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turaz 13-02-2008 18.40.56

per me a re-agire cmq si perde.
sempre e comunque.
se poi lo si fa per "ripicca" ancora peggio

Astral 13-02-2008 23.14.49

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 49462)

Per Astral: scusami se mi permetto ma se sbagli appositamente, fai un dispetto a te stesso non all'insegnante.. perchè a pagare poi sei tu (non imparando al massimo delle tue potenzialità..)

fiori.gif

OT:

Hai ragione Red, forse mi sono spiegato male: intendevo dire che se prima ce la mettevo tutta per non sbagliare, arrabbiandomi anche quando sbagliavo, adesso me la prendo più comoda, mettendoci calma ma se sbaglio pazienza e se sbagliare mi serve per capire una cosa, tanto meglio sbagliare.fiori.gif

RedWitch 14-02-2008 16.51.29

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 49465)
per me a re-agire cmq si perde.
sempre e comunque.
se poi lo si fa per "ripicca" ancora peggio

Invece io credo che se riusciamo ad osservarci non dico mentre stiamo reagendo (siamo inc.. icon_mrgr:), quello è il massimo, ma anche solo un attimo dopo, quella reazione sarà comunque servita a qualcosa .. a conoscerci, e a prendere coscienza che c'è qualcosa su cui lavorare.

In fondo se ci arrabbiamo, se reagiamo (finchè non sappiamo fare di meglio), vuole dire che siamo vivi.. un albero non si arrabbia ma non ha la nostra stessa possibilità di esperire.. e di migliorarsi, una pietra non si arrabbia.. l'uomo si arrabbia anche se fa finta di non farlo.. meglio un uomo arrabbiato che si guarda piuttosto che un uomo-zombie..

:C:

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 49476)
OT:

Hai ragione Red, forse mi sono spiegato male: intendevo dire che se prima ce la mettevo tutta per non sbagliare, arrabbiandomi anche quando sbagliavo, adesso me la prendo più comoda, mettendoci calma ma se sbaglio pazienza e se sbagliare mi serve per capire una cosa, tanto meglio sbagliare.fiori.gif

OT: ora è chiaro Astral , scusa non avevo capito :H

turaz 14-02-2008 16.54.09

in effetti non ho aggiunto "re-agire senza osservarsi"
grazie red

diamantea 03-04-2012 23.31.55

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 44650)
A livello di istinti la rabbia è la diretta trasformazione della paura nei casi in cui risulti (all'istinto) impossibile (o molto sconveniente) la fuga... e quindi l'energia in surplus data dalla paura, che sale sottoforma di paura, viene incanalata per il combattimento. E' un meccanismo di sopravvivenza (diretta, difesa del territorio ecc.).

In individui in cui gli istinti non sono del tutto dominati, ossia praticamente chiunque, questo processo per così dire si riproduce a livello psicogico o, se vogliamo, la nostra "psiche" semplicemente funziona istintivamente e quindi quando la "personalità" si sente minacciata per qualisasi motivo, come il vedersi di un difetto, il saltare di un'organizzazione e chi più ne ha più ne metta, si sente minacciata, teme di morire e prova paura. La quale paura, per impossibilità solitamente di fuga, diventa immediatamente rabbia e induce a combattere contro l'apparente causa della minaccia (l'altro).

Poi volendo, siccome questo combattimento realmente di solito non avviene fino in fondo, ovvero non si arriva all'annichilimento dell'altro (o nostra distruzione nel tentativo) ecco che resta del residuo e noi furbamente ci rimuginiamo su, coltiviamo, in attesa di tempi migliori per la sua distruzione (ovvero fino alla prossima volta nella quale gli spariamo addosso anche quello del passato).

Si può riprendere il discorso?

Sono arrivata a capire l'origine della mia rabbia. E' ciò che percepisco come imposizione di ciò che non voglio, che non mi piace, che non desidero che mi fa montare la rabbia.
E' la prepotenza, l'imposizione contro il mio volere, può essere una parola, un cibo, una carezza, una qualsiasi cosa imposta che mi fa salire la rabbia e la reazione immediata.

