Ermopoli

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Shanti 01-09-2006 22.31.53

Simbologia
 
Il Papa con il numero V fa un passo in più rispetto all’Imperatore, è un ponte nella sua azione poiché è ricettivo verso l’alto, il cielo, e attivo verso il basso, la terra, come un maestro che riceve appunto dall’alto e trasmette ai suoi discepoli. Viceversa trasmette alla divinità verso l’alto le preghiere dei suoi allievi, unendo così il cielo alla terra.
Si può dire che rappresenta il punto di incontro tra i poli opposti, dall’alto al basso e da sinistra a destra, il centro della croce.

La spalliera del trono sembra una sbarra, come una scala che, gradino per gradino unisce il corpo allo spirito.

Il pastorale a tre livelli indica che ha soggiogato il mondo della materia, fisico, emotivo e intellettuale, trasformandoli in unità.

La mitra a quattro livelli rappresenta le istanze dell’essere (corpo, sesso, cuore e cervello) che culminano in un unico punto, il piccolo cerchio arancione sulla sommità: l’unità interiore.

Sotto la barba, all’altezza della gola, si nota una spilla verde che presenta un puntino all’interno del cerchio, simbolo dell’essere individuale che racchiude nel proprio centro l’essere essenziale. Vi si può anche leggere l’immenso lavoro di concentrazione che il Papa ha compiuto per essere quello che è.

Su ogni mano ha una croce a indicare quanto il suo modo di agire sia sacro e disinteressato.
La mano che sostiene il pastorale è di colore azzurro come quella dell’Eremita, e vi si può vedere il segno di un’estrema ricettività spirituale nell’azione. Se si interpreta questo colore come un guanto si può vedere un riferimento alla tradizione religiosa cristiana, in cui la mano guantata del cardinale diveniva strumento della volontà divina.
L’altra mano è di color rosa carne, benedice quindi il mondo dell’incarnazione unendo l’indice e il medio (intelletto e cuore).

I capelli bianchi indicano purezza, una purezza attiva come sembrano indicare i due nastri rossi. Anche una parte della barba è bianca, ma azzurra intorno alla bocca come dire che la parola del Papa è qualcosa che viene ricevuto. Si potrebbe anche leggere un segno di silenzio: il maestro, il professore o il profeta non può trasmettere tutto, in quello che insegna rimane sempre una parte di segreto, di indicibile.

Finora negli altri Arcani, i personaggi erano soli o accompagnati da animali, mentre qui due discepoli accompagnano il Papa perché egli non esisterebbe senza accoliti che credono nel suo insegnamento. I due discepoli sono in posizioni diverse: quello di sinistra, che tiene la mano alzata come a fare una domanda, e l’altra abbassata, ha i capelli orientati in senso orario. Il Papa non guarda verso di lui, come se il discepolo fosse in errore. Chissà… forse la tonsura in senso orario indica l’involuzione, il ritorno all’indietro, in contrasto all’evoluzione del discepolo di destra. O forse potrebbe rappresentare quella che nella tradizione alchemica veniva chiamata la “Via secca”, la via dello studio e della fatica.
Il discepolo di destra invece riceve gli insegnamenti direttamente dal Papa tramite il pastorale che gli sfiora il capo, incarna la “Via umida” , quella della ricezione immediata, dell’illuminazione e della rivelazione. Il movimento della tonsura del discepolo di destra, ruota in senso antiorario, ed egli tiene in mano un oggetto curioso che può offrire interpretazioni diverse… Un pugnale, una pallina? Ha un atteggiamento ludico o si accinge a colpire il maestro?
Quest’ultima interpretazione porta a studiare gli aspetti negativi del Papa: un avaro, un guru avido di ricchezza, un padre che commette abusi, un maestro ingiusto… Insomma anche il Papa, come tutti gli Arcani, ha il suo lato oscuro.

RedWitch 30-11-2006 16.17.23

1 Allegato/i
Gli Amanti (o Innamorato) sono caratterizzati dal n° VI.
E' la carta della scelta, il consultante, davanti ad un bivio deve prendere una decisione importante dalla quale potrebbe dipendere tutta la sua esistenza futura, questa scelta dovrà essere libera, compiuta senza pressioni esterne. Affinchè questa scelta venga compiuta, il consultante dovrà superare una prova. L'Innamorato, rappresenta l'Iniziato che al termine dell'apprendistato, deve superare l'esame finale.

Alcuni significati in accezione positiva: puo' significare una scelta determinante sul piano affettivo, come il progetto di un matrimonio, o un incontro importante, fecondità, prova superata.
In accezione negativa: dubbi, incertezze, gelosia nei confronti di partner o amici, separazione da una persona cara, fallimento di una prova

Shanti 04-01-2007 23.55.17

L’Arcano VI è probabilmente, insieme alla Torre, una delle carte più ambigue e male interpretate dei Tarocchi. Vediamo quattro personaggi con forma umana e volendo due entità, il sole e la terra. Il VI rappresenta nei Tarocchi il momento in cui si smette di immaginare che cosa ci può piacere per cominciare a fare quello che ci piace.
Questa carta così complessa è ricca di significati contradditori per la sua tonalità predominante che ha a che fare con il piacere, la vita emozionale.

Osservando l’interazione del terzetto si possono dare varie interpretazioni: un litigio, una negoziazione, una scelta o un un’unione.
I due personaggi di sinistra si guardano, quello di destra sembra guardare nel vuoto. Le mani sono in posizioni diverse e ci si fa un’idea della complessità dei rapporti in gioco, dell’ambiguità.

Il primo personaggio sulla sinistra della carta posa la mano sulla spalla del secondo, in un gesto di protezione o dominazione, come se volesse spingerlo o trattenerlo. Con la destra tocca l’orlo del vestito del giovane, tenendo l’indice teso come un desiderio di avvicinarsi al sesso oppure come il divieto di farlo.
Il giovane al centro stringe con la mano destra la cintura, identica alla donna di sinistra, che se si può considerare come un simbolo della volontà è un particolare che unisce i due personaggi.
Ma non è chiaro di chi sia la mano che tocca il ventre della donna di destra. Sembra che i due condividano lo stesso braccio, se è il giovane a toccare il ventre della ragazza tiene comunque lo sguardo rivolto a destra. Il significato è ben diverso se si pensa che sia il braccio di lei a segnalare e proteggere il proprio ventre mentre lui tiene la mano dietro la schiena.

La donna sulla destra ha un’acconciatura composta da 4 fiori con 5 petali ciascuno. Potrebbe rappresentare una bella coscienza, poetica ma solida, mentre il viola del centro dei fiori riassume la saggezza dell’amore ma anche la capacità di sacrificio.
La donna sulla sinistra porta una corona di foglie verdi (attiva, ha una striscia rossa) se fosse alloro si potrebbe pensare che abbia una mentalità trionfante o dominatrice.

Sui rapporti che legano i tre personaggi si può ipotizzare all’infinito: potrebbe essere un uomo che deve scegliere tra due donne, una giovane che chiede alla madre il permesso di sposarsi, una donna che scopre il marito con l’amante e via dicendo… Tutte quante comunque ci indicano che l’Innamorato è una carta di relazione che rappresenta l’inizio della vita sociale. E’ il primo Arcano in cui i personaggi compaiono allo stesso livello, è una carta di unione e disunione, di scelte sociali ed emozionali.
Il numero 6 dell’alfabeto ebraico viene associato alla lettere VAV, il “chiodo” che rappresenta l’unione. Unione rappresentata anche dalle macchie azzurre e rosse sul terreno, tra le gambe dei personaggi.
Su un piano simbolico potremmo dire che i tre personaggi rappresentano le tre istanze dell’essere umano, intelletto, centro emozionale e centro sessuale, che si uniscono per formarne uno solo.

La terra sotto i piedi dei personaggi è arata, a indicare che per arrivare al 6 occorre aver fatto prima un lavoro psicologico, culturale e spirituale per arrivare a scoprire ciò che a uno piace, ciò che uno vuole.

Le scarpe del personaggio centrale sono rosse come quelle del Matto e dell’Imperatore e si possono considerare come i tre gradi di uno stesso essere. Tra questo personaggio e la donna di destra, la terra si ferma e appare soltanto una macchia rossa. In loro si potrebbe vedere una rappresentazione dell’animus e dell’anima, i due aspetti maschile e femminile della stessa persona.

Il grande sole bianco che diffonde i suoi raggi sulla scena potrebbe rappresentare il grande Innamorato cosmico, la divinità come sorgente di amore universale e incondizionato. Il piccolo Eros con le fattezze di un bambino ne è il messaggio e ci suggerisce che tale amore si rinnova continuamente.

RedWitch 15-01-2007 11.59.03

1 Allegato/i
- Il Carro -

Questo Arcano è contrassegnato dal n°VII.
Il condottiero del Carro percorre il mondo trionfante. E' la realizzazione sul piano materiale. Egli punta diritto alla meta, senza distrazioni che possano distoglierlo dai suoi obiettivi.
In genere rappresenta una nuova fase della vita , il consultante, dopo tante prove, ha davanti un periodo di stabilità emotiva, con riuscita di eventuali progetti in atto.

Alcuni altri significati in accezione positiva: superamento di un periodo difficile,di incertezze,progresso, autocontrollo, progetti che vanno a buon fine, grazie alle proprie capacità e decisione.
In accezione negativa: possibili problemi sul lavoro, necessità di lottare molto per il raggiungimento di un obiettivo, inconcludenza, ambizioni sfrenate che potrebbero portare alla rovina.

Shanti 25-01-2007 01.27.52

Il Carro ha il numero VII, il più attivo tra i numeri dispari, e rappresenta l’azione per eccellenza su se stessi e sul mondo.
Nella carta si riconoscono tre livelli principali: due cavalli, un veicolo e il suo conducente, un principe dato che porta la corona, di cui si vede soltanto la metà superiore, al di sopra della cintura.
Il veicolo, di colore rosa carne, affonda nella terra, come se si muovesse con il pianeta: uno specchio della rotazione planetaria. Il suo carro potrebbe essere l’Orsa Maggiore.

I due cavalli sono rappresentati di colore azzurro, come il cane del Matto: ancora una volta l’animalità viene spiritualizzata. Il cavallo di destra con le ciglia lunghe e un occhio chiuso si può identificare come un elemento femminile, e l’altro cavallo come maschile. Le due energie complementari, maschio e femmina, realizzano qui l’unità. In apparenza le zampe vanno in direzioni opposte mentre il movimento della testa e dello sguardo è comune: la forza animale istintiva agisce qui in piena consapevolezza.

Sul carro rosa carne vi è un blasone giallo e arancione, al cui centro è incastonata una goccia verde a simboleggiare l’eternità. Secondo alcune leggende esiste solo una cellula in grado di sopravvivere alla morte fisica, il Carro conserva in questa goccia la nostra grande speranza di immortalità, la coscienza impersonale inserita nel cuore della materia.

Osservando la posizione del conducente si nota che il corpo, la testa e le braccia compongono una figura triangolare nel quadrato del carro: un triangolo nel quadrato: lo spirito nella materia. Il Carro ricorda dunque la ricerca alchemica: materializzazione dello spirito e spiritualizzazione della materia.

Nella mano sinistra il conducente stringe uno scettro color carne e può significare che domina la vita materiale, oppure che trae il proprio potere dell’incarnazione. Agisce senza sforzo. Inoltre non ha bisogno di redini per governare i cavalli.

