Parmenide
Non so, è la sezione giusta? icon_mrgr:
Comunque... cosa pensate di quest' uomo? Aveva ragione? Personalmente non mi piace l' Eleatismo, quindi manco Parmenide (io sto con la Scuola di Cirene, di Aristippo). Perchè non mi piace? Perchè (avete notato che ho fatto quattro alliterazioni?) la sua massima ''L' essere è e non può non essere, il non essere non è e non può non essere'' e il concetto di inesprimibilità del non essere mi paiono false. Allora... dici che il non essere è inesprimibile e inintelleggibile: allora perchè dici che ''non è'' ? L' hai appena espresso e intelletto con un avverbio negativo e una copula... e sicuramente lo hai immaginato! Poi... il non essere, per non essere, deve essere, se no non ci passerebbe neanche in testa che non fosse, no? Allora, per essere più chiari... il buon Democrito diceva che l' Eleatismo, Zenone compreso, erano baggianate; infatti il non essere esiste eccome (il vuoto d' aria, per esempio, è una forma di non essere) e già il fatto che lo si menzioni (come ho detto pure io) comporta, anche magari per un istante, la sua presenza effettiva. E andando nello specifico... avete presente l' anti materia? Ecco, secondo me è quello il non essere rappresentato materialmente. Se il non essere non ci fosse, perchè l' uomo avrebbe paura del vuoto, della morte, dell' oscurità? L' essere parmenideo è come una sorta di anima comune a tutte le cose, per esempio: l' essere pervade me, come pervade un sasso e un piccione. Sembra quasi che siamo tutti parti di un unico... essere icon_mrgr: Non è assurdo? Se fosse così, dovremmo essere tutti orientati a un medesimo scopo (il benessere dell' essere, se ne siamo gli organi; il suo aspetto e manifestazione, se ne siamo l' apparenza). Io non vedo l 'uomo che lavora con i suoi simili unicamente per un medesimo scopo. In sintesi: penso che il non essere non possa non esistere, perchè se anche noi ne facciamo una proiezioni, in quel momento l' abbiamo fatto esistere nel nostro immaginario, l' abbiamo intelletto ed espresso. Di conseguenza, se anche non è stato portato sul piano materiale (ma l' anti materia sembra averlo fatto), nel piano intellettuale e filosofico è sempre esistito e sempre esisterà. Chiaramente ora mi sono limitato ad analizzare il pensiero eleatico STRETTAMENTE di Parmenide. Voi che ne pensate? |
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per il resto ripasso... hai messo troppe cose insieme |
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---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Arj-Lao il ripasso nel senso quando ripasso su questo post con calma icon_mrgr: |
Ok, la parte filsofica la lascio a chi vuole il mal di testa, mi limito a dire che l'antimarteria è una forma di materia opposta alla materia che noi conosciamo e di cui siamo fatti, semplicemente (semplifico alla grande) di segno opposto. NON è il vuoto o la non materia, non la userei quindi come esempio del non essere o non esistere.
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La questione se vi sia differenza tra essere ed esistere è cosa banale, già mostrata da Uno. Il fatto che non siano la stessa cosa è già evidente dalla sussistenza di due diverse parole (che hanno due diverse origini e due diversi significati): essere è antichissima (la radice è comune a quasi tutte le lingue) ed ha valore durativo, ex-sistere significa più o meno "zompar fuori" (dall'Essere). Quando Parmenide dice che il non-essere non può essere (e che l'essere non può non-essere) egli delimita il campo dell'essenza e non dell'esistenza, piano che ne consegue ( e non ne sussegue). Quindi ciò che è può esistere, può non esistere e può passare dall'esistenza alla non esistenza (e viceversa), ciò che non è non può nulla, dato che per esistere o meno si deve essere. Quindi certamente non esiste, ma non sono sinonimi, è il secondo conseguenza del primo. Dal che i tuoi esempi non reggono. Parmenide avrebbe ribadito che è il non esistente che può benissimo essere. Cmq anche a me piace più Democrito... Per il resto (hai davvero messo molti spunti) torniamoci dai... |
Ti assicuro che non me lo sono inventato.
