sulla Via: passi, tentennamenti, passi falsi
Come credo sia evidente a tutti quelli che leggono il forum, che mi conoscano direttamente o meno, io sono uno che Cerca. Cosa cerco? La conoscenza, la verità, lo spirito, Dio, il Centro... potrei continuare a lungo e sarebbe tutto vero e tutto falso. Queste per me sono solo parole e tutto quello che posso fare è sperare che un giorno smettano di essere solo parole. La realtà è che quello che si cerca e che a volte si trova, è una Via. E forse è la sola cosa che si può seriamente sperare di ottenere.
Ma cos'è una Via? Una Via è un modo. Ce ne sono molte ed è palusibile che se ne percorra più d'una. Tutte portano al centro, se non lo fanno non sono vie. Le migliori, o forse le sole percorribili da spiriti non straordinari, sono quelle segnate, che sono già state battute. Per altro credo davvero che siano le sole percorribili. Quelle nuove vengono aperte da chi è già arrivato. In effetti il rametto nasce dal ramo grosso, non certo dalla sua propria foglia. Ma bon, questo c'entra poco. Come si fa a sapere di essere su una via buona? Con la mente non si sa. Col cuore si può sentire, ma la certezza la puoi avere solo quando vedi il centro e vedi anche che la Via vi è collegata. Ma questo è un punto molto in là in qualsiasi Via. Per arrivarci è necessario averne percorso un lunghissimo tratto. E allora, come si sa se si è su una buona Via? C'è un solo modo, a quanto ne so, e fornisce unicamente prove indiziarie ed è quello di valutare, a posteriori, i risultati ottenuti. E' una valutazione che faccio periodicamente, ma finora non mi ha dato mai alcuna certezza. Mi baso ancora sul ricordo indelebile di quando sulla Via ci sono inciampato e l'ho riconosciuta. E, con l'entusiasmo che ha seguito quasi da subito una sparuta schiera di sospetti, ho iniziato a muoverci i primi maldestri passi. Dove sono arrivato? Da nessuna parte, sono sulla Via. Quanta strada ho fatto? Non ne ho idea, e d'altra parte la domanda è priva di significato, dato che non so quanto è lunga la Via. Ho imparato qualcosa? Si, qualcosa ho imparato, anche se si tratta perlopiù di frammenti, informazioni sparse arguite da altrettanto sparse esperienze, pezzetti di un puzzle di cui ancora non riesco ad indovinare la figura. Sono questi pezzetti l'argomento di cui vorrei parlare, vuoi mai che riesco, mettendo un po' d'ordine, ad intravedere una parvenza di mappa. |
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Grazie Ray..solo grazie
Per adesso ho un macigno da macinare |
specificazioni sulla Via
A cosa serve una Via?
Beh, prima ho detto che la Via dovrebbe portare al Centro, parola sostituibile a piacere con una qualsiasi delle altre che sono per ora vuote di significato: Dio, la Verità, la Conoscenza eccetera. In realtà è meglio specificare bene alcune cose. Esistono una serie di Vie codificate... tutti quelli che se ne occupano un po' sanno a cosa mi riferisco. Ci sono le vie degli yoghi, c'è la quarta via, ce ne sono un sacco legate alle varie Tradizioni, ci sono le vie che prevedono maestri, quelle solitarie, quelle per matti, quelle piene di tecniche rigidamente codificate e quelle dove si deve un po' improvvisare, quella adatte alle persone fatte così e quelle adatte alle persone fatte colà. Ho letto molte cose su queste vie e molte altre probabilmente ne leggerò in futuro. Ma tutte queste vie, se sono tali, hanno un unico scopo: l'Iniziazione. Cos'é? Leggetevi l'articolo di Uno, che lo spiega sicuramente meglio di me, in ogni caso si tratta di un inizio e non di una fine. Ma è anche una fine, la fine della via che si è trovata in terra, e porta a dare un significato a quelle famose parole di prima. L'iniziazione è la prima esperienza diretta di quella cosa lì... in pratica è vedere Dio. Poi pare non si riesca a sostenere in maniera duratura e si rimbalza indietro, ma