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cassandra 30-07-2007 20.08.06

sentirsi protetta
 
Da dove nasce questo bisogno?è la domanda che mi preme farvi...sono consapevole del fatto che dovremmo imparare a bastarci,ma quando ti rendi conto in alcune circostanze particolari di provare piacere nel sentirti protetta,nell'avere un punto di riferimento stabile, cos'è che manca in te per farti sentire protettrice di te stessa?...
Se per un motivo o un altro tutto i tuoi punti fermi sono saltati,devi riorganizzarti una volta che guardando bene ti accorgi che quel vuoto esiste...
Nel mio caso da quando i miei genitori pochi anni fa si sono separati,mio nonno non è piu' ed altro...qualcosa in me è cambiato,prima sembrava tutto scontato...se non superfluo,oggi ho come l'impressione di sentirmi sola,nonostante riesco piu'o meno a cavarmela,mi manca l'idea che ci sia qualcuno su cui poter contare in qualunque momento...probabilmente non ho superato (risolto)alcune esperienze vissute e credo sia giunto il momento di farlo...ma anche come fare per me è un dilemma...
Apparentemente sembro molto sicura su tutto,non traspare il mio bisogno di affetto e di protezione...ma il vero traguardo sarebbe quello di riuscire a superare questa mancanza colmandola interiormente...da sola...ma come?


Ditemi pure cosa non vedo... se conoscete questo tipo di sensazione...insomma quel che vi viene in mente...fiori.gif

Kael 30-07-2007 21.26.41

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 36845)
Se per un motivo o un altro tutto i tuoi punti fermi sono saltati,devi riorganizzarti una volta che guardando bene ti accorgi che quel vuoto esiste...

Lo so che non è facile, ma prova a riconsiderare quello che hai scritto nel pezzo sopra che ho quotato. "Se per un motivo o un altro tutti i tuoi punti fermi sono saltati..." vuol dire che forse era così che doveva andare... Lo so che non è facile adattarsi a questa nuova condizione... Si tratta di un notevole cambiamento e all'inizio si vive con dolore...
Ma quello che voglio dire è che forse sono saltati proprio per farti vedere qualcosa... sono dell'idea che le cose non avvengono mai per caso. E non è detto che tu debba per forza ricostruirli... Un uomo senza punti fermi può essere uno stupido ma al tempo stesso un gran saggio, con dei punti fermi invece difficilmente sarà saggio, ma potrà sempre essere stupido... non so se capisci cosa intendo.

abbraccio:

Grey Owl 31-07-2007 00.00.03

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 36845)
Da dove nasce questo bisogno?

Si... è come dici tu Cassandra... un bisogno... imparare a bastarci con la ragione ma non col cuore non basta...

Sino ad un certo punto forse... ma poi qualcosa rompe l'illusione della ragione... nel profondo si sente quel bisogno...

Vi sono momenti che è profondo il senso di vuoto... come un vuoto che non permette appigli... riferimenti... ci si sente vulnerabili... scoperti... e quindi che fare?

La prima reazione è quella di aggrapparsi al primo appiglio... spesso esterno a noi... quello che riteniamo più stabile e solido... una piacevole sensazione di protezione.

Quando arriva il vuoto... quei momenti in cui tutto pare effimero... nero... senza riferimenti... ho cercato per tanto tempo di "porvi rimedio"...

Rimandando il momento di non pormi alcun traguardo... di vivere quel momento in tutto il suo vuoto... perchè esso è parte di me.

Shanti 31-07-2007 01.36.25

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra
probabilmente non ho superato (risolto)alcune esperienze vissute e credo sia giunto il momento di farlo...ma anche come fare per me è un dilemma...Apparentemente sembro molto sicura su tutto,non traspare il mio bisogno di affetto e di protezione...ma il vero traguardo sarebbe quello di riuscire a superare questa mancanza colmandola interiormente...da sola...ma come?

