Pena di morte
E' notizia di oggi che la condanna a morte di un ragazzo nero texano è stata ritirata.
I fatti accaduti e la condanna a morte, amio modo di vedere, sono cose lontane anni luce. Questo ragazzo si trovava all'età di 19 anni con degli amici a fare baldoria, erano ubriachi e avevano fumato erba. Non erano santi e avevano deciso di derubare una coppietta. Tra la concitazione uno dei tre uccide il ragazzo aggredito. Tutti e tre vengono condannati a morte. Dei tre, oggi solo uno, a 5 ore dalla inniezione letale, è stato graziato e condannato all'ergastolo (condanna esasperata anche questa considerato che non ha ucciso nessuno). Il Texas è famoso per queste cose e per la sua normativa. Molti vengono giustiziati per aver fatto nulla, e solo dopo lo si scopre, eppure continuano nonostante i ripetuti errori giudiziari. Perchè? Oltre al perchè morale mi domando anche quello etico:chi può impedire ad un essere umano, anche il più abbietto e deprorevole di redimersi, di avere un barlume di coscienza, di incontrare la parte migliore di se stesso? p.s. Ho la sensazione che questa discussione esista in forum, ma ho fatto una breve ricerca e non ho trovato, in caso si può spostare. |
Ho visto un servizio in proposito ieri sera. Dicevano che il Texas è il luogo dove il "boia" è più attivo che in qualsiasi altro. Dicevano che negli ultimi due giorni(ieri e ieri l'altro) erano state fatte due iniezioni letali,di cui una ad una persona che era in libertà vigilata da tempo.. lo hanno richiamato per ucciderlo. E mentre dicevano queste cose facevano vedere la stanza in cui vengono effettuate le pene capitali. Poi hanno parlato di questo ragazzo che sarebbe dovuto essere giustiziato oggi (dicevano per aver "aiutato un amico a fuggire dopo un omicidio")
Insomma 3 omicidi in 3 giorni. Si sente spesso parlare di errori giudiziari o di pene spropositate, ma nessuno fa nulla per modificare queste leggi (che probabilmente risalgono a molti anni fa..).. se ci pensiamo qui in Italia siamo all'opposto, ma la pena di morte è sempre "sbagliata"? Razionalmente mi dico che nessun uomo ha il diritto di scegliere per la vita di un altro.. ma se provo a mettermi nei panni di quei genitori che vedono morire i figli ammazzati per delle sciocchezze, mi chiedo: "se ammazzassero mio figlio in quel modo, senza un motivo, sarei ancora contraria alla pena di morte?" Un paio di giorni fa, ho letto un articolo che mi ha gelato il sangue... è successo vicino Tokio, 3 persone che si sono conosciute in internet, hanno deciso "per gioco", per fare qualcosa di diverso, di ammazzare una persona. Si sono incontrati, e lo hanno fatto sul serio. L'unica colpa di quella ragazza (aveva 31 anni) è stata quella di passare rientrando a casa nel luogo dove i tre aspettavano la vittima casuale.. Ecco.. mi chiedo se fossi la madre di questa ragazza, cosa proverei nei confronti di questi 3 ?... |
Davvero difficile parlare di pena di morte...pena per chi? la pena di quelle persone coinvolte nel bene e nel male....chi odia a causa di un gesto sconsiderato....chi odierà per questa giustizia "umana" ritenendola ingiusta. Da qualunque parte la si guardi stride. Il Texas ne ha tante da raccontare sul suo modo di intendere la giustizia e le persone diverse ma bon purtroppo non è l'unico paese a metterla in atto ancora. In quei paesi sembra ancora vigere l'occhio per occhio e dente per dente come se la Giustizia divina non esistesse ma poi mi dico davanti a disgrazie di quel tipo perdonare diventa qualcosa di veramente Divino.
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Sono contro la pena di morte, ma sarà perchè sono troppo cattivo...
Credo che "per chi non ha il perdono nel cuore, vivere è punizione peggiore della morte"... Troppo facile altrimenti... |
Argomento davvero difficile...dovrebbe essere un ovvieta'essere contrari alla pena di morte e per quanto mi riguarda lo è...ho sempre pensato che i lavori forzati fossero un ottima alternativa,non solo per chi ha l'ergastolo,ma in generale...essere sbattuti in un carcere ad oziare nella stra grande maggioranza dei casi non ha senso,mandare i detenuti in miniera,nei campi a raccogliere pomodori,compiendo un servizio sociale,imparando un lavoro che sia minatore,muratore o contadino potrebbe risultare produttivo...il carcere dovrebbe riabilitare,dare delle regole a chi non ne ha mai avute,far conoscere il lavoro vero a chi ha vissuto di espedienti fino a quel momento,non c'è nulla da imparare dalla morte e nella staticita'dei penitenziari...forse il lavoro duro,costante potrebbe dare risultati insperati...