Sopra il suo capo si contano 12 stelle a indicare che sta lavorando con la forza cosmica. La corona sembra adornare una testa mozzata, cioè aperta alle influenze della galassia, eppure sopra c’è un velo che sembra chiudere l’orizzonte del cielo. Sarà la Stella (Arcano XVII) a sollevare quel velo.

Le maschere sulle spalle del principe potrebbero rappresentare il passato e il futuro, oppure il positivo e il negativo, o ancora il tempo e lo spazio dei quali egli è il punto di incontro dell’unità. Agendo nel presente è aperto al passato e al futuro, all’allegria e alla tristezza, alla luce e all’ombra: è un personaggio completo che agisce su tre livelli contemporaneamente.
Nella mano destra nasconde una piccola sfera bianca o un uovo, già visto nel Matto.
Ai piedi del Carro crescono delle piante rosse, che danno un’idea dell’energia della carta.

RedWitch 08-02-2007 17.33.08

1 Allegato/i
- La Giustizia -

Arcano Maggiore, contrassegnato dal numero VIII, la Giustizia, rappresenta la verità, anche quando puo' sembrare spiacevole o difficile da accettare. Ragione, logica, disciplina interiore, onestà, equilibrio sono le sue caratteristiche. Puo' indicare la necessità di temporanee restrizioni necessarie, decisioni importanti da prendere senza rimandare.
In accezione positiva: consapevolezza di aver agito per il meglio, giustizia fatta, stabilità, tolleranza, imparzialità, disciplina fine di un periodo burrascoso. In accezione negativa: intolleranza, eccessi, inganni vicini, litigi.

Shanti 08-02-2007 22.52.13

La Giustizia, numero VIII, simboleggia la perfezione, è l’apice della serie dei numeri pari. Ricordiamo l’accumulo del 2, la stabilità del 4, la scoperta del piacere del 6: nell’8 non c’è nulla da togliere o aggiungere. L’8 nei numeri arabi è rappresentato da due cerchi sovrapposti: perfezione in cielo e sulla terra. Nella numerologia dei Tarocchi è il doppio di 4, un doppio quadrato: stabilità nel modo materiale e in quello spirituale.

Con la sua bilancia la Giustizia riequilibra la nostra vita, ma equilibrio e imperfezione non sono sinonimi di simmetria. I costruttori di cattedrali che usavano l’arte sacra, rifiutavano la simmetria ritenendola qualcosa di diabolico, e la carta delle Giustizia è strutturata asimmetricamente: la colonnina destra del trono è più alta di quella di sinistra e in cima si vede una piccola sfera giallo scuro che non compare nell’altro lato. La collana del personaggio sale di più verso destra, i piatti della bilancia non sono perfettamente allineati, la spada non è parallela alla colonnina del trono…

Osservando il movimento della bilancia si vedrà che è condizionato dal gomito di destra e dal ginocchio di sinistra della Giustizia. Questo si può interpretare in vari modi: un attributo negativo di ingiustizia, di falsa perfezione e di astuzia giustificato in certe letture, oppure si può pensare che con questo gesto la Giustizia ci inviti a non cedere al perfezionismo. La pretesa di perfezione è disumana, quelle che è perfetto è immobile e insuperabile, quindi la Giustizia ci invita a sostituire tale concetto di perfezione con quello dell’astuzia sacra che permette all’azione di essere dinamica e perfettibile.

La Giustizia è profondamente umana: i capelli rosa carne e il vestito che affonda nella terra la legano al piano terrestre. Ma la striscia bianca del copricapo rivela il contatto con la purezza divina; inoltre sulla corona vi è un cerchio giallo bordato di rosso, come un terzo occhio a indicare che opera in funzione di uno sguardo superiore. Questi punti indicano che la Giustizia possiede un punto d’incontro tra divino e umano.

La Giustizia, seduta sul trono, ha i due attributi di attività (la spada) e di ricettività (la bilancia), ed è la prima figura che guarda davanti a sé come se invitasse ad una introspezione, a un’immersione nel presente. Questo Arcano si allontana dalle rappresentazioni tradizionali della Giustizia con gli occhi chiusi: il suo sguardo incontra il nostro come uno specchio, come se volesse invitarci ad una presa di coscienza, per fare giustizia e noi stessi e regalarci quello che ci meritiamo.

Sotto il gomito c’è una macchia viola, colore simbolo della saggezza, dalla quale la Giustizia viene spinta. La luce azzurrina che si irradia dai piatti della bilancia indica che in essi si pesa la nostra spiritualità.

La lama della spada è anche azzurra, come a indicare che bisogna troncare il superfluo per separare ciò che è inutile.
Con la mano che sorregge la bilancia la Giustizia compie un atto sacro, un mudra in cui le quattro dita della mano, che rappresentano le 4 istanze dell’essere umano (pensieri, emozioni, desideri, necessità fisiche) si congiungono nel pollice: un messaggio di unità.

Sul vestito si contano nove triangoli eretti a forma di zampa di uccello, e sullo sfondo azzurro ricordano l’ermellino, simbolo di regalità, in questo caso di nobiltà dello spirito e dell’azione senza difetti.

Questo Arcano ci spinge a valutarci sinceramente: ci rendiamo giustizia? Siamo misericordiosi verso noi stessi e gli altri?

RedWitch 15-02-2007 12.44.52

1 Allegato/i
- L'Eremita -

L'Eremita è contrassegnato dal numero VIIII, e rappresenta il saggio, che procede da solo, lentamente e prudentemente verso il dominio della mente, senza il quale non è possibile procedere nella Ricerca. Indica che la mente deve essere addestrata, attraverso la concentrazione e la meditazione in solitudine. E' consapevole del proprio sapere, ma altrettanto consapevole di avere ancora moltissimo da imparare.
Alcuni significati al positivo:il suo movimento lento si riferisce al fatto che l'evoluzione è poco manifesta ma profonda. Simboleggia prudenza, discrezione, pazienza, moderazione e costanza. Indica generalmente che un periodo di stanchezza potrebbe portare una battuta di arresto temporanea, che andrà affrontata con l'isolamento e il silenzio, per poter riprendere l'opera iniziata. L'arcano inoltre consiglia di non abusare delle proprie forze.
Al negativo puo' rappresentare paure infondate, tristezza, egoismo. Se la lentezza diventa inerzia il processo evolutivo si ferma. Dove vi sia un eccesso di spiritualizzazione, avviene un distacco dalla materia innaturale, e un distacco dalla realtà .

Shanti 15-02-2007 20.35.29

Il numero VIIII dell’Eremita è il primo numero dispari divisibile per un altro oltre che a se stesso, quindi è ambivalente, insieme attivo e ricettivo (dispari e divisibile). Si conclude un primo ciclo decimale e con il X della Ruota della Fortuna ne inizia un altro, al quale l’Eremita si avvicina abbandonando l’VIII come se si allontanasse da uno stato di perfezione insuperabile, ed entra in crisi. Ricorda il feto che all’ottavo mese raggiunge il pieno sviluppo all’interno dell’utero: tutti gli organi sono formati e durante il nono mese si appresta a lasciare l’unico ambiente che ha conosciuto per entrare in un mondo nuovo.
Nei Vangeli si legge che Gesù venne crocifisso all’ora terza, iniziò l’agonia all’ora sesta e morì all’ora nona. Il numero 9 indica una fine ed un principio. L’Eremita conclude attivamente il suo antico mondo e diventa ricettivo verso un futuro che ancora non conosce e non domina. A differenza del Papa che sapeva dove andava egli rappresenta un passo verso l’ignoto impersonando sia la saggezza sia uno stato di crisi profonda.

La lanterna che tiene in mano potrebbe essere considerata come il simbolo della Conoscenza, la solleva illuminando il passato come saggio, un uomo pieno di esperienza. Questa luce potrebbe essere una conoscenza segreta riservata agli iniziati o al contrario una fonte di saggezza offerta ai discepoli che vanno alla sua ricerca. Con quella lanterna l’Eremita potrebbe illuminare il cammino oppure segnalare se stesso alla divinità, come se dicesse “Ho compiuto la mia missione, ora sono qui, guardatemi”. Nella carta è racchiusa l’ambivalenza tra attivo e ricettivo, e lo stesso vale quindi per la luce.

Gli strati di vestiti dell’Eremita suggeriscono il freddo, l’inverno caratteristiche saturnine che solitamente gli vengono attribuite e rimandano anche a una certa freddezza della saggezza, alla solitudine dell’iniziato. Le numerose linee che ombreggiano i suoi abiti possono venire interpretate come un segno della sua grande esperienza.

La schiena curva contiene tutta la memoria del passato. Due lune arancioni, una dietro la nuca e l’altra sul rovescio del mantello indicano che l’Eremita ha accresciuto dentro di sé le doti ricettive. Nelle pieghe della mano che regge la lanterna si notano i fianchi e un pube di donna in miniatura che potrebbero indicare la sua femminilità o il fatto che persistano in lui alcuni desideri carnali.

Sulla fronte tre righe indicano la sua attività mentale. Lo sguardo si perde in lontananza, mentre i capelli e la barba azzurri lo rendono simile all’Imperatore che qui avrebbe abbandonato il trono, cioè l’attaccamento alla materia.

Il guanto azzurro simile a quello del Papa conferisce alle sue decisioni e azioni una profonda spiritualità. Nel bastone e nel cappuccio sono invertiti il rosso e il giallo di quelli del Matto e lo rendono simile a lui, ma qui il bastone sembra che sia percorso da un fremito come se la missione fosse stata compiuta, come dimostra la terra arata

Il mantello blu è il segno della sua umiltà, della coscienza lunare e ricettiva. La parte interna rosa carne rievoca tutta l’esperienza di un essere che ha imparato la lezione dalla strada che ha percorso. Ma sotto, al centro, lo avvolge il colore verde, che nella tradizione sufi e cabalistica è il colore dell’eternità. L’Eremita con la H iniziale (l’Hermite), che lo rende simile a Hermete l’alchimista ha forse scoperto l’elisir di lunga vita, ha sfiorato l’eternità.

Povero e ricco allo stesso tempo, avendo conosciuto la morte e la rinascita, sembra fare un appello a quella parte di noi che può essere eterna, incitandoci a vivere la crisi con coraggio, a camminare seppur verso una direzione sconosciuta.

RedWitch 07-03-2007 16.49.27

1 Allegato/i
- La Ruota della Fortuna -

Arcano maggiore contrassegnato dal n° X, rappresenta la ciclicità dei ritmi Universali, l'alternanza tra giorno e notte, le stagioni, i cicli lunari, maschile e femminile, ascesa e caduta.La Ruota è il simbolo del divenire, del movimento, in contrapposizione alla fissità della sua base. Al positivo: esperienze positive inattese, novità in arrivo, soluzione rapida per ogni crisi in atto , a condizione di saper cogliere il momento giusto, sblocco di una situazione stagnante, cambiamento positivo. La fortuna pero' va sempre guadagnata con il sacrificio.Gli sforzi saranno ricompensati se il consultante riuscirà a mantenersi al di sopra delle parti, in equilibrio con l'esterno. Mostra anche un buon uso delle proprie energie, e un buon dominio di sè. Equilibrio psico-fisico.
Al negativo: Influenze esterne impreviste alle quali non è possibile sottrarsi, l'Arcano in questo caso invita a non dimenticare che chi sale troppo in fretta, altrettanto in fretta cadrà. Da evitare i rischi inutili, ma procedendo con criterio. Indica anche scelte difficili da compiere in famiglia, e un'eccessiva resistenza al cambiamento.

