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Vista dal punto di vista in cui lo guardi anche io dissentirei, ma sto esponendo un modo completamente diverso. Diciamo, anche se non è correttissimo, che possono esserci due aspetti del fregarsene. Il primo è quello che esponi tu, e anche Luke, con una contestazione adolescenziale che altro non fa che mostrare il condizionamento e non altro. Questo è vero, ma quando si attua questo meccanismo non c'è nessunissimo attrito, c'è anzi una enorme dispersione energetica. Niente fuoco, solo rabbia espressa come tale. Io, e non solo io, invece parlo di altro che genera energia e tensione positiva (anche se non è corretto per niente). E' un aspetto molto più profondo, che deriva ed è figlio di una osservazione e di tutto quel lavoro che dici deve esserci. Cioè ammetto, passo fondamentale per accettare, di essere dipendente e non potendo illudermi di risolvere solo così inizio a creare un contromeccanismo per cui faccio ciò che mi piacerebbe davvero. Devo indagare cosa voglio davvero... e farlo, e poi che si pensi di me quello pare: chissenefrega! Solo che mi farà un male boia che si pensi male di me, perchè dipendo da questo aspetto. A quello dovrò resistere e riuscire ad osservare cosa genera, che sentimenti, che emozioni, che pensieri e Lavorare, Lavorare per restare ferma in ciò che io voglio e non i miei piccoli io. . E' un sacrificio. E' assolutamente Attivo. Ecco, forse questo fa capire meglio la differenza sostanziale, il fregarsene che intendi tu è del tutto passivo e quindi una contestazione che asserve un bisogno meccanicistico. Quello che intendo/iamo è attivo, viene generato allo scopo di riuscire a fare realemtne ciò che si vuole ed è quindi una via per vivere davvero e non essere vissuti. Quindi per capirci credo proprio che distinguere i due aspetti tra attivo e passivo sia chiarificatore. Quote:
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Comunque vorrei aggiungere che è stressante... per cui ci vuole cautela. Se va bene, se non va pazienza, sarà per la prossima. |
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Quando ho provato sulla mia pelle il male che ha provato l'altro e non sto qui a dire come è perchè da quel momento mi sono riappropriata di qualcosa che forse mi era stato strappato via quando ero piccina. Ho come la sensazione di essermi riappropriata di una parte di me che avevo perso. Se vivi quanto male fa subire una certa cosa, ma viverlo eh non immaginarlo, non puoi più farla. E condivido anche il fatto che se l'altro sei tu non puoi fregartene dell'altro di quella parte di te che invece devi inglobare. |
Grii, io non ho mai detto che bisogna fregarsene degli altri. E neppure gli altri lo hanno detto.
In verità, a volerla dire tutta, e dei nostri piccoli meccanismi che ci andiamo a fregare. |
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Invece potremmo ancora approfondire l'altra questione e cioe' che io dico che si passa sempre da un condizionamento ad un altro ma comprendendo anche condizionamenti positivi . |
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Ok, la cosa importante è che ci siamo capiti sul senso di cui parliamo. Si è molto complesso e potremmo approfondirlo però cercando di ampliare il come che trovo davvero importante visto che Daf ha esposto il problema. Sulla seconda questione. Si sono d'accordo che si passa da un condizionamento ad un altro, però io pongo anche qui una differenziazione. Intanto diciamo che anche l'Uomo più evoluto dipenderà dalla Volontà dell'Universo. Sarà davvero libero però perchè avrà scelto di fare la Sua Volontà. Detto questo la differenziazione che faccio è che passo da un condizionamento ad un altro adolescenzialmente e posso farlo da adulto. Cioè se traferisco passivamnte una dipendenza non ho fatto niente di meglio che soddisfare bisogni. Se invece ne risolvo davvero una la dipendenza si trasferirà su un altro bisogno ma con valore maggiore, o positivo come forse intendi tu, o sottoposto a leggi meccaniche inferiori. Non so se sia chiarissimo. |
