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Astral 02-12-2007 17.47.24

E' piu o meno la mia stessa rabbia, quando so che dovrei mangiare meno, e meno schifezze, ed invece eccedo col cibo, dicendo che è più forte di me.

Capisco invece, che dietro sicuramente c'è una carenza, e un corretto stile alimentare dura poco, se non riesco a comprendere ad esempio quale emozioni reprimo, o se si trattà semplicemente di una compulsione data dall'abitudine.

1) L'abitudine: non ho un bisogno, ma lo faccio perchè la mente si è abituata cosi e ho poca consapevolezza ( ad esempio a me succede di mangiare e pensare ad altro).

2) il bisogno: magari non riesci a gestirti qualche emozione, hai qualche carenza e mangi.

Se non risolvo questo conflitto ( lo chiamo cosi)dentro di me, potrei smettere di mangiare ed iniziare a bere o a fumare, oppure altro, secondo dove sono più debole.

Tornando a te cara Falco, hai pensato al fatto che molti quando smettono di fumare, si sfogano poi sul cibo, ingrassando enormente?

Certo non è per tutto cosi, bisogna vedere se quello del fumo è un vizio dato dall'abitudine, oppure se sostituisce qualcosa che manca.

come diceva Ray quando siamo arrabbiati ce l'abbiamo con noi stessi, però arrabbiandoci perchè non riusciamo a superare un vizio, non ci porta in un circolo vizioso?

falco 02-12-2007 18.20.12

o si! hai ragione
sicuramente il motivo di partenza e' un'emozione o piu' emozioni non gestite ,ma soppresse (come quella specie di salame pugliese)sdrammatizzavo!!!
poi ce' l'abitudine,che ti fa' sentire il bisogno di continuare
la paura di cambiare
che falco sara' senza il vizio?
mi piacerei di piu'
un'altra lotta vinta... Sta' forza di volonta' dov'e'???
POI giusto anche quello che dice Kael,bisogna imparare a incanalare la rabbia,come un'altro sentimento
e gestirlo
i fatti poi sono quelli che contano
e poi spero di canalizzare il bisogno del vizio in altre cose senza andare in un altro vizio!!
eheheh!

Ray 03-12-2007 14.56.54

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 44550)
E' piu o meno la mia stessa rabbia, quando so che dovrei mangiare meno, e meno schifezze, ed invece eccedo col cibo, dicendo che è più forte di me.

Capisco invece, che dietro sicuramente c'è una carenza, e un corretto stile alimentare dura poco, se non riesco a comprendere ad esempio quale emozioni reprimo, o se si trattà semplicemente di una compulsione data dall'abitudine.

1) L'abitudine: non ho un bisogno, ma lo faccio perchè la mente si è abituata cosi e ho poca consapevolezza ( ad esempio a me succede di mangiare e pensare ad altro).

2) il bisogno: magari non riesci a gestirti qualche emozione, hai qualche carenza e mangi.

Se non risolvo questo conflitto ( lo chiamo cosi)dentro di me, potrei smettere di mangiare ed iniziare a bere o a fumare, oppure altro, secondo dove sono più debole.

Tornando a te cara Falco, hai pensato al fatto che molti quando smettono di fumare, si sfogano poi sul cibo, ingrassando enormente?

Certo non è per tutto cosi, bisogna vedere se quello del fumo è un vizio dato dall'abitudine, oppure se sostituisce qualcosa che manca.

come diceva Ray quando siamo arrabbiati ce l'abbiamo con noi stessi, però arrabbiandoci perchè non riusciamo a superare un vizio, non ci porta in un circolo vizioso?

E' vero che se un vizio è usato anche per compensativo di qualche meccanismo grosso non gestito (come quasi sempre è) interrompere il tutto di botto produce lo spostamente di quella compensazione in altra "zona", tra l'altro spesso più perniciosa per quel singolo.
Ma è anche vero che, se parliamo di semplici abitudini, questa viene di solito adottata come scusa per non fare sforzi.