Ray 07-03-2007 20.25.03

Su questo arcano mi piacerebbe fare una precisazione. Come molti sanno esiste un'interpretazione alchemica dei Tarocchi. Ciò deriva direttamente dal fatto che tutte le Scienze Tradizionali sono collegabili tra loro, essendo alla fin fine diversi modi di dire la stessa cosa.
Oswal Wirth, nel suo forse eccessivamente noto testo sui Tarocchi fornisce degli spunti per interpretarli in chiave alchemica. Tuttavia, come fa notare credo correttamente Albert Poisson (molto meno noto) su questo specifico arcano l'interpretazione che da rischia di risultare viziata da un'incomprensione di fondo.
Egli collega giustamente i tre personaggi presenti (uomo-cane, diavolo e sfinge) ai tre principi alchemici (sale, zolfo e mercurio) tuttavia nello specificare fa corrispondere la sfinge allo zolfo e il diavolo al sale (con conseguente uomo-cane al mercurio)... suppongo basandosi sul fatto che il sale corrisponderebbe alla materia e quindi la parte più "diabolica" della manifestazione (dico suppongo perchè non ricordo bene i motivi, non ho cercato dato che non è questo il punto ma sono certo che da questa corrispondenza).

Orbene a mio modo di vedere questo è un momento, seppur raro, in cui il Wirth prende un abbaglio. La sfinge è ferma ed è in equilibrio, mentre il diavolo scende e l'uomo-cane sale. Essendo il sale la risultante in equilibrio della mescolanza tra zolfo e mercurio, esso va dunque visto nella sfinge. Ne segue l'uomo-cane che sale è il mercurio e il diavolo che scende in questo caso è lo zolfo.
Come abbiamo visto nel tread alchimia il sale rappresenta si la condizione di partenza, ma rappresenta anche tutti gli stadi intermedi dell'Opera, nei quali zolfo e mercurio assumono via via equilibri diversi, sempre più affini alla Pietra.
Sappiamo anche che, "energeticamente" è il mercurio quello che sale e infatti qui abbiamo l'uomo-cane ovvero le forze "animali" che salgono per venire "spiritualizzate".

Da questo punto di vista la ruota tutta,o meglio un giro della stessa, rappresenta quell'insieme di salita-discesa sul quale gli alchimisti spesso tacquero, almeno quelli occidentali, dato che invece dall'alchimia cinese arguiamo che questo giro di ruota viene descritto come "grande circolazione".

Mi fermo qui, magari specificheremo meglio se è il caso, eventualmente si potrebbe discutere sulle interpretazioni alchemiche degli altri arcani...

Shanti 08-03-2007 00.03.52

La Ruota di Fortuna, con il numero X chiude la prima serie decimale degli Arcani maggiori. La forma circolare e la manovella indicano la fine di un ciclo e l’attesa della forza che metterà in moto quello successivo. Più di qualunque altro Arcano la Ruota di Fortuna è orientata verso la chiusura con il passato e l’attesa del futuro. Per questo nel corso di una lettura sarà da vedere quale posto occuperà questa carta, per poter vedere se si tratta di un aspetto della vita che sta giungendo a conclusione o se è già l’inizio di una nuova epoca. Se per esempio si decide di analizzare questo Arcano come un fallimento si scopre che esso non rappresenta la fine di tutto ma un cambiamento di rotta.

A prima vista questo Arcano può dare un’idea di inerzia, di quiete che però viene contraddetta dal movimento delle onde di colore azzurro. Il messaggio potrebbe essere che la realtà è in continuo mutamento come le onde del mare, anche se apparentemente ferma. Tutto è condannato a svanire e un unico elemento può aspirare all’eternità: il centro della ruota, il punto in cui si incastra la manovella collocata al centro esatto del rettangolo formato dalla carta. Tutto ruota intorno a questo simbolo. Mentre gli elementi esterni (i tre animali) che influiscono sulla ruota arrivano all’inerzia con le loro manovre, il centro è il punto di partenza per il cambiamento.

Si può osservare che la ruota è doppia: un cerchio rosso e uno giallo che rappresentano la doppia natura animale e mentale dell’uomo. La mente umana sarà sempre autrice e testimone di tutte le sue azioni, eppure una volta uniti nella divinità, essi saranno la stessa cosa. L’obiettivo dell’uomo, come suggerisce la Ruota di Fortuna, è raggiungere tale unità tramite il dualismo.

Osservando i tre animali si nota che uno tende a scendere, l’altro a salire e il terzo a rimanere immobile. L’animale di colore rosa carne, vestito solo nella parte inferiore del corpo, scendo verso l’incarnazione. Nel colore di questo elemento, e nel fatto che le sue parti sessuali siano coperte, si vede un simbolo orientato verso la materia.

L’animale giallo è vestito dalla cintola in su, con una fascia intorno alle orecchie che sembra nasconderle o evidenziarle. Vi si può vedere l’intelletto che aspira ad ascendere, con la sua tendenza a ruotare attorno a se stesso e difficoltà di ascoltare.

L’animale azzurro, con l’aria da sfinge e il manto rosso che ricorda un cuore, ha una spada lunga esattamente come quella del Mago. Raffigura la via emozionale che si presenta sia come un enigma sia come la via verso la saggezza.
Inoltre questo animale ha due macchie violacee, colore che simboleggia la sapienza.

Il cuore viene visto quindi come un elemento che può unire o immobilizzare le altre istanze, la vita spirituale e quella animale. A volte è un enigma emozionale, un problema affettivo non risolto che blocca l’azione vitale del consultante.

Le cinque punte della corona della sfinge ricordano la quintessenza dell’essere.

Il suolo azzurro e mobile sembra richiamare gli animali alla profondità: calandoci nel più profondo di noi stessi, nell’accettazione del nostro inconscio, possiamo incontrare il nostro Dio interiore e riemergere come essere illuminati. In questo senso il centro della ruota rappresenta al tempo stesso un punto d’arresto, il nucleo del problema e del possibile movimento e il richiamo a risvegliarsi di fronte al tesoro interiore.
Ancora una volta l’animale azzurro rappresentando il cuore, sembra essere colui attraverso il quale può arrivare la coscienza. Sulla fronte ha un ovale color indaco che somiglia al chakra del terzo occhio, ajna, la lucidità mentale. Questa lucidità ha il potere di unire lo sforzo materiale discendente con lo sforzo intellettuale ascendente.

Le zampe degli animali, agganciate alla ruota, sembrano trattenerla e impedirne il movimento, ma si potrebbe anche pensare che tutti e tre la sorreggano per impedirle di affondare. L’attività materiale, emozionale e intellettuale sostiene il ciclo vitale. Quest’ultimo per generare un nuovo ciclo ha bisogno di una quarta energia, rappresentata da la Forza (Arcano XI) che aziona la manovella: l’energia sessuale creatrice.
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Citazione:

Originalmente inviato da Ray
Mi fermo qui, magari specificheremo meglio se è il caso, eventualmente si potrebbe discutere sulle interpretazioni alchemiche degli altri arcani...

In effetti le interpretazioni alchemiche mancano e sono interessanti alla luce di quella che hai scritto sopra.

RedWitch 15-04-2007 12.07.29

1 Allegato/i
-La Forza-

Arcano Maggiore, contrassegnato dal n° XI, ci indica, che non ha senso soffocare la forza animale che è in noi, ma che bisogna lavorare per riuscire ad incanalarla e ad utilizzarne il grosso potenziale; la materia grezza, non va distrutta, ma trasformata, per poter essere utilizzata, e divenire quindi uno strumento di evoluzione.
Sono l'intelletto e la conoscenza che dominano sugli istinti. I piedi ben piantati per terra, ci indicano che è importante affermare la propria volontà, che deve quindi essere ben costruita, in grado di controllare gli eventi che apparentemente capitano per "caso", ci ricorda, che con la determinazione, si puo' superare qualunque ostacolo ci si pari davanti. Questo Arcano in accezione positiva, ci dice quindi che è necessario lottare metodicamente con tutte le energie che si hanno a disposizione, contro gli ostacoli che inevitabilmente arriveranno.
Altri significati in accezione positiva: resistenza alla fatica, controllo su di sè, energia, difficoltà superate , generosità, capacità di discernimento, accettazione di tutti gli aspetti di sè senza repressione, capacità di trasformazione di essi.
In accezione negativa: eccessi di violenza, rapporti possessivi, rabbia, abuso di fiducia o di potere, scarsa conoscenza di sè.

Shanti 17-04-2007 21.51.48

La Forza con il numero XI è la prima carta della seconda serie decimale, la carta che apre la strada alle energie inconsce. E’ l’unica in cui il nome appare a sinistra del cartiglio, mentre a destra sono allineati venti trattini: il numero XX corrisponde al Giudizio, che conclude questo ciclo decimale. Come nel primo ciclo anche qui vediamo che la prima e la decima carta sono connesse: la Forza è in potenza tutto quello che il Giudizio realizza.
Il Mago, suo omologo nella prima serie, lavorava dalla cintola in su esercitando la propria intelligenza sul tavolo: la Forza lavora dalla cintola in giù, facendo sì che gli insegnamenti delle profondità entrino in comunicazione con le istanze spirituali del suo essere.
Sono diversi gli elementi che collegano il Mago alla Forza: il grande cappello a forma di otto o infinito è anche ricettivo ma si apre verso l’alto e sembra alato, ha un motivo che ricorda il piumaggio delle aquile presenti negli Arcani II, IIII e XXI: l’intelligenza della Forza è pronta a spiccare il volo verso il cosmo.

E’ visibile un piede con sei dita: sei sono anche le punte rosse del copricapo, i denti neri della bestia e anche come le dita della mano del Mago. Nel piede vi si può leggere il segno di una forza eccezionale che le consente di appoggiarsi solidamente alla terra. L’unghia dell’alluce e quella del pollice sono colorate di rosso: se l’unghia nel corpo umano simboleggia l’eternità, in quanto continua a crescere anche dopo la morte si può dire che l’eccezionale vitalità della Forza si manifesta nel colore rosso delle sue unghie.

La Forza è cosciente dalla testa ai piedi, possiamo dire che è un punto di unione tra l’alto e il basso, tra l’energia spirituale e l’energia istintiva. Intorno non si vede alcun paesaggio, si vede soltanto il suolo su cui essa appoggia, giallo e arato, quindi su di un terreno dove è stato portato a termine un lavoro di presa di coscienza.

L’azione della Forza si concentra nel rapporto con l’animale: nella sua criniera lntelligenza, gialla o dorata, si incarna nella parte di colore rosa carne. La mente si incarna nell’animalità, che a sua volta si rende disponibile alla comunicazione con la mente.
La Forza lavora con le mani nude, con le manifestazioni dell’inconscio e della propria sessualità: la testa della belva è all’altezza del pube.
Il movimento delle mani rispetto alle fauci dà il via a diverse interpretazioni: la mano che è posata sul muso non sembra trattenerlo ma neanche forzarlo. Gli otto puntini sul muso indicano che l’energia animale non può essere modificata, è perfetta così com’è. Ma dalla sua sintonia con la mente possono dipendere tanto la creatività e l’illuminazione, quanto i blocchi o le repressioni. La Forza ci insegna che nel rapporto con l’animalità vengono messe in gioco problematiche determinanti e questa parte di noi stessi non può essere trascurata. E’ anche la ragione per cui i sei denti della bestia si ripetono nelle sei punte rosse del cappello. La mente ascolta la voce dell’animale ed esso ascolta l’influenza mentale: questa è l’ideale della Forza, una dinamica in cui le mani danzano con il muso della bestia in una comunicazione a forma di otto, di infinito, in perfetto equilibrio.

