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nikelise 22-06-2009 16.41.59

L'ipocrisia
 
Il termine ipocrisia indica l'incoerenza voluta tra azioni svolte e valori enunciati tacitamente o esplicitamente. Per ipocrita si definisce la persona che afferma una determinata idea e poi si comporta in una maniera contradditoria ad essa.

Questa grossomodo la definizione.
E' un vero cancro nel vivere sociale e dell'evoluzione dell'individuo.
L'ipocrita sa di esserlo secondo voi?
Secondo me si perche' e' il mezzo che usa piu' vigliacco per guadagnare posizioni rispetto all' avversario .

stefano 22-06-2009 16.44.18

beh se è "voluta" di fatto lo sa.
altrimenti non sarebbe ipocrisia ma semplice incoerenza almeno credo.

nikelise 22-06-2009 18.51.59

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70324)
beh se è "voluta" di fatto lo sa.
altrimenti non sarebbe ipocrisia ma semplice incoerenza almeno credo.

Ma nella definizione l'ipocrisia e' un'incoerenza tra cio' che si fa e cio' da cui si prende le distanze .
E' una variante del perbenismo .
Da dove nasce il perbenismo ?
Non vorrei tornare alla morale giudaico - cristiana pero' il Greco era un tutt'uno luce ed ombra almeno fino a Socrate che ha avuto l'ardire di provare a dire cosa e' bene e cosa e' male.
A noi e' stato insegnato a vergognarci delle nostre debolezze e noi lo insegnamo ai nostri figli .

stefano 22-06-2009 18.57.16

il perbenismo o l'ipocrisia nascono (secondo me) da un preconcetto frutto di "sentito dire"piuttosto che di conoscenza su cosa è bene e cosa è male.
ciò porta a forzare un qualcosa del proprio essere a vivere una condizione diversa rispetto al tutt'uno che indicavi.
da una parte additare il male e dall'altro farlo insomma.
non sarebbe forse meglio evitare di parlare e osservarsi per bene?

Uno 22-06-2009 18.58.52

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70344)
A noi e' stato insegnato a vergognarci delle nostre debolezze e noi lo insegnamo ai nostri figli .

Beh questo non è sbagliato, è sbagliato che vergognandoci cerchiamo di nascondere le magagne con comportamenti ipocriti, quindi come dici tu con perbenismo (gli ismi sono sempre brutte bestie)

nikelise 22-06-2009 20.09.48

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70347)
Beh questo non è sbagliato, è sbagliato che vergognandoci cerchiamo di nascondere le magagne con comportamenti ipocriti, quindi come dici tu con perbenismo (gli ismi sono sempre brutte bestie)

Vero ma forse non dovremmo farli vergognare di quello che non sono , come non dovremmo vergognarci noi della nostra ombra di quello che non riusciamo a fare o di quello di brutto che siamo trascinati a fare .
Perche' poi nascondere e' molto facile ,inevitabile .
Lasciarli liberi di sbagliare figli.... ma chi ce la fa , viene una paura terribile che e' figlia della paura che hanno inculcato a noi quando sbagliavamo.

luke 22-06-2009 20.29.46

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70349)
Vero ma forse non dovremmo farli vergognare di quello che non sono , come non dovremmo vergognarci noi della nostra ombra di quello che non riusciamo a fare o di quello di brutto che siamo trascinati a fare .
Perche' poi nascondere e' molto facile ,inevitabile .
Lasciarli liberi di sbagliare figli.... ma chi ce la fa , viene una paura terribile che e' figlia della paura che hanno inculcato a noi quando sbagliavamo.

Purtroppo è difficile riuscire a tirare fuori gli scheletri che abbiamo nell'armadio, anche perchè ci troveremmo in un contesto in cui saremmo tra i pochissimi a farlo, ci sentiremmo vulnerabili e messi in mezzo.
Certo continuare a tenerli chiusi nell'armadio comporta comunque un dispendio di energie non indifferente, sopratutto verso noi stessi, visto che ognuno è al corrente dei problemi ed i punti più critici che ha, solo che spesso si preferisce non soffermarcisi troppo sopra.

Quando si decide di affrontare le nostre ombre o le nostre mancanze, ed in genere ciò avviene non prima dell'età adulta quindi con alcuni decenni in cui esse sono state libere di crescere ed invaderci, dovremo affrontare una lotta non indifferente, sistemare le voragini che nel frattempo si sono create, ed è probabile che molti decidano di rinunciare adottando poi un comportamento ipocrita, che oltretutto spesso a livello di relazioni sociali fà anche più "figo" mi sembra.

