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jezebelius 10-10-2008 00.14.31

C'è un tempo per....
 
...Oppure " ogni cosa a suo tempo "

Non mi pare che ci sia da questo punto di vista.

Si potrebbe dire anche: " ogni cosa " ha " il suo tempo". Cosa cambierebbe?

Il passaggio del tempo, insomma, in relazione al fatto che c'è un momento specifico per fare questo o quello. Ma che significa in sostanza?
Questo modo di dire lo sento spesso ma solo oggi mi è sorto il dubbio...sul suo significato.


Lo si potrebbe mettere in relazione a:

chi ha tempo non aspetti tempo

Ray 10-10-2008 00.32.26

Molto spesso siamo abituati a considerare gli eventi slegati dal tempo. Tendiamo a pensare "questa cosa è successa" e basta... e il fatto che sia successa in un momento ics ha solo valore di occasionalità... è un'informazione in più sull'evento, ma riteniamo che avrebbe magari potuto accadere in un altro tempo.
Insomma pensiamo il tempo come una collocazione di eventi, ma avulso, esistente in se, un contenitore.

A mio avviso però non è così. Il tempo fa parte integrante di un evento (così come cause e conseguenze)... è un pezzo dell'evento. Un evento non può accadere in un tempo diverso dal suo, non sarebbe quell'evento. Per questo ogni cosa ha il suo tempo...

RedWitch 10-10-2008 09.50.51

E' interessante quel che hai detto Ray, se l'evento , qualunque sia, capitasse in un altro momento, sarebbe per forza di cose diverso.. non sarebbe lo stesso evento e anche da un punto di vista soggettivo lo si vivrebbe diversamente. Per cui, tempo diverso, evento diverso?
Vista cosi' a me fa rivalutare effettivamente il concetto di tempo che ho.. non ho mai fatto caso al "quando", e lo vedo come qualcosa di imperturbabile e indipendente da tutto cio' che accade.. di staccato dal resto. E' evidente che non puo' essere cosi' e che ci deve comunque essere un motivo per tutto.... Per esempio quando si ha un problema, magari ci si pensa su per dei mesi, poi inaspettatamente, in un momento in cui non ci si pensava piu' arriva la risposta... proprio in quel momento e non in un altro...

:C:

Kael 10-10-2008 11.00.42

Come avete detto il tempo fa parte integrante di un evento, e lo fa proprio in un lento processo di divenire come lo fa con un frutto o con un bambino.

Un evento cioè non compare dal nulla... ma cresce, matura, si sviluppa come ogni altra cosa. E chi ha provato a mangiare un frutto ancora acerbo sa che non è una gran bella esperienza... come del resto lo sarebbe anche se fosse ormai marcio.

Quello che mi colpisce comunque è quel ogni di "c'è un tempo per ogni cosa". Poteva esserci semplicemente un tempo per "le cose", invece quel ogni significa tutte le cose. Come se l'uomo, avendo la saggezza di crescere in modo sano, armonico, cioè senza oziare ma senza nemmeno essere precipitoso, avesse potenzialmente la capacità di arrivare veramente in alto, ovunque voglia. Possa, insomma, ottenere "ogni" cosa...

E questo processo del divenire, oltre al come ed al cosa, si basa fondamentalmente anche sul quando.

griselda 10-10-2008 11.43.24

A me fa pensare alla Provvidenza, tutto in natura ha i suoi tempi, dal fiore che ha la stagione giusta, il frutto il mese adatto l'animale i tempi adatti alla riproduzione, da cui non si esce sono stabiliti dalla natura. (sempre che non intervenga l'uomo creando problemi quando non ha coscienza di cosa fa.)

Poi invece l'uomo cerca a volte di precorrerli, o li precorre anche non per sua colpa ma a causa dell'ambiente in cui è inserito.
Se si saltano i tempi arrivano i guai, perchè se in natura tutto è predisposto ad averne uno, ecco che uscendo da esso salta tutto il sistema.

Se in effetti si osserva il comportamento umano quando ad esempio un ragazzo precorre i suoi tempi di crescita va incontro a pericoli che altrimenti avrebbe saputo/potuto gestire diversamente.

Oppure anche negli esperimenti se si precorrono i tempi ecco che succedono i guai.
Oppure se si saltano dei tempi di lavorazione.