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si è difficile parlarne.....
ma in poche parole dico la mia.... sono contraria alla pena di morte per lo stesso motivo che dice Kael.... così come sono contraria alla "pena di vita"....riferita alla decisione di qualsivoglia medico...di "attaccare" a una macchina un corpo che vorrebbe andarsene naturalmente...... nel primo e nel secondo caso...si ricopre un ruolo che non compete all' uomo.... |
la pena di morte è uno dei tanti modi per osservare e comprendere se stessi.
Sino a che nel mondo esisterà una buona fetta di persone che interiormente "confonde" le cose e pensa che "eliminare" qualcosa sia utile alla propria crescita personale la pena di morte "esteriormente" esisterà e porterà a situazioni "contrastate". occorre comprendere interiormente che eliminare non serve. occorre a mio avviso comprendere, perdonare, amare e aiutare. |
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Come dice Kael " vivere " è la punizione peggiore soprattutto se chi insegna( dovrebbe insegnare ) a vivere lo fa in maniera differente rispetto a quella fino ad allora vissuta da chi non è nelle regole sociali. E' un discorso, credo, abbastanza articolato e si dovrebbe non solo fare riferimento al lato, a volte, " buonista" del Codice Penale, in generale per ogni paese, ed ad un altro troppo rigido ma anche alle origini della pena di morte ed i motivi che l'hanno condotta ad essere uno strumento " esemplare" per alcuni. In sostanza "riscrivere" il Codice in ragione dei tempi, in ogni sua parte, non sarebbe una cattiva idea secondo me. Forse, nello specifico, la pena di morte fa capo a quel lato troppo rigido di intendere la punizione sia per quanto riguarda il risultato e sia per quanto riguarda colui che attribuisce la punizione e comunque al di fuori dei tempi. In questo senso si potrebbe ragionare. Lo Stato, quindi in rappresentanza dei cittadini e dunque della collettività, indirizza la sua attività punitiva nei confronti di coloro che non hanno regole e dunque non soddisfano, con le proprie azioni, quelle che la Società si è data per vivere - si presume - in collettività. Ora infliggere una punizione porta con se, intrinsecamente, il voler purificare la società da tali elementi. Si spera che una volta " purificati" questi possano reintegrasi, poichè alla fine, servono alla comunità stessa. Possedere un atteggiamento rigido, che sia uno Stato o una persona, mostra quanto sia rigido, nella sostanza, chi si eleva a giudicante. Fisso, statico ovvero senza possibilità di scendere dal luogo da dove distribuisce il suo giudizio. Il discorso a mio avviso ha notevoli risvolti. Si potrebbe anche guardare da altra prospettiva nella quale " lo Stato punisce se stesso poichè si rende conto di non essere stato all'altezza" e via discorrendo. Si potrebbe anche richiamare l'agire del lato istintivo dell'uomo che opera " intellettualizzato" in regole al di fuori delle quali esiste una pena quale esempio per altri e deterrente per chi pensa di commettere reati e via così. Comunque io sono contrario. |
Il concetto del deterrente mi ha sempre colpito e mi piacerebbe approfondire. Non entro nella questione pena di morte giusta o sbagliata, mi interesserebbe capire meglio la sua funzione (e di altre pene) a livello sociale.