In ogni caso, anche nella prima ipotesi, se lo sforzo viene fatto coscientemente e c'è osservazione, non c'è pericolo anzi... proprio grazie alla forzatura si può arrivare ad osservare cos'è che stiamo compensando. E' chiaro che una volta osservato non è detto che la cosa consigliabile da fare sia togliere del tutto fin da subito quella compensazione, ma intanto si sa su cosa lavorare e la situazone è ben diversa da prima.

turaz 03-12-2007 15.03.34

si circolo vizioso.
occorre andare alla "base" del problema e a ciò può servire l'osservazione nel mentre si toglie meccanicità a un gesto.
in quel momento appare quel qualcos'altro che originariamente ha generato dipendenza.
solitamente è una paura legata a un'emozione poco gestita.
io ad esempio ho notato, ora che ho diminuito drasticamente le sigarette fumate (da 15 a 2 al giorno), che la paura che originava questo mio atteggiamento era legata a repressione di rabbia incanalata nel fumo.
diventava una sorta di "mondo personale" ove tranquillizzarsi isolandosi dal resto (far calmierare l'emozione ritrovando l'equilibrio-una sorta di palliativo insomma)
sto cercando in questa fase di aprirmi maggiormente verso chi mi sta vicino e di osservare da spettatore i pensieri che affollano la mente (e sono tanti in questo momento) lasciandoli fluire senza soffermarmi su di essi.

Astral 03-12-2007 15.24.08

Daccordo con Ray sul fatto che molto spesso non ci si applica, non c'è la consapevolezza, perchè manca anche la Forza di Volontà.

Nel secondo caso (quello dell'abitudine) è possibile gestirlo aiutando ad avere il controllo della situazione con qualcosa che ci rende consapevole.

Ad esempio scrivere che cosa mangio ogni o quante sigarette fumo al giorno, e gradualmente porsi l'obbiettivo di fumarne una in meno a settimana o di farsi un piatto di pasta normale piuttosto che 250 grammi a botta, aiuta lentamente ad essere consapevoli della propria capacità di togliere o quanto meno ridimensionare un abitudine.

Secondo me se togliamo tutto subito senza aver compreso che c'è dietro, facciamo soltanto uno sforzo, ma il peso rimane e quindi quanto le braccia si sono stancate ecco li che cediamo.

Non a caso quando uno fa una dieta e perde tanti kg ( o smette di fumare per lungo tempo), basta una minima tentazione per mandare all'aria tutti i precedenti buoni propositi( e questo non vale soltanto per emozioni come la rabbia).

martello.:

Astral 03-12-2007 15.27.04

Ad esempio io devo fare uno sforzo di volontà, a rileggere e correggere l'ortografia dei topic, perchè ogni volta premo invia, senza aver fatto il controllo ortografico.martello.:

turaz 03-12-2007 16.16.37

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 44601)
Daccordo con Ray sul fatto che molto spesso non ci si applica, non c'è la consapevolezza, perchè manca anche la Forza di Volontà.

Nel secondo caso (quello dell'abitudine) è possibile gestirlo aiutando ad avere il controllo della situazione con qualcosa che ci rende consapevole.

Ad esempio scrivere che cosa mangio ogni o quante sigarette fumo al giorno, e gradualmente porsi l'obbiettivo di fumarne una in meno a settimana o di farsi un piatto di pasta normale piuttosto che 250 grammi a botta, aiuta lentamente ad essere consapevoli della propria capacità di togliere o quanto meno ridimensionare un abitudine.

Secondo me se togliamo tutto subito senza aver compreso che c'è dietro, facciamo soltanto uno sforzo, ma il peso rimane e quindi quanto le braccia si sono stancate ecco li che cediamo.

Non a caso quando uno fa una dieta e perde tanti kg ( o smette di fumare per lungo tempo), basta una minima tentazione per mandare all'aria tutti i precedenti buoni propositi( e questo non vale soltanto per emozioni come la rabbia).

martello.:


ciò varia da persona a persona.

