Come comportarsi
comportati da vincente e sarai trattato da vincente, comportati da perdente e sarai trattato da perdente!
- Mirella M.P. Grillo - Io aggiungo: non comportarti, e non sarai trattato. |
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Se mi spieghi come fare, a meno che non ci si trasformi in amebe.... :C: |
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Scusa Kael, non capisco. Cosa intendi per non comportarsi?
:C: |
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Se ti comporti da vincente, vuol dire che hai qualcosa che si chiama egoismo che si nutre di te e diverrà, tale dinamica, un circolo vizioso; al contrario è ovvio che non ci sarà alcuna pretesa di risultato e dunque si potrà " vivere " normalmente senza pretendere ( convincerci ) di essere vincenti....ma poi rispetto a cosa.....aggiungo io. Comportarsi da perdente - ed essere trattato come tale - pone invece le fondamenta nella limitazione che ognuno si pone; come quando si dice che " la sfortuna mi colpisce sempre "...modo un po singolare di descrivere la dinamica ma che in fondo evidenzia che se si ha un pensiero volto " alla non riuscita " è naturale che nella maggior parte dei casi....avviene ciò che non vorremmo. Non comportarsi, che sta nel mezzzo, significa " vivere " senza essere distratti o scossi da qualsiasi circostanza; non crogiolarsi nell'ego ma neanche sottovalutarsi. Personale visione ovviamente:C: |
Jeze più o meno ha espresso il mio pensiero.
Com-portarsi significa portarsi insieme (agli altri), e questo indica una certa dose di proiezione negli altri... ossia mi porto agli altri (in una data maniera) perchè voglio (ho bisogno) che essi mi apprezzino o mi disprezzino, a seconda dei casi. Se smetto di dare importanza a come gli altri mi trattano (giudicano), allora non ho più bisogno di comportarmi. Semplicemente, sono. Se guardiamo gli animali ad esempio, sono molto più spontanei e naturali degli essere umani. Si limitano ad essere. Il comportamento è sovrastruttura. |
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Perchè è importante Moon?.. ma soprattutto per chi? :H
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siamo arrivati al punto che l' abito fa o non fa il monaco?
forse per chi non sa cosa c'è realmente sotto l' "abito".... forse per chi non accetta ciò che nasconde sotto l' "abito" |
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se riesci a staccarti dalla tua 'personalità' quindi dal tuo ego, ed arrivare all'impersonale, non susciterai più fastidi in alcuno....è questo che intendevi? |
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Questo non ha a che fare con l'abito non fa il monaco, non si tratta di apparenza ma di sostanza....come si è dentro....è all'interno che dobbiamo essere forti!!! |
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Vedere il fastidio nell'altro è solo un altro modo di mascherare e mettere il velo sullo specchio ... no? Nessuno ci sta trattando in una certa o altra maniera, siamo noi (sigh) che vediamo il trattamento ... In qualche modo, spostare l'attenzione dell'osservazione dagli altri a noi ci apre un bel mondo... abbraccio: |
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Anticipo cosa ne penso io: non esistono, sono solo punti di vista a seconda della situazione. :C: |
Riflettendo....e se il comportamento fosse consapevole?
Se questo modo di interagire con l'esterno ci desse modo di esperire nuove forme di noi? Nuove dinamiche? Sicuri che vada scartato a priori? |
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Secondo me non dipende dalla situazione, ma dall'esperienza.....da uno stato di debolezza si può uscire, se impari dagli errori e reagisci, acquistando sicurezza nelle tue capacità.....anche se pensi di non averle, allo stato latente c'è sempre qualcosa... |
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Un comportamento consapevole è una contraddizione in termini. Mi spiego: non si può essere cosciente di mentire a se stessi e perpetuare la cosa .. non ha senso dire consapevole .. ma falso. Falsi con se, chiaramente. Interagire con l'esterno ci dà modo di mostrarci il comportamento .. mantenerlo con lo scopo di scoprirne altri mostra solo la maschera della maschera. Toglierle significa andare a scoprire un altro mondo. Se non è chiaro provo a spiegarmi meglio. |
No è chiaro , grazie Sole, probabilmente sono io che mi esprimo male...
