Il ripostiglio
Ogni qual volta lavoro a fondo su me stessa sento il bisogno di andare a sistemare il ripostiglio, buttare via un bel pò di cose accumulate nel tempo che non trovo mai il coraggio di eliminare.
Anche oggi pomeriggio l'ho fatto. Ho buttato tanta roba in corridoio, poi l'ho smistata e sono riuscita a riempire tre grandi sacchi per la spazzatura. Mi sono dopo chiesta come ho fatto ad accumulare così tanto visto che avevo sistemato sei mesi fa e quando avrò il coraggio di buttare il resto che ho di nuovo sistemato in maniera meno visibile nonso.gif . Il mio ripostiglio è grande ma poi satura e diventa come un pensiero fisso quello di andarlo a svuotare. Trovo che sia catartico. Immancabilmente ritrovo qualcosa del passato che da molti anni non ho il coraggio di buttare ma non mi serve proprio. Trovo scorte di cose che non trovo mai quando mi servono. Mi piace molto l'ordine e lo spazio vuoto ma non so nemmeno io come faccio a riempirlo di tutta quella roba. Pensavo possa esservi un'attinenza con ciò che tratteniamo dentro in termini di pensieri, ricordi, esperienze che riempiono il secchio della mente così come gli oggetti inutili riempiono il nostro spazio vitale. Pulire la nostra mente porta poi a pulire il nostro ambiente. A me sembra che il rispostiglio sia come una parte della nostra mente dove si accantonano pensieri che non servono molto ma che non siamo pronti a lasciare andare via, e ci ripromettiamo di elaborare o ricapitolare appena possibile ma può passare moltissimo tempo prima di farlo. Come ci sono oggetti che non si butteranno mai ci sono pensieri che non si elaboreranno mai? Anche a voi succede così con il vostro ripostiglio? |
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E' venuto da me un vicino stravagante che dice di essere un esteta...mi ha fortemente criticato soprattutto per i numerosi oggetti che riempiono i miei mobili, gli ho risposto che per ora non potrei fare a meno di niente, del resto deve andare bene a me e alla mia famiglia, abituata a vivere gli ambienti molto liberamente! Sai Diamante quando ero appena sposata la mia casa mi sembrava quasi estranea, con quel senso di nuovo, troppo nuovo, le stanze facevano eco! mi piace molto di più ora...anche se sabato prossimo ho una montagna di panni da smaltire... quelli che per circa tre stagioni non ho mai messo li porto in cantina ancora per un anno e poi da lì c'è la giusta e definitiva eliminazione!manata.gif |
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Trovo ci sia una connessione diretta tra i momenti in cui faccio ordine nei miei pensieri, nel mio vissuto, insomma nella mia vita, e i momenti in cui faccio ordine a casa, ripostiglio e non solo, buttando via tanti "residui" del passato Per contro, quando sto così così, il disordine avanza, sia interiormente che esteriormente |
Non ho mai avuto un ripostiglio, però ho notato anche io che se cerchi di mettere ordine dentro poi ti ritrovi a mettere ordine anche fuori.
Prima aspettavo il caos per mettere ordine, oggi mi da noia il disordine, poi magari non arrivo a riordinare tutto, ma sento che è cambiato qualcosa in me. Una volta buttavo via tutto oggi cerco di riutilizzare quello che si può. A volte però per la pigrizia di trovare il posto ad una cosa o per fretta sarei ancora portata a buttare. martello.: Comunque penso anche io che tutta la casa è come un ripostiglio. Ultimamente ho riordinato dentro gli stipetti/pensili della cucina ho ottimizzato gli spazi per le spezie con una mensolina, poi ho fatto lo stesso con un altro pensile più grande. Buttare via no, se non è strettamente necessario altrimenti stipo in alto nei pensili alti dove non è facile arrivare se non con la scaletta. Mi rendo conto che in una casa piccola avevo riepito tutta la casa con la scusa che era piccola poi la casa è diventata più grande ma l'ho riempita uguale. blink.gif p.s. Filo ho anche io due ciuccetti di mio figlio abbraccio: cuore di mamma icon_mrgr: e anche tutti i vestitini del primo mese di vita :) e tutti i suo quaderni e libri da quando va a scuola manata.gif chissà se avessi una cantina o un solaio ahahahah icon_mrgr: |
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Ho notato pure il mio bisogno di cambiare la disposizione periodica degli oggetti o di qualche mobile. Lo stesso ordine nel tempo mi da un senso di staticità. Man mano tendo a vuotare gli sportelli e tolgo soprammobili che penso accumulano polvere e mi occupano la visuale. Amo sempre di più lo spazio libero e l'essenzialità. Poche cose ma buone. Ci sono momenti in cui vorrei vivere in due stanze con l'indispensabile per la sopravvivenza e poi altri momenti in cui apro i cassetti del corredo da sposa e incigno qualche bel lenzuolo ricamato (orrore da stirare!) che arricchisce la vista e avvolge il mio sonno nella qualità superiore dei tessuti. |
Ieri pomeriggio è toccato al cassetto dei documenti. Era da qualche anno che sovrapponevo senza riordinare veramente. Un altro sacco pieno di carte inutili, riviste professionali già lette o non lette perchè ormai poco interessanti, di argomenti già superati. Ho impiegato tre ore piene però non ho provato la stessa soddisfazione, la stessa catarsi del ripostiglio o gli armadi dei miei vestiti.