Controlla tu stesso come le qualità dell' Essere, troverai chiaramente i segni che ciò che ho detto è vero, a cominciare dal fatto che Parmenide dice che l' Essere è ingenerato, in quanto se fosse nato, prima non sarebbe (e non sarebbe esistito) e ciò va contro tutta la sua teoria. Questo particolare già dimostra come Parmenide collegava l' essere (e l' Essere) all' esistere (infatti diceva che tutte le cose che ci circondano non esistono, sono solo mera apparenza ed esiste solo l' Essere unico, eterno, ingenerato, finito, immobile, perfetto e forse qualcos' altro, ma siamo lì). Quindi i miei esempi reggono icon_mrgr: |
Booleana
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“L' (essere è) e non può (non essere), il (non essere) non è e non può (non essere)'' Assunto che: (essere è) = A (stato 0) (non essere) = B (stato 1) e non può = funzione Booleana NOT (negato) A=NOT B, [B NOT ](A) NOT = B 0= NOT 1, [1NOT](0) NOT= 1 Degno sofismo riportato alla logica Booleana… Essere o non essere, questo e' il problema...hahahaha Personalmente mi piace analizzare altro... in verita' il pensiero eleatico strettamente di Parmenide... non m'incuriosisce. Ti lascio una citazione dal KIBALION: "Allo stesso modo che tutto è nel Tutto, il Tutto è in tutto. Chi ben afferra questa verità, ha in se un grande sapere." Come amo questo divino paradosso... Ciao Arjuna... bello lo scudo... ma anche la tutina rossa non era male...hehehehe |
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Noi rimaniamo sul fatto che essere e esistere sono complementari se non c'è uno non c'è l'altro |
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tutti quelli che esistono si sentono di essere e l'essere sente minimo di esistere, è così logica la cosa se si vuol vedere, no? ciànonso.gif |
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Conseguenza indica un rapporto di causa-effetto e la causa deve differire dall'effetto. Altrimenti è come dire che la sazietà e il mangiare sono la stessa cosa, mentre il mangiare implica (forse) la sazietà, ovvero la sazietà è conseguenza del mangiare. Nello specifico ribadisco che esistere è conseguenza dell'essere... ovvero che se una cosa è allora può anche (forse) esistere. Con la vostra definizione invece cambiate del tutto la cosa. Per dimostrare che sono la stessa cosa ne tirate in ballo una terza: il sentire. Chiamare questo metodo "logica" è operazione alquanto inconsueta. Spiegate la coincidenza di due cose con la concomitanza (supposta) di un attributo. E' come dire che la mela e la ferrari sono la stessa cosa in quanto entrambe rosse. Per non dire del fatto che affermate con certezza che "tutti quelli che esistono si sentono di essere"... che è una vostra supposizione a mio modo di vedere, piuttosto ingenua. Per Arj: quello che dici sul pensiero di Parmenide è corretto. Solo che quelle che tu chiami contraddizioni invece non lo sono. Non ho mai detto che lui non collegasse essere ad esistere, ho solo detto che non ne fa dei sinonimi, ma che certamente sono due cose collegate. Purtroppo è assai difficile disquisire di filosofi antichi (e tradotti) senza prima mettersi daccordo molto bene sui termini (che equivarrebbe a mettersi daccordo su quel che dicono senza necessità ulteriori di interpretare). Faccio un esempio che probabilmente ti piace: da come l'hai messa tu Parmenide sosterrebbe che tutte le cose che ci paiono esistere sono invece mera apparenza. Verrebbe da chiedergli se, allora, l'apparenza esiste... e non solo, ma se l'apparenza ha una condizione di esistenza migliore (maggiore) delle cose che appaiono. Sarebbe una domanda imbarazzante per lui secondo te? |
