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jezebelius 15-11-2007 02.15.28

Dirigere la bomba nucleare
 
stosvegli: Tra un caffè ed una brioches, anche se l'ora è tarda, continuo la descrizione di peripezie oniriche.

Sono ( mi trovo ) al'interno di una caverna. Da questa sta per partire una " bomba" ( quelle nucleari per intenderci ). Non so cosa fare ma ad un tratto, mi compare davanti un altro " me " che mi dice che la " bomba" non si può lasciarla senza direzione altrimenti farebbe qualche guaio. Mentre mi dice questo, poggia le mani a mo di " simbolo " ( tra l'altro il simbolo preciso esce fuori unendo gli indici ed i pollici delle due mani e se si considera che anche io all'opposto ho fatto lo stesso mi pare che esca qualcosa ) sulla testata che aveva la forma di una ogiva, un proiettile insomma e mi dice di fare, per l'appunto, lo stesso. La bomba-missile parte senza fumo ma con una piccola spinta ed un po di fiamma sotto e si dirige verso il mare.
Sale in verticale dapprima per poi seguire una specie di traiettoria a parabola. Mentre l'altro " me " ed io, che sono di fronte, oltre che tenere le mani ( come ho detto ) sulla testata - mentre questa si vuole a forza divincolare da questra stretta-simbolo - continuiamo la discussione. Mentre mi parla vedo che sotto di noi c'è il mare con onde ma non troppo agitato e, bellissimo, all'orizzonte l'alba che sta spuntando. Insomma mi dice che la Testata deve essere ben indirizzata poichè questa non si può rischiare di lasciarla per se, altrimenti la traiettoria che seguirà non sarà decisa da noi e dalla nostra forza di imporre.
Siamo in " aria" mentre mi parla ma allo stesso tempo sono ( come fossi ) " fermo" ( sempre in aria-alto ). La bomba nel frattempo ha vari "pezzi" che come i missili che conosciamo, dopo tot tempo, si sganciano lasciando " libera" la parte superiore quella che poi andrà a detonare. In tutto questo l'altro " me" ( sempre di fronte a me ma di spalle all'orizzonte) imprime una forza alla testata ( facendomi vedere come, infatti si muove anche col corpo quasi ) la quale si allontana dal mare ( dove sempre il mio " compagno di viaggio " mi aveva detto degli effetti devastanti se li fosse caduta ) dirigendosi, questa volta, verso una casa.
Casa che tra l'altro non so di chi fosse ma sapevo che c'erano miei parenti all'interno. Sul terrazzo di questa casa( terrazzo e poi ingresso di questa ) c'era un vaso con un albero. Mi pare un melo giovane con al suo fianco, in basso alla sua destra, una piantina che mi sembrava " gramigna" o giu di li; una quasi insalata più o meno a prima vista.
Gli altri - i parenti che stavano li - erano più o meno dietro l'altro "me" il quale mi dice: " Ora puoi strappare la piantina ma sta attento che cercherà di attaccarsi nuovamente alla pianta con tutte le sue forze"
In quel momento non volevo " strapparla-toglierla" poichè da un lato credevo di fare una cosa che non andava fatta mentre dall'altro ne ero " affezionato ". Mi dice ancora " Allora cosa aspetti, vuoi lasciarla li? "
Mi avvicino ( aveva sempre la forma di insalata quasi ) e la tiro via. A quel puinto inizia a trasformarsi e ad attaccarsi, rigenerandosi, a quel po di filo-radice ancora nel vaso. Chi ha visto Spiaderman 3? Beh..più o meno come quella cosa che tenta a tutti i costi di rimanere attaccata.
La tiro, mi sforzo, non è semplice. A questo punto arrivo a tirare via anche la radice e la getto a terra. Nel frattempo aveva assunto un'altra forma ossia quella di una painta di " pomodoro" con tanti pomodorini. La getto a terra sul pavimento ed intanto la pianta oltre che rimanere della forma, per l'appunto, di un pomodoro, diviene, per altra parte, nuovamente verde come una insalata.
La getto quindi interra e l'altro " me " mi dice : "ce l'hai fatta"!

Uno 22-11-2007 10.52.48

Questo mi vergogno quasi a interpretarlo.
Bomba da dirigire, energie, deve salire per prendere la spinta, come un'influenza che deve salire nella febbre per compiere il ciclo completo (checchè ne dicano tutti, un'influenza stroncata troppo riesce fuori in qualche forma). Vari pezzi ) lavori vari che fanno parte dello stesso ordigno/forza.
Se questa forza la dirigi verso il mare la disperdi, gli effetti devastanti sono per te, invece se fai fuori una casa intesa come radici da tagliare il discorso è diverso, concetto ripreso con la pianta. Chiari i "credevo non andava fatto" " ci ero affezionato" no?
Quando riesci a estiparla ti accorgi che tutto sommato si può trasformare e diventare utile... diventa alimento.

jezebelius 24-11-2007 22.45.47

Beh si, la sensazione era quella di avere - per quanto riguarda la piantina - un " qualcosa " in più che traeva alimento dalla pianta " madre" ( anche se giovane ) e che dovevo tirare via. Insomma togliere/estirpare ciò che di inutile viveva di fianco alla pianta nel vaso.
Probabilmente la casa è allo stesso modo la piantina da estirpare. Entrambe si riferiscono a "radici " vale a dire a qualcosa di radicato.
Si ma ora come ora l'unica cosa che mi viene in mente è, probabilmente, qualcosa di interno da eliminare ma non del tutto... e da cui, comunque, trarre alimento! ( ? )


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