Quello che volevo significare è che per entrare alla corte del Re devo tenere un comportamento X , se non lo tengo non ci entro....se non ci entro non esperiro' mai questa cosa, che magari mi serve per capirne un altra...e cosi via... |
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Oltre a significa "l'uccisione del maestro" (se incontri un budda per strada uccidilo!) porta anche altro significato secondo me. Più avanti nella storia Lui si colpevolizza e cerca la redenzione nel misticismo .. fino a bruciare serenamente il suo corpo ... ovviamente del tutto simbolico. Film da vedere ... ci sono moltissime e moltissime altre cose da dire. Tutto questo per dire che secondo me (ovviamente è una mia impressione) per trovare il giusto Re e la giusta Porta ... bisogna essere puliti dal lavoro! :C: p.s. non sono andata fuori tema, vero?icon_mrgr: |
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Un esempio scemo? Io posso essere molto "forte e decisionista" nel lavoro e nella vita.. ma non sapermela cavare affatto con gli uomini ... allora trasformerei il mio atteggiamento e comportamento da forte in tiranneggiante e determinato a dimostrare all'uomo la mia forza caratteriale. così non si è forti .. si è atteggiati. Il non darsi caratteristiche il cercare di non mettersi nelle condizioni di essere prigionieri di una immagine di se stessi sarebbe il non comportamento .. visto sotto una certa ottica. |
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ah! interpretavo Milsan su un altro piano... vabbeh vale lo stesso? martello.: icon_mrgr: |
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Perchè siamo noi a dare potere agli altri (su di noi), capito MoonA? ;) Il comportamento è importante solo per chi si proietta negli altri e gli riempie di se.. Tutt'altro discorso quello di Milsan... nulla vieta che si possa recitare, essendo consapevoli di quello che si fa. Se per entrare alla corte del re devo comportarmi in modo x sarà una cosa che io ho scelto, e non frutto del potere e della sudditanza che il re mi incute. Cristo a Pilato disse: Non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto... |
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Per uscire dalla debolezza bisogna guardare dentro di sè, e trovare una ragione per reagire....volere è potere!!
Uscire dal dover essere forti?...non c'è motivo per non essere forti....forse tu ti riferisci all'apparire forti senza esserlo? |
No, mi limitavo a rilevare una contraddizione in quanto avevi scritto...
secondo me non si tratta di essere forti o deboli... c'è solo una certa forza (energia) di cui disponiamo... dipende da come la usiamo, da quanta ne buttiamo via (per esempio a star li a pensare di essere deboli) e di quanto siamo realmente capaci di manovrarla... in linea di massima molto poco... ma all'inizio quel poco può anche bastare per iniziare a muoversi... |
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E aggiungo a quello che ho scritto di la... che poi se mi comporto in un modo con tutto me stesso, ci divento... mentre invece se lo faccio imitando o seguendo modelli esterni sarà un'altra maschera.... Importante poi è anche scegliere come comportarsi in questo senso (con tutti se stessi) |
Esaminando il mio comportamento trovo proprio che io stessa mi pongo agli altri a secondo da chi ho davanti..alle volte vincente e alle volte perdente.
A volte è una tattica..forse di difesa, a volte è uno studio su quella data persona, a volte sono io che forse in situazione di piena energia positiva trasmetto il mio lato forte e vincente agli altri. E talune volte invece ho un calo di energie che mi porta davvero a essere perdente...probabilmente questo avvicendarsi di comportamenti incoerenti fa parte del mio carattere cameleontico. |
In relazione all'argomento di questa discussione, unito a quello della discussione linkata da Uno, secondo voi rispondere a qualcuno nel modo in cui crediamo/speriamo sia il modo più giusto per lui, fa parte delle maschere?
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Come dire che se si E' non ci sarebbe necessità di credere/sperare?
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Se credi/speri significa che non Sai, no? :C: |
Mi sembra che piu' che i concetti ci si soffermi sugli aggettivi ed i sinonimi usati, certo sono importanti, ma è importante anche il "sentire" cosa sta' dietro un affermazione.
Forse sarebbe utile a tutti sforzarci ad andare incontro al prossimo nella comprensione invece di stare fermi ad aspettare che il concetto sia espresso in maniera perfettamente compiuta per il nostro gusto estetico o formale.....sempre sovrastrutture sono.. |
Condivido il tuo pensiero milsan, ma credo anche che saper vedere le cose da più punti di vista possa essere un buon modo per favorire una comprensione più ampia, non solo di chi partecipa al thread ma anche di chi leggerà in futuro...