C'è un tempo per tutto... e se lasciamo che la natura faccia il suo corso tutto arriverà quando è necessario.
Questo mi fa pensare al buon senso che sopperisce spesso all'incapacità di vedere i giusti tempi delle cose.

Con il tempo e la paglia maturano le nespole dicevano una volta.

griselda 10-10-2008 11.59.18

Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius (Messaggio 59972)
...Oppure " ogni cosa a suo tempo "

Non mi pare che ci sia da questo punto di vista.

Si potrebbe dire anche: " ogni cosa " ha " il suo tempo". Cosa cambierebbe?

Il passaggio del tempo, insomma, in relazione al fatto che c'è un momento specifico per fare questo o quello. Ma che significa in sostanza?
Questo modo di dire lo sento spesso ma solo oggi mi è sorto il dubbio...sul suo significato.


Lo si potrebbe mettere in relazione a:

chi ha tempo non aspetti tempo

Beh si anche questo lo vedo come quello che deve prendere il treno e se non fa attenzione all'orario di partenza rimarrà alla stazione ad aspettare il prossimo sempre che passi.

Quindi si potrebbe dire che se ogni cosa ha il suo tempo e che se lo si scopre osservandola e facendo attenzione in modo da non perderlo quel tempo e poterne usufruire per ciò che ci serve.

Come una porta che si chiude automaticamente se ha un tempo di apertura e di chiusura se non lo si conosce si rimarrà chusi fuori o dentro oppure incastrati, se invece se ne conosco i tempi si potrà scegliere quando passare.

Se ci affidiamo al caso non sappiamo come andrà a finire se invece studiamo il movimento possiamo stando attenti passare al momento giusto o vedere che non ce la faremmo e che quindi non è il tempo adatto.
Ma non so mica se era questo a cui ti riferivi. :@@

stella 10-10-2008 12.37.52

Dire "ogni cosa ha il suo tempo" non è diverso di "c'è un tempo per ogni cosa". Anche se nella prima frase il soggetto è la cosa nella seconda il soggetto è il tempo.
In effetti ogni evento è legato ad un certo tempo (o periodo di tempo) per cui il momento in cui il tempo e l'evento si incontrano è unico e irripetibile.
Ed è anche vero che non si può anticipare il tempo in cui un evento deve succedere, per cui è saggio attendere il tempo giusto.
In questa modo c'è un tempo per ogni cosa, o almeno così dovrebbe essere, ed essendo quello del tempo un ciclo, ogni volta ricomincia ma essendo gli eventi e i relativi soggetti diversi il tempo è sempre vissuto come nuovo, anche se in realtà il tempo esiste solo in funzione dell'evento, altrimenti sembrerebbe immobile o inesistente.

Ray 10-10-2008 18.59.44

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 59984)
Come avete detto il tempo fa parte integrante di un evento, e lo fa proprio in un lento processo di divenire come lo fa con un frutto o con un bambino.

Un evento cioè non compare dal nulla... ma cresce, matura, si sviluppa come ogni altra cosa. E chi ha provato a mangiare un frutto ancora acerbo sa che non è una gran bella esperienza... come del resto lo sarebbe anche se fosse ormai marcio.

Quello che mi colpisce comunque è quel ogni di "c'è un tempo per ogni cosa". Poteva esserci semplicemente un tempo per "le cose", invece quel ogni significa tutte le cose. Come se l'uomo, avendo la saggezza di crescere in modo sano, armonico, cioè senza oziare ma senza nemmeno essere precipitoso, avesse potenzialmente la capacità di arrivare veramente in alto, ovunque voglia. Possa, insomma, ottenere "ogni" cosa...

E questo processo del divenire, oltre al come ed al cosa, si basa fondamentalmente anche sul quando.

Esatto. Credo che strutturalmente il "tempo" faccia parte di un evento. Più profondo quindi che dire che sono legati.

