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'ayn soph 24-05-2007 21.56.44

Sembra che la Meditazione sia una Espansione più che una Concentrazione.
Infatti le tecniche per la concentrazione sembra che contribuiscano a renderci più chiusi. Cioè essere capaci pure di concentrarsi ma essenzialmente procedere in un cammino di consapevolezza e di espansione della coscienza.

Uno 25-05-2007 17.20.16

Di solito si associa come idea l'espansione alla meditazione (che è evidente che siano due cose diverse perchè altrimenti non esisterebbero due parole) perchè, soprattutto nel cosiddetto occidente siamo di solito tutti contratti.. ma mica tanto concentrati... quindi chi da contratto tenta qualche tecnica meditativa (che poi sono quando va bene riflessi di una reale meditazione) sente comunque un espandersi di se...

cassandra 01-10-2007 13.47.13

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 16657)
Sono pienamente conc-entrato nella concentr-azione... cioè entro in me e attiro "magneticamente" tutto il mio essere in un punto che ho deciso (che può essere di vario tipo, magari ne vedremo degli esempi) , azione perchè se io rilascio la presa lo stato sparisce, il mio Essere come quello di tutti è fluido, non costretto da nulla, solo la mia intenzione e volontà (per una concentrazione al massimo Volontà) può co-stringermi in un unico punto. Come dicevo prima nel nostro emisfero occidentale spesso una forma abbastanza forte accade in chi mette passione o brama in un lavoro o un sport, un hobby etc ma raramente per non dire mai può essere al livello di chi decide di praticare la concentrazione come esercizio esplorativo fine a se stesso, certo può essere d'aiuto già sapersi concentrare in un lavoro per esempio.

Mi piacerebbe avere degli esempi,ho letto varie cose al riguardo,tipo essere stesi,scegliere un punto interno come dicevi anche tu e cercare di renderlo come una calamita che attira a se tutta l'energia del corpo,mente vuota,respirazione spontanea...ma mi fido poco o meglio ,preferirei avere una conferma. icon_mrgr:
Se esiste un metodo ad hoc,so che tu lo sai...intanto nel mio piccolo mi sto cimentando...
Aspetto senza fretta...fiori.gif

turaz 01-10-2007 14.13.38

non so se sia "attinente"
io seralmente inizio rilassandomi con musica di sottofondo, sino ad arrivare ad uno stato ove sento il corpo leggero.
visualizzo luce la faccio penetrare mentalmente.
poi mi concentro su un punto (in questo periodo è mia moglie) e direziono luce verso di lei.

Ray 01-10-2007 22.49.50

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 39978)
non so se sia "attinente"
io seralmente inizio rilassandomi con musica di sottofondo, sino ad arrivare ad uno stato ove sento il corpo leggero.

Beh, non è certo concentrazione. Una pseudo-espansione forse, ma a mio avviso messa così, senza concentrazione prima ti perdi l'effetto molla e quindi dipende moltissimo dalla situazione del momento...

Sole 13-03-2011 00.49.55

L'espansione è collegata al fantasticare ed immaginare?

Quando succede che ci lasciamo andare arrivano immagini e le seguiamo e molto spesso possono risultare assurde. Tuffarci in quelle visioni può diventare davvero un mondo fantastico che in questa realtà non esiste. Razionalizzare quelle immagini è spesso difficile. Ci si perde dentro, si rischia di fare un viaggio in cui si perde completamente la percezione di dove è il corpo e di dove siamo noi. Diventiamo solo ciò che la fantasia ci sta trascianando a vedere.
Se è questa l'espansione o una sua piccola parte (l'occidente è una grande culla di scrittori, artisti geni dell'arte e della scienza), mi chiedevo come si possa restare ancorati pur lasciandosi andare a lei.

Sembra un controsenso perchè pur lasicandosi andare al "viaggio" si deve restare concentrati in un punto.
L'unico modo che mi viene in mente è ancorarasi ad un punto da cui parte una corda capace di espandersi all'infinito. Questo punto è la percezione di noi?
Quell'ancoraggio serve a non perdersi nella fantasia ma a farsi portare dove vogliamo andare.

In qualche modo questo ci porterebbe a risposte che vogliamo di cose che ancora non conosciamo. Esplorando il tutto intorno a noi da dentro di noi.
Come se partita la fantasia riuscissimo con la volontà, concentrata nel punto che vogliamo raggiungere, ad arrivare alla risposta.. a razionalizzarla nella fantasia stessa.

Ray 13-03-2011 02.15.24

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 97217)
L'unico modo che mi viene in mente è ancorarasi ad un punto da cui parte una corda capace di espandersi all'infinito. Questo punto è la percezione di noi?

