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Uno 05-06-2011 20.53.39

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 100657)
Ci ho riflettuto parecchio su queste domande che sembrano facili.

Io credo che la felicità si può sia dare che ricevere. Ci sono le azioni legate a persone o situazioni esterne che provocano uno stato di felicità anche circoscritto, momentaneo ma pur sempre di felicità.
Mi capita di dire "mi hai resa felice" oppure sentirmi dire "mi hai reso/a felice", oppure ancora "mi hai ragalato un momento di felicità". Ci sono delle azioni che compiute portano felicità o stimolano la felicità nell'altro che aspetta quell'azione per sentirsi felice.

Lo so che sembra una precisazione inutile o giocare con le parole... però hai usato "mi rendi" e "regalato un momento di".
Non hai scritto mi hai dato la felicità. Ovvero, in italiano si può anche usare, ma nessuno può darti direttamente la felicità. Potrà fare qualcosa che ti rende felice, potrà eliminare ciò che ti rende infelice, ma non darti la felicità direttamente.

Alla fin fine... la felicità è quando amiamo qualcosa che in qualche modo possiamo toccare (anche platonicamente) e siamo al picco sopportabile dell'eccitazione emotiva . Uno/a può essere amabile ma se non l'amiamo....
Se anche qualcuno ci ama, ma non riesce a provocarci altrettanto nei suoi confronti non ci rende felici, al massimo ci da una sensazione di benessere. Se invece riesce a provocare l'amore in noi... allora ci rende e no non ci da.

Telemaco 05-06-2011 21.28.03

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100656)
Caspita, quello che dico io è soggettivo anche se mi baso su qualcosa che chiunque può conoscere, invece quello che dici tu sebbene limiti e confini quello che ho detto io è basato su qualcosa che va con l'immaginazione oltre....
Beh che dire... si commenta da se.

Per me non c’è nulla da commentare, ma evidentemente non hai capito cosa volevo dire.
Tutti siamo soggettivi nell’esprimerci, io come te. Ma tu volevi ricondurre a concetti che definisci oggettivi ciò che né io né te conosciamo, basandoti sulle tue conoscenze soggettive, io invitavo ad andare oltre le parole per non incorrere nel medesimo errore.
Abbiamo un diverso concetto di limitativo….


Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100656)
Non lo so a meno che non ti psicanalizzo, perchè il "mai" lo hai aggiunto tu.

Certo che l’ho aggiunto io, ho forse detto il contrario ?
Ma mentre tu ti fissi su un’allusione, ti sei forse perso quello che stavo cercando di esprimere con un diverso punto di vista. Non sono d’accordo sul tuo ragionamento, “che uno che non ha mai amato non saprebbe di poter arrivare alla felicità per poi essere costretto a tornare indietro....”
Io invece dico, se uno non ha mai volato, è vero che non sa cosa si perde, ma se decide di non volare non è per il volare in sé, di cui non conosce la bellezza, ma per la paura di cadere.
Chi mai non vorrebbe lasciarsi andare alla felicità di volare se non ci fosse la paura di cadere ?
Così è per la felicità, nessuno teme la felicità in sé stessa, esiste solo la paura di soffrire.
Tutte le altre paure sono solo derivazioni di questa.

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100656)
Prima mi dici che non esiste un pensiero tuo o mio o di chiunque, adesso invece che qualcuno ha un interno diverso.... uhum...

Si vede che non hai compreso la metafora….
Siamo nel teatrino delle individualità no ? dobbiamo restare nel gioco se vogliamo comunicare ….
Ma il pensiero di ognuno fa parte dello stesso “pensare” e dello stesso “conosciuto”



Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100656)
C'è anche chi non è mai salito, come fa a sapere che poi riscenderà?

Osservando gli altri, osservando la vita, ascoltando il proprio istinto….


Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100656)
Si è vero, vedi che su qualcosa siamo d'accordo?
Non si può cambiare ciò che si è, si può solo cambiare ciò che si fa e si manifesta.

Macchè d’accordo… tu pensi di poter cambiare le cose a prescindere da quello che sei (vedi libero arbitrio).
Per me puoi cambiare le cose solo in funzione di ciò che sei , che in realtà equivale a non poter cambiare nulla.

diamantea 05-06-2011 21.32.34

Dunque la felicità è connessa all'amore, alla capacità di amare?
Il sentirsi felici coincide con il sentirsi in amore?
Non si può dare felicità così come non si può dare amore?
Quindi inseguire la felicità vuol dire inseguire l'amore.
Se non si ama non si può essere felici.

