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In quest'ottica l'equilibrio è condizione necessaria per aumentare la durata della vita. E' solo una conseguenza secondo te, o è una forza reale che già esiste nell'Universo ed ha un suo preciso compito (quindi una causa)? |
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Vorrei però per un attimo andare ot e spiegare l'ottica dei miei interventi prima di scatenare una guerra mondiale. La mia conoscenza in certi campi è debole ed in effetti sono qui a leggere ed a cercare di capire le cose che spesso con enorme pazienza vengono esplicate. In tale circostanza non ho competenza per esprimere nulla se non pareri o sensazioni. Per contro nei punti dove le mie conoscenze mi permettono di trovare delle discrepanze fra le cose dette e quelle direttamente osservabili intervengo non tanto per confutare l'idea quanto (spesso e volentieri) l'esempio utilizzato per spiegare la cosa. potrei citare 1000 frasi dette che per colpa di una piccola imprecisione hanno generato niti oramai insfatabili, vorrei che qui non se ne generassero altri o si facesse confusione fra fatti "misurabili in maniera ripetitiva" e miti ingiustificati. |
Nessuna guerra mondiale, ma è andato parecchio fuori il discorso (non per colpa di LB, tutti insieme)
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Nessuna guerra mondiale neanche per me ovviamente, continuiamo di là in equilibrio
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Al contrario una persona tendente al male in mezzo a persone tendenti al bene può facilmente "sguazzare" usando ogni tipo di sopruso. Mi viene in mente una situazione tipo lo sgambetto. Un singolo individuo può fare uno sgambetto a chiunque con uno sforzo minimo semmai creando dolori e problemi molto più grandi dell'energia che ha messo per allungare il piede ed è una cosa "sua" ovvero l'idea e l'energia provengono da lui. Il poveretto caduto potrà essere soccorso da altri, ma in quewsto caso l'energia buona arriva da altri, l'aiuto è rivolto all'esterno delle persone che lo danno al di la di quanto se ne dia. la seconda parte però è ancora oscura... |
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Un mese fà ho rubato una penna icon_rddd: Non era la prima volta (ufff, com'è difficile) ma in questa occasione particolare sono convinta che il mio tutto abbia lavorato in maniera di farmi scoprire. Ricordo perfettamente lo stato ovattato in cui ero, l'indecisione cronica acuita da un senso di frustrazione per il periodo nero che stavo vivendo, per del rancore che non potevo permettermi di sfogare o non sapevo indirizzare...ricordo bene solo quel "chissenefrega" in merito alla disonestà dell'azione. L'unica azione, pensiero, deciso che mi ha fatto alla fine muovere verso qualcosa di profondamente sbagliato. Il fatto che mi abbiano scoperta e svergognata davanti alla famiglia (ero quasi fuori ma sono rientrata per vedere dov'erano...questo dice tanto...) mi ha dato uno schiaffo che ricordo benissimo e che si fà ancora sentire ogni volta che mi avvicino a una cassa per pagare. Ora, considerando il crollo definitivo della maschera dell'onesta (sigh) stò cercando di capire meglio quello che è stato scritto qui, perchè voglio che questa sia un'esperienza che non abbia più motivo di essere necessario ripetere nel futuro. Il conflitto interno andandoci giù piatta era non voglio rubare - non voglio pagare. Sempre sti cavolo di non voglio che poi alla fine mi inchiodano e finisce che scelgo per inerzia la via più semplice. E' così? Mah Sospetto che abbia vinto l'opzione rubo per una certa insulsa necessità di "fregare il sistema", quando ancora il sistema lo vivevo come coercitivo, pesante, lento, ottuso (elloso...), oltre ad una curiosa sensazione di onnipotenza (blah) che tutt'ora percepisco ancora come in movimento. Ancora adesso quella parte di me che ha agito la vivo come estranea, mi piacerebbe dire che non sapevo cosa facevo, ma è vero a metà perchè fino all'ultimo è stato un balletto tra si-no giusto-sbagliato...solo che io non c'ero....o meglio ancora.. c'ero ma non volevo/potevo ammettere di esistere in quel modo, in quel comportamento... Dunque, se fossi orientata verso il male la cosa non mi avrebbe creato sforzo (l'energia che mi è servita per scegliere se fare o no?) ma avendo dovuto forzare una parte forse, dico forse, ero ancora nell'ignavia, anche se neanche tanto visto che non era una prima esperienza..uffff...nell'ignavia del momento ero comunque orientata verso il male, più vicina al male, per cui lo sforzo ha preso quella direzione? Non mi piace parlare di questa cosa, lo faccio perchè pur essendo stata "solo" una penna ho vissuto fortissimo un meccanismo che mi viaggia sotto da molto, troppo tempo. Non voglio pagare, e il mio debito stà lievitando troppo. E poi si parte sempre da un "solo" per combinare un disatro, voglio evitarlo stavolta. (arduo sostituire i non voglio con i voglio, pare una fesseria ma mi devo fermare e concentrare ogni volta manata.gif ) |