Personalmente non sono informato sulle statistiche, ma sarebbe certo da considerare se nei paesi in cui vige la pena di morte determinati crimini siano davvero meno frequenti che in altri paesi con altre condizioni analoghe ma con altre pene. Più genericamente, la questione del deterennte è a mio avviso, per quanto mi viene in mente adesso, l'unica ragione per pene non riabilitative e quindi unicamente punitive. Ovviamente parliamo di pene in qualche modo definitive, come anche l'ergastolo (ma vero)... compiere un reato minore e beccarsi una "sberla" può anche avere risvolti riabilitativi, o meglio il deterrente può servire a chi ha compiuto il fatto. Se per esempio le statistiche dicessero che nei posti dove le pene sono dure certi reati sono meno frequenti, oltre alla pena di morte mi verrebbe da pensare anche ad altro, tipo ad un ergastolo di lavori forzati... per certi individui potrebbe anche essere un deterrente maggiore forse. C'è comunque da dire che per certuni nessun deterrente vale, nel senso che certi reati ci saranno comunque in assenza di una certa presa di coscienza, ma ridurli, da un punto di vista sociale, credo abbia un senso. Qualcuno ha dei dati in merito (cmq provo a cercare qualcosa, anche se non so bene come fare)? |
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Ma poi comprendo il tuo discorso e la tua domanda qui sotto: Citazione:
Eppure oggi se penso che qualcuno potrebbe farmi pagare le cose con la stessa moneta con cui ho sbagliato/mancato/peccato avrei paura di guardarmi intorno.. anche se poi accade proprio così (non lo so ma lo immagino), ma è una legge universale e non gestita soggettivamente da uomini costretti in loro stessi. Si, so che ad una madre con il cuore frantumato non si può certo dire questo... ma non riesco più a pensare: "occhio per occhio, dente per dente" Gandhi ha detto: Occhio per occhio e il mondo resta cieco. Mi sentirei tutelata dalla gisustizia se questa persona pagasse una Pena interiore ed eseriore. Se è vero che il lavoro nobilita l'uomo, e io ci credo molto, la proposta di Cassandra direi che sia la migliore e la condivido. :C: |
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In Italia l'autovelox e un deterrente nel senso che lo mettono in discesa, lo mettono a 2 metri da un segnale di diminuzione di velocità, lo mettono in un punto a scorrimento veloce, quindi è sostanzialmente punitivo. In Francia lo mettono in punti dove c'è effettivamente un pericolo, ti avvertono un kilometro prima e poi se proprio insisti scatta la foto. Il Italia continuiamo a prendere multe con il sistema punitivo (e per dirla tutta e fuori tema -sistemariempicassedellostatopunitivo) in Francia si salvaguardia la tutela delle strade. E' un sistema di prevenzione. Prevenzione, parolina magica. Inoltre parliamo di un paese, il Texas, in cui i condannanti a morte sono per lo più di carnaggione nera. |
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Alla fine, di solito, è ciò che si usa in ambito militare. Si tende a dimostrare di essere più forti, rispetto ad un altro, sol perchè c'è bisogno che questi lo creda, in maniera tale da dissuaderlo da ulteriori comportamenti volti alla medesima dimostrazione. America e Russia continuano - prima di più - a far questo o anche i comportamenti della Cina in ambito economico tendono, probabilmemte allo stesso obbiettivo: sminuire le altrui azioni per decretare, alla fine, l'egemonia in ambito economico. Il solo fatto di avere armi di distruzione di massa può essere un deterrente per taluni stati o il fatto di inserire la pena di morte, quale deterrente a che si commettano azioni contro il vivere civile, può servire allo scopo. Ma a questo punto lo scopo che si vuole raggiungere risulta essere ben più lontano rispetto, invece, a ciò al quale si è arrivati( almeno per quanto riguarda la pena capitale). Il deterrente e dunque la strategia a questo connessa per funzionare ha bisogno di credibilità da chi lo pone in essere nonchè basarsi sull'applicazione di una " pena esemplare" che possa servire da indirizzo per altri. Insomma come in Cina qualche anno fa: " Colpirne uno per educarne cento", potrebbe starci. Ragionando poi sulle motivazioni "dell'esempio"si potrebbe dire che si fa affidamento ad un minimo di "buon senso" o ragione di chi compie determinati reati i quali, se commessi, saranno poi puniti con la pena capitale. Insomma, secondo me, si pone in essere questo tipo di ragionamento: " Sappi, che se farai questo io, Stato, ti punirò. Quale è la cosa alla quale tieni di più? La vita? Ecco, la mia punizione sarà esemplare poichè oltre che punirti per ciò che hai commesso, eviterò, con questo mio comportamento, che altri potranno comportarsi come hai fatto tu". |
Ci sono casi in cui vengono commesse tali atrocità (vedi pedofilia) che infliggono un dolore che si dilaga nel tempo e nelle generazioni.