Grey Owl 05-06-2011 21.49.15

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100645)
Che differenza c'è tra la felicità dell'essere e quella dell'avere, se per voi c'è?"

La differenza è che la felicità dell'essere la si raggiunge togliendo mentre quella dell'avere la si ottiene aggiungendo.

Questo per definirla con la risposta intuitiva, quella che viene di getto per intenderci.

Per chiarire dico che la felicità dell'essere la si raggiunge in uno stato di assoluto equilibrio tra l'interiore ed il mondo che ci circonda. Togliendo le zavorre, i pensieri, le tensioni fisiche ed emotive sino a raggiungere uno stato privo di ogni elemento aggiunto. Raggiungere la felicità dell'essere attraverso il privarsi delle zavorre per scoprire l'amore dentro di noi.
La felicità dell'essere si raggiunge nel momento che ci si basta.

La felicità dell'avere è fittizia, è la ricerca della felicità illusoria. Avere sempre qualcosa in più che ci sposta verso l'oggetto del desiderio, la felicità dell'avere è mentale, è una falsa felicità dell'ego. La macchina nuova, la nuova conquista, il potere, il prestigio, il comando, la lusinga. Tutto legato all'ego e che non si accontenta mai.
La felicità dell'avere non si accontenta mai.

diamantea 05-06-2011 21.54.15

Citazione:

Originalmente inviato da Telemaco (Messaggio 100674)
Io invece dico, se uno non ha mai volato, è vero che non sa cosa si perde, ma se decide di non volare non è per il volare in sé, di cui non conosce la bellezza, ma per la paura di cadere.

La paura di volare potrebbe essere indotta dalle vertigini quando capita di sporgersi da un'altura o un balcone. Se provi la vertigine, la paura di cadere è un istinto di autoconservazione, ha la funzione di proteggerci. Ma poi con la volontà e l'impegno puoi vincere questa paura e volare, protetto altrimenti vai incontro al suicidio, però in qualche modo la si è conosciuta.

La felicità come l'amore la conosciamo dalla nascita, dal cordone ombellicale, dal rapporto materno, è un sentimento che conosciamo perchè l'abbiamo provato alla nascita. Può essere patologico non provare il desiderio e la ricerca della felicità per non aver mai conosciuto l'amore come gli orfani o altri casi limite.
La paura in genere nasce da qualcosa che abbiamo conosciuto in qualche modo dentro di noi, oppure fa capo agli istinti, quindi pesca nel collettivo.
La paura della felicità non credo sia un istinto nè pesca nel collettivo, piuttosto fa parte del nostro modo di affrontare la vita, le esperienze e le opportunità che ci capitano lungo il percorso.

Uno 05-06-2011 23.01.40

La paura di cadere provando a volare c'è... ma viene dopo quella di non sentirsi più la terra sotto i piedi.

dafne 05-06-2011 23.19.54

Nella mia esperienza ho notato che molto spesso confondo la felicità con la gratificazione.

I pochi brevissimi momenti in cui penso di essere stata davvero felice non avevo nulla e non volevo nulla.
Non nel senso filosofico del termine, non era un pensiero, semplicemente (e su questo avverbio potremmo discutere in eterno) esistevo. Ero in pace. Non pensavo.
Certo, poi ci sente grati per quel momento di grazia e questo mi ha fatto notare la differenza. Qundo ricevo quello che volevo sono gratificata dalla felicità che ho sfiorato, perchè l'ho percepita in quella cosa o persona o gesto o immagine.

Quindi perchè scatta la paura? Perchè il momento è fugace, passa, svanisce, come il bacio di un innamorato che vive lontano, qualche volta la sofferenza per la distanza ci fà desiderare di lasciarlo per non doverla sopportare più...ma poi ci arriva quel bacio e ciao! via di nuovo da capo.

8-) mi sà che stasera mi sopporto solo io..troppo romantica sono...ma lasciarsi amare pare una stupidata ma non lo è per nulla, per me almeno, e quindi la felicità la vivo ancora come un miraggio. però stò lavorando per cercare di avere meno paura :H


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