Ho provato solo la sensazione che avevo ai tempi della scuola quando avevo fatto tutti i compiti. Mi sento in regola ecco, ma senza aver toccato qualcosa nel secchio... |
Ho di recente letto un articolo interessante sull'argomento. L'articolo si intitolava "fai ordine fuori e dentro di te", che è un po' quello che diceva Gris, dentro e fuori sono strettamente connessi.
In sintesi pare che accumulare oggetti, oltre al fatto che può diventare una vera e propria malattia, dipenda da diverse cose: - insicurezza, il conservare tutto perchè "non si sa mai che possa servire", e dietro a questo meccanismo pare ci sia l'incapacità di dover fare delle rinunce e assumersi la responsabilità della scelta. - Vuoto d'identità : gli oggetti rappresentano la prova della propria esistenza, finchè non si ha un'idea della propria identità è facilissimo spostare su oggetti o persone.. -Pigrizia: la casa stracolma di oggetti inutili può essere frutto di scarsa volontà - Incapacità di scegliere e quindi di fare una scala di priorità, fra ciò che è importante e che val la pena conservare e ciò che non ci assomiglia più Ed infine, la paura del futuro, ovvero per chi vive nel passato piuttosto che nel presente.. gli oggetti darebbero un senso al presente. L'accumulare è per me ancora un problema, mi scuso se la porto sul personale, ma vorrei risolverla stavolta icon_mrgr: Casa mia non è un accumulo di oggetti solo perchè mio marito ha la tendenza opposta alla mia (pure esageratamente), pero' la conseguenza è che se il resto della casa è quasi prima di oggetti inutili, i miei spazi personali lo sono e mi saltano ancora più all'occhio. Non voglio buttare via vestiti che magari non metto più da anni, perchè ufficialmente perchè spero di dimagrire e di rientrarci prima o poi, in pratica, anche se riuscissi, non credo che li metterei ugualmente. Ma anche abiti non più nuovi, a volte quasi immettibili.. E allora? Leggendo l'articolo ho visto che sono un mix di cose, tutte più o meno azzeccate, al primo posto metterei a tuttoggi l'incapacità di scegliere... per me non è tanto l'incapacità di riordinare, quanto poi di mantenere in ordine (e qui è interessante, perchè temo che valga anche per il mio interno..). Finchè ci sono troppe cose in un ambiente ristretto, non posso tenerlo in ordine, devo necessariamente fare pulizia. L'articolo diceva che se si impara a riordinare e ad eliminare il superfluo, si vive molto meglio. Seguivano poi, dei consigli su come fare questo "space clearing" o decluttering (chissà poi perchè usano questi termini moderni, quando il disordine è più vecchio del mondo icon_mrgr: ).. In ultimo c'era un consiglio carino... eliminare un oggetto vecchio per ogni oggetto nuovo che entra in casa.. |
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Come si elimina? Penso che inserire nuovi oggetti senza aver eliminati i precedenti è come essere proiettati nel futuro senza valutare responsabilmente gli effetti. Ad esempio i vestiti, anche io, ma tutte, pensavo che "perderò quei 5/7 chili presi e rimetterò i miei vestiti (bellissimi e costosissimi)".. ma alla fine li ho fatti allargare perchè era inutile vederli lì nell'armadio ad invecchiare e invece che eliminarli li ho modificati ma sono ancora utilizzabili. Non so esattamente se ho rinunciato all'idea di perdere quei chili o se ho accettato di averli.. fatto sta che quei vestiti ora appartengono al presente e non sono più la proiezione di me (ok si, in parte lo sono ancora e in parte no). In ogni caso per quei vestiti valeva la pena metterci dei soldi sopra per modificarli... per altri no. Fuor di metafora "abbigliamentosa", credo che ci sia da valutare sempre se ne valga la pena, se l'energia messa a modificare qualcosa sia fruttuosa oppure sia meglio dare un taglio. Pensa a quanta energia ti prende ogni volta che guardi quei vestiti... l'armadio è piccolo... Quote:
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Tra quel che dicevo io e quello che dici tu passa la stessa differenza che c'è tra avere ed essere. |
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