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Uno 18-07-2005 15.56.03

l'ultima risposta di Shanti in un'altra discussione mi ha fatto venire in mente che potrebbe essere un buon spunto.
Il branco.... non intendo solo quegli episodi purtroppo tristi che vediamo in televisione, intendo la dinamica in cui esiste un gruppo con uno scopo che sia distruttivo o costruttivo (purtroppo il primo di solito funziona meglio) e persone all'interno di questo gruppo che prese singolarmente non avrebbero lo stesso modo di comportarsi.
Esempio storico quanti nazisti non avrebbero fatto quello che hanno fatto senza essere stritolati dalla macchina della guerra? E alcuni hanno avuto il coraggio di ribellarsi anche perdendo la vita, altri (non li biasimo espongo solo i fatti) non ne hanno avuto il coraggio e hanno commesso cose non tanto positive....
nell'esempio appena fatto parlo di persone che non avrebbero voluto.... ma c'è anche il caso di non essere e diventare, esempio tifoserie violente, non parlo di quelli allo stadio, quelli vanno già con lo scopo di distruggere, parlo per esempio al bar dove la gente, normalmente bravi ragazzi, si trasforma.... certo probabilemente un indole sotto c'è.... ma il gruppo la tira fuori

Rama 18-07-2005 21.27.04

ma violenti sono già, il fatto che sia un gruppo a tirargliela fuori ,la violenza, non significa che non sarebbe uscita lo stesso in un altra occasione ;)

Era 19-07-2005 13.02.51

non solo c'è violenza....
c'è molto di più....
insicurezza....senso d'inferiorità...
paura....vigliaccheria....
e nessuna individualità...
il branco...da forza al vigliacco...

Uno 19-07-2005 17.23.23

Quello che volevo dire anche.... Era tu hai scritto il branco da forza al vigliacco e condivido pienamente.... ma secondo voi un "branco"... una manifestazione... uno spettacolo possono cambiare un individuo?
Vale anche al contrario.... che so un mezzo balordo che entra in gruppo positivo (non specifico ma di qualsiasi tipo)

MaxFuryu 20-07-2005 03.30.30

anche x me la compagnia stravolge le persone... e nelle molte compagnie in cui sn stato vedevo quasi sempre gli stessi ruoli, ,alla fine ognuno ha il proprio compito, però poki, direi 1-2 su ogni 10 persone presi singolarmente hanno un loro carattere e riescono ad essere indipendenti

RedWitch 21-07-2005 16.25.08

L'individuo si fa trascinare dal branco... nel bene e nel male.. si, puo' cambiare atteggiamento, a seconda che si senta "forte del branco" o meno...A mio parere,è un modo, per sentirsi "forti", e per molti aspetti per non prendersi le responsabilità delle proprie azioni...

Era 21-07-2005 18.18.52

Citazione:

Originalmente inviato da Uno
Quello che volevo dire anche.... Era tu hai scritto il branco da forza al vigliacco e condivido pienamente.... ma secondo voi un "branco"... una manifestazione... uno spettacolo possono cambiare un individuo?
Vale anche al contrario.... che so un mezzo balordo che entra in gruppo positivo (non specifico ma di qualsiasi tipo)

credo...spero di si...magari cambiarlo no....
riflettere forse...e piantare le basi
per un cambiamento....
forse non è fattibile nel branco...perchè
il debole subisce l' influenza del forte e se
ne fa condizionare....

seleparina 22-07-2005 13.27.00

Citazione:

Originalmente inviato da Uno
.... che so un mezzo balordo che entra in gruppo positivo (non specifico ma di qualsiasi tipo)

Tutto sta nella capacità, da parte del gruppo, di premere i tasti giusti al momento giusto (nei limiti umani)... se per mezzo balordo si intende comunque qualcuno che abbia anche una così alta (ma anche costruita inconsapevolmente) considerazione di se stesso da credere di essere chi non è...oppure se il mezzo balordo lo è per mezza ignoranza...speriamo che il gruppo sia capace di svegliarlo senza causare squilibri r:

