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stefano 07-07-2010 20.48.58

"posso essere il più grande degli scienziati ... ma se non ho amore non sono nulla"...
il secchione...che studia per motivi diversi dall'amore per quello che sta facendo dovrebbe ricordarsi a mio avviso questa frase chiave.
l'artista che non suona mosso esclusivamente da questo, ma fa calcoli su determinate cose... allo stesso modo dovrebbe ricordarsene.
l'uomo comune, ogni qualvolta fa qualcosa dovrebbe chiedersi se quello che sta facendo lo fa per amore o cos'altro...

Uno 07-07-2010 21.06.39

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 87701)
la perfezione o la tendenza alla perfezione in qualcosa e' d'ostacolo al completamento dell'individuo .

Eh no, semmai il contrario.
E semmai la tendenza alla perfezione solo in una cosa è ostacolo alla completezza.

Ma se cerco di tendere alla perfezione, cioè in soldoni a migliorarmi in qualsiasi cosa io faccia e non limito il mio fare in nulla se non ciò che è stupido, io tendo anche ala e forse raggiungerò la completezza.

Tendere alla perfezione non significa farsi una malattia se, come è normale che sia, non la si raggiunge. Ma se non vi tendo come faccio a diventare completo?

Tendere alla perfezione significa anche poter vivere istanti perfetti, istanti che ci permettono di assaggiare la Sua Perfezione e di conseguenza prima prenderne coscienza poi consapevolezza. Noi non saremo comunque perfetti ma così diverremo completi.
Senza quella consapevolezza anche la completezza non esisterebbe.

Due parole sul "come matti".
Qual'è il punto centrale della definizione "matto"?
Il matto è colui che vive in un proprio mondo e non si adatta alla società, alla collettività. Questo è il punto centrale che salta in mente a primo acchito.

Se dico che studio una cosa come un matto, significa che in quel momento mi immergo completamente in quello studio. Non ho scritto studio da matto, o studio da impazzire... è un pò come la frase di cui abbiamo parlato alcune volte "tornerete come bambini", il come non vuol dire uguale, ma che alcuni aspetti sono uguali per analogia.

diamantea 07-07-2010 21.19.50

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 87689)
Dici così perchè non mi hai mai sentito cantare icon_mrgr:
Se io volessi cantare dovrei allenarmi, studiare e molto altro....
Hai voglia che io dia tutto me stesso e basta... lo potrei fare, ma non essendo un talento naturale e volendo il tuo bene sarà meglio che tu non mi ascolti mai cantare icon_mrgr:.

Perdonami la battutaccia Uno, nel coro dei cani latranti trovano posto quei stramolti che vogliono esibirsi senza aver fatto i dovuti sacrifici icon_mrgr:

Affettuosamente... bacini.gif

stefano 07-07-2010 22.29.11

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 87717)
Eh no, semmai il contrario.
E semmai la tendenza alla perfezione solo in una cosa è ostacolo alla completezza.

Ma se cerco di tendere alla perfezione, cioè in soldoni a migliorarmi in qualsiasi cosa io faccia e non limito il mio fare in nulla se non ciò che è stupido, io tendo anche ala e forse raggiungerò la completezza.

Tendere alla perfezione non significa farsi una malattia se, come è normale che sia, non la si raggiunge. Ma se non vi tendo come faccio a diventare completo?

Tendere alla perfezione significa anche poter vivere istanti perfetti, istanti che ci permettono di assaggiare la Sua Perfezione e di conseguenza prima prenderne coscienza poi consapevolezza. Noi non saremo comunque perfetti ma così diverremo completi.
Senza quella consapevolezza anche la completezza non esisterebbe.

Due parole sul "come matti".
Qual'è il punto centrale della definizione "matto"?
Il matto è colui che vive in un proprio mondo e non si adatta alla società, alla collettività. Questo è il punto centrale che salta in mente a primo acchito.

Se dico che studio una cosa come un matto, significa che in quel momento mi immergo completamente in quello studio. Non ho scritto studio da matto, o studio da impazzire... è un pò come la frase di cui abbiamo parlato alcune volte "tornerete come bambini", il come non vuol dire uguale, ma che alcuni aspetti sono uguali per analogia.

questa è una "perla" di saggezza che mi sento di condividere totalmente.

stefano 07-07-2010 22.34.15

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 87723)
Perdonami la battutaccia Uno, nel coro dei cani latranti trovano posto quei stramolti che vogliono esibirsi senza aver fatto i dovuti sacrifici icon_mrgr:

Affettuosamente... bacini.gif

...o senza essere talenti naturali...
ciauzz
ma se anche sono "cani latranti" quell'attimo per loro può essere un attimo gioioso...
e il cane latrante lo vede l'osservatore che si permette pure di giudicare.
insomma dipende.

diamantea 07-07-2010 23.36.19

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 87733)
...o senza essere talenti naturali...
ciauzz
ma se anche sono "cani latranti" quell'attimo per loro può essere un attimo gioioso...
e il cane latrante lo vede l'osservatore che si permette pure di giudicare.
insomma dipende.