Viceversa se si interpreta questo movimento come un conflitto vi si possono leggere le difficoltà: il rosso del pollice e della lingua diventa il sangue di un combattimento, l’energia sessuale viene repressa e allora a sua volta l’animalità mutila la psiche, e allora quel segno sul collo della donna si vedrà come segno di decapitazione. Inoltre i lacci del corsetto sembrano chiudere un cuore, risultato questo di una repressione.
Eppure questi elementi si possono interpretare anche positivamente: la trama sul petto è formata dall’incrocio di quattro tratti materiali, natura animale, con cinque tratti spirituali a simbolo dell’essere essenziale. Queste nove linee e il colore giallo rimandano al nono grado di questa serie decimale, il Sole, dove due gemelli (uno spirituale e uno animale) portano a termine insieme una nuova costruzione. La linea sul collo della donna allora avrebbe un altro significato.

RedWitch 03-05-2007 15.22.29

1 Allegato/i
-L' Appeso o Impiccato-

L' Arcano è contrassegnato dal n° XII, e ci indica che il segreto per arrivare all'essenza delle cose è il loro capovolgimento. L'abbandono degli schemi mentali comuni e l'esperienza della solitudine potrebbero essere determinanti per una profonda conoscenza di sè e conseguente trasformazione. La sua trasformazione è lenta, ed interiore , e l'invito è quello di rileggere il proprio passato con una nuova comprensione delle cose. Indica che c'è un cambiamento in corso. L'inversione delle prospettive e dei valori, fanno sì che il consultante possa sperimentare una nuova visione delle cose meno rigida e conforme a schemi predefiniti. Suggerisce inoltre che tutto dovrebbe essere fatto senza aspettative di ricompense , in maniera del tutto disinteressata.
Significati in accezione positiva: accettazione, dedizione ad una causa , perdono ottenuto, mutamento radicale, periodo di riposo o rinuncia o attesa necessaria, progetto a cui lavorare. In accezione negativa: autocommiserazione, noia, illusioni, occasioni che si lasciano sfuggire , eccessiva fatica, ostacoli al cambiamento.

griselda 04-05-2007 12.23.28

Inizialmente avevo letto che il tarocco (la Via del Re) come detto sopra fosse di orgine egizia il libro di Thot fosse stato creato da Ermete Trimegisto quindi pensavo che successivamente vi fossero state scopiazzature varie da chi li aveva visti o sentiti descrivere, poi col tempo mi resi conto che altri ne avevano disegnati di loro ( anche chi non ne capisce niente) con significati personali mutando sopratutto i colori e qualche particolare facendo diventare soggettivo qualcosa che in origine dovrebbe essere oggettivo?
Alcuni appartenenti a Ordini diversi hanno creato dei loro Tarocchi Whirth, Rider Waite,Crowley ad esempio se questi tarocchi sono la via della conoscenza come possono differire così? Porei supporre che essendo due le vie la differenza potrebbe risiedere in questo ma poi lessi anche che propro dall'impiccato con un percorso a ritroso si accedeva alla via opposta a questo punto ho smesso di interessarmi ai Tarocchi, però siccome questa discussione è molto interessante mi è tornato alla mente tutto ciò. fiori.gif

Shanti 05-05-2007 00.33.26

Citazione:

Originalmente inviato da griselda
Inizialmente avevo letto che il tarocco (la Via del Re) come detto sopra fosse di orgine egizia il libro di Thot fosse stato creato da Ermete Trimegisto

Alla fine non è certa l’origine dei Tarocchi, molte persone ci hanno messo del loro, interpretando secondo la propria fantasia, compreso quello che aveva dichiarato provenissero dal libro di Toth, tra l’altro pubblicando una pessima copia dei Tarocchi di Marsiglia ed eliminando tantissimi dettagli (e aggiungendone anche). Per questo credo che alla fine, un po’ come è successo con l’Astrologia, più che una via della conoscenza siano diventati quasi solo un mezzo per predire il futuro.
Citazione:

Originalmente inviato da griselda
Porei supporre che essendo due le vie la differenza potrebbe risiedere in questo ma poi lessi anche che propro dall'impiccato con un percorso a ritroso si accedeva alla via opposta a questo punto ho smesso di interessarmi ai Tarocchi, però siccome questa discussione è molto interessante mi è tornato alla mente tutto ciò.

Qui non ho capito Gris: l’impiccato sarebbe l’Appeso? quali sarebbero le due vie?

Shanti 05-05-2007 00.38.50

L'Appeso
 
SOSTA, MEDITAZIONE, DONO DI SE STESSI

L’Appeso, Arcano XII, corrisponde al secondo grado nella seconda serie decimale, equivalente alla Papessa nella prima serie. Come la Papessa indica uno stato di accumulo, di sosta o di reclusione e come lei si è allontanato dal mondo degli umani, a cui resta unito solo dalla corda che lo lega a una traversa color carne.
A partire dall’Arcano XI tutti i numeri compiono una discesa verso la fonte, verso gli abissi dell’inconscio. L’Appeso obbedisce a questa attrazione e per la sua natura cumulativa (grado 2), esprime una sosta, appeso a testa in giù con i capelli che sembrano voler mettere le radici.

Se la Papessa sta covando, l’Appeso viene covato: entra in gestazione per far nascere il nuovo essere (riecco il simbolismo dell’uovo dell’Arcano II). Sospeso tra il Cielo e la Terra attende di nascere. Come l’Imperatore ha una gamba dritta e l’altra piegata, ma mentre quelle danno l’impressione che l’Imperatore sia pronto ad entrare in azione, nell’Appeso sono piegate in modo che sembra farlo restare meglio immobile. Allo stesso modo le mani sono incrociate dietro la schiena: non fa, non sceglie.

Ai due lati dell’Appeso vi sono dei rami tagliati, sacrificati. Occorre una sosta per la nascita materiale o spirituale che si prepara. Questa sosta può dipendere da una malattia o da una pausa di riflessione. Sul piano spirituale l’Appeso offre in sacrificio al lavoro interiore le inquietudini del proprio ego. In questo senso la sua caduta è un’ascesi.

Con il capovolgimento del corpo fisico si ha un capovolgimento anche dello sguardo e della prospettiva: la razionalità smette di governare il comportamento, e la mente diviene ricettiva (il giallo dei capelli) alla saggezza interiore profonda. Il punto di vista sulla vita cambia, ci si distacca da una visione illusoria del mondo ereditata dall’infanzia per entrare nella verità personale, essenziale.

La posizione dell’Appeso ricorda quella del feto a testa in giù e in una lettura i due alberi ai lati possono venire interpretati come due rami o linee genealogiche, materni e paterni, ai quali la situazione nevrotica e gli abusi ci tengono appesi, sacrificati e impotenti, nascondendo dietro la schiena (come l’Appeso nelle sue mani invisibili) segreti di cui ci vergognamo. Questa carta può esprimere a volte il senso di colpa, delitti immaginari che trovano il loro simbolo nelle dodici ferite sanguinanti degli alberi, e il castigo che ci si infligge da soli, oppure il sacrificio a cui ci si condanna..

L’Appeso può anche rievoca la figura del Cristo e i dodici rami tagliati sarebbero quindi i dodici apostoli, che a volte sono stati identificati come le devianze dell’ego intorno a Lui che rappresenta l’io universale e androgino. I segni dell’androginia sono molti: le tasche dell’Appeso sono a forma di mezza luna ma una è attiva e l’altra ricettiva, la corda che lo lega da una parte termina con un simbolo fallico, e dall’altra con una forma che ricorda il simbolo della femminilità. D’altronde il nodo della corda che stringe i talloni presenta un triangolo iscritto in un cerchio, per indicare che è collegato allo spirito, l’androginia spirituale. Lo è dalla testa ai piedi: tra le ciocche dei capelli si scoprono un simbolo solare rotondo e una piccola luna.

Sapendo che i Tarocchi sono impregnati delle tre grandi religioni monoteiste, si può anche vedere nei dieci bottoni dell’Appeso un riferimento alla tradizione cabalistica e alle dieci sephirot dell’Albero della Vita. Il primo bottone del colletto ha un punto, origine di ogni creazione. Nei quattro bottoni successivi si ha un’alternanza di un elemento ricettivo e uno attivo. Il sesto bottone, che corrisponderebbe alla sephira Tiferet, ha la forma di un sole a otto raggi. Poi di nuovo un elemento ricettivo e uno attivo seguiti da un nono bottone che presenta una luna e da un decimo in cui vi è un quadrato, simbolo della Terra.
L’Appeso diventa la discesa lungo la quale si scivola verso l’alto.

griselda 05-05-2007 10.21.20

Citazione:

Originalmente inviato da Shanti (Messaggio 33519)
Alla fine non è certa l’origine dei Tarocchi, molte persone ci hanno messo del loro, interpretando secondo la propria fantasia, compreso quello che aveva dichiarato provenissero dal libro di Toth, tra l’altro pubblicando una pessima copia dei Tarocchi di Marsiglia ed eliminando tantissimi dettagli (e aggiungendone anche). Per questo credo che alla fine, un po’ come è successo con l’Astrologia, più che una via della conoscenza siano diventati quasi solo un mezzo per predire il futuro.

Qui non ho capito Gris: l’impiccato sarebbe l’Appeso? quali sarebbero le due vie?

Si si l'appeso o impiccato come dal post di Red.
due vie la prima in senso orario la Via Solare mentre nell'altro senso la Via lunare.

RedWitch 05-05-2007 12.10.11

Citazione:

Originalmente inviato da Shanti (Messaggio 33519)
Alla fine non è certa l’origine dei Tarocchi, molte persone ci hanno messo del loro, interpretando secondo la propria fantasia, compreso quello che aveva dichiarato provenissero dal libro di Toth, tra l’altro pubblicando una pessima copia dei Tarocchi di Marsiglia ed eliminando tantissimi dettagli (e aggiungendone anche). Per questo credo che alla fine, un po’ come è successo con l’Astrologia, più che una via della conoscenza siano diventati quasi solo un mezzo per predire il futuro.

In effetti se prendi 10 mazzi di Tarocchi in nessuno i colori per esempio saranno proprio identici, eppure ogni autore presta molta attenzione ad essi..
Usandoli per predire il futuro, intendi che in questo modo si unificano i significati di ogni Arcano? Mi spiego, al di là dei colori o dei particolari, i significati "positivi" o "negativi" dovrebbero essere sempre gli stessi?
Sicuramente hanno perso molto del loro significato originario, anni fa, mi divertivo (manata.gif) a giocare con i Tarocchi, mentre da quando mi ci sono un po' riavvicinata, in ogni Arcano ho visto si possono trovare significati che possono aiutare la conoscenza di sè stessi.. e che il consultino tanto per fare proprio non mi interessa più.. credo che per mancanza di conoscenza molto spesso si giochi con qualcosa di molto più grande di noi.. fiori.gif

Shanti 05-05-2007 15.01.43

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch
Usandoli per predire il futuro, intendi che in questo modo si unificano i significati di ogni Arcano? Mi spiego, al di là dei colori o dei particolari, i significati "positivi" o "negativi" dovrebbero essere sempre gli stessi?