Ray 10-08-2005 15.23.26

Esistono intere biblioteche che trattano la "psicologia di gruppo", la quale, attualmente, è quasi una contraddizione in termini a meno di postulare una "psiche di gruppo" che si spinga ben oltre i contenuti archetipici dell'inconscio collettivo junghiano. E la psicologia "moderna" è ben lungi, non solo dal postulare, ma anche dall'ipotizzare qualcosa del genere.
Tuttavia quel che pare accadere, banalizzando l'argomento per quanto è possibile, è un fenomeno di aggruppamento, tendenza comportamentale tipicamente adolescenziale, tanto più marcato quanto più marcati sono i bisogni che i singoli componenti del gruppo che si va formando trovano soddisfazione, reale o apparente, in esso. Ovvero io posso sentire il bisogno di "far parte" di un gruppo tanto quanto il gruppo risponde, soprattutto implicitamente, a miei bisogni di identità, conferma, sicurezza che non riesco a soddisfare autonomamente. Bisogni i quali, in un ipotetico percorso sano di crescita, imparo, anche grazie al gruppo nel quale proietto le mie insicurezze, a gestire e soddisfare da solo, passando da adolescente ad adulto.
Quel che purtroppo questo meccanismo comporta è che il gruppo, per funzionare quale entità ulteriore ai singoli componenti, adegua questi ultimi ad un "terreno comune", il quale risulta tanto più basso da un punto di vista evolutivo, quanto più basso sia il livello dei singoli componenti e quanto più alto sia il suo numero. Ne consegue che, per la stragrande maggioranza dei gruppi vasti, questo terreno si manifesta nel solo campo degli istinti, fondando la sua identità solo su questi e permettendo, quando non invitando, i suoi componenti a darne libero sfogo, giustificando e proteggendo comportamenti altrimenti inibiti. Da qui la mancata assunzione di responsabilità che il singolo crede potere permettersi nei confronti di coloro esterni al gruppo.
Dall' altra parte però, il gruppo può anche svolgere un'azione educativa nei confronti dei suoi membri più arretrati (sempre da un punto di vista evolutivo: sono tanto più arretrato quanto più sono dominato dai miei istinti) se i membri che lo sono meno (leaders) guidano il gruppo stesso in una direzione di maggiore "indipendenza". Paradossalmente, ma solo apparentemente, il gruppo che funziona è quello che inconsciamente lavora per smettere di esistere, svuotando la sua funzione.

Non so se sono riuscito ad essere chiaro... l'argomento è piuttosto vasto e lo strumento forse non del tutto adeguato... magari potrò spiegarmi meglio dopo i vostri commenti

Era 10-08-2005 16.15.50

certo è tutto chiaro.....
in effetti inizialmente si parlava di branchi non di gruppo.....
credo ci sia una sostanziale differenza....

il leader evoluto? certo ma in questo caso tende
a far sviluppare l'identità del singolo....

il leader del branco invece....si fa forte (essendo un debole)
nel gruppo....manipolando e l'egando' gli individui...

Uno 10-08-2005 17.04.06

Devo quotare Era e non sapete quanto mi secca :D
Anche se effettivamente ho fatto un accenno a gruppo per vedere il rovescio della medaglia.....
Trovo pressoche corretto il tuo intervento Ray, purchè sia riferito al branco, mentre se parliamo di gruppo il discorso pur accettando il discorso bisogni e conferme, soprattutto ad un livello di ideali bassino, noto che hai dimenticato il senso di fratellanza e l'unione per ottenere scopi che da soli riuscirebbero più difficilmente, dal più terreno al più spirituale.
Proietto le mie insicurezze nel gruppo? Vero come in tutto il resto della vita... solo che restringendo il campo d'azione di queste è possibile (non sicuro) che ci si sbatta contro prima o poi.
Mi piace la "tua" equazione quantità, qualità singola e colletiva e la condivido a pieno.
La mancata assunzione di responsabilità con l'esterno è sempre subordinata e proporzionale al singolo e al collettivo ideale.... in teoria un'associazione religiosa (faccio solo un esempio) incoraggia i singoli al bene anche dell'esterno.... in teoria, poi in realtà lasciamo perdere.
Non trovo che i leaders siano i meno membri del gruppo, a meno che sia un gruppo messo su a fini profittuali, al contrario se ci credono sono i primi a mettersi in gioco.