(Chi ha subito violenze sessuali da piccolo, spesso diventa carnefice dopo) ora.. la pena di morte è discutibile se non foss'altro per il motivo che ha infliggerla è un'essere umano per cui imperfetto, limitato e che magari ne ha combinate di peggio.... Di conseguenza pessimo giudice. Ma... quando ci si trova di fronte ad una situazione dove psicologi, farmaci, amputazioni, ecc.. non hanno risolto lo stimolo alla violenza, che alternativa rimane? Lavori forzati, certo, concordo e sottoscrivo ma allo stato costa di più far "lavorare " un detenuto che tenerlo al chiuso nella sua bella cella. Solo per lo spostamento ci vogliono guardie (salari alti), mezzi (se si pensa alle carceri sovraffollate vi lascio immaginare quanti camion o vagoni ci vorrebbero), organizzazione (scorte armate, strade controllate, ecc...). Ora sono sul posto di lavoro servono altre guardie che controllino a vista il detenuto, assicurar loro dignità, tutela dei diritti del lavoratore, cibo per il pranzo, ma principalmente un luogo dove questo lavoro si possa fare... Se vicino a casa c'è un cantiere che brullica di assassini, ergastolani, seviziatori, violentatori..... Si vivrebbe bene, si sarebbe così comprensivi? O si preferirebbe tenerli chiusi in una bella gabbietta a non disturbare nessuno? Ritengo che lo stato non stia facendo altro che quello che la gente vuole... Tenerli lontani dagli occhi, rendendoli innocui. Impossibilitati a nuocere Ci vorrebbe un'altra soluzione, pensare ad un'alternativa... A parer mio, concentrarsi sulla prevenzione sarebbe la cosa più logica. |
Falty è vero quel che dici, costi per lo stato .. ma se invece fossero appalti verso società private? Lo stato si impegna solo a tutelare e sorvegliare. Hai presente il servizio militare italiano? Un anno da perdere in camerate, se fossero messi al servizio dello stato e fossero loro a sorvegliare dopo un adeguato addestramento non alla marines? Son d'accordo che ci vuole una riorganizzazione però ci vuole anche una educazione e anche una tutela del cittadino che metta al lavoro solo chi può. Se io mi sentissi protetta e tutelata dal mio stato, certo che non mi importerebbe di trovare i carcerati incatenati a lavorare.. certo incatenati.. son pur sempre carcerati.. o vogliamo fare i buonisti con i diritti del lavoro?
Vogliamo dire si ai diritti del lavoratore e siccome non è possibile assicurarglieli allora condanniamoli a morte, o per l'italia all'impossibilità di un recupero e una dignità di rivalsa? No, vero? O almeno io non sarei d'accordo. p.s. non c'è l'ho con t Falty, è solo provocazione abbraccio: |
Hai ragione Sol, perfettamente.
Ma da buon stato civile, le varie associazioni non permetterebbero l'incatenamento del detenuto, nemmeno il privarlo dei diritti del lavoratore.. Vari gruppi si sono battuti per fargli avere una situazione carceraria degna di un albergo.. tv in cella, letti morbidi, celle pulite, pasti sani e dieta controllata... Ora non dico che questo sia giusto o ingiusto, nemmeno io so prendere una posizione in merito. Un ladro non merita lo stesso trattamento di un omicida, di un violentatore o di un serial killer..... Di conseguenza penso che anche di fronte ai lavori forzati questo impedirebbe l'incatenamento e qualsiasi situazione estrema che proteggerebbe noi ma violerebbe i diritti dell'uomo... Difficile arrivarne a capo.. Ripeto, la pena di morte non è una soluzione, ma sono confusa sull'escluderla come pena in determinati casi. (chiariamo... non nel caso esposto nel post, lì è assurdo ed inconcepibile) Per non parlare della Cina, dove la pena di morte è tutt'ora in vigore anche per reati che non hanno nulla a che vedere con l'omicidio o violenze.... reati economici, politici e d'opinione. Si suppone... nulla di certo, la Cina è famosa per "nascondere" le sue "schifezze"... |
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A volte rifletto sul fatto che se si volessero risolvere davvero alcuni problemi del nostro mondo,della societa', si potrebbe fare, ma manca la voglia piu'che le possibilita'...
Un esempio eclatante è il terzo mondo...io sono convinta che volendo,anche il solo Vaticano (uno a caso...)potrebbe risolvere i problemi di quelle popolazioni,spartendo un po di ricchezza...ed invece si lasciano morire milioni di persone, per non rinunciare a nulla, di cui ci si sente possessori... Si parla di utopia anche quando alcune cose sarebbero realizzabilissime... Basterebbero gli stipendi di un anno,di pochi giocatori di serie A, per rimettere a posto le carceri ed organizzare i lavori forzati in modo pratico... Penso anche che un delinquete abituale sa che venendo rinchiuso in galera,gli spettano delle limitazioni ma non grandi sforzi...il carcere è visto da molti come una pensione senza stelle,dove bisogna arrangiarsi si,ma non lavorare,scontare faticosamente la pena...forse potrebbe fungere anche da limitatore la consapevolezza che il carcere è fatica,una dura punizione e non un ricovero...anche se sono consapevole che per certe persone, neanche l'eventualita'di essere privati della vita, riesce a frenare l'istinto delinquenziale... o quello che è... Bisognerebbe non rassegnarsi mai e credere fermamente che anche la piu'grande utopia (in senso pratico), puo' realizzarsi...VOLENDO... Mi aspetto una bella rivoluzione prima o poi...e spero che per voi non sia un utopia, anche la mia...fiori.gif |
se già "speri che non sia un'utopia" significa che non ci credi nemmeno tu.... purtroppo.