La primavera è parte integrante del fiore...

jezebelius 11-10-2008 16.22.10

Mhm..non riesco a capire una cosa.
Se il tempo e l'evento sono strettamente collegati, anzi forse sono inscindibili - il fatto stesso che un evento, "quell'evento", ha il suo tempo ed il quel preciso istante assume la forma di evento rappresentato; in altro momento quindi è " altro" dal primo, pur sempre formalizzato - è necessario allora che il fatto X accada in quel momento e non in altro?
Insomma, per il fatto X c'è quel tempo specifico e non potrebbe essere altrimenti. Significherebbe, al contrario, ammettere che il momento in cui avviene qualcosa è irrilevante.
Ma poiché tutto avviene in un divenire, per usare quel che ha detto Kael, accade perchè, forse, prima non c'erano le condizioni adatte ed in quel mutare, si sono create.
Quel che mi chiedevo è che sento dire spesso, utilizzare più che altro, - sarà per il cattivo uso che si fa di questo modo di dire probabilmente - è che " ogni cosa a suo tempo", proprio per il fatto che ormai un treno è passato, non lo si è preso e quindi lo si è perso!
Quindi è ( anche ) negativa la visione che se può trarre.

Se l'uomo deve entrare nel mondo del lavoro a 20 anni - esempio che generalizza molto in quanto non tiene conto del singolo - e non lo fa e vi entra 10 anni dopo, sicuramente cambia qualcosa rispetto all'ingresso normale.
Ora, quel che mi chiedevo, partendo dal fatto che iniziare a lavorare 10 anni dopo rispetto alla maggior parte di coloro che vi sono entrati a 20 anni non è la stessa cosa, é : i 10 anni di ritardo si son persi? nonso.gif

Kael 11-10-2008 18.56.05

Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius (Messaggio 60065)
Quel che mi chiedevo è che sento dire spesso, utilizzare più che altro, - sarà per il cattivo uso che si fa di questo modo di dire probabilmente - è che " ogni cosa a suo tempo", proprio per il fatto che ormai un treno è passato, non lo si è preso e quindi lo si è perso!
Quindi è ( anche ) negativa la visione che se può trarre.

O semplicemente che quel treno non è ancora passato ed è inutile lamentarsi che non arriva... L'arrivo magari è previsto fra un anno o ancora più tardi.
Non ci vedo quindi negatività (ma nemmeno positività), ci vedo solo un monito a saper pazientare quando bisogna pazientare e sbrigarsi quando invece bisogna sbrigarsi.

Citazione:

Ora, quel che mi chiedevo, partendo dal fatto che iniziare a lavorare 10 anni dopo rispetto alla maggior parte di coloro che vi sono entrati a 20 anni non è la stessa cosa, é : i 10 anni di ritardo si son persi? nonso.gif
Magari... Perchè altrimenti avrei volentieri aspettato di avere 55 anni per iniziare a lavorare, così poi a 60 potevo già andare in pensione. icon_mrgr:
Invece i 10 anni non sono persi, te li fanno recuperare dopo, il problema nasce quando si rimandano a tal punto certe cose che poi, essendo il nostro tempo limitato sulla Terra, siamo troppo vecchi e non ci rimane tempo a sufficienza per portarle a compimento... In questo senso vedo bene il "chi ha tempo non aspetti tempo" ... proprio perchè il tempo non è infinito (per noi..)

Astral 11-10-2008 21.53.16

Secondo me nella vita non è mai troppo tardi, ma neanche mai è troppo presto, ma siccome non sappiamo se vecchi ci diventeremo, conviene cercare di fare tutto ciò che è in nostro potere senza perso bruciare le tappe.

Io credo che molte volte ho perso del tempo prezioso, ad esempio per una decina di anni non ho coltivato amicizie valide e ho pensato che magari molti anni in cui avevo bisogno di più amicizie ormai erano persi, ma quando poi sono venuti quelli veri, in un anno mi è sembrato di averne recuperato dieci, ed è sparito quel senso di rimpianto passato.

Quindi forse non è soltanto quanto tempo, ma anche quale tempo a fare la differenza.

Poi occorre vedere il sistema sociale: se ad esempio dopo i 30 anni nessuno ti prende a lavorare, è il sistema che in realtà ti fa sentire vecchio, oppure se a 14 anni devi avere il tuo primo rapporto sessuale, è il sistema che ti fa sentire troppo immaturo.

Io credo che potrebbe aiutare a non considerare il tempo come una linea da sinistra a destra, ma come un cerchio a spirale ( l'avrò scritto 100 volte, scusate se rompo con sto cerchio).

:C:


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