E' vero l'argomento è vasto, ma se qualcuno ha piacere nell'approfondire confrontandosi si tenta di andare avanti nella sviscerazione. :C:

Ray 10-08-2005 19.55.02

eh, lo dicevo che lo strumento non è del tutto adeguato a trattare argomenti così vasti... mi scuso con tutti per i possibili fraintendimenti, presenti e futuri. Tra l'altro non ci si è messi daccordo sull'uso dei termini. Provo a puntualizzare alcune questioni, sempre con la necessaria riserva sull'impossibilità di essere esaustivo.
Si parla di branchi e gruppi: necessariamente dobbiamo considerare il branco come una speciale tipologia di gruppo, dotata di particolari caratteristiche che la rendono oggetto di discussione. Il mio intervento voleva riallacciarsi a quelle particolari dinamiche, quasi sempre distruttive, sfiorate in alcuni interventi. Quindi certamente mi riferivo al branco. Nel tentativo di generalizzare, non riferendomi a tutti i meccanismi possibili di aggregazione, ma a quei particolari che provocano o possono provocare determinati comportamenti gruppali, ho fatto specifico riferimento ad una tendenza tipicamente adolescenziale la quale, se degenera in alcuni meccanismi può dar adito ai comportamenti di cui sopra.
Era si domanda se non si tenda a sviluppare l'identità del singolo. Quale altra identità si dovrebbe sviluppare? "identità" è un concetto strettamente legato all'individuo e dire "identità di gruppo" corrisponde ad un assurdo in quanto manca il soggetto cosciente dichiarante detta identità. E' sempre un rappresentante, o più rappresentanti, a "costruire" e dichiarare l'identità. Il gruppo, che sia branco o meno, esiste come immagine all'interno delle rappresentazioni mentali dei partecipanti e di coloro che, da esterni, lo percepiscono e lo pensano tale. Ma non c'è un entità "gruppo" che si dichiara tale.
Non intendevo, e qui mi sono espresso male, che il leader di un gruppo sia necessariamente il componenete più evoluto, nè che abbia meno bisogno degli altri. Ha solo un ruolo diverso all'interno di una stessa manifestazione. Tuttavia è colui che trascina, che traccia la rotta del gruppo, se così si può dire. Questa rotta è costruttiva se porta ad un'evoluzione, distruttiva altrimenti.
Completamente daccordo con uno quando si riferisce a sensi elevati che fungono da collante di "gruppi" e motivano il loro agito ed il fatto stesso che si uniscano. Non era mia intenzione trattare l'argomento, mi riferivo unicamente a quei meccanismi a cui, purtroppo, quotidianamente si assiste, e che possono lasciare basiti i più. Cercavo di chiarire come un gruppo, o meglio un branco, fondato sugli istinti basti a spiegare certe manifestazioni. Infatti, continuando ad utilizzare questo punto di vista, anche se limitato, le associazioni umane a cui si riferisce uno sono giocoforza composte da individui più evoluti, i quali non hanno bisogno di "appartenere" a branchi per prendere contatto con le loro parti animalesche ed imparare a dominarle, quando proprio non limitarsi a lasciarsene dominare. Coloro che ritengono unirsi ad altri per conseguire risultati superiori (gruppi religiosi ad es. ma, a vari livelli, anche molti altri) altrimenti conseguibili molto più difficoltosamente condividono una tendenza, magari un desiderio, non una necessità. Non hanno bisogno del gruppo per demandare responsabilità, semmai l'opposto.

Spero di aver chiarito, con il rischio dell'effetto opposto. Interessante discussione, continuerei volentieri, se c'è interesse.