Il punto è che cambiando i colori o anche i particolari il significato cambia: tanto per farti un esempio prendiamo il primo Arcano, quello senza numero, Le Mat. Proprio quell'autore che ha dichiarato che i Tarocchi provenissero dal libro di Toth ha attribuito a Le Mat il numero 0 chiamandolo Il Matto, e dandogli in questo modo una significato negativo.
Un altro esempio lampante è l'Arcano XIII, che sarà il prossimo che vedremo, e che nei Tarocchi di Marsiglia è l'unico senza nome. Lo stesso autore ha battezzato questo Arcano "La Morte" ed è così che l'interpretazione di questa carta è stata dalla tradizione profondamente condizionata. Immagina il terrore del consultante vedendo questa carta di prima acchito, che ci vede? Malattia, mutilazione o morte...
Anche altri Arcani sono stati modificati, ma da quel momento in poi per gli autori, prendendo le spiegazioni egizie come unica verità è stato un delirio crescente.
Nessuno sa la vera origine dei Tarocchi, e alla fine nemmeno quella della parola stessa è certa...

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch
credo che per mancanza di conoscenza molto spesso si giochi con qualcosa di molto più grande di noi..

Nel caso dei Tarocchi credo che il rischio sia di farsi condizionare da quello che magari erroneamente si crede di vedere, al punto di ottenere esattamente quello che si teme possa accadere.

RedWitch 11-05-2007 09.53.41

Citazione:

Originalmente inviato da Shanti
Per questo credo che alla fine, un po’ come è successo con l’Astrologia, più che una via della conoscenza siano diventati quasi solo un mezzo per predire il futuro.

Mi riferivo a questo Sha quando ti ho fatto la domanda sopra, nel senso, che proprio perchè i significati variano, per l'interpretazione "generale", i consulti per intenderci, si prendono dei significati più o meno convenzionali, per prendere l'esempio che hai scritto sulla Morte, se senti in giro (maghi o pseudotali) ti diranno che significa "cambiamento" e se chiedi "si ma che tipo di cambiamento?" ti diranno "ehhh dipende dall'ambito in cui il consultante chiede, e dagli abbinamenti delle carte vicine"...
Che alla fine non significa niente. Pero li continuano ad usare per predire il futuro. manata.gif

Citazione:

Originalmente inviato da Shanti
Nel caso dei Tarocchi credo che il rischio sia di farsi condizionare da quello che magari erroneamente si crede di vedere, al punto di ottenere esattamente quello che si teme possa accadere.

Questo credo proprio che accada sì...
Vi racconto una cosa... quando anni fa, facevo consultini, capitai su un sito (lasciamo perdere quale icon_mrgr:).. non sapevo praticamente niente sui Tarocchi , se non appunto quei significati convenzionali che dicevo sopra... al di là del fatto che se apri un thread dicendo che offri consulti vieni assalito dalle richieste (sarebbe interessante capire perchè in linea di massima vorremmo conoscere il futuro, quando non viviamo nemmeno nel presente :U), poi.. le domande vertevano per lo più sull'amore (sulla salute mi rifiutavo di farli).. bene.. per un meccanismo perverso della mia mente, non dicevo mai alle persone se usciva qualcosa di "negativo", anche se usciva la giravo in modo che non lo sembrasse tipo: "al momento non ci sono cambiamenti, magari rivediamo tra un po' di mesi ".. cose così..
Bene.. alla fine di questi consulti, ero stremata, come se avessi fatto una corsa da centometrista. Mi sono fatta l'idea di aver giocato con energie che non conosco mi stancavo davvero tantissimo come se trattenessi in me le cose negative che non dicevo (possibile che sia una mia costruzione mentale ma..) ... infatti alla fine, smisi del tutto, per anni non ne ho più voluto sapere di Tarocchi, finchè non abbiamo cominciato questo thread.. Ecco perchè dicevo che si dovrebbe stare attenti a come si usano... la mancanza di conoscenza puo' fare un sacco di danni con queste cose secondo me..

griselda 11-05-2007 10.53.32

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 33710)
Bene.. alla fine di questi consulti, ero stremata, come se avessi fatto una corsa da centometrista. Mi sono fatta l'idea di aver giocato con energie che non conosco mi stancavo davvero tantissimo come se trattenessi in me le cose negative che non dicevo (possibile che sia una mia costruzione mentale ma..) ... infatti alla fine, smisi del tutto, per anni non ne ho più voluto sapere di Tarocchi, finchè non abbiamo cominciato questo thread.. Ecco perchè dicevo che si dovrebbe stare attenti a come si usano... la mancanza di conoscenza puo' fare un sacco di danni con queste cose secondo me..

Questa cosa di "sentirsi male" con i Tarocchi l'ho già sentita da un amico, disse che dipendeva dal tipo di Tarocchi. Magari è una taroccata icon_mrgr: nonso.gif

Shanti 11-05-2007 21.42.02

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch
Bene.. alla fine di questi consulti, ero stremata, come se avessi fatto una corsa da centometrista. Mi sono fatta l'idea di aver giocato con energie che non conosco mi stancavo davvero tantissimo come se trattenessi in me le cose negative che non dicevo (possibile che sia una mia costruzione mentale ma..) ... infatti alla fine, smisi del tutto, per anni non ne ho più voluto sapere di Tarocchi, finchè non abbiamo cominciato questo thread.. Ecco perchè dicevo che si dovrebbe stare attenti a come si usano... la mancanza di conoscenza puo' fare un sacco di danni con queste cose secondo me..

Chi lo sa, il fatto che stessi male poteva anche essere che da una parte ti sentivi responsabile per queste persone che si aspettavano da te qualcosa, anche solo il pensiero magari inconscio che per una tua frase avrebbero potuto prendere una decisione o cambiare qualcosa... Per il resto la penso come te fiori.gif

Sole 11-05-2007 23.59.36

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 33491)
Inizialmente avevo letto che il tarocco (la Via del Re) come detto sopra fosse di orgine egizia il libro di Thot fosse stato creato da Ermete Trimegisto quindi pensavo che successivamente vi fossero state scopiazzature varie da chi li aveva visti o sentiti descrivere, poi col tempo mi resi conto che altri ne avevano disegnati di loro ( anche chi non ne capisce niente) con significati personali mutando sopratutto i colori e qualche particolare facendo diventare soggettivo qualcosa che in origine dovrebbe essere oggettivo?

Purtroppo han perso molto della loro purezza iniziale è vero ma se vedi le lame come tavole di un libro muto ci ritrovi nella loro estrema sintesi il mutus liber come lo splendor solis, per citare i più famosi (non ne conosco altri icon_mrgr:) Non puoi aver certezza dei libri muti in generale vanno "letti". Il fatto è che ci si può solo "meditare" sopra, quanto a comprenderli bisognerebbe riconoscersi dentro .

RedWitch 12-05-2007 19.03.53

1 Allegato/i
- La Morte -

Arcano contrassegnato dal n° XIII e, come ci anticipava Sha l'unico in cui non compare il nome sulla carta. Rappresenta la Morte necessaria per passare dallo stato profano ad una nuova condizione di Sacralità, il passaggio Iniziatico, la prova trasformatrice. Rappresenta una trasformazione necessaria, abbandono di schemi e abitudini. E' l'Arcano della trasformazione profonda e del movimento, e questo potrebbe comportare sofferenza. Il crollo di tutte le illusioni, il dover chiudere situazioni passate o troncare quei legami che ormai non sono altro hce rami secchi di cui liberarsi.
Alcuni significati in accezione positiva: inizio di una nuova vita, trasformazionr radicale, utile lezione tratta da una sconfitta, rinnovamento, temporanea solitudine da affrontare.
In negativo: grande dolore, fallimento di un progetto, verità difficile da accettare, grossi ostacoli, violenza.

Shanti 12-05-2007 21.37.45

Arcano XIII
 
TRASFORMAZIONE PROFONDA, RIVOLUZIONE

La tradizione attribuisce, in modo superficiale ed erroneamente, a questo Arcano il significato, e a volte anche il nome, di “La Morte”. Il peso di questa inesattezza ha condizionato profondamente anche l’interpretazione dell’Arcano XIII.
La figura centrale è uno scheletro con una falce che, nella tradizione popolare, rappresenta la morte ma vi sono numerosi elementi che contribuiscono a scartare questa interpretazione un po’ semplicistica. In fondo l’Arcano XIII non ha nome.

Dopo il lavoro di svuotamento e approfondimento svolto dall’Appeso, questa carta invita a fare piazza pulita del passato, nell’ombra di quel terreno nero e ignoto da cui emerge, come dall’utero, la nostra umanità.
Inoltre se questa carta rappresentasse la fine probabilmente avrebbe il numero 22, non il XIII. Il fatto che sia collocata al centro dei Tarocchi ci spinge a considerarla come un lavoro di pulizia, una rivoluzione necessaria per il rinnovamento e la salita che condurranno gradualmente alla totale realizzazione de Il Mondo.
D’altronde questa carta numerata e senza nome risponde come un’eco a Le Mat che ha il nome ma non il numero, e la somiglianza nell’atteggiamento è evidente: lo scheletro dell’Arcano XIII sembra quasi quello de Le Mat visto ai raggi X. Si può dedurre che i due Arcani rappresentano due aspetti della stessa energia fondamentale, ma se Le Mat è innanzitutto un movimento, una liberazione, l’Arcano XIII rievoca un lungo lavoro di pulizia e purificazione.

Un altro segno ci fa prendere le distanze da un’interpretazione semplicistica: lo scheletro è di colore rosa carne, il colore per eccellenza della vita organica. Si tratta dello scheletro che abbiamo dentro di noi, l’essenza viva e la struttura di ogni movimento, non lo scheletro che ci lasciamo dietro quando ce ne andiamo da questa vita.

Un’osso bianco per terra suggerisce l’ossatura disseccata (l’origine del temine scheletro è una parola greca che significa “secco”), ma anche quell’osso morto si evolve come dimostrano i sette fori come se fosse un flauto, uno strumento che attende un soffio per produrre musica: quel soffio potrebbe essere divino.

Il personaggio dell’Arcano XIII con la sua falce vitale e spirituale (rossa e azzurra) sta lavorando sulla propria natura profonda. Impugna la falce per il manico giallo, colore dell’intelligenza: il lavoro è stato desiderato e ora viene portato a termine. Naturalmente questo lavoro può essere vissuto come un lutto, sarà un processo in cui affioreranno sovente l’ira e l’aggressività, sofferta o espressa. Ma questo lavoro può manifestarsi come uno scoppio, un’esplosione rapida e liberatoria. Ogni legame di dipendenza viene reciso così che è possibile riconquistare la libertà perduta, la stessa che ha come simbolo primordiale Le Mat.