E' da un pò che ci sto lavorando sulla rabbia, da quando mi è chiaro questo meccanismo del cucchiaio cerco di prevenire nel non assorbire, ingoiare quello che non mi piace, cerco di scegliere, rifiutare, ma quando l'imboccamento è veloce scatto nella reazione, oppure rinuncio alla lotta ma metto distanza.

Allora, non individuo la paura di fondo, paura di cosa esattamente? e da cosa il mio istinto vorrebbe farmi fuggire?

La personalità si sente minacciata e vorrebbe fuggire, non potendo fuggire si difende reattivamente, oppure se non può fuggire e reagire si adatta assorbendo il colpo, si desensibilizza aumentando la tolleranza. E' così?

Questo lo vorrei capire bene, perchè è vero che ho ricevuto molte imposizioni, poi mi sono adattata con la tolleranza ma alla fine il conto è venuto fuori, con la manifestazione di rabbia a ogni pelo che vola, quindi come fossero arrivati quei tempi migliori.
Rabbia che va scemando di intensità man mano che mi sento più vicina ai miei bisogni, però ancora non ne sono fuori, qualche scatto arriva...

Sole 04-04-2012 10.15.02

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 113299)
si desensibilizza aumentando la tolleranza.

Cosa vuoi intendere per tolleranza?

La tolleranza non è la conseguenza di qualcosa su cui togliamo sensibilità, quello è una specie di callo che facciamo per difenderci (infatti nell'esempio parli di "non poter fuggire"). La tolleranza è anzi la capacità di sopportare un peso, un colpo, una emozione. Per poterlo sopportare è indispensabile sentirlo tutto così come arriva e nonostante il pieno sentire ciò non ci turba.
Aumentando la tolleranza aumenta anche la distanza nello spazio e nel tempo tra noi è la rabbia inconsapevole.

Cubo 04-04-2012 10.27.35

Io cerco di limitare la rabbia, mi offusca.
Invece se ho a che fare con gente "passionale" (e non ci sono affetti in mezzo) mi trovo bene. Quando si arrabbiano è tutto piu' semplice. Sono piu' facili da convincere, da manipolare. Perdono logica, perdono acutezza.
La rabbia è una cessione di controllo: che poi tu lo ceda a uno che hai di fronte, o a qualcosa che hai dentro, poco cambia.

Sole 04-04-2012 10.55.53

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 113320)
La rabbia è una cessione di controllo: che poi tu lo ceda a uno che hai di fronte, o a qualcosa che hai dentro, poco cambia.

Già...

proprio per questo quando ci si trova ad osservarsi nel mentre, quel poco che si riesce, si nota come non c'è l'oggetto della rabbia, c'è solo la rabbia e la perdita della coscienza di se.

Cubo 04-04-2012 11.13.31

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 113324)
Già...

proprio per questo quando ci si trova ad osservarsi nel mentre, quel poco che si riesce, si nota come non c'è l'oggetto della rabbia, c'è solo la rabbia e la perdita della coscienza di se.

mi chiedo solo: se c'e' rabbia VERA, è ancora possibile distaccarsi e osservarsi? mi vien da dire di no, la rabbia vera è uragano sordo, anche se non fa rumore. magari è vero se scrivi "a ripensarsi quando è passata"

(sono pistino, lo hai scritto "quel poco che ci si riesce...", è solo che per me è nulla)

Sole 04-04-2012 11.53.37

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 113328)
mi chiedo solo: se c'e' rabbia VERA, è ancora possibile distaccarsi e osservarsi? mi vien da dire di no, la rabbia vera è uragano sordo, anche se non fa rumore. magari è vero se scrivi "a ripensarsi quando è passata"

(sono pistino, lo hai scritto "quel poco che ci si riesce...", è solo che per me è nulla)

Ad osservare si riesce anche.. si arriva anche a capire cosa è che è scattato ma è opporsi con maggiore forza per riprendere il controllo che è notevolmente difficile. Sul momento è la volontà che non si riesce a direzionare.
Un minimo di controllo per mec'è sempre, altrimenti verrebbero meno i freni inibitori e perderemmo anche il senso estremo del bene e del male. Perfortuna quello è per casi estremi.

