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RedWitch 16-01-2007 12.12.17

Mezzo e fine - Il fine giustifica i mezzi !?
 
"Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero"
Gandhi

Questo è uno degli aforismi che girano in home, trovo questa immagine perfetta.. un seme, per arrivare a diventare albero, deve germogliare, poi sarà un piccolo arbusto, che dovrà essere innaffiato, dovrà prendere sole e aria, piantare bene le radici nella terra per poter crescere, e crescendo avvicinarsi al cielo.. con belle e forti fronde.. prima di arrivare ad essere un albero pero' il seme, deve attraversare tutte le fasi necessarie, senza alcune di esse, potrà forse crescere lo stesso, ma le radici potrebbero essere non abbastanza forti e al primo colpo di vento l'albero potrebbe cadere .. come dire.. ci sono cose assolutamente necessarie, e quando nella vita cerchiamo di velocizzare troppo con la presunzione di poter saltare qualche passaggio, rischiamo di trovarci come l'albero senza radici solide....

Ray 16-01-2007 13.10.51

Interessante il fatto che "mezzo", oltre a strumento per raggiungere il fine, significhi anche metà... che poi è meta con un accento in più... (azz, mi sembro il sorcio)

Infatti si dice chi ben inizia è già a metà dell'Opera...

nikelise 17-02-2008 09.54.47

Il fine giustifica i mezzi !?
 
Ieri su history di sky una una notizia nota ma che induce a piu' di una riflessione:
Eisenhower nel 1943 per agevolare l'invasione della Sicilia chiese aiuto a Luky Luciano capo dei capi della mafia americana.
Il fine giustificava il mezzo usato?
Ammettiamo che non ci fossero alternative o che fossero molto difficili da realizzare e' stato giusto fare un simile compromesso.
Nel piccolo e nel molto grande il discorso cambia?
Si puo' arrivare fino a chiedersi se il male puo' essere strumento del Bene (tema a dir poco esagerato!!!).
Che ne pensate?

nikelise 17-02-2008 10.07.43

OPS, vedo che ne avete gia' parlato!

Uno 17-02-2008 12.45.27

Ho unito queste due discussioni, visto che l'argomento è pressapoco uguale e che la prima è rimasta in sospeso
C'era qualcos'altro in giro se non ricordo male, ma sono dell'idea che nuovi spunti/persone valgono l'approfondimento o il rifare percorrendo nuove strade anche per lo stesso discorso.

Astral 17-02-2008 13.48.03

A quanto pare se ho ben capito nella prima parte della discussione si parla dell'aforisma di Gandhi, nella seconda aperta da Nikelise si parla del fine che giustifica i mezzi.

Anche qui io mi tengo in una posizione neutrale, poichè credo che dipenda molto dalla situazione. Nelle società dove è importante il bene supremo, spesso il fine giustifica i mezzi, poichè l'importante è il bene supremo.

Ad esempio in una guerra non importa se moriranno 100 uomini, basta che se ne salvano altre 10.000 e che il paese non cada in mane nemiche.

Razionalmente come logica è esatta, ma se analizziamo un po' con il cuore la cosa, anche quelle 100 persone, alla fine sono 100 storie, cente vite, non numeri. Cento speranza distrutte, 100 vite che potevano essere vissute diversamente.

In molti casi non sono affatto daccordo che il fine giustifica i mezzi?

Se il fine è un albero bisogna vedere di che è albero si parla. E se si tratta che il nostro fine è il denaro?

Allora non mi stupisce proprio i mezzi che vedo in giro.manata.gif

:C:

nikelise 17-02-2008 14.49.32

Ho posto il quesito ad un amico ,anche storico e politico e questi risponde : ma certo il fine giustificava il mezzo !!come l'8 settembre, una brutta cosa ma ha salvato l'italia oppure la bomba atomica ha evitato 3.000.000 di morti necessari ad invadere il giappone contro i 300.000 di hiroshima.
Causa ed effetto,mezzo e fine. Nel caso del seme il nesso e' inevitabile ma nel caso di comportamenti umani e' proprio cosi'? C'e' sempre una scelta diversa? Gandi mi pare dica di si.E' cosi'?

griselda 18-02-2008 11.08.05

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 28147)
"Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero"
Gandhi


Devo averlo detto già da qualche parte quindi vuol dire che ci credo icon_mrgr:
Se voglio una pianta di grano ( fine) dovrò seminare un seme (mezzo) di grano.
Questo pare chiaro. Mah nella domanda il fine giustifica il mezzo io ci vedo il "Fine" ovvero che questo aforisma è valido per un ideale superiore, ma anche in ogni caso se si semina zizzagnia si raccoglierà zizzagnia. Ovvero se il fine da raggiungere quello che ci siamo prefissati è X per ottenerlo dovremmo essere disposti a tutto per arrivarci se no non era un fine veramente. Certo ci sono fini e fini e secondo me vale la pena di lottare per un Fine piuttosto che per un fine.
A volte per raggiungere un Fine bisogna anche usare un mezzo basso, ma se è per un alto ideale credo che ne valga la pena. Mi viene in mente una frase di Uno che dice: senza macchia e senza onore...
Se per salvare 1000 uomini ne devo sacrificare uno ci sta, se devo uccidere 100 uomini per salvarne uno no. Che poi dipende da caso a caso ma di solito si dovrebbe segliere secondo il male minore per il bene maggiore.
A ecco mi venuto in mente dove ne abbiamo parlato e l'ho cercato:
http://www.ermopoli.it/portale/showthread.php?t=3551
Si può comunque espandere.