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In un punto del cammino , avendo già ben chiare alcune situazioni, si possono fare degli esperimenti, pur in presenza ancora di condizionamenti, ma il tutto può essere utile nel proseguio. Il "fare" fregandosene e basta, come se per magia dopo 2-3-4-....n volte la questione si risolve , rischia solo di far passare da una dipendenza all'altra, senza modificare realmente le cose. |
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Mica tanto. Andiam per passi. Io scopro di essere dipendente dagli altri, in tutte le sfumature che ne conseguono. Inizio a cercar di capire da dove ha origine quella dipendenza Poniamo che io sia riuscita a vedere il perchè (ambiante familiare d'origine) e poniamo anche che mi renda conto che nonostante l'età permango in uno stato di infantilismo e dipendenza nei confronti sia dei familiari che di altre persone. Decido di volerne uscire. Inizio a fare di testa mia, poco alla volta, in piccoli gesti. Si? Magari certe cose le faccio senza dirle apertamente ma, e qui casca l'asinodaf icon_mrgr:, nonostante io cerchi di far di testa mia la testa mia è negli altri, ancora. Un milione di blabla bla in mezzo icon_mrgr: e poi si arriva comunque al punto che ci và un colpo di reni per invertire la tendenza. Mettiamo che si era già tentato il golpe ma che sia fallito. Dove trovare nuovamente l'incoscienza per fare il salto? Uhm. Una cosa però la vedo, in diverse occasioni le parole che aspettavo non sono arrivate. l'aiuto che speravo non è arrivato, sono stata beatamente ignorata da chi, secondo me, poteva farmi stare meglio. Un male cane. Ma sono sopravvissuta. Mi arrabbio ancora quando mi sento invisibile, mi sale l'aggressività quando non ottengo attenzione ma cerco di spostare il fuoco e mettermi a fare altro, a pensare ad altro, a cercare qualcun altro. Però quel qualcun altro lo prendo a piccole dosi icon_mrgr: perchè le piccole conquiste sono così fragili... Si torna oindietro in un cips. La fede mi ha dato senz'ombra di dubbio un aiuto enorme, anche se ancora nonostante tutto cerco di privarmene. Ecco, questa è una cosa che mi fà impazzire. Ma se so cosa usare per stare meglio. PERCHE' NO?! Perdo continuamente la concentrazione, disperdo tantissimo correndo dietro agli altri. Uff |
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Se io me ne frego dei miei meccanismi uno alla volta, non è come dare un taglio netto...di cui si parlava? Quindi me ne frego del mio meccanismo e non degli altri. Si può o non si può? |
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Una volta individuato questo e sciolto, risolto in qualche modo, sia con la fase dell'osservazione, dello studio, sia con la coneguente parte più "pratica" del fare, il piccolo io va ad integrarsi con un centro, un io più grande, che si presuppone nel frattempo stiamo formando, io più grande che è quello che dovrebbe seguire una Volontà più grande, la Sua Volontà di cui parlava Sole. Poi si passa ad un altro piccolo io, con i correlati meccanismi e così via, diventando man mano più forti e meno condizionati, oltre che più esperti. |
Scusate un piccolo intermezzo che mi è venuto in mente che forse, spero, può aiutare a capire ulteriormente la distinzione.
C'è fregarsene è c'è il men(e)-freghismo. |
Potremmo paragonare la dipendenza dagli altri a una dipendenza economica?
