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Uno 07-06-2011 09.25.10

Partenze ed arrivi
 
Ieri ho sentito un aforisma, non so di chi sia, ma è carino:

Non è importante dove siamo arrivati, è importante da dove siamo partiti.


Talmente semplice che è quasi superfluo commentarlo. Quasi superfluo perchè potrebbe essere mal interpretato come un inno all'accontentarsi in maniera non sana.
Invece anche se lo lasciamo in secondo piano sappiamo dove siamo arrivati (magari con percezione ritardata ma lo sappiamo) ma spesso ci dimentichiamo la strada percorsa, quella che può essere rivista solo ricordando la partenza.... cosa ben diversa dal vivere al passato, cioè l'uso errato della memoria.

luke 07-06-2011 10.19.43

La frase non l'avevo mai sentita, ma fondamentalmente è quello che spesso mi ripeto quando mi vien volgia di fare raffronti con situazioni altrui.
Non siamo tutti uguali nè abbiamo tutti le stesse condizioni di favore o sfavore, quindi vedere l'"arrivo" può essere estremamente fallace, la corsa dovrebbe essere fatta in solitaria, cioè vedendo la nostra situazione , guardando a dove e come siamo partiti e la strada che abbiamo fatto.
E' naturale, per fare un esempio molto banale ch ese io pesassi 60 kg non potrei mai arrivare ad alzare in palestra lo stesso peso di uno che è grande come un armadio, quindi "contestuazlizzando"il tutto alla mia situazione di partenza dovrei avere una visione più oggettiva ed equilibrata.

QUesto credo dovrebbe valere sotto tanti punti di vista, cionondimeno deve esserci qualcosa, magari anche una sola, da poter realizzare, in qualche settore, che sia diciamo "autosufficente", che non ci faccia dire "eh bè son partito sfigato più di questo non potevo fare", e che quindi non ci faccia maledire la partenza ad handicap, ma abbia una tale forza da trascenderla.

RedWitch 07-06-2011 11.15.04

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 100715)
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Invece anche se lo lasciamo in secondo piano sappiamo dove siamo arrivati (magari con percezione ritardata ma lo sappiamo) ma spesso ci dimentichiamo la strada percorsa, quella che può essere rivista solo ricordando la partenza.... cosa ben diversa dal vivere al passato, cioè l'uso errato della memoria.

Per esperienza personale, posso confermare che ogni volta che riesco a ricordare da dove sono partita, e guardo (il più onestamente possibile :D) la strada percorsa, e l'arrivo, non posso che essere soddisfatta, mentre la tendenza è quella di non ricordarmi la partenza e di non essere soddisfatta della situazione attuale, di pensare di non poter andare oltre etcetc... avere due punti come riferimento a memoria quindi è utile per non perdersi... e dimenticarsi da dove si è partiti.

Forse non c'entra molto... ma questa cosa della partenza/arrivo mi ha ricordato uno dei metodi che avevi descritto nel thread della ricapitolazione, il funzionamento è lo stesso? chiedo perchè subito dopo hai detto che è cosa ben diversa dal vivere al passato...

ed inoltre, c'è differenza tra "Vivere al passato" e "vivere nel passato"?


Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 100716)
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QUesto credo dovrebbe valere sotto tanti punti di vista, cionondimeno deve esserci qualcosa, magari anche una sola, da poter realizzare, in qualche settore, che sia diciamo "autosufficente", che non ci faccia dire "eh bè son partito sfigato più di questo non potevo fare", e che quindi non ci faccia maledire la partenza ad handicap, ma abbia una tale forza da trascenderla.

Ecco a questo non avevo pensato, piuttosto vedevo il "sono sfortunato", o "più di cosi non posso fare" come momento attuale, dimenticando completamente il punto di partenza...
In fondo il punto di partenza possiamo "spostarlo" man mano... e in questo modo "fregare" la mente che non si accontenta....

Edera 07-06-2011 11.40.30

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 100717)
e in questo modo "fregare" la mente che non si accontenta....

