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Edera 23-08-2011 16.52.48

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 102797)
Bentornata!8-)

.

Grazie Astral.:)
Se si è in grado di riconoscere i disagi come opportunità di miglioramento, è molto proficuo cercarli volontariamente.. Purtroppo spesso vengono bollati come antipatie insuperabili

griselda 23-08-2011 16.57.57

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102799)
La seconda , temo .

Ma ti pongo una domanda :
l'adattamento al mondo e la nostra liberta' sono due contrari come pare a me ?
Se si qual'e' l'opposto di questi due termini .

Per una migliore comprensione mi rimando al 3d apposito : opposti contrari e complementari .

Beh ma allora perchè tre fasi colorate, non bastava una?

Seeee cadi male quel giorno a quella lezione ero assente icon_mrgr:icon_mrgr:icon_mrgr:

Ray 23-08-2011 17.46.56

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102799)
l'adattamento al mondo e la nostra liberta' sono due contrari come pare a me ?

Secondo me no, posso essere adattato e anche libero. Anzi è l'unico modo di essere davvero adattato, altrimenti sono costretto.

nikelise 23-08-2011 18.13.11

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 102803)
Secondo me no, posso essere adattato e anche libero. Anzi è l'unico modo di essere davvero adattato, altrimenti sono costretto.

Ma l'adattamento al mondo e' costrizione e' una necessita' non e' liberta' .
Per questo e' un contrario della liberta'.
Se devo cambiare per forza per adattarmi sono costretto quindi non sono libero .
Se invece sono libero significa che non ho bisogno di adattarmi ma questa condizione non e' di questo mondo o di questa dimensione .
Quella che indichi tu e' la sintesi dei due termini contrari , l'opposto , che li conserva entrambi perdendo qualcosa dell'uno e dell'altro .
E' quello stato che non riesco a definire ....ma forse e' indefinibile , e' l'enigma che sta dietro ai due contrari , l'opposto solo intuibile ma non definibile .

nikelise 23-08-2011 18.16.55

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 102784)
Comunque l'idea iniziale del post è rimasta invariata, noi lavoriamo solo per noi.. chi viene dopo deve ripartire da zero. Ciucciarsi le magagne infantili, i patemi adolescenziali e sperare di sopravvivere a questo per poi prendere la sua strada che lo porterà alla sua personale evoluzione spirituale. Vabbé...

Ecche' vorresti nascere illuminata forse come Buddha ....anche per dimensioni pero' pensa che parto icon_mrgr: icon_mrgr: . Eppoi che faresti dall'infanzia alla vecchiaia ?

Poi non e' vero che chi viene dopo parte da zero , certo avra' le stesse tappe da compiere ma c'e' modo e modo di viverle , di soffrirle .

griselda 23-08-2011 18.59.42

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102805)
Ma l'adattamento al mondo e' costrizione e' una necessita' non e' liberta' .
Per questo e' un contrario della liberta'.
Se devo cambiare per forza per adattarmi sono costretto quindi non sono libero .
Se invece sono libero significa che non ho bisogno di adattarmi ma questa condizione non e' di questo mondo o di questa dimensione .
Quella che indichi tu e' la sintesi dei due termini contrari , l'opposto , che li conserva entrambi perdendo qualcosa dell'uno e dell'altro .
E' quello stato che non riesco a definire ....ma forse e' indefinibile , e' l'enigma che sta dietro ai due contrari , l'opposto solo intuibile ma non definibile .

Ma l'adattamento non potrebbe divenire una libera scelta? booh.gif

nikelise 23-08-2011 19.08.48

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 102807)
Ma l'adattamento non potrebbe divenire una libera scelta? booh.gif

Certo ma non e' banale scegliere , veramente scegliere , di adattarsi anzi e' una vera svolta ed e' una condizione diversa dal dover necessariamente adattarsi cosi' com'e' anche diverso dall'essere del tutto libero .

griselda 23-08-2011 19.12.02

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102809)
Certo ma non e' banale scegliere , veramente scegliere , di adattarsi anzi e' una vera svolta ed e' una condizione diversa dal dover necessariamente adattarsi cosi' com'e' anche diverso dall'essere del tutto libero .

Ma per arrivare a questo secondo te basta conoscersi?

nikelise 23-08-2011 22.21.05

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 102810)
Ma per arrivare a questo secondo te basta conoscersi?