Uno 03-12-2007 16.40.20

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 44601)

Ad esempio scrivere che cosa mangio ogni o quante sigarette fumo al giorno, e gradualmente porsi l'obbiettivo di fumarne una in meno a settimana o di farsi un piatto di pasta normale piuttosto che 250 grammi a botta, aiuta lentamente ad essere consapevoli della propria capacità di togliere o quanto meno ridimensionare un abitudine.

Ma lo sai che mi hai dato una bella idea? 8-)
Ci si può intortare anche programmando... ma con l'ausilio degli amici qualcosa può essere più incisivo.
Prossimamente su questi schermi thumbsup.:

gibbi 03-12-2007 17.21.54

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 44612)
Ma lo sai che mi hai dato una bella idea? 8-)
Ci si può intortare anche programmando... ma con l'ausilio degli amici qualcosa può essere più incisivo.
Prossimamente su questi schermi thumbsup.:

Questo entusiasmo è mooooolto sospetto...diavolo.g:

Coinvolgere gli amici o i familiari in qualche nostro progetto che si tratti della dieta e della riduzione delle sigarette , anche semplicemente l'annunciare che si è presa una certa decisione , è come dare un certo crisma di serietà alla scelta fatta e nello stesso tempo contare sulla pressione che la notorietà del fatto esercita su quella decisione per poterla rispettare più a lungo.
Nel mio caso so per certo che la decisione di mettermi a dieta ,se tenuta solo per me , rende il mio impegno più fragile, una golosità e un vabbeh , sarà per domani...Se ho annunciato il mio intendimento ad altri , ci penso due volte prima di "cadere in tentazione".(Solo due icon_mrgr: ).
Coinvolgere gli altri è una eplicita ammissione che non ho sufficiente forza di volontà per "fare" da sola .

gibbi 03-12-2007 18.09.45

Quando si parla della rabbia mi pare che tutti sappiamo cos'è , diciamo che ci intendiamo perchè tutti più e meno l'abbiamo provata.... "è energia" ..."quando siamo arrabbiati ce l'abbiamo con noi stessi " ma PERCHE' PROVIAMO RABBIA? DA DOVE ARRIVA E PERCHE' ARRIVA QUESTA ENERGIA? PERCHE' QUESTA E NON ALTRO?
Se mi sono persa qualcosa ,ditemelo che poi provvedo io martello.: martello.: martello.:

turaz 03-12-2007 18.23.56

secondo me non conta nulla il fatto di dirlo o meno.
dipende dall'approccio sottostante.
tanto per intenderci se io penso che gli altri non possano cmq aiutarmi anche se lo dico è solo un modo che ha l'ego di mettersi in mostra e stop.

Uno 03-12-2007 18.27.24

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 44645)
secondo me non conta nulla il fatto di dirlo o meno.
dipende dall'approccio sottostante.
tanto per intenderci se io penso che gli altri non possano cmq aiutarmi anche se lo dico è solo un modo che ha l'ego di mettersi in mostra e stop.

Eppure gli alcoolisti anonimi si basano su questo meccanismo e hanno discreti risultati, il 100% no... ma abbastanza...

Comunque avevamo la disc sulle dipendenze qua stiamo andando fuori (dovevo dirlo già 5/6 post fa ma mi dispiaceva interrompere)

turaz 03-12-2007 18.34.31

non dico che non sia utile generalizzando.
dico che cmq non copre tutte le casistiche.
e il "funzionamento" dipende dall'approccio sottostante di chi si rapporta.
vero è che se uno non si "apre" con gli altri forse non si sta aprendo neanche con se stesso.