Se ho capito quello che stai domandando, si. Ci si può espandere in vari modi... credo che la miglior cosa sia in tutte le direzioni, ma se anche "ci lanciamo" da una parte solo al corpo possiamo ancorarci (che io sappia). ancorandosi e lasciandoci andare il flusso di fantasie ci appare scorrerci davanti (secondo me in realtà siamo noi che ci muoviamo), ma restiamo coscienti di esserci. Questa coscienza poi può essere più o meno stabile ecc ecc

Astral 13-03-2011 09.11.20

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 21843)
Usando la geometria lineare l'equazione è
Individuo normale = linea
Concentrazione = punto
Espansione = quadrato

E la meditazione ovviamente = cerchio
--------------------------------------
Su questa ci torniamo perchè la figurazione geometrica può aprire nuove vie di pensiero... sinapsi vere e proprie

Riprendo da questo interessante schema (amo gli schemi) che mi sembra molto esplicativo.
Mi domanda il fantasticare dove lo cataloghiamo come una linea spezzata, un cerchio aperto?

Inoltre c'è uno stato ottimale in cui bisogna vivere? Oppure mi viene in mente che occorre utilizzarli a seconda delle situazioni.

Mi concentro quando studio, medito quando medito. Sono domande ovviamente, perchè lo stato principale in cui penso di vivere è il fantasticare. Forse può servire per scrivere libri, per prendere ispirazioni fantastiche, oppure è uno stato che comunque dovrebbe essere evitato a propri?

Sole 13-03-2011 13.51.43

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 97219)
Se ho capito quello che stai domandando, si. Ci si può espandere in vari modi... credo che la miglior cosa sia in tutte le direzioni, ma se anche "ci lanciamo" da una parte solo al corpo possiamo ancorarci (che io sappia). ancorandosi e lasciandoci andare il flusso di fantasie ci appare scorrerci davanti (secondo me in realtà siamo noi che ci muoviamo), ma restiamo coscienti di esserci. Questa coscienza poi può essere più o meno stabile ecc ecc


Anche io fin'ora ho pensato che solo al corpo ci si potesse ancorare, corpo come terra, come materia. Però... comincio a valutare una cosa che mi resta ferma tra "stomaco e petto".
Meditrare è sia essere concentrati che essere espansi, non è la via di mezzo tra le due ma è essere entrambe le cose. Noi fin'ora stiamo considerando la concetrazione nel e sul corpo. Ma se invece fosse che l'ancoraggio sia la stessa concentrazione laddove punto la freccia dell'arco? Provo a spiegarmi anche se penso che hai già capito. Mi ancoro alla direzione in cui Voglio andare, al bersaglio, ed intorno a quello espando tutto me stesso lasciandomi andare alla fantasia. Se mi ancoro al bersaglio la fantasia non mi fa perdere e l'espansione è proficua perchè mi porta un risultato, una conoscenza che diversamente non avrei avuto e sarebbe stata una enorme dispersione.

Andando nel pratico, ho sempre pensato che meditare fosse qualcosa legato ad uno stato naturale che arriva. Invece non è affatto così è una azione appunto medit-azione. Si può meditare su un concetto fissando la direzione di ciò che vogliamo sapere e così direzionando la fantasia in quel senso. Ma è veramente difficile mantenersi concentrati in questo senza immaginare.. senza condizionare la fantasia, lasciarla libera e non perdersi. Ma aldilà del difficile sapersi concentrare su qualcosa è fondamentale è strafondamentale per non perdersi. E questa è davvero l'acqua calda.

Sopra Uno parlava di non più sforzo nel mentre. Ed è così in effetti, o meglio lo sento così, puntato il bersaglio deve restare la nostra direzione ed in questo non c'è nessuno sforzo, siamo ancorati a quel bersaglio.

Più sopra nel post ho detto che pensavo che ci si ancorasse al corpo come materia come terra... e pensandoci in effetti è così. Quando ci concentriamo formiamo un centro magnetico, attiriamo materia a noi.

Ray 14-03-2011 00.40.48

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 97222)
Riprendo da questo interessante schema (amo gli schemi) che mi sembra molto esplicativo.
Mi domanda il fantasticare dove lo cataloghiamo come una linea spezzata, un cerchio aperto?

Inoltre c'è uno stato ottimale in cui bisogna vivere? Oppure mi viene in mente che occorre utilizzarli a seconda delle situazioni.

Mi concentro quando studio, medito quando medito. Sono domande ovviamente, perchè lo stato principale in cui penso di vivere è il fantasticare. Forse può servire per scrivere libri, per prendere ispirazioni fantastiche, oppure è uno stato che comunque dovrebbe essere evitato a propri?