Basta conoscersi ?!!! Socrate campa da 2500 anni con questa massima '' conosci te stesso '' , se avesse il copy right , lui o gli eredi ......

Certo , bisogna conoscere la propria legge , la propria vocazione che si manifesta con una voce interiore , il daimon di Socrate e seguirla ad ogni costo .

Astral 23-08-2011 22.38.43

Il problema è il come conoscersi.

griselda 23-08-2011 22.57.01

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102813)
Basta conoscersi ?!!! Socrate campa da 2500 anni con questa massima '' conosci te stesso '' , se avesse il copy right , lui o gli eredi ......

Certo , bisogna conoscere la propria legge , la propria vocazione che si manifesta con una voce interiore , il daimon di Socrate e seguirla ad ogni costo .

Acc! Ho dimenticato di virgolettare ma era chiaro che non sminuivo con quel basta dato che prima ho detto la stessa cosa usando "solo" virgolettato ed infatti è passato intatto
Hai iniziato dicendo che non si può cambiare...ma per me la scelta già porta con se un cambiamento perchè da adattato diviene libero di scegliere.
Inoltre dici che basta conoscersi e secondo me manca dell'accettarsi perchè se io so di essere in determinato modo e non riesco ad accettarlo mi porta la nevrosi.....
Insomma mi pareva molto semplicistico detto nei primi post ma sono sicura che parlandone verrebbero fuori le cose che non sono state menzionate inizialmente

Ray 24-08-2011 00.39.03

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 102818)
Inoltre dici che basta conoscersi e secondo me manca dell'accettarsi perchè se io so di essere in determinato modo e non riesco ad accettarlo mi porta la nevrosi.....

Uhm, questo mi convince poco. L'avrei messa al contrario... se non mi accetto non posso conoscermi. Mi intravedrò, ma poi mi rifiuterò e quindi non mi conoscerò se non molto superficialmente (ovviamente tutto va per gradi, ma in linea di massima credo che mi posso conoscere nella misura in cui sono disposto ad accettarmi).

griselda 24-08-2011 11.48.44

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 102820)
Uhm, questo mi convince poco. L'avrei messa al contrario... se non mi accetto non posso conoscermi. Mi intravedrò, ma poi mi rifiuterò e quindi non mi conoscerò se non molto superficialmente (ovviamente tutto va per gradi, ma in linea di massima credo che mi posso conoscere nella misura in cui sono disposto ad accettarmi).

Sì hai ragione Ray ed hai fatto bene a dirlo perchè ho come l'idea che mi devo rivedere bene questa parte visto che l'ho messa al contrario pur sapendo com'è. Mi sa che mi voglio dire qualcosa che in questo momento non colgo ma spero di riuscirci. fiori.gif

Faltea 24-08-2011 13.30.05

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102806)
Ecche' vorresti nascere illuminata forse come Buddha ....anche per dimensioni pero' pensa che parto icon_mrgr: icon_mrgr: . Eppoi che faresti dall'infanzia alla vecchiaia ?

Poi non e' vero che chi viene dopo parte da zero , certo avra' le stesse tappe da compiere ma c'e' modo e modo di viverle , di soffrirle .

Per rispondere anche a Ray, il mio zero come partenza è comprensivo di tutto il bagaglio che ho ereditato ed il posto dove sono nata, pensavo fosse scontato visto ciò che avevo scritto prima.. non sono stata molto chiara.scusa.gif
Lo definisco zero proprio come provocazione, in quanto stiamo ripercorrendo strade già seguite da altri. Facciamo scoperte (per noi lo sono) che hanno scoperto già altri.. Socrate con conosci te stesso, 2500 anni fa..
Cogli l'attimo (stesso periodo se non sbaglio)
E perché ad oggi non nasciamo con la capacità di conoscerci maggiormente e di vivere il qui ed ora se chi è stato qui prima di noi ne ha scoperto la grande importanza?
Oppure non abbiamo istituito degli asili, scuole materne, che potessero direzionare verso questi obbiettivi?
Perché non sono nostri, non sono del collettivo.

