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-   -   legge psicologica della gestibilità (https://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=3205)

Uno 29-08-2007 11.29.11

legge psicologica della gestibilità
 
Chi più rompe, più ottiene.
Chi più è accomodante meno viene accomodato.

Purtroppo questi sono due postulati alla base della legge psicologica della giungla, una persona tranquilla si può opprimere, togliergli dei diritti etc etc comunque non arriverà mai alla ribellione non statisticamente almeno... poi spesso quando accade deve far qualcosa di eclatante per far valere i suoi diritti, diritti che al rompi di turno sono concessi solo sulla promessa della possibile rottura di scatole.
Si applica anche (forse soprattutto visto che questa attinge a piene mani dalla psicologia) al marketing... se su grandi numeri (es banca, assicurazione etc) uno contratta lo si accontenta, tanto altri 9999 compenseranno e lasceranno pressochè invariati i guadagni.
Se ci sono 3 figli in famiglia quello più buono paradossalmente otterrà sempre meno degli altri.
Se in una classe, un istituto, o qualsiasi comunità, c'è da dare un esempio sarà sempre o almeno spesso a spese di quelli che si comportano sembre bene, si cercherà il pelo sull'uovo per "incastrarli".

Ok ho fatto esempi a sufficienza, in sostanza chi deve gestire una qualsiasi cosa, se sceglie la via più comoda e meno problematica (cosa che capita anche troppo) avvanteggerà i più rompiscatole contando sulla non pericolosità degli altri.

ho gettato le basi ma il discorso può avere interessanti approfondimenti.

turaz 29-08-2007 12.08.34

dipende da cosa intendi per "buono".
c'è chi è buono consapevolmente chi no.
e se tutto fosse "buono"?
avrebbe senso questo discorso?

Uno 29-08-2007 15.34.12

Buono in questo contesto è quello contrario ai rompiscatole.
Consapevole o meno non ha importanza... il fulcro del discorso è il fatto che chi volta per volta decide avvantaggia chi rompe le scatole.
Lo hai mai vissuto?

turaz 29-08-2007 15.37.36

comprendo cosa intendi.
l'ho vissuto.
diciamo che chi decide volta per volta tende a tenere la maglia larga in modo da ricomprendere i rompiballe che quindi saranno avvantaggiati rispetto al "buono" (se per buono vogliamo considerare il contrario al rompiscatole) ligio alle regole.
Anche se diciamo così il buono potrebbe assolutamente essere disinteressato di tutto questo bel discorso.
sarebbe utile capire il perchè esiste il rompiscatole...

Era 29-08-2007 18.56.43

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 37847)
Anche se diciamo così il buono potrebbe assolutamente essere disinteressato di tutto questo bel discorso.
sarebbe utile capire il perchè esiste il rompiscatole...

potrebbe essere anche interessato...ma è sempre frenato...
non osa....teme di sbagliare....di essere giudicato...
non azzarda....tentenna e si rode.....
mentre il rompi (detto anche faccia ' tola = tosta) va avanti nei suoi intenti..( e li ottiene) alla faccia
di chi pensa che sia un rompiscatole....

perche esiste il rompiscatole?
e chi lo sa...forse per "equilibrare" i "buoni" che spesso
buoni non sono? ma son solo pavidi?nonso.gif

:C:

turaz 29-08-2007 18.59.11

appunto...
per questo ho chiesto cosa si intende per "buono" .
si dimentica però che esiste anche l'impavido "buono"
ciauzz

Ray 29-08-2007 19.50.30

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 37830)
in sostanza chi deve gestire una qualsiasi cosa, se sceglie la via più comoda e meno problematica (cosa che capita anche troppo) avvanteggerà i più rompiscatole contando sulla non pericolosità degli altri.

Questo avviene perchè troppo spesso chi gestisce non è colui che dovrebbe gestire e quindi, invece di essere impraziale e fare le cose come andrebbero fatte, si preoccupa del suo tornaconto personale, fosse solo la "tranquillità" del suo sonno che poi si traduce in mencanza di assunzione delle responsabilità derivanti dal suo ruolo, per il quale quindi è inadeguato.