Io spero di non averlo fatto, penso di aver cercato di essere, sopratutto da un punto in avanti, onesto con me stesso, però la lotta è dura, snerva, assorbe molte energie, richiede resistenza non indifferente e più uno si impegna, più le voragini e le circostanze che sensibilizzano i nostri punti critici sembrano aumentare.

nikelise 23-06-2009 20.59.26

Mi riferisco ad una posizione presa oggi da famiglia cristiana ( v.yahoo) ma solo come spunto per parlare in generale del problema .
Chi impedisce di ammettere le proprie debolezze , nel grande ma nel piccolo e' lo stesso .
Come si fa a progredire cosi' ?

stella 23-06-2009 22.39.43

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70376)
Chi impedisce di ammettere le proprie debolezze , nel grande ma nel piccolo e' lo stesso .
Come si fa a progredire cosi' ?

Secondo me si progredisce solo con la coerenza, che vedo quasi come l'opposto dell'ipocrisia, anche se l'ipocrisia potrebbe essere definita come la coerenza nel persevare nella doppiezza tra ciò che si è e ciò che si vuol far credere di sè....
Nessuno impedisce di ammettere le proprie debolezze, ma per farlo bisogna affrontare un cambiamento che l'ipocrita in quanto tale non vuole affrontare, altrimenti non sarebbe ipocrita.
D'altra parte penso che se una persona avesse questo coraggio sarebbe molto più credibile e non perderebbe affatto quello che ha paura di perdere a mettersi allo scoperto, ma se per una persona ipocrita è tanto difficile cambiare nel piccolo del proprio ambiente tanto di più lo sarà nel grande, penso che sia quasi un fatto esponenziale, anche se si potrebbe iniziare nel piccolo a provare a essere sinceri, ma secondo me più che una questione di essere è una questione di ciò che si vuole, e se non si vuole non c'è nulla da fare....

Ray 23-06-2009 22.53.37

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70376)
Chi impedisce di ammettere le proprie debolezze , nel grande ma nel piccolo e' lo stesso .
Come si fa a progredire cosi' ?

Se l'ipocrisia generale è lo specchio della media dei comportamenti dei singoli e se quella del singolo è lo specchio di quel che accade dentro di lui, la tua definizione iniziale va rivista. Ossia andrebbe valutato quel "voluta" riferito alla doppiezza.

L'ipocrita, nella sensazione che mi da, è sempre al limite del rendersi e non rendersi conto della distanza tra quanto dice e quanto fa. Spesso accade che questa consapevolezza si riduce via via che il comportamento ipocrita diviene abitudine. Quando si "pizzica" un'ipocrisia, la reazione se non è di violento rifiuto, è spesso a metà tra la negazione e lo stupore.

Chi ci impedisce di ammettere le nostre debolezze... ossia chi ci spinge ad essere ipocriti? La generale rimozione dell'ombra. Che poi porta all'innalzamento della comune opinione che assenza di ombra=bene. Non esiste opinione più pericolosa.

D'altra parte... chi ha avuto un minimo a che fare con se stesso sa che integrare lati d'ombra richiede dei notevoli sforzi di tipo morale. Lo si diceva mi pare in altri tread che più la consapevolezza aumenta più aumenta l'etica no? Ma ci vuole comunque uno sforzo morale per aumentare la consapevolezza.

Quindi ritengo che il meccanismo del raccontati che non hai quel lato e non accorgerti che agisce per conto suo, rafforzato dal chiedi continuamente l'altrui riconoscimento sulla tua purezza predicando quel che poi non sei in grado di fare e che fai di nascosto, non sia solo sonno.

stella 24-06-2009 22.28.33

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70379)
Se l'ipocrisia generale è lo specchio della media dei comportamenti dei singoli e se quella del singolo è lo specchio di quel che accade dentro di lui, la tua definizione iniziale va rivista. Ossia andrebbe valutato quel "voluta" riferito alla doppiezza.

L'ipocrita, nella sensazione che mi da, è sempre al limite del rendersi e non rendersi conto della distanza tra quanto dice e quanto fa. Spesso accade che questa consapevolezza si riduce via via che il comportamento ipocrita diviene abitudine. Quando si "pizzica" un'ipocrisia, la reazione se non è di violento rifiuto, è spesso a metà tra la negazione e lo stupore.

Chi ci impedisce di ammettere le nostre debolezze... ossia chi ci spinge ad essere ipocriti? La generale rimozione dell'ombra. Che poi porta all'innalzamento della comune opinione che assenza di ombra=bene. Non esiste opinione più pericolosa.

D'altra parte... chi ha avuto un minimo a che fare con se stesso sa che integrare lati d'ombra richiede dei notevoli sforzi di tipo morale. Lo si diceva mi pare in altri tread che più la consapevolezza aumenta più aumenta l'etica no? Ma ci vuole comunque uno sforzo morale per aumentare la consapevolezza.