Il suolo nero su cui lavora l’Arcano XIII ricorda la nigredo dell’alchimia, oppure il fango da cui spunta il loto della tradizione buddhista. È il colore dell’inconscio, della vacuità, del mistero profondo. Dal suolo spuntano due teste, non si capisce se sono state mozzate o se emergano dall’oscurità: in ogni caso lo scheletro si appoggia su di esse per avanzare. Potrebbero essere i concetti ereditati dai genitori in un primo tempo spodestati, in modo che possano apparire sottoforma di due archetipi purificati. Due esseri regali nascono qui dunque, così come crescono due generi di erbe: una di colore blu, il colore della ricezione spirituale, e una gialla, colore dell’intelligenza attiva e solare.

Sul suolo nero spiccano mani e piedi, alcuni sono ben formati altri no. Nel caso stessero crescendo si potrebbe dire che il nuovo essere sta già affiorando in superficie.

Il volto dello scheletro è un’ombra di profilo, come se il nero del suolo fosse risalito fino alla sua testa, come se la mente si fosse svuotata. L’occhio ricorda un drago che si morde la coda. La testa ha forma lunare, segno di ricettività, e nella parte posteriore del cranio si intravedono le quattro lettere ebraiche Yod, He, Vav, He, che compongono il nome divino. La somma di queste 4 lettere, nell’alfabeto ebraico, dà il numero 26, il numero della divinità, la cui metà esatta è il 13.
Questo essere porta dentro di sé la divinità ma non è totalmente divino, lavora sul piano dell’incarnazione.

Il bacino dello scheletro e la sua colonna vertebrale hanno gli stessi colori della falce: azzurro e rosso, come se costituissero la base della crescita che si sviluppa lungo la colonna, sotto forma di spiga di grano, fino al fiore rosso dai quattro petali che sorregge la testa. Un ginocchio e un gomito presentano un fiore rosso a tre petali: ginocchio e gomito sono la sede del carisma e della comunicazione con le folle. Nel corpo di colore rosa carne, una gamba e un braccio sono colorati di azzurro: si tratta di un essere attivo e comunicativo, incarnato e spirituale insieme, mortale e immortale.

La sua maschera è spaventosa, guardiamo con terrore il suo aspetto vedendo in questo personaggio uno zoppo che trancia a caso, senza rispetto alcuno per la bellezza della vita, ma la sua azione ci indica la via della trasformazione.

RedWitch 18-05-2007 17.37.21

1 Allegato/i
- La Temperanza -

La Temperanza è contrassegnata dal n° XIIII. Rappresenta la diffusione del sapere, la metamorfosi interiore, la rigenerazione. l'equilibrio tra principio Solare -maschile- e Lunare - femminile-
L'acqua, travasata pazientemente, e con metodo, rappresenta il fluire della vita, che deve essere accettato, senza opposizioni.
E' la carta che ci indica alcuni valori, quali: moderazione (temperanza :D), autodisciplina, frugalità.
In accezione positiva: tolleranza, comunicazione, equilibrio, fedeltà, evoluzione, trasformazione benefica.
In accezione negativa: frustrazione, incomunicabilità, avarizia o prodigalità eccessiva, capricci, impazienza, ostacoli di breve durata.

Shanti 19-05-2007 22.51.06

Temperanza
 
PROTEZIONE, CIRCOLAZIONE, GUARIGIONE

L’Arcano XIIII, Temperanza, rappresenta un angelo, e arriva dopo il lavoro in profondità svolto dall’Arcano senza nome, che, eliminando l’inutile, ha creato il vuoto necessario per ristabilire la circolazione interna. Intanto notiamo subito che Temperanza non è preceduto dall’articolo, si potrebbero applicare i due generi: il come per l'angelo, e la per temperanza.

Nella seconda serie decimale ha il 4, numero di stabilità. Questo angelo sta ancorato a terra senza spiccare il volo seppure le ali di colore azzurro glielo permetterebbero, ha superato la carnalità.
Ha le pupille gialle, illuminate di pura coscienza, che ricordano il verso di Rilke: “Ogni angelo è tremendo”. Uno sguardo sovrumano che potrebbere essere lo sguardo dell’unico angelo che abbia visto Dio, l’angelo Gabriele. Lo sguardo e la chioma di Temperanza sono pieni di luce divina, e il fiore rosso a cinque petali ci indica che contiene la quintessenza, e che i suoi pensieri si manifestano sotto forma di un profumo meraviglioso, al di là della parola

Ma è ancorato alla terra e due serpenti si allacciano ai suoi piedi: Temperanza ha preso su di se le energie telluriche e ha dominato la propria libido. I due serpenti potrebbero essere i due poli maschile e femminile, oppure i due nadir Ida e Pingala che si allacciano fin dalla base della colonna vertebrale per diventare uno solo, innalzandosi fino alle ali celesti dell’angelo. Questo simbolo ricorda sia il caduceo di Mercurio, sia Quetzalcòatl, il serpente piumato delle religioni precolombiane. L’angelo cresce sulla potenza della propria sessualità, la forza animalesca sublimata si ritrova nell’energia celeste e spirituale dei capelli gialli.

I quattro triangolini gialli su petto richiamano i quattro centri dell’uomo: intellettuale, emozionale, sessuale e corporale, ognuno con la sua legge. In cima vi appare un cerchio giallo, simbolo della perfezione, dove in un vuoto si incastra perfettamente all’nterno ogni triangolo. È la quintessenza, l’essere essenziale che dentro di noi entra in comunicazione con ciascuno dei quattro centri, e permette l’armonia dell’essere umano. Inoltre sul petto dell’angelo si distingue una mano, simbolo di fortuna e di pace: il suo cuore irradia carità.

Temperanza fa in modo che entrino in comunicazione fra di loro le energie, i fluidi, si potrebbe dire che attenua le passioni. Grazie alla sua azione, non esistono più energie che si contrappongono, non esistono più contrari ma elementi complementari: è il segreto dell’equilibrio. Temperanza indica il recupero della salute, l’equilibrio mentale ed emozionale, il controllo delle passioni non con la repressione, ma con la sublimazione.

Sotto il vestito si intravede la punta della scarpa, una delle poche macchie viola dei Tarocchi. Anche il piede dell’angelo è temperato: il rosso attivo e l’azzurro ricettivo si mescolano spartendosi il corpo di Temperanza. Quindi all’interno, sotto gli abiti, l’angelo è viola: ha realizzato l’unione in positivo e negativo, di attivo e passivo.

RedWitch 12-06-2007 22.37.00

1 Allegato/i
- Il Diavolo -

E' l'Arcano contrassegnato dal n° XV; è il simbolo massimo della materia, rappresenta l'attaccamento alla materia che imprigiona l'uomo. Arcano del vincolo, delle catene soffocanti, che possono essere spezzate soltanto con un atto di volontà ferma, che dovrà agire sugli istinti. Rappresenta fascino, magnetismo, liberazione da legami indesiderati, occasione da afferrare , ricchezza , necessità di accettare il destino. In accezione negativa: arroganza, pigrizia, superficialità, inconcludenza, carenze energetiche, abuso di potere.

Shanti 12-06-2007 23.34.05

Il Diavolo - Simbologia
 
FORZE DELL’INCONSCIO, PASSIONE, CREATIVITA’

Il Diavolo con il grado 5 della seconda serie decimale degli Arcani maggiori, corrisponde al Papa nella prima serie. Questa carta rappresenta anche un ponte, un transito, ma se il Papa indicava una via verso le vette spirituali, il Diavolo appare come un tentatore che indica la via verso la profondità dell’essere. Questa carta si appoggia su una macchia nera che abbiamo già visto alla base dell’Arcano XIII. Il personaggio del Diavolo sorregge una torcia e ha due ali da pipistrello, elementi che indicano che abita nell’oscurità, nel buio profondo dell’inconscio. Sembra rappresentare l’opposto del Papa, la luce che si immerge nella materia.

I personaggi della carta sono un miscuglio di umano e animale, alludendo alle nostre potenze primarie, ai nostri ricordi preistorici sepolti nel profondo del nostro sistema nervoso. Questa caratteristica, grazie ai diversi segni che adornano i personaggi, ci ricorda che per arrivare l’illuminazione non si deve rinnegare il lato animalesco ma accettarlo, onorarlo e guidarlo verso la luce.

Il Diavolo, essendo stato un angelo, manifesta con la propria torcia il profondo desiderio di risalire di nuovo dalla caverna al cosmo. Allo stesso modo l’anima umana che affonda nel corpo sente il desiderio di ascendere fino alle origini, alla divinità creatrice. Porta un copricapo con la tesa rossa che suggerisce l’attività del desiderio, mentre la massa arancione rimanda all’intelligenza intuitiva e ricettiva, che si prolunga sulla fronte come un terzo occhio. È strabico, guarda fisso un punto sul naso, mentre l’espressione è ambigua: suggerisce sia una profonda meditazione, sia un’espressione infantile. Come se volesse ricordarci che se superassimo il terrore popolare che ci ispira, riusciremmo a vedere che è soltanto una creazione ingenua, un essere comico. Si potrebbe anche dire che con quel gesto di tirare fuori le due lingue, quella sul volto e quella scura sul ventre, il Diavolo voglia indicare che è totalmente privo di ipocrisia.

Il personaggio del Diavolo ha molti occhi, sul viso, sul ventre e sulle ginocchia, per guardare in faccia le proprie paure. Ha quattro facce: una sul volto, maschera che copre l’intelletto, quindi si aggiunge lo sguardo attonito dei due seni, le cui basi a forma di mezzaluna indicano un carattere emozionale. La faccia sul ventre, con la lingua di fuori, indica l’ampia estensione dei suoi desideri sessuali e creativi. Lo sguardo delle ginocchia suggerisce una carnalità accettata, impregnata di spirito, che non disdegna la vita materiale. Il suo sesso è una terza lingua penzolante. Ma il corpo di colore azzurro indica che è un’entità spirituale pur avendo l’aspetto luciferino.
Nella mano tiene una torcia con il manico verde, colore dell’eternità, su cui splende una fiamma rossa che nasce da un cerchio. La torcia arde con una grande attività recando il marchio della perfezione.

I tre personaggi hanno le corna (o rami) che potrebbero dare come significato aggiunto a questo Arcano quello della passione amorosa e creatrice, rimandando a certe leggende medievali in cui si racconta come certi animali rimangono impigliati con le corna nel bosco della passione. È anche la carta della tentazione, un richiamo alla ricerca del tesoro occulto, dell’immortalità. Ma può anche in negativo , rappresentare un falso contratto, l’infantilismo, la degenerazione della sessualità, gli inganni, l’ingordigia e tutti le condizioni autodistruttive.

Il Diavolo sta in piedi sopra una specie di pedana alla quale due diavoletti sono legati con una corda arancione che passa attraverso l’anello azzurro al centro. Il diavoletto di sinistra potrebbe essere un uomo e quello di destra un uomo, anche se nessuna caratteristica sessuale viene rilevata. La donna ha un piccolo segno sul petto, tre punti disposti a triangolo, come a indicare che è sacra. Tutti e due hanno i piedi che come radici affondano nel suolo nero. I piedi della donna hanno cinque dita, mentre quelli dell’uomo soltanto quattro. È in questa carta che si rivela la valenza attiva del femminile e quella passiva del maschile, con entrambe le energie che si incontrano al centro dando vita al diavolo ermafrodita, che ha il pene e due seni. Il piede e la mano destra hanno cinque dita, la mano e il piede sinistri ne hanno quattro.