E' incredibile come l'attuale inversione dell' "ordine naturale delle cose", per il quale chi gestisce dovrebbe essere capace e volonteroso di farlo (oneri e non onori) è talmente tanto diffusa da generare delle "leggi", fosse pure psicologiche.

Uno degli aspetti che credo meriti approfondire, collegato a quanto vado dicendo, è quel tuo "non pericolosità degli altri".
Ma perchè dovrebbero esserci dei pericoli?

Già il solo fatto che chi gestisce senta in qualche modo delle minacce, vuol dire che almeno una minima parte di lui sa che gestisce male e vuol dire anche che il suo interesse principale non è gestire come va fatto ma la sua tranquillità. Questo nel meno peggiore dei casi, dato che spesso le cose gestite sono gestite in modo non corretto e imparziale, ma a tutela degli interessi di pochi... ed ecco il pericolo: quello di vedere minati dei privilegi goduti abusivamente...

griselda 29-08-2007 20.47.53

IL rompiscatole secondo me è quello che arriva per eccesso a vedere solo i suoi diritti dimenticandosi dei suoi doveri. si fa grande della sua capacità di far valere le sue ragioni sino al punto di non voler mai avere torto anche davanti all'evidenza fa di tutto per vedere solo se stesso e che tutto quello che fa ha una ragione, la sua.
Chi ha a che fare con una tipologia del genere è come se avesse un martello pneumatico costantemente attaccato all'orecchio un rumore che non da pace e che fracassa le ossa piano piano.
Se non si usano le dovute precauzioni i rompi sono invasivi se incontrano un non rompi che è il suo contrario due rompi a confronto sono guerra e se fanno comunella....($)
L'accomodante (sempre per eccesso) è un bradipo fa troppa fatica già a muoversi e contrastare il rompi diventa quasi devastante quel suo agitarsi continuo è incomprensibile e quindi lo accontenta per toglierselo di torno per sopravvivere.
La via di mezzo sarebbe quella di non accettare tutto ma nemmeno rompere in continuazione. Ci sono cose per cui si può essere dei rompi e altre in cui si può essere accomodanti.
Li vedo come predatore e preda.

RedWitch 29-08-2007 21.30.05

Il "buono", tende a starsene al margine, in qualunque campo della vita, e se ha qualcosa da gestire (e qualcosa capita sempre) non è in grado di farlo, proprio perchè non riesce o non vuole prendersi la responsabilità di farlo. Non sa mantenere i suoi spazi e permette agli altri di sconfinare e di prendersi anche quello che non vorrebbe dare. La vedo proprio come una questione di spazi.. il rompi si fa largo, spesso non vede altri che sè stesso, quindi se trova un "buono" dall'altra parte fa man bassa.. ma solo perchè glielo si permette, salvo poi magari lamentarsene..

Contare sulla non pericolosità degli altri è sempre dal mio punto di vista una questione di spazi.. spero che non mi rompano, perchè se lo fanno, lascio spazio perchè questo avvenga.. e se rompono, cerco di fare in modo che lo facciano il meno possibile, accontentando chi lo fa...

Shanti 29-08-2007 22.39.25

Citazione:

Originalmente inviato da Ray
Uno degli aspetti che credo meriti approfondire, collegato a quanto vado dicendo, è quel tuo "non pericolosità degli altri".
Ma perchè dovrebbero esserci dei pericoli?

Forse perchè se tutti, o almeno la maggior parte, rompessero le scatole il sistema di chi gestisce qualcosa salterebbe (come nell'esempio della banca il guadagno, se molti pretendessero di contrattare).