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1) Se quel giorno fosse incavolato, ti direbbe che ha scritto la sua filosofia in poesia perchè è una verità per pochi 2) Se volesse essere garbato, ti sommergerebbe di parole e versi per spiegari che l' apparenza esiste, lui la chiamava MOLTO IMPROPRIAMENTE ''doxa'' (opinione, per me che studio il greco chiamare apparenza con ''doxa'' è un insulto, se vuoi ti spiego perchè), poi, rendendosi conto che usando impropriamente la parola ''doxa'' fa confusione (e arrabbiare qualcuno), ti direbbe... ''Ci sono tre vie: quella della ricerca (buonissima), quella dell' opinione (cattiva), quella della BUONA opione(buona)''. Per farla breve, ti direbbe che l' apparenza esiste ed è malvagia, l' unica ''apparenza buona'' è l' elogio verso chi segue la sua via (è proprio vero che l' uomo filosofo è sempre uomo). |
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Una sola domanda: dato che prima lui ha scritto e poi altri han tradotto, non sarebbe meglio dire che è la traduzione ad essere impropria? Se ha scritto doxa, forse intendeva doxa... Effettivamente il termine apparenza non rende bene, è un adattamento moderno. Con "opinione" ci si avvicina di più al carattere di soggettività che la cosa prende all'interno di chi percepisce, mentre se si lascia apparenza pare che la soggettività sia espressa dalla cosa stessa, all'esterno di chi percepisce. Il che è contraddittorio e le mie domande risulterebbero davvero imbarazzanti. Alla fin fine, se ci pensiamo, dire che le cose (i percepita) sono opinione (presente il discorso aristotelico sulla suddivisione arbitraria del reale?) è decisamente più ragionevole che dire che sono apparenza. Cmq ti propongo una traduzione ancora diversa per il contesto... dimmi tu che ne pensi: doxa=congettura Per il discorso sul non-essere, che contesti, non so se siamo d'accordo sull'interpretazione. Da come la metti tu pare che l'essere che tutti condividiamo sia una caratteristica comune (per Parmenide), una cosa più piccola di noi, come dire che tutti abbiamo una mano. Mentre è l'Essere che ha noi... siamo noi parte di esso, non lui parte di noi, di tutti noi. Quindi, essendo noi compresi in qualcosa di più ampio, la tua individualità è salva, pur non negando il presupposto. Ma forse nn ho capito che intendevi... |
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Uno è la mia esistenza, Ray è l'esistenza del nostro amico, ma Uno non è tutto il mio Essere, è solo una parte, una manifestazione di esso, come scritto da Ray sopra, l'esistenza può essere una conseguenza dell'Essere ma non è l'Essere, la punta dell'iceberg è l'esistenza, quello che emerge dal mare magnum della non esistenza, del non manifesto, cioè ciò che prende forma nell'esistenza... la forma può essere una chiave di lettura... tutto ciò che esiste ha una forma, l'Essere non ha forma, l'Essere crea la forma, in soldoni Isae Frank esiste ma non è l'Essere completo, se così fosse saremmo già tutti come ci vediamo e confrontiamo, non avremmo possibilità di cambiare, saremmo perfetti e nell'immobilità il nostro Essere coinciderebbe con l'esistere.... anche il Grande Gesù nella sua manifestazione fisica, proprio perchè tale (fisica), ha mostrato solo lati del suo Essere, sfaccettature a seconda di chi di fronte poteva cogliere (o possiamo oggi) questo o quello.... certo nella sua Grandezza lui Era/E' in grado di mostrare tutto lo spettro (come raggi ) del suo Essere, siamo noi che non riusciamo a cogliere (com-prendere) la sua complessità e totalità. Per Comprendere bene questi concetti bisogna aver chiari, e/o chiarire, i concetti di manifesto e non manifesto, concetti che non sono confinati alla metafisica e neanche nella filosofia. |
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Comunque ho un grande rispetto per qualcuno che a grandi distanze temporali è ancora capace di crearci degli spunti di riflessione, questa è una forma di immortalità. |