Quindi ritengo che il meccanismo del raccontati che non hai quel lato e non accorgerti che agisce per conto suo, rafforzato dal chiedi continuamente l'altrui riconoscimento sulla tua purezza predicando quel che poi non sei in grado di fare e che fai di nascosto, non sia solo sonno.

Io penso che in fondo si sa di avere quel lato e a quel lato si è anche affezionati, solo che per la maggior parte del tempo si cerca di ignorarlo e soprattutto di farlo ignorare agli altri.
Se non si cercasse sempre l'altrui riconoscimento forse tanta ipocrisia scomparirebbe.
Comunque penso che ci sono persone che sono inconsapevoli di questo meccanismo e sono convinte che se si raccontano che il loro lato nascosto o ombra che dir si voglia non esiste e questo agisce per conto suo non pensano affatto di poter essere definite ipocrite perchè non si sentono così, e ci sono persone che sanno di esserlo, cioè consapevolmente predicano bene e razzolano male.
Per esempio i sacerdoti che hanno fatto condannare Gesù, se l'hanno fatto convinti che quella era una cosa giusta secondo la legge, o non avevano capito nulla di Dio ed erano in buona fede oppure temevano di essere smascherati e di perdere il loro potere, infatti Gesù chiamava loro e la gente come loro "sepolcri imbiancati" belli e irreprensibili di fuori e marci dentro.....
Persone che si servono di una cosa che per definizione dovrebbe essere buona solo per acquistare potere e rispettabilità e far prosperare il loro lato nascosto, se non è venuto loro nessun dubbio, nessuna crisi di coscienza, nessun rimorso, può significare solo che è quello il lato principale del loro modo di essere, e in questo sono coerenti.
Ma non avere il coraggio di ammettere di aver sbagliato e cercare di correggersi significa amare troppo il proprio errore e per questo si rivestono di buone intenzioni e di una buona facciata, per lo scopo di poter perseverare con il consenso degli altri.
"Errare è umano, persevare è diabolico", è putroppo e proprio questo che ci vedo.

nikelise 25-06-2009 10.56.52

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 70407)
Io penso che in fondo si sa di avere quel lato e a quel lato si è anche affezionati, solo che per la maggior parte del tempo si cerca di ignorarlo e soprattutto di farlo ignorare agli altri.
Se non si cercasse sempre l'altrui riconoscimento forse tanta ipocrisia scomparirebbe.
Comunque penso che ci sono persone che sono inconsapevoli di questo meccanismo e sono convinte che se si raccontano che il loro lato nascosto o ombra che dir si voglia non esiste e questo agisce per conto suo non pensano affatto di poter essere definite ipocrite perchè non si sentono così, e ci sono persone che sanno di esserlo, cioè consapevolmente predicano bene e razzolano male.
Per esempio i sacerdoti che hanno fatto condannare Gesù, se l'hanno fatto convinti che quella era una cosa giusta secondo la legge, o non avevano capito nulla di Dio ed erano in buona fede oppure temevano di essere smascherati e di perdere il loro potere, infatti Gesù chiamava loro e la gente come loro "sepolcri imbiancati" belli e irreprensibili di fuori e marci dentro.....
Persone che si servono di una cosa che per definizione dovrebbe essere buona solo per acquistare potere e rispettabilità e far prosperare il loro lato nascosto, se non è venuto loro nessun dubbio, nessuna crisi di coscienza, nessun rimorso, può significare solo che è quello il lato principale del loro modo di essere, e in questo sono coerenti.
Ma non avere il coraggio di ammettere di aver sbagliato e cercare di correggersi significa amare troppo il proprio errore e per questo si rivestono di buone intenzioni e di una buona facciata, per lo scopo di poter perseverare con il consenso degli altri.
"Errare è umano, persevare è diabolico", è putroppo e proprio questo che ci vedo.

Avere la vera possibilita' di esternare , manifestare i nostri vizi e mancanze , l'ombra insomma , sarebbe una rivoluzione epocale dalle implicazioni enormi.
Invece non e' cosi' perche' ?
Se vogliamo andare veramente al fondo di questo problema credo che si debba partire da molto molto lontano da quella promessa di salvezza ultraterrena che ha condannato tutti noi ad apparire diversi da quelli che siamo e che ci limita enormemente nella crescita.

stefano 25-06-2009 11.28.16

già il "portarli alla luce" sarebbe metà del lavoro (se non 3/4)
che bello sarebbe se ciascuno riuscisse nel suo piccolo a farlo.
A parlare apertamente dei suoi lati bui, delle sue ombre, in modo da "portarle alla luce", osservarle e capire se davvero sono così negative.
se rimaste sotto... generano mostri.
Portate alla luce, a mio parere, perdono molto della loro forza.