Elle 29-08-2007 23.16.13

Una riflessione, che deriva credo dall'esperienza e dall'osservazione di persone a me molto cara, e anche di me stessa per versi contrari.....
spesso chi è accomodante lo è per paura, rompere le scatole è anche un mettersi in gioco, un pretendere, un avere il coraggio di provare.
Ho conosciuto tante persone accomodanti identificate a errore come buone ( e mi ci metto anche io nel passato ) in realtà erano timorose, paurose e incapaci di volere quand'anche fosse per sè stessi.
In sostanza poco oneste con sè stessi e con gli altri.
Se la rottura di scatole serve per affermare un proprio diritto ad esempio...ben venga,
se l'accomodante nasconde in realtà una volontà di nascondere sè stesso per propria incapacità o disistima per gli sta che venga accomodato.
Il problema è perchè si è accomodanti o perchè si è rompiscatoli spesso entrambe le cose non sono riflessi di indole ma sono tecniche di comportamento acquisite negli anni.........ok ho espresso con i piedi come al solito il mio pensieromanata.gif

Elle 29-08-2007 23.20.14

Citazione:

Originalmente inviato da Elle (Messaggio 37862)
Una riflessione, che deriva credo dall'esperienza e dall'osservazione di persone a me molto care, e anche di me stessa per versi contrari.....
spesso chi è accomodante lo è per paura,
rompere le scatole è anche un mettersi in gioco,
un pretendere, un avere il coraggio di provare.
Ho conosciuto tante persone accomodanti identificate a errore come buone ( e mi ci metto anche io nel passato ) in realtà erano timorose, paurose e incapaci di volere quand'anche fosse per sè stessi.
In sostanza poco oneste con sè stessi e con gli altri.
Se la rottura di scatole serve per affermare un proprio diritto ad esempio...ben venga,
se l'accomodante nasconde in realtà una volontà di nascondere sè stesso per propria incapacità o disistima ben gli sta che venga accomodato.
Il problema è perchè si è accomodanti o perchè si è rompiscatoli spesso entrambe le cose non sono "indole" ma sono tecniche di comportamento acquisite negli anni.........ok ho espresso con i piedi come al solito il mio pensieromanata.gif

correzioni:sornione:

Kael 30-08-2007 07.48.20

La legge psicologica della gestibilità chiamasi volgarmente vigliaccheria.. Ossia si chiude un occhio verso i "rompi", salvo poi rifarsi con i "deboli". Si sfrutta chi non sa ribellarsi, come da sempre avviene, e si agevolano le potenziali minacce.. Questo naturalmente perchè chi deve gestire cerca sempre il suo tornaconto e mai quello della società o della microsocietà che sta gestendo... e, se avviene il contrario, sono casi ormai assai rari.

Il discorso potrebbe allargarsi anche sul perchè i cosiddetti deboli non sanno ribellarsi... Va bene essere buoni, ma non scemi... C'è una legge psicologica anche per tali persone, che le impossibilita a ribellarsi e le spinge a subire sempre.
Il sistema dunque funziona perchè i vigliacchi sono costretti ad essere vigliacchi, i prepotenti ad essere prepotenti e i deboli ad essere deboli... un ecosistema perfetto dove ognuno fa la sua parte e tutto sommato sono contenti tutti. Se i "buoni" riuscissero a saper far valere i propri diritti, senza per questo rinunciare ad essere "buoni", qualcosa inizierebbe a cambiare, e di certo il tornaconto del vigliacco non esisterebbe più (non avendo su chi rivalersi) e allora i prepotenti verrebbero rimessi in riga...
Questa penso che sia la soluzione migliore al problema, perchè finchè le cose restano così i prepotenti e i vigliacchi non avranno nessun interesse a cambiarle. Come detto prima, anche i "deboli" tutto sommato sono contenti così, per via della "costrizione psicologica" che li lega, ma sono quelli a cui converrebbe di più darsi una mossa. Inutile star lì a lamentarsi di quanto sono cattivi gli altri...