Nella mentalità popolare il Diavolo rammenta il denaro, tenta gli esseri umani con un contratto invitante, una ricchezza facile e veloce. Gli si associa anche l’annuncio di una grande passione, di una tentazione, di un’avventura amorosa. Questi significati tradizionali appartengono alla stessa realtà spirituale: una parte di noi ci tenta con possibilità ignote, così come Cristo è stato tentato dal suo diavolo interiore.

Sopra il suolo nero troviamo un terreno azzurro rigato. All’interno della parte nera le stesse linee regolari, come prova del lavoro spirituale, hanno formato l’azione (il trapezio rosso) che conduce alla perfezione del cerchio azzurro in cui passa la corda che unisce i due diavoletti. Tutta l’attività inconscia e istintiva diventa conscia (giallo chiaro) e spirituale (azzurro). Il Diavolo con la sua presenza indica che la radice di questa attività è di ordine sessuale. L’estremità rossa del suo pene è simbolo di vita, come lo è il doppio nastro che gli sorregge i seni e circonda la vita. Con questi tocchi di rosso sembra indicare che la libidine è soprattutto una fiamma vitale, come quella della sua torcia, che infiamma il mondo. In questo senso il Diavolo è l’altra faccia di Dio.

RedWitch 18-06-2007 09.02.36

1 Allegato/i
- La Torre -

Arcano Maggiore n° XVI, la Torre indica come messaggio principale, che è giusto che l'uomo cerchi di costruire ed elevarsi ma senza l'arroganza e la presunzione della sua sete di potere. Inutile attaccarsi con le unghie e con i denti alle false certezze della materia o alla rigidità delle proprie strutture mentali. La Torre rappresenta la necessità del male come aspetto complementare del bene, è il cambiamento necessario, doloroso ma indispensabile per l'evoluzione interiore.
L'arcano consiglia di non sfidare il destino, se il consultante forte delle proprie false certezze continua a dormire e a rifiutarsi di muoversi , cadrà in maniera dolorosa, dovrà fare fronte ad un conflitto doloroso e necessario, un cambiamento improvviso e drastico. Sarà necessario accettare il cambiamento, distruggendo così il fittizio equilibrio che credeva di avere. Lo scontro con la realtà, metterà in moto una purificazione e un rinnovamento inaspettati. In positivo puo' rappresentare: presa di coscienza, chiarificazione, rottura di schemi, o di un equilibrio stagnante, mutamenti improvvisi . Al negativo minacce, abusi, crollo fisico, orgoglio eccessivo, diffidenza.

Shanti 18-06-2007 23.35.54

Simbologia
 
APERTURA, EMERGERE DI QUANTO STA RINCHIUSO

Prima del restauro dei Tarocchi di Marsiglia nella Torre si vedeva un riferimento alla Torre di Babele, e le interpretazioni più comuni parlavano di catastrofi, divorzi, terremoti, rovina, castigo dell’orgoglio.
Leggendo nella bibbia il passaggio in cui si parla della Torre di Babele ci si rende conto che il suo significato non è catastrofico, più che un castigo la distruzione della Torre è la soluzione di un problema: il diluvio è terminato da poco, il pianeta abbondantemente irrigato è divenuto fertile. Pochi esseri umani sono sopravvissuti e invece di disperdersi per coltivare i campi si riuniscono per costruire una torre che innalzandosi verso il cielo arrivi fino a Dio.
In un primo tempo questa costruzione intende essere un atto d’amore, il desiderio di conoscere Dio: Costui sapendo che è un progetto irrealizzabile non colpisce la torre con un fulmine, non fa cascare da essa nessuno dei suoi abitanti, ma crea soltanto la diversità delle lingue per separarli. Da un certo punto di vista è una benedizione più che un castigo: gli uomini ripartono alla conquista della terra e tornano a lavorarla.

Nelle varie versioni dei Tarocchi, la torre non aveva porta, il restauro ha permesso di trovare non solo la porta della torre ma anche i tre gradini iniziatici che conducono ad essa. Nelle antiche incisioni alchemiche e in alcuni documenti massonici è visibile questa torre con i gradini e una porta per accedervi, a volte in numero di tre, a volte di sette. L’iniziato deve accettare prima la nuova conoscenza, simbolo della creazione divina, poi deve saperla conservare e quindi lasciarla andare. È il momento in cui la porta verde, simbolo dell’eternità, adornata da una luna che simboleggia la ricettività totale, si apre e rivela l’interno della torre. A volte è stata paragonata all’athanor alchemico, il forno in cui la materia prima si trasforma in pietra filosofale.

La Torre , in francese La Maison Dieu, non è “la casa di Dio” ma “la Casa Dio”. i Tarocchi ci indicano chiaramente, con i mattoni color rosa carne, che questa torre è il nostro corpo e che racchiude la divinità. Il battente socchiuso lascia intravedere una luce gialla: il corpo è colmo della luce della Coscienza. I personaggi non stanno cadendo, anzi. Hanno i capelli gialli, simbolo della illuminazione, e con la mano sfiorano le piante verdi che crescono nel terreno. Sono a testa in giù, come l’Appeso dell’Arcano XII, perché guardano il mondo in modo nuovo. L’intelletto, la mente, guarda in faccia la natura. Uno dei personaggi tiene i piedi rivolti verso il cielo: i suoi passi lo conducono allo spirito.

I due diavoletti dell’Arcano XV si sono umanizzati e hanno compiuto l’ascesi. Le macchie gialle per terra si possono interpretare come offerte al tempio, pepite d’oro. I personaggi sono riemersi dalla caverna dell’inconscio per rendere omaggio alla terra con le loro offerte e aiutare la natura. Portano nel mondo la Coscienza, ne impregnano il terreno, grazie alla loro azione il paesaggio si tinge di tre colori: azzurro, arancione e verde scuro.

Dalla sommità della Torre fuoriesce o penetra al suo interno un’entità sfolgorante che è unita alla corona merlettata: non vi è distruzione ma trasformazione del potere materiale nella folgorazione spirituale. L’androgino diabolico dell’Arcano XV si è trasformato in una fiamma che si è innalzata seguendo tutta la colonna vertebrale e ha aperto il centro nervoso delle coronarie per spiccare il volo verso il cosmo. Questa entità presenta tutti i colori della terra (giallo, verde, rosso, azzurro, rosa carne), è un’assunzione. Vi si distingue una forma fetale che simboleggia il germe della nuova coscienza, l’apporto della razza umana all’espansione dell’universo. Si annuncia la creazione di un nuovo essere che si realizzerà nella Stella (Arcano XVII). Il terreno ricco di colori si unisce ai personaggi che escono dalla Torre, così come la fiammata si unisce alla corona.

La Torre con il numero XVI suggerisce l’unione come fa nella prima serie decimale l’Innamorato con il numero VI. Nella Torre suggerisce l’unione dell’anima con Dio: alleanza che produce gocce variopinte come concentrazioni di energia. Nei testi sacri indiani si dice che la conoscenza è come il latte, sbattendola dà origine a goccioline di grasso che galleggiano in superficie. Allo stesso modo, nella Torre queste gocce rosse, gialle, azzurre e verdi che aleggiano nell’aria esprimono la danza dell’allegria cosmica, come per dirci che le stelle ci sono alleate e aspettano il nostro risveglio per apportarci la loro energia.

Il messaggio principale dell’Arcano XVI potrebbe essere: smettiamo di cercare Dio in Cielo e troviamolo sulla Terra.

RedWitch 06-07-2007 11.22.45

1 Allegato/i
- Le Stelle -

Arcano maggiore n. XVII, indica in genere nuove e buone prospettive per il futuro, dopo un periodo di buio, una fase statica, o difficoltosa, avviene una rinascita, nuove energie e una possibile realizzazione dopo numerosi sforzi compiuti, oppure una nuova prospettiva a cui guardare.
Indica un'intelligenza intuitiva lucida, allegria, fiducia in sè stessi. Le azioni affrontate, con calma, armonia, serenità, che porteranno un rinnovamento graduale ma costante.
Alcuni significati al positivo: ottimismo, sincerità, altruismo, momento proprizio, pericoli e ostacoli superati o in superamento, rinnovamento, attitudini artistiche al massimo della creatività, riconoscimenti per sforzi compiuti.
Al negativo 'Arcano puo' significare un momento difficile , statico che dovrà essere superato con uno sforzo, aridità, dubbi, menzogne.

turaz 06-07-2007 13.52.15

mi sembra la mia carta odierna ))))

ciauzz

Shanti 08-07-2007 23.12.32

La Stella
 
AGIRE NEL MONDO, TROVARE IL PROPRIO POSTO

La scritta sul cartiglio inferiore dà adito a diverse letture: Le Toille, le Toule (che deriva dall'occitano "fonte"), Le Toi Ile (L'isola del tu). Questo arcano sarà per noi La Stella (L'Etoile).

La Stella, Arcano XVII, rappresenta il primo essere umano nudo dei Tarocchi, prima degli arcani XVIII, XX e XXI, essere che è arrivato alla purezza, al distacco. La Stella non ha nulla da nascondere, deve solo trovare il proprio posto sulla Terra. Il suo atteggiamento suggerisce pietà e sottomissione: ci si inginocchia in un tempio, davanti a un re o a una regina. Si può dire che rende omaggio al luogo in cui si stabilisce. Il ginocchio posato per terra può essere anche un segno di ancoraggio: ha trovato il suo posto sulla Terra ed entra in contatto con il cosmo.

Nella numerologia dei Tarocchi il 7 rappresenta il grado più elevato dell’azione nel mondo. Vi sono molti punti in comune con l’Arcano VII della prima serie decimale, il Carro: entrambi affondano le radici nella Terra, sul baldacchino del Carro splendono 12 stelle che indicano il suo legame con l’universo. Ma se il Carro penetra nel mondo come un conquistatore, la Stella agisce sul mondo irrigandolo, nutrendolo. I seni nudi suggeriscono l’allattamento, e si potrebbe vedere nelle stelle un’allusione alla Via Lattea. Queste stelle, che sono otto, indicano che si è qui raggiunta la perfezione.

La Stella è un essere totalmente unito al mondo. Una delle anfore sembra saldata al suo corpo, all’altezza del pube, mentre l’altra si prolunga nel paesaggio. Vi si può vedere l'immagine dell’acqua spirituale (gialla) e di un’acqua sessuale o istintiva (blu) che nutrono insieme l’ambiente circostante. È possibile che una delle anfore sia ricettiva e capti l’energia del fiume azzurro, mentre l’altra vi versa una luce stellare.

La luna arancione sulla fronte della donna suggerisce l’intelligenza trasformata in saggezza ricettiva, che le permette di trasmettere la forza universale che l’attraversa, simboleggiata dal cielo stellato. È anche un essere di carne, che fa parte della natura. Il segno all’altezza dell’ombelico suggerisce il germe di una vita, irradia fertilità: intorno a lei spuntano alberi dalle fronde arancioni, uno dei quali ha dei frutti gialli. Quello che la Stella riceve dall’altro lo indirizza sulla terra per fertilizzarla. Qui il cammino del Matto, energia primaria, si ferma per cedere il passo a una comunicazione con l’umanità. L’essere generoso diventa fonte inesauribile che dà e riceve in un movimento di purificazione.