Ray 25-06-2009 12.08.01

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70416)
Avere la vera possibilita' di esternare , manifestare i nostri vizi e mancanze , l'ombra insomma , sarebbe una rivoluzione epocale dalle implicazioni enormi.
Invece non e' cosi' perche' ?
Se vogliamo andare veramente al fondo di questo problema credo che si debba partire da molto molto lontano da quella promessa di salvezza ultraterrena che ha condannato tutti noi ad apparire diversi da quelli che siamo e che ci limita enormemente nella crescita.

Beh ma non è la promessa a condannare qualcuno ad appparire ciò che non è. La promessa riguarda il dominare le nostre parti oscure non il fare finta che non ci siano o il cercare di sembrare migliori di quello che siamo senza anche cercare di migliorarci davvero. Cioè non è la promessa che genera l'ipocrisia, è la comoda risposta che l'umano tenta.
Ma poi, andando ancora più indietro, perchè quella promessa?

nikelise 25-06-2009 12.12.53

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70422)
Beh ma non è la promessa a condannare qualcuno ad appparire ciò che non è. La promessa riguarda il dominare le nostre parti oscure non il fare finta che non ci siano o il cercare di sembrare migliori di quello che siamo senza anche cercare di migliorarci davvero. Cioè non è la promessa che genera l'ipocrisia, è la comoda risposta che l'umano tenta.
Ma poi, andando ancora più indietro, perchè quella promessa?

L'altra faccia della promessa e' la condanna .
E' questa paura della condanna a bloccare l'evoluzione.
Ed e' su questa paura che TALUNI fondano il loro potere.
Se fossimo liberi di sbagliare senza andare all'inferno le cose sarebbero sicuramente diverse.

Ray 25-06-2009 12.16.14

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70424)
L'altra faccia della promessa e' la condanna .
E' questa paura della condanna a bloccare l'evoluzione.
Ed e' su questa paura che TALUNI fondano il loro potere.
Se fossimo liberi di sbagliare senza andare all'inferno le cose sarebbero sicuramente diverse.

Ma lo siamo, basta che ci pentiamo dell'errore. L'inferno, la condanna, è per chi sbaglia e non fa nulla per rimediare e/o evitare di sbagliare di nuovo.
Se non ci fosse condanna, con relativa possibiliità di perdono, si limiterebbe d avallare l'errore, rendendolo non più tale.

nikelise 25-06-2009 12.20.29

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70426)
Ma lo siamo, basta che ci pentiamo dell'errore. L'inferno, la condanna, è per chi sbaglia e non fa nulla per rimediare e/o evitare di sbagliare di nuovo.
Se non ci fosse condanna, con relativa possibiliità di perdono, si limiterebbe d avallare l'errore, rendendolo non più tale.

Siamo liberi?
L'inferno non e' solo quello dopo la morte e' quello a cui ti costringono qui in terra gli ipocriti.
Quante cose non si fanno qui in terra anche sbagliando per poi imparare per colpa degli ipocriti.

stefano 25-06-2009 12.24.10

chi ti impedisce di farle?
se desideri fare una cosa con tutto te stesso falla.
Altrimenti è cmq (per me) una forma di dipendenza psicologica dagli "altri".
gli ipocriti esisteranno sempre.
magari per insegnarti cosa non essere:)

nikelise 25-06-2009 12.27.43

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70428)
chi ti impedisce di farle?
se desideri fare una cosa con tutto te stesso falla.
Altrimenti è cmq (per me) una forma di dipendenza psicologica dagli "altri".
gli ipocriti esisteranno sempre.
magari per insegnarti cosa non essere:)

Appunto , perche' non dipendiamo tutti da qualcosa?
O siamo tutti svegli ?
L'ipocrisia e' un potente sonnifero e chi l'ha creata non lo sapeva?

stefano 25-06-2009 12.30.35

chi l'ha creata?
magari noi... inconsapevolmente (all'inizio) e da li si è cristallizzata come abitudine

nikelise 25-06-2009 12.33.51

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70431)
chi l'ha creata?
magari noi... inconsapevolmente (all'inizio) e da li si è cristallizzata come abitudine

Non credo noi , l'ipocrisia si fonda su una fortissima struttura di pensiero che il singolo non ha il potere di creare.

Ray 25-06-2009 12.38.34

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70432)
Non credo noi , l'ipocrisia si fonda su una fortissima struttura di pensiero che il singolo non ha il potere di creare.

Forse non noi nel senso di io e te, ma noi nel senso di umano si. Oppure è stato il diavolo... che da un certo punto di vista è pure vero, se pensiamo proprio ai demoni interiori che nell'ipocrita possono prosperare senza ostacoli.