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Fin ora mi è sembrata solo una mancanza di disciplina nel mantenere l'ordine. Faccio caso però che arrivo sempre ad un punto di caos, sulla mia scrivania, in casa, dentro il mio cassetto. Quasi l'ordine perenne mi da un senso di staticità, mi da noia, quando vedo il caos dopo una fase depressiva rimonta l'energia con nuovo vigore verso l'ordine che mi ricarica e mi rigenera tanto e che mantengo fino ad un altro ciclo per arrivare nuovamente al caos da cui ripartire. Anche l'ordine inteso come disposizione sempre uguale delle cose mi stanca, ho bisogno di cambiarle, di apportare cambiamento verso un nuovo ordine. Alla luce di quanto dici potrebbe esserci una spiegazione diversa dal semplice non avere disciplina e costanza? |
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Torno su questo post perchè non mi è chiarissima la differenza tra forza e sforzo. La forza è qualcosa che ho, diciamo in dotazione. La forza del mio bicipite che solleva tot. Se devo sollevare qualcosa di più pesante dovrò recuperare forza da fuori, fuori dal mio bicipite, ma comunque dentro di me.(lo scrivo perchè ho la sensazione che è qui che m'incasino) Ecco, vorrei capoire questo "dentro" e "fuori". La mia idea è che nell'esempio del braccio questo ha una sua energia, e fin qui..dovendo muovere un peso maggiore va a richiedere energia dal resto del corpo, corretto? Quello è lo sforzo. Nel caso di una difficolta personale, visto che Uno accennava al vampirismo, la forza che ho all'immediato disponibile non è sufficiente a superarla e vado in cerca di altra energia. Energia che se riesco a recuperare dentro di me, in qualche modo (e dovrebbe essere l'aumentare la portata dei tubi..) è sforzo, se vado a rubare ad altri facendomi risolvere il problema è vampirismo. Mi fermo qui per vedere se ho capito. |
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La forza è qualcosa di interno all'ambito che la usa, lo sforzo accede a forza esterna comunque. L'esempio del bicipite era per dire che per sollevare un peso maggiore alla forza del bicipite, anche se tiri fuori forza dal resto del corpo (comunque tua, comunque ne disponi) resta esterna al bicipite. Tramite te, si potrebbe dire, il bicipite accede a forze esterne a se. Quando si tratta di accedere a forze esterne a noi, cioè al massimo ambito di cui disponiamo (mentre disponiamo sia dell'ambito noi, che ddel più piccolo ambito bicipite) o la prendiamo grezza o già elaborata da altri. Col raccolgimento la prendiamo dall'ambiente ma dobbiamo comunque elaborarla, se invece la succhiamo già pronta dagli altri è vampirismo. D'altronde, altrimenti, ogni sforzo necessiterebbe di vampirismo. |
Si hai capito.. non ho capito icon_mrgr:
Quindi per sforzarsi occorre accedere a forze esterne, il che spiegherebbe la difficoltà ad uscire da certi momenti neri per esempio. Forse quello che m'incasina è il discorso dell'energia grezza. Facciamo un esempio pratico, vah. In questo momento non riesco a capire questo discorso,mi sono fermata a chiedermi perchè volevo saperlo e mi son risposta che mi è utile per capire come spostarmi dall'essere orientata verso il male ad essere orientata verso il bene. Bene, val la pena di fare uno sforzo, ho pensato..ecco! Per risolvere il problema di capire devo attingere a forze esterne pechè la mia sola forza non basta. Si? Uno più sù parlava di meditazione, intesa come stato di raccoglimento, necessario per arrivare a stà benedetta energia esterna. Ora,in questo momento mi stò relazionando con te Ray, ho pensato, correggimi se sbaglio, che se insistessi ad avere una risposta cercherei di accedere ad energia già rielaborata, mentre se adesso esco, mi pianto gli ultimi 15 bulbi e nel mentre con le nuove informazioni cerco di ragionarci da sola accedo ad energie più grezze? O perlomeno entro in quello stato meditativo di raccogliemnto che suggeriva Uno... Uhm, mò esco poi ci torno, grazie fiori.gif |
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Se non riesci a capire una cosa e fai uno sforzo, e ti rigiri dentro la cosa in modo da "programmarti", al momento del raccoglimento l'energia presa in più dall'ambiente seguirà il programma e andrà ad alimentare il tuo tentativo di capire. |
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