gambe,piedi ballerini
Non so a quanti di voi capita che accavallando una coscia,dopo un po la gamba inizia a ciondolare...su giù...su giù,allo stesso modo di quando si è distesi ed un piede inizia a muoversi,spesso l'altro lo segue ed ha inizio un movimento ritmico che pare allentare la tensione...ma cos'è che scarica questa azione spesso inconscia (almeno questa è la mia impressione),potrebbe trattarsi di energia mal/non gestita che cerca una valvola d'uscita?
Oppure è un atto che manifesta solo nervosismo? Sarebbe bene capire che roba è e soprattutto sapere come comportarsi quando il ballo di san vito parte...:C: |
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Se si, cosa potrebbe essere ad accomunare questa con le gambe accavallate? Sovrapposizioni... incroci... |
Ahhh...sonno.gif
Quindi accavallando o incrociando i piedi si determina un rallentamento della circolazione sanguigna che attraverso il movimento dei piedi e delle gambe "chiede" di essere riportata al flusso normale,libero da impedimenti...ma evidentemente chi dorme non comprende il messaggio ed inizia a pensare alle più disparate cause... grazie Ray fiori.gif ...sempre se ho azzeccato eh... P.S.mi scuso per l'infelice riferimento al ballo del fante vito...che è pur sempre una malattia e come tale va tenuta in considerazione diversamente...martello.: |
In genere questo movimento accade quando siamo molto concentrati, oppure se parliamo con qualcuno su cui carichiamo molta attenzione, in questo modo la concentrazione eccessiva che il corpo non regge la scarica con il movimento cercando di distrarre la mente. Un pò come quando per studiare alcuni passeggiano ripetendo la lezione.
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poi oltre agli incroci, ci sono le strozzature (rallentamenti ma anche diminuzoini), le chiusure ecc. oltre ai movimenti di scarico di cui parlava Sole. E' interessante osservarsi in questi movimenti e nelle posture che assumiamo automaticamente quando ci accingiamo a fare qualcosa. Per esempio moltissimi per rilassars (credono di rilassarisi) si mettono appunto tutti belli incrociati... è classica la posizione con un piede sopra l'altro. Viene da ridere dopo che si ha provato un rilassamento appena un po' decente (per esempio col TA). Allora ci si possono porre delle domande... magari non volevo rilassarmi ma fare altro (produrre un altro stato fisiologico... rilassamento e "sonno" sono due cose diverse) e quindi strozzo per ridurre l'afflusso invece di rilassarmi e lasciare che tutto scorra liberamente, senza che li incanali di qua o i la per fare qualcosa di specifico. Insomma, ce n'è volendo da osservare e imparare... |
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E non te lo dico boccaccia: (non subito almeno) così pensi... visto che in qualche modo è una cosa che a te interessa |
Io non so a cosa sia dovuto, ma spero di trovare qui la risposta, e magari il modo per togliere qst'abitudine visto che la gente che mi sta accanto appena mi parte il piede si innervosisce e comincia a dirmi di smettere. Io lo faccio sempre, anche mentre dormo, mi rilassa, anche se spesso non me ne rendo conto. Me ne accorgo, però, appena qlc1 mi blocca il piede ballerino. In ql momento è cose se sbattessi contro un muro, il mio corpo che era tutto in movimento a causa del piede, improvvisamente si blocca. Che nervi!!!
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Se devo pensare a qualcosa, se ci devo ragionare su e non mi viene bene,insomma, se c'è qualcosa da comprendere devo per forza mettermi a camminare, mi è impossibile, o quasi, rimanere ferma...è possibile che il movimento fisico aiuti il fluire dell'energia e quindi del pensiero? mi gioco il jolly e chiedo un aiutino...:@@ |
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Serve,da quel che so, a un po' di cose come "tenere sveglio il corpo" in una meditazione di consapevolezza. E chissa' magari,visto che e' una delle posizioni piu' antiche,attiva certi meccanismi energetici(sveglia kundalini) come le "asana" di yoga. Divagazione...: Noi abbiamo qui questo corpo e molte volte siamo succubi di lui,non e' pazzesco?E' un mezzo favoloso che non sfruttiamo abbastanza,chissa' quanti segreti porta con se. |
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Per quanto sia ben spiegato in questo post qui nel 3d di centri e attività umane, non arrivo a comprendere come integrare corpo e mente. Il TA è sicuramente un mezzo attraverso il quale integrare il corpo alla mente e viceversa... ma mi manca sempre un pezzo, mi manca sempre quel come. Se ho capito cosa dici in quel post stiamo parlando di "unire le forze" concentrarle verso un punto con uno sforzo cosciente delle tre parti. Quindi una via sarebbe quella di (purtroppo non mi viene il termine giusto con cui vorrei rendere l'idea che ho dentro) costringere in una sofferenza volontaria il corpo a star fermo così da educarlo. Provai tempo fa a studiare un libro in questo modoì, mi concentravo in una sorta di TA sul corpo e riuscivo a leggere senza eccessivo sforzo e a ricordare oltre che capire un 30% in più. Quindi questo mi fa riflettere sul fatto che mantenere la presenza oltre che attivare una educazione e creare quel famoso centro magnetico fa anche in modo di concentrare e quindi caricare .. diversamente disperdiamo. Insomma la via, sospetto, sia quella dell'educare il corpo.. ma anche la mente alla presenza. Così è una via verso l'integrazione? |