Ma non credo l'ipocrisia derivi dalla promessa, per quanto interfacciata dalla condanna... è solo una delle possibili modalità di rapportarcisi, sicuramente però condannata da quella stessa promessa.

Ray 25-06-2009 12.41.18

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70427)
Siamo liberi?
L'inferno non e' solo quello dopo la morte e' quello a cui ti costringono qui in terra gli ipocriti.
Quante cose non si fanno qui in terra anche sbagliando per poi imparare per colpa degli ipocriti.

Dici che se tutti potessero dare libera espressione alle loro ombre questo inferno di quaggiù migliorerebbe?
Forse per il singolo che ci lavora sinceramente, ma anche in questo caso ho dei dubbi, ma per tutti gli altri e per il globale, sarebbe unn inferno peggiore.
La promessa/condanna potrebbe proprio essere una risposta a quel peggiore inferno.

nikelise 25-06-2009 12.56.00

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70434)
Dici che se tutti potessero dare libera espressione alle loro ombre questo inferno di quaggiù migliorerebbe?
Forse per il singolo che ci lavora sinceramente, ma anche in questo caso ho dei dubbi, ma per tutti gli altri e per il globale, sarebbe unn inferno peggiore.
La promessa/condanna potrebbe proprio essere una risposta a quel peggiore inferno.

Per evitare l'inferno sociale c'e' il codice penale e quello civile ma per l'inferno della psiche ?
Facciamo un esempio sotto gli occhi di tutti : andare con una escort non e' reato pero' se ci vai sei condannato da tutto il mondo dei perbenisti e anche da te stesso dovresti esserlo se fossi un po' evoluto .
Ma se non ci vai solo perche' il perbenismo te lo vieta che miglioramento c'e' in te?

stefano 25-06-2009 13.13.00

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70432)
Non credo noi , l'ipocrisia si fonda su una fortissima struttura di pensiero che il singolo non ha il potere di creare.

ce l'ha ce l'ha soprattutto se è nascosto.
cmq intendevo "noi" parlando di collettività.
una sorta di egregora più o meno (a mio parere)

stefano 25-06-2009 13.15.09

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70434)
Dici che se tutti potessero dare libera espressione alle loro ombre questo inferno di quaggiù migliorerebbe?
Forse per il singolo che ci lavora sinceramente, ma anche in questo caso ho dei dubbi, ma per tutti gli altri e per il globale, sarebbe unn inferno peggiore.
La promessa/condanna potrebbe proprio essere una risposta a quel peggiore inferno.

per il singolo a mio parere si.
e se ciò fosse fatto in una collettività che lavora sinceramente ancora di più.
servirebbe a se e agli altri (a mio parere)
farle emergere, osservarle e insieme lavorarci sopra.
capire da cosa nascono, perchè nascono e come fare in modo da renderle conscie (portarle alla luce).
non sarebbe forse un'opera al nero collettiva?

luke 25-06-2009 13.41.02

Secondo me l'ipocrisia è insita nell'essere umano sin dalle origini , non è stata creata da una dottrina o tradizione in particolare.
Certo è una parte oscura che presuppone a mio avviso comunque la presenza di altri esseri umani coni quali relazionarsi:
se io fossi l'unico uomo al mondo potrei comunque avere paura, essere cattivo e crudele verso la natura o verso gli animali o verso me stesso, ma in assenza di altre persone con cui relazionarmi difficilmente potrei essere iporcrita o provare vergogna.

L'ipocrisia per come la stiamo descrivendo, comporta due livelli di "bugie", il primo con se stessi nel non voler ammettere/affrontare determinate nostre ombre ed il secondo nei confronti degli altri, con i vari perbenismi e attegiamenti iprocriti che teniamo in società, detti livelli secondo me sono cumunicanti e si aliementano a vicenda.

La storia della promessa /condanna può aver avuto la funzione di pungolo per spingere maggiormente gli individui ad affrontare il loro demoni, poi comunque ci sarà sempre chi non lo farà, chi si bloccherà per paura della condanna, chi non ha bisogno di pungoli per vivere appieno perchè la vita stessa gli offre pungoli più che sufficienti e chi per paura dell'inferno affronterà i propri lati oscuri.
Che poi le dottrine ufficiali, almeno per quel poco che vedo e che conosco, diano ben pochi strumenti per riuscire efficacemente nell'impresa questo è un altro discorso.

Uno 25-06-2009 13.57.45

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70437)
per il singolo a mio parere si.
e se ciò fosse fatto in una collettività che lavora sinceramente ancora di più.
servirebbe a se e agli altri (a mio parere)
farle emergere, osservarle e insieme lavorarci sopra.
capire da cosa nascono, perchè nascono e come fare in modo da renderle conscie (portarle alla luce).
non sarebbe forse un'opera al nero collettiva?