Scusa Stefano ma non bisogna essere per forza dei talenti naturali, per far bene qualunque cosa si deve solo imparare. Se poi si ha pure il talento si eccellerà altrimenti si diventerà un buon professionista che sa fare bene il suo mestiere che è quel che manca troppo spesso in vari settori.
L'osservatore giudica solo se sa discernere, per far questo deve aver studiato, imparato altrimenti non distinguerà un fischio da un fiasco.

stefano 08-07-2010 00.10.52

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 87736)
Scusa Stefano ma non bisogna essere per forza dei talenti naturali, per far bene qualunque cosa si deve solo imparare. Se poi si ha pure il talento si eccellerà altrimenti si diventerà un buon professionista che sa fare bene il suo mestiere che è quel che manca troppo spesso in vari settori.
L'osservatore giudica solo se sa discernere, per far questo deve aver studiato, imparato altrimenti non distinguerà un fischio da un fiasco.

certo, ma rimane il fatto che per te (che sei avanti) potrà anche apparire un fiasco ma per colui che fa non lo è.

stefano 08-07-2010 00.13.43

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 87736)
Scusa Stefano ma non bisogna essere per forza dei talenti naturali, per far bene qualunque cosa si deve solo imparare. Se poi si ha pure il talento si eccellerà altrimenti si diventerà un buon professionista che sa fare bene il suo mestiere che è quel che manca troppo spesso in vari settori.
L'osservatore giudica solo se sa discernere, per far questo deve aver studiato, imparato altrimenti non distinguerà un fischio da un fiasco.


non è comunque detto.
non è detto che chi sa fare bene il suo mestiere sia così in grado di capire l'altro e di saper discernere.

diamantea 08-07-2010 00.21.54

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 87742)
non è comunque detto.
non è detto che chi sa fare bene il suo mestiere sia così in grado di capire l'altro e di saper discernere.

Invece si, se faccio bene le pulizie so giudicare se un casa è ben pulita oppure no. Se so cucinare bene so capire se un cibo è cucinato bene oppure no.
Se ho consapevolezza del livello in cui mi trovo so giudicare chi è più indietro di me ma anche chi è più avanti. Se non voglio essere criticato sceglierò il primo, se voglio crescere sceglierò il secondo.

Citazione:

certo, ma rimane il fatto che per te (che sei avanti) potrà anche apparire un fiasco ma per colui che fa non lo è.
Appunto qualcuno glielo deve pur dire!

Dai Stefano, è tardi...

stefano 08-07-2010 00.38.12

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 87744)
Invece si, se faccio bene le pulizie so giudicare se un casa è ben pulita oppure no. Se so cucinare bene so capire se un cibo è cucinato bene oppure no.
Se ho consapevolezza del livello in cui mi trovo so giudicare chi è più indietro di me ma anche chi è più avanti. Se non voglio essere criticato sceglierò il primo, se voglio crescere sceglierò il secondo.



Appunto qualcuno glielo deve pur dire!

Dai Stefano, è tardi...

non sei mica obbligata.

Edera 08-07-2010 10.01.12

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 87689)

Come avete detto voi è importantissimo per chi e per cosa si fanno le cose.
Se studio come un matto per gli altri si che rischio di andar fuori di testa. Se studio come un matto per me stesso.... che dite?

E' giusto o sbagliato?

Credo sia molto difficile fare le cose davvero solo per sé, Luke l'ha giustamente precisato. Nel mio caso dopo aver passato una vita nel limbo, senza aprire praticamente libro (c'è da dire che avevo molto altro che mi offuscava i pensieri) e a guardarmi vivere nell'inedia pian pianino sono arrivata a fare qualche passo e quest'anno mi sono messa a studiare. Credo di aver iniziato a studiare come una matta, solo ora che ho dato qualche esame la situazione si sta normalizzando anche se una certa tensione rimane sempre. Sento che la tensione è una cosa che mi rende viva, non è facile ma allora stesso tempo sento che è indispensabile. Non è che se non prendo il massimo sto malissimo ma punto a fare più che posso perchè devo mettermi alla prova. E' questo tendere, questa tensione che mi sta aiutando a muovermi. Quindi per me è 'giusto'.
Invece un ragazzo che conosco era dispiaciuto per un 27 ( un esame dove il professore non dà mai 30... Quello su Dante e Tasso che devo fareicon_mrgr: ) perché suo padre sarebbe rimasto deluso. Ecco per me questo è deleterio..

diamantea 08-07-2010 10.07.01

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 87746)
non sei mica obbligata.

