Non conosco quasi per niente Jung ma devo dire che con le poche ma buone notiziei di questo thread (davvero bello ed interessante) anche io ci vedo dei brevi e semplici parallelismi con Gurdi. Ad esempio i 4 tipi con i tre tipi di Gurdi che sono l'uomo istintivo, emotivo ed intellettuale ed i relativi passaggi tra i vari centri inferiori.
Per quanto riguarda quello ceh ci si chiedeva sopra sulla possibilità di passare da un tipo ad un altro, non so ripeto la teoria e l'esperienza di Jung, ma io credo che sia del tutto plausibile nel percorso di crescita. Uno shock (cosciente per Gurdi) dà la possibilità di svegliarsi su un altro livello orizzontale della nostra personalità ad esempio e sperimentarlo, per Jung tale shock è incosciente ma accade, meno frequentemente. Mi piacerebbe "giocare" e offrirmi volontaria soprattutto per capire meglio questa distinzione tra intro ed estro. Non mi è chiara affatto anche perchè la trovo forse troppo assolutistica, ma probabilmente la visione deriva proprio da una caratteristica che vado a dire. Io ritengo di rientrare nella pensiero estroversa e introversa. Estroversa per via della dedizione all'esterno e nell'adattamento praticamente a qualsiasi situazione con relativa sofferenza che spesso ne vien fuori e nell'osservazione a volte eccessiva del fuori. Introversa per via delle "invasioni barbariche" e della conseguente paura delle suggestioni, molto molto meno che in passato a dire il vero. Sicuramente molto più estro che intro comunque. Forse che non ci si può identificare completamente in un tipo ma bisogna in ogni caso valutarne gli eccessi? Cioè si è tutti i tipi in entrambi le maniere ma solo uno prevale? |
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Ma non scambiate questo per analisi. Analisi non è infilare se stessi in una categoria, è sentire (più un sacco di altre cose). Infilare se stessi in una categoria può avere delle utilità iniziali per acquistare un'idea sommaria di funzionamenti meccanici che ci caratterizzano, ma non si deve mai dimenticare che siamo unici e complessi. O sta cosa rischia di fare la fine dell'astrologia... o sono toro o scorpione... ma allora com'è che ho anche qualche caratteristica dei gemelli? Detto questo Diam, che facciamo? Ti interessa il mio spunto? Bene. Io ho parlato di non-problema. Tu in quel post avevi spiegato come l'esperienza di quella relazione aveva influito sui tuoi approcci successivi e i dubbi che aveva generato. Adesso mi rispondi con una spiegazione iper-razionale tutta bella accomodata in un sistema teorico. Per me però la tua spiegazione non spiega nulla. A meno che non risolva il conflitto... lo fa? |
In effetti come accennavo sopra mi appare troppo assolutistica la classificazione così fatta. Inevitabilmente ci devono essere tutti i tipi con la prevalenza o la dominanza di uno in particolare ma questo Nike lo dice più su. Solo che mi pare vengano a mancare le infinite sfumature dell'uomo. Forse è il limite dell'esposizione. Più che altro c'è anche la voglia di autoclassificarsi in un limite di appartenenza, il che è pericoloso perchè ci si perde tutto il resto.