No e questo evidenzia che non hai capito che cos'è l'Opera al nero

stefano 25-06-2009 14.25.19

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 70439)
No e questo evidenzia che non hai capito che cos'è l'Opera al nero

allora ti chiedo di spiegarmi brevemente perchè non è utile.

stefano 25-06-2009 14.32.11

vediamo forse mi è venuto fuori qualcosa.
se l'opera al nero consiste nell'arrivare a osservare il proprio nero e scioglierne la causa, portare "fuori" all'esterno la propria ombra di fatto non è un'opera.
è solo un modo per parlare di se e di fatto tiene nell'inerzia?

nikelise 25-06-2009 15.30.36

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 70438)
Secondo me l'ipocrisia è insita nell'essere umano sin dalle origini , non è stata creata da una dottrina o tradizione in particolare.
Certo è una parte oscura che presuppone a mio avviso comunque la presenza di altri esseri umani coni quali relazionarsi:
se io fossi l'unico uomo al mondo potrei comunque avere paura, essere cattivo e crudele verso la natura o verso gli animali o verso me stesso, ma in assenza di altre persone con cui relazionarmi difficilmente potrei essere iporcrita o provare vergogna.

L'ipocrisia per come la stiamo descrivendo, comporta due livelli di "bugie", il primo con se stessi nel non voler ammettere/affrontare determinate nostre ombre ed il secondo nei confronti degli altri, con i vari perbenismi e attegiamenti iprocriti che teniamo in società, detti livelli secondo me sono cumunicanti e si aliementano a vicenda.

nLa storia della promessa /condanna può aver avuto la fuzione di pungolo per spingere maggiormente gli individui ad affrontare il loro demoni, poi comunque ci sarà sempre chi non lo farà, chi si bloccherà per paura della condanna, chi non ha bisogno di pungoli per vivere appieno perchè la vita stessa gli offre pungoli più che sufficienti e chi per paura dell'inferno affronterà i propri lati oscuri.
Che poi le dottrine ufficiali, almeno per quel poco che vedo e che conosco, diano ben pochi strumenti per riuscire efficacemente nell'impresa questo è un altro discorso.

La Promessa / condanna se consentisse di fare , chiedere perdono (come diceva Ray), capire e progredire andrebbe bene .
Ma non va cosi' , va che il cadere continuo crea un tal annientamento e senso di colpa ed una convinzione della natura umana irreparabilmente votata al male , alimentata spesso a bella posta , che l'individuo non ne esce piu'.

luke 25-06-2009 15.51.09

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70443)
La Promessa / condanna se consentisse di fare , chiedere perdono (come diceva Ray), capire e progredire andrebbe bene .
Ma non va cosi' , va che il cadere continuo crea un tal annientamento e senso di colpa ed una convinzione della natura umana irreparabilmente votata al male , alimentata spesso a bella posta , che l'individuo non ne esce piu'.

Difatti ho scritto anche che le dottrine, le religioni, le tradizioni a mio modesto parere, dopo aver pungolato e magari instillato sensi di colpa, non danno strumenti efficaci per una vera progressione: aiuti maggiori forse possono venire al più dalla parte esoterica e nascosta che è appannaggio di pochi volenterosi e sappiamo che il percorso è comunque arduo, faticoso ed i rischi di non farcela e mollare sono alti, almeno fino a quando non arrivano risultati stabili, netti e duraturi.

E' un pò come dare al proprio figlio una educazione ultra severa, piena di tabù, per paura che un giorno diventi un degenerato: se ci si limita a questo e non si completa l'educazione con aiuti per la strada alternativa da fare, si rischia di creare un imbelle, terrorizzato dal vivere, che per non scoppiare dovrà per forza un giorno cominciare a raccontarsela su tante cose.

luke 25-06-2009 16.01.57

Anche prescindendo dai precetti religiosi, qualnque tipo di ambiente, familiare sociale culturale, ecc ci condiziona ed in molti casi questo condizionamento ce lo ritroviamo addosso non per nostra volontà, ci fa rabbia ma comunque c'è.
Vista in senso ampio la promessa di salvezza, lasciamo stare per il momento quella eterna, può significare che cumunque ce la si può fare, e quindi nei vari contesti esistenziali ci si deve almeno provare, poi magari i risultati non saranno quelli voluti o forse sì o forse saranno meglio, però ci si deve provare davvero.

stefano 25-06-2009 16.32.42

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 70444)
Difatti ho scritto anche che le dottrine, le religioni, le tradizioni a mio modesto parere, dopo aver pungolato e magari instillato sensi di colpa, non danno strumenti efficaci per una vera progressione: aiuti maggiori forse possono venire al più dalla parte esoterica e nascosta che è appannaggio di pochi volenterosi e sappiamo che il percorso è comunque arduo, faticoso ed i rischi di non farcela e mollare sono alti, almeno fino a quando non arrivano risultati stabili, netti e duraturi.