Ray 03-12-2007 20.41.19

Citazione:

Originalmente inviato da gibbi (Messaggio 44643)
Quando si parla della rabbia mi pare che tutti sappiamo cos'è , diciamo che ci intendiamo perchè tutti più e meno l'abbiamo provata.... "è energia" ..."quando siamo arrabbiati ce l'abbiamo con noi stessi " ma PERCHE' PROVIAMO RABBIA? DA DOVE ARRIVA E PERCHE' ARRIVA QUESTA ENERGIA? PERCHE' QUESTA E NON ALTRO?
Se mi sono persa qualcosa ,ditemelo che poi provvedo io martello.: martello.: martello.:

A livello di istinti la rabbia è la diretta trasformazione della paura nei casi in cui risulti (all'istinto) impossibile (o molto sconveniente) la fuga... e quindi l'energia in surplus data dalla paura, che sale sottoforma di paura, viene incanalata per il combattimento. E' un meccanismo di sopravvivenza (diretta, difesa del territorio ecc.).

In individui in cui gli istinti non sono del tutto dominati, ossia praticamente chiunque, questo processo per così dire si riproduce a livello psicogico o, se vogliamo, la nostra "psiche" semplicemente funziona istintivamente e quindi quando la "personalità" si sente minacciata per qualisasi motivo, come il vedersi di un difetto, il saltare di un'organizzazione e chi più ne ha più ne metta, si sente minacciata, teme di morire e prova paura. La quale paura, per impossibilità solitamente di fuga, diventa immediatamente rabbia e induce a combattere contro l'apparente causa della minaccia (l'altro).

Poi volendo, siccome questo combattimento realmente di solito non avviene fino in fondo, ovvero non si arriva all'annichilimento dell'altro (o nostra distruzione nel tentativo) ecco che resta del residuo e noi furbamente ci rimuginiamo su, coltiviamo, in attesa di tempi migliori per la sua distruzione (ovvero fino alla prossima volta nella quale gli spariamo addosso anche quello del passato).

gibbi 03-12-2007 23.38.41

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 44650)
A livello di istinti la rabbia è la diretta trasformazione della paura nei casi in cui risulti (all'istinto) impossibile (o molto sconveniente) la fuga... e quindi l'energia in surplus data dalla paura, che sale sottoforma di paura, viene incanalata per il combattimento. E' un meccanismo di sopravvivenza (diretta, difesa del territorio ecc.).

In individui in cui gli istinti non sono del tutto dominati, ossia praticamente chiunque, questo processo per così dire si riproduce a livello psicogico o, se vogliamo, la nostra "psiche" semplicemente funziona istintivamente e quindi quando la "personalità" si sente minacciata per qualisasi motivo, come il vedersi di un difetto, il saltare di un'organizzazione e chi più ne ha più ne metta, si sente minacciata, teme di morire e prova paura. La quale paura, per impossibilità solitamente di fuga, diventa immediatamente rabbia e induce a combattere contro l'apparente causa della minaccia (l'altro).

Quindi se la rabbia è la conseguenza diretta di una paura ( che mi sembra di capire non percepisco perchè a me arriva immediatamente la rabbia) ciò vuol dire che ogniqualvolta considero la rabbia, il perchè il percosa o il percome la sento la controllo non controllo , in realtà mi sto occupando della parte finale di un problema omettendo di valutare la paura che sta alla base.
Mi chiedo , come posso parlare di controllo/dominio della rabbia se non controllo/domino la paura?
Cosa vuol dire che la paura non ha possibilità di fuga?

Astral 03-12-2007 23.47.36

Citazione:

Originalmente inviato da gibbi (Messaggio 44658)
Cosa vuol dire che la paura non ha possibilità di fuga?

Ad esempio sei impaurito perchè 2 malviventi ti inseguono, ma ti trovi difronte ad un muro in cemento. Impossibilità a trovare una via di fuga (paura), te la giochi tutta e aggredisci i malviventi ( rabbia o la va o la spacca).

A livello psicologico può succedere che non puoi evitare qualcuno che ti ha ferito, e quindi porti rancore.

comunque sia è illuminante sta cosa che ha detto ray, io percepivo rabbia e paura come due emozioni di diversa matrice, non come una l'evoluzione o la conseguenza dell'altra.

Quindi se io mangio o fumo perchè sono arrabbiato con qualcuno, è lo sfogo del timore di affrontare quella persona perchè magari è più forte di me e questo mi spaventa, mi rende insicuro?