In natura gli alberi e tutte le piante presenti nei paesi inquinati si sono evolute adattandosi. Respirano (come noi) l'inquinamento. Se potessimo portare una persona del 500 qui da noi, con l'aria di oggi, sentirebbe la puzza, si ammalerebbe, avrebbe problemi a respirare, etc...
Il nostro corpo si è evoluto adattandosi alle condizioni climatiche, come le piante e come gli animali.
La nostra spiritualità? Non segue questo processo evolutivo? Perché?
E se questa evoluzione c'è stata, dov'è? Magari sono io che non la vedo...
Forse la soluzione sta proprio nel metodo evolutivo dell'uomo, per spirito di adattamento. Per (soprav)vivere una coscienza spiritualmente evoluta non serve e chi la vuole se la fa da se..

nikelise 24-08-2011 14.04.04

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 102837)
Forse la soluzione sta proprio nel metodo evolutivo dell'uomo, per spirito di adattamento. Per (soprav)vivere una coscienza spiritualmente evoluta non serve e chi la vuole se la fa da se..

Brava , e' proprio cosi' alla natura non gliene frega niente dell'evoluzione spirituale dell'uomo .
Questo e' affare del singolo meglio della sua anima e forse dello Spirito .
L'uomo puo' tranquillamente vivere e morire senza porsi alcuna domanda e per molti e' cosi' e questo spiega forse l'insensibilita' dello Spirito rispetto alla sorte di tante persone .
Forse...

Ray 24-08-2011 15.57.07

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102839)
alla natura non gliene frega niente dell'evoluzione spirituale dell'uomo .

E' peggio ancora. In linea di massima non gli frega niente, è disposta a tollerare una certa piccola percentuale di individui ma per il resto ostacola prepotentemente. L'essere evoluto va contro i suoi scopi, almeno nel breve.

Edera 24-08-2011 16.06.36

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 102839)
Brava , e' proprio cosi' alla natura non gliene frega niente dell'evoluzione spirituale dell'uomo .

Anch'io la vedo così..

Citazione:

L'uomo puo' tranquillamente vivere e morire senza porsi alcuna domanda e per molti e' cosi' .
E si sentono benissimoicon_mrgr:

luke 24-08-2011 16.26.50

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 102842)
E' peggio ancora. In linea di massima non gli frega niente, è disposta a tollerare una certa piccola percentuale di individui ma per il resto ostacola prepotentemente. L'essere evoluto va contro i suoi scopi, almeno nel breve.


Maledetta natura , te la faremo pagare prima o poi :( icon_mrgr:
In effetti per la natura sono più funzionali individui che pensano mangiare, riprodursi, morire e fare da concime, che non individui intenti ad esplorare se stessi, magari che mangiano o si accoppiano solo quando serve davvero, che non fanno figli "ad minchiam", ma solo se si sentono davvero in grado ecc ecc

Astral 24-08-2011 17.03.01

Non solo si dice che l'alchimista va contro natura quando effettua il suo lavoro, ma io penso anche qualsiasi persona che deve evolvere all'inizio va contro natura, ma con questo non intendo che è contro l'ambiente o madre terra (tipo che inquina).

Se ci pensate la legge della natura è la sopravvivenza, una madre ha 3 cuccioli, i due piu forti sopravvivono, il terzo muore e funge da cibo.
L'evoluzione della società si basa sulla soliderietà: un handicappato se seguissimo il ragionamento della natura, dovrebbe essere lasciato a se stesso, oppure quando c'è qualcuno più debole dovremmo approfittarci di lui (come fanno poi tante bestie umane).

Lo sforzo tipico dell'evoluzione, è in contrapposizione a ciò che ci viene naturale. Poi è ovvio che se uno non è piu identificato con la propria umanità, ma più spesso con la propria divinità, allora poi diventa naturale quello che prima era più difficile.

Ray 24-08-2011 23.39.14

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 102845)
Maledetta natura , te la faremo pagare prima o poi :( icon_mrgr:
In effetti per la natura sono più funzionali individui che pensano mangiare, riprodursi, morire e fare da concime, che non individui intenti ad esplorare se stessi, magari che mangiano o si accoppiano solo quando serve davvero, che non fanno figli "ad minchiam", ma solo se si sentono davvero in grado ecc ecc

Se uno si "sveglia" in tempo non fa figli. I figli si fanno sempre per istinto, cioè te li fa fare la natura. E' tollerato un parziale risveglio dopo aver figliato.

diamantea 25-08-2011 00.20.34

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 102857)
Se uno si "sveglia" in tempo non fa figli. I figli si fanno sempre per istinto, cioè te li fa fare la natura. E' tollerato un parziale risveglio dopo aver figliato.