Uno 18-02-2008 13.29.07

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 49687)
Ho posto il quesito ad un amico ,anche storico e politico e questi risponde : ma certo il fine giustificava il mezzo !!come l'8 settembre, una brutta cosa ma ha salvato l'italia oppure la bomba atomica ha evitato 3.000.000 di morti necessari ad invadere il giappone contro i 300.000 di hiroshima.
Causa ed effetto,mezzo e fine. Nel caso del seme il nesso e' inevitabile ma nel caso di comportamenti umani e' proprio cosi'? C'e' sempre una scelta diversa? Gandi mi pare dica di si.E' cosi'?

Una scelta diversa c'è sempre in ogni situazione, questo è assodato, basta cercare volendo. Ora la questione si sposta sul fatto che quella scelta sia migliore e quindi vada perseguita o meno.
Il fulcro del discorso è che la scelta non può disgiungersi dalla situazione, la storia di Edipo che pur sapendo quale era il suo destino ci ricasca insegna, non si può fare una scelta diversa se non cambia qualcosa di profondo e se ci si ostina a farla alla fine si ricade sempre li.
Nel caso Hiroshima per esempio, fare una scelta diversa significava che la popolazione dei due schieramenti, iniziando dai capi avesse trovato la pace interiore, altrimenti se non era la bomba atomica era qualcos'altro.
Questa era l'unica vera scelta diversa, un cambiamento profondo, le altre sono finte scelte, lo stesso si può trasportare sul personale, fare scelte di comportamento, parole, azioni etc, rimanendo nel profondo uguali non porta a nulla, a quel punto è meglio prendere decisioni che non ci impantano in una determinata situazione per poter poi dedicare più energie al lavoro vero e proprio, non so se questo è chiaro.

nikelise 18-02-2008 14.06.45

Si e' giusto, mi pare che si ritorni a quel giudicare sul pratico,sulla situazione concreta di cui s'e' detto altrove:
la morale bisogna costruirla volta per volta cercando di valutare ogni circostanza compreso il nostro tendere lento ma inesorabile ( si spera) ad un cambiamento profondo nella visione delle cose.
Porta allora poco lontano affrontare il discorso in astratto.
Gandhi ( ma era Gandhi) con la sua visione delle cose non avrebbe mai consentito a scendere a compromessi con Lucky Luciano per agevolare l'invasione della Sicilia ne' avrebbe lanciato l'atomica.
Ma per qualche misterioso motivo a capo dell'America c'era Eisenhower non Gandhi.Per fortuna?

Uno 18-02-2008 18.54.39

Con una visione globale (e più facile a posteriori, molto, conoscendo abbastanza della storia e dell'evoluzione) sono necessari tipi come Gandhi, ma anche come Eisenhower, è necessaria la pace ma anche la guerra, lo so che detta così può sembrare forte, ma se partiamo dalle piccole cellule fino alle galassie ed oltre se ogni tanto non si "sfascia" qualcosa non c'è evoluzione.
Proviamo a pensare Gandhi nella faccenda di Hiroshima... (per dire che i contesti sono imprescindibili) portando avanti i suoi principi avrebbe costretto (se ci fosse riuscito, perchè bisogna ricordare che ha fatto ciò che ha fatto in India e in quella situazione, con la gente che aveva un certo tipo di cultura... anche sottomessa se vogliamo) America e tutta quella parte della barricata a non reagire, il Giappone avrebbe invaso sicuramente e oggi invece che gli USA ci sarebbe qualcosa tipo USG, che sia stato meglio o peggio non è facilmente discutibile, ma certamente non sono convinto che i morti comunque sarebbero stati minori... ma quello che più mi balza all'occhio è che mentre oggi ci sono due nazioni che tutto sommato convivono dopo essersi mostrati i denti, in quel caso no e forse eravamo ancora dietro oggi con guerre di indipendenza e simili.... insomma il male minore era la bomba, ha ristabilito gli equilibri il più velocemente possibile e con meno morti.

Insomma è un pò come curarsi con l'omeopatia durante un attacco di febbre a 40, oppure riempirsi di antibiotici per un raffreddore, si può discutere sul fatto che se si curasse bene quel raffreddore non si arriverebbe alla febbre a 40... ma il medico che si trova questa deve usare il mezzo migliore giustificato dal fine, l'altra scelta è far morire la persona o sperare che si salvi per miracolo.

Anche in questo caso seppur la scelta diversa c'è io non la percorrerei, insomma il margine di scelta consapevole è molto piccolo, a prima vista sembra quasi che non ci sia... e infatti non c'è come comunemente intendiamo, si sceglie il mezzo, non il fine, se si sceglie consapevolmente.
Che ne dici?

nikelise 18-02-2008 19.26.28

Sono d'accordo infatti per qualche motivo (mi piace pensare che ci sia una regia) a decidere c'era Eisenhower non Gandhi ( mi pare Truman per la bomba atomica).
Anzi ,se a Monaco nel 1939 o 1938? fossero stati ben piu' aggressivi con Hitler ,tutto sarebbe cambiato.....ma
forse tutto era gia' scritto allora:deboli prima forti dopo.
Chissa' , certo in quest'ottica chi si azzarda piu' a fare una valutazione, ad esempio :e' giusta la guerra in Iraq? Tutto sembra passare sopra ,molto sopra le nostre teste anzi anche sopra quelle di Bush checche' lui ne pensi.

nikelise 20-02-2008 10.14.12

Mi sono ricordato di un'interessante lettura di parecchio tempo fa sul punto :qual'e' la forza che muove i popoli o che fa la storia ,che e' poi il punto d'arrivo di questo 3d.
L'ho ripresa e la consiglio: si tratta delle ultime 30 pagine di Guerra e Pace ( 2 epilogo) completamente staccate dal romanzo e pertanto '' utilizzabili'' a prescindere dalla lettura di tutto quello che c'e' prima.


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