Il senso dell'Assoluto
Ne abbiamo già parlato in giro, ma vorrei approfondire in maniera puramente filosofica (per quanto ne sia capace io) anche senza l'apporto, se non per influenza di conoscenza, dei filosofi classici.
Non voglio fare quella specie di pubblicità comparativa con il relativo, ma cercare di esplorare questo concetto da solo. Abbiamo già detto se non sbaglio che Assoluto etimologicamente è equivalente a senza vincoli, con legami sciolti, liberato. Questo già mi accende una lampadina, è vero che dipende da che parte guardiamo la cosa, ma questa parola dice che la base di partenza è essere soggiocati, legati a regole e nell'absolvere troviamo l'assoluto. Sembrerebbe quasi che l'Assoluto non è la condizione originaria ma qualcosa che è determinata dal non avere vincoli quindi successiva... posso comprendere che nelle parole che definiscono (definire l'assoluto è già un paradosso) concetti astratti bisogna partire dalla nostra condizione ma trovo strano che non si sia inventata una parola che dato il concetto sia indipendente dalle altre.... forse per questo l'uomo ha inventato la parola Dio? Concettualmente sono ad un certo livello la stessa cosa... ma da quello che ho esposto una differenza ci sarebbe... sottile ma c'è. Mi fermo per vedere se vi stuzzica qualcosa, ma avrei altro |
Assoluto- assolutus p.p.di abbolvere sciogliere, liberare, assolvere .
Libero, indipendente ossia prosciolto da vincoli, limitazioni. Aggettivo- libero da ogni limite, non determinato da rapporti, da relazioni: onnipotenza assoluta di Dio, libertà assoluta, priorità assoluta che ha carattere generale, universale: verità assoluta che svolge un ruolo o detiene un potere con indiscussa preminenza, senza condizionamenti o limiti da parte di alcuno: padrone assoluto. Participio passato- assolvere, assolversi. Filosofico- ciò che esiste di per sé, che è incondizionato ed è il fondamento di tutte le cose. |
mica ho capito... ce l'ho il dizionario :D (anche se alcune definizioni si sono allontanate dall'etimologia)
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Assoluto può essere sinionimo di altri termini immagino, come Eterno, Unico, Supremo, Immortale, Altissimo, ect..., ma non credo sia questo che voglia dire Uno, si riferiva al concetto di Libertà, una libertà che non ha schemi, vincoli e non ha neppure le cosidette tre vie?
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In questo senso l'uomo ha " preso " tale parola nella illusione che Dio, per come lo si intende nella fattispecie di Creatore, possa essere quella condizione originaria confondendola con quest'ultima visto che concettualmente sono la stessa cosa. L''uomo che è in basso e guarda in Alto non ha il senso dell'altezza, ad esempio se vede due aerei che volano in cielo, per cui non riesce a stabilire con precisione " chi " tra i due è più in alto; in questo senso è più facile confondersi e dire che uno vola più in alto dell'altro. Cosi mi pare possa essere accaduto per la parola Dio che comunque conserva il concetto di una situazione ma che però non è originaria e dunque falsata e successiva. |
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Mah, se Assoluto è senza vincoli e Dio è il creatore, la differenza sta che Dio è in qualche modo vincolato alla creazione, non fosse per il fatto di averla fatta. E' una caratteristica che lo proietta fuori dall'Assoluto.
Tornando a quel che Uno diceva all'inizio, la parola Dio vuol dire luce, quindi la parola assoluto mi pare la più svincolata di tutte. Certo è che è una negazione (privo di vincoli) e non un'affermazione. Questo dipende certo dal nostro limitiato punto di partenza però è sempre un descrivere qualcosa come non-così o non-colì. Quindi lascia l'amaro in bocca. Il problema vero è a mio avviso perchè esiste quell'amaro. Tornando anche al titolo del tread che può essere letto in più modi, viene da chiedersi come mai non siamo soddisfatti delle parole e diventiamo scemi con le definizioni... forse appunto c'è un senso, un sentimento che non riusciamo a rendere e che rincorriamo... ma c'è. |
sulle parole ci sono mi pare diversi post sparsi qua e là, e viene fuori dapertutto che sono "equivoco", e che non rendono bene l'idea, poi ognuno ha un linguaggio personale, una terminologia a cui dare un preciso valore e di conseguenza non universale come ad esempio la musica.
ma torniamo a tema, la stessa frase "il senso dell'Assoluto", viene interpretata in differenti modi, a meno che non si specifichi a cosa mi voglio riferire, insomma di cosa parlare, anche perchè se avessi la capacità di leggere nel pensiero non me lo porrei nemmeno. se devo interpretare senso dell'Assoluto come che senso ha la parola Assoluto è una cosa e mi sembra che fosse questo, ma mi fermo per non strabordare. |
ma forse non ho capito bene dove vuoi andare a parare, ma quello che mi esce è che il relativo consiste nell'io mentre l'assoluto è il Sè il guaio nasce quando la società scambia il relativo con l'assoluto e crea così dei mostri che vogliono ma non sono.