Detto ciò trovo comunque utile indagare tenendo però presente di non restare per sempre con l'abito che abbiamo trovato adatto a noi. E' un piccolo spunto anche divertente da cui fare un certo percorso. La psicoanalisi ad oggi non è ancora una scienza esatta. |
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Il mio obbiettivo e' quello di spiegare un meccanismo di dinamica dell'inconscio che almeno a me era sconosciuto , come si trattasse di un contenitore da riempire . Il lavoro poi dovrebbe proseguire sia nel senso di riempire con le nostre esperienze lo schema sia di assimilare le dinamiche di rimozione e compensazione . La descrizione che jung fa dei tipi e delle principali dinamiche attiene all'ipotesi di tipi puri ma l'individuo e' un'infinita commistione di tendenze .Poi nel libro Jung fa degli esempi di dinamiche per ogni tipo puro che sono solo una traccia pratica su come lavorare su di se' . Nessuna pretesa di completezza ne' di indottrinamento pertanto ma solo di un tentativo di arricchimento attraverso il vostro coinvolgimento che come ho gia' detto e' assolutamente necessario perche' l'esposizione sia produttiva di qualcosa . Vedasi il mio post 11 a conferma : ''Provo a risponderti prendendola alla lontana : Anticipo che e' assai difficile fare una sintesi utile di un tema cosi' complesso sicche' non so se saro' in grado di adattarlo al 3d . Chiedo pertanto aiuto e comprensione . Riportero' una descrizione del tipo estroverso pensiero senza alcuna pretesa di pensare che corrisponda al tipo di Diam , sara' lei che dovra' , se vorra' , prenderne le distanze magari collocandosi in altro schema tipologico . Cio' che conta e' la descrizione della dinamica degli atteggiamenti psichici per inserire poi delle nostre considerazioni .'' |
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dovrebbe valere il proverbio cinese : quando torni a casa picchia la moglie tu non sai perche' lei si pero' .icon_mrgr: icon_mrgr: Il problema e' che neppure lei sa perche' .icon_mrgr: icon_mrgr: forse bisognerebbe spiegarlielo . Comunque vedrete che se riusciremo a sviluppare il tipo estroverso pensiero sarete ampiamente soddisfatte e giustificate . |
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Colgo l'occasione per dire che considerando che non è analisi, e giustamente tenendo conto dei limiti delle classificazioni, anche perchè ce ne sono diverse, queste, se prese solo come strumenti, anche momentanei, aiutano molto a sbloccare la confusione a la mancanza di direzione verso cui iniziare un altro pezzetto di lavoro su se stessi. Quando feci lavori pratico esperienziali con l'enneagramma, una delle tante classificazioni, rimasi affascinata e subito ripresi con vigore nuovo lavoro e aggiunsi nuova conoscenza di me e degli altri che mi stavano vicini. Successivamente riconsiderai lo schema, me ne distaccai come è giusto che accadesse, ma strumento prezioso fù, e l'unico che in quel momento potei cogliere. Il tipo o traccia caratteriale che sia c'è sempre, anche la più debole. Che ci arrivi in varia misura dalla eredità, dalla educazione, dal contatto con la terra in cui viviamo, traccia indelebile è quasi sempre, anche solo considerando che per decenni abbiamo sempre fatto in quel modo. ((Per Nike: maschilistà!!!!)) |
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Ho messo in conto che in questa vita forse non lo risolvo ma almeno capendo posso evitare di aggravarlo. Ancora non mi hai spiegato cosa intendi con non-problema. Hai avuto un'intuizione ma io non ci arrivo da sola. Uso degli strumenti a mia disposizione e che sono in grado di comprendere per arrivare alla radice ma non è nemmeno detto che lo capisca o che capendolo lo risolva. Ma devo fare tutto quanto mi è possibile per riuscire. Se mi manca una gamba capire il come mi può aiutare ad accettarlo e a non perdere anche l'altra ma di sicuro non mi restituirà quella tolta, ma posso sostituirla con una protesi che non sarà la mia gamba ma come se fosse, mi permetterà di recuperare in tutto o in parte la funzionalità. Detto questo aggiungo per rassicurarti che non intendo inscatolarmi in una definizione nè intendo farlo con altri. So molto bene che siamo molto di più di quel che riusciamo a comprendere. Il lavoro per me è stimolante e da brava estroversa è proprio quel che ci vuole per canalizzare al meglio la mia energia, impegno la funzione pensiero in qualcosa di costruttivo che distoglie l'attenzione dalla distruttività verso la funzione primaria con cui si trova al momento in competizione, non è poco per me. Aggiungo ora una riflessione che può contribuire a chiarire il non-problema: l'idealizzazione. Una cosa a cui non avevo fatto caso consapevolmente ma che ha fatto le sue radici. Ho idealizzato quella figura di uomo come l'unico che è riuscito a tirare fuori da me stimoli e l'unico che è riuscito a farmi soffrire così tanto. La conseguenza si può ben intuire, nessun altro uomo è stato in grado di soddisfarmi come lui e nessun altro a farmi soffrire come lui. Nessun altro in grado di sostuirlo, di prendere il suo posto nel bene e nel male. Adesso non so cosa vuol dire esattamente sta cosa ma ci sto studiando e se avete qualche idea sono qui sempre open. Le intuizioni non condivise non servono a nulla nonso.gif |