si è cambiati per sempre. Li inizia la vera Via. Quindi quello che ci si può aspettare, anzi che ci si dovrebbe aspettare da una Via è che porti all'Iniziazione. Qualsiasi altra cosa è fuffa. La via che percorro porta lì? Lo credo sinceramente. Ci arriverò? Questo è tutto un altro paio di maniche. E qui arriviamo ad una serie di punti chiave, che poi sono rappresentati da alcuni di quei frammenti di cose che mi pare di aver imparato. Pur essendo l'Iniziazione il punto di arrivo della Via, essa ne prevede tutta una serie di minori lungo il percorso. Quante? Mah, credo che dipenda da chi la percorre. Ogni passo potrebbe rappresentare un passaggio e a seconda di chi cammina un determinato passo può essere più o meno importante, più o meno difficile. Poi se leggete un po' di roba scoprite che ci sono dei passaggi chiave, quindi importanti grossomodo per tutti, che sono stati codificati, classificati, nominati e spiegati in vario modo. Alla fin fine uno dei modi in cui le varie dottrine si differenziano è dato dall'importanza che attribuiscono ai vari passaggi. In ogni caso potremmo immaginarci la via come un lungo corridoio con in fondo una porta. Ovviamente chiusa. Aperta la quale si apre un altro corridoio con in fondo un'altra porta e così via. Chiaramente la conformazione del terreno varia continuamente, come può variare un sentiero che porta dalla bse alla sommità di un monte... ma volevo parlare delle porte/passaggi, quindi uso la metafora del corridoio. Quando mi farà comodo userò quella della montagna. Ho imparato che non si deve mai dare nulla per scontato, per acquisito. La strada che si è percorsa non da garanzie, si può tornare indietro assai facilmente... nuotiamo controcorrente. Ma ho anche imparato che ciò che si è ottenuto, i cambiamenti che si sono riusciti a produrre ed instaurare, sono indelebili, nostri per sempre, non ci possono essere portati via. Possiamo dimenticarcene, non usare le capacità sviluppate, ma esse tuttavia restano, sono lì a disposizione, per quando le rivogliamo. Ecco due pezzi di puzzle che non si incastrano. Com'è che si può tornare indietro ma non si può tornare indietro? Dipende dalle porte. Quando arriviamo ad una porta, solitamente essa è chiusa e quindi ci è preclusa la parte di corridoio che segue. Serve una chiave, ma non mi dilungherò adesso sul come aprire le porte. Il punto è che una volta che abbiamo aperto una porta essa resta aperta. Noi possiamo tornare indietro ma la porta resta aperta... o meglio si richiude nel senso che ci impedisce di vedere oltre (ma tanto sappiamo cosa c'è) ma non si chiude a chiave. Oppure si chude a chiave ma abbiamo le chiavi. Insomma accade questo: ogni volta che retrocediamo dobbiamo rifare quel pezzo di strada che avevamo già fatto, tocca riaffrontare tutti i passaggi di nuovo, ma non presentano più le difficoltà di prima, le porte sono aperte. Il guaio è il tempo. Il buono è che ripercorrendo di solito notiamo qualcosa che ci era sfuggito la prima volta, anche se in realtà potremmo benissimo farne a meno dato che una volta giunti avremmo accesso a tutti i particolari... ma dato che siamo retrocessi, e ci tocca rifare tutto, tantovale beccarci quel che possiamo. Ah si, dicevo che nuotiamo controcorrente. Ma allora? La strada è cambiata, la corrente è diminuita che noi la si ripercorre più facilmente? No, ma siamo cambiati noi. E non è neanche detto che la ripercorriamo più facilmente, ma solo che possiamo farlo. Poi dipende anche da quanto ci siamo sfiancati o impigriti nel frattempo... se siamo rotolati indietro un motivo ci sarà, no? A volte credo sia inevitabile, a volte è pollaggine nostra. E' inevitabile solo quando non abbiamo ben portato a termine quello che c'era da fare per passare... ma siamo passati di slancio ugualmente. Questo ci lega, è come impigliarsi la maglia in una maniglia. Possiamo avanzare ancora un po' ma la trazione ci devierà e ad un certo punto la deviazione ci impedirà di prseguire oltre se non torniamo indietro a disimpigliare la maglia. Come? Possiamo toglierci la maglia? Mi sa di no... |