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vuoi dire che crea dei mostri relativi che poi adora come assoluti!
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Il senso dell'assoluto mi fa pensare a una realtà unica e incontrovertibile.
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A me Assoluto fa pensare a qualcosa di inarrivabile per noi, qualcosa a cui forse possiamo avvicinarci.. ma è possibile per un uomo liberarsi del tutto da vincoli? |
Quello che volevo dire è che hanno inventato due parole: Assoluto e Dio, che sebbene sostanzialmente siano la stessa cosa, ad un certo livello (Ray di solito in discorsi ad un certo livello si dice Dio creatore per distinguere dal Dio Assoluto che riposa in se stesso) hanno una direzione diversa, con l'Assoluto si parte dal piano umano e si va verso il Tutto trascendendo vincoli e legami... leggi, sino ad arrivare appunto alla libertà totale dell'Assoluto, con la parola Dio invece si discende dall'origine andando verso l'umanità... e se poi si prende in esame il Dio creatore dobbiamo anche rivedere i concetti di onnipotenza, onniscienza etc etc... che vengono a non essere assoluti appunto.
Infatti un Ateo non ha problemi con la parola Assoluto mentre si e no tollera... o comunque è un pò insofferente alla parola Dio. |
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Potrei azzardare a dire che in questa esistenza per forza di cose siamo legati a dei vincoli quindi non possiamo sperimentare l'assoluto se non ci sciogliamo da questi vincoli... anche materiali Isaia 58:6 Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Nella bibbia spezzare le catene significa fare per libera scelta la volontà di Dio, che non è un giogo in più bensì il passo per ritornare alla condizione iniziale di essere in Dio che essendo assoluto fa partecipi anche noi di questa condizione assoluta che è libertà... Citazione:
In questo Universo dove tutto è in movimento e in divenire, non c'è nessun punto fermo da definire come assoluto.... libero e indipendente dagli altri.... |
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E' una nostra scelta quella di opporci ai legami/leggi che vincolano l'uomo. Ma pur se anche io direi libera scelta, alla fine però non lo è. Siamo portati, in qualche modo costretti, nel senso che non c'è altro modo, a compierla nel momento in cui ci rendiamo conto che diversamente non siamo vivi. Accettare ciò che comporta, quella è libertà. Ma ancora non Libertà. Rimandare liberi gli oppressi... Unire. Sopra si parla di discendere in Dio e risalire all'assoluto partendo da un piano a breve distanza tra l'uno e l'altro e la vedo come la discesa nell'uomo e ritorno a casa. |
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Sembra quasi che l'unica cosa da cui l'uomo si sente vincolato siano le leggi di Dio, invece io penso che quello che ci impedisce e che ci incatena è tutto quello che ci impedisce di arrivare all'Assoluto... Sembra un paradosso che proprio l'assoluto che non è limitato da nulla imponga dei vincoli... eppure per arrivare a comprendere l'assoluto dovremmo quasi spogliarci di noi stessi e di tutto quello che ci lega.... Tu dici che siamo in qualche modo costretti a scegliere nel momento in cui ci rendiamo conto che diversamente non saremmo vivi, e accettare la libertà che tale scelta comporta, ma che ancora non è Libertà... quindi anche questo sarebbe una costrizione... Ma se immaginassimo di essere nell'Assoluto, quindi senza vincoli e senza limiti, potremmo dire di essere Liberi... Perchè in questa nostra esistenza fisica non possiamo sperimentare l'assoluto, e dobbiamo in qualche modo fare un passaggio... Citazione:
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c'era una volta un bambino che voleva sapere la musica cosa era, ovvero che "senso avessero" le sette note.
pechè lui sapeva che c'erano sette sorelle do, re, mi fa, sol, la, si, lo aveva sempre sentito così. un giorno si trova difronte a un maestro al quale chiede cosa è la musica. e il maestro, la vera musica è un'arte; e lui: io sapevo che erano le sette note, e che cosa è arte? il maestro; è una creazione completa ma relativa. |
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