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I cinesi a favore delle donne hanno inventato delle speciali bambole con il pilota automatico che le permettono di pensare liberamente e di darle il tempo di calcolare il momento giusto (si-si-si) in cui formulargli la sua richiesta che le nega dal suo "ultimo mal di testa" ma non pretende che lui lo capisca e non ci tiene a spiegarglielo.diavolo.g: Sarebbe interessante farne un tread, che dici? icon_mrgr: Lo potremmo intitolare "All'uomo appare quello che la donna finge"... :@@ Azz mi è scappato di nuovo l'orco! |
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Oppure : l'uomo non capisce quello che la donna non spiega e che lui si rifiuterebbe di capire. Oppure: la donna nega quella che darebbe volentieri ad altri che invece non vogliono . Oppure ancora : parlatene a lungo cosi' deciderete di non farlo mai piu' insieme . Ecco altri buoni spunti icon_mrgr: icon_mrgr: . A parte gli scherzi bisognerebbe insegnare agli uomini come prendere il tempo all'estroversa pensiero piazzando di quando in quando un bel vuoto pneumatico nel rapporto tale da mandare a vuoto il calcio nel sedere con conseguente capriola all'indietro e caduta della medesima estroversa sul terreno di gioco . Metafora calcistica che spero non ti sia ostica . |
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ma ti impedisce di fare qualcosa di veramente veramente ....completo . Vedi un recente 3d. |
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La cosa migliore perche' qualcuno riempia e' metterle uno spazio vuoto a disposizione . Se invece lo spazio e' sempre pieno lei puo' solo svuotare . |
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Per contro ho anche stimolato a continuare e per due volte - questa è la terza - ho suggerito di guardare anche ai tipi che non sono stati ancora esplorati, magari prima di ritrovarsi del tutto in uno di essi. Poi magari si confermeranno le impressioni attuali, ma scegliere una scatola senza averle davanti tutte può farci fare lavoro inutile. Ho anche velatamente suggerito, come anche altri hanno detto, che è probabile ognuno trovi in se caratteri di più di un tipo... è molto difficile incontrare un tipo puro. Tuttavia questo non toglie nulla alla validità della descrizione di un meccanismo appartenente ad un tipo o all'altro che riconosciamo in noi. Citazione:
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Intanto dico due cose su questo tipo, poi se serve ne possiamo inserire anche altri, tanto ne mancano ancora sei. Innanzitutto a livello caratteriale tendo all'introversione nel senso di essere discretamente chiuso, in molte occasioni taciturno, non particolarmente amante della compagnia, specie di persone nuove verso le quali tendo ad avere un ateggiamento diffidente, magari con chi conosco da più tempo sono molto più aperto. E' vero anche che tendo ad analizzare la realtà esterna ma il tutto più che altro per avere conferme o smentite ai mondi che mi cosruisco internamente, tramite lunghi dialoghi con me stesso che faccio da età pre- adolescenziale. Difficilmente però quese costruzioni poi passano dalla fase del progetto alla fase della realizzazione, i vari intoppi e le varie questioni che escono fuori quando mi accingo a fare qualche passo concreto poi ri-comportano nuove dissertazioni mie interne. E' vero anche che una volta estrinsecati questi pensieri, come dice jung, vorrei avessero la forza per auo affermarsi, forse perchè dopo tutta la fatica che ci ho fatto sopra, vederli liquidare in 5 minuti o vederli mettere a confronto con pensieri altrui che mi danno l'impressione di essere stati partoriti in due secondi , un pò , magari involontariamente scoccia, anche se ovviamente nessuno mi ha costretto a faticarci sopra così tanto. E' interessante il discorso delle altre funzioni che a livello inconscio si fanno strada , maari sotto forma di qualche intuizione o sensazione improvvisa che hanno però l'effetto spesso di comportare tonnellate di altri pensieri per contrastarli, così come l'esistenza dei vari meccanismi difensivi, specie quello citato nell'ultima riga, che un pò mi ha fatto "drizzare le orecchie" quando l'ho letto. Gli altri tipi introversi mi sono sembrati un pò più "fumosi", ad esempio non sono riuscito a mettere a fuoco benissimo le differenze tra sentimento e sensazione, ma questa può essere una conferma che queste funzioni sono presenti in me in modo primitivo e quindi non facilmente decodificabili. |