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Pensavo anche agli anelli,facile che se uno è un pochino stretto strozza il flusso nel dito,oppure al laccio emostatico che chiude, impedisce al sangue di fluire durante un prelievo ed anche ai pantaloni attillati. |
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E' chiaro che scegliere consapevlmente una posizione sapendo cosa andrà a produrre è diverso che assumerne automaticamente una credendo di produrre o di agevolare un certo stato (vedi incrociare le caviglie per rialssarsi). Poi purtroppo anche se le posizioni sono state tramandate e le insegnano decentemente un po' dappertutto, i motivi delle stesse spesso sono ignorati del tutto. Comunque le poszioni agevolano determinati flussi, non li attivano. E' la meditazione o la concentrazione o comunque il lavoro dentro che attiva... la posizione fa confluire in un certo modo quel che si spinge. Motivo per cui assumerle senza sapere quel che si fa (o senza essere seguiti da qualcuno che sa) può anche risultare pericoloso... se non sappiamo cosa spingiamo. Il discorso è parecchio complesso... spesso prendiamo per incroci cose che non lo sono (vedi mettere in risonanza) o meglio, forse, non tutti gli incroci producono chiusure e/o strozzature... o meglio ancora, se la posizione è studiata, se chiudo di qua apro di la. Mentre se accavallo le caviglie mi limito a ridurre un certo afflusso per esempio. Il corpo fisico è il più grande mistero a detta di molte branche dell'esoterismo... è il più difficle da indagare pare. |
La posizione che vediamo raffigurate nei geroglifici egizi, intendo quella seduta conle mani sulle gambe, sarebbe una delle migliori che aiuta una buona concetrazione ed attenzione.. ed è anch'essa una buona educazione.
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Il formicolio centra sicuramente con particolari flussi energetici, ma molto più spesso per me si tratta solo di posizioni scomode che strozzano qualche parte del corpo, ed è il sangue che non circola a causare quella spiacevole sensazione (oltre che di formicolio, anche di insensibilità e dunque di mancanza di controllo) :C: |
Infatti Kael è proprio così,adesso che so comunque gestirò il tutto in modo da non creare occlusioni...riguardo ai piedi inconsciamente li posizionavo in modo tale da farli riscaldare entrambi.
Un'altra cosa che ho notato è che quando mi stendo preferisco mettermi sul fianco ed anche in questo caso una coscia spesso incrocia l'altra e pesa su di essa...da oggi comunque cercherò di abituarmi a posizioni che permettano un fluire libero e quindi che non procuri quel fastidioso addormentamento dell'arto...:C: |
Quello del dormire è un problema anche per me, nel senso che tendo a dormire supino perchè se mi appallottolo un un fianco (posizione fetale) poi va a finire (non sempre ma spesso) che mi sveglio con qualche parte del corpo indolenzita, di solito le spalle o il collo...
:C: |
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Studiando si dovrebbe usare energia mentale e camminando mentre si studia si spreca energia motoria che va a mischiarsi in aiuto di quella mentale. E così? Quindi in sostanza richiamando tutte le energie alla mente mischio e al corpo resta ben poco. Ci sta il discorso sche si faceva poco tempo fa dei piccoli gesti ripetitivi come attorcigliarsi i capelli ad esempio, serve alla mente per succhiare su energia... Non riesco a quadrare.. voi che dite? |
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Secondo me se le energie si "mischiassero"l'una a sostegno dell'altra sarebbe una buona cosa..ci sarebbe armonia tra le due (in questo caso mentale e motoria)nel senso che se il pensiero riesce ad essere da sostegno per lo scopo,studiare,ben venga.. Ma se la mentale funge da freno..allora sarebbe meglio,cercare di concentrare l'energia nel centro che ci serve.. Quindi per come la vedo,se lo scopo è studiare,o il corpo si unisce al lavoro della mente,oppure sarebbe meglio tenerlo a bada,quando l'energia soprattutto ci serve..tenendo presente che comunque tutti i centri dovrebbero arrivare un giorno,a lavorare insieme.. fiori.gif P.S.sul motivo per cui si spreca penso che possa aver a che fare con la concentrazione e la volontànonso.gif |
Io penso che nell'associare allo studio un'attività fisica come camminare, questa attività dà un certo ritmo e scandisce in un certo senso il tempo della mente e aiuta a raggiungere un più alto livello di concentrazione.
