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Sole 28-11-2008 19.26.34

L'esperto
 
C'era già una discussione sull'esperienza ma riprendo qui.

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 62235)
Sole te ne dico un'altra che sicuramente gia' conosci:
chi sa fa chi non sa insegna .
Che ne dici?

MI dispiaceva non dare rilievo a questa frase di Nike che non conoscevo e che è molto bella.
Chi sa fa, chi non sa chiacchiera.
Se consideriamo il Fare, un agire cosciente la frase assume tantissimi altri livelli di interpretazione.
Chi sa anche sa fare non ha bisogno di dire di saper fare ma anche sa insegnare, ma spesso chi insegna senza aver applicato poi nella pratica è scadente, forse il disocrso delle scuole cade un pò su questo tasto.
Sembra calzare a pennello il discorso della nozione e azione.

Sole 28-11-2008 19.30.18

L'ho trovata e la linko

http://www.ermopoli.it/portale/showt...ght=esperienza

griselda 29-11-2008 19.09.44

Io la ricordavo diversa questa frase:
"Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna." :@@
E la interpretavo così: sapere non è fare, e chi non sa fare può solo ridire agli altri solo la parte intellettuale perchè non ha mai imparato a metterla in pratica e quindi rimane relativa alla mente.

nikelise 29-11-2008 19.47.43

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 62290)
Io la ricordavo diversa questa frase:
"Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna." :@@
E la interpretavo così: sapere non è fare, e chi non sa fare può solo ridire agli altri solo la parte intellettuale perchè non ha mai imparato a metterla in pratica e quindi rimane relativa alla mente.

Io interpreto cosi' :
per fare bisogna sapere chi non sa non puo' fare ma solo '' far finta ''di fare insegnando .

Oppure : chi sa necessariamente fa perche' il sapere proviene dal fare
mentre chi non sa non puo' fare e quindi non gli resta che fermarsi a dire quel che altri che sanno fanno .

Ray 29-11-2008 20.29.15

Eppure per insegnare bisogna sapere.

O consideriamo la frase solo nell'accezione per la quale chi insegna non sta veramente insegnando... quindi chi non sa, invece di fare dato che non può, si mette ad insegnare proprio quello che dovrebbe imparare, con ovvi risultati... e in questo caso la frse non avrebbe una reale valenza, oppure dobbiamo guardare alla cosa con occhi diversi.

Se prendiamo alla lettera la frase è possibile insegnare senza sapere. Pare un paradosso, dato che chi fa avrà pur appreso da chi insegna no?

Mi viene in mente una frase mi pare di R. Bach, che ricalcava qualche detto orientale e diceva gorssomodo "tu insegni meglio ciò che hai più bisogno di imparare".

Facevamo molto tempo fa un discorso sull'imparare... io sostenevo che la sensazione di imparare è molto simile a quella di ricordare. Quando qualcuno ci insegna qualcosa in modo corretto, qualche parte di noi prova una specie di riconoscimento... questo se siamo in quel momento pronti ad accogliere quell'insegnamento (in caso contrario non apprendiamo).

Non so se si vede, ma par come che per imparare si debba già sapere... perlomeno in potenza. Quando la nostra struttura è pronta ad accogliere un certo insegnamento ecco che, se ci viene impartito, lo riconosciamo... se la nostra sturttura non è pronta ben che vada lo mettiamo da parte, congelato, per futuri accoglimenti.

Quindi chi impara sa. A questo punto chi insegna sta imparando. Sta preparando la sua struttura ad accogliere del tutto ciò che ha congelato. Quindi gli è già stato impartito questo insegnamento, ad un certo livello sa, ma insegnando chiarisce a se stesso, ovvero lavora sulla sua struttura in modo da accogliere definitivamente quel che insegna. Grazie all'altro che impara (e gli da l'opportunità di insegnare... a se stesso).

Poi, una volta che sa può anche fare... e ovviamente insegnare. Ma il suo insegnare si modificherà: insegnerà non solo quella cosa, ma più cose insieme, e insegnerà ad insegnare.
Ma anche il maestro che sa e fa impara insegnando.