Mi piace la metafora del corridoio e delle porte:
probabilmente ci troviamo su una via, magari si può chiamare una pre-via, anche prima di iniziare ad interessarci di certe materie, almeno per me è stato così, guardando indietro vedo le fasi che mi hanno portato a certe scelte, fasi che sono cominciate molti anni fa, passando pure per cose che teoricamente poco hanno a che vedere con concetti spirituali. Per i risultati abbiamo una fase in cui ci sono solo barlumi, poi si fanno più consistenti e duraturi, ovviamente parlo di piccolissimi risultati e cambiamenti, che a mio avviso cominciano sin da subito. Certo per risultati più grandi e visibili il discorso può essere diverso, posso basarmi solo sulle sensazioni e non su esperienze che non ho, tipo iniziazioni varie e tutto quello che ne consegue. Forse arrivati a certi livelli la sforzo che dovremmo fare per tornare indietro e riaddormentarci completamente è maggiore di quanto ne serve per avanzare seppur di poco,al contrario di quanto avviene a livelli più bassi, però sinceramente no so se esista un punto di non ritorno. Quello che temo, quando parliamo di vie specifiche e codificate, è che ad un certo punto dovrebbe essere necessario entrare in contatto con qualcuno, che sia un maestro o una organizzazione (seria) che si rifà a qualche tradizione, e la cosa al momento non la vedo fattibile e forse ne ho anche un pò timore, intanto cerco di applicarmi al meglio, per quel che mi è possibile, poi hai visto mai.... Una cosa che mi ha fatto piacere è che una volta facevo paragoni con "gli amici del bar" sentendomi più profondo della maggior parte di loro, uno che stava avanti, poi una volta interessatomi a certe cose, girando per internet, vedendo il forum ho pensato "ecchecavolo e io che pensavo di essere quello che stava avanti" , in breve tempo la cosa ha iniziato a piacermi, per la prima volta trovare persone che ne sanno di più mi ha reso contento, e già questo bagno di umiltà è un piccolo risultato che potrà servire anche in seguito. Vedo che impegnarmi ho ancora bisogno di essere spornato dalle circostanze esterne, una delle prossime porte può essere riuscire a darmi una disciplina anche in modo più autonomo, senza aver bisogno di essere pungolato col forcone.... |
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La via è dunque il percorso che facciamo quando tentiamo di dare delle risposte plausibili alle nostre domande, nell'affanosa ricerca di una visione , che possa dare un senso a questo infinito girare dei mondi? Dunque la Via può essere formata dalle numerose strade che mi hanno portato fin qui? può essere la mia vita? Quando affronto i perchè, mi assalgono i ma, i mille dubbi e alla fine trovo una risposta come faccio ad essere sicura che sia quella giusta? giusta per chi? Qual è il codice che mi deve guidare? il mio istinto, la mia logica razionale, le esperienze di altri, la vita di un personaggio carismatico come Gesù? ho posto tante domande, me ne rendo conto, non sono certo rivolte per avere una risposta, sono interrogativi che da tempo rivolgo a me stessa. |
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Anche se avevo altri progetti l'intervento di Filo mi ha portato a pensare che può essere opportuno, e utile a me, parlare più approfonditamente di cos'è una Via. In realtà io avevo progettato di saltare un po' di palo in frasca, per buttare fuori quello che fa più comodo a me, ma dato che non parlo da solo, se arrivano input che mi portano a seguire un percorso più lineare, la cosa non può che avere l'effetto di schiarirmi meglio le idee, o, setssa cosa, di portare a galla i buchi.