ciauzz |
inizio OT Mi sa che sei un po prevenuto turaz...ho aggiunto "per voi" che in effetti esprime piu'chiaramente cio'che volevo dire...a volte do per scontato che si afferri il senso...ma evidentemente non è così...cmq mi sei stato utile...grazie!fine OT
P.S. Uno se vuoi cancella pure e scusa... |
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E' vero che bisognerebbe trovare una giusta " sistemazione " per i detenuti. Non escluderei forme di lavoro che peraltro gia sono in esperimento avanzato in alcune carceri ( mi sa che sta cosa gia l'abbiamo affrontata da qualche altra parte qui in forum ma non fa male ripetere qualcosa di utile ) come ad esempio San Vittore a Milano, dove esiste un call center della telecom, o anche presso il carcere di Latina dove si produce vino tra l'altro esportato anche all'estero. Per quest'ultimo luogo " di lavoro" i proventi servono non solo alla ristrutturazione/mantenimento della struttura carcere ma anche alla retribuzione degli operai/detenuti i quali vedono scalato, dallo stipendio, il " soggiorno " in carcere. In pratica " Volere è potere " e per di più gli si fa pagare l'hotel. Però voglio soffermarmi sul concetto di pena capitale partendo da ciò che Faltea ha lasciato e sul quale, credo, non ci siano obiezioni. L'uomo è un essere imperfetto e va da se che le sue decisioni, soprattutto in quest'ambito, anche se risultato delle leggi che si è dato( tra l'altro anche queste non proprio perfette ), possono risultare passibili di ritocco. Il pensiero predominante della società, nei confronti dei detenuti è quello per il quale questi rappresentano lo scarto di quella; rappresentano, in sintesi, la polvere da mettere sotto il tappeto. E' vero che ci sono reati i quali creano scie indelebili nella vita di chi li ha subiti e dei parenti di questi ma il solo pensare alla pena di morte come possibilità anche se per taluni delitti, sinceramente non fa altro, secondo me, che rispecchiare un " volere " collettivo dove la punizione esprime, in un piano differente, la ricerca di una utilità per la società la quale è in grado di purificarsi da ciò che ne mina le fondamenta solo utilizzando metodi estremi in quanto in questi, secondo tale pensiero, riposa il concetto di armonia. Non è inusuale, insomma, venire a contatto con un pensiero collettivo dove nel soddisfacimento, ed anche bisogno per carità, di sicurezza si cerca di esorcizzare il tutto gettando il condannato nella fossa dei leoni. In un certo qual modo ci vedo anche una sorta di godimento per certi versi nascosto dal bisogno stesso, come quando nel medioevo si metteva al rogo la ( probabile ) strega e per farla soffrire il rogo stesso era preparato con legna fresca, anzicchè secca, proprio per prolungarne la sofferenza. Qualcosa di analogo accade, mi pare, anche nel braccio della morte. Lascio a voi. |
Si jez, ci vedo un pò tutto quel che dici, il bisogno di farsi vedere forte come isituzione, il bisogno di purificare e il bisogno della gente di godere per una vendetta collettiva che redima tutti nel loro piccolo, ricordate Fatti male che godo?
Come il piccola anche il grande ha bisogno di godere. |
Da quello che hai evidenziato Jez, sui miei interventi, ne fai uscire una panoramica pro pena di morte...strabuzza:
E' solo un sentirsi sconfitti ancor prima di cominciare la battaglia, invidio Cassandra che ha ancora questo fervore... Non riesco a prendere una posizione, quando sento notizie come questo post (o la situazione in cina) lo trovo assurdo e spregevole distruggere una vita per una motivazione così, quando sento certe notizie alla tv, efferrati assassini, violenze, ecc... mi trovo a pensare che bisognerebbe pagarlo con la stessa medaglia, e mi trovo pro mio malgrado. Sarebbe da ipocrita definirmi contro la pena di morte, ingiusto definirmi pro.... E con il piede sull confine.... non c'è battaglia... |
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