Ray 04-12-2007 00.05.25

Citazione:

Originalmente inviato da gibbi (Messaggio 44658)
Cosa vuol dire che la paura non ha possibilità di fuga?

Infatti, non vuol dire nulla. Ho scritto di m...a. Con la frase

La quale paura, per impossibilità solitamente di fuga, diventa immediatamente rabbia e induce a combattere contro l'apparente causa della minaccia

intendevo che la paura diventa eccetera in quanto tu (la personalità) non hai possibilità di fuga e quindi combatti.

La paura non la percepisci percè come dici tu senti direttamente rabbia. Ciò per vari motivi, di cui il principale credo sia la velocità. Essendo la trasformazione (che poi è solo paura che passa attraverso una specie di filtro che le fa mutare registro e neanche di granchè) qualcosa che avviene a livello istintuale il tutto accade alla velocità dell'istinto... hai voglia a coglierlo con l'intelletto (con l'osservazione si può inizialmente a ritroso).
Però, quando si ha una certa dimestichezza con l'osservazione, dimestichezza che ci permette di osservare durante (e durante la rabbia verso qualcuno ne abbiamo di tempo...) si può notare come "sotto" la rabbia ci sia ancora paura. Questo accade perchè, se per esempio alimentiamo, la cosa appunto viene alimentata di continuo (altriementi finita la benzina si spegne) e quindi possiamo sentire la paura assieme alla rabbia (di solito convivono... banalmente pensate alla volgia di spaccare la faccia al vigile... anche se è rabbia per la multa e paura delle conseguenze, quindi due cose diciamo diverse, serve per l'osservazione). Sentite assieme si può arrivare a beccare la "zona" in cui una diventa l'altra. Io trovo che, al di la della spiacevolezza delle emozioni in questione, che sia un'osservazione decisamente interessante... d'altra parte quella piccola parte di noi che osserva in qualche modo non è coinvolta.

dafne 12-02-2008 15.10.18

Oggi mi è capitato di provare una forte e violentissima rabbia. L'ho sfogata andando in bagno aumentando la respirazione e piangendo qualche lacrima. Una rabbia razionalmente del tutto irragionevole, ha stupito anche me per la violenza con cui mi è esplosa dentro, avrei fatto a brandelli (verbalmente e non) mio padre.E il tutto perchè avevo progettato di fare certe cose da mangiare e mi stavo già gustando un piatto che ieri sera non ero riuscita a mangiare perchè non stavo bene di stomaco e quando sono arrivata a casa aveva cotto nel modo sbagliato la carne e finito quello che volevo assaggiare io. Cavoli ragazzi adesso mi sento proprio un animale a cui han tirato via l'osso ma il dispiacere e la frustrazione sono esplosi in un nano secondo e gliene avrei dette di tutti i colori. Poi naturalmente via al festival dei sensi di colpa.
L'origine è il solito pensiero "voglio farlo a modo mio cavolo!!" e la sensazione di non avere il minimo controllo di quello che mi accade attorno.(questo è quello che Ray chiama reagire al pericolo, alla minaccia?) Sono già diversi giorni che papà è ospite da me e il fumo (che non sopporto) e il fatto di dormire accampata con i bimbi forse ha abbassato le mie tolleranze ma sono ancora stordita dalla forza con cui questa rabbia è esplosa, tanto che mi fanno male le spalle adesso e ho ancora le sopracciglia aggrottate.
incazzato:
Per fortuna che c'è già una parte di me che mi prende in giro per questa reazione assurda, per fortuna che andando a prendere il grande a scuola con mia mamma (ha di nuovo la febbre) mi sono sfogata e ci siamo anche messe a ridere ma
ma si può gestire la rabbia? Voglio dire, una rabbia così improvvisa, irrazionale, sciocca si può bloccarla in qualche punto o va lasciata salire per sfogarla fuori?
nonono.gif e poi, che differenza c'è tra essere arrabbiati ed essere rabbiosi? Capo Uno una volta ha accennato alla provenienza ma non ho capito bene.
mah