Ho notato che quando studio qualcosa di ostico stando ferma uso più energia mentale, mentre se poi camminando avanti e indietro nella stanza mi ripeto quello che ho studiato mi sento alleggerita nello sforzo mentale e stranamente più concentrata che stando ferma. Perciò quell'energia che va "dispersa" nel camminare si recupera in concentrazione, non concentrandosi sul camminare, ovviamente, ma sull'oggetto dello studio. Infatti quando cammino studiando non vedo nemmeno quello che mi sta intorno, il mio corpo si muove, ma la mia mente è concentrata. |
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Se faccio un lavoro mentale dovrei usare energia mentale, se ne faccio uno fisico energia fisica... che poi sempre la stessa roba è solo che è raffinata a gradi diversi e quindi è adatta a funzionare al meglio nel centro corrispondente. Se viene usata per un altro, anche se funziona, funziona peggio, si disperde (la resa è minore e ci sono più scarti) e si logora il motore che ne fa uso. Il corpo gode nell'usare l'energia mentale perchè è meno grezza di quella fisica, ma dovrebbe usare la sua propria (che poi è la parte della mente "istintiva" che prende il piacere del corpo da questo ab-uso). La concentrazione ci pare migliore se mescoliamo perchè siamo abituati a gestire così gli sprechi e ad avere un ritorno di godimento quando fatichiamo, ma non è una concentrazione migliore di quella che potremmo avere usando le energie in modo più corretto. Banalmente pendo che surante uno sforzo mentale il corpo dovrebbe restare fermo e non prendersi la sua parte (che non è sua) delle energie in circolo per i suoi sollazzi. Viceversa, in un lavoro fisico la mente dovrebbe stare ad ascoltare il corpo, aiutandolo quindi con l'attenzione, ma senza interferire prendendo roba e andando per conto suo (in questo caso la mente ruba attenzione più che energia grezza). |
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Quando faccio sforzi fisici il pensare a qualcosa di piacevole o anche altro, mi sembra che mi allievi un po' lo sforzo, tipo imbrogliare la mente.... Ma è anche pericoloso perchè così è più facile perdere l'attenzione e magari farsi male... |
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Faccio un esempio,c'è un problema da risolvere,un problema che tocca in primis il centro emotivo,questo facilmente sprecherà (prendendo l'attenzione ed altro..),perchè ha preso il posto di quello intellettuale che in quel caso specifico,avrebbe dovuto avere la priorità..accorgersi di questo è già un primo passo verso il comprendere come gestire i centri,per poi farli funzionare un giorno..tutti correttamente insieme? Ancora oggi nuotavo al mare,mentre lo facevo la mente vagava un pò,resamene conto ho indirizzato tutta l'energia e l'impegno sul movimento,nuotavo meglio ed ho impegnato meno tempo e fatica a fare il solito percorso..fiori.gif |
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Questo che dici implica che lo sforzo è vissuto come spiacevole, ma siamo sicuri che il corpo lo viva sempre così? |
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Nello sforzo fisico, però, sono i muscoli che lavorano, e la mente che decide cosa bisogna fare, il pensare ad altro qui effettivamente non c'entra, forse sta a indicare che una certa cosa si reputa noiosa e spostando il pensiero su altro si fatica meno, ma come dici è la mente che ci imbroglia, non noi che imbrogliamo la mente... |
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Intanto un ricordo mi è tornato alla mente e l'ho ricollegato. Alle superiori durante una lezione avevo le gambe accavallate e l'insegnante spiegava, io ero attenta ma dondolavo la gamba. L'insegnante si interrompe e mi dice: quel gesto che fai è una distrazione. Riprese a spiegare e a me rimase sempre tantissimo impresso questo suo intervento di tantissimi anni fa ormai, e solo ora la posso ringraziare per avermi dato un imput che non avevo colto. Non sono abituata a pensare oltre un certo limite e siccome l'energia non si accumula bisogna usarla diversamente. Ma non è solo questo, c'è anche un fattore di interesse. Se una cosa ci interessa ci prende sappiamo ben far collaborare tutti i centri occorrenti alla cosa. La concomitanza è sempre la stessa. Agire con volontà (dovere e volontà che dobbiamo imparare a far coincidere) e forza, appena notiamo che qualcosa inizia a sfruttare l'energia non propria, ad esempio bisogno di muoversi, invece che trattenere piano piano rilasciare... sempre di più di modo di far allargare gli argini. Costringere il corpo a stare fermo se non è pronto e non è addestrato diventa uno spreco di energie mentali a fare attenzione al corpo che deve stare fermo e buono, ma non siamo più a quel punto completamente concetrati sullo studio per esempio. Mi sembra che la cosa ci stia bene con il trattenere e lo spingere, il tutto al momento opportuno. Finora l'ho vista al contrario. |
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