Se dipendo dai miei genitori non avrò la gestione del denaro nelle mie mani. Esisterà un flusso che nella fase infantile viene totalmente gestita dall'adulto, poi pian piano arriveranno piccole somme di denaro (le mancette) che saranno lasciate in gestione (forsediavolo.g:) Crescendo le necessità aumentano e i genitori incrementano il flusso al ragazzo cercando però (se sono saggi) di far conoscere anche il costo di tale denaro. Fai questo e quell'altro e io ti dò tot. per esempio. Poi si arriva alla fase lavoro, dove il flusso arriva non più solo dal genitore ma anche dall'esterno (come prima magari le mance dei nonni, zii, ecc). Il disastro secondo me avviene quando nella gestione del flusso il ragazzo non ha mai avuto dei paletti, perchè tanto "ci sono" o "non ci sono" ma in modo indipendente dal suo agire. Se inizia a lavorare ma il denaro se lo tiene (perdendo così di vista le necessità reali del vivere quotidiano), o il denaro va quasi tutto in casa (quindi perdendo comunque il senso delle necessità visto che ci pensano gli altri) l'amministrazione del flusso rimane comunque sempre parziale. Di fronte a un problema in qualche modo si risolve, anche se a costo di sensi di colpa e recriminazioni a ufo, perchè interviene sempre il genitore, o chi per esso. Quando l'energia arriva ma è sempre mediata da altri è un pò come una paga che deve andare in casa o che se va in casa non basta e quindi intervengono fattori esterni a colmare il buco. Se si rimane senza soldi per una gestione del cips, ma davvero senza soldi, senza cibo o senza luce e gas..ah se si impara e di corsa anche. Certo, l'ideale sarebbe passarci per gradi, che forse è il discorso di Sole, ovvero accettare ancora i flussi esterni ma cercando di ridurli man mano in modo da riuscire ad avvicinarsi sempre di più al reale ammontare delle energie/soildi a disposizione. Quando ci si rende conto che invece di essere benestanti si è poveri in canna prossimi al mendicare è logico che lo spirito di sopravvivenza spinga forte, fortissimo, verso i rubinetti esterni per cullarsi nell'illusione di aver tutto ciò che serve. Quindi si, bisogna chiudere i rubinetti e rendersi conto di cosa si ha o meno e ancora si, se si è prossimi a morir di fame un rubinetto si può anche aprire, anche se in effetti così si rischia sempre di non chiuderlo mai. Che fare quindi? Un giorno un Amico vero mi ha detto, vedi, non sono d'accordo con quello che stai facendo e che fai (gorsh) ma te lo stò dicendo senza smettere un attimo di volerti bene. L'ho amato tantissimo per questo e ogni volta che si nega (sgrunt) cerco di riportarmi alla mente queste parole. Si apre un rubinetto ma che però è mio, è dentro, non me lo so spiegare ma quando riesco a focalizzarmi su questo in genere tutta l'aggressività si scioglie come neve al sole. Possibile che alla fine sia davvero solo una questione di presenza, di centratura, di radicamento? |
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Me ne frego che sono sposata ho un io traditore e tradisco. Ho un io bugiardo me ne frego che la morale... religiosa lo vieta e mento. E così via.... Questo è fregarsene o essere menefreghisti? Se io invece ho un io che ruba ma me ne frego di lui e di quello che vuole soffro per quella tensione che mi crea quando mi spinge a rubare ma io non gli do spazio per farlo nn va bene? Devo rubare? |
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Il secondo pezzo non l'ho capito bene, cioè non capisco il nesso con la dipendenza dagli altri. Se non gli dai spazio e non rubi fai un'azione di autocontrollo secondo me, ma aspetto che mi chiarisci meglio. |
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Fino a qui, ci sono, anche per me dietro ad un meccanismo c'è un "io" ribelle, una divisione. Quote:
Perchè con la ricapitolazione posso ricordare cosa ha creato quell' "io" , con l'osservazione riesco a non farmi usare da lui, non inciampare sempre nelle stesse buche, ma scioglierlo io non so come si fa l'idea che mi sono fatta ed è personale non frutto di teorie imparate è che un dolore talmente grande quindi una sofferenza grossa è come un fuoco che lo scioglie e pur rimanendo, vivo, non ha più la forza di agire. E magari non è così la spiegazione è altra ma io non la vedo. Quote:
Ma alla mia domanda non trovo risposta piango.gif |
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A me pareva di aver preso l'esempio di Ray e di averne mostrato più versioni, intendo quella della bistecca, invece evidentemente non è così ma io non colgo la differenza, come posso fare per vederla? martello.: Spetta forse ho capito dove mi inceppavo, dico forse mi incasino con il conflitto interno rispetto invece alla considerazione degli altri, una considerazione è nostra e l'altra invece in questione è degli altri. Eureka forse ci sono! wow Se non è così ci ritorno , grazie Daf |
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La sofferenza ci sta, ma ho idea che da sola non basti, si può passare anche tutta una vita a soffrire senza risolvere le cose. FOrse per sciogliere ci serve un fuoco, che man mano dovremmo esserci creati dentro fino ad un livello sufficente, per quello dicevo post fa che avere un'alternativa abbastanza robusta, sulla via da seguire potrebbe essere una spinta notevole. Arrivati quel punto allora fare , pur sapendo che ci sarà attrito potrebbe dare risultati, forse perchè si va progressivamente a sottrarre energia al piccolo io, l'attrito man mano lo consuma, perchè cioè che abbiamo creato, scoperto in noi di vero,di essenziale, è diventato più forte, più motivato e quindi non è lui ch eè destinato a soccombere, ma i vari piccoli io con i vari meccanismi che creano. |
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Se siamo dispersi non possiamo cogliere il momento in cui un meccanismo ci domina, quindi presenza. Se non siamo presenti non saimo centrati e se non siamo centrati non siamo radicati. Io trovo che ricordarsi di se sia una delle cose più difficili. Per cui "solo" quello è un gran lavoraccio :) |
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La fregatura è che spesso si vede il controllo che si subisce ma quasi mai quello che si perpetra. Se dipendo da te tu puoi forse muoverti liberamente? (se non te ne freghi ovviamente) |
Non voglio fare quello che ha la soluzione in tasca senza tra l'altro fare nessuna fatica ma............
...........è così semplice: nessun essere umano può risolvere i veri problemi della nostra vita! Guai dunque a quell'uomo che ripone la sua fiducia in un altro uomo. Solo Dio può risolvere i nostri problemi........... In altre parole dipendere dagli altri, in una certa misura, è inevitabile perchè fa parte della nostra umana natura. Parlo anche di dipendenze sottili: come negare che il parere degli altri su di noi non è irrilevante? Mettetela giù come vi pare ma nessuno è impermeabile all'altrui influsso............ Ma presto decade la dipendenza se si è convinti, veramente convinti che la soluzione alla nostra vita non dipende e non dipenderà mai dagli altri. Scusate il giochino di parole.......diavolo.g: icon_mrgr: Perdonate se sono intervenuto stile nodo gordiano ma tant'è. |
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All'inizio dici che basta seguire la bussola e che questa consiste nel fare le cose per se. Fare le cose per se, mi/ti domando, se può anche essere farle per una terza persona perchè io desidero, voglio, che si realizzi una cosa insieme. Ricordo che in un thread si diceva di "fare le cose per noi", quando ad esempio si fa una cosa per portare avanti una scelta, ma che se non "fatta per quel noi" diverrebbe carica di aspettative. Quindi questo "fare per noi" e va bene oppure no, cioè in soldoni è lo stesso che fare per se? Perchè questa cosa mi confonde. Poi parli di andare controcorrente se questo può salvarci la vita, questo mi porta a pensare visto l'esempio che può valere per idee che non contemplano direttamente l'altro o no? L'esempio per me sarebbe più chiaro se quella corrente potesse essere anche rappresentata da una persona o da più persone. Ma la cosa ancora più incomprensibile per me è come fare per trovare ciò su cui basare il giusto. Anche perchè immettendo in me direttive diverse dal vissuto precedente è chiaro che volendo cambiare e aderire al nuovo, il vecchio diventa obsoleto, perchè se prima veniva veicolato un pensiero oggi invece al suo posto ne ritrovo un altro con consuente cambio di valori, quindi devo tenere conto del presente o del passato? Capito come faccio a non capirci più niente? Si? piango.gif Ho provato a tirarlo fuori perchè sto a fumarmi l'ultimo neurone manata.gif |