Secondo me il fantasticare è il muoversi della linea sull'ipotetica superficie del quadrato, ma senza che la linea si modifichi (anche se spostandosi farà esperienza delle altre linee). Mentre per espandersi si deve ancorare alla linea "di base" e lasciare andare lo sviluppo del quadrato.

Interessante la cosa del cerchio... se il quadrato è la "semplice" espansione dell'individuo normale (la linea), il cerchio è l'espansione del punto (individuo concentrato).
Però questo un po' cozza con la cosa che la vera espansione parte dalla concentrazione... a meno che non basti (come se fosse poco) andare fino in fondo con la concentrazione per accedere ad un barlume di meditazione semplicemente lasciandosi andare... ancorandosi però al punto e non alla linea.

Sole 14-03-2011 11.18.41

Citazione:

Però questo un po' cozza con la cosa che la vera espansione parte dalla concentrazione...
Secondo me non è propedeutica la concetrazione all'espansione. Che sia necessaria è un altro discorso. Ci si può espandere senza che ci sia la base della concetrazione, certo costa tanto, manca il fiato, mancano le forze ma ci si espande. Come la concentrazione c'è senza espansione. Guarda gli orientali. Sole che l'una senza l'altra sono incomplete.

Ray 14-03-2011 11.32.17

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 97250)
Secondo me non è propedeutica la concetrazione all'espansione. Che sia necessaria è un altro discorso. Ci si può espandere senza che ci sia la base della concetrazione, certo costa tanto, manca il fiato, mancano le forze ma ci si espande. Come la concentrazione c'è senza espansione. Guarda gli orientali. Sole che l'una senza l'altra sono incomplete.

Ho detto "vera" espansione e pensavo al discorso della molla.

Sole 14-03-2011 13.01.25

Si lo avevo letto e considerato il "vera".

Ma può accadere anche guardando un panorama, si può sostenere che eri concetrato sul panorama ma non stai facendo molla in quel caso, ti stai proprio godendo e poi perdendo o abbandonandoti al panorama e all'improvviso sei parte di esso ed esso è tutto intorno e dentro a te.

Mi ripeto, secondo me possono esistere entrambe indipendentemente l'una dall'altra e sono vere. Altrimenti la vera concetrazione non potrebbe esistere se non ci fosse espansione che fa da resa.
Possiamo anche sostenerlo in effetti, ma mentre studio (per fare un esempio) non sto partecipando anche al fuori, anzi sono tutto dentro quello che sto studiando.

Si, forse c'è una minima partecipazione dell'una all'altra ma la minima partecipazione non ne fa una collaborazione determinante affinchè sia definibile vera o non vera.

Sole 04-10-2011 14.21.29

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 104616)
Al contrario, saper usare (cosa molto ma molto difficile) immaginazione e visualizzazione passiva ma in cui c'è sempre un Io (diciamo così, oppure un Se forse meglio) che fa una richiesta e che tiene un orientamento della direzione può essere molto proficuo.
Purtroppo è molto facile credere di immaginare passivamente quando invece si fantastica etc..

Era da un pò che volevo portare qui questo discorso e ne colgo l'occasione con questo post di Uno nell'altra discussione.

Quel che in giro chiamano meditazione corrisponde a qualcosa del genere, sempre che abbia capito cosa intendevi, che secondo me non è ancora meditazione ma potrebbe essere una buona fonte di ispirazione.
In sostanza si tratta di concentrarsi su un concetto e cercando di restare fermi su quel concetto lasciare andare la fantasia, l'immaginazione visualizzando via via il percorso che prende in immagini quel concetto che vogliamo esplorare.
Si può dire che questa sia una espansione e concentrazione insieme o solo una forma evoluta di concentrazione?
Non credo si possa parlare di meditazione perchè ho idea che questa passi per il "sentimento".

Faltea 05-10-2011 12.29.20

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 104641)
Era da un pò che volevo portare qui questo discorso e ne colgo l'occasione con questo post di Uno nell'altra discussione.

Quel che in giro chiamano meditazione corrisponde a qualcosa del genere, sempre che abbia capito cosa intendevi, che secondo me non è ancora meditazione ma potrebbe essere una buona fonte di ispirazione.
In sostanza si tratta di concentrarsi su un concetto e cercando di restare fermi su quel concetto lasciare andare la fantasia, l'immaginazione visualizzando via via il percorso che prende in immagini quel concetto che vogliamo esplorare.
Si può dire che questa sia una espansione e concentrazione insieme o solo una forma evoluta di concentrazione?
Non credo si possa parlare di meditazione perchè ho idea che questa passi per il "sentimento".