E' un pò come dare al proprio figlio una educazione ultra severa, piena di tabù, per paura che un giorno diventi un degenerato: se ci si limita a questo e non si completa l'educazione con aiuti per la strada alternativa da fare, si rischia di creare un imbelle, terrorizzato dal vivere, che per non scoppiare dovrà per forza un giorno cominciare a raccontarsela su tante cose.


sta li secondo me la "chiave".
sta in un certo senso nel mantenersi sulla Via centrati senza dar troppo peso alle strade altrui.
Una sorta di egoismo sano quantomeno inizialmente

Sole 25-06-2009 17.16.26

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 70444)
Difatti ho scritto anche che le dottrine, le religioni, le tradizioni a mio modesto parere, dopo aver pungolato e magari instillato sensi di colpa, non danno strumenti efficaci per una vera progressione: aiuti maggiori forse possono venire al più dalla parte esoterica e nascosta che è appannaggio di pochi volenterosi e sappiamo che il percorso è comunque arduo, faticoso ed i rischi di non farcela e mollare sono alti, almeno fino a quando non arrivano risultati stabili, netti e duraturi.

E' un pò come dare al proprio figlio una educazione ultra severa, piena di tabù, per paura che un giorno diventi un degenerato: se ci si limita a questo e non si completa l'educazione con aiuti per la strada alternativa da fare, si rischia di creare un imbelle, terrorizzato dal vivere, che per non scoppiare dovrà per forza un giorno cominciare a raccontarsela su tante cose.

Però potremmo considerare quei tabù come una molla. Cioè maggiore è la forza che tiene, maggiore sarà la forza che dovrò mettere per lanciarmi fuori dal tabù e maggiore sarà il lancio verso la direzione che ho scelto.
Da questo punto di vista è una notevole mano.

luke 25-06-2009 17.31.05

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 70447)
Però potremmo considerare quei tabù come una molla. Cioè maggiore è la forza che tiene, maggiore sarà la forza che dovrò mettere per lanciarmi fuori dal tabù e maggiore sarà il lancio verso la direzione che ho scelto.
Da questo punto di vista è una notevole mano.

Ah si questo senz'altro...
E' come, per fare un'altra metafora, dover correre con uno zaino di due quintali sulle spalle: costa sforzi e fatica enormi ma se un giorno si riuscisse a togliersi lo zaino dalle spalle scopriremmo di aver sviluppato grazie ad esso due gambe straordinariamente forti ed in grado di consentirci di percorrere distanze enormi; anzi in più potremmo scoprire che proprio lo zaino ci ha impedito di imboccare strade sbagliate, apparentemente più piacevoli ma senz'altro più povere di Vita, allora a quel punto lo zaino avrà un ruolo ed un senso comprensibile, fino ad allora non è un compagno di viaggio piacevolissimo da portare.
Quello che non ho ancora ben realizzato è se lo zaino siamo in grado di levarcelo da soli, se serve l'aiuto di qualcuno o se cadrà da solo una volta presa la strada giusta per noi....

stella 25-06-2009 17.32.36

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 70444)
Difatti ho scritto anche che le dottrine, le religioni, le tradizioni a mio modesto parere, dopo aver pungolato e magari instillato sensi di colpa, non danno strumenti efficaci per una vera progressione: aiuti maggiori forse possono venire al più dalla parte esoterica e nascosta che è appannaggio di pochi volenterosi e sappiamo che il percorso è comunque arduo, faticoso ed i rischi di non farcela e mollare sono alti, almeno fino a quando non arrivano risultati stabili, netti e duraturi.

E' un pò come dare al proprio figlio una educazione ultra severa, piena di tabù, per paura che un giorno diventi un degenerato: se ci si limita a questo e non si completa l'educazione con aiuti per la strada alternativa da fare, si rischia di creare un imbelle, terrorizzato dal vivere, che per non scoppiare dovrà per forza un giorno cominciare a raccontarsela su tante cose.