Uno 10-08-2005 21.26.35

Tranquillo Ray, quando si ha voglia di conoscersi e conoscere non ci sono fraintendimenti che possono ostacolare, al limite si chiarisce per gettare basi al proseguio del discorso. Allo stesso modo anche nell'argomento più banale difficilmente persone che osservano attentamente la vita possono con un post esaurire le possibilità, se vogliamo (rimanendo in tema) per quanto uno possa essere riflessivo, da solo non passerà mai una certa soglia, mentre nel confronto con altri trova stimoli di espansione "mentale".
Trovo corretto considerare il branco come sottocategoria negativa di gruppo, riferendosi a uomini, però dovremmo, per sfizio, trovare la corrispondente sottocategoria positiva.... associazione? circolo? unione? Strano ma non ce n'è una che mi soddisfa... aspetto lumi se qualcuno ha ispirazioni.
Identità il gruppo (in generale) non ne ha, come dici tu Ray, se non quella dei partecipanti e/o dei fondatori (almeno all'inizio) però ha un "corpo" più o meno visibile, tangibile....
per esempio il punto di incontro, segni distintivi come bandiere, nomi-marche, slogan.... potere.... e anche questi più evidenti verso il basso e molto meno... ridotti all'indispensabile verso l'alto tranne il potere che da materiale diviene morale, interiore.
Altro spunto che è emerso dal tuo intervento è la differenza tra dare e avere tra la tipologia positiva e quella negativa. Nei gruppi positivi l'individuo tende a dare impegno, sacrificio, lavoro (forza fisica) e a ricevere crescita, elevazione, espansione (forza interiore) invece nel branco l'individuo al contrario riceve forza bruta ma paga lo scotto perdendo forza interiore, deve adattarsi al volere del branco che seppure non ha identità ha un "corpo" che si alimenta e consuma i partecipanti.

Ray 11-08-2005 12.06.20

cerchia, elite, scuola (nel senso platonico del termine), congregazione, confreternita sono tutti termini che potrebbero andare abbastanza bene, a mio modo di vedere. Si riferiscono tutti ad aggregazioni volontarie per condivisione di scopi e nature individuali, nulla tolgono alle individuali libertà e sviluppi, anzi pongono quelle di ognuno a disposizione degli altri. Direi che come opposto a "branco" che nel termine si riferisce direttamente al mondo animale, che è dire istinutuale, può funzionare. Personalmente preferisco "confraternita", anche se con le duvute puntualizzazioni di carattere storico.
Il "corpo" gruppale cui ti riferisci e di cui bandiere e simili sono segni, si sviluppa certamente in seguito alle aggregazioni. Da un certo punto di vista vale anche l'opposto, ossia certe aggregazioni si formano in seguito ad un "corpo" più o meno potenziale. Poi, in che direzione esso si sviluppi, dipende appunto dalla base dell'aggregazione: come abbiamo sintetizzato, istintiva per il branco, ideale per la confraternita, se mi si passano i termini.

Uno 11-08-2005 12.16.36

Anche a me piace confraternita, anche se temo possa essere frainteso come settario (cosa che non è), purtroppo oggi i media hanno fatto danni con il loro pressapochismo. Se lo usiamo avendo bene in mente cosa è, e sono sicuro che almeno per noi due è così, mi sembra ottimo.

Kael 11-08-2005 16.12.43

Confraternita.....anche fratellanza.... penso siano i migliori per esprimere il contrario di branco.

Fra fratelli ci si aiuta.
Nel branco ci si usa.

Fra fratelli si cresce insieme.
Nel branco si sprofonda insieme (intendendo la natura "inferiore" degli istinti)

Ray 11-08-2005 19.06.48

Condivido pienamente. La capacità sintetica di Kael è veramente fuori dal comune. In quattro righe tutto quel che occorre dire.

Uno 05-12-2005 23.48.33

Riferimento: Branchi
 
Riprendo questa discussione perchè girando nei forum ho avuto altre occasioni di riflessione.
Nei branchi appena arriva qualcuno che non ne fa parte o si sottomette oppure tutto il branco senza discernimento attacca.
Nelle fratellanze se uno del gruppo sbaglia nel capire il nuovo gli altri lo consigliano.