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Riguardo l'intoversa è una donna tendenzialmente melanconica, fredda, taciturna incapace di grandi slanci e questo non mi rientra come atteggiamento affettivo normale. Sicuramente non sono un tipo puro, e se dall'esterno mi arriva uno stimolo che non mi piace sicuramente la freddezza glaciale diventa una mia virtù ma più come eccezione che come regola. Di norma sono espansiva, solare e capace di manifestare entusiasmo calore e affetto cosa che non fa l'introversa. C'è una mescolanza dei tipi, questo lo dice anche Jung che è difficile trovare il tipo puro. Comunque non do niente per scontato e certo in assoluto. Man mano che scopriremo tutti i tipi aggiusteremo il tiro se necessario. |
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L'idealizzazione è qualcosa che parte da un'idea che non corrisponde alla realtà. Potrei ipotizzare: all'inizio ho visto solo il bello della storia, quello che mi faceva stare bene, ho intravisto il negativo ma volevo vedere solo lo parte che mi interessava di più. Ho idealizzato anche di poter essere immune all'eventuale infognamento sentimentale da cui sarebbe stato difficile uscirne con tutte le penne. Avrò idealizzato il "con me sarà diverso", "io ce la farò là dove altre hanno fallito" e simili... Poi il brusco risveglio in una realtà molto lontana dalla mia idealizzazione, ma certo subodorata ed anche qui idealizzata nel superarla in tempi più brevi. Adesso mi chiedo perchè dopo la presa di coscienza ho mantenuto l'idealizzazione rafforzandola sia nel bene che nel male? Anche qui potrei ipotizzare qualche spiegazione: a) la paura di soffrire ancora mi tiene lontana da situazioni simili e per questo inconsciamente mi creo un blocco con l'idealizzazione... b) resto ancorata all'idealizzazione come mia caratteristica, sapendo come in realtà si svolge la cosa e non volendo vedere una realtà che mi mette a contatto con me stessa nella sofferenza mi aggrappo all'idea che la perfezione è una volta sola. c) conoscendo la mia scarsa capacità di controllo sull'oggetto esterno mi proteggo evolvendo in una situazione in cui voglio essere più autonoma rinunciando agli estremi mantenendomi in una situazione di mezzo d) devo prendere per buona anche l'ipotesi della compatibilità sessuale con un uomo che quando raggiunge un livello alto è difficile che accada due volte. L'attrazione è un fatto irrazionale che attinge dalla funzione sensoriale e la mente non può facilmente controllare in quanto il giudizio è neutro su questa funzione. Nike indicami il 3d in questione per favore. Ray non so se ho individuato la tua intuizione di non-problema ma sto cercando di raggiungere la carota icon_mrgr: Citazione:
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Quell'uomo era amplificato dalla condizione precedente in cui vivevi . Oggi sarebbe cosa diversa , nondimeno ti pare inarrivabile perche fremere sembra meglio che soffrire per essere se stessi . Il 3d e' nei modi di dire : chi e' perfetto non e' completo chi e' completo non e' perfetto. |
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Io ho fatto molta terapia, ho lavorato molto su di me per capire, per affrontarmi, ho lavorato sull'autostima, sull'autonomia ma cosa c'è di così profondo da scoprire che non voglio vedere fino a questo punto? Se una delle mie caratteristiche è l'idealizzazione può darsi che io abbia idealizzato anche il modello in cui mi trovo ora e potrei scoprire che non è nemmeno quello. Insomma il ginepraio si fa sempre più fitto. Oppure scoprire di appartenere ad una funzione che non è la mia, nella mia natura, quella per cui sono nata predisposta, che sono stata forzata in un altro senso dalle influenze esterne e non posso realizzarmi... ed ora questa natura spinge e mi crea conflitto, malessere... Mi sembra cruciale capire cosa si nasconde realmente dietro l'idealizzazione che cmq rappresenta una difesa. |
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Non e' una caratteristica tua . Si vede che ancora non e' il momento e che tu debba ancora fare un certo percorso . Piu' di quello che ho detto non so dire , finche' fremere sara' meglio che essere quello che sei sara' difficile accostarti a te stessa . |
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Io di indole sarei solitaria, abbastanza taciturna ad esempio cosa che un'estroversa non dovrebbe essere. |
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Mi pare di trovare attinenze un po' qui e un po' là. Difficile poi aderire quindi ad una sola tipologia mi pare di essere un bel guazzabuglio icon_mrgr: ehm miscuglio di tipologie. E' comunque molto interessante anche grazie a Tea che si è molto prestata e che ringrazio fiori.gif ho colto alcuni spunti dal suo dire, anzi direi tradurre perchè ho delle difficoltà con le parole senza sentimenti ahimè. Grazie anche a Nike di aver introdotto questo argomento che terrò in considerazione per un approfondimento futuro ora sto lavorando su altro. Ho preso nota del libro in questione. fiori.gif Per quanto riguarda l'idealizzazione di sè e degli uomini di cui ci siamo innamorate mi pare cosa non semplice da smontare o da ripercorrere all'indietro sino all'origine. :@@ P.S. Nike toglimi una curiosità ma ce l'hai o ce l'hai avuta con un'estroversa sentimento? diavolo.g:icon_mrgr: abbraccio: |
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