Ho detto che una Via per essere tale, deve portare al centro. Quindi, è evidente, deve esservi connessa. E' lo stesso discorso che abbiamo già fatto per quanto riguarda le Tradizioni: una Tradizione, per essere Regolare, deve essere connessa con l'Origine. Non importa quante deviazioni fa, quante anse, quante volte sono stati aperti pezzi di sentiero diversi. Quel che conta è che non si sia persa la connessione con l'arrivo. E qui fa comodo la metafora del monte. Se sto salendo un monte la cosa più semplice è seguire un sentiero. Ma possono esserci altri modi, che magari tornano utili quando il sentiero non è immediatamente riconoscibile o anche quando per qualche motivo do un'occhiata a cosa c'è al di fuori di esso. Uno di questi modi potrebbe essere avere un contatto, tipo una radiotrasmittente, con qualcuno che è in cima, o che c'è stato e sa la strada e magari sta andando su anche lui ma è più avanti, o sta battendo meglio uno dei sentieri per gli altri o ne sta aprendo dei pezzi. Insomma sto parlando di un Maestro... argomento sul quale tornerò. Adesso solo per dire che un Maestro qualificato può essere solo un Iniziato. Ritengo pressochè impossibile arrivare in cima senza questo contatto, e ritengo anche molto difficile anche solo trovare una Via senza un contatto così... e anche se la si trova, si combina relativamente poco. Si, esistono le Vie solitarie, come l'alchimia, ma in realtà anche lì senza Maestro si fa poco e nulla. Perchè spesso è il Maestro la Via. |
E la Via Ray... come hai trovato quella che poi è diventata la tua Via? Perchè questa è la domanda che mi pongo spesso... sono decisamente nella fase della pre-via come dici tu... ma com'è che poi si trova la Via, quella vera?
Mi perdo a volte a leggere in internet di scuole o simili... e nessuna mi colpisce... Mi sembrano tutti lì in vetrina a commercializzare il prodotto "crescita personale"... ho già fatto un'esperienza non positiva in questo senso, sono forse anche un pò prevenuta, non so... Capisco però che da sola posso comprendere delle cose di me, e di riflesso degli altri, posso entrare in sintonia con la natura... ma percorrere un percorso di un certo tipo in solitaria mi sembra utopia. Spesso ho la sensazione di girare in tondo... E allora mi chiedo... com'è che si trova la Via? O non riesco a capire come si trova perchè non sono ancora... pronta a intraprenderla? Grazie fiori.gif |
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forse interpretiamo male il concetto "da solo".... "crescita personale"..."lavorare su se stessi....ecc inizialmente può anche andare bene..come imput però non vorrei ....che con landar del tempo si rivelasse un pò come un arma a doppio taglio. Sai Falketta cosa ti dico?Io non me lo voglio chiedere più come trovare la via....fiori.gif |
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Non so quanto ciò sia vero e realistico, però credo che fantasticare ora su come potrà avvenire, chi incontrerò di preciso e dove ecc, sia un dispendio di energie che non risolve molto. Si fa quel che si può fare al meglio, poi si vedrà, vale per l'esoterismo come credo per molte altre cose. |
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Noi possiamo solo Cercare. E con questa Ricerca muoviamo qualcosa per la quale diventiamo visibili, diciamo che l'Universo inizia ad "accorgersi" di noi... Un po' come il discorso del Maestro che appare solo quando sei pronto.. |
Grazie ... fiori.gif
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La prima fatica per trovarsi su una vera Via è quella appunto di liberarsi di tutti gli automatismi inconsci che governano la nostra vita, di rompere le catene che ci tengono prigionieri dentro l'illusione di Matrix e risvegliarsi dentro al mondo reale (hai visto il film, si?) Citazione:
Dico questo perchè anche con tanto di Maestro l'impresa è titanica, lui ci guida, ma siamo sempre noi che dobbiamo camminare. Anzi, a volte avere un maestro può essere perfino peggio perchè ci si adagia pensando che tanto possa fare tutto lui... Almeno essendo soli non si può incappare in questo errore, anche se poi le difficoltà sono chiaramente maggiori, quindi ci sono i pro e i contro. Ma è innegabile che se la voglia è tanta avere un Maestro è sicuramente preferibile. |