Kael 29-11-2008 23.11.29

Trovo la frase molto vera e la riassumerei cosi:
Saper fare è un bene prezioso, talmente prezioso che non sprecherei tempo per insegnarlo agli altri, farei e basta. Se poi qualcuno di questi altri avesse realmente un desiderio ardente di imparare, e mi chiedesse, mi implorasse di insegnargli, allora farei un opera di bene e toglierei del tempo a me per insegnare a lui.
Ma dovrebbe chiedermelo. Dovrebbe realmente dimostrarmi che il mio tempo non sarebbe sprecato, altrimenti non avrei nessuna utilità ad insegnare invece che a fare.

Insegnare, è un favore che io faccio a qualcuno. Non è un passatempo o un hobby per me stesso. Se dunque qualcuno non fa altro che insegnare, difficilmente lo vedo come un vero atto d'altruismo ma più come il suo bisogno di mettersi in mostra.

Questo è un po' il senso che aveva l'apprendistato dei tempi passati, quando il Maestro non insegnava come fanno ora ai vari corsi e corsetti di formazione, ma si limitava a fare.. e l'allievo cercava di "rubare" l'arte mentre lo vedeva all'opera. Quella si che era vera "esperienza"....

Era 29-11-2008 23.52.16

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 62293)
Questo è un po' il senso che aveva l'apprendistato dei tempi passati, quando il Maestro non insegnava come fanno ora ai vari corsi e corsetti di formazione, ma si limitava a fare.. e l'allievo cercava di "rubare" l'arte mentre lo vedeva all'opera. Quella si che era vera "esperienza"....

Infatti come dici bene tu si chiamavano mastro/maestro e non esperto...si deduce che in quel caso il Mastro oltre a saper fare...sapeva insegnare non con le parole ma con le azioni = pratica...e chi aveva passione (e qui l' assonanza passione = a qualcosa che puoi coltivare che hai gia in embrione..in fin dei conti mica tutti hanno la stessa capacità) "rubava" il mestiere...
Oggi si..oggi è pieno ovunque di espertoni blablabla..

stella 30-11-2008 18.25.09

Io penso che oggi fare l'insegnante è una professione come un'altra, per cui un insegnante svolge il programma che deve svolgere, e proprio per il fatto che insegna non ha il tempo o l'interesse di fare quello che insegna, egli trasmette solamente la teoria di una data materia, non la pratica che si acquista con l'esperienza.
D'altra parte una persona che sa fare se si mettesse ad insegnare non potrebbe fare....
Lo vedo anch'io nel mio piccolo. Se io so fare bene una cosa e la devo insegnare a una persona che non sa, devo partire con questa persona armata di santa pazienza e dall'abc.... quindi dovrò tralasciare il mio fare per poter insegnare, anche se non perderò il mio sapere....
Comunque la frase riportata da Nike non la capisco per intero, perchè se non so fare non posso neppure insegnare...
Mettiamo una ricetta da cucina, se non la so eseguire in maniera soddisfacente non posso neppure insegnarla ad un altro.
A meno che non mi limiti a ripetere come un pappagallo le parole scritte sul libro da cucina, ma questo non lo chiamerei insegnare, se non ci aggiungo qualche mia impressione o qualche variante che ho provato e sperimentato, o la descrizione di qualche errore che ho fatto e come evitarlo nell'esecuzione, e così via.

Era 30-11-2008 19.08.34

Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Sole te ne dico un'altra che sicuramente gia' conosci:
chi sa fa chi non sa insegna .
Che ne dici?


Ho confuso un po volendo copiare la frase di Nike citata da Sole...comunque fa istess :)

Ho notato che per insegnare/fare abbiamo usato metri di paragone diversi..qualcuno si riferisce al "tramandare arte" altri all' insegnamento di un insegnante..che sia di liceo o università poco cambia...quello che cambia a mio parere è la sostanza.. come dice Stella oggi un insegnante ( il cosidetto prof) fa il suo lavoro come un impiegato o un metalmeccanico..e arriva a fine mese...l' altro...il mastro di altri tempi..quello Faceva...perchè lo sapeva fare e perchè per imparare a farlo bene ci aveva messo anni.. è vero che un prof di fisica (butto li perchè l' università non so nemmeno com'è fatta) dopo aver spiegato come in teoria si costruisca un' atomica...non può certo..per far fare pratica ai futuri scienziati..farne esplodere una diavolo.g: ma qualcosa può fare...credere in ciò che insegna e metterci la passione necessaria per far si che lo studente se ne innamori ( e va beh se si iscrive li è perchè l' atom...ops la scienza gli interessa..son solo esempi no?) invece torniamo al prof impiegato...magari stressato dai problemi di famiglia..e se li porta in aula...