Dal punto di vista del lavoro psicologico si può dire che la Stella, purificando il proprio passato, purifica il futuro e l’ambiente circostante. Mentre svolge la propria azione, fertilizza e schiarisce il paesaggio, terra, sabbia, alberi, acqua. La grande macchia nera dell’Arcano XIII qui si esprime nella forma di un uccello che, in cima a un albero, si prepara a spiccare il volo verso il centro nero delle stelle. La figura dell’uccello può anche ricordare l’araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri.

In un connotato negativo si potrebbe dire che la Stella spreca o pretende invece di dare. A volte viene rappresentata mentre dilapida la sua energia verso il passato. Allora è un essere vampirico, sempre insoddisfatto, che si sente malvoluto o abbandonato e, non avendo mai l’intenzione di dare, rinfaccerà sempre rivendicazioni affettive, sessuali ed energetiche. La Stella diventa allora un pozzo senza fondo, oppure si sente posseduta da una passione per gli eccessi. Può trasformarsi in una spudorata o in una creatura malefica che contamina i fiumi, avvelena la vita spirituale o materiale dei suoi.

Simbolicamente la Stella rappresenta la guida spirituale che ci portiamo dentro, collegata alle forze più profonde dell’universo.

RedWitch 30-07-2007 10.04.57

1 Allegato/i
- La Luna -

Arcano maggiore contrassegnato dal n. XVIII, nell'uomo rappresenta l'inconscio e l'inespresso, la parte oscura delle cose, e tutto ciò che implica un approccio ricettivo più che attivo. E' strettamente legato con il passato, l'infanzia , ricordi non ancora compresi che vanno ad incidere sulla vita del consultante. Indica mutevolezza, emozioni incontrollate, turbamenti non risolti, istinti più profondi. Occorre liberarsi dall'influsso del proprio ambiente, dalla pigrizia e dalla passività con cui si affronta la vita. Arcano mai totalmente "positivo" , indica sempre situazioni poco sotto controllo, mutevoli, ma puo' anche rivelare i segreti dell'inconscio che si tendono a non voler vedere. Necessità fdi rincuncie e sacrifici. Un incontro con il passato inevitabile se si desidera progredire nella conoscenza di sè. Al negativo: sentimenti confusi, disordine (mentale e non), pericoli nascosti, influsso condizionante del passato, pigrizia.
L'Arcano infine suggerisce l'osservazione e l'ascolto. E saper tacere quando è il momento.

Shanti 03-08-2007 00.00.07

POTENZA FEMMINILE RICETTIVA

La Luna rappresenta l’archetipo femminile materno, la Madre cosmica, la cui qualità fondamentale è la ricettività: essa riflette la luce del sole. Ci troviamo nel cuore della notte, ma una notte illuminata dalla sua umile ricettività. È anche il mondo dei sogni, dell’immaginario e dell’inconscio, per tradizione associati alla notte. Nei Tarocchi la Luna è rappresentata, come il Sole, con una faccia, ma che non ci guarda negli occhi: è una luna crescente vista di profilo, in formazione. Una parte di essa rimane invisibile simboleggiando con questo aspetto il mistero dell’anima, il segreto processo della gestazione, tutto quello che è nascosto. Il suo volto non è giovanile, ma impregnato di una saggezza antica che si irradia nei raggi arancione. I raggi rossi che si alternano indicano una grande capacità vitale, un’estrema fecondità occulta. L’azzurro è predominante, simbolo di spiritualità e intuizione. La Luna è collegata ai ritmi biologici, all’acqua, alle maree, ai cicli femminili, al passaggio dalla vita alla morte.

Sotto la Luna due animali sono uno di fronte all’altro, e nel paesaggio in cui sono inseriti si vedono due torri. Sembrano cani o lupi, forse un cane e un lupo, che ululano alla luna e si nutrono di essa, delle gocce colorate che elargisce. Vi si può vedere un simbolo di fratellanza, due fratelli che reclamano il nutrimento (materiale, emozionale o intellettuale) alla madre, due fratelli nemici. L’animale azzurro è più spirituale, la lingua verde è ricettiva. La sua coda è sollevata e la corona di merli della torre dietro di lui è aperta, ricettiva anch’essa. L’altro animale è di colore rosa carne, potrebbe rappresentare la materia, tiene la coda abbassata e ha la lingua rossa, attiva. Si trova davanti a una torre chiusa, senza porte visibili. Ai piedi della torre si scorgono tre scalini bianchi, che ricordano gli scalini iniziatici de La Torre, ma nonostante questo essa è chiusa, anche i merli sono ricoperti da altri, tanto da far immaginare due mandibole serrate. Si potrebbe dedurre che il corpo materiale è rivolto all’azione e viene chiamato a ricevere solo attraverso lo spirito, simboleggiato dal cane azzurro.
Da notare che l’orecchio visibile di ciascun animale ha il colore complementare rispetto all’altro, come nel simbolo dello yin e dello yang dove ciascun polo presenta il germe del polo opposto.
Le zampe anteriori degli animali delimitano una fetta del paesaggio, che ricorda un blasone a tre strisce: quella superiore di colore verde scuro, che rappresenta lo spazio in cui splende la Luna, corrisponde a uno spirito ricettivo in profonda meditazione. La striscia di mezzo corrisponde al livello in cui vi sono i due cani. Vi crescono due piante, che rappresentano una ricca vita emozionale. La striscia inferiore, vicina all’acqua che sta alla base della carta, corrisponde alla gestazione profonda della dimensione sessuale e corporea. Vi si trovano tre gocce rosse che rimandano all’animalità.

La distesa d’acqua è circoscritta come se fosse una piscina, ma è increspata da flutti che ricordano le onde o le maree. Potrebbe anche essere un porto. La prima sponda, nella parte inferiore della carta, è composta da rocce e da una vegetazione naturale, selvatica. All’estremità opposta è delimitata da tre linee nere che racchiudono due linee azzurre, come a indicare che l’inconscio viene limitato dal dualismo razionale. Al centro delle acque uterine si trova un granchio nel quale possiamo vedere un simbolo dell’Io che aspira al contatto con la Luna. Questo contatto già esiste, in quanto il crostaceo e la Luna hanno gli stessi colori. Il granchio desidera l’unione con la Luna senza sapere che, come tutti gli altri elementi della carta, è già in comunione con lei.
Lo si può vedere immerso nelle profondità dell’acqua, oppure che galleggia in superficie. In entrambi i casi ci esorta a entrare in contatto con l’intuizione. Tra le chele stringe due palline come se le offrisse: l’ego ha qualcosa da offrire nel lavoro spirituale.

Dunque questa carta, a seconda del punto di vista, può rappresentare la comunicazione intuitiva profonda, oppure al contrario sarà la carta della solitudine, della separazione. Si potrebbe immaginare che il granchio sia uscito dall’acqua per rubare le palline che tiene tra le chele, che i cani stiano litigando, e che tutti si sentano abbandonati dalla Luna e dalla sua forza spirituale. Le gocce che risalgono verso di essa possono rappresentare la sua capacità ricettiva ma anche, in senso negativo, un insaziabile assorbimento di energia. La carta allora rimanda al caos mentale, alla follia.

RedWitch 21-08-2007 10.39.46

1 Allegato/i
- Il Sole -

L'Arcano del Sole è contrassegnato dal numero XVIIII, e rappresenta la ragione , unita al sentimento , corpo, cuore e mente uniti, l'integrità raggiunta grazie ad un lavoro lungo e costante. Rappresenta la perfezione a cui tendere, il piombo che si trasforma in oro. Serenità, armonia con l'ambiente, comunicazione, fede in sè , intelligenza brillante, riuscita, conquista, raggiungimento della libertà, sono alcuni dei significati attribuiti al Sole in accezione positiva.
In accezione negativa: bugie, arroganza, troppa vanità, disarmonia, solitudine forzata, incomprensione.

Shanti 02-09-2007 22.48.45

Il Sole
 
ARCHETIPO PATERNO, NUOVA COSTRUZIONE

Il Sole ci guarda negli occhi, come la Giustizia e l’angelo de Il Giudizio, e ha numerosi punti in comune con Il Diavolo (XV) a cominciare dal fatto che il Sole è un po’ strabico. Si potrebbe dire che il Diavolo ha acceso la torcia al fuoco del Sole, luce e calore primordiali della divinità. Questa è la prima interpretazione di questo Arcano, simbolo di vita e di amore, archetipo del Padre cosmico, fonte del calore e della luce che dà vita a tutte le creature.

Il Sole è allo zenit, in pieno centro del cielo ed elimina ogni ombra. La luce arancione, intuitiva, cede il passo al giallo fulgore dell’astro. Al suo calore i due personaggi sono uniti nell’attraversamento di un fiume azzurro.
Il personaggio di sinistra ha la coda come il diavoletto maschio de il Diavolo, mentre quello di destra ha tre puntini sul costato come il diavoletto femmina. Si potrebbe dire che l’energia che si trovava al buio dell’Arcano XV è uscita ora in piena luce e invece del vincolo passionale inconscio i due personaggi hanno stretto un rapporto di reciproco aiuto, di amore umano allo stato puro. Il personaggio a sinistra è quello che ora porta il segno della Coscienza attiva, mentre quello a destra sembra lasciarsi guidare.
Delle catene dei due diavoletti sono rimasti soltanto i collari, di un rosso attivo all’altezza della gola, luogo di passaggio, e una linea sul petto. Il personaggio di destra sta sopra una porzione di terra bianca come purificata, e il passaggio che si nota tra le sue gambe è sostituito dal colore azzurro del cielo. Sembra che sia entrato in una dimensione più spirituale del secondo personaggio che, per ricongiungersi a lui sembra aiutarsi con un movimento della mano.
In questi gemelli si potrebbe leggere una metafora del lavoro interiore: la parte cosciente dell’essere aiuta la parte animale (il personaggio alla nostra sinistra ha la coda), più primitiva, ad accedere ad una realtà diversa.

In questo Arcano tre colori ritornano nel cielo, sulla terra e sugli esseri umani. Il giallo centrale del Sole e dei raggi contorti si riflette sui mattoni del muro e sui capelli dei protagonisti, come a indicare che la mente si unisce alla luce. Il rosso dei raggi diretti corrisponde alle file dei mattoni superiore e inferiore, e al collare dei gemelli. Gli occhi dell’astro sono bianchi con le pupille nere, come quelli dei personaggi su cui incombe e come la terra purificata sulla destra. Infine l’azzurro del fiume agitato sembra avvolgersi intorno alla vita dei personaggi, nei panni che li cingono, forse a significare che hanno accettato il proprio corpo, cinto con quell’onda in perenne mutamento. Poi si innalza verso il Sole in cinque gocce azzurre, coscienza eterna presente in ciascuno di noi. L’unione tra i piani celeste, terrestre e umano è totale.
Un’unica striscia verde, segno dell’unione fertile tra il calore del sole e l’azione del fiume, rievoca la crescita della vegetazione. In questa striscia verde si può leggere il numero delle lineette secondo la numerologia dei Tarocchi: ve ne sono quattordici sul lato sinistro del personaggio di sinistra, come ad annunciare un processo di guarigione che sta iniziando, altre due righe tra le gambe, gestazione del mondo futuro; sette righe tra i due personaggi, l’azione di uno sull’altro; e infine nove righe a destra della carta, la crisi alla fine di un ciclo e distacco.
Il muretto giallo e rosso in secondo piano indica che, nel mezzo della crisi si erge una nuova costruzione, i due personaggi prendono le distanze dal passato, cominciano una nuova vita.


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