come si trova la Via
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Prima di tutto chiariamo un punto fondamentale: non esiste una mia Via, le vie non appartengono a nessuno. Noi possiamo appartenere a loro per un certo periodo se le percorriamo abbastanza e se ci leghiamo ad esse. Ma la domanda è come si trova la via. Ovviamente ha ragione Kael, anche se temo che le sue risposte non soddisfino tutti. O meglio, soddisfano anche, ma solo certe parti di noi. Dire "quando sei pronto il Maestro compare" spesso mette a tacere chi chiede. Per un po'. Perchè l'essere riconosce vera la risposta. La domanda però diviene: dato che il maestro non è comparso, io non sono pronto. Come prepararsi? La domanda giusta è "come cercare?". Ma la risposta è solo una parte di ciò che è necessario per trovare una Via... ci sono più fattori. Anche se questi fattori sono riassumibili in un unico concetto... quello che Castaneda avrebbe chiamato Intento. Io posso solo dire quello che mi sembra di aver capito dalla mia esperienza, anche se non mi va adesso di descriverla completamente. Un fattore determinante è la chiarezza di ciò che si sta cercando. Potrei dire che non ha senso cercare una Via, ha senso cercare il Centro, o la Conoscenza, o una di quelle parole che non hanno significato. L'essere quello cerca. All'io, ad un certo punto, diviene chiaro che ha bisogno di un intermediario, sia che lo chiamiamo Via, sia che lo chiamiamo Maestro, sia in altro modo. A me ad un certo punto è divenuto chiaro che avevo bisogno di qualcuno più che di qualcosa, ma questo non vale necessariamente per tutti. L'importante è non dimenticarsi il perchè si cerca la cosa intermedia. Se capisco che devo cercare un Maestro perchè sto cercando Dio, devo ricordarmi che sto cercando Dio e non il Maestro. Se devo andare a comprare lo zucchero per fare la torta non mi devo mai dimenticare della torta, a cosa mi serve. Anche se è necessario che io concentri tutto l'intento di cui dispongo al momento per trovare lo zucchero. Sembra banale sta cosa, ma non lo è, non è semplice, e tuttavia è fondamentale. Si deve aver sempre più chiaro possibile cosa si cerca e il motivo per cui si cerca quella cosa... ossia il risultato di quell'azione e anche il motivo della stessa. E' un concetto sul quale magari torno... devo trovare un modo di esprimerlo efficacemente. Poi c'è un altro spunto che posso dare adesso, altri proverò a metterli più avanti. Torniamo alla frase "quando sei pronto il Maestro compare", frase in cui possiamo sostituire la parola Maestro con Via, Metodo, o altre parole anch'esse non molto chiare, con un significato labile, finchè non le troviamo. Stessa cosa che per quelle altre parole (Centro, Conoscenza, Dio) ma un po' più vicine alle nostre possibilità... intermediari appunto. Concentriamoci sulla parola "compare". Non dice arriva o si presenta, o si crea. Dice compare. Se il Maestro, o la Via, compare quando siamo pronti vuol dire che dipende solo da noi e che quella cosa in un qualche modo è già lì. Il neonato, quando è pronto, apre gli occhi e vede la realtà, la luce. Ma essa era già lì. Anche se non gli era accessibile. Infatti ci sono due problemi: trovare una Via e RiconoscerLa. Stessa cosa per il Maestro. Bon, ho risposto parzialmente, nelle prossime puntate proverò a descrivere, per quel che posso, queli sono le caratteristiche che è necessario avere per muoversi su una Via e come si fa a riconoscere un Maestro. Le due cose sono ovviamente strettamente connesse. Il punto è come fare perchè ciò che cerchiamo diventi accessibile. |
Per quanto è vero che siamo in esperienze ed è la tua esperienza mi permetto di allargare la questione del trovare il Maestro o il Metodo o la Via anche a chi consciamente non sa di cercare eppure trova... a quel punto la fatica è l'argomento delle prossime puntate.