Del resto il dialogo è confronto, dove appunto ognuno cerca di arricchire l'altro offrendo il suo punto di vista. Non vedo in tutto questo sovrastruttura... vedo partecipazione. :C: |
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Di una bella persona posso fregarmene fino ad un certo punto, invece una bella anima è interessante, la prima si può fingere la seconda no, quindi l'estetica dell'essenza è importante, nella comunicazione se non siamo telepatici a doppio senso le parole sono l'essenza :C: |
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:C: |
Stiamo andando un pò (non completamente però) fuori tema.... comunque....
Se consderiamo esperimenti tipo quello che ho descritto nella prima parte di questo post come fai a stabilire dov'è il confine tra la forma e l'essenza? In soldoni... tutto quello che è nel ceato ha una forma... è necessaria per vivere e sperimentare, questa può essere conforme all'insieme del creato cioè oggettiva, oppure solo aderente ad un mondo interno autocostruito, cioè soggettiva... questa seconda situazione è quella in cui versa la maggior parte dell'umanità per la maggior parte del tempo a propria disposizione, la Ricerca in soldoni come primo passo dovrebbe far prima vedere l'esistenza di queste condizioni, poi dare un input per passare dalla prima alla seconda.... In quest'ottica è estremamente importante essere precisi nel linguaggio, già così ci si fraintende fin quando i due o più che stanno comunicando non "dimorano" nella seconda oggettiva condizione.... in quel caso le parole non conterebbero più nulla... ci si capisce al volo. La precisione del linguaggio è anche un esercizio utile a sviluppare questa oggettività, ovviamente purchè non sia fatto a scopo narcisistico con impotanza personale, non intendo ovviamente la ricercatezza delle parole... si possono usare parole semplici in base alla propria cultura (intesa come acquisizione di dati) basta usarle correttamente. Capisci cosa intendo con essenza? Non è qualcosa che sta chissà dove.... è quello che c'è dietro/dentro tutto anche dentro le parole.... Potremmo andare avanti a lungo... ma andrei si fuori tema completamente (magari in una prossima discussione), potremmo parlare sul fatto che una parola vibrata in un certo modo crea... in quel caso quella parola è connessa all'essenza più di tanti concetti astratti che ci frullano nel mondo interno, anche se collegati a mondi interni altrui... :C: |
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Poniamo che questa fase sia già stata superata....pensi che in tal caso varrebbe anche il contrario? Io non ne sarei tanto sicura....hai presente la canzone....'qualunque cosa fai, sempre pietre in faccia prenderai'.... E' difficile, molto di più di quanto si possa tentare di spiegare, capire... ma non per questo bisogna arrendersi. abbraccio: |
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Non necessariamente parlare di comunicazione e comportamento ci porta fuori tema. In realtà alla base dei rapporti tra gli uomini vi è la parola, prima verbale, poi scritta. Ma la parola sta pure alla base del nostro comportamento, in base a come ci si esprime, si può o meno suscitare interesse, simpatia/antipatia nel nostro interlocutore, un pò come dire, dimmi come parli, e ti dirò chi sei...Inoltre se il messaggio verbale non viene convogliato in maniera 'diretta', ossia in presenza dei soggetti della locuzione, in cui è possibile comunicare anche e soprattutto attraverso lo sguardo, la mimica e la gestualità, ma viene 'passato' per es. in questo caso tamite un monitor, freddo e distaccato, diventerà molto più difficile riuscire a esprimere al meglio quella che era l'essenza del pensiero. E quindi diventerà 'essenziale' trovare esattamente le parole giuste, la forma, tutto ciò che ci permetterà che il nostro pensiero giunga al 'destinatario', il più vicino possibile a quello che era in origine, tentando di eliminare il più possibile tutte le 'interferenze' che si creeranno dal momento in cui parte il messaggio, al momento in cui arriverà a destianzione. Quando per es. ci relazioniamo a qualcuno che non conosciamo ancora, per prima cosa tentiamo di farci capire tentando di essere chiari il più possibile, cercando sempre le parole giuste, ponendo tutta la nostra capacità comunicativa al servizio del nostro 'essere'. L'instaurarsi o meno di un rapporto tra individui non potrà che avvenire attraverso l'uso della parola, quella che viene definita 'magia della parola'. fiori.gif |
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