Esatto anch'io, tendo a dimenticare da dove sono partita e a non essere mai contenta di me. In realtà se ci penso seriamente, per rimanere nell'esempio di Luke, di kg ne pesavo 20 neanche 60icon_mrgr:, dovrei ricordarmelo ogni volta che mi sembra di non avere fatto niente e usarlo come spinta motrice per andare avanti

Astral 07-06-2011 12.15.08

E' scarsamente incoraggiante, sembra che conta più il passato e in che circostanze uno è nato, che non il futuro ed il lavoro su se stessi.

A meno che non si riferisca al fatto che siamo partiti da Dio...

RedWitch 07-06-2011 12.21.57

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 100723)
E' scarsamente incoraggiante, sembra che conta più il passato e in che circostanze uno è nato, che non il futuro ed il lavoro su se stessi.

A meno che non si riferisca al fatto che siamo partiti da Dio...

Perchè Astral? a me sembra l'esatto contrario... per percepire i cambiamenti reali, abbiamo bisogno di non perdere di vista da dove siamo partiti... ma non mi pare che significhi che siamo vincolati dalla partenza.. nonso.gif

Astral 07-06-2011 13.33.14

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 100726)
Perchè Astral? a me sembra l'esatto contrario... per percepire i cambiamenti reali, abbiamo bisogno di non perdere di vista da dove siamo partiti... ma non mi pare che significhi che siamo vincolati dalla partenza.. nonso.gif

certo, dipende dal punto di partenza, se abbiamo avuto una grande nascita, un infanzia di successo, un adolescenza difficile, ed una vita adulta pessima, sembra che sti cambiamenti siano andati solo in peggio :)

diamantea 07-06-2011 14.26.43

A me sembra che oltre l'indice di soddisfazione al punto in cui siamo vi è anche la progettualità di partenza, ovvero gli obiettivi e la meta che ci siamo o non ci siamo prefissati di raggiungere.
Voglio dire che dal punto di partenza possiamo vagare in una direzione prendendo quel che viene di volta in volta, oppure avere un progetto con delle mete, degli obiettivi e lavorare per raggiungerli.
Nel momento presente si può fare una verifica e vedere se si è raggiunto quel che ci si era prefissato, il che non vuol dire necessariamente che se l'abbiamo raggiunto siamo soddisfatti e viceversa.
Nella vita a volte si parte per andare verso una direzione ma una volta raggiunta ci si può accorgere che non era quello che veramente ci poteva soddisfare, oppure abbiamo seguito una scelta casuale o obbligata ma alla fine può risultare quella giusta.
Seguento questo principio ci possono essere tante partenze e tanti arrivi se il nostro percorso è a tappe o a progetto.

diamantea 15-06-2011 23.03.03

Stamattina dal mio medico curante ho visto appeso un proverbio indiano che dice: "se non sai dove stai andando voltati indietro e guarda da dove sei venuto".
L'ho subito associato alla frase nerettata da Uno, ho pensato che potrebbe esserci un'attinenza o significato analogo.

Sole 21-09-2011 14.14.14

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 100733)
certo, dipende dal punto di partenza, se abbiamo avuto una grande nascita, un infanzia di successo, un adolescenza difficile, ed una vita adulta pessima, sembra che sti cambiamenti siano andati solo in peggio :)

Il fatto è che non ci percepiamo mai troppo oggettivamente e pretendiamo sempre molto dalla vita. In poche parole manchiamo di umiltà sia nel cercare che nel ricevere. pensiamo sempre di meritare di più o di meno, non siamo mai giusti.
Guardare indietro e vedere la strada percorsa serve secondo me a trovare quel senso del vero e vedere ciò che è stato fatto e quel che è da fare. Alla fine l'umiltà altro non è che rendersi conto del proprio reale valore, ma per dare un valore dobbiamo pur avere un riferimento rispetto a noi stessi che è da dove siamo partiti.
Che sia nel campo sociale, amoroso, religioso, culturale e spirituale non cambia.

Astral 21-09-2011 16.05.41

A me mi capita di frazionare spesso i campi, e di pensare che in alcuni casi ho meritato tanto, ed in altri ho avuto veramente poco. Forse è il caso di dare di più dove ho meritato e poi essere pronto a ricevere nell'altro caso.

Capire da dove siamo partiti, mi fa comprendere pure se sto peggiorando in certi campi o situazioni.


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