Era 12-02-2008 15.34.30

dici irragionevole? forse lo è...ma ti sei chiesta danta merce infili in magazzino? quello che voglio dire è che quando il vaso è pieno è l' ulima goccia che straripa...anche non è nè la più importante nè la vera responsabile....

lascererei salire...è peggio reprimere....una volta su guardarla in faccia e provare a capirci qualcosa...del tipo: perchè? cosa ti scatena? a che servi?

mmmm per il resto ci penso e m' interrogo icon_mrgr: abbraccio:

dafne 13-02-2008 16.51.39

uhhhh
altra botta di rabbia
:(
una discussione al lavoro
:( :(
stavolta però ho acchiappato il pensiero malefico prima di scioglierlo in lacrima
Urka che sorpresa
mica tanto sorpresa per la verità perchè è uno dei diavoletti che mi trattengono, non mi sento capita e o sbraito o divento muta, ne avevamo parlato in un'altra discussione ricordo.
Però oggi ho "usato" la rabbia per forzare le parole a uscire, non il "certo certo si hai ragione" pieno di astio e rancore ma le motivazioni per cui ho fatto quella cosa in quel momento o, come oggi, perchè non l'ho fatta. Giusto o no il mio gesto avevo un motivo preciso e la cosa mi stupisce piacevolmente, in genere i motivi per cui agivo in un modo piuttosto che in un altro non uscivano al momento del rimprovero ma dopo, quando oramai giustificarmi non era più possibile. La rabbia canalizzata è questa, direzionare il calore in modo che sciolga la lingua quando serve e non dopo quando non serve più? nonso.gif

Astral 13-02-2008 17.02.08

A me mi fa arrabbiare un po' il professore di pasticceria, perchè penso che la gente che non è predisposta ad insegnare e dice commenti sterili dovrebbe rimaneresene a casa. Tuttavia la rabbia è sempre verso se stessi, e forse in realtà sono arrabbiato con me, perchè non faccio nulla.

Adesso me la gestisco cosi:

1) Gli rispondo male davanti a tutti facendoglieno notare, facendomi odiare, ma facendogli passare dei brutti 5 minuti + andando in direzione.

2) Sapere che il mio obbiettivo alla fine è apprendere quel poco che posso dal corso, sbagliare appositamente e lasciar scivolare via tutto quello dice a me e agli altri.

Ho notato che per tendenza provo la sensazione della rabbia, quando "dovrei fare qualcosa", ed in particolare rispetto agli altri per natura, o se volete forse per nervi, ho sempro detto NO alle situazioni che gli altri subivano passivamente.

Ho messo questo esempio perchè la rabbia viene vista sempre come negativa, ma in realtà forse dovremmo aprire un topic su cosa è l'aggressività che è collegata alla rabbia.

La capacità di essere aggressivi ( nei giusti termini) secondo me ci serve per difenderci dalle ingiustizie, ci serve per arrivare nelle nostre mete, ci serve per sopravvivere.

Che dite?

:C:

dafne 13-02-2008 17.11.33

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 49445)


La capacità di essere aggressivi ( nei giusti termini) secondo me ci serve per difenderci dalle ingiustizie, ci serve per arrivare nelle nostre mete, ci serve per sopravvivere.

Che dite?

:C:


:U

sparo1.gif violent5.: new_blowi:

siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii icon_mrgr:

scherzi a parte
ma sai quanto bene mi sento le volte che smetto di voler fare la buona e lascio schizzare fuori l'aggressività?
la cosa stranissima è che più lascio uscire questa parte (chiaro con i dovuti limiti, non ho ancora ucciso nessuno, neanche a parole diavolo.g: ) più il livello di aggressività si abbassa.
Oggi ci metto molto molto meno a sbollire, specie se ho detto quanto pensavo e nel tempo lo dico con sempre minore aggressività e con più pacatezza.
Sono lontanissima dall'esporre la rabbia con la calma ma ho cominciato a vedere il meccanismo. E' come se diventando consapevole che posso difendermi l'aggressività perdesse d'importanza.
Boh non sò se mi sono spiegata bene.
spero di si
atletici2: sennò spacco tutto boxe.gif

icon_mrgr: icon_mrgr:

Astral 13-02-2008 17.16.33

Si tratta di esprimere una parte di noi, che nel modo giusto si trasforma in una capacità da agire. Purtroppo per retaggi culturali, poca sicurezza in se stessi, e sensi di colpa non la esprimiamo ma la reprimiamo, oppure in alcuni soggetti si accende troppo in reazioni violente.

