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Grey Owl 22-10-2010 20.55.20

Dal virtuale al violento
 
Navigando per il web mi sono imbattuto in una notizia a cui inizialmente non volevo credere ma poi con un'ulteriore indagine pare proprio che sia veramente accaduta.

In Francia un ragazzo di 20 anni Julien B. (seguo il consiglio di Sole e non metto il nome completo) si presenta a casa di un coetaneo e gli pianta un coltello da cucina nel petto.

Fin qui si direbbe un caso di ordinario disagio giovanile? Certo che si, lo è sicuramente.

Ma la motivazione mi ha fatto rizzare i peli, si perchè il Julien è stato ucciso virtualmente a coltellate in un gioco online e così ha pensato bene di vendicarsi presentandosi a casa del suo rivale e piantandogli un coltello da cucina nel petto entrambi appassionati di un gioco FPS (first person shooter) dal nome di Counter-Strike.

Ma non è finita, pensavo fosse stato scatenato dal furore del momento ed invece si legge che ha passato 6 mesi a cercare di rintracciare l'avversario che lo aveva ucciso virtualmente. Quando ha scoperto il suo l'indirizzo, si è presentato sotto casa col coltello.
Fortunatamente la vittima è sopravvissuta in quanto il coltello ha schivato il cuore di soli 2 cm.

Ma c'è di peggio, un uomo di 41 è stato condannato dal tribunale di Shanghai (Cina) per aver ucciso il suo "rivale" in un gioco online.

In questo caso la motivazione è perchè era colpevole di avergli "rubato" una spada virtuale. Il gioco si chiama "Legend Mir III" nel quale i giocatori usano delle terribili armi virtuali per uccidere i cattivi.

Qui viene il bello della storia assurda (ma non troppo) l'omicida era riuscito a vincere l'uso esclusivo di un'arma chiamata la "Spada del Drago". Attraverso un'imbroglio la vittima aveva sottratto all'omicida la spada dicendo che l'avrebbe presa solo in prestito. Ma in verità l'aveva rivenduta a sua volta a un altro giocatore per settemila yuan (circa 700 euro). L'omicida si era persino rivolto alla polizia per ottenere la restituzione della spada ma ovviamente senza risultato.
L'uomo di 41 anni si è presentato a casa del ragazzio di 26 anni e lo ha ucciso.

Ultimo episodio ma questo fa quasi ridere è successo a Palermo dove una donna ha sporto denuncia in procura per un furto subìto. Non nella sua abitazione "reale", ma in quella virtuale, costruita con tanto amore sul Facebook (Pet Society). Un hacker si è introdotto nel suo profilo e con la password rubata gli ha "svaligiato" la sua casa virtuale. Da qui la denuncia reale in procura.

Shanti 22-10-2010 22.03.36

Dimentichi il caso dello stupro virtuale subìto dall'avatar di una donna, anche in questo caso è partita la denuncia reale in procura.

Ray 23-10-2010 00.18.36

Sapete che non ci trovo nulla di strano? E non è neanche colpa dei videogiochi o di internet o del supporto teconologico.

Qui si parla, alla fin fine, di casi di violenza per futili ed assurdi motivi. E questi sono la punta dell'iceberg, quello che ottiene la ribalta perchè particolarmente agghiacciante o molto particolare, ma in realtà da l'idea di quello che deve essere l'ordinario: odio e dispetti per il giocatore online che corteggia lo stesso grumo di bites in forma di pinup del mio personaggio, paranoia e fastidio per il mio vicino di casa che gioca meglio di me, invidia e rancore per il mio compagno di banco che ha più amicizie di me su faccialibro.

Il punto è che questo è il livello di molti appartenenti al genere umano... se fossimo in un mondo di pastori ci sarebbe quello che uccide perchè l'altro ha la pecora più grassa che gli mangia troppa erba.

Ma si demonizza il supporto, perchè non si vuole demonizzare il sonno.

E' anche vero che fornire continuamente supporti sempre più sofisticati per convogliare certe fantasie (e certi tipi di energie 8-)) può in certi casi liberare qualche mostro, ma è anche vero che nel collettivo le delimita.

Vabbeh, come diceva qualcUno, certe cose cambiano sempre e certe non cambiano mai.


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