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Hai scrito per noi, preoccupandoti di quello che abbiamo o avremmo pensato, questo credo che sia spostare in fuori, se te ne fossi fregata degli altri avresti prima scritto il tuo post e poi, semmai, dato questa giustificazione ma anche neanche Citazione:
Non si tratta di cambiare valori o di fare le cose insieme ma forse divisi...stai mescolando. Prenditi la tua bistecca anche se ti si chiude lo stomaco (che brutta quella faccina che vomita mammamia Griii) tienila, non sei obbligata a mangiarla se non ci riesci, ma prenditela e, soprattutto, nella mia modestissima esperienza se cerchi di fregartene e poi vai a cercar di dare spiegazioni o giustificazioni del perchè fai pure peggio, la gente se ne frega uguale ma una parte in te gode infinitamente per l'ennesimo smacco. E' quella parte che devi combattere non le persone fuori sulle quali cerchi continuamente di metterla, Griabbraccio: Ti ho scritto col cuore in mano, in base alla mia esperienza. Datti una possibilità. :C: |
Citazione:
Bon prendo atto che hai scritto con il cuore in mano perchè non l'ho percepito. Prendo per buono sicuramente il tuo intento. Ti ringrazio anche dello sprone a darmi una possibilità che se capissi cosa vuoi dire ne sarei maggiormente entusiasta a me è sembrato mostrassi che tu almeno hai imparato bene. Questa è la prima versione che non se ne frega di quelle che le viene detto ma che se ne frega dell'altro Seconda versione: Ah si? Grazie cara quindi non è così che ce ne si frega? Grazie di avermi spiegato come fare, lo leggerò e rileggerò all'infinito sperando di capirlo prima o poi fregandomene se non ci riesco. Bacioni qui me ne frego di me e di riuscire a capire e quindi anche del lavoro La terza me ne frego di tutto e di tutti pure del rispetto che porto al sito e a chi lo mantiene in vita e offendo a destra a manca perchè mi sono sentita incompresa e calpestata Quale sarà la via ? |
Fare per un noi e per se stessi è la stessa cosa ed è diversa da fare per gli altri Grii.
Quando faccio una cosa per me per bene, la sto comunque facendo per tutto ciò che mi circonda in prima battuta e poi il tutto si espande al tutto. Prova ad immaginare di essere una pozza di acqua circondata da altre pozze di acqua che sono gli altri. Se prendi un sasso (grande o piccolo che sia) e lo lasci cadere nella tua pozza degli schizzi di acqua si riverseranno sulle altre pozze circostanti, se fai cadere un sasso sulle pozze vicine degli schizzi si riverseranno nelle altre pozze compresa la tua etc... Ma se prendi un sasso e lo lanci come quando si fa al lago facendolo rimbalzare sul pelo dell'acqua (hai presente?), cerchi di muovere le altre pozze senza toccarti. In sostanza se fai qualcosa per te e per un noi, muovi per forza qualcosa anche in te ed in tutti, se fai le cose per gli altri non muovi nulla in te ed in altre parole tenti di manipolare l'altro perchè percepisca di te quello che ti par bene. Non ti muovi, ma vuoi che l'altro ti veda come se ti fossi mossa o come se tu fossi in quel modo. In realtà hai si lanciato il sasso, ma stando ben attenta che non schizzi nella tua pozza. Parlo verso di te, ma la cosa vale per tutti, me compreso. P.s. ti avrei risposto appena possibile, ma la prossima volta non mi tirare in mezzo per costringermi, non funziona così se non voglio. :) Sono certo anche che Daf ha capito, per la prossima volta, che volevi la risposta solo da me o quasi. Quindi qualsiasi cosa ti avesse detto.... |
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