Però ho avuto occasione di vedere spesso persone che si sono "imbattute" nel Maestro, chiaramente lo volevano, qualcosa di profondo in loro lo voleva, ma non così palesemente a loro stesse. |
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Vorrei capire in che misura e cosa intendi per "pollaggine nostra"... a me sembra molto fisiologica la cosa.. periodi in cui si va avanti vuoi perchè arrivano spinte esterne, vuoi perchè esiste quello slancio di cui parlavi.. ma a me sembra che tanto vado avanti, quanto poi prendo di quei capitomboli tremendi.. e in quei momenti poi, mi impigrisco, mi sfianco, come dicevi sopra. La strada che poi devo ripercorrere a me sembra più faticosa della prima volta, forse proprio perchè in qualche modo ho sperimentato un punto che poi non riesco a mantenere ed inevitabilmente torno indietro, e si richiudono le porte, mi pare che quando percorro la strada nel senso di marcia "corretto", in qualche modo sono tesa verso l'esterno (il "mio" esterno, se si capisce..), mentre quando torno indietro, mi rinchiudo nell'interno, perdo attenzione e concentrazione rispetto al mondo che mi circonda, anche solo rispetto a chi mi parla.. come se avessi la testa tra le nuvole. E' sonno senza dubbio, ma questo significa che la strada da percorrere va di pari passo a quanto siamo svegli? a quanto riusciamo ad "allargare" la Coscienza ? Soprattutto, se dipende non solo da un fattore fisiologico, ma anche dalla pollaggine, in che misura e soprattutto in che modo potremmo contenere la strada a ritroso? Se la maglia rimane impigliata alla maniglia, non resta che tornare indietro , a disimpigliarla, a capire che se c'è un nodo, qualcosa che ancora va sciolto e risolto o compreso, il lavoro va fatto e basta per poter proseguire, ma se non si impiglia la maglia, perchè a volte si torna indietro di diverse porte?.. è possibile evitarlo? |
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Però io la metterei in un altro modo, il concetto di errore (che si potrebbe esplorare meglio, magari apriamo un tread) potrebbe essere fuoriviante. Prendiamo un esempio, così sfrutto anche per parlare di un altro tema importante: la costanza. Chiunque Lavori sa fin quasi da subito, anche ove non glielo dicessero, che la costanza è la prima e più necessaria cosa. Senza di essa non solo nulla va a termine, ma spesso poco o nulla si conclude e quel che si combina è a rischio. Qualunque tecnica, ad esempio, senza costanza non la si può neanche chiamare tale. Ebbene, ogni volta che non riesco ad essere costante sbaglio? Ma se costante ci devo diventare, come posso esserlo già? Ovvio che tutti sono capaci di una certa costanza... è che ce ne vuole una certa quantità anche solo per iniziare e poi sempre più per continuare, ma questo significa anche che la costanza può crescere e se può crescere, prima di essere cresciuta è di meno... ossia non sono sempre costante come vorrei e/o credo di dover essere. Stessa cosa per l'andirivieni... credo/penso/so che sarebbe proprio meglio andare sempre avanti senza mai tornare indietro, ma alla fin fine, se fossi in grado di fare così fin da subito che Lavoro sarebbe? Non dico che non mi servirebbe una Via, ma perlomeno avrei con essa un rapporto diverso da quello che si sente, sarebbe beh... facile. Insomma, se gioco a basket non posso avere il 100% dal campo tutte le volte, che gioco a fare? Se fossi già perfetto perchè diventarci? Però però è necessario farsi furbi... se gioco a basket a quel 100% ci aspiro e cercherò comunque di sbagliare il meno possibile e quindi cercherò di mettermi nella migliore condizione possibile il più delle volte possibili. Ma questo lo imparo sbagliando. La via è larga all'inizio e stretta alla fine e più giù si è (ossia nelle parti più larghe) più sono profondi i solchi nel terreno a causa delle innumerevoli volte che si è percorso quel tratto avanti e indietro. |
La via è larga all'inizio e stretta alla fine e più giù si è (ossia nelle parti più larghe)
Mi scuserai Ray ma non riesco a capirla, intendevi parti più strette, tra parentesi? A parte questo mi associo a quanto detto specialmente per la Costanza che aumenta usandola, molto profondo. Sempre se posso, valuterei anche se tonificare il corpo-(mente) e forte motivazione-obiettivo. |
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