Ho capito anch'io cosi, una meditazione/visualizzazione con un Io esterno che visiona tutto quanto accade senza interferire.
La difficoltà sta proprio nel rimanere concentrati al punto di permettere questa attenzione dell'Io esterno ma al contempo frenare la stessa per evitare di influenzare la visione/visualizzazione.
Questa contrazione ed espansione continua per rimanere nel mezzo, sul filo richiede molto allenamento ma non la definirei un'evoluzione, piuttosto un'imparare a stare in equilibrio tra le due forze.

Cosa intendi quando dici che la meditazione passa per il sentimento?

Sole 05-10-2011 13.32.05

Non mi è facilissimo spiegare cosa intendo, anche perchè onestamente non ho mai meditato, ho fatto altre cose che quasi tutti chiamano meditazione ma non lo era. Come faccio a sapere che non lo era? Non so neanche questo. Sono percezioni, sensazioni di qualcosa di più che va ben oltre.

Provo.
Hai presente la meditazione Zazen? Quando senti parlare di quella meditazione ti dicono che quella è La meditazione. Una volta mi hanno insegnato a farla e tutto era tranne che quello che sarebbe dovuto essere per me. In pratica ti insegnano una grande profonda concentrazione. Ma la Zazen è qualcosa che non può essere definito a parole ne insegnato, io credo ci si debba arrivare per gradi comprendendo cosa è il muro bianco. Posso anche mettermi in loto e fissare un muro bianco facendo in modo che la mente non interferisca... ma sto facendo qualcosa affinchè la mente non interferisca, oppure sto osservando un muro bianco o le immagini che ne scaturiscono. Sono quindi concentrata in questo. Mentre invece tutto l'Essere dovrebbe essere... dove? Nel Cuore, percependo attraverso di esso tutto l'Essere dentro e fuori senza che la mente inferiore interferisca e ben radicati nel Corpo inteso nel senso più ampio possibile. A parole... ma se provi a farla ti rendi conto immediatametne che stai interferendo in ogni dove.
Per cui penso che questo metodo di fissarsi in un punto attorno al quale fare emergere immagini controllate.. sia un punto importante per lasciarsi ispirare ma l'intuizione data dalla meditazione è ben lontana.

Ma poi qui dobbiamo ancora far bene il TA, probabilmente sono problemi che ci porremo molto più avanti.

Faltea 07-10-2011 12.27.56

Ci dicono che meditare è tenere fuori i pensieri, cercare di avere la mente limpida e non pensare a nulla.
Ma in realtà già il cercare di tenere fuori i pensieri oppure guardarli passare (tecniche diverse) è un'azione che se si medita non si dovrebbe fare.
Considero meditazione quella dei monaci tibetani o simili, che li porta ad uno stadio così profondo da esternarsi completametne dal presente senza comunque avere pensieri (fissi o meno).
Dove la mente è piatta e riescono a mantenere questo stadio anche per giorni, riducendo al minimo le funzioni vitali. Padroneggiando il corpo.
Questo li porta a varcare i confini della conoscenza, li porta ad uno stadio superiore di consapevolezza.
Ora voglio vedere come facciamo noi, tra lavoro, casa e tutto a pensaro solo lontanamente di poter raggiungere uno stadio simile.
Certo, possiamo mollare tutto ed avventurarci verso questa strada, ma le due cose assieme sono impraticabili proprio per il tempo che una tecnica così profonda richiede.

luke 07-10-2011 13.15.34

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 104766)
Questo li porta a varcare i confini della conoscenza, li porta ad uno stadio superiore di consapevolezza.
Ora voglio vedere come facciamo noi, tra lavoro, casa e tutto a pensaro solo lontanamente di poter raggiungere uno stadio simile.
Certo, possiamo mollare tutto ed avventurarci verso questa strada, ma le due cose assieme sono impraticabili proprio per il tempo che una tecnica così profonda richiede.

Penso, e spero, non sia impossibile ottenere risultati senza chiudersi in un monastero.
Per esempio la Quarta VIa dovrebbe permettere l'evolzione proprio in condizioni di vita ordinaria.
Ritengo, però, che ad un certo punto sia indispensabile avere degli "aiuti", nel senso di Scuole, Maestri , con esercizi appositi, influenze sottili ecc, che permettono l'utilizzo di centri superiori ai quali ingenere non accediamo, tutto da solo non credo sia possibile.

Partiamo dalla vita ordinaria e cerchiamo di sfruttarla al meglio intanto, poi sarà quel che sarà..


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