Se sto partecipando al karaoke non sono obbligata, posso sempre alzarmi e andarmene ma non era all'attività ludica che volevo riferirmi.

Parliamo di lavoro. Se tu lavoratore devi offirmi un servizio per cui io ti pago me lo dai sbagliato perchè ti spacci per un professionista invece non lo sei perchè non ti sei preparato a sufficienza per l'incarico che occupi io te lo devo dire, primo perchè è un mio diritto essere servita per quello che chiedo e pago (e se è un servizio pubblico è uguale), poi per te perchè se lavori male rischi di essere licenziato o di perdere il cliente.

Quando si va al largo si deve tenere d'occhio la riva, o si rischia di perdere l'orientamento.
Vado a stendermi in spiaggia a prendere il sole, tu che fai?

stefano 08-07-2010 10.16.52

non sei obbligata nemmeno li.

comunque goditi il sole tu che puoi:)

nikelise 08-07-2010 10.28.39

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 87717)
Eh no, semmai il contrario.
E semmai la tendenza alla perfezione solo in una cosa è ostacolo alla completezza.

Ma se cerco di tendere alla perfezione, cioè in soldoni a migliorarmi in qualsiasi cosa io faccia e non limito il mio fare in nulla se non ciò che è stupido, io tendo anche ala e forse raggiungerò la completezza.

Tendere alla perfezione non significa farsi una malattia se, come è normale che sia, non la si raggiunge. Ma se non vi tendo come faccio a diventare completo?

Tendere alla perfezione significa anche poter vivere istanti perfetti, istanti che ci permettono di assaggiare la Sua Perfezione e di conseguenza prima prenderne coscienza poi consapevolezza. Noi non saremo comunque perfetti ma così diverremo completi.
Senza quella consapevolezza anche la completezza non esisterebbe.

Due parole sul "come matti".
Qual'è il punto centrale della definizione "matto"?
Il matto è colui che vive in un proprio mondo e non si adatta alla società, alla collettività. Questo è il punto centrale che salta in mente a primo acchito.

Se dico che studio una cosa come un matto, significa che in quel momento mi immergo completamente in quello studio. Non ho scritto studio da matto, o studio da impazzire... è un pò come la frase di cui abbiamo parlato alcune volte "tornerete come bambini", il come non vuol dire uguale, ma che alcuni aspetti sono uguali per analogia.

Ma il mio non e' un invito alla superficialita' , ed ho sempre parlato del concentrare tutto su un dato interesse soltanto come esempio di tendere alla perfezione .

Tuttavia si puo' approfondire il fatto che sia la perfezione che la completezza non sono concetti presenti in natura , nascono e si affermano col progredire della coscienza psicologica dell'uomo .
Sopratutto la perfezione e' strettamente legata all'Assoluto ed all'idea di DIO quindi e' una struttura creata dalla psiche .
L'uomo primitivo non aveva la possibilita' di confrontare la natura con l''idea del perfetto aveva davanti a se' delle cose degli animali punto e basta .
Forse per il completo e' un po' diverso ma non ci giurerei .
Detto questo poiche' la perfezione e la completezza in assoluto nella nostra realta' non esistono , vanno relativizzati cioe' applicati in un contesto ed in relazione ad un soggettto particolare .
Il tendere a serve proprio a relativizzare questi concetti .
Allora tendere alla perfezione puo' significare esattamente completarsi proprio in quanto quella perfezione cui si tende non e' raggiungibille se non nella forma di un completamento il piu' spinto possibille .

Questa e' una possibilita' quella cui tu accenni nel post :
infatti quegli istanti di soddisfazione che di tanto in tanto si provano non sono istanti di raggiunta perfezione ma di completamento , di totalita' per aver messo ogni casella al suo posto ed essere usciti per un istante dal caos .

Tuttavia poiche' il concetto di perfezione e' presente nella nostra psiche allora sara' comunque una realta' seppure psichica da tener presente e da correggere verso una sua relativizzazione pena la dissociazione tra l'ideale e la realta' , lo stress che ne deriva ecc.
Una volta relativizzati i concetti non sara' difficile riconoscere che il tendere di continuo alla perfezione fa pagare un prezzo troppo alto a scapito della completezza .

Se invece rimaniamo al significato assoluto ma inutile di perfezione e completezza allora la prima comprendera' senz'altro la seconda ma non viceversa cio' che e' completo sara' per forza anche perfetto da cui segue che i termini non sono sinonimi ed esprimono realta' psichiche diverse .


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