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Io non risco a vedere criminale chi agisce "per il bene" in quanto non fa un atto delittuoso (da delinquere) ma hai ragione quando dici che muta qualcosa nella persona che lo commette (come diceva Stella nel suo post). Potrebbe essere che lo ripeta ed allora la volontà di farlo lo rende consapevole pertanto criminale. Citazione:
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La legge morale cui mi riferisco è quella naturale insita nel codice genetico dell'uomo e che risponde al comandamento di tutte le religione "non uccidere"! Il fatto che l'uomo ha sempre ucciso da Caino ai giorni nostri significa che nell'uomo c'è insito il male, pertanto quando sceglie tra le due possibilità, sceglie il male e uccide! certo questo non nega il forte e indiscusso comandamento genetico di "non uccidere", tutte le società si sono sempre basate su questo importante riferimento, la vita è sacra e nessuno può toglierla, e se qualcuno lo fa commette un delitto, un crimine appunto! |
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Nei nostri geni, o nell'istinto se vuoi, c'è ben altro. C'è ad esempio sopravvivenza, anche a scapito di quella altrui se occorre... c'è possesso, c'è potere... entrambe cose che rendono più agevole la mera sopravvivenza. La legge che citi ci spinge a costruire il dominio sugli istinti, liberandoci dal dominio che loro invece hanno su di noi. Tu puoi anche chiamare assassino chiunque abbia ucciso qualcun altro, senza andare a vedere chi, come o perchè. Ma ti perdi un pezzo enorme del discorso. Ho provato in mille modi a fartelo vedere, più di così per adesso non so fare. C'è un'altra cosa però: la tua convinzione di sapere cosa è il male. E di conseguenza cosa è il bene. E di poterli definire tramite azioni, ossia stabilire che un'azione è bene o male a prescindere. Forse il problema concettuale è lì. |
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Per il secondo punto ho solo detto che si diventa assassini, anche contro la nostra volontà, semplicemente difendendoci dall'aggressione altrui, certo non ho mai messo in dubbio la diversa importanza di chi commette un crimine per difesa da chi lo fa per pura malvagità. Non ho affatto la presunzione di sapere cosa sia bene o cosa sia male, so che uccidere è male, ma non so se sia giusto uccidere per difesa, sebbene istintivamente direi di sì, ma proprio per le mie incertezze e dubbi ho chiesto cosa farebbe Gesù di fronte all'esempio estremo di difendere la vita di un nostro figlio. ci siamo fossilizzati sulla parola criminale ma ho cercato anch'io di farti capire il modo con cui la uso, nella sua accezione originale, tu hai usato la parola assassino...in fondo non vedo la differenza, alla base chi uccide, a torto o a ragione, ha superato il Rubicone, ha dato una svolta alla propria vita, non sarà mai più la stessa persona di prima, potrebbe perdersi nel male come potrebbe tentare di redimersi, nell'ansia di trovare la giusta motivazione al suo gesto! Chi ha ucciso il ragazzo che tentava di rubargli le merendine, spero che avrà sempre il dubbio, dentro di sè, di essersi lasciato prendere da un impeto d'ira eccessivo, di aver commesso un'azione sproporzionata alla offesa, con tutte le attenuanti che vuoi...ma dentro il rimorso di aver ucciso dovrebbe logorarlo per sempre. Ho conosciuto persone che, accidentalmente, hanno ucciso dei pedoni, e ti posso garantire che la loro vita è cambiata, sebbene nell'atto non ci sia stata la volontà di fare del male. |
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Sebbene noi dovremmo cercare di imitarlo, non abbiamo tutti e sempre tale forza. E' vero che chi compie una qualsiasi azione potrebbe ripeterla come invece mai più. Ma che differenza c'è con chi non l'ha mai compiuta? C'è la differenza, prova a pensarci... |
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Certe situazioni non catturano la sua attenzione? fiori.gif |
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La differenza è che dopo che l'ho fatta la conosco, prima solo la immagino. Può bastarmi anche immaginare per decidere di non fare, ma se conosco ne so di più. E' anche vero però, anzi per lo stesso motivo, che una volta compiuta è presente nel mio essere, prima era solo una possibilità. In ogni caso mi ha modificato... nel bene e nel male, poi quello che faccio con la modifica dipende da me. |
