Le parole non dette
 

"Nel parco di un manicomio incontrai un giovane dal volto palido e bello e trasognato. Sedetti acconto a lui sulla panchina e chiesi:
"Perchè sei qui?" Mi guardò con occhi attoniti e disse:"E' una domanda poco opportuna, la tua, ma comunque, risponderò. Mio padre voleva fare di me una copia di se stesso, e così mio zio. Mia madre vedeva in me l'immagine del suo illustre genitore. Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come perfetto esempio da seguire. Mio fratello riteneva dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta. E anche i mie insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro in musica e il logico, erano ben decisi: ognuno di loro voleva che io fossi il riflesso del suo volto in uno specchio. Per questo sono venuto qui. Trovo l'ambiente più sano. Qui almeno posso essere me stesso.



(Penso che, per chi, più o meno consapevolmente, cerca di dirigere secondo le proprie idee la vita di figli, fratelli, sorelle, mogli, mariti, parenti e amici, prima di influenzare il prossimo è sempre necessario effettuare un attento e sereno auto-esame. Perchè spesso quello che ci sembra un giusto atteggiamento di guida, soprattutto verso i nostri figli, nasconde invece aspettative e sogni non realizzati)....