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 37854)
Già il solo fatto che chi gestisce senta in qualche modo delle minacce, vuol dire che almeno una minima parte di lui sa che gestisce male e vuol dire anche che il suo interesse principale non è gestire come va fatto ma la sua tranquillità.

Non sono d'accordo su questo, anzi... penso che più gestisci "bene", cioè come andrebbe fatto, più attiri inamicizie e invidie da parte di molti. Inoltre, essendo il rompi un rompi per sua natura, avrebbe di che rompere in ogni caso... anche se a governare fosse un Individuo oggettivamente etico.

turaz 30-08-2007 10.05.17

Se i "buoni" riuscissero a saper far valere i propri diritti, senza per questo rinunciare ad essere "buoni", qualcosa inizierebbe a cambiare, e di certo il tornaconto del vigliacco non esisterebbe più (non avendo su chi rivalersi) e allora i prepotenti verrebbero rimessi in riga...

era quello che intendevo all'inizio.
esiste il "buono" diciamo così "finto" travestito da vigliacco e il buono in tutti i sensi.
e qui mi viene in mente quel passo
"quando al posto di una mano metterete una mano ecc. ecc."

sul discorso più gestisci "bene" ossia come andrebbe fatto (Secondo chi?) più attiri inimicizie il discorso "neutralizzato" a mio avviso è che ogni qualvolta un "Io" consapevole entra in contatto con un "Noi" (vedasi gruppo) cercando di cambiare le carte in tavola viene messo al bando o addirittura eliminato.
Ma questo accade da sempre... mica solo ora...

Ciauzz

ciauzz

Uno 30-08-2007 16.31.10

Io non volevo neanche evidenziare la malafede di chi gestisce, spesso c'è ma è ininfluente se non c'è un'attenzione costante, l'unico metodo che pur appoggiandosi alla fallibilità umana garantisce un minimo di giustizia.
Quindi più che malafede o peggio espressione del proprio tornaconto vedo pigrizia il più delle volte "accontento i rompi e con gli altri risparmio fatica".
Dall'altro lato sono d'accordo che molto spesso il "buono" è semplicemente uno che non sa far valere i suoi diritti etc etc...
Eppure posso, portando la mia esperienza, dire che pur non essendo un tipo azzittibile ma accomodante di natura, spesso ho dovuto "sudare" per far valere i miei diritti ed in certi casi ho notato di essere stato penalizzato come caprio espriatorio... ma vi faccio un esempino tanto per chiarire.

Ero a militare, posizione decisamente vantaggiosa in un centro medico militare. Era uso che tutti dopo aver svolto i propri compiti potessero gestirsi uscite e ritorni a casa, dico tutti dai più esuberanti dei reparti di manutenzione ai più tranquilli laureati o laureandi degli studi medici.
Per un disguido sono stato beccato in una fuga, morale nei giorni prima del congedo mi sono stati comminati 2 giorni di punizione (niente di che, ma impedito nell'andar via prima , come era l'uso per tutti).
Analizziamo la situazione, io ho meritato tale trattamento, sommando i giorni in cui sono tornato a casa ho avuto "licenze" che altri di altri corpi si sognavano, però io ho "dato" l'esempio, altri del reparto manutenzione suddetto sono stati mandati a casa in licenza a sorpresa. Ho detto in faccia al colonello che a me è stato riservato tale trattamento perchè sapeva che io non avrei spaccato mezza caserma nell'euforia del congedo, come erano abituati a fare quelli di quella zona.... mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: Hai ragione.
In questo caso, forte di cose accadutemi dopo sono contento e so che doveva andare così, ho pagato debiti che avevo, non ho lasciato nulla dietro di me, mi era necessario per cose che mi sono successe dopo... ma questo era solo un esempio generico per evidenziare cosa spesso capita a prescindere dalla malafede di chi gestisce (certo il colonello poteva tenere anche gli altri e fare il suo lavoro di gestirli fin l'ultimo giorno) o dal fatto che uno meriti o meno (in questo caso meritavo, ma non meno di altri)

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Non vedo perchè un Io consapevole dovrebbe cambiar le carte in tavola Turi, quello è un rompi, un Io consapevole sa esprimere la sua individualità anche seguendo le regole, diverso è il discorso se le regole non sono accettate da nessuno ma subite...

