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isaefrenk 02-12-2006 07.37.42

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 26344)
Ma non si tratta di secondo chi.
Se una cosa non esiste sta nel non manifesto, altrimenti esisterebbe e sarebbe nel manifesto.

Provo un esempio. E' il tuo compleanno e io per regalo ti scrivo una poesia. Questa poesia esiste, è manifesta.
Ma io potrei scegliere di regalarti un orsetto di peluche, e allora la mia poesia non sarebbe mai esistita...

Sta a me, perchè la poesia E' (dentro di me) ma poi se la faccio esistere o no dipende da me. Se non la scrivo, ovvio che non esiste, però E' (in potenza)

forse non hai ben chiaro cos'è il non Manifestato e il Manifestato.
allora: dicesi manifestato tutto ciò che ha una successione e quindi tutti i sentire che compongono gli esseri che contengono i tutti i cosmi.
questa è un parte del TUTTO_UNO_ASSOLUTO.
l'altra parte è il non Manifestato, che è il principio e la fine della nostra lunga strada che compone il Sentire di coscienza.
in questo non Manifestato vi è tutte le Coscienze Assolute che Sentono tutto l'Assoluto, tutti gli esseri del manifestato e non.
il Manifestato è tutto ciò che ha una successione logica e quindi tutto ciò che è nel Manifestato, si deduce che i pensieri , sentimenti atti fisici e SENTIRE siano nel manifestato.
tutto quello che si Sente ESISTE nel monifestato e nel non Manifestato.
XXXXXXXXXXXXXXXXXX

Nota di Uno per la seconda volta calncello un link che non è necessario alla discussione

Kael 02-12-2006 09.20.40

Ok, vedo che la tua è una posizione forte, e che non sei intenzionata a metterla in discussione. Quindi va bene cosi. ciao.

isaefrenk 02-12-2006 10.25.39

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 26351)
Ok, vedo che la tua è una posizione forte, e che non sei intenzionata a metterla in discussione. Quindi va bene cosi. ciao.


potremmo dire la stessa cosa di te

Ray 02-12-2006 13.32.05

Citazione:

Originalmente inviato da isaefrenk (Messaggio 26331)
in effetti sono la stessa cosa.
l'essere E', l'esistenza E' l'essere. (quando arrivi scrivi)
quel forse non è che ci stia a dire molto se si segue la logica, quindi un'incertezza che non si lega a ciò che vorresti così audacemente sostenere, allora qui si parla per ragionamento o per evitare il ragionamento?8-)
l'essere non sente secondo te? come minima cosa, cosa fa l'essere? non capiamo perchè ti sembra fuori luogo, visto che siamo formati da sentire in senso lato e di coscienza.
se l'esistenza non è sentire cos'altro è?
cià:C:

L'unica cosa che ha senso scrivere adesso che sono arrivato è per chiarire quel "forse" di cui è evidente non avete compreso il significato nel mio discorso.
Quel "forse" non indica mia incertezza su quanto affermo ma possibilità della consequenzialità. Ovvero (se si va a rileggere) intendevo che se mangio forse mi sazio, ma non è detto, potrei anche non saziarmi (se non mangio abbastanza per esempio). Era piuttosto semplice. Chiaramente, per trasposizione, intendevo che se sono (essere) può darsi che di conseguenza esisto (in determinate condizioni) oppure no.
Come dire che Essere è condizione necessaria ma non sufficiente per esistere.
Ma questa cosa è già stata spiegata in tutte le salse, non serve che la ripeto con parole ancora diverse. Voi restate della vostra opinione contraria... va bene, non fa nulla.

Per il resto del discorso, ovvero la vostra supposizione a proposito del sentire, essendo appunto supposizione vostra e non di Parmenide (su questo non c'è mala traduzione che tenga) non credo valga la pena continuare in questo contesto. Potrebbe anche essere interessante argomento per altro tread, ma qui preferisco restare in topic e ragionare partendo da Parmenide e non da isaefrank.

Per quanto riguarda il vostro concetto di logica mi pare non ci sia altro da aggiungere. Credo risulti evidente a tutti che vi siete formati un concetto tutto vostro al quale pretendete la realtà si adegui, mentre in filosofia ma anche in tutto il resto, dovrebbe avvenire l'opposto, ovvero ci si adegua alla logica per poterla reclamare a nostro uffizio. Mi risulta anche evidente che preferite nn tenere in considerazione gli argomenti proposti dagli altri per discutere eventualmente anche i vostri, ma che pretendete si prendano i vostri come assunti e si discuta sul come adeguarvisi. Liberissimi, per carità. Solo che Parmenide potrebbe trovarsi in difficoltà a mutare idea in vostro favore...

Quindi per tornare a quella che trovo una discussione utile e costruttiva riformulo più chiaramente la mia opinione:
"Ray ritiene che, PER PARMENIDE, essere ed esistere siano due cose diverse e su questo si trova daccordo con lui. Ray prende atto che isaefrank non concordano con Parmenide."

Su questa base "virgolettata" (e sul resto di Parmenide) rispondo ancora qui, sul resto lo farò, eventualmente, in altro tread, ma non qui.

Kael 02-12-2006 14.55.52

Allora, riprendiamo il discorso dall'inizio, dalla massima di Parmenide:
''L' essere è e non può non essere, il non essere non è e non può non essere''

La prima domanda da farsi, quella che salta agli occhi è: "è COSA?"
Manca l'aggettivo. L'Essere è. Punto.
Se infatti proviamo a mettere un aggettivo all'essere è evidente che la frase non sta in piedi:
"L'essere è rosso e non può non essere rosso (e fin qua ci siamo), il non essere non è rosso (qui anche) e non può non essere rosso (ecco qua la contraddizione..)"
Ma questo caso si verifica con l'aggettivo, che quindi da una forma temporanea a questo Essere.
L'Essere è una forma all'infinito...

Il non essere non è ( e se non E'...) non può non essere.


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