p.s era meglio l' esempio di un cuoco? si eh :)
pp.ss. mica male sto carattere...solo che non mi ci riconosco strabuzza:

Ray 30-11-2008 23.59.57

Aggiungo a quanto ho detto prima.

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 62291)
Io interpreto cosi' :
per fare bisogna sapere chi non sa non puo' fare ma solo '' far finta ''di fare insegnando .

Oppure : chi sa necessariamente fa perche' il sapere proviene dal fare
mentre chi non sa non puo' fare e quindi non gli resta che fermarsi a dire quel che altri che sanno fanno .

e chi sa insegnare?

nikelise 01-12-2008 13.49.33

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 62326)
Aggiungo a quanto ho detto prima.



e chi sa insegnare?

E' uno che ha fatto e quindi per questo sa insegnare .

Ma se uno sa , di solito oltre a insegnare non puo' rinunciare al fare , vedi Mario Monti , Eco , la Montalcini , Prodi , tutti prof che fanno o hanno fatto .

Se parliamo dell'insegnante di geografia ,invece ad esempio , allora il fare va inteso in senso piu' ampio e si vede se c'e' , il fare ,nella differenza tra un insegnante e l'altro , tra chi ha vissuto quello che insegna e chi no , tra chi ha vissuto in genere e chi e' rimasto confinato nell'ambiente scolastico tutta la vita .
Si vede nella capacita' di trasmettere lo spirito di cio' che insegna .

griselda 01-12-2008 14.49.50

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 62331)
Si vede nella capacita' di trasmettere lo spirito di cio' che insegna .

Che bella questa frase Nike, è l'Essenza di ciò che insegna.
La differenza infatti esiste tra insegnanti, perchè chi lo fa con il cuore per amore ad esempio è diverso da chi lo fa per lo stipendio.

Da chi crede e vive per ciò che fa perchè è ciò che fa da anima e corpo al suo fare. E è l'esempio vivente di ciò che insegna, non vi è contraddizione tra il suo fare e il suo dire ma un tutt'uno.
E ritorniamo alla coerenza mi sa.
:C:

Kael 01-12-2008 20.06.13

Io non sono tanto d'accordo che chi sa insegnare deve per forza anche saper fare, o almeno non che le due cose siano così proporzionali da essere una la diretta conseguenza dell'altra. Un esempio lampante è Porreca, indiscusso maestro italiano di scacchi che però come giocatore è sempre stato piuttosto mediocre. Viceversa esistono in ogni campo dei grandi nomi che però per l'insegnamento sono totalmente negati...
Quindi entrano in gioco anche altri fattori, se da una parte è vero che è l'allievo a dover "rubare" l'arte, a dover "assorbire" le tecniche del suo maestro, anche questo deve saper imprimere/spingere nell'allievo.
Fondamentale comunque trovo che sia la differenza fra un qualcosa di totalmente astratto (tipo gli scacchi, la matematica) e un qualcosa invece di fisico. Nel caso di un falegname è necessario che il maestro sappia fare, la disciplina è appunto fisica, mentre invece un matematico può anche essere un genio ma poi non saper assolutamente trasmettere le sue conoscenze a dei studenti...

Questa differenza rientra secondo me in quel saper spingere di cui parlavo sopra. In un mestiere fisico il maestro deve per forza "spingere", manifestare nel fisico, fisico che fa da veicolo per le sue conoscenze e a cui l'allievo può attingere (cioè vede quel che il maestro fa). In un mestiere intellettuale invece, non essendoci tale veicolo fisico, è più difficile tale passaggio da maestro ad allievo, ecco perchè qui conta più la capacità di far "vedere" che quanto uno in realtà sa fare...


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