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Mi viene da aggiungere, in base a ciò che dici, che quindi non esistono esperienze negative in toto,ma dipende da che uso ne facciamo.. Quando compiamo un' azione,è un'opportunità.. perchè possiamo conoscerla e osservarci, possiamo usarla per capire noi stessi e la prossima volta,se dovesse ricapitare scegliere chi vogliamo essere e come agire.. |
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Dopo che ho commesso un crimine, la criminalità non è più solo potenziale in me, si è manifestata una volta, io l'ho conosciuta e si è creato il canale di cui parla Kael. Torna ad essere potenziale, ma è una strada che conosco, mi basta imboccarla, non devo più anche tracciare il sentiero. Se permetto che questa strada diventi parte delle mie corde, sia una strada da me scelta a ragion veduta, allora sono un criminale. Ma è una strada malata. Quando la percorro, nel momento in cui la percorro, sono malato. |
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Questo significa che chi è uno della massa e non ha una certa dose di coscienza - o un'indole molto pacifica -(e quindi ha il gene criminale attivo) non farebbe altro che lasciarsi trascinare dall'impeto. Per una società davvero civile ci vorrebbe l'assoluta non violenza a cominciare dal trattare piante, animali e umani. Ma quanti lo fanno? Love :) |
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Come giustamente ti chiede anche Nike, che cosa è per te extraterrestre, la coscienza? Per me la coscienza è la consapevolezza di scegliere tra il bene e il male, e se non avessi più questa capacità di discernimento, mi sentirei una scimmietta ammaestratadiavolo.g: Mi potresti dire inoltre cosa c'entri la capacità del popolino di non avere la coscienza? E dimmi tu non fai parte del popolino, non sei uno della massa? Ti distingui per qualche tuo merito personale, sei un illuminato, sei arrivato alla conoscenza di te stesso? sempre se vuoi rispondere...è sottinteso! icon_mrgr: |
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Comunque. la denifizione fatta è quella di base e non è definita. Al di la dei significati filosofici e psichici facilmente reperibile, per me è coscienza il vivere attimo per attimo, qui e adesso. Emozionarsi ogni istante, sentirsi vivi immersi in una vita pià grande. Si capisce cosa voglio dire? Il fatto di sentirsi una scimmietta ammaestrata è già coscienza. Faccio un esempio banale ma forse può essere adatto a far comprendere ciò che non si può definire come coscienza e consapevolezza. Se io mangio solo pane pper me esiste solo questa coscienza. Se io per, vari motivi, assaggio un dolce, ho un'altra coscienza. Citazione:
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Non hai detto molto pero' . Sai quanti non si preoccupano del domani ne' di ieri e vivono solo l'oggi . Sai quanti vanno in cerca di emozioni continue attimo dopo attimo . E poi , perche' questo tipo di coscienza che solo pochi hanno , dici tu , dovrebbe migliorare l'esistenza dell'uomo . Puoi chiarire ancora oggi chi ce l'ha dove l'ha trovata come l'ha avuta questa coscienza capace di cambiare le cose? |
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Indi passi a dire che per te la coscienza è vivere attimo per attimo! bene, per me questa non è coscienza ma esperienza, il vivere quotidiano, l'accomunare episodi giorno dopo giorno sì che, alla fine, a novantanni, potresti aver accomulato un bel pò di coscienza!manata.gif Secondo me, invece, la coscienza è qualcosa di più speciale, rientra nella sfera più intima, fa parte dell'interiorizzazione della vita, è la consapevolezza dei principi guida che portano l'uomo ad essere diverso dall'animale. Diversamente da te, mi ritengo una della massa, una del popolino, perchè il popolino ha le mie stesse radici, ha un animus come il mio, vive e soffre quanto me, il dolore non risparmia nessuno, nemmeno i grandi pensatori, nè, penso, gli extraterrestri che vivono qui in mezzo alla povera gente comune!8-) |
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