Najat 08-12-2005 09.45.35

Riferimento: Branchi
 
Riprendo l'argomento visto che i fatti di cronaca riportano da diversi giorni fatti e soprattutto misfatti messi in atto da branchi di ragazzini.
Furti ai danni di coetanei o anche di bambini a cui sottraggono pochi spiccioli e qualche telefonino, molestie e furti nei negozi e, soprattutto l'odioso stupro di gruppo...perchè, ad un'età che io mi ricordo così diversa!
Cosa accade? E' normale credere di avere forza, potere, mettere in atto crudeltà e violenze di ogni genere?
E la stessa amica della ragazza violentata, com'è possibile che descriva una cosa così orrenda su di un blog? Cosa siamo diventati?
E' giusto che le cose vadano così solo perchè la televisione dà programmi brutti e stupidi? Allora dovremmo far parte tutti di un branco. E' forse così?
E' normale che una ragazzina debba fare lo strip in aula solo perchè il gruppo glielo chiede in cambio dei voti per diventare capoclasse?

jezebelius 11-12-2005 20.38.54

Riferimento: Branchi
 
Per quanto riguarda la normalità, credo, che si debba definire tale concetto in relazione al punto di vista che il singolo individuo possiede, frutto delle sue conclusioni, del suo ragionamento.
Non c'è dubbio che per un individuo - il quale viene stimolato da argomenti del genere - per cosi dire " di basso livello ", questo sia la normalità; anzi promuove tale normalità al fine di stuzzicare la parte che a lui più interessa ovvero quella istintuale. Viceversa, in corrsipondenza di una buona dose di coscienza, il ragionamento si inverte.
Ovvio che mi riferisco ad una ragionamento per cosi dire assoluto, che non tiene conto die vari parametri cui il soggetto è sottoposto e dai quali naturalmente potrebbe - come no - essere condizionato.
Dal mio punto di vista, in questa epoca tendenzialmente " pressapochista ", per riprendere un termine posto più su, che non si riferisce a mio avviso soltanto alla televisione, anzi questa mi pare che sia una proiezione della società in risposta a ciò che al " gruppo " ( o branco? ) sociale vuole, desidera.
Per questo motivo fanno gola programmi dove la violenza ad esempio è all'ordine del giorno, o scene di guerra o addirittura racconto da " spettatore " di uno stupro.
Sicuramente non mi dissocio dal fare parte di una società, ci mancherebbe, ma spesso mi rendo conto che quello che vuole la società ( almeno ultimamente per quanto mi riguarda ) non è quello che voglio io.....quindi parto con le critiche.
Non uscendo dal seminato.....aggiungo sul branco e sul gruppo...che sono totalmente d'accordo con quanto Ray, afferma, e Kael,il quale ha sintetizzato il tutto.
Riparto da quello che UNO ha affermato rispetto all'attacco di chi, parte di " un qualcosa " sferza a chi invece non ne fa parte.
Ad esempio le bande dei quartieri cittadini delle città americane - oppure a quello delle Favelas brasiliane - assumono un ruolo di questo tipo, facendo affiorare la " protezione" del territorio nonchè la " conquista " di altri appezzamenti che potrebbero servire alla crescita/espansione del branco; azioni in entrambi i casi volte alla soggezione di tutto ciò che viene in contatto col branco medesimo.
Il branco quindi " si protegge" - anche qui credo ci stia l'esempio del forum portato da UNO - attaccando e scacciando chi non ne fa parte - con le debite conseguenze - il gruppo, invece al contraio, tende ad " inglobare " attraverso l'aiuto.
In ballo sicuramente ci sono anche le " forze " che il singolo porta all'interno; forze che possono essere considerate inversamente proporzionali tra loro ma direttamente proporzionali a quelle che il soggetto appartenente, immette per l' espansione, al fine di considerare Branco o gruppo, l'agglomerato di persone.
Ho certamente ripetuto una considerazione che poco più su è gia stata fatta.
Ciò nonostante intendo sottolineare la presenza di una matrice da cui deriva indissolubilmente il comportamento. Ora quello che mi chiedo è se tale matrice possa essere intaccata dall'esterno o è solo dall'interno - intaccandone le forze - che puo subire modifiche affinchè la sua proiezione comportamentale possa risultare differente?
:C:

latino 11-12-2005 21.33.53

Riferimento: Branchi
 
Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius
Dal mio punto di vista, in questa epoca tendenzialmente " pressapochista ", per riprendere un termine posto più su, che non si riferisce a mio avviso soltanto alla televisione, anzi questa mi pare che sia una proiezione della società in risposta a ciò che al " gruppo " ( o branco? ) sociale vuole, desidera.
Per questo motivo fanno gola programmi dove la violenza ad esempio è all'ordine del giorno, o scene di guerra o addirittura racconto da " spettatore " di uno stupro.

sul fatto che la televisione sia la proiezione della società a ciò che il branco vuole, ho i miei dubbi......

MaxFuryu 11-12-2005 21.34.48

Riferimento: Branchi
 
Pensavo di essere distaccato dai "branchi", in parte lo sono(e qui mi sopravvaluto anche forse...), ma mi sono accorto che lo sarò completamente solo quando riuscirò ad essere indipendente dalle situazioni che riguardano la relazione tra me e gli altri intorno a me sentra trarne assolutamente soddisfazione o pena dal mio "ruolo".
Quindi non per forza sensazioni negative, ma anche sensazioni positive che mi vengono dagli altri mi potrebbero influenzare anche se in modo minore da accecarmi (anche in un qulche modo di cui non sono pienamente cosciente) in situazioni in cui dovrei distaccarmi.
poi pensavo, perchè vedere il branco solo in forma di una cerchia ristretta di persone e invece non vederlo nella totalità delle persone, dato che poi in fondo tutti seguiamo chi più o chi meno quello che tendenzialmente fanno gli altri?

MaxFuryu 11-12-2005 21.35.44

Riferimento: Branchi
 
martello.: martello.: martello.: credo di aver risposto troppo presto e non aver letto accuratamente sopra martello.: martello.: martello.:


scusa.gif scusa.gif scusa.gif

Uno 11-12-2005 21.43.21

Riferimento: Branchi
 
Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius
Ora quello che mi chiedo è se tale matrice possa essere intaccata dall'esterno o è solo dall'interno - intaccandone le forze - che puo subire modifiche affinchè la sua proiezione comportamentale possa risultare differente?
:C:

l'unico modo è branco -> conquista individualità -> Fratellanza
non cambiano i branchi ma si spostano gli individui... certo se il numero di individui di un certo branco che si trasformano fosse significativo il branco si trasformerebbe in Fratellanza..
Un Essere molto avanzato in una individualità potrebbe agevolare il passaggio di molti... forse anche la trasformazione di tutto uno specifico branco... ma ci dovrebbe essere un germe in questo (branco)

jezebelius 12-12-2005 01.56.35

Riferimento: Branchi
 
Citazione:

Originalmente inviato da latino
sul fatto che la televisione sia la proiezione della società a ciò che il branco vuole, ho i miei dubbi......

Beh...si probabilmente come ho postato io si capisce in questi termini, tuttavia mi riferivo al fatto che la Società oggi si " accontenta " di stimoli bassi per cui da essa stessa -attraverso la televisione quindi che è uno dei tanti mezzi - derivano le proiezioni di ciò che in quel momento è "utile" agli occhi della massa.
La massa, nella fattispecie, è a mio avviso il Branco sociale o il gruppo se esterna ideali diametralmente opposti al primo.
In questo senso ho inteso sottolineare la valenza del messaggio dato attraverso i mezzi di comunicazione.
In un certo senso è come se dicessi " Noi siamo quello che mangiamo "!
Spero di essermi spiegato meglio.....nonso.gif
:C:


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