Cubo 04-04-2012 12.16.38

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 113335)
Ad osservare si riesce anche.. si arriva anche a capire cosa è che è scattato ma è opporsi con maggiore forza per riprendere il controllo che è notevolmente difficile. Sul momento è la volontà che non si riesce a direzionare.
Un minimo di controllo per mec'è sempre, altrimenti verrebbero meno i freni inibitori e perderemmo anche il senso estremo del bene e del male. Perfortuna quello è per casi estremi.

ripensandoci, l'errore e' mio e hai ragione.
io parlavo pensando alla furia cieca, la rabbia inizia prima ed è come dici.

Ray 04-04-2012 12.36.11

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 113328)
mi chiedo solo: se c'e' rabbia VERA, è ancora possibile distaccarsi e osservarsi?

Secondo me la possibilità di osservarsi dipende dalla capacità appunto di farlo e non dall'emozione. Certo, esiste un rapporto. minore è la capacità di osservarsi e minore è il range dell'osservabile e questo range potrebbe escludere emozioni forti. Ma in realtà si può anche osservare se stessi in presenza di un'emozione devastante.
Esistono anche degli estremi, che a volte qualcuno esperisce, per i quali è proprio l'intensità dell'emozione a provocare l'osservazione... si può anche vedersi andare fuori di testa in questi casi. Sono però esperienze limite non determinate dalla capaictà di osservazione già sviluppata, ma che però lasciano un indizio sulla possibilità di svilupparla.

diamantea 04-04-2012 15.26.19

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 113319)
Cosa vuoi intendere per tolleranza?

La tolleranza non è la conseguenza di qualcosa su cui togliamo sensibilità, quello è una specie di callo che facciamo per difenderci (infatti nell'esempio parli di "non poter fuggire"). La tolleranza è anzi la capacità di sopportare un peso, un colpo, una emozione. Per poterlo sopportare è indispensabile sentirlo tutto così come arriva e nonostante il pieno sentire ciò non ci turba.
Aumentando la tolleranza aumenta anche la distanza nello spazio e nel tempo tra noi è la rabbia inconsapevole.

La tolleranza è la sopportazione verso qualcosa di negativo ma ineliminabile, ha un limite che se superato si va nell'intolleranza.
Se si è troppo sensibili verso questa cosa negativa non si può tollerare a lungo, invece se ci si riduce la sensibilità si aumenta la tolleranza. Ritengo di non aver mai fatto il callo a certe tolleranze altrimenti non sarei ora intollerante verso ciò per cui ho tollerato a lungo. Sopra un callo ci puoi battere anche tutta la vita.
Non so, possiamo disquisire sulla terminologia, il succo è che avendo tollerato a lungo mi sono ora sensibilizzata e non tollero più. Questo è buono perchè non do il tempo alla rabbia di accumularsi.

luke 04-04-2012 15.30.33

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 113378)
Non so, possiamo disquisire sulla terminologia, il succo è che avendo tollerato a lungo mi sono ora sensibilizzata e non tollero più. Questo è buono perchè non do il tempo alla rabbia di accumularsi.

Forse non ho capito cosa intendi, ma messa così non mi pare una cosa tanto buona.....

griselda 04-04-2012 15.35.47

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 113348)
Secondo me la possibilità di osservarsi dipende dalla capacità appunto di farlo e non dall'emozione. Certo, esiste un rapporto. minore è la capacità di osservarsi e minore è il range dell'osservabile e questo range potrebbe escludere emozioni forti. Ma in realtà si può anche osservare se stessi in presenza di un'emozione devastante.
Esistono anche degli estremi, che a volte qualcuno esperisce, per i quali è proprio l'intensità dell'emozione a provocare l'osservazione... si può anche vedersi andare fuori di testa in questi casi. Sono però esperienze limite non determinate dalla capaictà di osservazione già sviluppata, ma che però lasciano un indizio sulla possibilità di svilupparla.

Io non riesco a stabilire se è una o l'altra sta di fatto che qualcuno/qualcosa osserva sempre dentro, perchè se non si è coscienti prima, lo si diventa dopo, sale dopo, questa la mia esperienza per ora.

Ne deduco che la rabbia fa calare l'attenzione al dentro spostandola fuori e il fuori la travolge e se non si trattiene un po di quella rabbia essa può diventare furia e lì la cecità diventa totale forse un po' come quelli che subiscono i raptus nonso.gif

diamantea 04-04-2012 15.43.33

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 113380)
Forse non ho capito cosa intendi, ma messa così non mi pare una cosa tanto buona.....

