ha richiesto pur essendo stata avvsata. A me aveva detto che no, non voleva assolutamente spendere soldi per avere sempre il tarlo in casa. Come mai ci ha ripensato? Non vorrei ma il dubbio è spontaneo che sia stata un pò indotta rimarcando sulla graziostà del pezzo, tra l'altro in precedenza restaurato e poi abbandonato dai vecchi proprietari. Tenderò di dire al cliente che in ogni caso il lavoro di consolidamento è sempre valido, può pensare di spendere mille eruro ancora per mandarlo a palermo dove hanno le camere a zolfo che sterilizzano il mobile. ma sempre poi non deve venire a contatto con tarlo da altra fonte, perchè purtroppo certi mobili sono predisposti a tarlare, nelle parti realizzate con legni di alberi tagliati nel periodo sbagliato. Altrimenti ci sono mobili che non tarleranno mai. |
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Si intendevo artigiano, mamma mia che lapsus.diavolo.g: |
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si si intendevo per scherzo, più che altro non è la prima volta che succede una cosa del genere, che voglio dire una cosa, e ne scrivo un 'altra devo stare più attento. Tina può darsi pure che il cliente è in buona fede e l'artigiano ha fatto il lavoro al meglio possibile, ma è capitato quell'imprevisto, come si dice, c'ha messo lo zampino il diavolo. Se ti senti un po' responsabile, è perchè hai una coscienza, altrimenti te ne saresti fregata altamente, invece comunque hai considerato se potevi essere in torto. Quanto all'avidità dell'artigiano nessuno può sapere se effettivamente è cosi, o meno, certo il pensiero ti ci va. |
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Avevo chiesto la cortesia di pensare che innanzitutto era un mio cliente da rispettare. Non mi era capitato mai che il lavoro passasse al marito ebanista, alla fine era lui che doveva decidere, e invece dice che ha fatto una cosa solo perchè la committente lo ha deciso deliberatamente. Ma sono sicura che la signora incompetente non andava assecondata. Di questo sono sicura. Non discuterò ulteriormente con loro, vediamo come vanno le cose. |
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