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Il discorso si potrebbe sviluppare sui giusti metodi per affermare la propria individualità e i propri diritti, quando ci sono.

turaz 30-08-2007 16.38.00

un Io consapevole può accettare le regole presenti oppure agire per il loro cambiamento se ritiene sia più utile alla comunità.
in entrambi i casi darà fastidio al Noi.
Cmq amico Uno ti capisco.
io sono fatto (più o meno) come te e negli anni ho vissuto esperienze similari alla tua.
Diciamo che ho notato che per me (e penso anche per te) il minimo "errore" è punito diciamo pure "oltremisura"
E questo da sempre, sin da piccolo.
Come se l'esistenza mi dicesse "a te non è concesso sbagliare"

Te ne racconto una io ora.
A militare ero in banda (suono il clarinetto)
dopo 3 gg che ero arrivato si sta congedando uno scaglione
C'era un'usanza "nonnistica" in cui chi montava "viceborga" bagnava i neo arrivati (i rospi)
Beh sto dormendo tranquillamente a un certo punto mi sveglio e mi accorgo di avere la testa leggermente bagnata
Davanti a me c'è l'ufficiale di giornata che ha beccato i due bontemponi.
Fatto sta che il giorno dopo mi convoca il maresciallo e mi chiede la mia versione dei fatti.
Io ho detto che mi sono svegliato e ho visto quello che ho visto.
Beh ci credi che alla fine sono passato per l'omertoso di turno e per una settimana il maresciallo nonchè molti mi hanno squadrato di sbieco?

Uno 30-08-2007 17.03.54

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 37909)
un Io consapevole può accettare le regole presenti oppure agire per il loro cambiamento se ritiene sia più utile alla comunità.

La comunità deve in qualche modo volerlo, lui può solo offrire, altrimenti è violenza e prevaricazione quale che siano e quanto giuste siano le motivazioni.


Diciamo che ho notato che per me (e penso anche per te) il minimo "errore" è punito diciamo pure "oltremisura"

O forse non vogliamo lasciare debiti in giro ;)

turaz 30-08-2007 17.05.43

si a entrambe le risposte.
diciamo che utilizzando la parola "karma" usciamo da esso.
sei d'accordo?

Ray 31-08-2007 00.17.08

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 37887)
Non sono d'accordo su questo, anzi... penso che più gestisci "bene", cioè come andrebbe fatto, più attiri inamicizie e invidie da parte di molti. Inoltre, essendo il rompi un rompi per sua natura, avrebbe di che rompere in ogni caso... anche se a governare fosse un Individuo oggettivamente etico.

Non vedrebbe il rompi come una minaccia, semmai come un'inevitabile e forse a volte utile, seccatura. Ma non mettendo in cima alla lista i suoi interessi personali e non essendo morbosamente attaccato alla sua tranquillità, non si sentirebbe minacciato. Si comporterebbe di conseguenza, ovvero in modo imparziale, rompi o meno.

RedWitch 31-08-2007 10.11.27

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 37908)
Il discorso si potrebbe sviluppare sui giusti metodi per affermare la propria individualità e i propri diritti, quando ci sono.

Faccio parte di quelli che (credo per natura oltre che vigliaccheria) il più delle volte (per non dire sempre) sono accomodanti, ma quello che ho potuto vedere fino ad ora, è che se si è convinti di essere nel giusto, di avere un diritto che va difeso, non ci si dovrebbe fermare davanti ad un ostacolo (mentale o meno non importa, sempre ostacolo è finchè lo si vive come tale..) , quindi imparare ad andare un po' contro quello a cui si è abituati a dire/fare, per poter affermare la propria individualità. Questo significa spesso trovarsi di fronte persone che rimangono spiazzate davanti ad un cambiamento.. ma che magari, la volta successiva prima di dare per scontato che la persona che si ha davanti sarà ancora acocmodante, ci pensano un attimo..