Mi sono sensibilizzata verso i motivi per cui prima tolleravo e non era un bene per me tollerare. Non è cenessario che io tolleri quello che non mi piace se lo posso evitare.
Sto parlando di atteggiamenti, comportamenti nei miei riguardi.

luke 04-04-2012 15.47.19

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 113387)
Mi sono sensibilizzata verso i motivi per cui prima tolleravo e non era un bene per me tollerare. Non è cenessario che io tolleri quello che non mi piace se lo posso evitare.
Sto parlando di atteggiamenti, comportamenti nei miei riguardi.

Da come scrivi l'impressione che ricevo è un equivocare la tolleranza con il mandare giù bocconi amari trattenendosi per miracolo dal non esplodere, ora invece attacchi subito per non mandare giù.
Se non è così ,meglio per te :)

Sole 04-04-2012 17.49.18

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 113378)
Non so, possiamo disquisire sulla terminologia, il succo è che avendo tollerato a lungo mi sono ora sensibilizzata e non tollero più.

Prima hai parlato di desensibilizzazione.
In ogni caso non son d'accordo con la definizione che ne dai e non per i termini. Soprattutto non ha valenza solo negativa.

Si tollare ciò che possiamo tollerare. Se si fa fatica a tollerare allora stiamo allenandoci a tollerare ma non tolleriamo, stiamo facendo uno sforzo per farlo. Una volta che tollero, tollero senza fatica perchè rientra nella mia capacità, la portata della mia capacità è quella. Posso fare entrare quella determinata cosa senza che mi turbi o che mi crei alcun problema di sorta, invece nel tuo esempio l'eccesso porta a chiudersi, pertanto la portata non è abbastanza ampia da contenere il tutto.

Ad esempio se la mia capacità di alzare 50 kg è tale, resta tale e mi sto allenando per sollevarne 60. Sarà il 60 che mi farà fatica, ma il 50 no, ormai è nelle mie braccia.

Se un bicchiere contiene 125 ml di acqua e ne voglio mettere 200 straborda, ma se ne metto 125 resterà nel suo senza problemi.

Quello che voglio dire è che è necessario imparare a scoprire la nostra reale capacità di tolleranza. Quando conosciamo quella è possibile con un pò (tanta) di attenzione fermarsi in tempo ed evitarci danni e ogni tanto allenarsi ad andare un passo più in là, anche se ho l'impressione che in realtà il limite si sposta da solo man mano che consolidiamo il precedente. .
Quindi se sfociamo nell'intolleranza e la situazione è la stessa, non è cambiata, vuol dire che non tolleravamo neppure prima.

diamantea 04-04-2012 20.44.37

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 113433)
Ad esempio se la mia capacità di alzare 50 kg è tale, resta tale e mi sto allenando per sollevarne 60. Sarà il 60 che mi farà fatica, ma il 50 no, ormai è nelle mie braccia.

Non è detto che tu riesca a mantenere sempre questa capacità di sopportare questo peso e di sopportarne maggiori. C'è il logorìo, l'usura nel tempo. La sopportazione, la tolleranza hanno un limite a mio avviso. A meno che non diventa totale accettazione, trasformazione.

diamantea 04-04-2012 21.00.53

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 113388)
Da come scrivi l'impressione che ricevo è un equivocare la tolleranza con il mandare giù bocconi amari trattenendosi per miracolo dal non esplodere, ora invece attacchi subito per non mandare giù.
Se non è così ,meglio per te :)

Non è proprio così. Ora, non attacco subito per non mandare giù, prima respingo il boccone, se poi mi si vuole imboccare a forza attacco, ma attacco con meno forza, con meno rabbia, perchè il fatto stesso di riconoscere e respingere quel che non mi piace già toglie forza alla rabbia, che non reprimo, la annuncio mentre la sento salire, gioco a carte scoperte.

Mi sembra un punto importante intanto riconoscere cosa mi fa salire la rabbia, è l'imposizione. Con mia madre è molto forte perchè con lei il vissuto è lungo e lei è assertiva, le tira da sotto le unghie. Mi disturba al lavoro.


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