Le emozioni... ci vorrebbero dei topic, per prenderle una per una ed impararle ad esprimerle tutte nel modo corretto.

fiori.gif

turaz 13-02-2008 18.08.45

per quanto tu ti possa sforzare non esiste a mio modo di vedere un "modo corretto" assoluto.
è corretto per te in base a ciò che tu senti e scegli lo sia.
cosa intendi tu per "modo corretto"?

RedWitch 13-02-2008 18.11.06

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 49450)
..................
ma sai quanto bene mi sento le volte che smetto di voler fare la buona e lascio schizzare fuori l'aggressività?
la cosa stranissima è che più lascio uscire questa parte (chiaro con i dovuti limiti, non ho ancora ucciso nessuno, neanche a parole diavolo.g: ) più il livello di aggressività si abbassa.
Oggi ci metto molto molto meno a sbollire, specie se ho detto quanto pensavo e nel tempo lo dico con sempre minore aggressività e con più pacatezza.
Sono lontanissima dall'esporre la rabbia con la calma ma ho cominciato a vedere il meccanismo. E' come se diventando consapevole che posso difendermi l'aggressività perdesse d'importanza.

Io invece quando lascio schizzare fuori l'aggressività dopo mi sento svuotata, come se non avessi più niente da buttare fuori (in nessuna direzione), ma è peggio quando la reprimo.

Dunque.. la mia esperienza con la rabbia è questa:

Non la conoscevo, nel senso che la provavo (a volte anche molto forte), ma non la volevo sentire, non volevo che facesse parte di me, quindi ho passato 30 anni a reprimerla e a fare finta che non ci fosse (salvo poi avere esplosioni violente, raramente ma mi facevo paura da sola) poi ho iniziato a guardarla .. quando arriva invece che fare finta di non provarla e smetto di fare la buona (per apparire buona), senza "uccidere" (icon_mrgr:) nessuno mi sforzo di dire quello che penso.. i primi tempi che facevo questi "esperimenti", ho fatto anche qualche danno, ho detto a mia madre delle cose orrende una volta, perchè non ho controllato minimamente quello che dicevo e quello che è uscito è stato poco edificante.. ma mi ha comunque insegnato qualcosa , la rabbia se fatta uscire come un fiume in piena non mi porta da nessuna parte. In questo senso intendevo "schizzare", ma ho visto che (almeno per me) vedere l'effetto che fa, conoscerla soprattutto avendo passato tanto tempo a reprimere (e ancora adesso mi scappa di farlo) mi è stato e mi è utile.. Anche se quello che vedo quando sono inc.. non mi piace, negarlo è ancora peggio, così come è peggio non dire quello che si pensa se non si è in grado di reggerlo.

L'aggressività dal mio punto di vista è proporzionale a quanta rabbia pregressa c'è dietro.
Per esempio se ho ingoiato 50 rospi con una persona che mi fa incavolare al 51esimo "esplodo" e gli faccio pagare anche le 50 precedenti magari per l'ultima sciocchezza.. Abituandomi a dire cosa non va, l'aggressività è diminuita, esplode solo se mi carico di rabbia come una pila..

E poi il motivo per cui mi arrabbio perde di importanza quasi nel momento stesso in cui ho detto cosa non va.

Per Astral: scusami se mi permetto ma se sbagli appositamente, fai un dispetto a te stesso non all'insegnante.. perchè a pagare poi sei tu (non imparando al massimo delle tue potenzialità..)

fiori.gif


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