Uno strumento che si usa poco è la confessione, che se fatta bene comporta prima un esame di coscienza tramite il quale si individua il proprio nero, una richiesta di perdono e un sincero pentimento.
Per quanto riguarda l'opera al nero da eseguire su se stessi, secondo me è un lavoro individuale che dovrebbe riportare alla propria materia com'era in origine, e per far questo non basta far venire alla luce il nero prendendo coscienza della sua esistenza, ma individuato il problema bisognerebbe decomporlo in modo che torni materia prima e purificata, e questo non avviene senza sofferenza.
Il processo è appunto la presa di coscienza del problema che sta alla base, e almeno per mia esperienza è nei momenti di crisi, quando appunto si vede tutto nero, che si può effettuare questo rimescolamento, i momenti di crisi sono quelli in cui si pensa che più in fondo di così non si può andare quindi non c'è null'altro da perdere ma forse qualcosa da guadagnare.
Nel caso dell'ipocrisia si tratta di capire perchè alcune cose non vogliamo che gli altri le sappiano, significa che se non possiamo esporle alla luce non le giudichiamo degne di ciò, prenderne coscienza e riuscire a confessarle è un passo che fa sì che non possiamo più tenerle nell'ombra e far finta che non esistano....

nikelise 25-06-2009 17.33.29

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 70445)
Anche prescindendo dai precetti religiosi, qualnque tipo di ambiente, familiare sociale culturale, ecc ci condiziona ed in molti casi questo condizionamento ce lo ritroviamo addosso non per nostra volontà, ci fa rabbia ma comunque c'è.
Vista in senso ampio la promessa di salvezza, lasciamo stare per il momento quella eterna, può significare che cumunque ce la si può fare, e quindi nei vari contesti esistenziali ci si deve almeno provare, poi magari i risultati non saranno quelli voluti o forse sì o forse saranno meglio, però ci si deve provare davvero.

E' vero , il perbenismo e l'ipocrisia in famiglia fa grandi danni .
I figli non te li perdonano se non con grandi sforzi e solo diventati grandi .
Riconoscono pero', quando ci sono , i grandi sforzi di coerenza dei genitori.
Le reazioni violente che hanno son dovute alla ribellione contro l'ipocrisia.
Poi pian piano si adeguano anche loro.

luke 25-06-2009 17.47.29

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 70448)
Ah si questo senz'altro...
E' come, per fare un'altra metafora, dover correre con uno zaino di due quintali sulle spalle: costa sforzi e fatica enormi ma se un giorno si riuscisse a togliersi lo zaino dalle spalle scopriremmo di aver sviluppato grazie ad esso due gambe straordinariamente forti ed in grado di consentirci di percorrere distanze enormi; anzi in più potremmo scoprire che proprio lo zaino ci ha impedito di imboccare strade sbagliate, apparentemente più piacevoli ma senz'altro più povere di Vita, allora a quel punto lo zaino avrà un ruolo ed un senso comprensibile, fino ad allora non è un compagno di viaggio piacevolissimo da portare.
Quello che non ho ancora ben realizzato è se lo zaino siamo in grado di levarcelo da soli, se serve l'aiuto di qualcuno o se cadrà da solo una volta presa la strada giusta per noi....

Mi auto cito perchè mi è venuta in mente un'ultima possibiità e cioè lo zaino non cadrà mai, qualcosa dentro ci sarà sempre e siamo noi che dobbiamo avere le gambe sempre più forti per non farci schiacciare a terra da esso, al più strada facendo potremmo avere dei bastoni che ci aiutino alleviandoci un pò lo sforzo...

nikelise 25-06-2009 17.51.11

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 70449)
Uno strumento che si usa poco è la confessione, che se fatta bene comporta prima un esame di coscienza tramite il quale si individua il proprio nero, una richiesta di perdono e un sincero pentimento.
Per quanto riguarda l'opera al nero da eseguire su se stessi, secondo me è un lavoro individuale che dovrebbe riportare alla propria materia com'era in origine, e per far questo non basta far venire alla luce il nero prendendo coscienza della sua esistenza, ma individuato il problema bisognerebbe decomporlo in modo che torni materia prima e purificata, e questo non avviene senza sofferenza.
Il processo è appunto la presa di coscienza del problema che sta alla base, e almeno per mia esperienza è nei momenti di crisi, quando appunto si vede tutto nero, che si può effettuare questo rimescolamento, i momenti di crisi sono quelli in cui si pensa che più in fondo di così non si può andare quindi non c'è null'altro da perdere ma forse qualcosa da guadagnare.
Nel caso dell'ipocrisia si tratta di capire perchè alcune cose non vogliamo che gli altri le sappiano, significa che se non possiamo esporle alla luce non le giudichiamo degne di ciò, prenderne coscienza e riuscire a confessarle è un passo che fa sì che non possiamo più tenerle nell'ombra e far finta che non esistano....

Questa e' vergogna piu' che ipocrisia .
La vergogna ci fa diventare ipocriti , ipocrisia come momento di riscatto rispetto agli altri.
L'ipocrisia e' un atteggiamento sbagliato verso le colpe degli altri .
Se eliminassimo la nostra vergogna non saremmo ipocriti.
La vergogna nasce dalla condanna di chi sbaglia .
Sempre li' si arriva .


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