Se è perchè non hai risolto alcune esperienze credo che avvenga da sè, almeno così a me e capitato. Anche se poi fondamentalmente non si è mai soli, ci sono momenti in cui non si vede nessun appiglio esterno, il vuoto totale, e allora per forza cerchi dentro di te se ci tieni a Vivere: una, due, tre volte... fino a quando capisci come fare abbraccio:

Uno 31-07-2007 11.09.38

Ti racconto di un paradosso piuttosto banale da leggere ma profondo da vivere: quando pensi di essere protetta (protetto) da qualcuno in realtà non c'è nessuno che lo fa, è solo l'idea... quando invece non hai più questo bisogno la tua forza (tua nel senso che la sperimenti) si esprime attraverso tutto ciò che incontri proteggendoti realmente.

Di fondo è un problema di riferimenti, se ti muovi nella tua città dove conosci le vie vai veloce dove devi, sai dove comprare il pane, dove andare a dormire etc etc... cioè la mente ha una rete di punti per soddisfare i vari bisogni, se come in un sogno iniziano a cadere le case, una gomma cancella le vie ecco che la mente è spiazzata, non sa più dove cercare quello che occorre per vivere. Eppure anche nel deserto chi ha senso di orientamento non si perde, la metafora scontata e banale è che basta alzare lo sguardo e vedere sole e stelle, cioè sapersi orientare sia direttamente che di riflesso... e sempre rimanendo nella metafora (non sarebbe solo metafora ma siamo fuori "zona") una volta che si sa dosare la forza a propria disposizione un colpo di bastone fa scaturire l'acqua da una roccia... ecco che i bisogni sono soddisfatti anche senza un riferimento, un luogo (mentale o meno) deputato ad essi.

Non sono favorevole a certe scuole di pensiero che dicono che bisogna vivere sempre come in un deserto per non essere condizionato, sento parlare di obbrobri tipo destrutturazione mentale intesa come definitiva, e che vogliamo diventare? Amebe o peggio?
Invece sono favorevole a far piazza pulita (come risponde bene questo modo di dire alla metafora esperessa sopra eh?) ogni tanto e per quante volte sia necessario per essere liberi dalla schiavitù, il problema non è avere riferimenti, (perchè dover soffrire senza scopo?) il problema è esserne incatenati... nella metafora se compro sempre il pane nello stesso posto non assaggerò mai quello del forno a 100 metri... che mi vada bene comperarlo sempre al solito posto non c'è nulla di male, che sia per comodità o altro ma immaginate che qualcuno come ai tempi dei ghetti ebrei ci alzi un muro per impedirci di andare nell'altra zona dove c'è l'altro forno... beh il muro ce lo alziamo da soli.
C'è qualcosa in noi che ci costringe ogni tanto a fare piazza pulita anche quando non vogliamo coscientemente, il più delle volte ci sbrighiamo a ricostruire i soliti negozi e i muri, invece quelle sono occasioni da sfruttare.

cassandra 31-07-2007 12.33.03

In effetti è proprio così...è l'idea di poter contare su qualcuno in particolare (genitori)che mi manca...guardando la situazione da un'altra prospettiva pero'potrei dire di aver avuto l'occasione di cavarmela da sola...sbagliando in quache caso...ma ottenendo soddisfazioni in altri...crescere significa anche questo in fondo...grazie a tutti per avermi indicato un'interpetazione diversa e sicuramente piu'costruttiva...
Hai ragione Uno...perchè soffrire inutilmente affannandosi a ricostruire un qualcosa che ormai è cambiato irrimediabilmente e che probabilmente mi ha permesso di fare esperienze che altrimenti non avrei vissuto...nel bene e nel male cmq è servito...fiori.gif

turaz 31-07-2007 13.42.05

io lo chiamo "effetto boomerang" di scelte non definitive quel "bisogno di far piazza pulita" di cui parla Uno.
poi c'è chi lo "coglie" e chi no


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