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capiamo perchè il nome del tuo nik è uno, ti illudi di essere il primo...strabuzza: se tu per non manifestato intendi non esistenza mi sa che li devi chiarire te un pò i concetti di manifesto e non. infatti il cambiamento è un'illusione, come il movimento, noi siamo esseri completi, non siamo divenire, ma appunto ESSERE, la parte di noi che è in essere è ciò che tu dici che non esiste e cioè il non manifestato, il non manifestato caro è l'Assoluto, hai detto niente, se non esiste l'Assoluto non esisterebbe niente. Gesù era sì un uomo, ma molto evoluto, in lui si manifestava quasi appieno il suo essere, ma essendo uomo anche il suo divenire, ma questa è un'altra storia da approfondire. cià |
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l'essere E', l'esistenza E' l'essere. (quando arrivi scrivi) quel forse non è che ci stia a dire molto se si segue la logica, quindi un'incertezza che non si lega a ciò che vorresti così audacemente sostenere, allora qui si parla per ragionamento o per evitare il ragionamento?8-) l'essere non sente secondo te? come minima cosa, cosa fa l'essere? non capiamo perchè ti sembra fuori luogo, visto che siamo formati da sentire in senso lato e di coscienza. se l'esistenza non è sentire cos'altro è? cià:C: |
Sebbene non do valore alla mia persona, in base a regole di buona convivenza non posso permetterti di attaccare essa quando non sei in grado di dialogare, ho tollerato anche troppo attacchi alla conduzione del forum, cosa che da regolamento non è permessa, ti chiedo ufficialmente di evitare altre polemiche in tal senso....
----------------------------------------------------------------------------- nell'argomento l'Assoluto è manifesto + non manifesto altrimenti non sarebbe Assoluto |
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certo che l'Assoluto comprende il manifesto e il non manifesto, nessuno ha detto il contrario, di certo è che ciò che sta nel non manifestato non può non esistere cià |
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Nel non manifesto le cose non esistono... altrimenti non sarebbe non manifesto... nel non manifesto le cose Sono.... ed è diverso.... Perdonami ma non sono proprio in grado di esprimerlo meglio, forse un giorno capirai cosa intendo.... cosa è... o forse no, va bene lo stesso |
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se sono esistono, sotto un'altra forma, ma esistono. fammi un esempio di qualcosa che non esiste nel manifestato e nel non manifestato, sempre se ti va. noi sentiamo chiarezza in questo concetto che esprimiamo, a buon intenditor poche parole. |
La parola esistenza non può essere usata nel non manifesto, questo è il problema fondamentale, lo scoglio su cui ci areniamo.
ho usato la parola odio invece che amore perchè l'amore coincide con l'Essere, l'odio con l'esistenza smemore dell'Essere.... quindi per l'esempio era più inidicata. Conosco bene le vibrazioni di questa parola e non la temo, anche questa è una cosa che può dare da pensare. |
ma chi lo dice che l'esistenza non può esserci nel non manifesto? quindi secondo te il non manifestato non esiste? se esiste è l'esistenza dell'Uno (non te).
hai usato quella parola perchè hai provato un sentimento di quel genere e noi abbiamo sentito ciò. non conosci ciò che smuove quella parola, altrimenti non l'avresti espressa e avresti usato l'altro esempio, l'amore, qui non si tratta di paure, ma di consapevolezza e responsabilità e questo la dice ancor più lunga. cià |
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Se una cosa non esiste sta nel non manifesto, altrimenti esisterebbe e sarebbe nel manifesto. Provo un esempio. E' il tuo compleanno e io per regalo ti scrivo una poesia. Questa poesia esiste, è manifesta. Ma io potrei scegliere di regalarti un orsetto di peluche, e allora la mia poesia non sarebbe mai esistita... Sta a me, perchè la poesia E' (dentro di me) ma poi se la faccio esistere o no dipende da me. Se non la scrivo, ovvio che non esiste, però E' (in potenza) |
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