E' scoraggiante per me Ray, che lavoro a fare? ho già figliato. Ho ascoltato la parte istintiva molto forte che mi ha fatto diventare madre invece di ascoltare quella parte più debole che voleva restare libera.
Ora è tardi, i figli sono per sempre anche se sono lontani, se muoiono, è un varco che si apre e non si chiude mai.
I figli da questo punto di vista penalizzano perchè una parte più o meno grande di se stessi resta vincolata a loro.

Ray 25-08-2011 00.39.23

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 102859)
E' scoraggiante per me Ray, che lavoro a fare?

Beh, ma che c'entra? Mica ho detto che se si fa figli non si può più evolvere. Ho solo detto che se ti evolvi abbastanza prima non li fai.

nikelise 25-08-2011 06.46.17

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 102857)
Se uno si "sveglia" in tempo non fa figli.

Perche' se uno si sveglia prima non fa i figli ?
E' vero che e' l'istinto materno a portare la donna a volerli ma non c'e' solo lei ma anche lui che l'istinto materno non ce l'ha :
oggi i figli sono voluti magari senza una vera e propria coscienza del loro valore , ma non nascono per una costrizione perche' questo e' l'istinto : una forza che si impone .
Anche solo il voler assistere anzi provare a vivere il mistero della nascita e' un volere un figlio .

Poi se si va piu ' a fondo , il rapporto con i figli come anche il rapporto di coppia se vissuto in modo '' cosciente ''e non per pressione dell'inconscio nelle sue varie modalita', anzi forse piu' il rapporto con i figli che non quello di coppia , e' un vero e proprio percorso di crescita personale :
il continuo rispetto della personalita' dei figli in una situazione , la nostra , di supremazia fisica e psicologica nei loro confronti ti impone un lavoro interiore, se lo vuoi fare , che non puo' venire da nessun altro rapporto .

Certo puoi pensare che il nostro non sia un bel mondo ma e' l'unico che c'e' e non dovrebbe bastare ad astenerti dal farli come non puo' bastare questo argomento ad evitare di vivere una vita che meriti di essere vissuta .

Tanto e' vero , se ci pensi bene , che capita spessissimo se non sempre che uno non fa figli ma poi li va a cercare in altri rapporti piu' o meno stretti ma sempre necessari alla propria crescita e alla fine a dare un senso alla propria vita .

diamantea 25-08-2011 07.49.17

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 102857)
E' tollerato un parziale risveglio dopo aver figliato.

Non tanto la prima affermazione quanto la seconda vorrei che chiarissi meglio.
Posso capire che se ci si risveglia prima si potrebbe non fare i figli ma potrei anche farne con consapevolezza come dice Nike.
Invece già il fatto di aver figliato riduce la tolleranza... è come sapere in partenza che non toccherò il traguardo, sento un fondo di verità limitante in me che mi scoraggia dal continuare.
Non che non ne abbia il desiderio, anzi, è sempre più forte, ma avverto il limite, non so se è questo o altro ma potrebbe essere questo, io so che l'essere madre mi vincola in qualche modo.
Credi che non mi accorga di come giro intorno mancando di continuo l'obiettivo?

Se è vero quello che dici, per me non ci può essere speranza di un totale risveglio in questa vita.

webetina 25-08-2011 09.15.35

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 102863)
Se è vero quello che dici, per me non ci può essere speranza di un totale risveglio in questa vita.

Io credo che per la donna che ha figliato, diciamo così, è più difficile che possa fare il percorso di crescita fino in fondo perchè non è libera, non è solo di se stessa. E' scritto dentro la condizione stessa di madre che non può rischiare fino in fondo, non può permettersi quella "morte" di cui si parla, necessaria, per superare la condizione che la lega principalemente all'istinto di protezione verso i figli.
Accade anche all'uomo che si crede necessario a questo scopo.
Penso che quando il desiderio di andare oltre preme , spesso nella donna-madre è più drammatico, proprio perchè più violento, una volta che una delle esperienze più forti e più sconvolgente per gli esseri umani, appunto il figliare, sia stata sperimentata e goduta. Questo potrebbe essere un aspetto della questione.


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