Nell'esempio di Uno, se avesse accettato passivamente la punizione la volta successiva , l'iter sarebbe stato lo stesso.. invece ha pagato quello che doveva, ma se ci fosse stata una volta successiva, sarebbero stati puniti tutti coloro che lo meritavano.. o quantomeno il colonnello, la volta successiva si sarebbe fatto venire un dubbio..

Parlare sempre quindi, in questi casi, non accettare passivamente quello che ci accade, anche se poi magari il prezzo da pagare dovrà esserci lo stesso..

Questa è l'unica cosa che mi viene in mente.. se ci sono altri metodi, mi piacerebbe approfondirli...

:C:

Kael 31-08-2007 23.00.18

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 37919)
Non vedrebbe il rompi come una minaccia, semmai come un'inevitabile e forse a volte utile, seccatura. Ma non mettendo in cima alla lista i suoi interessi personali e non essendo morbosamente attaccato alla sua tranquillità, non si sentirebbe minacciato. Si comporterebbe di conseguenza, ovvero in modo imparziale, rompi o meno.

Abbiamo dato due valenze diverse alla stessa parola, io per minaccia intendevo semplicemente qualcuno che tenta di fare il furbo e "minaccia" pertanto l'equilibrio del sistema, cercando di aggirare/eliminare le regole.

Per il resto, non credo che un Io consapevole per affermare la propria individualità debba distruggere o screditare quella di un altro, nè tantomeno subirla. Due Io consapevoli nella stessa stanza possono entrambi affermare la propria individualità, senza scontrarsi, ma anzi, perfino sostenendosi/aiutandosi come fratelli.
Se ci si trova in queste condizioni (sminuendo o subendo) non credo quindi che sia il proprio Io quello che si vuole affermare, ma ben altro...

Ci vuole la giusta osservazione e capacità di discernimento comunque per capire quando sia giusto "farsi valere" e quando no.. Saper distinguere insomma quella che in un film chiamavano "rabbia patologica" e "rabbia sacrosanta"... la prima quella del nevrotico che si infuria per un nonnulla, la seconda quella di chi scaraventava le bancarelle dei mercanti fuori dal tempio...

Kael 31-08-2007 23.15.56

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 37908)
Ero a militare, posizione decisamente vantaggiosa in un centro medico militare. Era uso che tutti dopo aver svolto i propri compiti potessero gestirsi uscite e ritorni a casa, dico tutti dai più esuberanti dei reparti di manutenzione ai più tranquilli laureati o laureandi degli studi medici.
Per un disguido sono stato beccato in una fuga, morale nei giorni prima del congedo mi sono stati comminati 2 giorni di punizione (niente di che, ma impedito nell'andar via prima , come era l'uso per tutti).

Stessa esperienza anche per me... I giorni di punizione che mi sono stati inflitti me li sono "scontati" tutti, sapendo che ero un tipo tranquillo che non avrebbe spaccato la caserma, mentre ad altri che avevano beccato punizioni quasi 10 volte superiori alle mie, sono state abbuonate loro quasi del tutto. Morale della favola: gente che ha distrutto la caserma ha avuto i miei stessi giorni di punizione, pur con "reati" ben differenti, solo perchè non vedevano l'ora di mandarli via e non averli più fra i piedi...

Ho imparato che bisogna alzare la voce alle volte, per non farsi mettere i piedi in testa... In alcuni casi però mi sono reso conto che non basta nemmeno questo, per farsi ascoltare bisognerebbe arrivare a fare veramente qualcosa di "criminoso" per ottenere un minimo di credibilità... Non credo sia giusto però, c'è sempre chi non vuol sentire, e se so che ho fatto il possibile (nei limiti del consentito) per affermare i miei diritti, sono a posto con la mia coscienza e tanto mi basta.


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